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La zia dell’assurdo

Fica zia Martina. Dovreste vederla, ha un fisichino che’ lasciamo perdere và!!! Giuro non le conto le seghe che le ho sempre dedicato, da quando ho iniziato a capire a cosa serve quell’attrezzo cheho in mezzo alle gambe.
Sì ha le tette piccole &egrave vero, ma nel suo caso non conta, davvero non &egrave un problema. Ha dei capezzoli stupendi. Sì gliele ho viste più volte: così piccole fanno fatica a riempire il reggiseno imbottito e se si piega nella maniera giusta’ in estate’ con certe magliettine’ si vede tutto. E il mio cazzo tira. Quando lo porta, il reggiseno. Già, ha le tettine talmente piccole che appena fa caldo gira senza reggiseno. Ed &egrave da quando ho undici anni che a sua insaputa la guardo. Poi ha pochi anni più di me, &egrave ancora giovane: quarantuno anni contro i miei diciannove. Tutta da guardare, per me. Anche i piedi, poi’ mamma mia’ quando mette le calze di nylon con le ciabatte, quelle di pelle e sughero, con le fascette incrociate, io non capisco più niente: ha i piedi fatti benissimo, non un difetto, proporzioni perfette. E andando a casa sua, &egrave da quando ho tredici anni che gliele annuso di nascosto, quelle ciabatte. E non solo, a dirla tutta. Appena posso prendo il treno e vado a trovarla a casa: Marco il suo compagno passa alcuni weekend lontano da casa per suonare e io le faccio compagnia perché non ama restare sola: &egrave sempre molto gentile con me e mi adora, così approfittando del fatto che abita in campagna vado a godermi le belle giornate nel suo giardino, e la aiuto a sistemare le piante. Spesso mi trattengo a cena e la notte dormo da lei.
Talvolta aspetto che dorma o che esca e mi chiudo nel suo sgabuzzino delle scarpe: le frego le calze dal cesto della biancheria, le indosso come un preservativo e’ le scopo. Sì, mi scopo le ciabatte di mia zia. Prima le annuso e poi a sua insaputa le scopo, non potendo scopare lei. Mi accontento, ecco. Immagino di leccare la sua pelle e le sue labbra’ vedo le sue labbra che devono essere così morbide avvilupparmi il glande lasciando cadere litri di saliva su di me. E immagino che al posto della sua ciabatta ci sia la sua fica. Chissà se &egrave pelosa o liscia? A me andrebbe bene comunque, ed &egrave una curiosità che non mi toglierò mai. Ma mi piace immaginarla pelosa, come le fiche delle attrici dei giornali che leggo ogni tanto. Ho provato a spiarla in tutti i modi, ma non sono mai riuscito a vedere nulla: mi devo accontentare del suo rumore quando fa pipì. E immagino di poterla pulire con la mia lingua, di sentire il gusto dei suoi umori misto a quello della sua pipì’ di bere ogni goccia di lei e del suo piacere mentre la sua bocca fa impazzire me’
‘Sogna ragazzo sogna!!!’ cantava Vecchioni. E me lo canto anche io, ogni volta che mi annuso le sue scarpe e le sue ciabatte con il suo odore. Ho almeno la consolazione di pensare a tutte le volte che ha indossato la mia sborra senza saperlo. Ma io la sborra te la voglio dare addossooooo!!! Cazzooo!!! Non ne posso piùùù!!! Ficaaa!!! Cazzooo!!!
E anche questo sabato me la vado a trovare. Arrivo da lei e mi accoglie con un caff&egrave e le mie ciabatte preferite. Maledetta. Ha anche le calze di nylon. Oggi però sono nere. Cazzo quei piedi’ i leggins le sottolineano il sedere perfetto, e ridiamo e scherziamo mentre lei fa dondolare le ciabatte sui piedi di continuo, sfilandole ogni due secondi mentre accavalla le gambe: vedo il segno delle dita nella suola. Cazzo qui si mette male e devo cambiare posizione per non dare troppo nell’occhio.
‘Con la ragazza come va?’
‘Eh mi ha lasciato…’
‘Oh!!! E come mai???’ chiede stupita.
‘Sembrava una brava ragazza…’
‘Sì…’ e poi aggiungo sottovoce: ‘anche troppo…’
‘Come hai detto?’
‘Oh no, niente…’
‘Hmmmah boh’ sarà’ magari tornate insieme eh?’
‘No no no zia, non succede…’
Capisce di aver toccato un tasto dolente e cambiamo discorso: mi fa vedere cos’ha intenzione di fare al giardino e mi comunica anche che deve assentarsi un paio d’ore per fare dei giri e lasciarmi solo. Strano che esca a fare dei giri di sabato pomeriggio. Per me non c’&egrave alcun problema, figuriamoci’ casa libera con tutte le sue scarpe a disposizione!!! Io inizio a lavorare e zia Martina entra in casa a cambiarsi. Quando esce la trovo stupenda, e mi chiedo ancora di più dove debba andare, così tirata: con la gonna e le scarpe col tacco. Ha anche cambiato le calze: ora ha i collant color carne, come piacciono a me!!! Per le amiche non si &egrave mai tirata così. Boh, a me importa relativamente, mi basta avere quello che voglio a mia disposizione. Aspetto dieci minuti per essere sicuro che si allontani, e poi via: cesto della biancheria, tiro fuori le sue calze nere (anzi’ gambaletti per la precisione) e annuso: porca puttana, questi puzzano sul serio. E io non capisco più nulla. Vado nello sgabuzzino, tiro fuori il cazzo e infilo un gambaletto. Ecco, inizio a scopare la sua ciabatta mentre annuso l’altra. Sono eccitatissimo’ ‘zia’ amore’ cazzo’ ti voglio…’ penso mentre la mia cappella coperta di nylon spunta dalla pelle incrociata a x della ciabatta. ‘Zia’ amore…’ la immagino che gode con le gambe ripiegate sulle spalle e gli occhi ribaltati all’indietro, le dita che si intrecciano dopo che ho accarezzato i suoi seni’ voglio leccare il buchetto del suo sedere e poi penetrarlo. Vengo in pochi secondi e lo sperma si spande in un filo denso tra la sua calza e la suola di sughero della sua ciabatta. Ancora annuso l’altra pensando che vorrei fare l’amore con lei, sentire la sua bocca con il sapore del mio cazzo e toccare la sua figa grossa: sì, perché da quello che si vede attraverso i suoi leggins ha proprio la figa bella grossa, come piace a me.
‘Ziaaa!!!’ cazzo, qua &egrave ancora duro. E ancora non ho tolto la calza, e ancora scopo strofinando. La immagino’ ohmmmioddio!!! La immagino a’ no, non posso pensarlo, non posso dirlo!!! Cazzo!!!

Non posso immaginarla tra due uomini’ non posso!!! E invece sì, la immagino a godere così. Delle attenzioni di due uomini che piano e dolcemente la prendono fino a farla impazzire. Uno dei due sono io. La immagino presa tra mille carezze e mille baci e mille attenzioni, regalandole mille orgasmi in una danza fatta di intese tra tre corpi, la vedo che mi guarda negli occhi mentre bacia lui là in mezzo, la vedo che mi guarda negli occhi mentre inginocchiata su di me accoglie lui dietro, la vedo mentre seduta su di me prende lui in bocca e la sua saliva cola su di me. La vedo godere di noi due, impazzire di piacere’ la vedo che mentre lui la penetra io riesco a leccare il suo clitoride per darle ancora più piacere mentre il cazzo di lui la fa sussultare e nella mia testa riecheggiano’ ‘H-hah’ h-huh…’: urletti e singhiozzi di piacere che non sentirò mai. Mi fa baciare e annusare i suoi piedi mentre lui la prende da davanti e lei gode. &egrave lì presa da noi, che impazziamo di piacere nei suoi buchi rilassati’ La vedo accogliere il nostro sperma dentro di lei, sul suo viso, sulla sua lingua, sui suoi piedi… per poi sdraiarsi in mezzo a noi che le accarezziamo la schiena mentre i nostri cazzi tornano a riposo e lei si gode le nostre carezze. Devo smettere di pensarci, davvero. Rimetto tutto al suo posto e torno a lavorare in giardino: ci do dentro di buona lena finché la zia torna a casa che &egrave quasi ora di cena.
‘Smettila di lavorare daiii!!!’ mi dice mentre entriamo in casa e la osservo mentre si sfila le scarpe per indossare le ciabatte che ho sporcato.
‘Dai, vai a farti la doccia che ti preparo la cena che te la sei proprio meritata’ lo vuoi il riso al curry coi gamberi?’
‘Cazzosì!!!’ rispondo. &egrave una gran cuoca, la zia.
‘Come scusa?’ mi guarda per la mia espressione colorita.
‘Ehmrrr’ sì che lo voglio!!!’ mi correggo. E filo in doccia.
‘Perch&egrave non ci ho pensato prima??? Coglione!!!’ mi chiedo mentre faccio la doccia: finisco in tutta fretta di lavarmi e mi vesto ancora mezzo bagnato per precipitarmi in cucina: trovo la zia che armeggia ai fornelli, ancora con la gonna e le calze addosso. Mi siedo dietro di lei a chiacchierare, facendo finta di chattare su facebook; in realtà, non faccio altro che fotografarla di nascosto. Le fotorgrafo i piedi, le gambe, il sedere, me la guardo di gusto. Perch&egrave non ci ho pensato prima??? Quante foto mi sono perso!!! Coglione!!!
Ceniamo tranquilli guardando la tv, e ogni volta che le sento muovere le gambe sotto il tavolo, il mio amico tra le gambe si sveglia. Ogni tanto accavalla le gambe e le cade una ciabatta. Io sono seduto ad angolo con lei, non di fronte. E con la scusa di massaggiarmi una caviglia dolorante, urto ‘casualmente’ la sua gamba fasciata dal nylon.
‘Oh scusa zia…’ ogni volta fingo di allontanarmi per non urtarla più, ma riesco sempre a sfiorarla e a sentire le sue gambe. Dopo cena la aiuto a sbrigare la cucina e ci sediamo sul divano a guardare la tv: io trovo una posizione ideale per fotografarla senza che se ne accorga, facendo sempre finta di chattare.
‘Cos’avrete da dirvi tu e i tuoi amici??? Siete sempre lì a chattare questa sera, che palle…’
‘Eh zia’ storie’ mi chiedono della mia ex’ come mai sono finite le cose’ mi chiedono se voglio uscire’ rompono anche un po” sono insistenti…’ mento spudoratamente, mentre le sue gambe si muovono sul pouf dove appoggia i piedi.
Io sono durissimo da ore, e devo andare in bagno a farmi una sega o finisce male, per me.
Approfitto di una telefonata che riceve per allontanarmi e andare in bagno a sistemare la questione, e arriva l’ora di andare a dormire. Finalmente, aggiungo. Ascolto la zia fare pipì, adoro sentirla quando lo fa, poi mi preparo ad andare a letto.
Spero in una notte tranquilla, senza pensieri strani o dovrò pensare di smettere di venire a dormire qui quando Marco non c’&egrave.
Ma se alcuni sono baciati dalla fortuna, io vengo puntualmente violentato dalla sfiga: mentre ho il cazzo in mano pronto a farmi l’ultima sega della giornata pensando a lei, ecco che la porta si apre e io faccio appena in tempo a coprirmi dalla zia impaurita dal temporale; davvero, il temporale e una donna che ha paura dei tuoni sono nemici naturali di un ragazzo che vuole dormire tranquillo: provare per credere.
‘Dormi con me? Ti prego’ Ho paura del temporale…’ mi chiede la zia, in pigiama. Pigiama’ baby doll, chiamiamolo. Faccio una voce assonnata e confusa di uno che &egrave stato appena interrotto mentre cercava di prendere sonno. ‘Hmmm…’ dico soltanto. (Meriterei un Oscar, per come recito). La zia accende la luce e io cerco di sistemarmi senza far vedere le mie condizioni; mi alzo sui gomiti con la faccia scazzata di chi fa un favore di malavoglia, quando sono contentissimo di dormire con lei, anche se non posso farlo vedere troppo.
‘Hmmmdai andiamo’ faccio. Ma le sorrido, e lei mi sorride riconoscente.
La seguo nella sua camera guardandole il sedere disegnato dal baby doll e le gambe.
Non fa nemmeno il gesto di mettere un pigiama, vuole dormire così, col baby doll. E io sono a petto nudo, senza le mutande sotto i pantaloni. Sarà una lunga notte, ne sono sicuro.
‘Scusa stella se ti ho chiesto di dormire con me’ mi dice mentre si infila sotto le coperte.
‘Non ti preoccupare zia!!! Ci manchrebbe!!!’
‘Il temporale mi terrorizza!!!’ intanto, nella penombra dell’abat-jour noto i suoi capezzoli attraverso il baby doll. Mi sdraio a letto e le volto le spalle per non vedere niente.
‘Stai tranquilla, non succede niente zia!!! Pensa a rilassarti e a dormire dai!!!’
‘Va bene’ sei un tesoro’ Fatti dare un bacio che ti ringrazio!!!’ e detto fatto, mi si arrampica addosso e mi da un bacio sulla guancia accarezzandomi la testa.
‘Vaffanculo. Bravissima. Peggiora la situazione sai, che ne ho bisogno!!!’ penso.
‘Ti spiace se leggo un po’?’ mi chiede.
‘Figurati zia!!!’ anche se io cerco di dormire. E di spalle cerco di prendere sonno e di non pensare a questa fica che &egrave sdraiata di fianco a me, in baby doll, senza reggiseno, e al mio attrezzo che incazzato come non mai reclama una sega. E la stronza mentre legge, a ogni tuono sussulta e si agita e mi urta con i piedi.
‘Scusaaa!!!’ mi dice.
‘Di niente zia!!!’ (Vaffanculo). Dopo un poco la zia spegne la luce e mi dà ancora la buona notte.
Sdraiato su un fianco, me lo prendo in mano e mi accarezzo con le dita, pianissimo, il glande. Il temporale continua a scaricarsi tra lampi che passano tra le fessure della finestra e tuoni che la fanno sobbalzare di continuo, avvicinandosi a me. Sento il suo calore e le sue gambe vicinissime alle mie e sempre più spesso mi sfiora e mi tocca con i piedi. Io continuo a massaggiarmi il glande, piano pianissimo, non si deve accorgere che mi sto masturbando: solo indice e pollice, lentamente. Sento l’orgasmo vicino, devo solo andare avanti un po” e finalmente avrò goduto. Spero di trovare facilmente il fazzoletto che ho messo sotto il cuscino. Ancora i suoi piedi su di me, e ancora la zia si scusa, senza rendersi conto di quanto mi piace il tocco dei suoi piedi: ora sono chiaramente appoggiati sui miei polpacci, come se stesse spingendo. Mi giro a pancia in su per controllare meglio quanto sto facendo, e lei non si scompone: anzi, appoggia ancora di più i piedi sulle mie gambe e sembra anche aver preso sonno. Io sono vicinissimo all’orgasmo ormai: andando così piano e delicato, ci metto molto di più e anche se dorme, devo godere senza farmi sentire. Altro lampo, altro tuono, stavolta fortissimo: quasi quasi spaventa anche me e la zia si sveglia. Cazzo. Fuori la mano. Ferma tutto, stop alle macchine.
‘Uh mamma mia che paura!!!’ mi dice.
Si gira verso di me e si aggrappa al mio braccio; ecco, col cazzo che ora riesco a finire.
‘Non riesco a dormireee!!!’ si lamenta.

‘Nemmeno io…’ replico. Ma lei sembra incapace di captare il sarcasmo.
‘Vero? &egrave forte questo temporale!!!’ mi fa, tutta stretta a me.
Intanto il mio amico non &egrave per nulla contento del trattamento che gli sto riservando, e sembra reclamare a gran voce un pompino o qualcosa del genere.
‘Ti capisco, amico mio…’ gli sussurro mentalmente.
Decisa a farmi passare la notte in bianco, di colpo la zia si tura su sorreggendosi la testa col braccio. ‘Dai chiacchieriamo!!!’ mi dice. Nel buio la guardo, ormai con odio. Io voglio dormire, brutta miseria ladra. Altro tuono.
‘Oh!!!’ e appoggia la testa sul mio petto nudo. Cazzo.
‘Di cosa vuoi parlare?’ le dico, mentre si ritira su. Ora &egrave seduta nel letto e mi mette una mano sul braccio.
‘Dai, dimmi perché oggi hai detto che la tua ragazza &egrave anche troppo brava’ forza…’
‘Ma no, niente…’
‘Dai dimmelo che ho capito che sei incazzato’ ho capito come l’hai detto, sai…’
‘No non &egrave che sono incazzato, sono’ boh…’
‘Infastidio? Annoiato?’
‘Sì ecco annoiato, e abbiamo litigato e mi ha lasciato’.
‘Ma perché sei annoiato? Che ha fatto?’
‘Che ha fatto? Niente ha fatto!!! Cio&egrave’ niente…’ e qui la zia capisce che sono un po’ in imbarazzo, non &egrave facile parlare di certe cose con la propria ragazza, figuriamoci con una zia, soprattutto se sono gusti’ strani.
‘Che hai? Ti vergogni?’
‘Beh’ no’ cio&egrave…’
‘Daiii’ dimmi…’ insiste, con la voce bassa bassa, sfiorandomi il braccio fino al petto. E io sto impazzendo, perché quello che volevo dalla mia ex l’ho sempre voluto da mia zia. Ma come faccio a dirglielo??? Cazzooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!! Nessuno &egrave mai riuscito a toccarmi i capezzoli senza darmi fastidio. Lei ci riesce, anche se lo fa con nonchalance: si vede che non ci sta nemmeno pensando a dove sta toccando. E capisce quanto sono a disagio e incazzato per l’ottusità della mia ex, anche se la zia non sa di cosa sto parlando: capisce solo che sono nero per la frustrazione. E non sa nemmeno quanto ho il cazzo duro ora che mi sta toccando, anche se ripeto che lo sta facendo senza malizia: forse inconsciamente sente di avere accanto quasi un uomo maturo e non più un ragazzino, ma mi tocca per quello che sono: suo nipote. Io non dico niente e macino rabbia e frustrazione.
‘Daiii dimmelooo!!! Sei furbetto e a lei non piace? &egrave questo?’
‘Hmsì’ anche…’
‘E cosa?’
Decido di parlare. Almeno mi diverto a parlarne.
‘Mi piacciono delle cose che a lei non piacciono, ecco, le trova’ sporche…’
La zia accende la luce e mi guarda stranita.
‘E cosa ti piace di così strano?’
Qui faccio un po’ fatica a parlare chiaro.
‘Beh’ ecco’ i…’
‘I’?’
‘I piedi…’
‘Oh!!! I piedi?’
‘Sì’ i piedi…’
‘Cio&egrave a te piacciono i piedi delle donne? So che ci sono i feticisti, ma non lo trovo così sporco’ io non ne ho mai trovati, ma so che ci sono…’
‘Beh’ ecco’ cio&egrave…’ e qui sono imbarazzato da morire’ ‘a me piacciono in un certo modo”
‘Spiega adesso’.
‘Cio&egrave’ quindi’ a te’ piace guardare i piedi delle donne?’
‘Eh’ anche’ magari fosse solo quello’, rido a questo punto.
‘Daiii dimmiii!!!’
E allora gliela dico tutta:
‘Ecco zia, a me piace’ annusarli, ok? Quando hanno le calze’ usate’ e le ciabatte’ mi fa impazzire il loro odore.’
‘Non ci credo’. Mi dice, ridendo. E qui mi vergogno.
‘Ti viene duro ad annusare i piedi alle donne?’ ora ride davvero.
‘Sì, mi piace questo’ e sì, lei mi ha lasciato perché lo trova sporco. E mi basta anche solo parlarne eh…’
‘Beh, &egrave strano, &egrave vero, ma ti garantisco che c’&egrave di peggio sai’ Comunque non ci credo, voglio vedere se ti diventa davvero duro’
‘Eh???’ deve essere impazzita o io devo aver capito male.
La zia mi infila la mano nei pantaloni. No, non ho capito male!!! Cazzooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!
‘Dai, sentiamo’ Fai sentire!!!’ Peeerò!!!’ davvero niente male, molto più grosso di quello di Marco…’ e inizia a masturbarmi.
La lascio fare senza dire una parola, poi mi giro verso di lei e le bacio le labbra.
‘Che cazzo fai?’ la sua risposta mi lascia interdetto, ma poi reagisco:
‘Ti bacio…’
‘Caro…’
E io e la zia ci baciamo’ le lingue giocano a rincorrersi nelle nostre bocche, mordo le sue labbra con le mie e lei fa lo stesso con me. Non so cosa ci sta succedendo, ma nessuno dei due si vuole fermare in questo gioco. Allungo le mani e le tocco le gambe, le natiche sode e riesco a spostarle le mutandine. &egrave bagnatissima, sento i suoi umori farsi strada tra il folto pelo rimanere attaccati in fili alle mie dita, fili che raccolgo e lecco avidamente sentendo il suo gusto. Entrambi spingiamo con i bacini, le mie mani le toccano i piccoli seni e le stuzzicano i capezzoli, mentre lei continua a toccarmi: le bacio il collo e lei fa lo stesso con me, siamo eccitatissimi.
‘Hmmm va bene’ voglio farti contento, ok?’ La zia accende la luce, si alza dal letto e prende le calze che aveva addosso nel pomeriggio. Quelle color carne. E le indossa. E io a momenti muoio.
‘Sono quelle di oggi, hanno il mio odore’. Infila le ciabatte, toglie le mutandine e si siede a letto, mettendomi praticamente i piedi in faccia. Non ci credo. Sono morto e questo &egrave il paradiso? Non avevo nemmeno notato che quelle che indossava oggi non erano collant ma autoreggenti. Sto per fare un infarto, sento il cuore che scoppia nel petto e il cazzo diventare di marmo: la zia prende una ciabatta e me la mette in faccia.
‘Dai, annusa, su…’ ciabatta e piede: la calza usata ha un odore molto forte e io sto per diventare matto.
Io ho i suoi piedi in faccia e la sua mano esperta e delicata che mi regala un piacere immenso.
‘Ziahhh…’ rantolo, e me la’ annuso.
‘Dai, annusa’ guarda che bel cazzone che hai’ &egrave un peccato che la tua amichetta ci abbia rinunciato’ senti che duro’ se ne pentirà un giorno…’. E senza dire nulla, la zia cambia posizione e si china col viso su di me a far colare sul mio glande scoperto un lungo filo di saliva. Inizia a farmi un lavoro con la bocca che mi toglie il respiro. Morbida, labbra e lingua insieme, poi mi accarezza i testicoli come fosse una piuma. Mi toglie i pantaloni, e continua a lavorare mentre io con le mani annaspo a toccare ovunque mi capiti: la voglio tutta, odio avere solo due mani, adesso.
‘Zia…’
‘Zitto, e annusa, tu…’ la zia mi sta facendo impazzire, poi cambia ancora posizione e si mette a pancia in su. Non vedo l’ora di potermela baciare tutta: e le faccio quello che la mia ex non mi ha mai permesso di fare: la bacio, in ogno centimetro del corpo: non lascio libero niente, dai baci. Solo alla fine, dopo averla baciata e accarezzata dappertutto, mi fermo sulla sua vagina bagnatissima: la lecco, la bacio, la succhio, la penetro con la lingua e con le dita, mentre i suoi piedi cercano il mio cazzo durissimo.
Riesco a farla godere, e dopo che ha goduto, anche dopo che l’ho bevuta tutta, la lecco ancora. Voglio che goda con me, che veda che non sono solo un ragazzino di diciannove anni ma un uomo in grado di soddisfarla. E gode, gode, gode’ finché presa dagli spasmi mi ferma.
‘Scopami ora’ prendimi…’ non me lo faccio ripetere, e piano piano le punto il cazzo tra le gambe.
Me lo afferra tra le mani e se lo strofina sul clitoride.
‘Quanto &egrave grosso’ lo voglio…’ simultaneamente mi abbraccia con le gambe e con le mani mi tira di colpo dentro di sé. Io sono in estasi a sentire le sue carni morbide. E mi abbandono un attimo su di lei, baciando le sue labbra e prendendo la sua testa nella mia mano: lei ricambia il bacio e spinge con il suo pube contro di me.
‘Che cazzone che hai!!! Scopami!!!’ e io inizio a muovermi sempre più forte, lo facciamo di fronte, sul fianco, da dietro, si siede su di me e lì inizia a godere ancora, la zia: gode che non la finisce più, io la accarezzo e le tengo le mani, mi aggrappo ai suoi seni, la sento godere, sento le sue carni che mi stringono il glande’ ora si toglie da me e lo guarda, dritto e duro’ si sdraia e si apre con le mani.
‘Vieni, godi…’
‘Sì zia” entro ancora in lei, e iniziamo a farlo furiosamente. Le piego le gambe indietro e sento la zia bagnarsi ancora di più, sento il mio glande annegare in lei e nel suo piacere mentre mi gusto l’odore dei suoi piedi in faccia: li bacio, li annuso, li adoro letteralmente.
‘Fallo godere quel cazzone, fai felice la zia…’ e dicendo così sentiamo un rumore provenire da lei, come di un grappolo di uva schiacciato.
‘Zia’ amore…’ non mi controllo più ormai. La bacio con furia, le succhio la lingua.
‘Sporca la zia, dai’ qui, nella mia bocca…’
Mi tolgo appena in tempo per godere sulle sue labbra semichiuse: un lungo filo di spera le cola in bocca; lei si pulisce con la lingua e raccoglie tutto per bere ogni goccia del mio piacere.
Crolliamo esausti sul letto e lei mi accarezza la testa.
‘Sei bravo’ sei stato attento a darmi piacere’ e come me lo hai dato…’
Io sono a pezzi ma ho il cuore che batte fortissimo.
‘Grazie, zia…’
‘E hai davvero un bellissimo cazzo!!! Marco non ce l’ha così grosso!!! Mi piace un sacco!!!’ e lo accarezza, ancora durissimo. Prende una ciabatta e me la mette ancora in faccia.
‘Su, dai, annusa ancora…’
‘Zia”
‘Ti piace?’ mi chiede.
‘Mi fa impazzire!!!’
‘E allora forza, divertiti!!!’
Io piano vengo ancora, e lei ride di gusto. &egrave bellissima quando ride.
‘Vuoi sapere perché c’&egrave di peggio che annusare i piedi alle donne?’
‘Dai, dimmi tu ora!!!’
La zia prende il suo telefono e lo apre, entra nella galleria e mi mostra delle foto. E lì resto sconvolto.
‘Le ho fatte oggi’.
‘Zia!!!’ mi prende una fitta di eccitazione e gelosia al cuore: la zia che si fa scopare da un tipo con un cazzone enorme, più del mio: video e foto in cui ne combina di tutti i colori, come una consumata pornostar.
‘Marco sa di non essere molto dotato, e si eccita se io scopo con uomini con dei grossi affari’ a volte partecipa, a volte gli piace che io lo faccia in sua assenza per poi mandargli le foto’.
‘…e’ tu’?’
‘Beh a me piace, mi scopano bene, mi sento libera, ci vogliamo bene, e quando siamo insieme stiamo da Dio’ e quando lui torna mi da di quelle ripassate che non hai idea’ cosa vuoi che sia per me, farmi annusare i piedi, dopo questo?’ e ride che diventa meravigliosa, mentre le tocco la vagina.
Resto un attimo inebetito, pensando alla zia in quegli attegiamenti: lei, zia Martina, così posata’ che fosse così disinibita? Mai mai mai lo avrei pensato. Riguardo le sue foto’ la zia che fa così la zoccola… che immagini… che idee… la zia che ha preso due cazzi diversi nello stesso giorno, mentre il suo uomo &egrave via da casa…
‘A saperlo, zia, il tuo culetto me lo prendevo pure io…’
‘Magari, se fai il bravo, la prossima volta lo avrai…’
‘E i piedi?’
‘Amore, quelli’ tutte le volte che vuoi’ sempre più odorosi, solo per te…’
Fine.

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