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Racconti Erotici Etero

universitaria silenziosa ma vogliosa

By 21 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve, sono Francesco, per chi non avesse letto i miei racconti precedenti (che vi consiglio di leggere naturalmente) vi ricordo che ho 21 anni, studio all’università di Trieste, città in cui sono nato. Per fortuna quando ho scelto l’università sono sceso ad un compromesso con i miei genitori, ho accettato di restare a Trieste anche se si sa che il mi corso di laurea qui è più difficile di altre università, in compenso hanno rispettato la mia volontà di uscire di casa per cui vivo in un appartamento con altri studenti, siamo due ragazzi e tre ragazze, ma questa è un’altra storia.
La storia che vi voglio raccontare ora invece è avvenuta poco tempo fa, ad inizio settembre. Settembre ed Ottobre sono mesi di esami, gli ultimi prima della ripresa delle lezioni, ed anch’io mi ero rimesso a studiare per darne uno. Io studio un po’ dove mi capita, a casa, al parco (in primavera naturalmente), oppure nelle aule studio dell’università. A volte capita che finisco in aule studio di altra facoltà diverse dalla mia, dipende da quanta gente trovo nelle altre o dalla posizione della facoltà stessa. I primi di settembre in una delle ultime giornate di sole finii a studiare nella facoltà di medicina, gran bella facoltà con gran belle studentesse. In aula studio non eravamo in molti, probabilmente tanti erano al mare a godersi le ultime giornate di sole e quindi trovai un tavolo tutto per me.
Dopo una mezz’ora che ero li a studiare ed a godermi il fresco dell’aria condizionata entrò una ragazza, avrà avuto più o meno la mia età, alta un metro e settanta, capelli biondi un po’ a caschetto, indossava una camicetta bianca ed una gonellina abbastanza corta che metteva in mostra le sue gambe. Non era niente male, un viso dai lineamenti mediterranei ed un seno che a prima vista faceva girare la testa. Insomma entrò e con molta disinvoltura si incammina verso di me, io la seguo con lo sguardo senza alzare troppo la testa dal libro e lei si siede al mio tavolo, proprio di fronte a me. ‘Poco male’ penso io, su questi tavoli si sta comodamente in quattro, quindi di spazio ce n’era ed al massimo con molta discrezione ogni tanto mi sarei potuto distrarre ammirando un po’ la mia ‘compagna’ di studi.
Ripresi a studiare mentre lei estrasse dal suo zainetto libri e penne e cominciò a leggere. Io ogni due righe del mio libro alzavo lo sguardo per squadrarla meglio e cominciai ad osservare un po’ meglio i suoi seni. Erano davvero grandi, avrà portato una terza o forse una quarta di reggiseno, in più come se lo facesse apposta lei stava così vicina al tavolo ed inclinata in avanti che le sue tette quasi si appoggiavano al tavolo rimanendo così un po’ spinte verso l’alto e lei per di più teneva la camicetta abbastanza sbottonata, potevo vedere così molto bene il solco fra i suoi seni. Dopo una mezz’ora in cui riuscii a studiare veramente poco ma ad osservare veramente tanto cominciai a notare che l’aria condizionata faceva effetto sulla mia ‘compagna’ di studi e da sotto la camicia vedevo chiaramente spingere i suoi capezzoli verso fuori, mi sembrava quasi di intravvedere l’aureola dei capezzoli! Io ormai fissavo più le sue tette che il mio libro e qualche volta se ne accorgeva e i nostri sguardi si incrociavano e lei mi faceva pure un sorrisino. La situazione si stava facendo molto intrigante, sembrava che si divertisse a mettersi in mostra. Ad un certo punto lei senza distogliere lo sguardo dal libro e con molta naturalezza sbottonò ancora di un bottone la sua camicetta ed io a quel punto potevo vederle i suoi seni per la ‘metà interna’, notando chiaramente che sotto non portava reggiseno. Rimasi qualche secondo in ammirazione, poi con una certa abilità lei fece cadere una penna sotto al tavolo, lei alzò la testa guardandomi negli occhi e mi fece un sorrisino un po’ malizioso. Io mi chinai per raccogliere la penna ed appena misi la testa sotto al tavolo lei aprì un po’ le gambe, non di molto ma abbastanza per farmi intravvedere il perizoma bianco che indossava. Penso che vista la posizione del tavolo, un po’ riparato dietro alcuni scaffali, nessuno si accorse della situazione. Io recuperai la penna e gliela porsi, lei sempre con quello sguardo malizioso mi disse: ‘Grazie’ ed io risposi: ‘Figurati, un piacere…’.
Continuammo a studiare come se niente fosse ma ormai non riuscivo più a concentrarmi, continuavo a fissarle le tette e lei si metteva in posizioni che aiutavano sempre di più i miei occhi, era come se avesse una scollatura che mi permettesse di vedere le metà interne dei suoi seni che erano belli grandi e sembravano proprio stare su come si addice a due belle tette sode.
E poi la svolta, lei guardandomi negli occhi sempre con quel suo sguardo e quel sorisetto malizioso si alza e sculettando si dirige verso l’uscita, io mi alzo e la seguo. Esce dall’aula studio ed io sempre dietro a lei la seguo mantenendo una certa distanza, lei senza fermarsi si gira con la testa come per controllare se ci fossi e ci scambiamo un sorriso incrociando i nostri sguardi. Non so dove voglia andare ma la seguo. Si incammina lungo le scale ed io rallento un po’ il passo per darle modo di essere sulla rampa successiva alla mia. Lei cammina sul bordo interno delle scale dandomi modo di vedere chiaramente sotto la gonna. Saliamo così di due piani, poi lei in bocca un corridoi, io aumento un po’ il passo per non perderla. Lei si ferma davanti ad un’aula, siamo soli nel corridoio, apre la porta e prima di entrare mi lancia un ultimo sguardo. Io arrivo davanti alla porta e prima indugio un attimo ma poi mi faccio coraggio ed entro.
Lei è li, ad un passo da me, mi gira attorno e si appoggia con la schiena alla porta chiudendola. Mi guarda negli occhi senza dire niente e si sbottona la camicia e la apre con entrambe le mani mostrandomi le sue tette in tutta la loro bellezza. Due tette belle grandi e tende, con dei capezzoli piccoli nel mezzo, stavano dritte in su che era una meraviglia. Sempre senza dire nulla mi prende per la cintura avvicinandomi a lei e comincia a slacciarla, poi mi apre i pantaloni ed in pochi secondi mi ritrovo in boxer con il cazzo in evidente erezione. Lei con una mano prende la mia portandola su un suo seno mentre con l’altra comincia ad accarezzare il mio pacco. Cominciamo a pomiciare come due adolescenti vogliosi, la bacio, le ecco i capezzoli e le tette e lei intanto tira fuori il mio cazzo dai boxer ed inizia a farmi una sega. Il cuore mi batteva a mille, le mie mani la palpava quelle tette fantastiche e sode. Stavo per palparle il culo quando lei con estrema naturalezza si inginocchiò davanti a me e tenendolo in mano si porta il mio cazzo alla bocca. Cominciò a succhiarmelo con una voracità pazzesca, succhiava e con una mano accompagnava il pompino, io le tenevo la testa con entrambe le mani ma era lei ad impostare la velocità. Ogni tanto me lo leccava partendo dalla base e mentre risaliva lungo l’asta mi guardava negli occhi, oppure si avvicinava un po’ di più e lo prendeva fra le sue tettone schiacciandole con le mani, il mio cazzo quasi scompariva fra quei seni enormi e lei andava lentamente su e giu baciandomi la cappella o giocandoci con la lingua. Si vedeva che le piaceva e che ne aveva di esperienza in fatto di pompini, lo leccava massaggiandomi le palle per poi riprenderlo a succhiare. Era voracissima, riusciva a metterselo tutto in bocca ed a giocarci attorno con la lingua. Me lo avrà succhiato per un bel po’ sempre senza dire niente ma guardandomi negli occhi come per dirmi ‘guarda come succhio bene’. Non sapevo neppure come si chiamava ma sapevo quanto fosse brava a fare pompini. Poi si rialzò sempre guardandomi negli occhi, si alzò la gonellina e si tolse il perizoma. Rimase qualche secondo così, a gambe aperte tenendo alzata la gonna, capii cosa voleva. Mi abbassai e mi misi fra le sue gambe ed inizia a leccargli la figa, era bagnatissima, la troietta si era eccitata da morire giocando con il mio cazzo e le piaceva farsela leccare, mi spingeva la testa verso la sua figa. Io la leccavo tutta, giocavo con il suo clitoride per poi insinuare la lingua dentro la figa di cui aprivo le labbra con due dita per spingerla dentro il più possibile. Le piaceva e lo si capiva dai suoi mugolii che emetteva mordendosi le labbra. Ma non le bastava. Con le mani sulle mie spalle mi allontanò, io mi rialzai e lei prese dal taschino della sua camicetta un preservativo. La porca voleva pure che la scopassi, li, in un’aula dell’università, sarebbe potuto entrare chiunque da un momento all’altro e ci avrebbe trovato così, mezzi nudi ed eccitati. Mi srotolò il preservativo con molta delicatezza, poi si girò, alzò la gonellina sopra il suo culetto ed allargando le gambe si protese verso la porta appoggiandosi con le mani. In quella posizione riusciva ad alzare un po’ il suo culetto mostrandomelo in tutta la sua bellezza, tondo, sodo e non troppo grande. Io mi avvicinai, con il cazzo cercai il suo buchino bagnato e cominciai a penetrarla. Le tenevo le tette da dietro e spingevo il mio cazzo sempre più dentro fino a metterglielo tutto dentro. Le misi un dito in bocca e lei me lo succhiò come fosse un cazzo, e probabilmente una troia così due cazzi contemporaneamente li aveva già presi. La scopai con tutte le mie energie, andavo su e giù nella sua fighetta sempre più bagnata e calda, vedevo correrle lungo le gambe le gocce dei suoi umori che uscivano dalla figa. Ogni tanto uscivo completamente per poi rimetterglielo tutto dentro di forza, facendola quasi sobbalzare, e le piaceva, si vedeva, dimenava il bacino per sentirlo sbattere contro tutte le pareti della sua figa. Lei con una mano ad un certo punto cominciò perfino a stuzzicarsi il clitoride, si spingeva verso dietro per prenderlo meglio, io con le mani le tenevo aperte le chiappe, la stringevo e spingevo su e giù. Continuammo così per un paio di minuti poi la presi di forza per i fianchi, la tirai a me e le diedi l’ultimo colpo e godemmo assieme. Restammo fermi così per qualche secondo, con il mio cazzo ancora dentro la sua figa, sembrava soddisfatta. Ci ricomponemmo sempre senza dire niente, prima che si abbottonasse la camicetta la fermai per dare un ultimo bacio a quelle tette fantastiche e poi uscimmo dall’aula come se non fosse successo niente. Non ci dicemmo neppure ciao, tornammo in aula studio e ricominciammo a studiare.

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