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Un’ospitalità surreale – 3

By 26 Dicembre 2023No Comments

Mario si alzò di ottimo umore quella mattina, decise di andare in cucina a fare colazione, e perché no? Pensò di farlo completamente nudo.

Non era un bello spettacolo: un uomo che si direbbe di mezz’età, con una pancia da birra molto evidente e una peluria fitta che ricopriva ogni cm del suo corpo. Il cazzo ciondolava libero e barzotto mentre si aggirava per le stanze di quella bella casa.

Quando entrò in cucina, padre e figlia erano già al tavolo della colazione, entrambi in pigiama intenti in una tipica conversazione mattutina. Non fecero alcun commento sulla mancanza totale di vestiti di Mario.

[G]: “Buongiorno! Dormito bene?”

[M]: “Oh si… anche se ‘dormito’ non è il termine giusto, vero Sara? hehehe”

Rivolse un ghigno a Sara ripensando a come qualche ora prima l’avesse sfondata insieme al suo letto. Lei gli sorrise ma sembrava un po’ stanca a causa della privazione del sonno e, pensò Mario, probabilmente anche alla scomodità del divano.

[M]: “Ah a proposito, il letto è completamente sfondato, bisognerà comprarne un altro… Non so se avete sentito ieri sera…”

[G]: “Oh caspiterina mi dispiace! Beh era difficile non sentire”

Giovanni sorrise come se non fosse accaduto nulla di lontano dall’ordinario ma Sara sembrava un po’ preoccupata.

[S]: “Pa’ ma dove andrò a dormire ora? Quel letto è inutilizzabile…”

[G]: “Un attimo tesoro ora papà risolve tutto. Fammi cercare se c’è qualche soluzione online, va bene?”

Giovanni iniziò a smanettare sul suo iPhone in cerca di materassi con una spedizione veloce, ne trovò alcuni ma non avevano l’aria di essere molto resistenti.

[G]: “Cosa te ne pare di questo?”

Chiese senza alzare lo sguardo dal suo smartphone

[S]: “Gok! Gluck! Gah! Gluck!”

[G]: “Come dici amore? Non capisco”

[S]: “Gah! Gluck! Coff! Gok!”

Alzando lo sguardo si rese conto che quei suoni erano prodotti dallo scontrarsi del cazzo del suo collega contro la gola di sua figlia che ora era completamente occupata e ora non lo era più ad una velocità ragguardevole. Mario, che non era riuscito a starsene buono, si era avvicinato alla sua sedia e stava godendo della sua gola tenendole stretta a sé piazzandole una mano dietro la nuca.

[M]: “Mhhh si! Così! Prendilo fino in gola dai mhhh!”

Giovanni continuò a studiare il sito di e-commerce aspettando che la bocca di Sara tornasse nuovamente disponibile per sentire la sua opinione, ma si accorse che era quasi ora di andare in ufficio e così finì in fretta il suo caffè e disse:

[G]: “Caspita è già così tardi! Scappo in ufficio o beccherò tutto il traffico mattutino… Mario tu non vieni? Prendiamo una sola auto se ti va”

Mario che nel frattempo aveva lasciato la nuca di Sara in favore delle sue treccine, che teneva strette a se come fossero briglie, continuo a dare colpi alla gola della ragazza e rispose:

[M]: “Ohhhhh..!! mmmhhh!!! Uhh io… non credo andrò in ufficio oggi… dì pure che ho preso un giorno di permesso, tu divertiti baderò io a tua moglie e naturalmente anche a tua figlia ahaha! Ohhh…! Si!”

Giovanni non rispose ma gli rivolse un sorriso felice del fatto che quell’ospite godesse così tanto della loro casa e della sua famiglia.

[G]: “Va bene allora ci vediamo più tardi! A dopo! E ciao tesoro!”

Sara provò a girarsi per salutarlo ma era tenuta ben salda ancorata al cazzo di quel rozzo ospite. Una volta uscito Giovanni, Mario rimase da solo in cucina con lei e si divertí molto a esplorare la sua gola tirandola a se per le treccine. Il naso all’insù di Sara spariva affondando nella pancia di Mario mentre i suoi occhioni azzurri erano rivolti diritti verso di lui, sostenendo il suo sguardo animalesco. Mario notó che, a parte qualche colpo di tosse, era priva di gag reflex e inoltre manteneva il contatto occhi come se fosse ben consapevole di cosa cerchi un ospite.

Dopo qualche minuto arrivò anche Claudia in cucina, con una splendida vestaglia da notte sembrava non indossare intimo ma di questo Mario non era sicuro.

[C]: “Buongiorno!”

[M]: “Buongiorno Claudia… scusami stavo approfondendo la conoscenza con tua figlia eheh”

[C]: ” Nessun problema fate pure, io mi preparo la colazione, tesoro per te la solita tazza di latte?”

Sara cercò di annuire senza riuscirci m,a nonostante la risposta non fosse ben chiara, sua madre le preparò comunque la colazione.

Mario allentò la presa e tirò fuori il cazzo sia per farle prendere fiato che per avere la possibilità di mostrarsi così eccitato avanti a Claudia, provava una forte eccitazione al pensiero di farsi vedere da lei col cazzo così duro al tavolo della colazione.

Nel mentre Claudia si preparò del pane tostato con un barattolo di marmellata e portò la tazza avanti a Sara che ora stava riprendendo fiato. Sembrò non fare per nulla caso a quell’erezione tanto ostentata e questo innervosì Mario che decise di prendersela con Sara, essendo già bella rodata, per cui si rivolse a lei con tono accigliato

[M]: “Beh?? Il mio cazzo non ti bastava come colazione? Che bisogno c’è del latte?”

[S]: “Ma certo io adoro il vostro cazzo! Per me è un’ottima colazione”

Stizzito da quella reazione così naturale decise comunque di perseguitarla e prese la sua tazza:

[M]: “Allora se ti piace il mio cazzo per colazione ti piaceranno anche le mie palle…”

Così dicendo le affondò nella tazza sotto lo sguardo sbigottito di entrambe, sembravano starci appena mentre sparivano nel latte tiepido. Lì scoprì una piacevole sensazione mentre le agitava leggermente per sciacquarsi le palle con quella che sarebbe stata la colazione di Sarà.

[M]: “Ecco… ora ciuccia il latte dalle mie palle”

Sara con estrema obbedienza si avvicinò e succhiò amorevolmente le sue palle intonse di latte, le ripulì tutte con estremo garbo e con precisione certosina mentre Mario sorrideva beffardo cercando lo sguardo di Claudia.

Con la lingua di Sara intenta a leccare le sue palle, Mario iniziò a segarsi furiosamente, adorava tutta quella sottomissione da parte della ragazza così gentile e insospettabile per chiunque altri.
Poi senza alcun preavviso schizzò lanciandolo un urlo scimmiesco. Lo schizzo fu potente, tanto da raggiungere il toast nel piatto di Claudia che si sbalordì di quanto accaduto, i restanti schizzi Mario li diresse verso la tazza di Sara per quanto possibile, per poi pulirsi passando il cazzo sulla faccia della stessa.

Anche Sara sembrava stupita da quanto fatto, e guardava Mario come fosse un’altra persona

[S]: “Devo berlo?”

Chiese indicando curiosa la tazza. Mario non si sarebbe spinto a tanto, ma guardando la reazione della ragazza decise di fare un tentativo

[M]: “Certo che devi berlo, non vorrai mica offendermi!?!

Sara un po’ allarmata all’idea di offendere un ospite rispose subito:

[S]: “Non lo farei mai!! Bevo subito…”

Sfoggiando uno dei suoi sorrisi più luminosi, si portò la tazza alle labbra e sorseggiò il contenuto. Sia Mario che Claudia la fissarono cercando d’intercettare qualunque reazione avesse avuto positiva o contraria.

Inaspettatamente il volto di Sara comunicò “non è affatto male!” e continuò a sorseggiare contenta la sua colazione

[S]: “È buonissimo! Mamma prova anche tu!”

Claudia un po’ titubante osservò il suo toast macchiato di sborra, era un’immagine che non aveva mai visto prima d’ora. Cercò di non pensarci molto, in fondo, era solo la sua colazione, l’unica cruciale differenza era che qualcosa era casualmente caduto nel suo piatto, anche se quel qualcosa era una sborrata del collega di suo marito.

Quella situazione tanto atipica la spinse a sperimentare una nuova esperienza, con il cuore che le batteva all’impazzata, si portò il toast alla bocca. Poco prima di addentarlo sentì l’odore forte dello sperma di un altro uomo e nel silenzio della cucina diede il primo morso.

La sua espressione cambiò da incuriosita a “non so se mi piace” a “lo adoro”, e così prese a gustarsi interamente il suo toast condito, quella volta non con la marmellata.

Anche Mario si unì finalmente al tavolo della colazione addentando qualche biscotto di Giovanni. Claudia si sentì colpevole ma irrimediabilmente eccitata, tant’è che non riuscì ad evitare di toccarsi sotto la vestaglia servendosi della copertura del tavolo. Si massaggiò la figa bagnata senza farsi notare per tutta la durata della colazione, che durò più del solito.

Continua!

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