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Racconti Erotici Etero

Usami !

By 8 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ascolto il suono prodotto da due corpi che s’incontrano, il primo passivamente disteso sul divano con le gambe spalancate poggiate a terra ed il secondo che si muove in mezzo a loro come se io non fossi la protagonista femminile di quest’amplesso.

Sento la carne dell’uomo scivolare dentro di me tra le pareti fradice del mio sesso e ne percepisco chiaramente la presenza nel ventre; ma non provo piacere. Non voglio godere, non ancora!

Apro gli occhi che ho tenuto serrati sino ad ora e studio, con animo distaccato, lui. Non è bello, ma neppure brutto. Non è prestante ma nemmeno flaccido, non è neppure superdotato ma il suo sesso non passa inosservato dentro di me. Mentre lo guardo cerco una definizione per l’uomo che mi sta scopando: anonimo!

I suoi occhi scorrono avanti e indietro il mio corpo, fissano a lungo il seno che sobbalza a tempo con i suoi colpi, poi scendono giù sino al bacino che si gonfia leggermente ogni volta che si spinge a fondo dentro di me, quindi tornano ad osservare il suo spettacolo preferito: il suo sesso che scivola tra le labbra della vagina per sparire nel mio ventre. Io non reagisco, non gemo, non sospiro, non mi muovo insieme a lui. Ho solamente aperto le gambe e lasciato fare.

Non penso a nulla, non sto aspettando di sentirlo rantolare di piacere nell’illusione che quest’amplesso termini al più presto. Non ho alcuna reazione, mi limito a fissarlo mentre conto i suoi affondi dentro di me.

Lui solleva lo sguardo sino al mio viso, finalmente si rende conto che non sono solo un paio di tette ed un ventre dove scaricare la sua voglia, incontra i miei occhi e sorride per nulla consapevole dei miei pensieri che dovrebbero essere chiaramente evinti dalla mia espressione. Sussurra qualcosa, immagino sia un complimento che non recepisco, che non memorizzo.

Mi accorgo che rallenta il ritmo, sento le mani scorrere sulla mia pelle per poi fermarsi a coppa sul seno. Mi penetra ancora due o tre volte molto lentamente quindi mi prende per i fianchi mentre esce da me e mi trascina in avanti. Dolcemente mi guida a voltarmi, ad inginocchiarmi a terra con il viso volto verso il divano, quindi si sistema dietro di me e mi prende ancora in questa posizione.

Ora percepisco il suo membro più intensamente, poggio il viso sul divano e inarco la schiena sollevando il sedere. Lui mi stringe forte i fianchi trattenendomi mentre spinge sempre più forte e aumenta il ritmo. Mi sta sbattendo con una foga ed un vigore di cui non lo ritenevo capace, tutto sommato mi piace e non riesco a trattenere una certa forma di piacere, quindi inizio a bagnarmi sempre di più e a dilatarmi internamente. Mi accorgo d’essere eccitata quando inizio a non percepire più chiaramente il suo membro che scivola all’interno della vulva, anche lui deve provare la stessa sensazione. A causa di un affondo più intenso del solito scivolo in avanti ed il membro esce da me, attendo immobile che lui lo rimetta dentro ma sento, invece, la sua mano scivolare tra le labbra fradice della vulva, raccogliere i miei umori e spalmarli delicatamente sull’altro mio intimo accesso.

‘Vuoi anche questo?’ penso mentre mi volto verso di lui e vedo che sta indossando un profilattico.

La risposta non tarda a venire, sento le sue mani divaricarmi le natiche, quindi un dito che viola lentamente lo sfintere, gioca dentro le mie viscere per lasciare posto a qualcosa di più grosso e caldo. Mi sistemo meglio, gli offro ciò che vuole e mi dispongo a prenderlo anche lì. Lui punta il pene e lo guida lentamente nelle mie viscere. Un leggero dolore accompagna questa nuova penetrazione, ma lo accetto, mentre mi sento riempire sempre di più. Lui è abile, spinge dolcemente lasciandomi il tempo di adattarmi, quando finalmente è tutto in me attente qualche istante prima di riprendere a muoversi, poi mi scopa ancora’ più lentamente adesso.

Non godo, ma quel pezzo di carne che divarica lo sfintere sfiora dentro al mio corpo alcuni punti per me micidiali. Mi piace e non riesco ad evitare di rispondere alle sue mosse.

Mentre si muove commenta questa nuova situazione, rantola qualcosa del genere: ‘dovevo sfondarti il culo per farti godere’ oppure ‘si sente che adesso ti piace’. Il tutto condito da epiteti a volte galanti sulla forma della mia schiena o del mio sedere, altre rudi e poco eruditi sulla mia presunta vocazione al sesso anale. Io riesco solamente a rispondere:

– Usami !

Questi erano i patti.

Mentre mi penetra le viscere mi stuzzica anche il clitoride con la mano, ogni tanto lascia scivolare un dito dentro di me e non riesco più a trattenere il mio piacere. Non voglio dimostrargli che sto godendo, che in fondo mi piace quello che mi fa. Non era negli accordi iniziali che dovessi anche rendermi partecipe più di tanto. Ma è davvero bravo nel scivolarmi dentro senza farsi sentire, senza dolore, sino a quando completamente in me stimola il mio corpo costringendomi a godere.

Percepisco chiaramente i suoi sforzi per non venire, lo sento rallentare e spingere sempre meno. Non voglio dargli la soddisfazione di sentire il mio piacere, quindi mi muovo in modo da amplificare i suoi stimoli, il suo piacere. Neppure questa era la mia intenzione, ma preferisco contribuire al suo piacere piuttosto che dargli il mio.

‘Continua ad usarmi’ godi’ vieni!’ penso mentre spingo le terga verso di lui.

Quando penso che sia al limite lo sento uscire da me mentre le mani allentano la presa sui fianchi, mi volto e lo trovo accucciato sui talloni ansimante intento a sfilarsi il profilattico. Non ho tempo di immaginare cosa vuole ora da me che si solleva per sedersi sul divano, non parla, ma brandisce il membro gonfio mentre mi scruta senza pudore.

Ho capito, mi vuole sopra, vuole godere comodo e’

Mi appresto a salire su di lui, poggio un ginocchio sul divano e sto per sollevare l’altro quando lui mi poggia le mani sulle cosce e mi fa voltare.

‘Ti piace proprio la mia schiena’ o non vuoi vedere i miei occhi mentre mi riempi?’ mi domando.

In ogni caso divarico le gambe ed arretro sino a porre il pube sopra il suo sesso, quindi scendo lentamente. Lo riprendo dentro, nel ventre.

Ho voglia di sentirlo e, senza rendermene conto, inizio a muovermi dando il meglio di me.

Afferro i testicoli mentre mi muovo salendo e scendendo, ruoto il bacino inventandomi una danza erotica estremamente efficace per tutti e due. Troppo efficace!

Mentre lo sento scorrere dentro di me ripenso alla mia proposta per questo gioco: l’ho pregato di usarmi per il suo piacere, di prendermi e di cercare solo il suo godimento. L’ho sfidato insistendo su questo, gli ho detto: ‘Usami’ se ne sei capace’.

Sono concentrata sui miei movimenti, ho il pieno controllo dei muscoli che mi sollevano e mi fanno calare su di lui, il mio sesso si apre per accoglierlo, per bagnarlo e stimolarlo dolcemente. Lo sento fremere, ansimare, respirare in modo irregolare. I testicoli che tengo tra le mani sono gonfi, caldi e pronti a svuotarsi dentro di me, questo pensiero mi distrae, mi eccita; allora li lascio e faccio scorrere due dita sull’asta del pene quando è fuori di me. Questo è un errore poiché lo sento durissimo e bagnato dai miei umori. Tendo le gambe e resto sollevata da lui, tengo dentro solo il glande mentre scorro con un dito il rigonfiamento lungo il pene che presto sentirò pulsare.

‘Avanti’ svuotati’ penso.

Presto sentirò il caldo e denso liquido invadermi e spandersi dentro di me!

è troppo!

Scendo lentamente per riprenderlo e perdo il controllo.

Una fitta di piacere parte dal pube per prendere possesso del ventre, quindi si lancia verso il cervello e godo.

Celo il mio orgasmo controllando il respiro, evito ogni gemito o suono mentre continuo a muovermi su di lui, ma ho perso il ritmo di prima. Ho un lungo orgasmo, non molto intenso ma lungo; ringrazio il fatto che non può vedere la mia espressione, così posso nasconderglielo. Evidentemente ho perso il sincronismo, non riesco più a combinare le salite e discese con quel movimento di anche che so essere tanto piacevole per un uomo. Forse è questo o probabilmente lui vuole davvero dimostrarmi che sa usarmi quando mi spinge via e mi costringe a tornare carponi.

Sono ancora preda dei postumi del recente piacere orgasmico quando lui mi ritorna dentro da dietro, sono nella posizione di prima con il viso premuto sul divano, in ginocchio e le gambe divaricate. Lui è dietro di me e mi prende con violenza ora, vuole godermi sino in fondo. Lo sento entrare e spingere come se volesse farmelo uscire dalla gola, sento la pressione del suo bacino sulle natiche quando è completamente in me e devo serrare con forza i denti per non gemere di piacere. Mi accorgo che mi sto mordendo un labbro e rilascio subito la presa, mi sfugge un gemito che lui sicuramente ha inteso come di dolore per la possente spinta che lo ha portato nuovamente nel profondo del mio corpo.

Poi si ferma, esce da me e rientra lentamente. Una, due’ tre volte poi spinge forte e rantola.

Sento che s’irrigidisce ed immediatamente percepisco le pulsioni del suo membro. Ho la sensazione di sentire qualcosa di tiepido e viscido allagarmi dentro, ma è solo una sensazione’ forse.

Gode dentro di me, si muove ancora ma sempre più lento sin che non crolla sulla mia schiena. Rimane così un istante poi esce da me e si allontana.

Sono distrutta, stanca, ho i muscoli della gambe dolenti.

Rimango in quella posizione anche se sento qualcosa di umido colare nell’interno delle cosce, non so cosa mi stia accadendo, mi sento languida ed ancora eccitata per come lui ha creduto di usarmi. Voglio sentire sulle mani la prova del suo piacere e dolcemente ne lascio scivolare una verso la vulva’ è fradicia, calda’ dilatata. Appena sfioro con un dito il buchino sento una fitta, non la comprendo e riprovo a sfiorarmi. Un altro orgasmo si sta preparando, ora lo riconosco’ torno a sfiorarmi il sesso, passo dal buchino al clitoride e’ vengo ancora una volta.

Questo orgasmo è incompleto, mi manca qualcosa dentro di me ma è lo stesso incredibilmente piacevole, mi lascio godere in quella posizione mentre continuo a stimolarmi sin che non resisto più e mi lascio cadere sul tappeto per riprendere fiato.

‘Chi ha usato chi?’ mi domando mentre mi incammino a fatica verso il bagno per una doccia.

Lui non c’è più, è già uscito seguendo fedelmente le mie richieste di prima. è stato bravo anche se in questo momento non ricordo com’è iniziata questa storia, come l’ho conosciuto e com’è nata l’idea di chiedergli di ‘usarmi’ per provare un amplesso diverso dal solito per me.

Mi è piaciuto, non come speravo ma ho goduto, ho provato piacere’ ma mi manca qualcosa. Più ci penso, più cerco di scoprire cosa non va mi sento confusa, sono ancora troppo presa dalle sensazioni fisiche, dal languore e dai doloretti sparsi. Solo quando l’acqua inizia a scorrere sulla pelle portandosi via l’odore del sesso comprendo: mi manca la complicità. Per quanto lui sia stato complice nel soddisfare la mia richiesta alla fine mi ha realmente ‘usato’ per godere. E a me questo non va’

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