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Racconti Erotici Etero

V PER VENDETTA

By 25 Ottobre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

V per vendetta’

Non lo posso negare.
Nulla &egrave più bello che la vendetta, in alcuni casi.
Ogni uomo (e probabilmente anche qualche donna) dopo aver letto questo racconto, sara’ completamente d’accordo con me’ovviamente la storia &egrave assolutamente vera, ma i nomi ho dovuto cambiarli.

Come già alcuni sapranno, mi chiamo Marco e sono il rampollo di un’azienda che fattura diversi soldini ogni anno.Non mi vergogno a dirlo, ma cerco di godermela il più possibile’

Sara era sempre stata il sogno erotico di tutti i ragazzi della nostra compagnia’o per meglio dire, era la ragazza del mio caro amico Giorgio, che per anni era stato vessato, tradito e trattato come una pezza da piedi da questa giga-stronza’Forse perché lui era davvero innamorato e troppo buono, e lei di questo approfittava, anche per tenere in scacco tutti i ragazzi della compagnia, comportandosi a volte da superiore con la puzza sotto il naso, tirandosela a dismisura e a volte deliberatamente provocando a turno i maschietti con mise ed atteggiamenti da vera puttanella’.
Dal canto suo, Sara, era davvero una femmina fuori dal comune: non era molto alta, raggiungeva a stento il metro e 65, però era femminilità pura’
Aveva i capelli castano scuro lisci, una carnagione perennemente curata ed abbronzata, un viso con tratti vagamente orientali, tipo la protagonista del film ‘L’Amante’, una bocca carnosa e davvero provocante; era sempre leggermente profumata di vaniglia, il che, devo dire, in fase di saluto rendeva duro il randello nei pantaloni di ogni essere dotato di testosterone’
Fisicamente, quando la conobbi, era quasi piatta e magra, ma essendo figlia del proprietario di una buona azienda e quindi non mancandole i mezzi, pensò bene di farsi applicare dal chirurgo plastico una terza abbondante; le gambe erano ben tenute e sexy e il suo culo era stato probabilmente disegnato da Giotto in persona, dato che era una delle meraviglie del mondo’
Amava vestirsi sempre con minigonne vertiginose (credo che parte della gastrite del mio amico Giorgio fosse dovuta anche a questo) vestiti di marca, scarpe da jet-set, ovvero sandali alla schiava dorati o bianchi con super tacchi a spillo in estate e scarpe decollt&egrave con tacco vertiginoso in inverno’
Era sempre stata abituata a girare con una BMW regalatagli dal padre o con qualche PORSCHE sulla quale accettava il passaggio di qualche ‘amico’ come lo definiva lei, per la somma gioia di Giorgio, che non se la passava male, ma doveva a volte fare i salti mortali per starle dietro con i ritmi economici’.insomma la signorina faceva davvero la bella vita’.alla faccia di tutti’
Poi lei e Giorgio si lasciarono, perché lui non ne poteva più e perché aveva conosciuto un’altra ragazza che al contrario di Sara era davvero un angelo. La vita del mio amico cambiò in meglio in maniera istantanea’.
Sara però continuava a fare la stronza, presentandosi in serate dove il suo ex e la nuova tipa erano presenti e, ovviamente, alle quali c’eravamo anche io ed altri amici’ma non venendo cagata da nessuno, cercava di mettersi in mostra a più non posso’.vi lascio immaginare come. Voleva attenzione, soprattutto da Giorgio’ma non se l’era meritata. E aveva perso il treno.

Una sera, a tavola, si mise vicino a me e avendo visto che mi stavano portando un dessert ‘Banana Split’, me ne chiese un pezzo’io le porsi la forchetta con infilzata la punta della banana carica di panna e lei, guardandomi con sguardo da vera zoccola, si scostò leggermente i capelli e iniziò a roteare la lingua intorno alla banana ingoiandola poi in un sol colpo! Non nego che in quel momento ebbi un’erezione’.che spettacolo ragazzi! Come se non bastasse, la stronza si passò anche la lingua sulle labbra, portando via i residui di panna che erano rimasti sulla bocca’

Io allora mi permisi di dire una frase, che diede svolta, poi,a tutta la storia:
:’Beata quella banana!!!’
Lei dapprima mi guardò maliziosa, poi si irrigidì di colpo e cominciò a dirmi
:’Come ti permetti, stronzo! Cosa pensi’che sia’ una delle tue troie?! Vaffanculo’.Bell’amico di Giorgio che sei!! Ora vado subito a dirglielo!!!’

Giorgio, pur essendo ormai svincolato da lei, non aveva smesso di volerle bene’.

Per poco non venne fuori un putiferio’.
Io e Giorgio ci dovemmo spiegare, io feci davanti a tutti una gran figura di merda e la stronza venne sì bandita dalla compagnia, ma la mia immagine ne ebbe un crollo che solo dopo molti mesi riuscii a recuperare’.
Giorgio non ne volle sentire più parlare’
Tutta la faccenda mi aveva tremendamente urtato.

Prima o poi quella stronzetta avrebbe subito la mia vendetta’ma non sapevo ancora come.

Ora accadde che un venerdì, ero in ufficio da solo, la mia segretaria stava per finire il turno, e ricevetti una telefonata’
Era la segretaria della GF Agency che chiedeva di poter avere un colloquio con me per discutere di alcuni contratti per delle fiere future’Dissero che nel pomeriggio sarebbe passata addirittura la figlia del proprietario a parlare con me, in modo che la cosa potesse essere risolta quanto prima. Dissi che non c’erano problemi e che l’avrei ricevuta assolutamente’

A pranzo feci una telefonata al mio amico Max:’Ciao Marco’hai sentito della tua vecchia amica?!’
‘Quale vecchia amica?’ dissi io’
‘Quella che per poco non ti faceva fare a botte con Giorgio’.’ Rispose Max
‘Ma chi? Quella stronzetta di Sara?’
‘Già esatto’ho saputo che &egrave un periodo che non si fa più vedere in giro perché &egrave incazzata col mondo’l’azienda del padre sta andando davvero a rotoli e deve concludere assolutamente entro lunedì una serie di contratti, altrimenti sarà la bancarotta e addio dolce vita!’
‘Ostrega che storiaccia’ma come si chiama la compagnia del padre?’ chiesi io’
‘Mi pare’sì’GF Agency’.credo’sì, sì’sono sicuro &egrave quella!..Perché?’
‘No’semplice curiosità’.Scusami’ora devo scappare’ti saluto,bello’

Non ci potevo credere. Nel pomeriggio l’avrei avuta davanti a me’.la stronza.
La bellissima, sensuale, arrapante stronza’
E per di più in condizione di netta inferiorità’aveva bisogno di me.
Altrimenti’addio bella vita, e lei non avrebbe mai potuto rinunciarvi’

Avrei finalmente avuto la mia vendetta anzi Vendetta’con la V maiuscola.

Cominciai a stendere e a mettere in atto il piano’.

Lei si presentò puntualissima, alle 15.00 dello stesso venerdì’La osservai scendere dalla sua BMW’
Sempre bellissima’lei e la macchina. Lei era come al solito, con i capelli lisci ed elegante’con un tailleurino color panna, di seta, gonna, camicetta e giacca leggera (era estate), ai piedi un paio si scarpe coordinate dello stesso colore.Punta chiusa,tacco alto’
Bella falcata’.arrivò al citofono..
:’Buongiorno’sono Sara della GF Agency, ho un appuntamento”
Camuffai la voce al citofono, rispondendo:’Salga pure, primo piano’in cima alla scala vada nell’ufficio in fondo al corridoio”. La segretaria nel pomeriggio di venerdì non occorreva’

Mi misi di spalle alla porta seduto sulla poltrona, dietro alla mia scrivania presidenziale, nel mio ufficio’Per inciso un gran bell’ufficio, con un paio di poltrone molto ampie e comode, oltre la mia, un bel divano di pelle a tre posti molto lungo ed elegante opposto alla mia poltrona, un’ampia finestra che dà sulla strada e una parete interamente coperta di specchi, un mio piccolo vezzo che dà anche più ampiezza all’ambiente stesso’.se mai ne avesse bisogno.
Sentii i suoi passi lungo il corridoio’lenti ma decisi’.
Bussò alla porta entrando’:’Permesso”
‘Avanti avanti’prego’si accomodi!’ dissi mentre mi giravo seduto alla mia poltrona’.e i nostri sguardi si incontrarono’

Impossibile descrivere la sua faccia’

‘E tu che cazzo ci fai qui!?’ mi disse stupita e perplessa’
‘Sai’la compagnia &egrave mia e della mia famiglia’.ma prego accomodati’ e la invitai a sedersi in una delle due poltrone di fronte a me’
‘Come va?’ facevo il finto accogliente’il che mi rendeva ancora più viscido ai suoi occhi’ma volevo che fosse così’
‘Ma nessuno mi aveva detto che ci saresti stato tu’altrimenti”
‘Altrimenti non saresti venuta?’e la tua compagnia?’
‘Beh’non mi interessa’con gli stronzi non ci parlo’addio, pirla!’ e si girò per andarsene’
Allora le urlai”E la tua bella vita?! Guarda che conosco la tua situazione.Siete al verde. E’ ormai venerdì pomeriggio, le banche sono chiuse, lunedì dovete dare garanzie che solo un contratto con la mia compagnia può garantirvi, e poi chissà come la prenderebbe tuo padre se sapesse che hai mandato tutto all’aria per colpa di in tuo ex che lui odiava ferocemente’..!’

Si bloccò sulla porta di scatto con lo sguardo verso terra’.il che mi diede la possibilità, dato che era girata di spalle, di osservare il suo strepitoso culetto fasciato nella gonna di seta’
Così sempre restando seduto, in maniera accondiscendente, le dissi:’Non fare la stupida’gli affari sono affari’e io con gli affari non scherzo!’.
Così prese coraggio e orgoglio e venne a sedersi di fronte a me ed alla scrivania presidenziale’
‘Allora’illustrami la situazione” le dissi.

Cominciò a spiegarmi tutto quanto e ad illustrarmi i contratti, che erano davvero interessanti per entrambe le compagnie, ma mentre lei parlava io continuavo a pianificare come fargliela pagare’

Alla fine le dissi:’Ho capito’per me va bene. Domani si può firmare’.
Lei mi guardò sorpresa e scossa e disse:’Perché domani?’
Allora io cominciai”Perché, mia cara ho alcune condizioni da porre’.diciamo così che abbisognano del tuo impegno’ecco’
‘E di che condizioni si tratterebbe?’ chiese lei sempre più sospettosa’
‘Una specie di garanzia personale per me’di giusta e proporzionata soddisfazione”
Mi guardò come colei che stava cominciando a capire’si passò una mano sui capelli, in evidente stato di imbarazzo e disagio’
‘Cos’hai in mente?’ mi chiese titubante’
‘Beh ecco” le dissi :’Ti dovrai dimostrare estremamente disponibile con me’in ogni senso’e non fare finta di non capire. Domani pomeriggio presentati qui alla stessa ora.’

Panico nei suoi occhi’
‘Ma che cazzo ti &egrave venuto in testa? Cosa vorresti’scoparmi?!’ mi ruggì contro’
‘Prima di tutto non permetterti più di rivolgerti a me in questo modo” le risposi secco:’E poi per rispondere alla tua domanda non intendo scoparti.Intendo fare molto di più.Per tutto il pomeriggio di domani sarai la mia schiava.Tutto rimarrà circoscritto in questo ufficio, soltanto tra me e te’ora ti dirò come dovrai venire vestita e il resto ti verrà svelato al momento opportuno’Ogni minimo rifiuto da questo momento, fino alla fine della faccenda, sarà la causa della rottura dei contratti e quindi la fine dei lavori e della azienda tua e di tuo padre e della tua bella vita’.chiaro?’

Divenne rossa in viso e scoppiando a piangere mi urlò contro:’Sei un bastardo! Un pezzo di merda! Lo sapevo che eri solo un porco! Stronzo!”.e si prese la faccia tra le mani’
Attesi qualche istante che riprendesse fiato’mi accesi una sigaretta e la osservai con un sorriso beffardo’stavo cominciando a gustare la mia Vendetta’
Poi con calma le dissi:’Cosa mi rispondi’allora?’
Lei tirò su il viso’.si asciugò le lacrime’e ripreso lo sguardo fiero mi fissò e disse:’Cosa devo fare?”
‘Allora’ le dissi:’ Per cominciare da ora in poi dovrai rivolgerti a me chiamandomi Padrone’hai capito?’
‘Sì” mi rispose quasi schifata
‘Sì ‘chi?!”le intimai’
‘Sì’Padrone” ringhiò’stava violentando sé stessa, ed era quello che volevo’
‘Poi passerei all’abbigliamento’.dunque, dato che &egrave estate direi che potresti indossare i sandali alla schiava,data la situazione, quelli dorati che ti piacevano tanto’.ovviamente con tacco alto”
‘Ovviamente” sorrise acida’
‘Metti anche una delle tue vertiginose minigonne di microfibra, magari una nera, ma che sia molto corta e molto lucida” le suggerii’
‘Voglio inoltre che indossi il top nero di raso molto sexy, quello che copre i seni e si allaccia dietro il collo, lasciando scoperta la schiena’.’ aggiunsi’
‘Ma &egrave come ero vestita la sera che abbiamo litigato di brutto!’ tuonò’
‘Esatto” dissi io’ ‘inoltre voglio che ti metta un rossetto glossy color ciliegia,così le tue belle labbrucce saranno ben evidenti’.un ombretto verde chiaro, in modo da far risaltare i tuoi occhi e le unghie ben curate e dello stesso colore del rossetto”
‘Sì’ Padrone” disse quasi sussurrando, rimanendo allibita dalla mia dovizia di particolari’
‘E per quanto riguarda l’intimo?!’ disse con uno sguardo che era misto tra l’orgoglioso e l’irriverente’quasi a sfottermi’
Mi alzai e dirigendomi deciso verso di lei le mollai un ceffone’.
Miagolò per qualche secondo guardandomi impaurita”Ma perché??’ disse’
‘Non devi mai sfottermi’mai’..hai capito?’
‘Sì”
‘Si cosa!!!’ urlai facendo il gesto di dargliene un altro’
‘Sì Padrone! Scusami’farò ciò che vorrai!’ disse languidamente’
‘Molto bene’.dato che mi hai chiesto dell’intimo’ecco la mia volontà: domani niente intimo.Sotto i vestiti, se così li vogliamo chiamare, dovrai essere nuda”le dissi calmo, spegnendo la sigaretta”A proposito’alzati in piedi”
Lei si alzò, con fare ormai rassegnato’
‘Solleva la gonna e abbassa le mutandine’.devo controllare una cosa’.’ le intimai’

Prese il lembo inferiore frontale della gonna del vestito e lo sollevò fino a bloccarlo sui fianchi, mettendo in mostra le sue belle gambe abbronzate, poi con gesto lento e guardandomi negli occhi si abbassò il perizoma bianco, scoprendo la sua deliziosa fichetta, che era stata il desiderio proibito di tanti maschietti’.ma anche realizzato da alcuni altri’
Era molto curata, con una leggera striscia di pelo nero più o meno larga un paio di centimetri’
‘Non va bene così’ le dissi ‘Voglio che tu ti rada completamente’per domani pomeriggio esigo una figa rasata e morbida, senza imperfezioni’.&egrave chiaro?!’
‘Va bene’sarà fatto, Padrone” mi disse sottomessa’

Era ormai mia.
La congedai, rinnovandole l’appuntamento per il giorno dopo. Disse che non mi avrebbe deluso.
La sera stessa finii di mettere a punto il mio piano’
Per essere perfetto mangiai un buona quantità di ananas, yogurt bianco e uova’.ogni maschietto sa che queste cose aumentano la produzione di sperma’.
Il giorno dopo, finito di pranzare, andai in ufficio, anche se non era un giorno lavorativo, dato che avevo, effettivamente, un ‘lavoro’ da sbrigare.
Mi vestii abbastanza elegante’dopotutto anche lei aveva, forse, diritto ad una giusta esecuzione’
Mi osservai alla parete di specchi dell’ufficio e mi resi conto di essere in gran forma’meno male.

Alle 15.00 in punto il citofono squillò”Sona Sara, Padrone’sono qui’.Disse la voce attraverso l’apparecchio’
La vidi entrare dalla porta, esattamente come le avevo detto di agghindarsi’aveva solo aggiunto al collo un collarino di strass’che le dava un’aria ancora più arrapante e sofisticata’
‘Vieni avanti e fermati in piedi davanti agli specchi” le ordinai’
Lei eseguì’.era stronza, ma cazzo quanto era bella e affascinante’il sangue mi andò subito all’inguine nell’osservarla così agghindata’
Mi alzai dalla mia poltrona e le andai dietro’incrociammo i nostri sguardi allo specchio’
‘Sei la mia schiava,vero?!’ le sussurrai all’orecchio, avvertendo il suo inconfondibile profumo di vaniglia’.l’uccello mi diventò barzotto’
‘Sì’oggi sono la tua schiava, Padrone’cosa vuoi che faccia?”e lo disse con sottomissione, ma anche con fierezza’non mi avrebbe dato la soddisfazione di farsi vedere piangere di nuovo’
‘Girati e baciami’ma non con le labbra’solo con la lingua” le dissi
Si girò e ci scambiammo un bacio stile frullatore, senza toccarci con le labbra, dato che volevo che mantenesse il rossetto’.fu molto passionale ed eccitante’ora il mio cazzo era davvero al top’
Le passai le mani dietro il collo e le sganciai il top’quasi strappandolo’
Lei rimase un attimo interdetta, facendo il gesto di coprirsi i seni, ma io le guardai severo e lei mi mise le mani sulle spalle’.
Aveva delle bellissime tette’gliele agguantai con forza’il chirurgo aveva fatto un lavoro egregio’
La guardai negli occhi, poi cominciai a leccarle e mordicchiarle i capezzoli’
‘Ahhhh’come mi piace” comiciò ad ansimare’sapevo che era molto sensibile’e anche passionale..
Le diedi una lunga leccata e ciucciata’alla fine i capezzoli erano rigidissimi’ed il suo cuore batteva più forte’potevo sentirlo sotto le mie labbra’
Mi rimisi eretto e indietreggiato di un passo le dissi senza remore:’Adesso in ginocchio, puttanella’e spogliami completamente!’
Mi guardò con fare attonito’poi mi tolse la camicia, lasciandomi a torso nudo’
Dopodiché si inginocchiò’in modo che io potessi vederla di profilo allo specchio, e cominciò, da brava schiava, a togliermi le scarpe, i calzini’.
Quindi passò a slacciarmi i pantaloni, mentre mi guardava negli occhi”Brava la mia puttanella schiava” le dissi, mentre le accarezzavo i capelli’
Mi abbassò e mi fece togliere i pantaloni’poi passò ai boxer’stessa trafila’
Ora ero nudo e con il cazzo bello duro davanti a lei’che era in ginocchio’
Per qualche secondo rimase a guardare il mio randello (che devo ammettere &egrave di tutto rispetto, più di 20 cm’) e questo mi diede molta soddisfazione’
‘Ora, cara la mia porcellina, dovrai prenderlo bene in bocca’.mi raccomando’mettici tutto il tuo impegno e la tua arte’so che sei una brava pompinara’.lo so per certo. Avanti, succhiami il cazzo!’.Le mie parole non ammettevano replica’

Così, la stronzetta, prese il mio uccello in mano e cominciò a menarlo lentamente’guardandomi negli occhi con sguardo di sfida’Poi stanco di aspettare, le misi una mano dietro la nuca a spinsi la mia fava durissima fino in fondo alla gola di Sara, che ebbe un principio di conato’
Questo le fece capire che doveva adoperarsi con devozione’altrimenti si sarebbe strozzata’
E così fu’leccava e rileccava, dalla radice dei miei coglioni pieni e grossi, fino alla cappella che deliziava con innumerevoli arabeschi senza fermarsi’poi pompava e ripompava, ma non lo prendeva tutto in bocca’forse perché era troppo per lei’allora io non lesinavo di ‘aiutarla’ spingendo con tutte e due le mani dietro la nuca e bloccandola sulla mia radice, con il suo nasino immerso nei miei peli pubici’poi quando sentivo che non ce la faceva più allentavo la presa’.
Mi divertiva, inoltre, prendermi in mano la verga dura e sbatacchiargliela sulla lingua e sulle labbra’tutto questo la rendeva ancora più troia’
Dopotutto era una Vendetta!

Era stupendo osservare lei, da sopra, che mi sbocchinava e vedere la stessa scena di lato, riflessa allo specchio’Che puttana da concorso!
‘Mentre mi succhi mi devi guardare’hai capito schiava?!’ le dissi ad un certo punto’
Lei grugnì (avendo la bocca piena del mio uccello) un qualcosa che assomigliava ad un sì’
‘Aahh! Che bella pompinara che sei’che lingua’sembri una lucertola’quanto sei troia!’ le dicevo ormai in preda ad un godimento totale’
Mi feci sbocchinare per un quarto d’ora buono’
Poi la feci alzare e le dissi di sedersi sulla mia poltrona’
‘Togliti la gonna prima’devo controllare se hai fatto ciò che ti avevo detto!’ le intimai’
Lei si abbassò la minigonna, che sembrava più una cintura di stoffa larga che altro e la calciò via, rimanendo solo con il collarino di strass e i sandali coi lacci e col tacco alto’
‘Brava la mia troietta’hai fatto proprio come ti avevo ordinato’sei bella rasata e morbida’e devo dire che sei anche bagnata’ti &egrave piaciuto ciucciare il mio cazzo eh?! Dì la verità” le dissi guardandola negli occhi’
‘Sì’&egrave vero, Padrone’mi &egrave piaciuto molto succhiarti l’uccello”
La spinsi indietro e la feci mettere seduta sulla mia poltrona a gambe spalancate, appoggiate sui braccioli, praticamente in posizione ginecologica’
Cominciai a leccarla dalle caviglie’e andai sempre più su’fino alle cosce..poi iniziai a massaggiale lentamente il clitoride, dato che la sua meravigliosa fica si apriva dinanzi a me come un frutto maturo’profumato ed accogliente, liscio e caldo’
La penetrati di colpo con due dita, strappandole un gridolino di dolore e sorpresa’.poi ne aggiunsi un terzo’gli occhi le si rivoltarono indietro dal godimento’

Poi fu il momento della mia lingua.

Cominciai a lapparla con larghe leccate e sempre più velocemente cominciai a saettare all’interno delle sue piccole labbra, mentre con le mani le tenevo bel aperte le ginocchia’Quindi passai i miei palmi sotto le sue chiappe, in modo da spingere bene verso la mia bocca la sua fica ormai rorida di umori e godimento’
‘AHH! AHHHH! Padrone’come lecchi bene’non avrei mai pensato’ahhh! Come godo!’
Il mio pisello, sentendola ansimare e godere, era ormai diventato di marmo’
Dopo circa dieci minuti di questo trattamento la puttanella esplose in un orgasmo liberatorio e ululante’stringendomi i capelli con le mani e graffiandomi con le unghie’o quasi.
‘Alzati, porca” la dissi’ora voglio fotterti da puttana quale sei” le dissi secco’
Mi sedetti sulla poltrona, dopo averla posizionata davanti allo specchio, e feci impalare Sara, faccia verso lo specchio e schiena verso di me, sul mio cazzone eccitatissimo.
Data la liquidità della quale erano cariche le sue grandi e piccole labbra, non ebbe alcuna difficoltà ad affondare fino alla radice del mio bastone’
‘Guardati allo specchio’puttanella, ora ti scoperò tanto’ma tanto che la tua bella fichetta sembrerà fosforescente alla fine!!!’ le dissi indicandole lo specchio nel quale ci riflettevamo, lei con la fica aperta e io con il mio uccello che la impalavo da dietro, mentre le palpavo le tette o alternativamente le massaggiavo e tormentavo il clitoride’
‘AHH! SSII! Padrone, scopami! Scopami!’ cominciò a gridare, assediata dal mio maglio perforante che non le dava tregua’sembrava il pistone del motore di una Ferrari su un rettilineo’
Andammo avanti così per una buona mezzora’
Poi la presi e la feci distendere sul divano e la scopai alla missionaria, lei sotto e io sopra’si muoveva come un’anguilla’che troia da scopaggio!

Infine venne il momento da me più atteso’

Mi fermai, uscii da lei..ed alzatomi in piedi le dissi:’Ora cara la mia schiava puttana, arriva il momento che aspettavo da tanto tempo”
Lei mi guardò sbalordita e un po’ impaurita’
La sollevai’la feci mettere appoggiata alla poltrona con le ginocchia, il petto appoggiato allo schienale e il suo culo sporgente verso l’esterno. Il suo viso sbucava da dietro lo schienale e veniva riflesso nello specchio, come pure i suoi seni’
Mi posizionai dietro di lei, che aveva cominciato a capire (infatti la sentii ansimare dalla paura’) e le dissi fissandola negli occhi, mentre ci riflettevamo allo specchio:’Ecco la mia vera Vendetta,brutta stronza che non sei altro’hai cercato di mettermelo nel culo, tempo fa con i miei amici’ora sarò io a incularti ben bene” e così dicendo le appoggiai la punta della cappella sull’ingresso del suo fantastico culetto’
‘NOOO!!! NOOO! Non voglio’brutto bastardo! Questo no! Nessuno mi ha mai sodomizzata’!! Vaffanculo!’
La brancai per i capelli, dalla radice e le strappai un urlo di dolore, la immobilizzai con questa mossa’e le dissi avvicinandomi al suo bel faccino solcato ora dal terrore’:’Guarda verso lo specchio’stronza’guarda bene’ ottenuta la sua attenzione, continuai:’Per stavolta ti perdono, e non strappo i contratti’dato che non sei mai stata sodomizzata, lo considero un bonus in più. Sarà ancora più dolce la Vendetta’ora lasciati inculare per bene, altrimenti hai chiuso’hai capito?!’
‘Si’ho capito!’ piagnucolò’
‘Sì ‘cosa?” le sussurrai appoggiandole la cappella proprio sullo sfintere’
‘S-Sì’.Padrone-eee AAAAAAAAAHHHHH! AAHIAAA!!’ urlò nel momento in cui, senza lubrificazione alcuna le entrai, spingendo, nel culo fino alla radice del mio uccello, che per lo sforzo era diventato come incandescente’.
‘AaHHHH’..’ sospirai io, soffermandomi per qualche secondo nello strettissimo budello:’ che goduria’non c’&egrave prezzo pur di inculare una puttana come te!’ le dissi, sorridendo, nell’orecchio..
‘Mi fai male’troppo male!’ piagnucolò lei’e questo rese la mia erezione ancora più potente’
‘Ti deve fare male, vacca!’ le grugnii, cominciando a riuscire per poi ripiombarmi dentro il suo buco fino ad allora inviolato’.’Adesso ti sodomizzerò a ripetizione, così la mia goduria sarà totale!’ aggiunsi’
E così feci. Cominciai a stantuffarla con potenti colpi di randello, dapprima lentamente, poi sempre più veloce’era come se avessi una spada di fuoco in mezzo alle gambe’
‘Toh’prendilo in culo, troiona! Godi’muovi queste belle chiappette, puledrina! Forza che ce n’&egrave ancora’troia! Troia!!! Dai!’
e la costringevo, tenendola per i capelli e bloccandole la schiena, a guardarsi allo specchio mentre la inculavo senza pietà’
‘AAAHHHH! AAAAHH! AHHHH! Mi brucia, basta, ti prego…!!!’ mi implorava lei’

Continuai a schiantarla per 20-30 minuti buoni’alla fine era partecipe, la troia’.la bellissima, arrapante troia’
Ogni tanto uscivo completamente dal budello, per ripiombarci con più veemenza’ed ogni volta sentirla urlare era una goduria in più’
Alla fine, quando stavo per venire le dissi duro:’Ora sto per godere’quando esco girati, che voglio schizzarti la sborra in gola e su quella faccia da puttana porca che hai’.hai capito?’
‘Sì’..ho capito, Padrone” mi disse singhiozzando’

E così avvenne’
Mi ritrassi da lei, che si girò e si sedette sulla poltrona, guardandomi e tenendo aperta la bocca, nella quale subito reinfilai la mia verga carica, e premendo sulla sua nuca, esplosi come un idrante e la costrinsi a bere ogni goccia del mio sperma’.gli ultimi fiotti, tirandomi leggermente indietro glieli riversai sul suo bel viso’alla fine, quasi per sfregio, le diedi dei colpetti col mio uccello ancora duro sulle guance, sulla fronte e sulle labbra e mi feci pulire per bene dalla sua esperta linguetta’
‘Ti piace tanto la mia sborra, eh troia’dimmi la verità!’ le dissi beffardo’
‘Sì’Padrone, mi piace tanto’ha un buon sapore” era davvero una porca fatta e finita’

Dopodiché ci rivestimmo’

‘Bene’i contratti sono firmati e sulla mia scrivania”le dissi, una volta che era pronta per andarsene”La tua bella vita &egrave salva”.
‘Non sarà più come prima” mi disse amara’
‘Lo so” le risposi..’era quello che volevo. Ora sparisci”

La vidi uscire, finalmente sottomessa e umile.

Avevo ottenuto la mia vendetta.
Anzi: la mia Vendetta, con la V maiuscola.

Cincinnati Kid,ottobre 2006

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