Skip to main content
Racconti 69Racconti Erotici Etero

Valentina tre cose

By 17 Giugno 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

Valentina Treccose? Si.

Ma perché Treccose? Perchè ha solo tre cose: è bella, ha le tette immense e sa fare i pompini, nientaltro.

Ormai tutti la conoscevano così; un mio amico per scherzo una sera le aveva messo questo pre nome e la voce si era sparsa talmente tanto che ormai il cognome neanche se lo ricordavano alcuni.

 

Valentina, era bella, davvero bella, ma la statura e la grossezza del culo e delle gambe le impedivano tutto, aveva delle tette immense anche, ma nessun ragazzo voleva fidanzarsi con lei.

Per attirare forse l’attenzione dei maschi per sbaglio una sera fece un pompino ad uno, non l’avesse mai fatto. Ormai lo sapeva tutto il paese, e se da una parte molti ragazzi cominciarono a chiederle sempre di uscire, dall’altra tutti questi pompini la fecero sprofondare nella solitudine più assoluta perchè, a parte poche amiche ormai, era fuori da ogni gruppo per invidia o altro.

 

Tutto ciò amplificò i suoi lati peggiori, perché cominciò ad essere sempre più volgare e coatta, ma ciononostante le rimaneva sempre un bel viso, per non parlare dell’immenso davanzale.

 

Un’estate, dopo alcuni anni, si avvicinò al mio gruppo, e venne addirittura da me, dichiarandosi; ma purtroppo il passato pesava troppo per me, ed anche se fosse diventata più alta e avesse perso qualche chilo, non potevo non far finta di nulla, per cui, con sincerità le dissi che non ero interessato a lei e che non volevo approfittarmene. Rimanemmo quindi amici.

 

Dopo dieci anni circa ci reincontrammo e questa volta la scintilla si accese in me. Valentina aveva preso qualche altro centimetro in altezza e di conseguenza qualche altro chiletto, era sempre molto robusta, sia chiaro, ma il fatto che fosse cresciuta e che avesse ormai quasi trent’anni come me le regalava un aspetto molto più provocante e accattivante. E poi era sempre molto bella.

 

Decisi di provarci, così un giorno vidi che entrava in un bar e ci scesi anche io. 

La salutai subito e cominciammo a parlare del più e del meno, ma poi arrivò un suo amico e mi disse di chiederle l’amicizia su facebook, perfetto risposi.

 

Dopo neanche alcuni minuti le mandai la richiesta, ma passati due giorni non aveva ancora risposto alla mia richiesta. Il terzo giorno finalmente trovai il suo si e subito le chiesi di vederci per un caffè, ma declinò. Il quarto giorno nuovamente le chiesi di vederci, ma anche questa volta mi disse che aveva da fare. Così incazzato la lasciai perdere.

 

Dopo alcuni giorni mi arrivò un suo messaggio:

 

“Hai gettato già la spugna?”

“Ahahahah no no, pensavo fossi impegnata e ti ho lasciato un pò stare”

“Bravo”

“Allora…quando ci vediamo?”

“Ma perchè vuoi vedermi?”

 

Azzo! Domanda pesante…ed ora che rispondo pensai.

 

“Perché ora è una questione di principio visto che non mi hai mai detto di si”

“Ah…ok, allora, oggi pomeriggio purtroppo non ci sono e neanche stasera, però forse sul tardi riesco a liberarmi, mi verresti a prendere in campagna da mia zia? Magari ci andiamo a prendere qualcosa da bere dopo…”

“Va benissimo, la campagna di tua zia è in via?”

“C.da Primula, la campagna ha un muro bianco alto, non puoi sbagliare, verso mezzanotte magari suona con il clacson che capisco che sei tu ed esco, ok?”

“Va benissimo, ciao”

 

Gasato come non mai cercai di trattenere tutti i miei istinti sino alla sera. Purtroppo mi dimenticai di un invito a cena che avevo per cui durante la serata mandai giù tanto di quel vino che quando l’andai a prendere stavo proprio come Barney dei Simpson.

Quando suonai con il clacson uscì con tacchetto e pantaloni aderenti,e quando chiuse il cancello vidi pure il suo gran culo racchiuso nei pantaloni, ma non immenso come un tempo, ora era un gran bel culone. Si girò ed annunciò al mondo intero il suo grande davanzale e venne nella mia auto.

 

Quando vide le mie condizioni mi chiese di fermarci e di non guidare, così mi fermai in una stradina secondaria sempre vicino la campagna di sua zia. 

Cominciammo a parlare di tutto ed io più e più volte affondavo i miei occhi in quelle grandi tettone a stento trattenute da una maglia verdone, la scollatura vertiginosa mi stava facendo girare la testa.

 

Decisi di fumare un pò, così magari passava un pò la sbornia, così lei cominciò a farmi un pò di domande:

 

“Allora, perchè volevi uscire con me?”

“Te l’ho detto…”

“Mmmhh…solo per questo? Non mi sembra…”

“E perché dovrei allora?”

“Non lo so, te lo chiedo per questo, anni fa mi respingesti, ecco perchè mi sembra strano”

“Eravamo piccoli, stavo in fissa per Claudia, lo sai, mi piacevi, però…”

“Però…”

“Però niente…”

“Hai detto però, c’è qualcosa…”

“Mi piacevi, ma mi vergognavo a farmi vedere con te”

“Addirittura, e perché mai?”

“Per quello che si diceva di te…scusami se ti dico queste cose…”

“Ma figurati, sono una donna ormai, ho sofferto tanto in passato, ma ora non mi importa più di nulla”

“Brava…”

 

Parlammo per tanto tempo, mi chiese tanti aneddoti passati, storie d’amore passate, il perché mi ero lasciato, cosa mi piaceva di alcune ex. Lei mi parlò di alcuni ragazzi avuti quando era fuori a studiare, sino a quando mi chiese poi:

 

“Senti, ma perchè tra voi ragazzi vi chiamate con i numeri?”

 

Ormai aveva capito che poteva chiedermi quello che voleva, ero partito grazie al vino.

 

“Perchè era la lunghezza del cazzo”

“Ahahahahahah quando lo dissi io a tutte mi diedero della puttaxx e dissero che pensavo sempre a quello”

“Si…le altre pensavano davvero che fossero punteggi di playstation…eri troppo avanti per loro…”

“Già…ascolta, quindi tu eri 17 giusto?”

 

Se lo ricordava!

 

“Si…te lo ricordi…”

“Certo, l’avevo capito, per cui siccome mi piacevi mi memorizzai il tuo numero”

“Eh…”

“Fammelo vedere…”

“Eh?”

“Hai capito, fammelo vedere”

“Ora sarà 8 però…”

“Non importa, fammelo vedere”

 

Mi slacciai i jeans ed uscì fuori il mio cazzo.

 

“Bravo…fai quello che ti dico io allora…”

“Si…”

“Mi piace, si vede che sei ben messo…”

“Grazie”

“Senti, perchè mi chiamavate Treccose?”

“Perchè tutti dicevano: valentina chi? Treccose? come Treccose? Si ha solo tre cose, è bella, ha le tette grosse e sa fare i pompini…”

“…che stronzi i ragazzi”

“Mi dispiace se ti sto dicendo queste cose…”

“No, figurati, te l’ho detto, mi dispiace per gli anni che ho passato, ma ora non rimpiango nulla”

“Meno male…”

“Sei sempre stato corretto con me, ti meriti un premio, ma anche una punizione per quello che mi hai raccontato…”

 

Oddio.

 

“Visto che hai detto che sono solo tre cose, ora ti farò di seguito tre pompini…”

 

Nessuno mi aveva mai fatto tre pompini di seguito, ma neanche due. Ero in estasi. Mi avvicinai e le misi la lingua in bocca. Il bacio fu così intenso che le nostre lingue stavano facendo l’amore, ero così eccitato da quel vortice che avrei voluto non finisse mai. Le mie mani avevano già tastato quelle sue grandi bocce e massaggiavo con voglia innaturale.

Poi mi spinse contro il sedile e mi tolse la maglietta, rimasi a petto nudo e si fiondò sui i miei capezzoli che prese e leccare con gran voglia, cominciai a godere tantissimo, abbassai un pò il sedile e mi misi a guardare quello che faceva.

Così poco dopo scese giù con la lingua, non fece in tempo ad arrivare al mio ombellico che già si ritrovò il mio cazzo in bocca. Con una tale maestria da far invidia alle grandi pornostar cominciò un pompino da infarto, un pompino che durò alcuni minuti, forse non arrivai neanche a cinque minuti.

Un gioco di lingua, denti e mani che mi fece raggiungere l’apice in poco tempo, mentre con una mano massaggiava le palle con l’altra menava l’intera asta e con la lingua ruotava velocemente sul glande.

Le dissi che stavo venendo così portò la sua mano sopra ed esplosi tutto il mio seme nella sua mano, fu una sensazione strana, mai provata, ma molto eccitante.

 

Senza perder tempo si tolse la maglia ed il reggiseno e liberò qualcosa di mai visto, mi fiondai sopra a leccarle tutto quello che potevo, ma dopo alcuni secondi mi tolse il capezzolo dalla bocca e riprese a spompinarmi. Il cazzo era moscio, ma non ci volle molto che riprese consistenza. 

Ma questa volta cominciò a stringerlo forte, partiva dal basso e stringeva sempre più sino ad arrivare al glande, lo stringeva così forte che uscivano ancora gocce di seme che prontamente utilizzava per lubrificare la capocchia. Poi si avvicinò e cominciò a strusciare il glande contro il suo capezzolo ed intanto continuava a masturbare per bene l’asta, i miei deliri conditi anche con il vino, cominciavano a farsi sentire. Quell’assoluta morbidezza non creava alcun fastidio al glande ed anzi ne aumentava l’eccitazione, dopo altri su e giù portò il solo glande in bocca e cominciò a succhiare, succhiare così forte che la capocchia si fece viola scuro.

 

Capì dopo che doveva essere una qualche tecnica perchè dopo tre secondi contati mi partì un orgasmo che prontamente raccolse sempre nella sua mano. Ero sfinito.

 

Ma come aveva detto prima, dopo essersi in parte pulita, ricominciò. Questa volta ci volle un pò di più  per riprendere consistenza, ma la visione di quelle tette apocalittiche mi facilitò molto il compito. Le dissi poi di leccarmi i capezzoli così sarebbe diventato nuovamente duro.

 

Così passò giu, e cominciò anche qui qualcosa di mai visto e provato. Si abbassò ad altezza palle e cominciò a leccarle con gusto, nel frattempo con le sole unghie, ma con fare dolce, prese a grattare su e giù l’intera asta. Il cazzo mi faceva un pò male per le due repentine venute, ma la sensazione era davvero piacevole. Poi scese ancora più giu, e così mentre con la lingua mi leccava l’ano, con una mano mi massaggiava le palle e con l’altra mi masturbava solamente il glande. Non avevo mai ricevuto un simile trattamento.

Era una dea, la dea del pompino, tutti quegli anni le erano serviti per diventare il top. Le mie grida erano ormai deliri senza senso e dopo alcuni minuti si alzò e cominciò a spompinarmi con forza. La sua testa e la sua mano, a ritmo, andavano su e giù ed io stavo morendo. Successivamente, bagnato per bene il cazzo lo posizionò nell’enorme solco delle sue tettone e prese a scoparselo così; con le poche forze rimaste cercai di alzarmi e di spingerla con forza.

I suoi occhi mi guardavano desiderosi di altre urla e di altro seme, ed io spingevo con tutte le forze che avevo. All’apice delle grida e dei movimenti esplosi sempre nella sua mano che prontamente portò sopra e lasciai le ultime gocce rimaste, il mio corpo era completamente ricoperto da un fascio di nervi ipertesi e vibranti, una sensazione mai provata, ero tutto un brivido e non sentivo neanche più il contatto con il sedile dell’auto. 

 

Dopo alcuni minuti, in cui forse entrai anche in dormiveglia, la vidi al mio fianco che aggiustata e ripulita completamente stava guardando il suo cellulare.

 

“Mio dio…sei stata meravigliosa…”

“Lo so…”

“Non ho mai provato una cosa del genere…”

“Lo so…”

“Però non capisco una cosa, quale dovrebbe essere la mia punizione in tutto questo?”

“E’ semplice, tu ora muori dalla voglia di scoparmi, nei prossimi giorni, mesi ed anni, avrai sempre il ricordo di me, di quanto ti ho fatto godere, di come ti ho fatto godere e saprai benissimo che non troverai mai più nessun’altra come me. Ed è questo che io ti lascerò, ti lascerò la voglia in eterno che non verrà mai soddisfatta perché noi non scoperemo mai, non ti darò mai la soddisfazione di sbattermi per bene e farmi godere con il tuo cazzo, non ti darò mai la soddisfazione di sbatterti le mie tettone e potermi sfondare il culo, non ti darò mai la soddisfazione di potermi venire in bocca dopo avermi scopato per bene…”

 

“Ma non ti sembra di esagerare un pò…”

“No mio caro, tu hai detto che ti vergognavi di me, tu come tanti altri tra l’altro. Consolati però di una cosa, non sei il primo e non sarai l’ultimo. In questi giorni che non mi sono fatta sentire sono uscita con Luca, te lo ricordi?”

 

“Si è ancora mio amico”

“Chiedi a lui, fatti dire come sta in fissa per me ora…dopo che da ragazzini mi ha usato ed illuso per tanto tempo”

“Ti piaceva Luca?”

“A chi non piaceva scusami? Era tra i più belli, era ovvio…ma lui mi usava, mi prometteva cose, in privato mi diceva che voleva stare con me ma poi in pubblico non mi degnava di uno sguardo ed io stavo così male per lui che avrei fatto di tutto per averlo solo per me…”

 

“Qualche volta, ora che ricordo, ti ho vista con lui…”

“Eh si, mi prendeva in disparte o mi mandava un messaggio e mi diceva di andare dietro l’angolo della strada, passava lui e con il motorino andavamo nelle campagne. Mi sono concessa interamente a lui, gli ho dato di tutto, ma lui continuava sempre a maltrattarmi ed io da povera illusa ci stavo male. Ma poi la settimana scorsa l’ho rivisto, come ho visto te, che mi guardava e che mi seguiva, così si è avvicinato ed ha cominciato a chiedermi di uscire e quantaltro. Dopo averlo fatto aspettare, come ho fatto aspettare te, sono uscita con lui e gli ho regalato la migliore scopata del mondo. Da allora mi manda messaggi e mi chiama ogni giorno perchè vuole stare con me e non se ne frega niente del giudizio degli altri…troppo facile così…”

 

“In fondo però sono contento tu ti stia prendendo tutte queste rivincite…”

“Già anche io…ed in fin dei conti mi dispiace che in mezzo ci sia anche tu, perché almeno tu, a differenza degli altri sei sempre stato onesto”

“Già…”

“Però non te la faccio passare liscia”

 

Alla fine ridemmo comunque della situazione.

 

Quando l’accompagnai a casa le chiesi:

 

“Sei ancora convinta di quello che fai?”

“certo…”

“Non possiamo uscire un’altra volta insieme?”

“Vuoi scoparmi?”

“Si”

“No, però forse tra un’altra decina d’anni ne potremo riparlare”

 

Mi diede un bacio in bocca ed uscì dall’auto.

Da allora sono passati un pò di anni, non l’ho più rivista, ma posso tranquillamente mettere per iscritto ovunque che quelle sensazioni non le ho più riprovate. Sono stato per giorni e mesi, ed anni anche, a pensarla. Ero arrivato al punto anche di credere di essermi innamorato di lei.

 

Incontrai anche Luca, che davvero, era in fissa di brutto. Completamente perso. Mi raccontò di aver fatto l’amore con lei! E già questa era una cosa strana perchè lui diceva sempre che una se l’era scopata e basta!

 

Sono contento per lei in fin dei conti, ha avuto le sue soddisfazioni. Ed aspetto con grande gioia che passi del tempo e che un giorno possa reincontrarla.

 

 

Erano passati alcuni anni dal mio fantastico incontro con Valentina ed ancora non ne ero uscito completamente. Ma quando vidi Sara venire verso di me mi venne un brivido.

Sara era una mia amica, non intima, a cui piacevano le ragazze e mi disse che voleva assolutamente parlarmi, così ci mettemmo in macchina e cominciò:

 

“Ho saputo che sei stato con Valentina qualche anno fa”

“Si, chi te l’ha detto?”

“Luca”

“Si, è vero”

“Volevo dirti che anche io sono stata con lei…”

“Cosa?? E perchè me lo dici?”

“Perché volevo raccontarlo a qualcuno che ha il mio stesso problema…”

“Beh insomma…problema, non lo chiamerei così…”

“Tu non sei innamorato di lei?”

“Innamorato no…diciamo che la penso spesso si, ma innamorato no”

“Io e Luca invece ne siamo completamente innamorati”

“Scusami, di Luca so qualcosa ma di te no, in che senso è stata con te?”

“Noi un tempo eravamo quasi amiche, poi le feci fare una figura di merda davanti al Pub di Cristiano, ricordi?”

“Più o meno…”

“Io la volevo già allora ma odiavo il fatto che lei andasse con i ragazzi, così dissi davanti a tutti quello che faceva con i ragazzi e lei giurò vendetta…”

“E poi…”

“E poi qualche anno fa, quando è ritornata era uno schianto, e morivo dalla voglia di farmela. Così mi sono avvicinata ed abbiamo ricominciato a parlare, la sera siamo uscite ed è successo quello che è successo”

“Cioè?”

“Abbiamo fatto l’amore”

“Valentina con te? Ma a lei non piacciono le donne!”

“Lo pensavo anche io, ma poi ho capito che l’ha fatto solo per vendicarsi di me”

“E’ tornata per vendicarsi praticamente, chissà se tra un pò ne esce qualcun’altro come noi…”

“Beh si c’è Antonio, anche con lui è stata”

“Pure Antonio? E ti ha raccontato?”

“Si, Antonio era con me quella sera al pub di Cristiano e rise più di tutti insieme a me, appoggiandomi. Mi ha raccontato di esserci uscito e che Valentina voleva assolutamente andare al pub quella sera, così durante la serata le ha chiesto di accompagnarlo in bagno e lì ha cominciato prima a spompinarlo e poi mi ha raccontato di aver scopato in piedi con lei e di aver goduto come non mai. Sappi che anche Antonio sta in fissa per lei”

 

“Assurdo…ha fatto uno strage…”

“Già…”

“Con te invece?”

“Siamo state in macchina, prima a parlare, poi quando ho uscito il discorso del pub per chiederle scusa mi ha azzittito con la mano ed ha cominciato a baciarmi, si è subito spogliata e mi ha ordinato di leccarle le tette, sono impazzita, non ne avevo mai viste così grandi”

“Confermo…”

“E poi abbiamo cominciato un sessantanove da paura, ho goduto tantissimo. Poi dalla borsetta ha messo fuori un vibratore con cinta e lì è stato l’apoteosi. Mi ha scopato per non so quanto tempo, sono venuta un sacco di volte davvero, ero in estasi, sfinita, annientata.”

 

“Valentina è una macchina del sesso”

“Valentina è il top, Valentina mi ha aperto tutti i pori della pelle, mi ha fatto godere come non avevo mai goduto. Non posso non essere innamorata di lei.”

“Come siete rimaste dopo?”

“Mi ha lasciato malissimo, mi ha detto:

– Hai goduto stasera?

– Tantissimo Vale, voglio fare di nuovo l’amore con te…

– Eh no bella mia, ora che ti sei innamorata di me non mi avrai più.

– Ma perché fai così ora?

– Perché ora tu morirai per me, non penserai ad altro, non avrai più gli orgasmi che ti ho procurato io, non leccherai più la mia passera e le mie belle tettone, questo perché lo hai voluto tu”

– Ti stai vendicando…

– Esatto, ho passato parecchi anni prima di riprendermi da quella grande figura di merda, ora ti lascio il vuoto che hai lasciato in me. Ma possiamo comunque essere amiche se vuoi.

…ed uscì dalla macchina dandomi un bacio in bocca.”

 

“Incredibile…sono senza parole, si è vendicata di tutti.”

“Già…volevo semplicemente dirti che se mai un giorno dovessi sentirla di farmelo sapere, per favore”

“Va bene, non preoccuparti…”

“Accompagnami ora, che devo andare in palestra”.

 

 

 

Neanche a farlo a posta quella sera incontrai Antonio.

“Ho saputo che anche Valentina è venuta da te…”

“Implacabile…”

“Tu stai bene? Perchè molti qui sono rimasti in fissa per lei…”

“Bene si, sono anni che la penso ancora però…”

“Che ha combinato a te?”

“Eh…è una dea del sesso, nel pub da Cristiano mi ha spompinato nel cesso ma non so come cazzo abbia fatto ma ho goduto in maniera assurda. Poi si è alzata in piedi e mi ha chiesto di sfondarla…cioè, cose dell’altro mondo. Quel suo culone era magnifico, le sono venuto anche dentro ma è stata una sensazione bellissima, credimi,ancora oggi non riesco a capirne il perché. Da allora posso dire di non aver goduto praticamente, non riesco più a raggiungere quel livello!”

 

“Sono contento per te che te la sia scopata, con me si è limitata a soli tre pompini, ma che te lo dico a fare…numeri di alta classe”

“Immagino, oh mi stanno aspettando, ci becchiamo in questi giorni, ok?”

“Ok ok ciao”.

 

 

Nei giorni a venire pensai anche di organizzare un piano di vendetta e coinvolgere tutti, ma poi, sinceramente, se mai l’avessi incontrata, l’avrei voluta solo per me. Io non ci avevo ancora scopato.

 

Passarono altri mesi, e qualche altro anno. Una sera casualmente d’estate mi ritrovai per le strade di quella famosa campagna in cui l’andai a prendere la prima ed unica volta. Stavo fumando una sigaretta, l’ultima della giornata, era passata l’una. Quando la vidi uscire dal cancello della campagna.

Un colpo al cuore.

“Valentina!”

“Ehi…”

 

Mi avvicinai e scesi dall’auto.

“Come stai?” Mi chiese lei abbracciandomi e dandomi due baci sulle guance.

“Bene bene, anche tu vedo, in ottima forma” Le sue forme non lasciavano nulla all’immaginazione.

“Grazie, galantone…”

“Beh non sono passati dieci anni, ma cinque si…”

“Che vuoi dire?”

“Che possiamo uscire ora, no?”

“Mmm…sono qui con i miei e stiamo andando a casa, domattina devo partire, sono venuta in paese solo per due giorni purtroppo”

“Ma puoi dire che hai incontrato me e che ti riporto io a casa…”

“E cosa dico a mio padre, hai visto che ore sono?”

“Di che ti hanno chiamato degli amici dai, non farti pregare…”

“E dove mi porteresti nel caso?”

 

Mi avvicinai e le dissi all’orecchio:

“Se stasera vieni con me ti faccio cambiare idea, non partirai più, vorrai restare con me, ti innamorerai di me”

“Addirittura!!!”

“Contaci…”

“Allora dobbiamo effettivamente poter vedere se ciò accade…”

“Esatto…”

“Aspettami”

 

Si avvicinò all’auto dei genitori, che nel frattempo avevano messo dentro tutte le cose da mangiare e poi venne verso di me.

“Cosa gli hai detto?”

“Che andiamo tutti al bar in centro e che faccio tardi”

 

Sorrisi e partì.

 

“Sono proprio curiosa…”

“Vedrai…”

“Guarda, siamo arrivati a trentacinque anni, sarebbe anche ora di innamorarci di qualcuno veramente e sposarci, non credi?”

“Eh si, anche se alla fine l’importante è essere giovani dentro no?”

“Si, però anche l’età è importante. Comunque tornando al discorso di prima, io sopra ho il lavoro, ho un bel lavoro, stabile, a tempo indeterminato, non sarebbe facile per me abbandonare tutto…”

“Chi lo sa…magari pur di stare con me, sarai disposta a tutto…”

“Come sono curiosa…”

 

Ero certo. Lo ero perchè avevo un piccolo aiuto con me. Nel portafoglio conservavo in una piccola bustina, un quartino di viagra, avevamo fatto pochi mesi fa, uno scherzo ad un mio amico, e dopo averne parlato con il suo medico, lo avevamo messo nella sua acqua durante una festa tra amici, le risate per tutto quello che successe dopo ci seppellirono. Così con altri due amici ci dividemmo quello che rimase, ed un quartino toccò a me.

 

Con la scusa di prendere proprio una bottiglietta d’acqua mi fermai al primo bar che incontrai e mandai giù tutto e ripartì in auto.

Mi fermai a casa mia, in campagna, e cominciammo a parlare, mi parlò del lavoro, di quello che aveva fatto in questi cinque anni, le raccontai quello che facevo io, e poi l’effetto cominciò a farsi sentire.

 

Voglioso come poche altre volte le dissi di seguirmi in camera e mi avvicinai per baciarla, aveva un sapore così buono, la sua lingua poi era di una morbidezza unica. Il bacio fu così caldo e passionale che il cazzo era già oltremisura.

Mi sentivo un bastone di marmo nelle mutande, così la strinsi forte a me, mentre ci baciavamo in piedi, cercai di farle sentire tutta la potenza ed in effetti portò subito la sua mano sul mio cazzo.

 

“Ehi…ma sei super eccitato davvero…”

 

Avevo voglia di leccarla in piedi, così dopo aver liberato le mutandine, cominciai a leccarla. Accovacciato sotto le sue gambe infilavo la mia lingua nella passera e cercavo di leccare quanto più potevo, le sue gambe cominciarono a piegarsi per la goduria così dopo poco ci sedemmo sul lettone e riprendemmo a baciarci distesi di lato.

Volevo che ricordasse davvero questa serata come una delle sue più belle serate, così mi dedicai interamente a lei. La spostai con la testa sul cuscino in modo che potesse vedere, leggermente sopraelevata, tutto quello che le avrei fatto. Così cominciai a spogliarla ed a baciarla sul collo, e poi passai a leccarla. 

 

Leccavo le orecchie, il collo, il petto, sfioravo i suoi bei capezzoli con le mani e poi passavo con la mia lingua, mi abbassavo e leccavo la parte inferiore delle sue grandi tettone, le davo baci sulla sua bella pancia morbida e leccavo appena potevo qualsiasi cosa.

 

Quando arrivai vicino le sue mutande decisi di abbassarle con forza tutto ed immersi la testa tra le sue gambe. Presi a baciare la passera. Le sue labbra erano davvero grandi, fu un piacere mettermele in bocca. La mia lingua proseguiva dentro e fuori, aggrappato alle sue gambe leccavo tutto il suo fiore. Dopo alcuni minuti prese la mia testa e cominciò a spingerla verso di se,così uscì la lingua il più possibile e cominciai a scoparla così. Finalmente sentivo Valentina godere, ed era bello davvero. Era così sensuale quando godeva che mi sarei potuto masturbare anche solamente guardandola. Sentendola all’apice mi alzai e davanti a lei cominciai a spogliarmi, tolsi anche le mutande ed uscito fuori il cazzo esclamò:

 

“Per la miseria! Ma che hai fatto in questi anni?” Rivolta alla dimensione del mio cazzo.

Si avvinghiò contro di me e lo prese subito in mano baciandomi con voglia, ma cercando di rimanere freddo la buttai nuovamente sul letto ed allargandole per bene le gambe entrai in quel lago di fuoco.

Cominciammo una missionaria molto appagante, con le gambe raccolte dietro il mio culo la penetravo con grande foga e le sue grida erano musica per le mie orecchie.

Dieci,venti, cento colpi e tutti bellissimi, tutti orgasmati, tutti fino in fondo.

 

Il cazzo all’ennesima potenza aiutava e non poco e lei godeva da matti. Sono stato parecchio tempo a sfiancarla e lei di orgasmi ne aveva avuti già alcuni. Sentivo il cazzo durissimo, sarei potuto stare delle ore a scoparla, non sarei mai venuto. Le alzai le gambe sino al suo collo e cominciai a sfondarla nel vero senso della parola.

 

I colpi erano possenti e tutti accompagnati da un grido di rabbia da parte mia, lei con la bocca aperta manifestava tutta la sua goduria, continui lamenti meravigliosi. Se avessi continuato all’infinito prima o poi l’avrei bucata nel vero senso della parola, così mi alzai e la presi in braccio.

In piedi cominciai a chiavarla per bene, con lei avvinghiata alla mia spalla, mi leccava il collo e la faccia, stava godendo di brutto. Le mie gambe erano al massimo dello sforzo così mi diressi verso il muro più vicino ed appoggiandole la schiena cominciai a spingerla contro quel fresco muro. 

Dopo un pò, mi ero stancato troppo, la riportai sul letto e riprendemmo a baciarci di lato, le sue tettone erano così grandi che anche ad una certo distanza toccavano il mio petto.

I suoi baci erano pieni di voglia, aveva goduto sicuramente tanto, era tutta frenetica.

 

Portai la mano sotto e glielo infilai nuovamente allargandole leggermente la gamba, riprendemmo così a scopare continuando a baciarci. Le sue mani come impazzite cercavano di toccare tutto il mio corpo ed accarezzarmi per bene.

 

Quando mi stancai passai dietro e completamente distesa sul letto con il suo culo all’aria cominciai a penetrarla. Fu davvero meraviglioso, la sua passera completamente aperta e bagnata permetteva il passaggio ed il colpire quel meraviglioso culo amplificava tutti i miei sensori sessuali.

 

 

Con il cazzo eretto e duro la stavo penetrando completamente e lei ormai gridava e basta, grida senza senso, lamenti e grida da pieno orgasmo in atto. Era uno spettacolo.

Decisi così di alzarla un pò e dopo aver inumidito il suo bel buchetto del culo provai a penetrarla…così piano piano entrò, ma i dolori erano troppi, si stava facendo male; non godeva più ma soffriva.

Eppure sentirla lamentarsi era uno spettacolo per me, incurante di tutto affondavo per quel che potevo il mio cazzo dentro il suo culo e spingevo, spingevo, spingevo sino a farla piangere, sino a quando mi disse:

 

“Ti prego mi stai facendo male…”

 

Così uscì immediatamente e mi infilai nella sua passera infuocata, le presi le tettone al volo e cominciai a scoparla con forza. Fortunatamente riprese a godere.

 

Completamente attaccato al suo magnifico corpo la trapanavo con forza aderendo con le mie mani alle sue immense tettone e lei portando un braccio dietro il mio collo cercò di baciarmi.

Anche questo bacio mi piacque molto, fu molto intenso, molto sentito. Le sue belle labbra calde erano davvero una delizia. Sarei stato ore e ore a scoparla così ma lei mi disse:

 

“Voglio mettermi sopra…”

 

Così si sedette prima con il culo rivolto verso la mia faccia e prese a muoversi su e giù, il mio cazzo completamente eretto era arrivato al suo stomaco sicuramente. Ma l’apoteosi la raggiungemmo quando si girò, le sue belle tettone davanti ai miei occhi furono un gran bel vedere. Così leggermente piegata mi offrì il suo bel davanzale e cominciò a scoparmi.

 

Stava godendo tantissimo, infatti dopo poco si alzò leggermente e portandosi un braccio dietro la sua testa ed uno su una sua tettona emise un gran bel grido, poi si ributtò su di me e riprese a baciarmi ed a muoversi. Sino a fermarsi.

 

“Ma tu non vieni mai?”

“Io vengo quando voglio” Le dissi.

“Voglio farti venire…”

“Posso anche non venire, il mio scopo stasera è farti vedere quello che ti sei persa in questi anni…farti vedere come ti avrei scopata in tutto questo tempo, farti vedere che ti avrei reso donna…”

“Beh ci sei riuscito, davvero…è stata una delle più belle scopate della mia vita…senza alcun dubbio…”

“Mi fa piacere…”

“Ma vorrei farti venire ora…”

“Va bene…”

 

Così sorridendo, si abbassò e cominciò a spompinarmi. Qui era una dea, lo era sempre stata, sapeva cosa fare nei minimi dettagli, sapeva come prendere la capocchia in mano, sapeva come grattare per bene l’asta, sapeva come massaggiare, senza far male, le palle…sapeva farti godere.

 

Decisi di concentrarmi e venire, così le dissi:

 

“Voglio venire mentre mi fai una spagnola…e poi voglio che lo prendi in bocca…”

“Sei stato davvero bravo stasera…ti accontenterò…”

 

Così immerse il cazzo in quel burro, con le mani manteneva compresse le tette e soffiava sulla capocchia. Il suo movimento era ipnotico…ma volevo venire.

“Prendilo in mano…”

 

Si avvicinò con la sua bocca e cominciò ad avvitare la capocchia con la mano alternando alcune leccate paradisiache, sentì l’orgasmo che arrivava e fu una cosa mai provata.

Un brivido fortissimo partì dal cervello sino al cazzo e poi ci fu l’esplosione con un enorme grido liberatorio, lei non fece neanche in tempo a metterselo in bocca perchè la colpì anche in faccia, ma da brava pompinara, continuò a farmi godere durante tutta la mia venuta.

Venni tanto, così tanto che mi accasciai inerme sul letto, senza energia.

Mi ci voleva qualcosa per tirarmi su.

 

Ci addormentammo per un pò. Quando aprì gli occhi lei mi stava guardando:

 

“Sei stato un vero stallone stanotte…”

“Eh…(sapessi)”

“E’ stata una meravigliosa scopata…”

“Anche per me…”

“Accompagnami ora…almeno rientro prima dell’alba”

“Ok…”

 

Ci sistemammo ed uscimmo. In auto sotto casa sua:

 

“Che strano…”

“Cosa…”

“Per un attimo ho davvero pensato di venire qui e stare con te…”

“Ottimo…avevo ragione allora…”

“Già…ma perchè non vieni tu da me invece?”

“Io da te? ma anche io qui lavoro…come faccio?”

“Perché io come avrei fatto scusa?”

“Lo so, ma io te l’ho detto per sfida più che altro…”

“Vieni con me…cominciamo una vita insieme…”

“No, io voglio rimanere qui…”

“Non possiamo stare insieme allora…”

 

Alzai le spalle.

 

“Domani vuoi accompagnarmi tu all’aeroporto?”

“Dipende…”

“Dipende da cosa?”

“Tu in cambio che mi dai?”

“Posso farti un pompino durante il tragitto…che ne pensi?”

“Beh…allora si può fare”

“Domani alle dieci sotto casa mia”

“Notte”

 

Voglioso come non mai, quella mattina arrivai anche prima a casa sua, e quando lei salì in macchina avevo già il cazzo in pienissima erezione.

“Dai che c’ho voglia…”

“Ahahahahah”

 

Era proprio brava a fare le pompe, con la sua testa tra le mie gambe leccava quel che poteva e scendeva sino alle palle. Cosiì con una mano fissa sullo sterzo ed uno sulla sua testa guidai un pò sino a quando non mi fermai costeggiando ed esplosi bloccandole la testa tutto quello che avevo in bocca.

Arrivati all’aeroporto ci salutammo con un grande abbraccio.

 

“Pensami…e quando vuoi puoi venire da me…”

“Va bene, ti prometto che ci penserò seriamente…”

“Sappi che sono stata benissimo con te e che vorrei starci ancora…”

 

 

Morivo dalla voglia di lasciarla malissimo, di dirle – volevo solo scoparti e restituirti lo screzio – ma in fondo non sono mai stato un grande stronzo, così le dissi:

 

“Anche io sono stato bene, e poi diciamoci la verità, come ho goduto con te non ho mai goduto con nessun’altra…”

“Non te l’ho detto ieri, ma…anche per me ieri è stata unica, mai goduto così tanto, stanotte non riuscivo a prendere sonno, continuavo a godere con il pensiero…è stato fantastico”

“Vediamo come procede questo rapporto con la lontananza, sentiamoci, e poi decideremo insieme cosa fare…”

“Va bene…io vado, che bello poter portare con me un pò di te nella mia bocca.”

 

Sorrisi e le diedi un bacio. Lei si girò e mi salutò con un piccolo sorriso.

 

– E’ cotta – pensai.

 

 

 

 

Qualche settimana più in là incontrai Sara, una sera:

 

“Ancora nessuna notizia da Vale?”

“No Sara, ancora nulla. Mettiamoci l’anima in pace ed andiamo avanti.”

“Già…Ciao”

“Ciao.”

 

 

 

Leave a Reply