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Racconti Erotici Etero

via dal solleone

By 5 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Quell’estate Sofia non rientrò nella sua città come al solito, ma rimase al mare da Francesco, giacché la famiglia aveva una casa sulla litoranea di una località marina rinomata del sud e avevano diviso la casa in due parti per dare un po di libertà al figlio che cresceva.
Dovevano trascorrervi dieci giorni, che cominciarono con una giornata di relax in un lido balneare noto per il relax che vi si trova.
I due facevano spesso il bagno per rinfrescarsi visto che la temperatura in quei giorni di agosto superava i 35 gradi.
Mentre si avviavano alla riva Francesco rimaneva alcuni passi indietro rispetto a Sofia, e ne approfittava per indirizzare lo sguardo verso le forme della fidanzata: le gambe longilinee oscillavano e sembravano dorate, a causa dell’abbronzatura e del leggero strato di olio che le aveva spalmato prima.
Il sedere era sodo e rotondo, nascosto dal costume che ne copriva una buona porzione, ma il pensiero di quelle natiche colorate a metà e soprattutto del sapore di acqua di mare che avrebbero avuto più tardi fece risvegliare il desiderio del ragazzo, nonostante avevano fatto sesso appena svegli sotto la doccia.
Il seno prominente era schiacciato nel bikini che la ragazza aveva stretto molto mentre, indossandolo, strizzava l’occhio al proprio ragazzo.
Entrarono in acqua e si addentrarono abbastanza finché non vi furono più altri bagnanti.
Sfruttando l’effetto fluttuante ricevuto dal mare Sofia usò le gambe per cingere il proprio uomo dietro la vita.
Lo abbracciò al collo e lo baciò ripetutamente, e ad ogni schiocco di labbra aumentava l’intensità, finché non prese a danzare con la lingua nella bocca di lui, che l’aveva afferrata sui fianchi, all’altezza dei seni.
Sofia infilò la mano nel costume di Francesco ed afferrò il membro indurito, ma sapevano che non avrebbero potuto proseguire, anche per la presenza della madre di lui a prendere il sole sul bagnasciuga.
I due continuarono ancora qualche secondo, ma poi si distaccarono e ci misero un po prima di poter uscire dall’acqua, sia per l’evidente erezione di Francesco, sia per i capezzoli oscenamente turgidi di Sofia.
Giunse l’ora di pranzo e con la scusa di voler pranzare e fare una doccia i ragazzi lasciarono li la madre del ragazzo per letteralmente fuggire a casa.
Mentre erano in macchina, Francesco chiese ‘hai caldo amore? Chissà il sale sulla tua pelle, ti starà infastidendo molto”; così dicendo portò la mano destra verso la coscia di Sofia e la diresse deciso verso il centro della leggera gonna bianca che la sua ragazza indossava sopra il costume ancora, o forse già, umido.
Lo scostò con un dito e si insinuò tra le grandi labbra, percorrendole con l’estremità del medio dal clitoride, fino al lembo di pelle che divide la vulva dall’ano, mentre Sofia si stirava sul sedile per facilitare il tutto.
Rimase con il dito incastrato per lungo tra le lebbra roventi e lo inarcava verso l’interno per imprimere una leggera pressione al sesso di lei.
Prese poi ad insinuare il dito tra le piccole labbra, che vogliose si schiusero alla volontà del giovane, permettendogli di penetrare in profondità.
Si mosse lento, quasi come volesse controllare con la sua mano il respiro della bella fidanzata, che aveva socchiuso gli occhi e aperto la bocca viola d’eccitazione.
Arrivarono prestissimo a casa e, una volta parcheggiata l’auto nel box, Francesco non si curò di nascondere la propria erezione, tanto li nessuno poteva vederli.
E fu proprio il pensiero di essere ben nascosti, che gli fece scoccare la scintilla nella testa: prese Sofia per un braccio, mentre era indaffarata nel raccogliere borsa, teli da mare e cianfrusaglie varie, la girò verso di se e le fece posare ciò che aveva tra le mani.
Per prima cosa le infilò una mano sotto la canotta, che aveva due aloni umidi di acqua marina sui seni, la sollevò fino al collo e prese a strizzare il petto di Sofia che, già abbondantemente eccitata, abbassò il costume di Francesco.
Cominciò una lenta masturbazione: poteva sentire il pene freddo per il recente bagno in mare a contatto con la propria mano calda, lo strinse e prese a far scorrere la pelle dall’estremità del membro, fino a scoprirlo completamente, soffermandosi con pollice e indice chiusi a cerchio sull’anello del glande.
Il fidanzato approfittò dei lacci che chiudevano il costume sui fianchi e li slegò, lasciando che il pezzo di stoffa rimanesse sul corpo solo perché la parte inferiore era incastrata tra le cosce di Sofia.
Non lo sfilò completamente, ma lo afferrò con entrambe le mani, una sul davanti e l’altra sul didietro, muovendolo avanti e dietro e sfregandolo sulla vagina.
Continuò qualche minuto, mentre la ragazza si sentiva pervadere dal senso di lussuria e desiderava godere al massimo di quel momento.
Appena le gambe cominciarono a tremarle si accovacciò e, si trovò faccia a faccia con il sesso turgido di lui.
Solo altre due volte gli aveva fatto quella cosa, ed erano state le uniche della sua vita.
La prima fu dopo un grandioso orgasmo che Francesco le aveva fatto provare qualche settimana prima: non le era piaciuto perché il membro era ricoperto dei suoi umori, di sudore e di liquido preseminale di lui, cosicché non era risultata una buona esperienza.
La seconda volta fu quando, sempre giorni prima, il fidanzato le aveva chiesto di fare un 69 e lei, che non si precludeva niente di tutto ciò arrivasse da quella relazione, aveva accettato.
Ma ancora una volta non le era piaciuto, sarà stato il sapore o semplicemente la cosa non era per lei’
Ma questa volta c’era qualcosa di diverso: il membro odorava di fresco, di buono.
Sarà stata l’acqua di mare che, come si dice, ha effetti curativi per molte cose’
Lo prese tra le labbra e lo strinse a circa metà del glande violaceo, non proseguì ma ritirò la testa scorrendo indietro di quei centimetri che aveva in bocca.
Appena uscito, lo riprese tra le labbra e così fece diverse volte, ma ad ogni movimento spingeva sempre più in basso, fino ad ingurgitarlo quasi tutto.
Nel mentre aveva artigliato le natiche del suo uomo e le stringeva tra le unghie corte e curate.
Era eccitatissima, e il fatto di stare finalmente facendo del sesso orale, inoltre con gusto, la stava facendo letteralmente godere.
Prese a gemere leggermente, mentre la saliva che si stava accumulando nella sua bocca aveva cominciato a fare un rumore osceno sotto i colpi della lingua.
Per il livello ormonale del ventunenne questo fu abbastanza, e sentì l’orgasmo partirgli dal midollo, per propagarsi nel basso ventre, pronto ad esplodere.
Fece appena in tempo ad avvertire la fidanzata, che indirizzò il pene verso il proprio seno.
Bastarono alcuni colpi di mano, accompagnati da un leggero vorticare della lingua sulla punta per far schizzare l’orgasmo di Francesco.
Alcune gocce si infransero esattamente sui capezzoli rosei e duri, mentre altre si sparsero tra le mammelle abbronzate, come il sedere, a metà.
Il membro di Francesco non mostrò alcun segno di cedimento, anzi, sembrava ancora più voglioso di godere.
Fece alzare la ragazza e la baciò voracemente, non le sfilò la gonna, ma solo la fece girare verso la vettura e si posizionò alle sue spalle, mentre con una mano palpava i seni, con l’altra si infilò tra le natiche e prese a passare la mano veloce tra vulva e ano, cercando di spargere l’abbondante lubrificazione su tutta la zona.
Dopo poco si afferrò il pene e lo indirizzò verso quel corpo fantastico: con il glande urtò la parte interna della natica sinistra e lo spinse verso l’interno scivolando sull’ano e poi arrivando al sesso gonfio.
Quel tocco fece fremere la ragazza, che a fatica si manteneva sulle gambe da tanto era eccitata.
Francesco la penetrò deciso, affondando in quell’antro incandescente.
Non riuscì a moderare il proprio corpo, invaso dal testosterone, e cominciò a stantuffare nel corpo di Sofia, che godeva già dai primi colpi.
Pochi minuti a quel ritmo e si sentì afferrare per le spalle: Francesco la girò verso di sé e le sollevò una coscia.
Riprese a penetrarla, mentre la osservava godere ad occhi chiusi.
‘Guardami’ le chiese, mentre si appoggiava alla macchina con una mano e con l’altra le stringeva il gluteo reggendola per la coscia.
Sofia lo guardò dritto negli occhi, mentre una goccia di sudore le stillava dalla fronte e le scendeva sullo zigomo, per poi scendere verso il collo.
Subito Francesco la intercettò con la lingua e la leccò via, portando con se i brividi della donna.
L’amplesso proseguì qualche minuto, facendola godere due volte, mentre il ragazzo continuava a farle l’amore intensamente fino a raggiungere ancora una volta un grande orgasmo, che andò a spargersi sul monte di venere della sua amata.
Si baciarono diverse volte, tenendosi abbracciati e ascoltando i battiti cardiaci placarsi insieme.
‘Ho bisogno di una doccia’ fece lui; ‘Mi inviteresti a farla con te?’ fu la risposta che ottenne.
Le sorrise quasi perversamente e le strinse i glutei torniti, avvertendo che in quel corpo non si era ancora spento quel fuoco sentito poco prima.

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