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Racconti Erotici EteroTravel

VIAGGIO D’AFFARI A PARIGI 1^ – NOTTE IN TRENO

By 1 Giugno 20252 Comments

La storia che vi racconto è reale ed avvenne ad inizio estate 2019; più che un racconto essa va letta come una storia romanzata.
Il mio nome è Mauro M. ed all’epoca avevo lasciato il mio studio di architetto a Firenze in mano ai miei collaboratori e mi ero messo in affari con ad altri due soci, in una fabbrica di macchine utensili nel monzese.
La nostra ditta andava alla grande ed avevamo molti clienti soprattutto all’estero.
In quel periodo dovevo recarmi a Parigi per concludere un affare importante, soprattutto in segreto, con una ditta di armamenti francese.
Dei tre, l’incarico era stato affidato a me, perché oltre all’inglese, parlavo anche il francese.
Invece di prendere un aereo, decisi di viaggiare con il treno di notte; sono sempre stato un tipo romantico e viaggiare in treno la notte mi affascinava.
Prenotai, quindi, uno scompartimento singolo, con partenza da Milano, sul treno notturno THELLO, che all’epoca collegava Venezia a Parigi,.
Quel martedì sera uno dei miei soci mi accompagnò alla stazione di Milano Centrale dove avrei preso il treno che mi avrebbe portato a Parigi l’indomani mattina.
Avevo già mangiato qualcosa, per cui, preso possesso del mio scompartimento, mi preparai per la notte.

Il treno è partito in perfetto orario ed io sono sdraiato nella cuccetta, cullato dal dondolio del vagone sui binari.
È già più di un’ora che sono a letto cercando di prendere sonno senza riuscirci; guardo l’orologio, l’una e un quarto, ma il sonno non arriva.
Ad un certo punto sento un rumore, uno scatto, poi uno spiraglio di luce penetra dalla porta dello scompartimento.
La porta si apre quasi completamente ed una sagome si staglia in controluce sul vano e lestamente entra richiudendo la porta senza far rumore.
Nella penombra azzurrina della luce notturna vedo una persona che si avvicina al letto e tende una mano con una mascherina verso di me.
Capisco subito che l’intento è quello di addormentarmi con un anestetico, allora faccio un profondo respiro e trattengo il fiato.
Un soffio di aria fredda mi colpisce il viso.
Mi preme la mascherina sul viso per più di un minuto ma io riesco a non respirare.
Quando la toglie rilascio lentamente l’aria per inspirarne di nuova.
La persona, che ormai senza dubbi è un ladro, si avvicina a me e mi scuote una spalla per assicurarsi che io dorma profondamente; non reagisco, non vorrei che fosse armato e la cosa degenerasse.
Poi si avvicina al tavolino dove è poggiata la mia valigetta portadocumenti, la apre e inizia a rovistare all’interno.
Ne estrae una cartella, che riconosco essere quella contenente la copia del contratto che devo proporre alla ditta francese.
Richiude la valigetta con attenzione e si gira verso la porta per uscire.
Ora che mi da le spalle decido di agire.
Butto di lato la coperta e sferro un violento calcio di piatto alla sua schiena.
Il colpo è così violento che lo proietta contro la porta facendogli sbattere la testa e rimbalzare indietro girandosi.
Ne approfitto e gli sferro un pugno nello stomaco ed un gancio sinistro al mento, facendolo stramazzare sul pavimento svenuto.
Accendo la luce e mi chino a guardarlo.
La cuffia di lana che aveva in testa è scivolata via ed una cascata di capelli biondi incornicia il suo volto.
Cazzo è una donna!!!
Il mio primo istinto sarebbe di aiutarla a riprendersi, ma ripensando al fatto che era interessata ai miei documenti divento cauto.
Cerco qualcosa per legarla, ma non c’è niente di utile, quindi afferro i lembi della sua camicetta e con un gesto deciso faccio saltare tutti i bottoni, gliela sfilo, mettendo in mostra un paio di tette da urlo contenute in un reggiseno di pizzo bianco, poi la strappo a strisce e le lego i polsi.
Vorrei svegliarla con un paio di schiaffi, ma la mia anima di gentiluomo me lo impedisce, allora vado in bagno e inzuppo un asciugamano con l’acqua.
Mentre le faccio degli impacchi sul viso la guardo attentamente: è una bella ragazza sulla trentina, un bellissimo viso dai lineamenti decisi ora rilassati nell’incoscienza.
Lentamente si riprende. socchiude gli occhi, poi rendendosi conto della situazione li spalanca impaurita; due occhi magnifici, azzurri come dei laghetti di montagna!!!
-“Chi sei? Cosa cerchi qui?” – le domando bruscamente.
Nessuna risposta, ma noto che il suo sguardo è divenuto guardingo.
-“Allora?”
Ancora niente.
Le mollo uno schiaffo a mano aperta che le gira la testa e lascia un’impronta rossa sulla sua guancia.
-“Te lo chiedo ancora, chi sei e cosa cercavi qui?” – le chiedo prendendola per il collo.
Silenzio.
Alzo la mano per darle un altro schiaffo.
-“Fermo. Fermo, ti dirò tutto” – mi dice singhiozzando.
Blocco la mano e la guardo duramente.
-“Sono una ladra professionista, specializzata nello spionaggio industriale”.
-“Come ti chiami e cosa cercavi qui?”
-“Mi chiamo Lara e mi hanno pagata perché rubassi la copia del contratto che hai nella valigetta”.
-“Chi ti ha pagato?”
-“Non lo so, ricevo i contratti telefonicamente e poi consegno il materiale in qualche casella postale; non incontro mai nessuno ed il compenso lo trovo sempre nella stessa casella”.
-“Lei non lo sa chi le ha dato l’incarico, ma io sì” – penso.
In gara per l’appalto con la ditta francese siamo in due, noi e la S. srl, una società concorrente.
Rifletto un po’ e penso che questa situazione potrebbe rivolgersi a mio favore.
-“Adesso ti farò una proposta e se rifiuti ti consegno alla polizia. Quanto ti hanno pagata?”
-“Cinquemila euro, 2500 subito ed il resto a lavoro compiuto”.
-“Bene, tu adesso vieni a Parigi con me, dove io ti darò una copia modificata del contratto che tu consegnerai ai tuoi committenti e a lavoro fatto ti aggiungerò altri 3000 euro. Che ne dici?”
-“Ma così perderò la mia credibilità nel giro”.
-“Non perderai niente perché tu avrai fatto il tuo lavoro, nessuno ti ha chiesto di controllare i termini del contratto, quindi tu sei a posto”.
La vedo che sta riflettendo sulla mia proposta, poi un sorriso compare sulle sue labbra.
-“Daccordo ci sto”.
-“Brava ragazza, sei intelligente. Ora, però, per Parigi mancano ancora più di otto ore ed io ho bisogno di dormire”.
-“Beh il letto è abbastanza grande per due, possiamo starci assieme” – dice con un sorriso ironico.
-“Va bene, sdraiati e fammi posto”.
Lei si sdraia con un movimento languido.
-“Non potresti slegarmi?”
-“No cara, abbiamo un accordo ma ancora non mi fido completamente di te”.
-“Ok, però fammi un favore, toglimi le scarpe ed i jeans, non sono abituata a dormire vestita”.
Mi siedo sul letto e le tolgo i mocassini, poi sbottono i jeans e lentamente li faccio scorrere sulle gambe.
Ha un corpo magnifico!!!
Gambe lunghe, affusolate e lisce, un ventre piatto con un piccolo piercing all’ombelico, l’inguine leggermente bombato coperto da un perizoma dello stesso colore e tessuto del reggiseno; la ragazza ama la lingerie di lusso!!!
Si sposta di lato per farmi posto ed io, nudo con solo con le mutande, mi sdraio accanto a lei.
Il calore che il suo corpo emana mi pervade e mi arriva direttamente all’inguine e sento il membro indurirsi nei boxers.
Per sistemarsi meglio mette una gamba sopra le mie e la coscia poggia direttamente sul pene ormai in completa erezione.
-“Uuhhmm” – mugola – “Che bello!!!”
Sposta la gamba e con un movimento fluido si solleva e poggia la testa sul mio inguine.
-“Tiralo fuori” – mormora.
Seppur conscio del pericolo che possa mordermi, non so resistere, abbasso i boxers e metto a nudo il sesso rigido.
Il suo alito mi riscalda il membro, la sua lingua, morbida e umida, lo accarezza, poi appoggia le labbra sulla punta e lentamente se ne fa scivolare una buona metà in bocca.
Un brivido intenso mi attraversa il corpo ed una vampata calda mi arriva alla testa.
Inizia un lavoro di su e giù facendoselo arrivare fino in gola e aspirandomi l’anima.
Non ci vuole molto perché io arrivi al culmine; ma non voglio finire così, ora voglio scoparla.
Mi stacco da lei e scivolando sul suo corpo arrivo all’inguine.
Aggancio il perizoma con le dita e lo faccio scivolare lungo le gambe.
Ora ho il suo sesso nudo davanti agli occhi; un sesso bellissimo, con un ciuffetto ben curato di peli biondi e sotto le labbra turgide e già umide di umori.
Lo contemplo per un lungo momento, poi separo le labbra con due dita facendo apparire, in alto, una piccola clitoride turgida.
Avvicino il viso e, dopo un paio di leccate, la prendo tra le labbra e la aspiro.
-“Ooohhh… Sììì…” – il gemito le esce roco dalle labbra.
Capisco che sto andando nel verso giusto e continuo a leccarla e a succhiarla facendola contorcere dal piacere.
on contento faccio scivolare un dito all’interno della fessura ormai completamente bagnata.
-“Sììììì… Cosìììì… Non ti fermare” – mi incita.
Continuo a leccarla e a masturbarla col dito, finché il suo corpo inizia a tremare.
-“Ooohhh… Sììì… Cosììì… Ora godooo… Vengooo…” – urla ed un rivolo di umori fuoriesce dalla sua figa.
L’orgasmo le dura a lungo mentre mi stringe la testa tra le cosce.
Quando l’ondata del piacere si placa sento il suo corpo rilassarsi.
-“Ooohhh… È stato bellissimo” – sospira.
Mi sciolgo dalle sue cosce e mi distendo accanto a lei; ho voglia di baciarla.
Le nostre labbra s’incontrano e le nostre lingue s’intrecciano.
-“Hai il mio sapore sulle labbra.” – mi sussurra – “Mi piace”.
Solleva la gamba facendo aderire il mio sesso al suo.
-“Vieni, ti voglio dentro”.
Non ho bisogno di guidare il mio membro; la cappella trova la strada da sola tra le sue labbra, è sufficiente una leggera spinta perché il cazzo penetri nella sua figa abbondantemente bagnata e comincio a scoparla con affondi lenti e cadenzati.
-“Non potresti slegarmi.” – mi sussurra all’orecchio – “Così non riesco a muovermi bene e mi fanno male le braccia”.
Annebbiato dal piacere, penso di potermi, ormai, fidare di lei.
Le passo le braccia attorno alla vita e, pur restando immerso in lei, la faccio girare e stendere su di me.
Armeggio con le mani dietro la sua schiena e riesco a sciogliere il nodo che le stringe i polsi.
-”Aahh, finalmente” – mi poggia le mani sulle spalle, si solleva mettendosi a cavallo sulle mie cosce e piantandosi il mio cazzo fino in fondo.
Si massaggia i polsi, poi afferra i miei, li stringe con forza e mi blocca le braccia sul letto.
-“Ora sono io che dirigo il gioco” – mi fa con espressione cattiva.
SMASH!!!
Mi molla un sonoro ceffone che mi sbatte la testa di lato.
-“Intanto ti restituisco lo schiaffo che mi hai dato. Poi che ne dici se ora ti pianto due dita nella carotide e ti mando in anossia?”
Non reagisco, non ne sono capace; il calore della sua figa mi avvolge, togliendomi le forze e la volontà.
-“Ora sei tu che non parli? Facciamo a modo mio”.
Mette le mani dietro la schiena, sgancia il reggiseno e togliendolo lascia liberi i seni, pieni e sodi, che dondolano davanti al mio viso.
Mi poggia le mani sulle spalle e sento i suoi muscoli interni stringersi e rilassarsi attorno al pene, regalandomi un massaggio vaginale da sogno.
Qualche minuto di quel trattamento e sono al limite; cerco di trattenermi, ma senza successo, il piacere mi assale prepotentemente.
-“Non ti trattenere.” – mi dice accorgendosi che sono prossimo all’orgasmo – “Vieni… Vieni, sborrami dentro”.
A quell’invito mi lascio andare e le scarico nell’utero una bordata di sperma.
-“Uugghh… Sììì… Vengooo…” – il gemito che mi esce dalle labbra ha un che di animalesco.
-“Bravo… Sììì… Riempimi… Sììì… Godo anch’iooo…” – e parte per un altro orgasmo stringendomi il cazzo, quasi a volerlo stritolare ed agitando il corpo in una danza frenetica.
Quando si calma si accascia sfinita su di me; siamo entrambi molto sudati ed i nostri corpi s’incollano uno all’altro; ci appisoliamo così a riprendere le forze.
Dopo una mezzoretta la sento scivolare via da me e stendersi al mio fianco.
Giro la testa a guardarla; ha la testa appoggiata ad una mano e mi sta fissando con quegli occhi profondi.
-“Però, per uno della tua età non sei niente male” – mi fa sorridendo.
-“Ehi ragazzina, uno della mia età, non sono mica Matusalemme” – ribatto dandole un buffetto sulla guancia.
-“Il mio voleva essere un complimento. Mi hai fatto godere tantissimo. Sono completamente appagata” – mi dice, quasi scusandosi.
-“Bene, ora, però, dormiamo un po’, io domani devo lavorare”.
Lei appoggia la testa sul mio petto, io le cingo le spalle con un braccio e ci lasciamo andare ad un sonno ristoratore.
-“Signori, manca un’ora al nostro arrivo a Parigi”.
È la voce del conduttore ed un discreto bussare alla porta che ci risveglia; il tenue chiarore del giorno penetra attraverso la tendina del finestrino.
-“Dai Lara, ci dobbiamo preparare; siamo quasi arrivati” – le dico scuotendola per svegliarla.
-“Uuhhmm” – mugola – “Ho ancora sonno”.
-“Dai svegliati. Dobbiamo trovare anche una soluzione per te. La tua camicia è a pezzi e non puoi uscire nuda”.
A quel pensiero si scuote e mi guarda preoccupata.
-“Ieri sera ti ho seguito fino a che sei salito sul treno. Poi senza pensarci sono salita anch’io, ma sono senza biglietto ne documenti, non li porto mai quando lavoro”.
-“Quindi non hai bagaglio?” – le chiedo.
-“Eh no. Avevo un giubbetto che ho lasciato nella carrozza bar, dove mi ero seduta aspettando il momento per venire a cercarti” – ora la sua voce ha una sfumatura di paura.
-“Ok, non preoccuparti, una soluzione la troveremo.” – la incoraggio – “Ora alzati e lavati, vai prima tu”.
Lei fa per scendere dal letto e mi passa sopra strusciando il suo corpo meraviglioso su di me.
-“Buongiorno” – mi dice fermandosi e baciandomi sulle labbra e mettendo la lingua tra le mie labbra.
-“Ehi se fai così arriviamo a Parigi e siamo ancora nudi” – le dico restituendole il bacio ed assaporando il sapore muschiato che ha il suo alito dopo la notte.
Con un risolino scende dal letto e si dirige verso il bagno, regalandomi una stupenda visione del suo fondoschiena.
Dopo un po’ esce, fresca come un fiore ed è riuscita ad aggiustarsi anche i lunghi capelli che le scendono morbidi sulle spalle.
-“Ed ora che facciamo?” – mi chiede chinandosi per prendere reggiseno e perizoma.
-“Ora ti presto una delle mie camice e mentre mi lavo e mi preparo, tu cerca di recuperare il tuo giubbetto al bar”.
-“Va bene” – dice infilandosi i jeans.
Le do una camicia bianca che lei sveltamente indossa.
-“Ti sta un po’ larga, ma sei molto sexy” – le dico sorridendo.
-“Grazie” – fa lei con una smorfietta aprendo la porta per uscire.
Mentre mi faccio la barba penso a come girare la situazione a mio favore.
Ho una copia digitale del contratto su una chiavetta, quando saremo in hotel la modificherò e la farò stampare per darla a Lara da consegnare ai nostri concorrenti.
Mentre mi sto vestendo bussano alla porta, apro e Lara entra; ora indossa un giubbino anch’esso in jeans sopra la mia camicia.
-“Per ora” – le dico – “tieni anche la camicia, quando arriveremo in stazione troveremo qualcos’altro”.
-“OK”.
-“Quando scendiamo stammi vicino come se fossimo una coppia, non vorrei che attirassi l’attenzione di qualche poliziotto. I francesi non sono molto teneri con chi s’introduce clandestinamente nel loro paese”.
-“Capito” – fa assentendo.
Arrivati a Parigi, scendiamo dal treno, lei mi mette una mano sotto al braccio e c’incamminiamo verso la hall della stazione.
-“Qui ci sono 300 euro.” – le dico estraendo delle banconote e porgendogliele – “Lì ci sono una marea di boutique, vai e comprati qualcosa da indossare”.
-“Ma non parlo francese” – mi fa.
-“Non ti preoccupare i francesi, specie se uomini, sono molto accondiscendenti con le belle turiste straniere. Vai, io ti aspetto qui, intanto faccio qualche telefonata”.
Lei si avvia ed io chiamo uno dei miei soci raccontandogli cosa è successo e quali sono le mie intenzioni.
Quando Lara torna ha una grossa busta di carta in mano e sotto il giubbino aperto, indossa un top bianco, molto aderente che mette in evidenza il suo seno.
Che sia molto bella me lo confermano gli sguardi ammirati degli uomini al suo passaggio.
-“Eccomi mi sono comprata un paio di tshirt ed un vestito, più un cambio di biancheria intima. Però ho speso quasi tutto, mi sono rimasti solo 12 euro” – mi dice con aria colpevole.
-“Hai fatto bene. Il denaro non è un problema e sei bellissima”.
-“Grazie” – e sorridendo infila la mano sotto il mio braccio.
Al parcheggio prendiamo un taxi e ci dirigiamo all’hotel.

continua…

Commenti e suggerimenti sono sempre ben accetti, scrivetemi a miziomoro@gmail.com

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