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Racconti Erotici Etero

Vill du knulla med mig?

By 4 Dicembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi trovavo in Erasmus in Svezia da circa un mese. L’esperienza Erasmus era semplicemente incredibile: io, che a casa ero sempre stata una ragazza piuttosto imbranata nelle relazioni sociali, molto insicura e sempre con la paura di non essere abbastanza, stavo scoprendo un nuovo lato di me, la voglia di lasciarmi andare, di divertirmi, di fare cose stupide. Avevo imparato a bere molto più di quanto ero solita fare a casa: in Svezia le feste in casa sono molto diffuse e di solito si comincia a bere dalle sei, per poi andare a ballare e continuare a bere anche in giro. La settimana precedente avevo preso la mia prima sbronza, con tanto di blackout di diverse ore. Aveva fatto schifo a ripensarci, ma era un’esperienza che volevo fare una volta nella vita. Questa storia del ‘voglio provarlo almeno una volta nella vita’ mi stava prendendo la mano. Pensando ‘Tanto sono in Svezia, chi mi conosce!’ mi ero lasciata andare moltissimo, stavo imparando le mie potenzialità come femmina, stavo imparando che potevo anche piacere ai ragazzi, cosa che prima non avevo mai creduto possibile e stavo imparando che potevo avere dei desideri di cui nemmeno sospettavo l’esistenza.

Ho 21 anni. Sono alta 172 per 63 kg, un fisico che finalmente mi soddisfa abbastanza dopo anni di dieta e palestra. Una terza di seno. Lunghi capelli marroni, mossi. Occhi scuri, di solito mi trucco con matita e ombretto nero quando esco.

Avevo incontrato P. perché era uno dei fadder del mio gruppo. Gli studenti presso l’università svedese erano organizzati in ‘sections’, gruppi simili alle confraternite americane: ognuno aveva il suo colore distintivo, la sua bandiera, i suoi cori da stadio. Adoravo questo sistema, mi faceva sentire parte di qualcosa. Ciascuna section era organizzata in fadddergroup, gruppi di circa 15 ragazzi che, soprattutto nelle prime due settimane di orientamento, uscivano insieme, si conoscevano, facevano varie attività. I nostri fadder, tutti svedesi, dovevano aiutarci ad orientarci nel campus e a sistemarci nella nostra nuova vita universitaria. In realtà, organizzavano i preparty e compravano l’alcool, ma andava bene così.

P. aveva attirato il mio interesse da subito. Alto e imponente, un giocatore di rugby, non era particolarmente bello, ma aveva un non so che di interessante. Aveva un profumo penetrante e maschio addosso. La prima sera che l’ho visto si &egrave presentato in divisa, poiché lavorava come guardia di sicurezza in un locale, con tanto di manette che gli pendevano dalla cintura. Inoltre si &egrave sempre comportato come il leader nel nostro gruppo, anche se formalmente non lo era, le decisioni le prendeva sempre lui, dove andare, quando muoverci, organizzava i giochi alcolici, le uscite, le cazzate da ubriachi.. entrambe queste sue caratteristiche mi eccitavano un sacco.

Anche io ho attirato il suo interesse fin dalla prima sera, o almeno così mi disse poi. Negli incontri successivi, gli scambi di sguardi da lontano presto si trasformarono in un vero’ e proprio flirt: parlare assieme, prenderci in giro.. Una sera mi accompagnò a casa anche se abitava dall’altra parte del campus. Non mi piaceva come persona, sinceramente lo trovavo un po’ un cazzone, ma fisicamente mi attraeva tantissimo. Una sera ad un preparty, con la scusa che ero ubriaca, mi fece uscire fuori a prendere un po’ d’aria e ci baciammo, ma la cosa finì li. Mi disse che anche io gli piacevo ‘You’re incredibly beautiful and I wanted to sleep with you since the first time I saw you’.’ Quella sera non volli fare nulla di più di un bacio e tornai a casa, ma quelle parole mi ossessionarono per tutta la settimana successive e continuai a pensare a come sarebbe stato fare sesso con lui, una persona che non conoscevo nemmeno, di cui non sapevo quasi nulla e con il quale sarebbe stato solo ed esclusivamente sul piano fisico.

Quel venerdì sono andata a ballare sapendo di incontrarlo. Mi aveva scritto, qualche giorno prima, apparentemente solo per chiacchierare, in realtà con il chiaro intento di chiedermi se sabato fossi andata da K., la discoteca del campus. Era in programma uno schiuma party e nessuno dei miei amici voleva andarci perché pensavano (giustamente) che bagnarci fradici non sarebbe stato il massimo nel clima svedese. Ma alla fine li convinsi, dicendo che non in tutte le sale della discoteca avrebbero messo la schiuma e potevamo anche scegliere di non bagnarci.

Per altro, quella sera al preparty avevo bevuto un po’ ed ero mezza ubriaca. Avevo conosciuto degli altri ragazzi svedesi, che per fare gli scemi mi avevano insegnato a dire ‘Vill du knulla med mig?’ che significa ‘Vuoi scopare con me?’. Avevo il presentimento che mi sarebbe stata utile.

Lo vidi mentre stavo ballando, era vicino al bar. Gli sorrisi e continuai a ballare, ma lui mi fece cenno di avvicinarmi. Andai da lui, parlammo un po’, flirtando. Gli dissi la frase che mi avevano insegnato, si mise a ridere.

‘Ti hanno detto anche cosa vuol dire?’

‘No’ risposi ‘Ma mi hanno detto che nessun ragazzo mi dirà di no se la uso’

Rise ancora, disse che avevano ragione. Poi diventò serio. Mi chiese se ero ancora dell’idea di non fare nulla, mi disse che aveva visto i miei sguardi e sapeva di interessarmi. Gli risposi che non ero sicura, che non avevo mai provato nulla del genere prima e che era strano per me. Non lo conoscevo nemmeno..

Mi disse di pensarci, che la sua porta era sempre aperta. Ci dividemmo. Continuai a pensare’ a quello che mi aveva detto, non riuscivo a concentrarmi su nient’altro e ogni volta che lo incrociavo per caso passando da una sala all’altra mi veniva un tuffo al cuore. Alla fine presi la mia decisione e andai da lui. (i dialoghi si svolgevano in inglese)

‘Ehy! Mi offiresti qualcosa da bere?’.

‘Certo!’

Al bancone del bar, accanto a lui, mentre aspettavamo il nostro turno cominciò ad accarezzarmi la schiena, dolcemente. Non potevamo farci vedere, perché in quanto fadder non gli era consentito provarci con qualcuno del suo gruppo. Il loro compito era essere come delle guide per noi e se lo avessero visto lo avrebbero buttato fuori. La cosa rendeva il tutto ancora più eccitante.

Aspettavamo da un po’che il barista si accorgesse di noi e ci servisse da bere. Le sue carezze si facevano sempre più insistenti ed esplicite, arrivando a sfiorare anche il culo. Mi teneva premuta contro di lui e io mi sentivo sempre più eccitata. Complice la musica alta e il casino, nessuno poteva vederci o sentirci. Cominciò a sfiorarmi anche il collo e darmi dei piccoli baci sui capelli e inspirare il mio profumo.

A un certo punto si chinò e mi disse all’orecchio ‘Cosa ne dici di andare a bere qualcosa da me? Ho del vino.. e a casa sarebbe molto più bello perché non dovrei fingere di non essere attratto da te..’

Lo guardai. Mi stavo eccitando sempre di più.

‘Ok’

Gli dissi che andavo a prendere la giacca al guardaroba, di aspettarmi fuori. Riuscì anche a incrociare le mie amiche italiane e dirgli che andavo a casa presto perché ”avevo tanto mal di testa…’

Mi aspettava fuori. Mi prese la mano e ci incamminammo verso il quartiere degli studenti dove si trovava la sua camera. Il tragitto era breve. Mi disse che stava solo aspettando di essere fuori dalla vista di qualcuno che conoscevamo per baciarmi.

Arrivati sotto il suo portone, la strada era deserta. Lo trattenni per la mano e gli dissi ‘Non dovresti aspettare ora’ Ci baciammo, appassionatamente e nonostante il freddo della sera la mia eccitazione salì alle stelle.

Arrivati di sopra mi offrì da bere. Parlammo qualche istante, poi disse che avrebbe messo su un film qualunque per rendere l’atmosfera più rilassata. Scelse un cartone animato, spense le luci lasciando solo quella dello schermo e mi fece sdraiare sul letto accanto a lui.

Tre secondi dopo l’inizio del film ci stavamo già baciando di nuovo. Un minuto dopo ero già senza reggiseno.

Mi fece eccitare tantissimo. Non ero mai stata così bagnata’ e desiderosa di cazzo. Al tempo stesso però ero ancora un po’ timida, perché era la prima volta fra noi e non &egrave che avessi tutta questa esperienza. Allora per farmi rilassare cominciò a dirmi che ero bellissima e che non aveva mai desiderato così un’altra ragazza in vita sua. Le sue parole, il tono caldo e carezzevole della sua voce, il suo profumo maschio e sexy mi inebriarono completamente e’ smisi di avere dubbi. Inizialmente ero sopra di lui, ma appena fui nuda mi fece girare sulla schiena e scese dolcemente fino al mio sesso, baciandomi. Cominciò a darmi piacere con la sua lingua finché non venni una prima volta, gemendo.

A quel punto gli chiesi se potevo fare lo stesso per lui. Non per vantarmi, ma sono piuttosto brava nei pompini. Inoltre P. non era particolarmente dotato, il che rendeva la cosa più semplice. Si godette il pompino per un po’, senza farmi mancare i complimenti. Ma mi fece smettere presto: entrambi volevamo qualcosa di più. Mise il preservativo ed entrò in me. Non fece male come mi aspettavo, probabilmente proprio perché era così poco dotato. Ciononostante io sono molto stretta e anzi, avevo sempre provato dolore in precedenza, per cui fu una splendida sorpresa e ben presto giunse il piacere.

La prima volta venne molto in fretta, per cui non feci in tempo a godermelo appieno. Non sapevo però che avremmo continuato per le successive 3 ore, quindi non c’era di che preoccuparsi.

Andò rapidamente in bagno, ma subito dopo tornò accanto a me. I miei baci e le mie carezze ben presto lo fecero eccitare di nuovo. Baciandomi e ripetendomi quanto era bello essere lì con me, lo facemmo di nuovo e stavolta mi portò all’orgasmo.

Dopo averlo fatto la seconda volta, io ero molto assonnata. Gli orgasmi mi mettono sonno e ne avevo già avuti due. Gli dissi che volevo dormire un pochino, lui mi accarezzò dolcemente e mi baciò a lungo, poi mi coprì e mi lasciò dormire un quarto d’ora. Quando riaprì gli occhi mi baciò nuovamente, con tenerezza. Io però volevo andare a casa perché ero convinta di non voler passare la notte li. Mi alzai dal letto e cominciai a rivestirmi. Lui provò in tutti i modi a convincermi a restare. Disse tutto ciò che poteva dire e alla fine gli venne in mente l’unico modo efficace: non parlare.

Si alzò, mi prese per i fianchi e mi sbatté contro la porta dell’armadio accanto a cui mi stavo vestendo, baciandomi appassionatamente. Immediatamente mi senti sciogliere di nuovo le ginocchia e il desiderio rimontò dentro di me. Dopo due orgasmi ancora non ne avevo abbastanza! Mi prese per le gambe e mi prese in braccio, allacciata a lui, continuando a baciarmi appassionatamente. Mi piaceva da morire, nessun ragazzo mi aveva mai presa così, perché anche io sono alta e non tanto leggera, ma lui era così forte.. sentivo i suoi muscoli sotto le dita, il suo respiro sulla sua pelle, la sua voce, il suo odore’ Sentivo che si stava eccitando di nuovo. Con la coda dell’occhio vidi la porta del bagno aperta e allora mi venne un idea. Perché non realizzare un’altra fantasia?

‘Che ne diresti di fare questo’sotto la doccia?’

Mi guardò in modo strano, ammirato ed eccitato. Un attimo prima volevo andare a casa e’ un attimo dopo stavo chiedendo di più. Ma entrambi non ne avevamo abbastanza.

Aprì l’acqua della doccia e scivolammo dentro’cominciammo a baciarci e toccarci sotto il getto d’acqua calda, aumentando l’eccitazione di entrambi. Poi di nuovo mi prese in braccio e stavolta me lo mise dentro, cominciando a sbattermi furiosamente contro il muro della doccia. Era la cosa più eccitante che avessi mai fatto. Purtroppo durò poco perché eravamo già abbastanza stanchi e farlo così era faticoso. Spegnemmo la doccia e, dopo esserci asciugati con lo stesso asciugamano, baciandoci e toccandoci ancora, tornammo a letto, dove concludemmo con un bel 69. Anche il 69 non mi era mai piaciuto, ma con lui veniva così facile. Sapeva esattamente cosa quando stavo per venire ed era in grado di far salire e scendere la mia eccitazione a suo piacimento.

Alla fine ero molto stanca, 4 orgasmi erano più che abbastanza (o almeno così credevo). Mi abbandonai di fianco a lui, e P ricominciò subito a baciarmi e sfiorarmi, senza dare cenno di essere stanco a sua volta.

‘Che stai facendo?’

‘Penso che ti meriti ancora qualche orgasmo’

‘Mi merito? Per cosa?’

‘Perché sei così incredibilmente bella’

Lo baciai, divertita, ma non lo lasciai continuare. ‘Aspetta un attimo, stiamo un po’ qui insieme prima’. Restammo abbracciati ad ascoltare il nostro respiro e il battito dei nostri cuori che si calmava. Dopo poco però P. ricominciò a baciarmi, come se fosse tanto attratto da me da non poterne fare a meno.

Allora, per parlare ancora un po’ e non ricominciare subito gli chiesi ‘Ti ricordi quella sera’ eravamo a una festa’ e tu mi hai preso in giro riguardo al soprannome del faddergroup G”

Sembrò un po’ confuse, poi ricordò: ‘Il punto G?’

‘Sì quello.. che io non sapevo il nome in inglese, invece tu hai pensato che davvero non sapessi che cos’era..’

‘E lo sai o no?’

Restai in silenzio. In realtà non ero sicura di aver mai provato un piacere paragonabile al punto G, almeno per come viene descritto.

‘Posso farti vedere dov’&egrave’

‘Lo sai?’ chiesi, sbalordita

‘Certo che lo so’

Mi fece sdraiare sulla schiena e scese in mezzo alle mie gambe. Ricominciò a leccarmi per farmi bagnare di nuovo, poi si inumidì l’indice con la saliva ed entrò in me.

‘&egrave proprio’ qui’

Cominciò un movimento prima lento e poi sempre più veloce, andando verso l’alto, come ad uncino. Incredibilmente, cominciai a provare piacere come non mi era mai successo prima, in un modo incredibilmente intenso e concentrato. Appoggiò l’altra mano sul monte di Venere, premendo, e questo non fece che aumentare la sensazione di piacere.

Ero molto più eccitata del solito, già nel sesso non mi trattengo e gemo molto, ma quella volta davvero ero fuori controllo.

‘Aaahh.. sì..sììì.. cazzo’ che bello” gemevo in Italiano, tanto che lui a un certo punto si interruppe un secondo per chiedermi cosa voleva dire ‘cazzo’. Gli intimai di continuare, pregandolo, desiderandolo e mi accontentò

Dopo alcuni minuti di quella dolce tortura venni inarcando la schiena e gridando. Lui si accorse che ero venuta, si tolse da in mezzo alle mie gambe e si avvicinò per baciarmi. Non appena posò le sue labbra sulle mie, lo ribaltai sul letto e cominciai a baciarlo a mia volta, per esprimergli quanto fossi incredibilmente felice.

‘Sei incredibile’

‘Anche tu’

Ci baciammo ancora un po’, poi lui propose: ‘Sai, ho sentito dire che le donne a volte possono avere un orgasmo ‘al quadrato’ se vengono tante volte di seguito’

Io, incredula ‘Vorresti farmi venire di nuovo?’

‘Direi che te lo meriti’

‘Per cosa?’

‘Per essere così incredibilmente bella’ ripeté per la seconda volta e questa cosa mi lusingò e mi riempì di gioia.

Per la seconda volta scese in mezzo alle mie gambe e cominciò a darmi piacere. Se prima ero eccitata, adesso ero davvero fuori controllo, gridavo, gemevo, dicevo il suo nome e un sacco di ‘cazzo che bello’ in italiano, che mi procuravano delle occhiate divertite perché si rendeva conto che era un espressione di piacere, anche se non la capiva.

Alla fine mi fece venire di nuovo, per la sesta volta quella sera. Questa volta restai coricata sul letto, ad occhi chiusi, con il fiatone, sentendo una sensazione stranissima allo stomaco, come se avessi corso a perdifiato. P cominciò a darmi piccoli baci su tutto il viso, finché non risposi alle sue attenzioni.

Tirò su la coperta su entrambi, mi fece stendere sul fianco e mi abbracciò da dietro, intrecciando le sue dita con le mie. Nonostante avessi detto che non avrei dormito lì, a quel punto ero troppo assonnata per andarmene e stavo così bene lì, accoccolata sul suo petto, con le sue braccia attorno a me e il battito del suo cuore a conciliarmi il sonno. Ci addormentammo così, alle 5 del mattino, dopo la notte di sesso più incredibile della mia vita.

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