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Racconti Erotici Etero

Vuoi un passaggio in macchina?

By 4 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Guardo la mia amica Marina.

Non ho intenzione di fare altro. Di certo non ho intenzione di impedirle di fare nulla. Non adesso.

La guardo. Lì, inginocchiata tra il sedile ed il volante della mia macchina, mi tira giù la zip dei pantaloni. Non credevo che una persona potesse stare così agevolmente in quello spazio. Nemmeno nei miei sogni erotici più strani ho mai pensato di far inginocchiare una mia partner nello stretto spazio tra il sedile del guidatore ed il volante della macchina. Soprattutto una ragazza come Marina! Sebbene io sia molto legato a quella che posso definire la mia migliore amica, non posso non ammettere infatti che Marina &egrave una ragazza decisamente in carne. Nonostante la sua mole, Marina adesso &egrave inginocchiata lì davanti a me, impegnata a sfilarmi leggermente i jeans.

Sebbene io indossi ancora gli slip, la mia erezione &egrave comunque ben visibile. Con uno sguardo visibilmente soddisfatto per la mia reazione, o quantomeno per la reazione del mio membro, alle sue azioni, Marina inizia ad accarezzarmi dolcemente il pene con il palmo della mano. Vedo, e soprattutto sento, la mano destra della mia amica andare lentamente su e giù per la mia biancheria, dalla cima della cappella fino al perineo. Non credo che il mio attrezzo potrebbe essere più rigido! Marina mi osserva attraverso i suoi occhiali neri. Quadrati. Un po’ da nerd, direi. Cerca il mio apprezzamento. Come se il mio pene ed i miei respiri leggermente affannosi non bastassero!

Sorridendomi, abbassa leggermente l’elastico dei miei slip. Subito, il mio pene schizza fuori dalla biancheria; ora si erge dal pube glabro come un’asta. Lo sguardo di Marina rivela una certa soddisfazione. Immagino più per il risultato ottenuto dai suoi gesti che dall’effettiva dimensione del mio membro. Da quanto letto su internet a riguardo delle misurazioni medie e da quanto vedo dai miei compagni di squadra negli spogliatoi, ritengo infatti di avere una misura del pene perfettamente nella media. Qualunque sia il suo pensiero, Marina afferra il mio membro con la mano, ed inizia a masturbarmi. Il mio respiro ora si fa decisamente affannoso. Per quanto io mi masturbi abitualmente, non avevo mai immaginato di passare una serata in macchina a farmi fare una sega dalla mia migliore amica. Oltretutto, ci sa decisamente fare! Marina fa andare la sua mano destra su e giù lungo l’asta del pene a ritmo lento e costante, accompagnando al gesto un movimento rotatorio del polso. Finalmente una ragazza in grado di fare una sega come si deve! Iniziavo a credere che solo le attrici pornografiche avessero questo dono!

Guardandomi negli occhi con sguardo malizioso, Marina si lecca la mano destra, dal polso fino alla punta del dito medio. Poi, con la mano umida, riprende a masturbarmi. Ammetto di avere paura che qualcuno ci scopra, qui, nel parcheggio antistante il condominio in cui abita Marina, ma non riesco a smettere di osservarla farmi la sega. Come la più esperta delle attrici pornografiche, Marina fa colare un filo di saliva sulla cappella del mio pene, poi riprende il suo lavoro.

Su e giù. Su e giù. Su. Giù. Su. Giù. La sua mano fa un lavoro che io stesso non sono in grado di fare così bene.

‘Non pensavo fosse così brava in questo genere di cose.’ le faccio presente scherzosamente. ‘Ma io so fare decisamente di meglio!’ La sua risposta mi spiazza. Fissandomi negli occhi, inizia a leccarmi la cappella. Vedo la sua lingua muoversi in circolo sulla sommità del mio pene. Un giro. Due giri. Tre giri. Poi, dopo aver sputato un altro po’ di saliva sul pene, se lo infila in bocca. La sua bocca va su e giù. Sempre più in profondità. Ad ogni apertura. Vedo il mio pene sparire sempre più all’interno della bocca di Marina. Sento il mio pene andare sempre più in profondità nella gola di Marina. Non avevo mai ricevuto un trattamento simile. Sono eccitatissimo!

Le afferro i capelli. Lisci. Lunghi fino a metà del collo. Neri. Corvini, direi. Tinti. Le ho visto cambiare colore dei capelli almeno tre volte da quando la conosco. Credo che naturalmente sia bionda, ma devo ammettere che, nonostante il colorito decisamente chiaro della sua carnagione risulti marcato ancor di più dall’attuale nero dei capelli, questa tinta le dona. Tenendole saldamente i capelli, accompagno i movimenti del suo pompino. Non voglio assolutamente che smetta! E lei non sembra volerlo fare. Gradualmente, Marina aumenta sempre più la velocità del suo gesto. Su e giù. Su e giù. Le sue labbra accentuate dal rossetto color ciliegia scorrono desiderose lungo l’asta del mio pene. Bisognosa di riprendere fiato, ogni tanto, Marina sostituisce le labbra con le sue mani. Con le sue sapienti mani, che riescono nell’impresa di non fare rimpiangere troppo le sue labbra.

Durante una di queste ‘pause’, mi cade l’occhio sulla profonda scollatura a U della sua maglia, nera a maniche corte. Non &egrave possibile non notare la quinta misura del seno di Marina. Sarà un po’ sovrappeso, non molto attraente e non un granché femminile nei modi di fare, ma le sue tette non meritano assolutamente repliche. Grandi. Enormi! E naturali. Tonde. Sode. Almeno all’apparenza. Non le ho mai toccate. Ma ho sognato più volte di poterlo fare! Quando si parla di tette, soprattutto grandi, non c’&egrave amicizia che possa fermare la fantasia. E ora la fantasia può diventare realtà.

Allungo la mano destra verso il suo petto. Le scosto leggermente la maglia, scoprendo il reggiseno. Di pizzo. Nero. Non mi aspettavo di trovare un indumento di una tale classe addosso ad una ragazza vestita sempre con jeans e maglietta. Una piacevole sorpresa! Così come quella che traspare dai suoi occhi in seguito al mio gesto. E non solo dagli occhi. Subito, infatti, Marina smette di masturbarmi e si prodiga per abbassare maglia e reggiseno per tirare fuori le sue enormi tette. Questione di attimi che tuttavia sembrano interminabili a causa del mio desiderio di vedere finalmente i suoi capezzoli. E, quando finalmente il seno &egrave libero dalle imposizioni di reggiseno e maglia, Marina mi stupisce nuovamente. Applicati ai capezzoli, chiari e turgidi, vedo due piercing argentati ad asta, terminanti in piccole palline. Credo che la mia sorpresa sia ben visibile dallo sguardo. ‘Non li avevi mai notati?’ mi chiede maliziosamente. ‘Pensavo li avessi notati viste tutte le volte che mi fissi la scollatura.’ Ha ragione. Devo ammetterlo.

Avvicino nuovamente la mano al suo seno. L’eccitazione del momento mi ha ormai tolto ogni freno inibitore. Ora che le ho viste, devo sapere che consistenza hanno le tette di Marina. Tocco la mammella sinistra. La tasto. La palpo. E’ come immaginavo. Sono sode. ‘Ti piacciono?’, mi chiede con tono malizioso. Che domanda stupida. E retorica. Certo che mi piacciono! E lei lo sa benissimo. Tuttavia, non ho intenzione di darle la soddisfazione di sentirmi ammettere che sono innamorato del suo seno. Così, rispondo in maniera semplice e superiore. ‘Molto’. ‘Vuoi provarle?’ Ora invece non risponde proprio. Non ho ben chiaro che cosa voglia dire.

Vedendomi esitante, Marina mi prende il pene e lo avvicina al seno. Poi, lo inserisce tra le due tette. Ora ho capito cosa voleva chiedermi. ‘Sì, mi piacerebbe provarle.’ rispondo con tono ironico. Sorridendomi, si stringe i seni tra le mani ed inizia a muoverli su e giù. Non solo ho visto il seno di Marina. Non solo l’ho palpato. Ora &egrave anche fonte di grande piacere. Non avevo mai sperimentato la spagnola. Ma ammetto che desideravo di poterla praticare. Tutti gli uomini desiderano sperimentare la spagnola! E poi chissà perché si chiama così. Spagnola, intendo. Non che mi interessi particolarmente, in realtà. Soprattutto in questo momento. Non c’&egrave che dire. Marina &egrave proprio abile! Prova anche a leccarmi il pene. Non ci riesce. Il mio membro si perde infatti nel mezzo delle sue enormi tette. Che peccato! Non mi sono mai lamentato delle misure del mio pene. Non ho mai avuto bisogno di farlo. Ma ora lo faccio! Non ho alcuna intenzione di lamentarmi del seno di Marina infatti. Il mio membro scorre all’interno del solco intermammario sempre più velocemente. Marina aumenta la lubrificazione facendovi colare sopra della saliva.

Su e giù. Su e giù. Che sensazioni mai provate. Su. Giù. Inizio a muovere il bacino avanti ed indietro per aumentare ancora il piacere. Su. Giù. Vorrei che questo movimento duri per ore. Ma non sarà così. Non ce la faccio più. Sento che sto per venire. ‘Mari…’ dico con voce bassa. Ansimante. ‘Sto per venire.’ Marina &egrave mia amica. Mi dispiacerebbe sporcarla. Ma lei non smette di masturbarmi. Continua. Incessantemente. Provo a trattenermi. E’ inutile. Esplodo in uno spasimo.

La sporco. E molto. Seno. Capezzoli. E piercing. Mani. Collo. Labbra. Guance. Occhiali. Mi sorride. Poi si lecca le dita. Si lecca i capezzoli. O meglio, i piercing. Non dovevo preoccuparmi di sporcarla! Marina lascia lo spazio angusto in cui era inginocchiata e torna a sedersi sul suo sedile. Si riveste e pulisce con un fazzoletto di carta, mentre io faccio lo stesso. Poi, mi saluta con un bacio sulla guancia, come &egrave consuetudine fra amici, e scende dalla macchina. ‘Alla prossima.’ mi dice prima di chiudere la portiera. Credo che le darò dei passaggi molto più spesso d’ora in poi.

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