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Racconti Erotici Etero

whatsapp

By 5 Agosto 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Ore 23. Whatsapp da Paola: immagine.
La sua foto Davanti allo specchio era fantastica. A gambe aperte si stava masturbando con un enorme vibratore. Il messaggio diceva spero ti piaccia quanto sto facendo per te. Mi volevi porca ? eccomi!
Era un vibratore enorme, viola con la punta rotante e mi immagino il suo imbarazzo nell’andare ad acquistarlo ed anche la profonda eccitazione tra le sue gambe.
Mi stava regalando l’emozione di vederla toccarsi.
Partii subito ed alle 24 ero a casa sua, pronto a giocare con lei’ una pazzia visto che avevo fatto oltre 100 km per vederla.
Mi accolse nuda, con una mini sottoveste ed il vibratore tra le sue labbra’ Le chiesi uno spettacolo per me. Accendemmo una musica soft, ed iniziò lentamente a ballare, muovendosi languidamente e carezzandosi sopra la seta della veste.
Le sue mani accarezzavano voluttuosamente i fianchi alzando di poco la veste, per poi prendere e stringere il seno a piene mani.
I suoi capelli erano raccolti e la sua mano carezzava voluttuosamente il colle e le dita disegnavano il contorno delle labbra vermiglie.
Si stese sul letto ed accese il vibratore rotante, sfiorandosi il seno e aprendo le gambe alla mia vista.
Le labbra erano appena aperte e si intravvedeva il luccichio del suo nettare, e quando le sue dita iniziarono un lento massaggio si aprirono gonfiandosi di eccitazione, anche da lontano si vedeva il suo clitoride far capolino.
I suoi capezzoli a punta, facevano capolino sotto la sottoveste, e lei li massaggiava delicatamente con una mano, tenendosi aperta le labbra della figa con l’altra.
Si avvicinò a me e con una sciarpina mi legò le mani alla sedia e iniziò a ballarmi intorno facendomi baciare il suo seno e allontanandosi appena iniziavo a lambire i suoi capezzoli duri e rugosi.
Impazzivo di desiderio, il pene mi scoppiava, ma ora era il mio turno di soffrire.
Mi mostrava il suo culo e la schiena ballando in modo sempre più sensuale, il vibratore sfiorava le sue cosce ed entrava nella sua piccola vagina glabra e bagnata.
Ero in estasi. Mi tolse i pantaloni e si impalò subito su di me, legato ed impossibilitato ad toccarla. Il seno mi ballava davanti e i capezzoli sfioravano le mie labbra.
Mi fece leccare il vibratore per lubrificarlo e poi se lo inserì nel culo, senza che potessi toccarla.
Si mise a terra a quattro zampe davanti a me, il vibratore le usciva dal culo e le sue mani aprivano le grandi labbra ed entravano in lei sempre più lucide di umori.
Ogni tanto si girava e mi baciava e leccava il pene succhiando la punta e la perla di eccitazione che ne scaturiva.
Andò in cucina e prese della panna spray e se la spruzzò sui seni, come neve sui capezzoli, ed iniziò a leccarla voluttuosamente, poi prese di mira il mio uccello e con una lentezza esasperante, metteva piccoli spruzzi sulla punta e poi li leccava, passandosi la lingua sulle labbra, quasi a gustarsi il sapore.
Infine si sedette sopra di me ed iniziò ad impalarsi, strofinando il suo clitoride finch&egrave non iniziai a sentire del liquido caldo che usciva da lei a spruzzi, come se stesse facendo la pipi.
Continuava a scoparmi e ad inondarmi del suo liquido magico e si contorceva suo mio corpo, strofinandosi su di me con le mani legate impossibilitato a toccarla se non con la lingua quando si avvicinava a me.
Sapeva di panna di sudore e di muschio chiusi gli occhi e venni in lei tutto il mio piacere.
Non paga e non sazia, prese il mio pene, ormai privo di vigore, tra le labbra leccandolo ed ingoiandolo, passando la lingua sul sul glande.
Sobbalzavo ad ogni suo tocco, immobile e legato in balia delle sue voglie.
Mi mordeva e mi leccava passando la lingua sui capezzoli che mai avevo saputo così sensibili.
La mia erezione si fece di nuovo prepotente. Paola mi slegò portandomi sul letto per legare nuovamente le mani e bendarmi, come io avevo fatto a lei.
Si mise sopra di me e fece colare sulla mia bocca tutti i nostri umori. Il suo clitoride era gonfio: leccai, morsi e lascai che si strofinasse sulle mie labbra e venne su di me, in una pioggia che mi bagnò il viso.
Si impalò sul mio pene duro allo spasimo e mi tolse la benda dagli occhi; le mani stringevano i seni strizzando i capezzoli, le labbra semiaperte e gonfie per l’eccitazione sembravano un disegno di Manara’ inarcava la schiena ed io spingevo in lei come una furia, solo con la forza del bacino.
Venni di nuovo ed oramai albeggiava’. Ci addormentammo abbracciati, come la notte e l’aurora.

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