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Racconti Erotici Etero

Willkommen … Verboten

By 8 Settembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Non c’erano mai stati, Mirella e Renato, ma ne avevano sentito parlare un gran bene. Del resto, non solo i pieghevoli pubblicitari ma documentari e fotografie testimoniavano l’incanto di quei luoghi. Territorio italiano a tutti gli effetti, ma con forti componenti straniere che ne aumentavano l’attrattiva.
I cartelli che indicavano luoghi e attività in due lingue erano qualcosa di nuovo. Che invitava.
Panificio ‘ B’ckerei. Frutta ‘ Obst. Piazza ‘ Platz. Via ‘ Stra’e. Una lunga insegna, per me quasi impronunciabile, Wurstwarengesch’ft, col sottotitolo in italiano, salumeria.
Certo vuoi mettere come fa fine, sedersi al caff&egrave e invece di dire buongiorno al cameriere, dirgli guten Tag Keller?
Quello che li lasciò sorpresi, a bocca aperta, fu la risposta. Non era né in italiano né in tedesco.
Renato azzardò un timido ‘scusi?’.
L’uomo, compitissimo, si chinò leggermente.
‘Le ho risposto in Ladino, signore. La lingua che parliamo in paese.’
‘Ah!’
‘Il nostro Ladino. Perché varia da valle a valle.’
Renato sorrise cortesemente, cercando di uscire dalla confusione che andava annebbiando la sua mente.
Bilinguismo, d’accordo.
Nell’Hotel’ che era in perfetta architettura locale, con balconi e davanzali fioriti, tetti spioventi, e tanto verde intorno, al limitare di un folto bosco, una grosso cartello sul banco della reception ‘WILLKOMMEN’.
Il giovane impiegato, tirato a lustro, con un bel viso rosato e biondi baffetti a ‘mosca’, dette loro il benvenuto, perché questo non c’era scritto in italiano, e assicurò che tutto era pronto. La suite d’angolo sarebbe stata certo di loro gradimento. Pregava di attenersi agli orari per il Fr’hst’ck e l’Abendessen, in quanto i signori avevano scelto la mezza pensione, halbe Pension.
Altri cartelli, in giro, nell’ascensore, nei corridoi, e perfino nella suite. Tutti cominciavano con ‘VERBOTEN’.
Renato lo chiese al ragazzo che portò loro il bagaglio.
‘Significa ‘VIETATO’, signore.’
Il giovane assicurò che l’auto era stata portata nella rimessa.
Accettò la mancia ringraziando con un lieve movimento della testa, uscì, chiuse la porta.
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Mirella era raggiante, non solo per la gita, il luogo, l’essere vicina e sola con lui, cosa che attirava sempre entrambi, anche dopo tanti anni di matrimonio, ma perché questi giorni sarebbero stati una vera oasi di pace, lontani dalle occupazioni e preoccupazioni quotidiane, che sono tante per una padrona di casa.
Renato sprizzava felicità da tutti i pori.
Vuotarono il bagaglio, sistemarono le loro cose nell’armadio, nei cassetti, sui ripiani del bagno’
Una doccia ristoratrice, e giù al bar, sulla porta del quale era la scritta ‘Café’.
Cicaleccio sommesso di molti ospiti intenti a bere qualcosa. Parlavano un tedesco un po’ duro, alquanto ‘ach’! Non erano molto giovani, in genere, ma non mancava qualche coppia non anziana, abbastanza bene in carne, con simpatiche rappresentanti femminili che ricordavano la pittura fiamminga.
Il cameriere, gentilmente e con l’aria di chi svela un segreto di stato, disse che erano tedeschi abitanti al confine con l’Olanda.
Renato allungò la mano, e strinse quella di Mirella che, senza dubbio, era più bella e attraente di tutte le altre, e lei lo sapeva.
Si, molto attraente Mirella, nella sua splendida maturità che aveva accresciuto e non attenuato il suo sex-appeal.
Renato andava ricordando la prima vota che erano stati insieme e come ogni volta fosse ancora più voluttuosa delle precedenti.
Era seduto sulla poltrona posta sul balcone che, curvando, abbracciava due lati della suite. Le tenebre erano cadute da qualche ora, ma nonostante il buio si scorgevano gli alberi che si stagliavano sul fondo e che conferivano un certo ché di familiarità all’ambiente.
Fece sedere Mirella sulle sue gambe, alzandole la gonna, dopo aver abbassato la zip dei pantaloni e liberata la prepotenza del fallo. Scostò lentamente il pizzo delle mutandine, sentì l’umido della linfa che distillava dalla tiepida ed accogliente vagina. La penetrò lentamente, sempre più travolti, entrambi, dall’ardore che li univa e li elevava al più alto dei godimenti. Insieme, nello stesso momento. Un meraviglioso incontro di sessi, naturale incontro, di fronte alla natura.
Quella notte dormirono abbracciati, e la mattina rivissero gli stessi momenti’ tanto conturbanti’ che quando la cameriera entrò, quasi all’improvviso, convinta che la suite fosse libera, sorrise leggendo nei loro occhi quanto era da poco accaduto.
Sembravano due giovincelli.
Non lo erano più, anagraficamente, ma dalle loro parti &egrave sempre attuale il motto: ‘Fin che ghe n’&egrave, viva ‘l re!’
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Mattina trascorsa nella serena pace del giardino.
Nel dondolo di fronte, a rischio che il peso compromettesse l’equilibrio, tre simpatici stranieri, del gruppo tedesco.
Un ben piazzato ‘lui’ in mezzo, e due giunonici esemplari femminili ai lati. Quello di destra, abbastanza giovane, forse sulla quarantina, si distingueva per la mole degna di Rubens, per il colore delle gote, il colore dei capelli, biondissimi, e per il prosperoso seno, fianchi tondeggianti e gambe bene in carne ma non sformate.
Gonna chiara, a fiori, blusa monocolore, rosa pallido, scarpe basse, tipo sandalo, capelli raccolti, a coda di cavallo; lunga.
Quando si alzò, Mirella dette di gomito al marito. Ma non ce n’era bisogno, lui la stava osservando, quel tocco di donna, e non impassibilmente. Quella ‘montagna di panna’, come l’aveva mentalmente battezzata, meritava proprio una bella ‘montata’.
Alta almeno uno e ottanta, tette non al di sotto della sesta, sedere in proporzione. Non sembrava una donna ‘grassa’, ma una bene in carne.
Una specie di ‘montagna russa’, pensò Renato, dove il suo ‘carrello’ ne avrebbe volentieri percorso il saliscendi prima di nascondersi nella grotta delle sorprese.
Pensiero impudico, gli disse il suo censore interno. E fu spinto a pensare a Mirella, quando la vede che gli gira intorno in mutandine e reggiseno; quando &egrave stesa sul letto, nuda, col sesso provocante, invitante, e lui si china, la lambisce lentamente, la carezza, la penetra col medio della destra, mentre il pollice e l’indice dell’altra mano sfregano dolcemente il clitoride’ e lei viene’ anche due o tre volte, prima di rivolgergli lo sguardo che dice: adesso’ caro’ adesso’
E poi &egrave bello, dopo, vederla estatica, sognante, abbandonata, come se fosse assente. O forse rivive il recentissimo accaduto.
E’ incantevole, Mirella, affascinante. La sua calda maturità, lussureggiante e sensuale, attrae gli uomini, anche i molto giovani. Renato se ne accorge, nota i loro sguardi bramosi, ascolta i loro commenti, sa che la vorrebbero possedere. Ed &egrave dibattuto tra l’orgoglio di avere una donna così bella e concupita, e la gelosia’
E c’&egrave anche la’ coda di paglia’ la sua: per le, diciamo così, scappatelle. Anche intra moenia!
Senza parlare della ‘preda’ che ha già individuata e puntata, nella loro città, che deve catturare, assolutamente, anche se non vale neppure un ‘pelo’ di Mirella. Orgoglio del cacciatore. Fierezza del maschio che si sente superiore. Scoparsela sotto gli occhi del marito di lei: esaltazione del conquistatore!
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‘Friseur f’r Damen’.
Mirella aveva osservato quel cartello, nella hall, e pur senza conoscere il tedesco, aveva compreso, dalla foto, che si trattava di un Parrucchiere per Signore, proprio quello che cercava lei.
Era in paese, collegato all’albergo con ottimo servizio di navetta. Indispensabile un appuntamento. Dalle 0900 alle 1900, diceva l’avviso. Prenotarsi dal portiere.
L’inappuntabile addetto alla portineria, telefonò.
‘Possibile Morgen, domani, signora. Io credo ottimo orario, sicuro lei troverà molto pene!’
Mirella lo guardò sorpresa, si domandò se l’uomo avesse capito che lei voleva solo una messa in piega, che c’entrava quel ‘molto pene’!
Renato le spiegò che i tedeschi ‘induriscono la ‘b’. Tutto lì. Renato aggiunse, malizioso che sperava che lei non fosse delusa’
Intanto, però, a lui, Renato, si stava indurendo qualche altra cosa, perché la prosperosa teutone, quella del trio sul dondolo, era china a raccogliere qualcosa che le era caduto, ostentando un deretano realmente spettacolare, senza dire dell’ipertrofico gradevolissimo apparato mammario.
Cocky fremeva nei pantaloni. Gli parlava: ‘pensa René, che bello essere tra le sue tettone o tra le sue chiappe’!
Mirella senti il braccio del marito circondarle la vita. Si avviò all’ascensore, all’ultimo momento entrò anche l’opulenta biondona di prima, sorridendo cordialmente. Lei scese al primo piano. Loro erano al secondo.
‘Renato, hai dimenticato qualcosa in camera? Ne siamo scesi adesso”
‘Ora ti dico”
Entrarono nella suite. Renato si affrettò ad appendere alla maniglia della porta il cartello: ‘nicht st’ren’. Chiuse.
Mirella lo guardava.
‘Spogliati, Mira’ ti devo’ dire una cosa”
Lui, intanto, era già quasi completamente nudo e in stato di evidente eccitazione.
Mirella non se l’aspettava, ma ogni tanto al suo uomo saltavano in mente certe idee.. che lei, comunque, apprezzava moltissimo.
Bellissime tette, le sue, rigogliose, e una volta spintala sul letto, Renato mise tra esse il suo palpitante sesso. Oh, com’era bello. E quale antica e sempre nuova esperienza poneva la magnifica donna, nel muoverle sapientemente, con le mani, in una carezza voluttuosa.
L’uomo si alzò, sempre con la lancia in resta. Tese le mani alla moglie, la fece rivoltare, supina, sulla sponda del letto, con le gambe fuori, pendenti, semiaperte.
Spettacolo deliziosamente conturbante di un sedere indescrivibile.
Cocky si trovò a proprio agio in quella valle del piacere, la percorse golosamente, si soffermò un istante al bocciolo rosa del buchetto, scese ancora, era giunto a casa’ entrò, trionfate, accolto con l’entusiasmo di sempre!
Fu una cosa splendida.
Mirella non sapeva, però, che in un certo senso doveva ringraziare la ‘tedescona’ per l’ardore del suo maturo ma sempre in gamba consorte.
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Renato accompagnò la moglie alla ‘navetta’. L’autista che, finalmente, parlava un italiano abbastanza accettabile, lo informò che la signora sarebbe stata di ritorno non prima di mezzogiorno, in tempo per il pranzo.
La biondona era in giardino, sul dondolo. Sola, con una rivista.
Lui si avvicinò, sorrise, indicò il posto vuoto, sul dondolo.
‘Posso?’
Lei lo guardò, col florido e allegro viso-
‘Ja!’
‘Parla italiano?’
‘Nein!’
‘English?’
‘Of corse.’
Per lei era ‘naturale’ parlare inglese.
Per Renato un po’ meno, ma si arrangiava.
Si presentò.
‘Renato.’
Lei gli tese la mano, ben curata, bianca, delicatamente venata d’azzurro.
Pronunciò un nome che Renato non capì.
Sembrava come se si fosse raschiata la gola.
Incantevole sorriso della donna.
Parlò lentamente.
‘I’m’ my name is”
E giù un altro raschiare.
Dopo un po’ Renato riusce a capire che si chiama ‘Olga’, ma il suono é, più o meno, Ochra. Non é tedesca, ma Olandese di Groningen. Vive in Germania, a Emden, nella Bassa Sassonia, sul Mare del nord, ai confini dell’Olanda, a 130 chilometri da Brema. Suo marito, che la raggiungerà posdomani, &egrave ingegnere alla famosa centrale eolica di Emden, tra le più importanti del mondo.
E’ una piacevole conversatrice. Garbata, ed ha un modo di guardarti che sembra unire, forse inconsciamente, provocazione, bonomia, sensualità, e nel contempo pace, distensione.
Inutile, ha un particolare sex-appeal, che ti raggiunge e pervade come una scarica elettrica. E’ una calamita del sesso: richiamo, attrazione’
No, prosegue ridendo, non ha figli.
Si, le piace l’Italia, &egrave già stata altre volte. Il centro, il sud, l’attrae. Tutto &egrave più accogliente, più, come dire, caldo, e loro, nordici, hanno bisogno di calore.
Renato cerca di spiegarle che &egrave nella natura dell’italiano, essere un po’ esuberante, espansivo, appassionato’ focoso.
Olga seguita a fissarlo.
‘Vivo al freddo per buona parte dell’anno. Ho bisogno’ I need warmth’ Ho bisogno di calore!’
‘You’ like it? Le piace?’
‘Oh, yes, I like!’
Si. Mi piace.
Cocky interpretò tutto a utile suo, perché, colloquialmente, quel ‘it’ si riferisce, in genere, al sesso maschile e all’accoppiamento.
‘I like it: mi piace il fallo.’
‘I like to do it: mi piace farlo’. E si comprende cosa.
Non era rimasto indifferente, Cocky.
Il magnetismo e il tepore di Olga erano affascinanti, seducenti, irresistibili.
Renato non s’accorse nemmeno di aver posto una sua mano sulla bella gamba di lei, coperta dalla sottilissima gonna di cotone. Se ne rese conto solo quando quella della donna coprì la sua, e carezzava dolcemente.
Guardò Olga, negli occhi azzurro chiari. Il messaggio era forte e chiaro.
Anche ciò che lesse nel volto di lei era forte e chiaro.
Era avvenuto l’incontro di due metà complementari che solo unendosi avrebbero potuto creare un tutto meraviglioso.
La gamba della donna era rigida.
Come Cocky.
Olga deglutì, schiuse leggermente le labbra.
‘Verboten!’
Vietato.
Renato scosse la testa. Cercò di costruire il suo pensiero, in inglese. Non era facile. Cercò di dirle che nulla &egrave vietato di ciò che la natura ti suggerisce, vuole, pretende.
Notava che la debole resistenza che lei aveva voluto costruire, contro il proprio istinto, le proprie pulsioni, il proprio desiderio, era vaga, nebulosa, evanescente.
Cocky gli suggerì di farle’conoscere’l’argomento.
Renato perse la mano di Olga e la trascinò dolcemente sulla sua patta. Sentì che lei lo afferrava, stringeva, respirava e deglutiva’
Si alzò, sempre tenendola per mano, si avviò all’ascensore.
Primo piano. Camera 103′ cartello sulla maniglia.
Centottanta centimetri di femmina’ un po’ stordita’ In piedi, vicino al letto’
Sbottonò lentamente la blusa, sganciò il reggiseno.
I due globi, prepotenti e abbaglianti, candidi come panna, con una deliziosa ciliegia al centro, e piccole venuzze azzurre che li arabescavano, non pendettero, come lui presumeva, ma solo scesero impercettibilmente.
Quando lui li lambì golosamente, succhiò voracemente i capezzoli, a lungo, le mani di lei lo serrarono a sé. I lunghi capelli quasi platino, gli ricoprirono il volto.
Le mani, intanto, non restavano inoperose. Abbassavano la zip della gonna, la lasciavano cadere al suolo, carezzavano le robuste e gagliarde natiche, tonde e sode, le liberavano dalle mutandine di seta, andavano ad esplorare il bosco che nascondeva il grembo.
Renato si allontanò appena, per guardarla, per ammirarla.
Era meravigliosa.
Il suo sguardo la percorreva, da capo a piedi, estasiato.
Una opulenza così sensuale l’aveva ravvisata solo nei quadri di Rubens, in particolare nelle ‘Tre Grazie’. Tre splendide donne, e Olga riuniva i sé la bellezza e il fascino di tutte e tre.
Fu lei a iniziare a svestirlo. Senza fretta, avidamente.
Lo specchio raccoglieva e restituiva la sfolgorante nudità di Olga. Era la ‘Grazia’ di sinistra, la più bionda.
Si sdraiò sul letto.
Non si attendeva di sentirsi baciata così, in quel modo, in quel posto. La lingua di Renato aveva lambito i suoi riccioli, aveva percorso le grande labbra, s’era inoltrata a raccogliere il nettare che distillava dal suo sesso impazzito. Ora era in lei, la frugava, girava intorno. La faceva fremere, sobbalzare. Incredibile, stava raggiungendo l’orgasmo’. Aaaaaaah! Mai le era capitato così presto’ in quella maniera’
Ora Renato era su lei, morbido, tiepido, sublime, palpitante corpo d’una fremente femmina appassionata.
Sentì il glande all’ingresso della vagina che si contraeva.
Una penetrazione che sembrava non finire mai. Per fortuna.
E poi un sapiente e perfetto ‘in and out’ che le stava facendo raggiungere vette sconosciute. Incrociò le gambe sul dorso di lui, lo accompagnò in quella danza meravigliosa. Le sembrava precipitare in un gorgo voluttuoso. Un momento per rilassarsi e’ di nuovo la splendida ascesa’ Ora era un torrente inebriante che la lasciava senza respiro’
Renato era ancora su lei, in lei.
Si poggiò sui gomiti, le baciò gli occhi, la bocca.
Olga era sudata, estatica.
La guardò.
‘Verboten?’
La scosse languidamente il capo.
‘Willkommen!’
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