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“Sei solo una puttana”

Lui non faceva che ripeterglielo e lei ne era assolutamente consapevole. In una puttana, ecco in cosa l’aveva trasformata…o meglio, nella “sua” puttana.
Si erano conosciuti su facebook, entrambi iscritti ad un gruppo di narrativa erotica. Simona amava leggere ed il suo lavoro aveva molto a che fare con i libri: assistente di biblioteca all’università di Milano. Da poco aveva scoperto la passione per i racconti erotici e così si era iscritta a quel gruppo e lì aveva conosciuto lui, Zeus, eccellente scrittore, i cui racconti avevano incuriosito non poco Simona. Paolo, questo era il suo vero nome, era un architetto di circa 40 anni; queste e poche altre cose Simona sapeva di lui.
Fu lei a contattarlo la prima volta, per dirgli quanto le piacessero i suoi racconti e la sua risposta fu: “Non sei certo la prima a dirmelo, so bene quanto sia eccellente tutto quello che scrivo.”
“Ammazza quanto &egrave stronzo questo” fu la prima cosa che Simona, ovviamente, pensò. Quello che non immaginava era quanto “quello stronzo” nel giro di poche chattate l’avrebbe conquistata, intrigata, eccitata.
Indubbiamente i suoi racconti accrescevano il suo fascino, era ovvio, ma lui ci sapeva fare, altroch&egrave se ci sapeva fare.
“Voglio incontrarti. Tieniti libera il prossimo week end.”
A Simona sembrò fermarsi il cuore quando lesse quella mail; &egrave vero, avevano parlato più volte di un ipotetico incontro ma poi non si era mai andati oltre alle parole. Lei lo voleva, ma sapeva bene che se avesse accettato lui l’avrebbe portata a fare tutto quello che voleva. Glielo aveva detto tante volte: “quando ci incontreremo dovrai essere preparata, non sono uno a cui si può dire di no.” “Che intenzioni hai? Vuoi violentarmi?” fu la risposta ironica di Simona. “Oh no, piccola. Pensa che io non devo nemmeno chiedere: sono sempre le altre a chiedermi, forse farei meglio a dire pregarmi, di scoparle. E lo stesso farai tu.”
Quanto lui potesse farle fare cose che fino a poco prima aveva ritenuto impossibili lo aveva scoperto molto presto. Come quel sabato mattina.
Simona era in giro in centro con una sua amica, nonostante ciò era intenta a scambiarsi messaggi con Paolo…era da giorni che si stuzzicavano con messaggini piccanti, foto hot…lui sapeva bene quali corde toccare…del resto era così bravo con le parole…
“Sei stato capace di farmi eccitare anche ora, mentre sono impegnata a fare tutt’altro…quanto mi piacerebbe essere a casa per potermi toccare e venire pensando a te…”
“Le cose basta volerle.”
“E’ facile dirlo…ma in una situazione del genere come potrei mai fare?
“Non mi sembra complicato…entri in un bar e vai a chiuderti in bagno. Poi cominci a toccarti immaginandoti il mio cazzo che spinge contro le tue labbra…decidi tu quali…”
Quel messaggio l’aveva lasciata senza fiato, da un lato la sua parte razionale le diceva che non poteva fare una cosa del genere, che non era da lei, ma dall’altro non poteva ignorare il senso di eccitazione che quelle parole le avevano lasciato. E così fece esattamente quello che lui le aveva detto. E faceva fatica persino ad ammettere con se stessa quanto la cosa le fosse piaciuta.
“Tu mi fai fare cose che fino a poco tempo fa non avrei nemmeno lontanamente pensato.”
“Piccola…questo non &egrave niente”
Nonostante i mille dubbi, le paure che iniziarono a tormentarla dopo aver letto quella mail, Simona non pot&egrave fare a meno di dirgli di sì. Le era proprio impossibile contrariarlo e poi la verità era che lo voleva, lo voleva pazzamente già dalle prime volte che avevano cominciato a chattare. Il loro primo incontro fu in un luogo appartato alla periferia di Milano, Simona lo raggiunse con la sua auto; non appena lo vide ebbe un sussulto: era un bell’uomo, ma non era questo…i suoi occhi, non aveva mai visto niente del genere, erano magnetici!
“Dove andiamo?” furono le prime parola che Simona pronunciò
“Qui &egrave perfetto”
“Ma dai, andiamo in albergo, perch&egrave dovremmo rischiare di essere visti da qualcuno? E poi farlo in macchina &egrave scomodo…potevo tollerarlo da ragazzina ma ora…”
“Ma non lo faremo in macchina, non preoccuparti. Ti scoperò sul cofano.”
Simona non ebbe tempo di dire nulla che Paolo le fu addosso. In un attimo si trovò la sua lingua in bocca, in quello che definire un bacio era un eufemismo. Le sue mani a palpare il seno, i fianchi, le cosce. Lui era possente e ci mise davvero poco a sollevarla e ad appoggiarla sul cofano.
Le spalancò le gambe sposto le mutandine e le infilo due dita nella figa. “Non ti ho ancora fatto niente e sei già bagnata come una troietta. Molto bene”
Simona si sentiva morire, non aveva la forza di controbattere nemmeno ai suoi insulti e poi, cosa avrebbe potuto rispondergli? Era vero, era un lago di umori e non vedeva l’ora che lui la scopasse.
“Fottimi”
“Cosa ti avevo detto? Saresti stata tu a chiedermelo! Sta tranquilla, &egrave quello che farò, ma non ora. Prima voglio che tu me lo succhi”
Scesa dalla macchina gli slaccio i pantaloni e tirò fuori un cazzo dalle dimensioni più che notevoli. Lei era piuttosto brava con i pompini ma sapeva di avere di fronte una persona molto esigente e così sfoderò la sua arma in più: si sollevò la maglietta, slacciò il reggiseno e accolse quel cazzo fra le sue tette. Le muoveva piano e contemporaneamente succhiava…Paolo apprezzò molto lo spirito d’iniziativa di Simona: “Le tue tette sembrano fatte apposta per metterci il mio cazzo in mezzo”. Lei non aveva intenzione di smettere ma fu lui a staccarsi da lei. Senza dire una parola la sollevò e la appoggio di nuovo sul cofano dell’auto. Con una spinta secca la penetrò, lei riuscì a stento a trattenerò un urlo…un cazzo di quelle dimensioni andava spinto più lentamente ma Paolo non era della stessa opinione e cominciò a scoparla come un animale con spinte sempre più potenti. Simona non era mai stata trattata così ma questa cosa le piaceva, le piaceva a tal punto che dopo poche spinte cominciò a gemere.
“Ti piace, vero? Ti piace il mio cazzo che ti pompa? Dimmelo…”
“Sì, mi stai facendo godere come nessuno aveva fatto prima di te” riuscì a stento a concludere la frase prima che un orgasmo potentissimo la fece tremare a tal punto che credette di cadere.
Quasi contemporaneamente a lei venne anche Paolo. Senza nemmeno preoccuparsi se Simona prendesse la pillola, le sborrò dentro.
“Spero per te che ti sia preoccupata di prendere precauzioni, lo sai che non mi piace venire fuori”
“Lo so, tranquillo, e poi non avrei rinunciato per nulla al mondo a sentirti venire dentro di me.”
“Brava la mia troietta. Questo &egrave solo l’inizio.”
Simona ne era certa, quello era solo l’inizio…lui l’avrebbe portata a fare tutto ciò che voleva, senza che lei avesse la forza (o la voglia?) di opporsi. Del resto si era appena fatta scopare sul cofano di un auto e per puro caso non era stata vista da nessuno. Eppure, mentre la scopava, per quanto forte fosse la paura di essere vista, la voglia, il desiderio avevano avuto il sopravvento sulla sua razionalità.
“Farò tutto quello che vuoi, non dubitarne.”

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