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Racconti Erotici Etero

Zia Lia

By 5 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo la laurea tornai per qualche giorno nel mio paese natale per stare con la mia famiglia e rilassarmi po’. Un pomeriggio stavo tranquillo a leggere steso sul letto quando bussarono alla porta della mia camera
– Avanti
– &egrave permesso?
– Ciao zia Lia, entra…
la chiamo zia ma in realtà &egrave una amica stretta di mia madre, stavo per mettermi seduto sul letto quando ormai lei era arrivata vicino a me e poggiandomi una mano sul petto mi fece rimanere sdraiato e si sedé lei
– Stai pure steso, non c’&egrave bisogno che ti alzi. Tua madre mi ha detto che sei tornato così sono venuta a farti un saluto ‘ si piegò e mi baciò la guancia ‘ ma che bel ragazzo che sei diventato’
Nel frattempo non aveva tolto la mano dal mio petto, anzi, senza darci troppo peso la lasciava vagare fino a saggiare i miei addominali.
– Tuo zio ed io ti abbiamo fatto un regalo per la laurea
– ma non dovevate’
– Scherzi vero? Certo che dovevamo, sei il nostro nipote preferito ‘ ed affondò i polpastrelli nel pettorale ‘ non sapevo che fossi già arrivato, altrimenti te lo portavo oggi’ perché non passi domani mattina?
– Ma sì, dai, tanto non ho nulla da fare’ va bene se vengo per le 10?
– Sì sì, vieni pure quando vuoi tanto sono a casa tutto il giorno.

La mattina dopo andai dalla zia, mi aprì la porta ancora in vestaglia
– Stavi ancora riposando? Torno più tardi?
– ma no, solo che me la sono presa comoda oggi. Non ti scandalizzi mica? Siamo di famiglia’
– ma certo…
Entrai chiudendo la porta. Il caff&egrave era pronto e ci accomodammo in salotto, la zia si sedette di fianco a me, così vicino che le nostre cosce erano una contro l’altra. Si fece raccontare della laurea e delle ultime cose
– Non hai una ragazza?
– No’ non al momento’
– ma come &egrave possibile, un bel ragazzo come te’ – e mi poggiò la mano a metà coscia – le ragazze di oggi non capiscono niente’
– Vabb&egrave, non &egrave poi una tragedia’
– Sei sempre stato un bel ragazzo’ – fece scivolare la mano verso il cavallo dei jeans e si avvicinò di più a me ‘ mi ricordo quando facevi le gare in piscina’
Pensate quello che volete ma avere una donna che praticamente si struscia a te fa sempre il suo effetto, cio&egrave gonfiare il pacco. Quando però affondò del tutto la mano e raggiunse il cazzo esclamai:
– Zia!
Lei tirò dietro la mano ma la tenne comunque sulla coscia
– &egrave che’ mi ricordo che fin da giovane promettevi bene’ e credo proprio di ricordare bene’
con gli occhi indicava tra le mie gambe.
– Ma zia’
– Tu lo sai che non sono davvero tua zia’ niente parentela’
– Sì’ ma’
– &egrave perché sono troppo vecchia?
Si alzò in piedi davanti a me, si slacciò la vestaglia e l’aprì. Sotto era completamente nuda. Mi guardava cercando di capire cosa pensavo. Passato lo stupore e guardando quel corpo dovevo ammettere a me stesso che nonostante avesse il doppio dei miei anni era davvero in forma, però mi sembrava un po’ squallido: da quel giorno in cui la mia concezione delle donne era cambiata sembrava che tutte le donne puntassero al mio cazzo enorme come se fosse il loro vibratore di carne, ed ora anche zia Lia.
Lei era tutta tesa, passò qualche istante più di quello che poteva sopportare e richiuse la vestaglia
– Scusami’ che imbarazzo’ fai finta di nulla ti prego’ non so se riuscirò ancora a guardarti in faccia’
La cosa mi prese alla sprovvista, di solito le donne si fiondano tra le mie gambe senza ripensamenti invece lei si stava tirando in dietro e forse fu quello a farmi decidere. Mi alzai stando di fronte a lei, non la ricordavo così bassa, forse ero cresciuto dall’ultima volta che l’avevo vista. Le slacciai di nuovo la cinta
– Non sei affatto vecchia’ sei in piena forma zia’
– non chiamarmi zia… sono nuda davanti a te’ chiamami solo Lia’
– hai davvero un bel fisico Lia’
Lei alzò lo sguardo e capì che non stavo scherzando, io cominciai a slacciarmi i pantaloni che non sopportavo più la pressione sul cazzo ormai gonfio, quando lo tirai fuori Lia rimase impressionata:
– Sei cresciuto davvero bene’ sei diventato bello grosso’
sorrise e si inginocchiò
– era come te lo aspettavi?
– sei andato oltre tutte le mie aspettative’ davvero’ che l’hai’ sei davvero ENORME’ posso?
– Mi avevi invitato per questo, no?
Le sorrisi, lei arrossì ma prese il mio cazzo ormai duro e dritto, lo massaggiò con entrambe le mani e poi iniziò a succhiare la punta già umida. Dopo qualche minuto si rimise in piedi e senza dire una parola mi prese per mano e mi portò in camera da letto, si tolse la vestaglia e mi aiutò a spogliarmi.
Aveva il fisico asciutto, dei bei fianchi larghi e due tette belle sode con in punta dei capezzoli grossi e scuri. Voleva succhiarmi ancora ma la feci stendere sul letto a gambe larghe ad offrirmi la sua figa pelosa vecchio stile ma di cui mi innamorai subito. Le puntai la cappella all’entrata e cominciai a spingere, era calda e bagnata, una goduria. Ero entrato solo a metà asta e già gemeva, arrivai in fondo e continuai a spingere delicatamente, lei teneva gli occhi chiusi e mi lasciava la massima libertà d’azione. Iniziai a pomparla, sempre più forte e lei gemeva sempre di più, la sua figa era un lago e nonostante le mie dimensioni riuscivo a muovermi bene dentro di lei.
Venne con un urlo strozzato in gola quasi fosse un ululato, la cosa era animalesca e mi stava eccitando ancora di più, così continuai ad entrare ed uscire da lei. Le chiusi le gambe, la misi su di un fianco, la misi a pecorina, sempre scopandola con forza e lei sempre docile si lasciava scopare godendo in continuazione.
Non so per quando andammo avanti ma eravamo zuppi di sudore e di altri fluidi. Quando ero pronto a venire lei era di nuovo sulla schiena a gambe aperte per farmi arrivare fino in fondo.
– Vengo’ – la avvertii tra un gemito e l’altro
– Vienimi dentro’
– Dentro?
– Sì’ riempimi ancora di più’
e per evitare che non l’accontentassi mi bloccò con i talloni contro di lei. Dopo qualche colpo le schizzai tutto il mio seme dentro.
Distrutti ma felici ci stendemmo fianco a fianco a guardare il soffitto per riprendere fiato. Dopo qualche minuto mi girai verso la sveglia, era quasi mezzo giorno.
– Forse dovrei andare’ lo zio’
– ‘ non torna a pranzo ‘ mi interruppe Lia ‘ resta ancora’
si era girata verso di me e mi accarezzava il petto, i suoi occhi dicevano che aveva ancora voglia.
– Telefono a casa per dire che non torno a pranzo’
Presi il telefono sul comodino, quando ormai stava squillando Lia si mosse verso i miei fianchi ed iniziò a leccarmi il cazzo, la guardai sorridendo, era proprio insaziabile.
– Pronto mamma? Non torno a pranzo a casa’ La zia mi ha invitato’
– Ah! Vuoi sapere che regalo mi ha fatto’ non lo aveva detto neanche a te’
senza smettere di succhiare la mia cappella zia si indicò il polso
– ‘ un orologio’ sì, mi piace’ quando torno te lo faccio vedere’ Ciao, a dopo.
Il mio cazzo stava ingrossandosi di nuovo e Lia provava a succhiarlo più a fondo.
– Quindi c’&egrave davvero un regalo’
– ‘ ma certo’ che pensavi? Ci tengo al mio nipotino’
– ino?
– one, one. Il mio bello, grosso, enorme nipotone’ con un cazzo’ mhhh
si interruppe per succhiarmi, ormai ero di nuovo duro a dovere
– Che bello essere giovani’ sei di nuovo duro dopo che mi hai scopato fino ad un attimo fa’
Mi si mise a cavalcioni sopra, volevo girarla per stare io sopra ma mi blocco
– Lascia fare a me adesso’ non te ne pentirai’
ed iniziò a strusciare la figa aperta e bagnata lungo tutto l’asta del mio cazzo. Andava su e giù, ruotando il bacino e sfregando il clitoride contro la mia mazza dura e pulsante. Approfittai di quella posizione per guardarla meglio, era magra, solo un’ombra di pancetta, le tette piene e sode ballonzolavano ad ogni suo colpo, mi tirai un po’ su per prenderle tra le mani e succhiarle quei bei capezzoli scuri e duri. Lei gemeva ed ormai mi aveva di nuovo bagnato tutto con i succhi della sua figa pelosa
– Non hai solo un cazzo enorme’ sai anche usare la bocca’
– ‘ e non ti ho ancora leccato la figa’
eccitata al solo pensiero aumentò il ritmo e culminò tremando mentre veniva. Senza forze mi si accasciò sopra, un attimo di tenerezza dopo tanta azione, le nostre labbra erano vicine ed iniziammo a baciarci. Quello fu il nostro primo vero bacio. Mentre ci baciavamo lei andò con una mano a cercare il mio cazzo, lo portò alla sua figa ed iniziò a farselo scivolare dentro: ansimò e smettemmo di baciarci. Rideva come una ragazzina alla sua prima cottarella, ma in compenso mi scopava da vera esperta. Continuava a cavalcarmi dosando le forze e modificando il ritmo per allungare il mio piacere mentre lei godeva senza sosta.
Cambiammo posizione, io mi sedetti sul bordo del letto e lei voleva tornare a cavalcarmi standomi di fronte ma la afferrai per i fianchi larghi e morbidi e la feci girare, si piegò per tenermi il cazzo in posizione mentre io le aprivo la figa. Mi si sedé sopra e ricominciò a godere a pieno ritmo, in quella posizione la potevo tenere dalle tette e stimolarle i capezzoli duri e gonfi, ma quando feci scivolare la mano destra verso il suo sesso, appena sfiorai il clitoride lei ebbe uno scossone di piacere. Non contento continuai a toccarla proprio in quel punto, le sue grida di piacere le venivano dalla gola mentre continuava ad andare su e giù sulla mia asta. Il nostro ritmo aumentò velocemente, lei mi cavalcava mentre io le sgrillettavo la figa fradicia fino a che in un ultimo urlo venimmo insieme. Sentivo indistintamente che mentre le schizzavo il mio seme dentro la sua figa si contraeva sul mio cazzo dandomi gli ultimi piacevoli massaggi.

Non pranzammo, ci muovevamo appena sul letto per qualche carezza, poi dovetti ripulirmi ed andare via. La mattina dopo andai sotto casa di Lia e vedendo le finestre aperte la chiamai al telefono
– Buongiorno
– buongiorno
– Sei impegnata?
– no’ hai qualcosa in mente? – la sentivo che era felice
– Ti va di fare un giro?
– Sì’ dove andiamo?
– Scendi che sono sotto casa tua’ &egrave una sorpresa
Due minuti dopo Lia entrò in macchina, ci salutammo come avevamo fatto per anni, come se il giorno prima non fosse successo nulla. Il paese &egrave piccolo e non si può rischiare.
Quando capì dove stavamo andando mi disse:
– ma stiamo andando al lago? Lo sai che &egrave quasi novembre, vero?
– certo che lo so, non voglio mica fare una nuotata. Sono stato impegnato tutta l’estate con la tesi e mi &egrave mancato il lago, volevo andare a dare un’occhiata. Ti va?

Arrivammo e naturalmente non c’era nessuno, persino d’estate c’era poca gente nella spiaggetta appartata dove vado io. Scendemmo dalla macchina ed iniziammo a passeggiare e chiacchierare. Devo dire che aver fatto sesso il giorno prima non aveva cambiato nulla, aveva forse solo diminuito quella certa diffidenza che si ha tra generazioni diverse: parlavamo e scherzavamo ma senza menzionare ciò che avevamo fatto. La guardai per un attimo, poi senza pensarci, vedendola intirizzita e con i capezzoli duri sotto il maglione le dissi:
– Hai freddo? Vuoi tornare?
– ‘ se me lo dicevi che venivamo qui portavo una giacca’
Senza nessuna malizia la tirai a me e l’abbracciai per scaldarla
– Va un po’ meglio adesso?
Lei mi guardò con gli occhi accesi e gioiosi e mi abbracciò a sua volta
– sì’
Dopo qualche attimo sentii che col basso ventre si stava strusciando sul mio pacco
– non sono solo i miei capezzoli ad essere duri’ hai freddo anche tu?
– quello non &egrave colpa del freddo’ &egrave colpa tua
Rideva, mi chinai su di lei e ci baciammo. Le accarezzai il corpo e quando arrivai al sedere glielo strinsi e la tirai su fino ad avere il viso alla stessa altezza
– ma che fai? Mettimi giù’ peso’
– ma se sei una piuma’
Rideva
– se &egrave così ci rimango quassù
e mi strinse le gambe attorno alla vita. Ricominciammo a baciarci.
Sempre tenendola la portai verso gli alberi per stare un po’ più appartati, lei intanto mi baciava il collo
– fammi scendere
ubbidii e lei mi slacciò i pantaloni, tirò fuori il mio cazzo ed iniziò a leccarlo. Quando fu ben dritto lo succhiò lasciando uscire dei gemiti di piacere.
Volevo ricambiare così la feci mettere in piedi, aprii i suoi pantaloni e glieli abbassai alle caviglie. Eravamo così eccitati che non sentivamo più freddo. Con la lingua cominciai a farmi strada nel suo boschetto nero, era già bagnata e mi riscaldò la lingua con la sua acquetta salata. Era molto sensibile e si doveva aggrappare alla mia testa e alle mie spalle per riuscire a stare in piedi
– Sì sì, così’ sei fantastico’ mhhhh’ continua’
quando sentii che stava per venire iniziai a succhiarle il clitoride, un ultimo colpo di lingua e le diedi la stoccata finale che la fece urlare senza ritegno. La sua eco risuonò nella valle.
– Vieni qui’ – mi fece alzare per baciarmi ‘ che bocca benedetta’ nessuno mi aveva mai fatto godere con la bocca’
La feci girare e poggiare contro un albero, piegata a novanta mi offrì la sua figa. Entrai dentro di lei ed iniziai a pomparla per bene, tutta la situazione era così eccitante che venni dopo poco riempendola di sborra.
Ci ripulimmo alla meglio e tornammo in macchina. Per qualche minuto rimase pensierosa poi di punto in bianco disse:
– Se avessi scritto da qualche parte la lista dei miei desideri sessuali ora sarei sicura che tu l’abbia letta..
– ‘ cosa?
– in due giorni hai quasi esaudito tutti i miei desideri’
– quali sarebbero?
– vabb&egrave, ormai te li posso dire’ andare con un ragazzo più giovane’
– ok’
– un cazzo grosso’
– solo grosso?
– in effetti sei andato molto oltre quello che mi aspettavo’
– spero non te la sei presa’
– &egrave stata una sorpresa davvero ben gradita’ il terzo era farlo all’aperto’
– mai fatto all’aperto?
– al massimo in macchina, da giovane’ poi mi sono sposata e non c’era più bisogno’ ma io volevo stare davvero sotto il cielo’ quindi grazie!
– però hai detto che ho quasi esaudito tutti i tuoi desideri’ cos’altro dobbiamo fare per finire la lista?
– no’ niente’
– dai’ ora sono curioso’ e poi vorrei finire quella lista…
– davvero’ tu non mi puoi aiutare’
– dai’
– te lo dico’ però non giudicarmi’
– non potrei mai’
– ‘ andare con una donna’ – ed arrossì tutta in viso
– davvero? E come mai questo desiderio?
– ‘ non so’ mi &egrave venuto da ragazza’ ma avendo vissuto sempre in questo buco di paesino, con la mentalità così ristretta, non sono mai riuscita’
– interessante’
– dai! Non scherzare!
– non sto scherzando’ fino a due giorni fa non conoscevo questa parte di te’
– Nessun altro lo deve sapere!
– a proposito di questo’ So che tenere questa cosa segreta &egrave difficile ma vorrei continuare a vederti’
– ma come’
– anche una volta ogni tanto’ quando abbiamo voglia tutti e due’ – mi interruppe mettendomi la mano tra le gambe
– non potrei mai smetter di aver voglia di così tanto ben di Dio!
Eravamo ormai arrivati sotto casa sua, ci baciammo sulle guance e quando stava per richiudere la portiera le dissi:
– Forse potrei aiutarti col tuo ultimo desiderio. La settimana dopo, quando tornai in città, riuscii a convincere Lia a venire un pomeriggio da me.
Ci incontrammo in un bar. Quando vidi entrare l’altra persona che avevo invitato a sua insaputa le dissi:
– Ho trovato il modo per esaudire il tuo ultimo desiderio…
e le feci l’occhiolino, nel frattempo l’altra persona mi aveva visto si era avvicinata
– ‘ ti presento Maddalena (l’infermiera del primo racconto che ho pubblicato qui)
Lia non aveva afferrato per bene la situazione ma salutò e si presentò alla nuova venuta. Restammo un po’ in quel bar a chiacchierare poi decidemmo di andare. Salimmo tutti sulla mia macchina e seguendo le indicazioni di Maddalena arrivammo ad un albergo modesto ma a sua detta tranquillo. Durante il tragitto, di tanto in tanto, guardavo la faccia di Lia nello specchietto retrovisore, finalmente aveva capito per quale motivo l’avevo fatta venire in città ed incuriosita dalla donna la squadrava per bene.
In albergo affittammo una camera per un solo giorno, il tizio della reception per niente stranito dalla richiesta ci diede le chiavi. Mentre Maddalena faceva strada noi la seguivamo, Lia mi strinse la mano per tutto il corridoio.
– Eccoci arrivati! ‘ esclamò l’infermiera
– ‘ ma’ ma tu ora’ – balbettò Lia ‘ rimani qui fuori’ per favore’ non ti allontanare’
– Come vuoi tu’ questo &egrave il tuo desiderio e facciamo quello che vuoi tu’
Le due entrarono ed io rimasi di fuori poggiato contro il muro. Dopo qualche minuto cominciai a sentire i primi mugolii, iniziavano a divertirsi dentro. Era pomeriggio e l’albergo sembrava deserto, tutto in silenzio io riuscivo a sentire quello che succedeva in camera. Avrei proprio voluto entrare, sentire due donne che gemevano e mugolavano nella stanza mi stava facendo diventare duro come una roccia.
Dopo un ultimo mugolio di Lia piombò il silenzio. Un minuto dopo la porta si aprì ed uscì Maddalena:
– Come &egrave andata? Tutto bene?
– Per niente!
Aveva la faccia seria e un po’ imbronciata
– Che &egrave successo?
– la tua amica avrà pure voluto provare a leccare una donna ma non le piace proprio! Volevo scoparmi anche quel tuo bel cazzone ma mi ha fatto passare la voglia’ la peggior scopata di sempre! Me ne vado. Ciao.
Entrai in stanza, Lia era sul letto, coperta dal lenzuolo, sembrava stesse per piangere, quando mi vide quasi mi urlò:
– Mi hai fatto leccare la figa di una puttana?
– Ma che dici?
– Vi ho sentiti parlare, l’hai pagata per venire a letto con me!
– ma non &egrave vero’ &egrave un’infermiera, mica una puttana’
nel frattempo mi ero seduto sul letto vicino a lei
– certo, perché tu conosci un’infermiera lesbica per caso e me l’hai presentata’
– Non &egrave lesbica, le piacciono anche gli uomini’ Lavora alla clinica dermatologica dove vado a far controllare i nei’
Lia sembrava essersi tranquillizzata un poco ed io continuai a raccontarle di quel giorno con la dottoressa e l’infermiera, più andavo avanti e più sembrava interessata al racconto.
– Ti senti più tranquilla ora?
– Sì, scusami’ che pensavo’
– Lascia stare. Dimmi piuttosto se ti &egrave piaciuto’
– ‘ a dire la verità non molto’ non lo so’ forse dopo aver passato così tanto tempo a fantasticarci sopra mi sono fatta delle diverse aspettative’ Diciamo che preferisco gli uomini
e mi sorrise allungando una mano tra le mie gambe
– mhhh! Senti come sei duro’
– eh già’ vi sentivo dal corridoio’
– non fa bene tenere tutta questa pressione’ lascia che ti aiuti’
Lia uscì da sotto il lenzuolo ed era ancora tutta nuda, mi aiutò a spogliarmi in fretta ed iniziò a succhiarmi
– mhhh’ decisamente meglio questo’
Mi leccò e succhiò con molta più passione di quella che ricordavo, poi me la feci salire sopra e col cazzo duro ben puntato contro la sua figa le entrai dentro mentre ci baciavamo. Con le mani ben piantate nella carne morbida del suo culo davo il ritmo ma sembrava che non le bastasse mai e continuavo a scoparla sempre più forte fino a quando in un fremito venì strizzandomi il cazzo con la figa bagnata.
Cambiammo posizione e la misi a pecorina, era diventata docile ma per niente sazia di sesso. Gemeva senza controllarsi, si lasciò andare completamente ed urlava di piacere mentre mi incitava a non fermarmi. La pompai più forte che potevo fino a venirle dentro e riempirla tutta di sperma.
– Ora sono soddisfatta’ solo il tuo cazzone enorme mi fa venire così tanto’

Da quella volta Lia mi chiede spesso di raccontarle delle mie conquiste e non ha mai mostrato segni di gelosia.
Io non sono tipo da rapporti duraturi ma con lei ormai sono 12 anni che ci frequentiamo, poco per evitare di essere scoperti, ma comunque non abbiamo mai smesso.

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