– Qual è il senso di quest’intervista?
Il mio egocentrismo. Ma anche l’autoironia, la quale solo in apparenza è un segno di umiltà. In realtà è anch’essa un indizio di egotismo. Un modo per dire: scherzo su di me prima e meglio degli altri.
– Perché Leonard? Ti chiami Leonardo?
No, anche se non mi sarebbe dispiaciuto. Leonard è Leonard Lawrence, il soldato palla di lardo di Full Metal Jacket. Credo meriti un po’ di riscatto letterario il poverino.
– I tuoi lettori resteranno perplessi nell’apprendere che il tuo nick è ispirato a un pazzo squilibrato che si suicida.
Solo quelli stupidi.
– Sei un uomo o una donna?
Non lo so. Devo controllare.
– Sei l’autore del fortunato racconto Io, mia figlia e il mio datore di lavoro. Cosa provi nel vederlo in cima alla lista dei preferiti?
Molta soddisfazione e colgo l’occasione per ringraziare di cuore le persone che l’hanno apprezzato. Di quel racconto ho abbozzato altri undici capitoli e forse un giorno riuscirò a trasformarli in qualcosa di leggibile. Scrivere costa tempo e tanta concentrazione.
– Non hai scritto molti racconti, ma quei pochi spaziano tra la dominazione, l’incesto, i rapporti lesbici, il gusto delle corna. Perché non c’è neppure un racconto etero?
Ne ho scritti, ma senza pubblicarli. Mi escono meno bene. Il fatto è che nei racconti, come nella vita, sono attratto dagli aspetti più inconsueti della sessualità. Sono per i rapporti asimmetrici. Per gli equilibri che si creano nell’asimmetria.
– Ti piacciono le donne troie?
Amo le donne troie. L’unico rammarico è che quasi sempre lo sono anche nei rapporti umani.
– Il bdsm è un gioco?
Anche. Ma non solo. è un modo per sviluppare un legame profondo con il partner. Profondo e esclusivo.
– Certe immagini nei tuoi racconti sono alquanto singolari. Come ti vengono?
Non ne ho la minima idea. E non ho voglia di scoprirlo.
– Fumi?
Sto cercando di smettere.
Cosa rispondi a chi ti dice che sei un pervertito?
Che non sto cercando di smettere.
– Perché qualcuno dovrebbe perdere tempo a leggere quest’intervista?
Mah, se è arrivato fin qui ormai il danno è fatto. Le persone sono curiose. Non c’è niente di male a esserlo. E quest’intervista soddisfa il lettore, perché le risposte sono sincere.
– Ma dai, chi ti crede! Confessa! A quante domande hai mentito?
A una soltanto.
– A quale?
A quest’ultima.
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Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
Mi sa che alla prossima Gianni raggiunge l'obbiettivo
Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d'altronde lui glielo aveva permesso al telefono