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Interviste Erotiche

Intervista a Natasha

By 27 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

“Chi è Natasha la scrittrice?”
Cominciamo con una domanda impegnativa. Ho sempre pensato che sia molto difficile per chiunque riuscire a sintetizzare la propria personalità in poche frasi. Chi ci riesce o si conosce molto bene o è una persona un po’ vuota, magari entrambe le cose. Quindi credo che alla fine non riuscirò a rispondere. Se però parliamo solo della scrittrice, anche se fatico a scindere me stessa, potrei almeno commentare che è una donna che si è trovata un hobby che le permette di esprimere se stessa.

” La Natasha che scrive quanto è diversa dalla persona che cè dietro”
Non è diversa, è solo un aspetto della stessa persona. Ops… forse volevi dire che mentre scrivo c’è una persona dietro di me? In effetti mi sento osservata a volte…

“Hai detto che scrivere è un hobby, come mai hai deciso di scrivere di erotismo?”
L’erotismo è un mio interesse. Sono una donna con una sessualità marcata che spesso ha anche condizionato la mia vita, il sesso e la sensualità sono parte di me, al di là delle facili ed equivoche affermazioni che potrebbero scappare in proposito. Ho una grossissima curiosità nei confronti del sesso e dell’erotismo, mi piace studiare i desideri e le fantasie delle persone, mi ci confronto, leggo molto in proposito… articoli, racconti… e infine scrivo.
Ho cominciato a scrivere per diversi motivi uno di questi è che quasi tutti i racconti del genere mi lasciavano con l’amaro in bocca: a volte trovavo spunti interessanti, ma sviluppati male o comunque in maniera insoddisfacente. Pur sapendo di avere dei grossi limiti dal punto di vista stilistico, dove sto ancora cercando di migliorare, pensai a livello di trame di poter produrre qualcosa di interessante.
Ho cominciato romanzando qualche esperienza personale, avevo un grosso desiderio di comunicare le sensazioni che avevo dentro, questo è un’altro dei motivi per cui ho cominciato… ma col tempo quest’altra pulsione si è trasformata, non scrivo più di me stessa. Credo di poter produrre scritti migliori con storie di fantasia che magari prendono spunto da eventi reali (anche non di natura sessuale), piuttosto che da fantasie o semplici idee stuzzicanti, non per forza mie, amo immedesimarmi e creare personaggi con psicologie complesse. Ovviamente il mio punto di vista rimane sempre un po’.
Pur non scrivendo di me credo di riuscire a comunicare molto, anzi lo faccio meglio.
Il pubblico non ha bisogno di sapere chi sono, non ha bisogno di una mia fotografia… perchè in questo contesto, quello della scrittura, l’immagine passa attraverso le parole e il proprio carattere è celato tra le righe dei propri scritti.
Riesco ad arrivare e lo so. Pur non condividendo sempre il modo di essere dei miei personaggi spesso mi esprimo tramite loro, altre volte lo faccio in maniera più implicita con morali non banali e nemmeno troppo immediate. Le morali sono rivolte solo a chi ha l’intelligenza e la sensibilità di percepirle… molti miei lettori ce la fanno.

“Cosa intendi per erotismo, e che differenza ci vedi con la pornografia?”
L’erotismo ha moltissime sfumature, è molto difficile da definire. Se lo dovessi rappresentare con un’immagine userei una porta socchiusa su una camera da letto. L’erotismo è aspettativa, dubbio, attesa, fantasia e poi infine eccitazione, tormento e piacere. La pornografia invece è una porta spalancata, punto. A mio parere è semplicemente sesso gratuito, al di là che si vedano o meno i genitali o atti penetrativi. Anche qualche scena di sesso nei miei racconti, se letta fuori dal contesto, può apparire pornografica, ma non lo è inserita nella trama. Sto dicendo che per me un’atto sessuale, anche esplicito, non è necessario nell’erotismo, ma se messo in un contesto ben definito e solido, può comunque rientrare nell’erotismo. La pornografia è una porta aperta, l’erotismo una porta socchiusa dove si può anche decidere di dare una sbirciatina.

“Quindi la pornografia di per se è priva di interesse?”
No, non dico questo, può talvolta essere eccitante, non ne dubito, ma spesso è noiosa e vuota per come è gratuitamente esplicita.
Tempo fa lessi a proposito di una nota modella di nudo che si preparava a partecipare ad una pellicola pornografica, l’articolo supponeva che ci fosse una certa attesa per l’evento e leggendo commenti di pseudo-fan della ragazza realizzai che anche se la scena di sesso fosse poi risultata mediocre sarebbe comunque stata un successo: l’attesa, la voglia di vedere qualcosa mai visto prima… una “prima” volta peccaminosa… non sono forse componenti che si ritrovano nell’ambito erotico? Il film sarebbe rimasto comunque pornografico, certo, ma quello che riusciva a innalzarlo rispetto a tanti altri era una punta di erotismo nella storia dietro le quinte… se la ragazza avesse poi rilasciato interviste magari dicendo di aver avuto il miglior orgasmo della sua vita, di aver realizzato una sua grande fantasia e di avere in mente di realizzarne altre, bene… in quel caso la carica erotica sarebbe stata anche più potente… e penso che il pubblico si sarebbe sentito coinvolto più per erotismo che per quella scena di sesso.

“L’erotismo scritto smuove la fantasia, ti fermi mai a pensare che i lettori possano leggere la storia in maniera diversa da come tu l’hai scritta?”
Sì, mi capita spesso di pensarci. Un racconto può essere letto in molti modi diversi. Non mi infastidisce più di tanto che ad alcuni magari possa”piacere” molto un mio scritto, invece mi da molto fastidio che i personaggi non vengano capiti o che il senso della storia venga stravolto. Lo so che non dovrei farmi questi problemi, so che è una cosa che capita a tutti gli scrittori e di qualsiasi genere. Che ci posso fare? E’ più forte di me. Ci sono però anche molti lettori che comprendono, mi scrivono i loro commenti, si complimentano… mi lusinga molto e mi stimola a scrivere. Certo ci sono anche alcuni che mi scrivono al solo scopo di provarci (sebbene non abbiano assolutamente idea di chi io sia) o anche solo per rivolgermi parole volgari ed offensive… ho imparato a non considerarli, non è difficile, sono pochi.

“Ha mai pensato a chi può essere il lettore tipo dei tuoi racconti?”
Sinceramente a questo non penso molto, forse perchè sono molto soddisfatta del mio pubblico. Il lettore tipo… immagino che debba essere una persona sensibile, di media cultura, una persona che ama fantasticare, ma in grado di distinguere la fantasia dalla realtà. Non saprei che altro aggiungere, banalmente quello che più mi interessa è che prenda seriamente il mio lavoro e che si sforzi di capirlo.

“Ti definsci una lettrice? Che cosa ti piace leggere?”
Sicuramente c’è chi legge molto più di me, tuttavia mi piace molto leggere.
Leggo parecchi articoli, sia da riviste cartacee che da siti in internet, durante l’inverno non leggo più di uno o due romanzi, d’estate ne leggo non meno di cinque o sei. Sono una grandissima fan di Sophie Kinsella mi diverte e, sebbene i suoi libri non siano certo “impegnati”, la trovo molto più profonda di quanto riporta la critica che invece la ritiene troppo frivola. Oltre il chick-lit firmato Kinsella tra i generi che preferisco ho il thriller e l’horror, cerco di leggere anche un romanzo erotico ogni anno… ma difficilmente rimango soddisfatta. Spazio poi anche in altri generi. Odio leggere un libro perchè lo stanno leggendo tutti, per questo, ad esempio, non ho mai letto “il codice da Vinci” sebbene potesse interessarmi.

“Leggere, secondo te, aiuta a scrivere meglio?”
Sì, assolutamente sì. Chi si avvicina alla scrittura dovrebbe studiare lo stile di scrittori di talento, leggendo molto si impara per assimilazione, ne sono convinta… però c’è anche il rischio di farsi condizionare… io sto cercando di arrivare ad un mio stile. Non è facile, ma col tempo mi sembra di fare progressi, già ho messo a fuoco alcune mie caratteristiche peculiari che vorrei affinare, devo migliorarmi ancora tantissimo… anche scrivendo si impara a scrivere.
Non è meno importante studiare le trame (lo faccio anche nei film e non solo nei libri).
Una buona storia deve essere scorrevole, coerente e interessare sempre, poi amo i colpi di scena che realmente riescono a sorprendere. Nei miei scritti dedico molta cura alla trama, mi ritengo abbastanza portata a produrre racconti non banali.

“Hai mai iniziato un racconto e poi l’hai lasciato perdere perchè non ti convinceva?”
Sì, mi è capitato qualche volta, ma raramente. Ricordo in particolare un racconto che doveva far parte della serie “Stelle Cadenti”, parlava di una giovane coppia di sposi. Dopo la stesura della bozza del primo capitolo mi sono resa conto che la protagonista femminile, la moglie, non aveva sufficiente spessore rendendo la storia abbastanza piatta, ho cestinato tutto. Piuttosto tantissime volte mi capita di avere delle idee di potenziali racconti, in questi casi scrivo una mezza paginetta, una sorta di sinopsi e qualche nota sui personaggi, non si può dire che siano racconti abbandonati, sono idee nel cassetto.

“I tuoi personaggi sono già sviluppati prima di iniziare a scrivere, o li sviluppi nel corso del racconto?”
Dipende. Sostanzialmente il racconto nasce da un’idea che mi può venire su una situazione che coincide di norma con il climax del racconto, i personaggi appartengono alla situazione, ma è necessario svilupparli per un motivo molto semplice: il racconto deve condurre il lettore al climax gradualmente descrivendo anche i motivi e le cause che portano a quella preciso momento, il tutto deve essere coerente… è quindi necessario anche approfondire la psicologia dei personaggi per motivare le loro scelte, le loro reazioni e le loro emozioni. Senza dubbio alcuni dei personaggi assumono maggiormente corpo durante la stesura, ma quasi sempre delineo il loro profilo già dall’inizio… o finisce come raccontavo prima.

“Dovendo scegliere, è meglio privilegiare gli aspetti di un personaggio o l’atmosfera di un racconto?”
Questa domanda mi ricorda un po’ quando ad un cantautore viene chiesto se per una canzone nascono prima i testi o le parole. Credo che l’ispirazione possa nascere in vari modi e che con accurato lavoro successivo si possa arrivare ad una “canzone” completa. Il mio processo creativo nasce spesso (ma non sempre) dall’idea di una situazione trasgressiva, quindi forse si potrebbe dire dall’atmosfera, ma poi passa una precisa fase di rielaborazione quando creo la trama e i personaggi. Dovendo scegliere… direi che i due aspetti sono per me complementari e necessari allo stesso modo, hanno spazi e momenti diversi, ma non possono esistere l’uno senza l’altro.

“Ti piace la musica, e che genere ascolti”
Certo che mi piace! Inoltre mi piace molto ballare… per questo spesso ascolto generi legati a questa mia passione passata e presente. Il mio passato è legato alla dance e la house music, ancora adesso la ascolto, tra gli artisti che preferisco citerei Kylie Minogue e David Guetta. Il mio presente è legato ad un genere di musica totalmente differente, mi sono appassionata ai balli caraibici, non trovo però tutte le canzoni gradevoli, ascolto Marc Anthony e canzoni selezionate da artisti vari.
Però mi piace anche tanta altra musica: rock, pop, soul… ascolto di tutto da Amy Winehouse a Britney Spears… dipende dal mio stato d’animo, da cosa passa la radio… dal cd che mi trovo sotto mano! Ops… non ho citato musica italiana… ne ascolto meno, ma l’ascolto… Zucchero, Alex Britti, Giorgia e altri.

” Se dovessi mettere una musica come tema per i tuoi racconti cosa sceglieresti?”
Difficile a dirsi… anzi impossibile generalizzare. Dipende dai personaggi e dalle situazioni.
In alcuni racconti ho fatto dei riferimenti a della musica, volevo proprio che il lettore la sentisse tanto quanto i protagonisti. A volte mi piacerebbe arricchire di suoni e immagini i miei racconti… forse dovrei fare la regista e la sceneggiatrice più che la scrittrice… magari.

“Hai detto a qualcuno che sei una scrittrice? Se si come giudicano i tuoi lavori?”
Poiché il genere dei miei scritti è piuttosto particolare, preferisco tenere segreta questa mia passione. Capita che con qualcuno accenni che mi piace scrivere, ma non approfondisco mai il discorso. Non mi vergogno di quello che faccio, tuttavia sono piuttosto sicura che la maggior parte delle persone non capirebbe o superficialmente finirebbe per trarre conclusioni affrettate. Tra la gente che frequento nella mia vita quotidiana solo in due conoscono il mio segreto, una mia carissima amica e mio marito, però entrambe non mi leggono, quindi non giudicano il mio lavoro.

“Sei sposata (precisazione per i lettori), tuo marito come ha preso la tua decisione di scrivere?”
Mio marito mi ama. Mi lascia scrivere, ma non ne è troppo felice. Sa che mi piace. Ho provato a fargli leggere qualcosa… lui si rifiuta. Un po’ mi dispiace, ma, dato che lui rispetta i miei spazi, mi sembra giusto rispettare i suoi, non voglio forzarlo… e comprendo le sue ragioni.

“Come sei capitata su iomilu?”
iomilu è un sito molto ben piazzato nei motori di ricerca, l’ho trovato proprio cercando racconti erotici on-line. Quando decisi di cominciare a scrivere semplicemente iniziai dove moltri altri stavano già scrivendo. Certo il livello dei racconti di iomilu non è sempre altissimo, ma forse proprio per questo si adattava ad ospitare una scrittrice inesperta come ero io.

“Qualche autore/autrice di iomilu ti ha mai colpita?”
Sì, è capitato, magari per il modo di scrivere o per degli spunti interessanti, ma raramente sono rimasta completamente coinvolta. Ho dei gusti difficili e non è facilissimo trovare autori di talento, abili, costanti e per di più fantasiosi e originali… che scrivano poi su tematiche di mio interesse.

“Ce mai stato un racconto di altri che ti ha fatto pensare, questo avrei voluto scriverlo io?”
Non che io ricordi. Mi è capitato però di invidiare alcune idee.

“Senti di appartenere a questo tempo, o ti piacerebbe vivere in un altro tempo e luogo (anche per poco)”
Solo per poco mi piacerebbe vivere nel futuro, magari fra cento anni… ma questa è solo curiosità.
Assolutamente credo di appartenere a questo tempo, non che lo ami particolarmente… diciamo piuttosto che probabilmente in un differente periodo storico mi sarei trovata peggio. Da bambina sognavo di essere una principessa… ora mi ci sento, ma sono felice di non esserla.

“Finora abbiamo parlato di scrittura, lettura , musica…
ma che rapporto hai con le altre arti (pittura, teatro, cinema.. e altro)?”
Il teatro lo seguo poco, però a volte ci vado e mi diverte stare il più possibile vicina al palco. E’ un po’ come essere dentro una storia… dovrei andarci più spesso. Adoro i musicale le commedie musicali, quanto erano belle quelle di Garinei e Giovannini!
La pittura la apprezzo come forma di espressione, ma mi coinvolge di rado, la fotografia riesco a viverla da più vicino e credo che sia l’arte figurativa che mi arriva maggiormente.
Poi il cinema… mi piace davvero… specie se parliamo di film molto narrativi… il mio film preferito è ‘Lady in the Water’: con mia sorpresa in pochi lo hanno capito, è una bella storia ed è molto più profonda di quanto sembri.
Il ballo, la musica, la fotografia, la letteratura, il cinema… credo che se non ci fossero sarei una persona molto più triste.

“Quale forma d’arte, secondo te, esprime meglio l’erotismo, e le sensazioni in genere?”
Ogni forma d’arte è in grado di esprimere sensazioni.
Dal mio punto di vista credo che l’erotismo possa trovare un’ottima forma di espressione nella fotografia. Poi sarei incoerente se non citassi anche la letteratura. Il cinema in questo ambito potrebbe essere un’ottima fusione delle due arti… solo potenzialmente, infatti il cinema erotico è di rado di livello decente.
L’arte in grado di esprimere con più forza le sensazioni in genere credo sia la musica, anche se in taluni casi ha dei limiti… intendo nell’espressione di sensazioni particolari… penso alla paura ad esempio. La musica in simbiosi con l’immagine si indebolisce, ma spazia… parlando ancora di cinema, la colonna sonora a volte può fare la differenza.

“In questa chiacchierata cè qualcosa di cui avresti voluto parlare ma non ti ho chiesto?”
Forse mi aspettavo una domanda sul mio brutto carattere di cui sovente parlo, ma va bene così… piuttosto ti sono grata di non avermi fatto domande voyeuristiche sulla mia vita privata, ne sono gelosa.
L’intervista mi è piaciuta, ho fatto bene ad accettare quando me l’hai proposta.
Spero che sia piaciuta anche ai miei lettori, li aspetto sul mio nuovo sito dove talvolta parlerò ancora di me con una specie di blog.
Siamo quindi arrivati ai saluti?
Un grosso bacio a tutti quelli che mi amano e mi apprezzano.

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