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Interviste EroticheSensazioni

Mexican Radio.

By 27 Gennaio 2022One Comment

Ascoltatrici e ascoltatori, anche questa notte è una buona notte all’ascolto di Mexican Radio, la trasmissione dove si racconta la vera trasgressione.
Come sempre la vostra Marialuce, è qui per proporvi un personaggio e una storia in sintonia con queste ore notturne, una storia border line, che ci verrà raccontata senza filtri e senza censure dalla protagonista di questa puntata, che è qui con me e che dopo il brano che ascoltiamo che dà anche il nome alla nostra trasmissione, Mexican Radio, dei Wall of Woodu.
Bene come vi dicevo, la protagonista di questa notte è qui con me e si chiama Adele, ciao Adele come stai?
Molto bene grazie, soprattutto per avermi invitata, e dato la possibilità di raccontare la mia storia.
No Adele siamo noi che ti dobbiamo ringraziare.
Intanto potresti dirci se vuoi ,l’età e qual è il tuo lavoro.
Insomma l’età non andrebbe mai chiesta ad una signora, in ogni caso, vado per gli anta avanzati, e faccio la escort, insomma sono una prostituta.
Quindi fai sesso per denaro?
Certo, è il mio lavoro.
É da molto che lo fai?
Ho iniziato che avevo diciotto anni, direi che è una vita.
E com’è stato questo inizio, ce lo vuoi raccontare?
Guarda è stato per puro caso, sembrerebbe incredibile me è così.
Come per caso?
Si certo, era una sera d’estate, quelle serate torride in cui non si respira, ero uscita per prendere un poco di frescura, ricordo avevo una canottierina, e una corta gonna di jeans.
Mi presi un gelato e mi sedetti su di una panchina, lungo un viale, mi sembrava che ci fosse un po’ di refrigerio. Finito il gelato ero lì che mi godevo la frescura, quando si ferma un auto di fronte a me.
Dentro c’era un ragazzo, biondino con gli occhiali, che mi sorride e mi chiede quanto voglio.
Insomma quello non era un posto di malaffare ed io proprio non ci pensavo ad una cosa del genere.
Poi sai, le mie esperienze sessuali erano limitate, l’avevo fatto un paio di volte con un mio coetaneo, quegli approcci sessuali tra adolescenti, giusto per essere sverginata.
Quindi come puoi ben capire per un attimo restai impietrita, insomma lo guardai senza saper bene cosa fare.
Lui invece mi guarda e risoluto mi dice, allora che vogliamo fare?
In quel momento senza sapere bene come, scattò una molla, mi alzai e saltai nell’auto.
Non ci credo, l’hai fatto davvero, così senza averci pensato prima?
Te lo giuro, poi mi sono accorta che questa era la vita che ho sempre voluto.
E poi com’è andata?
Sono salita, lui era davvero giovane, molto timido, ho sempre pensato che anche per lui fosse la prima volta.
Ho improvvisato, gli ho detto di dirigersi in un parcheggio tra i capannoni , una strada che conoscevo e in cui andavo a correre ogni tanto.
Giunti lì ha preso il portafoglio e mi ha allungato cinquanta mila lire, che in tutta non fretta ho riposto nel borsellino.
Come puoi immaginare non avevo i preservativi, ma fino a quel momento non ci avevo pensato.

Lui ha abbassato i pantaloni ed è spuntato fuori un bel pisellotto già duro e pronto.
Ho iniziato a masturbarlo, con una mano, mi ero messa in ginocchio sul sedile, e gli guardavo il glande entrare e uscire fuori dal prepuzio, glielo maneggiavo piano, lui ha cercato di mettermi una mano in mezzo alle cosce, forse mi ha toccato la fica, non ricordo bene.
Poi all’improvviso è venuto, un fiotto enorme, ho continuato a muovere la mano, fino a quando ha smesso di pulsare.
Ho cercato di scusarmi, per averlo fatto venire in quel modo, senza nemmeno scopare, ma lui è diventato tutto rosso, ha farfugliato qualcosa, ha rimesso in moto, e in un attimo siamo tornati alla panchina.
Insomma ti è andata bene…..
Direi di si, in ogni caso tornai a casa tremendamente eccitata, l’idea che mi avevano pagata per fare del sesso, mi dava alla testa, a letto mi sono toccata, e ho deciso che l’avrei rifatto anche la sera dopo.
In un distributore automatico comprai dei preservativi, e mi rimisi sulla solita panchina.
Forse qualcuno mi aveva notata, non saprei dire, magari mi avevano vista salire e ritornare, so solo che dopo un po’ si ferma un auto, questa volta c’è un tipo di mezza età con un bel panzone, che mi sorride e mi rivolge la fatidica domanda.
Vista la sera prima, chiedo cinquanta mila lire, e quello mi dice di salire.
Lo riporto nel solito posto, mi faccio dare i soldi, e tiro fuori un preservativo.
Lui abbassa i pantaloni, ha un cazzetto piccolino, prendo il preservativo, e mi sembra di infilarlo sul manico di scopa, con cui mi ero esercitata il pomeriggio.
Reclino il sedile, e dopo essermi sfilata le mutandine spalanco le cosce, lui mi sale sopra, e me lo infila con decisione.
Mi accorgo che mi piace, mi sono bagnata per la situazione, sono eccitata, gli dico di sbattermi forte, che ho voglia di godere.
Non se lo fa ripetere due volte e mi pompa bello deciso, anche se dopo forse una decina di colpi viene senza ritegno, sbuffando e rantolando come un maiale.
Insomma queste sono state le prime volte che l’hai fatto per denaro?
Possiamo dire così, ho continuato per il resto dell’estate sulla panchina, mi sono creata un piccolo giro di clienti, anche il ragazzo con gli occhiali è tornato, l’abbiamo rifatto come si deve, con lui ho avuto il primo orgasmo durante un rapporto sessuale.
Con i primi freddi ho compreso che se volevo continuare avrei dovuto cambiare modo, trovare un posto al chiuso, al caldo e al riparo.
Avevo messo da parte qualche soldo, per cui presi in affitto un monolocale, e misi degli annunci sulle pubblicazioni che si usavano allora, ancora non c’erano i siti su internet con le escort.
Feci mettere il telefono, ci andavo il pomeriggio, con la scusa di studiare, dalle due fino alle sette e mezza.
Dopo qualche tempo avevo già un bel giro di clienti, mi piaceva farlo, iniziai a praticare il sesso orale, mi veniva tutto naturale, come se avessi sempre saputo come si sarebbe dovuto fare.
Quindi il tuo si è rivelato subito un per così dire talento naturale?
Si potremmo anche dire cosi’.
Presto compresi però che la città dove vivevo era troppo piccola e provinciale, per un po’ mi andò bene, mi arrivavano perlopiù sconosciuti, o persone che avevo casomai intravisto, ma nessuna conoscenza vera o diretta.
Che hai fatto a quel punto?
Decisi di smettere, avevo messo da parte un bel gruzzoletto, pensai di finire il liceo, ma nei miei piani c’era l’idea di trasferirmi, in qualche grande città del nord, con la scusa di aver trovato un lavoro, poterlo fare a tempo pieno in qualche posto dove fossi una sconosciuta.
Bene, ora cari radioascoltatori faremo una breve pausa musicale, con questo brano di psichedelica californiana targato Quick Silver, il brano è Happy Trail, non scappate, dopo continueremo con la storia della nostra amica Adele.
Siamo ancora qui con Adele, la nostra amica escort che ha deciso di raccontarsi a Mexican Radio.
Dunque eravamo rimaste al momento in cui hai terminato il liceo, e poi?
Iniziai a fare qualche viaggio a Milano, per vedere com’era l’ambiente, sbirciavo tra gli annunci, vidi che gli appartamenti dove le squillo lavoravano, erano tutti centrali, il mio timore era che ci fosse qualche sorta di organizzazione a gestire il lavoro, che si sarebbe presentato qualcuno ad offrire protezione.
Decisi comunque di rischiare, e mi andò bene, quelli erano anni in cui la criminalità organizzata aveva abbandonato il racket della prostituzione, e ancora non erano arrivati i rumeni e gli albanesi.
Presi in affitto un appartamentino vicino a porta Ticinese e mi trasferii.
A casa dissi di aver trovato lavoro in una azienda di import export, misi i miei bravi annunci, allora andavano forte le pagine interne del Corriere, e Seconda Mano.
Decisi fin da subito di puntare su una clientela in grado di spendere molto, e feci bene.
Chiedevi molti soldi?
Si chiedevo molto, ma ero giovane, bella e fresca, porcella da morire, facevo tutto quello che era contemplato nei rapporti tra cliente e prostituta.
Avevo questa capacità naturale di godere anche io assieme al cliente, concedevo tutto, spesso venivano per stare tutta la notte, li spremevo come limoni.
E quanto chiedevi per una notte?
Beh sai dipendeva dai clienti, qualche volta anche un milione delle vecchie lire, due milioni per un week end, alcuni mi volevano portare con loro, al mare o al lago, in alberghi di lusso, tutto pagato e trattata come una signora, poi a letto diventavo la loro puttana.
Accidenti, avrai messo da parte un bel po’ di soldi allora!
Si diciamo che all’epoca stavo parecchio bene. Mi comprai una mansarda in zona Brera, avevo la Maserati, pellicce, vestiti firmati, insomma una gran signora.
E a casa che dicevano?
Non sapevano nulla, ogni tanto andavo a trovarli, noleggiavo un utilitaria e mettevo vestiti normali, quelli che usavo per andare a fare la spesa.
Mi chiedevano le solite cose, se avessi il fidanzato, quando mi sarei sposata, rispondevo che pensavo soltanto al lavoro.
Che successe dopo?
Entrammo nell’euro, iniziarono ad aprire i primi siti di escort, il lavoro si spostò nella rete.
Mi ricordo feci un servizio fotografico pazzesco con uno dei fotografi più in voga di Milano, che poi diventò anche mio cliente, per certi versi diventai ancora più selettiva, il milione di lire diventò mille euro, un mio cliente mi fece aprire un conto in svizzera, un altro che faceva lo spallone ogni due settimane portava i soldi che altrimenti qui non sapevo più dove sistemare.
Quindi andava tutto alla stragrande?
Certo, solo che come sempre nella vita quando le cose vanno troppo bene succede qualcosa di imprevisto che ti fa sbarellare.
E cosa ti è successo?
Per la prima volta mi sono innamorata, ma non di un uomo, di una donna.
Non ci credo, mi stai prendendo in giro……e chi era o chi è questa donna?
Come l’hai conosciuta? Dai raccontaci!
Era la moglie di un mio cliente…..
Non ci credo!!!
Purtroppo si ora ti racconto come è andata.
Si accorse che ci frequentavamo, forse lo fece pedinare non ho mai capito, in ogni caso, un giorno mi squilla il cellulare, quello che usavo per lavoro, con il numero che avevo messo nel sito internet, e sento questa voce di donna, calda e sensuale, che mi chiede se sono Patrizia, era il mio nick name, e di aver visto le fotografie nel sito, sono molto bella, e se incontro anche le donne.
Eri mai andata con una donna?
No era la prima volta che mi capitava, come quasi tutte qualche pensiero erotico in quel senso l’avevo fatto, ma in realtà non ci avevo mai pensato, e mai avrei creduto che qualche donna potesse essere interessata a pagarmi per fare sesso.
Restai un attimo titubante,ma poi come successe quella sera sulla panchina, ho agito senza pensare e le dissi che le incontravo .
Fissammo un appuntamento, per il giorno dopo, per il pomeriggio, cinquecento euro per due ore.
Mi disse di non truccarmi, né di mettere vestiti provocanti, mi voleva trovare con la tuta e la maglietta che si tengono in casa la sera quando ci si rilassa dopo il lavoro.
Però, una cosa inusuale e strana!
Lo pensai anche io, ma per me fino a quel momento era soltanto un lavoro, e mi sarei anche tolta lo sfizio di scoprire com’era farlo con una donna.
E come fu?
Quando ho aperto la porta mi sono trovato di fronte questa donna , bellissima, fascinosa, vestita Armani, gioielleria in platino, caschetto nero, calza velata, ai piedi scarpa di Prada.
Per un attimo sono rimasta immobile quasi folgorata, e lei ridendo, sapendo di aver fatto colpo mi chiese se non la facevo entrare!
Ti ha subito colpita nel segno, dunque era davvero così affascinante?
Molto, ma il bello doveva ancora venire, anche se poi quel bello si sarebbe trasformato in una mezza rovina.
Molto bene ascoltatrici e ascoltatori, ora faremo una breve pausa, con un vecchio brano dei Pink Floyd, See Emily Play, ascoltatelo, e poi continueremo con l’affascinante e sorprendente Adele!
Ben ritrovati cari ascoltatori, dopo questa piccola chicca musicale, ci prepariamo alla continuazione della storia della nostra amica, dunque Adele cosa successe quel pomeriggio, con la bella e fascinosa signora milanese?
La feci accomodare, si presentò, le dissi il mio vero nome, mi sembrava poco onesto continuare con la farsa del nick sul sito, lei mi disse che era molto attratta dalle donne, anche se sposata, poi seppi anche con chi, e che le ero molto piaciuta nelle foto che aveva visto, ma che mi voleva così com’ero.
La presi per mano e la condussi in camera da letto, mi venne come sempre tutto naturale, in un attimo mi tolsi la maglietta e i pantaloncini della tuta, rimasi nuda e mi sdraiai sul morbido lettone.
Lei mi osservò per qualche istante, si tolse le scarpe ed il vestito, sotto era nuda, solo le calze velate e la giarrettiera.
Era bellissima, tonica, abbronzata, mi disse di restare ferma, che avrebbe pensato lei a tutto, dovevo restare in suo potere, quello sarebbe stato sempre il nostro gioco, ma poi purtroppo mi toccò scoprirlo con il tempo, quando fu troppo tardi per tornare indietro.
Ti piacque molto farlo con quella donna Adele?
Mi fece provare sensazioni sconosciute, aveva un tocco delicato ma deciso, la lingua si infilava ovunque, mi portava ad un istante dal piacere, per poi ricominciare con qualcos’altro, la mia eccitazione raggiunse un culmine che non pensavo possibile, poi quando alla fine decise di farmi venire, l’orgasmo fu così intenso che pensai di non sopravvivere, urlai come una pazza, contorcendomi come un serpente in trappola, andai avanti per un tempo che non saprei quantificare, mentre lei mentre mi guardava si toccava, e godeva della mia visione.
Non si fece toccare?
No mai, quella volta non ci feci caso, forse nemmeno ci pensai, in ogni caso, quando mi ero calmata, mi chiese se la volessi accompagnare il giorno dopo, in una vacanza che avrebbe fatto in una mega villa in Sardegna, ancora imbambolata le dissi di si, mi lasciò cinquecento euro sul comodino, fu la prima e l’unica volta che mi ha pagata, e dopo essersi rivestita mi disse che la mattina dopo sarebbero venuti a prendermi, di farmi trovare pronta.
Quindi la seguisti in quella vacanza?
Si, e per almeno un paio di anni diventammo inseparabili. Ero diventata la sua schiava, smisi di lavorare, mi teneva in pugno, aveva sempre con sé almeno dieci grammi di cocaina, iniziai anche io a tirare, ci sballavamo e poi cadevo preda delle sue brame sessuali, rimorchiava ragazzine giovani e me le portava, voleva vederci mentre lo facevamo, si toccava per tutto il tempo, sessualmente era molto disturbata.
Com’è finita?
Una sera eravamo strafatte, avevamo cenato in ristorante stellato, e poi avevamo tirato come due pazze, me l’aveva cosparsa di coca e poi leccata per mezz’ora, lì dentro, al bagno delle signore.
Guidavo la Maserati a velocità folle, in una strada che non conoscevo, e in una curva sono uscita fuori, abbiamo capottato, io non mi sono fatta quasi nulla, lei è finita all’ospedale.
Naturalmente videro che eravamo strafatte, ci fu un mezzo scandalo, non so come la storia venne fuori, saltò fuori il marito, mio ex cliente, la portarono in una clinica austriaca a disintossicarsi, e non la vidi mai più.
Accidenti Adele, non è stata una storia fortunata, e poi da quello che mi hai accennato prima, durante la pausa musicale, per te è iniziato un periodo davvero difficile.
Si è vero sono iniziati i momenti bui della vita.
Ce li racconterai dopo che avremo ascoltato un altro brano, questa volta arriva da molto lontano nel tempo, ed è un blues del grande Skip James, Devil Got My Woman, non addormentatevi miei nottambuli, dopo Adelina ci parlerà della parte più brutta, della sua incredibile vita.
Eccoci ancora qui miei fedeli amici, con Adele e la sua storia.
Certo Marialuce, ora la storia diventa oscura, sono stati gli anni cupi della mia vita.
Quando smisi con la signora, di cui non dirò il nome, iniziai un periodo di autodistruzione, che mi portò veramente ai margini della società e della vita.
La dipendenza dalla cocaina diventò incontrollata, me ne andai da Milano, e iniziai a girare per l’Italia, a volte battevo il marciapiede, oppure trovavo lavoro in qualche locale, più che altro bordelli clandestini.
Sono finita in un giro di rumeni che mi sfruttavano, mi hanno anche picchiata, ho fatto anche dei filmini porno, mi facevo scopare da quattro o cinque maschi alla volta, l’unico mio pensiero era trovare tutta la coca possibile e tirarla senza che ci fosse un domani.
Mi ero dimenticata di tutto, chi fossi e cosa avessi, e questo in parte mi ha aiutata quando dopo qualche anno sono uscita da quel tunnel buio in cui ero finita.
Quindi ne sei venuta fuori per fortuna?
Si per fortuna, e di nuovo grazie ad una donna, posso dire che se una mi ha rovinata, un’altra poi mi ha salvata.
Incredibile amici, e ci racconti com’è andata?
Si,ero a Roma, battevo lungo un vialone che portava ad Ostia, e per tornare prendevo un autobus.
Mi ero strafatta di strane pasticche che mi aveva venduto un marocchino, e mi addormentai sul sedile.
Ero molto male in arnese, magra, emaciata, mal vestita.
L’autista era una donna, che non si accorse di me fino a quando non raggiunse il deposito, a fine turno.
E poi che fece?
Dovevo davvero essere arrivata a fine corsa, in tutti i sensi, quando mi risvegliò e mi chiese che facevo, dove vivevo se avessi bisogno di aiuto, le dissi di si, la pregai di aiutarmi, altrimenti sarei potuta morire.
Mi portò a casa sua, viveva sola, mi curò e mi rimise al mondo.
Hai avuto una storia anche con lei?
Si, lei era lesbica, molto mascolina, non certo la bellezza conturbante e sensuale, che avevo conosciuto la volta prima.
Una donna normale, che viveva del suo lavoro, tranquilla e per certi versi inquadrata.
Si innamorò di me, con il tempo io ripresi le mie sembianze normali, uscita dal giro in cui ero finita, mi comprò dei vestiti, un suo amico medico mi fece tutti gli esami, per fortuna ero sana, trovai anche un lavoretto come segretaria in una associazione che si occupava di anziani e malati terminali.
Ma tu l’amavi?
Io le ero molto grata, mi aveva salvata, ma la vedevo come un amica, forse una sorella, però per troppa gentilezza, la feci entrare nel mio letto, diventammo amanti, per lei una fidanzata.
Non era una gran bellezza, bassina, capelli corti da maschietto, poco seno, ma era molto dolce e tenera, lo facevamo in modo quasi pudico, tranne qualche volta all’inizio, facevo molta fatica a provare piacere, forse per la prima volta nella vita ho sperimentato il sesso controvoglia, cosa che non era mai successa, nemmeno durante il periodo buio, quando battevo lungo i controviali dell’Ostiense, o dell’Ardeatina.
Ho anche compreso di non essere lesbica, la mia vecchia parentesi era soltanto dovuta all’infatuazione per quella donna così selvaggia e conturbante e poi la vita da donna normale, dedita al lavoro, alla convivenza con un’altra persona, la routine solita, mi stavano stretti non la sopportavo più.
Dunque anche quella relazione è finita, sei stata tu a troncarla?
Sono stata molto vigliacca e ingrata, una mattina sono sparita, ho lasciato un biglietto in cui dicevo che le volevo bene, che le ero grata per quello che aveva fatto per me, ma quella non era la mia vita, di perdonarmi se poteva.
Davvero una vita movimentata la tua cara Adele, dopo l’ultimo brano, che andremo ad ascoltare e che sarà ancora dei Pink Floyd, The dogs of war, ci racconterai il resto della tua avventura!
Rieccoci carissimi amici miei, siamo all’epilogo, Cosa hai fatto dopo quest’ultima fuga Adele?
Sono tornata a Milano, per fortuna mi era rimasta la mansarda in Brera, sul conto svizzero qualche soldo,
non ero proprio al verde. Ho venduto la mansarda, e ho comprato un appartamentino in una zona periferica, con la differenza e i soldi nel conto svizzero mi restava un discreto tesoretto per gli anni a venire.
Ho ricominciato a fare la vita, metto gli annunci nei vari siti, ce ne sono a decine, la concorrenza è spietata, brasiliane russe rumene ucraine polacche e ora ci sono anche i trans, la novità del momento.
Le tariffe si sono abbassate, ai livelli di quando c’era la lira e la davo le prime volte sulla panchina.
E’ diventato molto difficile sbarcare il lunario, ora ci sono anche le italiane, spesso disperate rimaste senza lavoro, che si riducono a fare le puttane.
Ci pago le bollette, faccio la spesa, e poco altro, l’auto per fortuna non ce l’ho, dopo quell’incidente dato che ero strafatta mi tolsero la patente, e non l’ho mai più ripresa.
Raccontaci com’è fare la prostituta ora che hai una certa età e in questa situazione, fino a quando pensi che continuerai con questo lavoro?
Per quello che mi riguarda mi è rimasto sempre lo stesso approccio, mi piace quello che faccio, vengono spesso dei ragazzi giovani, sono attirati, come dicono loro dalle milf, nell’annuncio infatti ho scritto proprio così giobbando sull’età, solo un pochino però, milf vogliosa.
Insomma ancora ti piace, riesci a godere nel tuo lavoro?
Certo con un paio che anche mi piacciono, vado oltre al rapporto puttana cliente, mi lascio andare, in fondo è sempre stato il mio vero talento, far credere di stare con una amante, e non con una puttana.
Lo farò fino a quando avrò uomini che mi vorranno, poi probabilmente tornerò nella mia città di origine, è un posto al mare, sono figlia unica, ho ereditato la casetta dei miei, andrò finalmente in pensione.
Sei stata davvero una piacevole compagnia questa notte Adele, io i miei radioascoltatori siamo davvero felici e onorati di averti avuta qui con noi, ci lasciamo con la sigla di chiusura, che è come tutti sapete la stessa di apertura, che dà il nome a questo programma, Mexican Radio, a domani notte dalla vostra Marialuce, e un bacio appassionato dalla nostra Adele, la escort che si è raccontata questa notte per voi.

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