Skip to main content
Orgia

019 Valeria e i guardoni 19

By 30 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti avranno la pazienza di leggere questi racconti per la prima volta suggerisco di leggere i capitoli in ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima esperienza agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera.

Capitolo XIX ‘

La signorina Martina

Valeria era lunga sul letto in camera sua. Ascoltava della musica leggera e pensava con preoccupazione a quello che le era successo di recente. La sua esibizione nel camerino del negozio di Peppe e l’eccitazione nell’immaginare di essere nelle mani di un folla di guardoni, tutte cose che sarebbe stato prudente non fare e non desiderare. Ma sentiva quella libidine manifestarsi prepotente nel corpo per poi esplodere in testa come una bomba di piacere. Giovanni non le era certo di aiuto nel resistere a queste tentazioni perché su queste cose avevano un eccezionale intesa sessuale. In teoria era una fortuna condividere con chi si ama gli stessi desideri sessuali, ma nella pratica era un bel problema. Sbuffo indispettita perché sapeva bene che continuare ad avere quel tipo di avventure era un rischio, nonostante questi timori non riusciva a smettere di desiderarle. Si alzò di scatto dal letto per sedersi di fronte alla sua scrivania. Lesse il numero della casa di Giovanni nell’agendina rossa, prese il cordless e si avvicinò alla finestra. Doveva parlare con lui anche perch&egrave non vedeva l’ora di dirgli che suo padre gli aveva regalato un automobile nuova tutta per se.

‘Papà &egrave la persona che soffrirebbe di più se scoprisse i miei vizietti’ ragionò mentre sentiva il telefono trillare ‘pronto? Ma non lo senti il telefono? Quanto ci metti a rispondere’
‘Valeria, amore, anche a me fa piacere sentire la tua voce’ rispose Giovanni
‘si, si, senti ho una novità. Papà mi ha regalato una macchina’
‘oh, ma davvero, &egrave fantastico’
‘e piccola ma carina, senti, allora ti passo a prendere io?’
‘bene, sono curioso di vederla e ti aspetto al solito posto’

Valeria arrivò all’appuntamento con un maggiolino Volkswagen cabriolet nuovo fiammante di colore verde chiaro con la capotte nera. L’auto era già decappottata e una margherita faceva bella mostra di se nel vasetto portafiori del cruscotto. Lei era vestita con una maglietta a canottiera di colore rosa acceso e pantaloni neri attillati a vita bassa lunghi poco sotto il ginocchio. Aveva raccolto i suoi lunghi capelli scuri in uno chignon e indossava un cappello di paglia dalla trama grossa, con un ampia tesa ondulata ed un nastro di cotone a fiori colorati con il fiocco.

‘caspita’ disse Giovanni ‘&egrave bellissima, che cilindrata &egrave?’
‘&egrave un duemila a benzina’ rispose Vale sfilandosi gli occhiali da sole D&G
‘alla faccia della macchinetta’ esclamò Giovanni e tra se pensò che ‘l’utilitaria’ di Valeria aveva la stessa cilindrata della sua vecchia Volvo station wagon. Era proprio bella così aperta e sarebbe stato fantastico farci l’amore con tutti i guardoni intorno.

‘la tua macchina &egrave perfetta per quello che ho in mente’ disse Giovanni
Valeria colse il lampo di libidine nei suoi occhi e disse ‘levatelo dalla testa’
‘che cosa?’
‘hai capito benissimo, la mia macchina non si tocca per fare certe cose’
‘perché no? Sarebbe fantastica’
‘primo: perché &egrave la mia macchina; secondo: perché col tettino chiuso &egrave scomoda, mentre col tettino aperto mi troverei mani addosso dappertutto; terzo: perché i voyeur si masturbano di continuo e non voglio passare i pomeriggi a smacchiare schizzi di sperma dai sedili’
‘ok, ok, facevo tanto per parlare’ disse Giovanni alzando le mani ‘dove hai trovato quel cappello?’
‘&egrave di mi madre, bello vero?’
‘perfetto per viaggiare con un auto cabriolet e tu sei magnifica’ disse Giovani sbirciando nella scollatura della canottiera.
Valeria istintivamente si aggiusto la maglia e disse ‘dai salta su, dobbiamo parlare’

Giovanni salì e lei parti sgommando. Al primo incrocio tagliò la strada ad un furgone suonando il clacson e mandando a quel paese il conducente col pugno chiuso e il medio alzato.

‘porca . . . vai piano se no litighiamo con tutti i camionisti dei dintorni’ gridò Giovanni
‘tu sei bello grosso, mi difenderai’ rispose Vale e sfreccio via suonando a ripetizione il clacson ad una anziana signora che stava per attraversare le strisce pedonali. La povera donna fece un salto all’indietro e agitò in aria l’ombrello.

‘ma che cazzo suoni’ imprecò Giovanni ‘sembra che mi porti al pronto soccorso’
‘se ci mettono il clacson e per suonarlo no?’ disse lei schiacciando il pedale dell’acceleratore.

Arrivarono dopo un quarto d’ora ad uno spiazzo isolato alla pineta di San Andrea con grandi alberi che ombreggiavano la sosta. Si vedeva il panorama della città dall’alto e Vale cominciò a parlare.
‘senti amore, l’altra sera, tutti quei discorsi su noi e i guardoni mentre facevamo l’amore, ricordi?’
‘si ricordo tutto perfettamente, &egrave stato bellissimo’ disse Giovanni allungando le mani sui seni.

Valeria lo fermò ‘e falla finita! Sempre con queste mani addosso’
‘sei crudele’ piagnucolò Giovanni
‘devo fare un discorso serio. Per un attimo puoi pensare a me e non alle tette?’
‘se mi prometti che dopo me le fai toccare sono tutto per te’
‘dopo, forse e se c’&egrave tempo. Ora sei in grado di non fantasticare sul sesso per cinque minuti?’
‘sono tutto orecchi’

Vale si sistemo la maglietta rosa per cercare di distrarlo il meno possibile, aspettò qualche secondo come per riordinare le idee ed iniziò a parlare.

‘lo capisci da te che quell’idea con i guardoni, mentre facevamo l’amore, &egrave stata solo una fantasia’
‘non tutta fantasia, qualcosa di vero c’&egrave’
‘si lo ammetto, mi piace l’esibizionismo’ disse Vale ‘ma pensare ad un orgia, io e un folla di guardoni . . . certe cose . . sono fantasie impossibili’
‘voglio solo sapere se ‘le fantasie impossibili’ ti eccitano’
‘non voglio rispondere, non &egrave questo il problema’
‘allora dimmi solo se qualcosa di quello che ho fantasticato non ti piace’
‘&egrave solo fantasia, quando una cosa la immagini in astratto &egrave eccitante, ma nella realtà le cose possono essere molto sgradevoli’
‘e va bene, cosa c’era di sgradevole?’
‘in teoria niente, sono cose . . . . togliti dalla testa che io le possa fare’
‘dicevi la stessa cosa quando si fantasticava di fare sesso davanti ai voyeur’
‘sono stata debole. &egrave stato un errore e non voglio commetterne altri’
‘cosa intendi per errori’
‘per esempio uscire dall’auto nuda ed andare in mezzo a degli sconosciuti e fare cose depravate’
‘un schiera di guardoni che si masturbano e ti leccano dappertutto . ‘ ‘
‘zitto! Non dire altro. &egrave una cosa che non posso fare’
‘tutti quei guardoni che si masturbano’ insistette Giovanni ‘e ti coprono di sborrate &egrave una cosa che non puoi o non vuoi?’
‘ma ti rendi conto? &egrave una cosa terribile’ sospirò Valeria arrossendo
‘per me &egrave terribilmente eccitante’
‘questo &egrave un grosso, grosso problema’
‘perché &egrave un problema?’
‘perché potrei anche lasciarmi andare in un momento di . . pazzia’
‘che male c’&egrave a lasciarsi andare ogni tanto. Siamo giovani e tu sei bellissima’
‘si ma una cosa del genere in pineta non si può fare, e poi con tutti quegli uomini, impossibile’
‘certo con tanti guardoni . . . però potremmo iniziare con i nostri ‘amici’ alla fattoria’
‘non &egrave solo questione di numeri, tre, sei, dodici o chissà quanti. &egrave ‘la cosa’ in se che non va e poi le conseguenze sono imprevedibili’
‘ma proprio per questo ‘la cosa’, come la chiami tu, &egrave eccitante, quali conseguenze vuoi che ci siano? Nessuno ha interesse a parlarne in giro e poi noi due possiamo sempre negare tutto’
‘io devo assolutamente evitare di trovarmi in certe situazioni. Se mi vuoi bene mi devi aiutare’
‘porca vacca’ disse Giovanni sospirando ‘che vuoi fare allora, rimandiamo l’incontro alla fattoria?’
‘non ho detto questo, alla fattoria andiamo, ma senza grilli in testa e solo alle mie condizioni’

In quel momento sulla strada principale passo una Fiat Punto grigia. Il conducente li vide e la Punto rallentò vistosamente, poi mise la freccia e si infilò in una piazzola di sosta ad una quarantina di metri a monte di dove si trovava l’auto di Valeria. Scesero due uomini che insistentemente guardavano verso di loro.

‘secondo te quei due sono qua per prendere il sole’ chiese Giovanni ironico
‘se volevano prendere il sole andavano sul prato e non in mezzo al bosco’
‘giusto, allora forse cercano funghi’
‘in questa pineta? Qua &egrave più facile trovare preservativi usati che funghi’ disse Valeria che spostò gli occhiali da sole sulla punta del naso e guardò i due sconosciuti sopra le lenti scure ‘osservali bene, hai mai visto cercare i funghi con il cannocchiale?’
‘Io no. Allora chi sono?’
‘due voyeur’
‘che ne dici, gli facciamo vedere come facciamo l’amore?’
‘ma che &egrave un riflesso condizionato? Voyeur uguale esibizione? Ti ho appena fatto un discorso sui rischi di certi comportamenti e tu, alla prima occasione, mi vuoi di nuovo coinvolgere in una cretinata’
‘ma dai, sei tu che sei venuta alla pineta di San Andrea e lo sai che qua &egrave sempre pieno di guardoni. Sei bellissima, &egrave da prima che ho voglia di fare sesso. Sono troppo eccitato, così all’incontro alla fattoria non ci arrivo’
‘allora fai finta di essere un guardone e fatti una sega, così ti calmi’
‘lo sai che &egrave una grande idea’
‘come no, al club i ragazzi del calcetto vengono a guardarci giocare a tennis e Cleo mi ha detto che fanno la fila per andare in bagno a segarsi. Grande idea farsi una sega! Forse ti daranno il Nobel’
‘Ma no, no, io intendevo fare finta che io sia un guardone. Io interpreto quella parte e tu fai la parte della signorina bona e un po’ zoccola che gli fa una sega in macchina. Insomma un gioco’
‘Enne ooo! No e no!’ disse Vale incrociando le braccia
‘perché no?’
‘primo: perché tu non sei un attore, sei un porco; secondo: perché io non la faccio la parte della puttanella; terzo: perché &egrave ancora giorno e qua passa gente;’
‘io vedo solo due guardoni che ti spiano col cannocchiale’
‘ho detto di no, qua siamo troppo in vista’
‘ma chi vuoi che ci veda e poi parliamo di una semplice sega’
‘tu sei come la maggior parte degli uomini, se non vi fate ‘la scopata’ pensate che non sia sesso, invece pomiciare &egrave altrettanto piacevole’
‘vorresti mettere una sega con una scopata?’
‘sei un caprone, ecco cosa sei. Masturbare &egrave un arte’
‘bene, signorina me lo dimostri, sono un guardone e non chiede di meglio’ disse Giovanni e la bacio tastandole un seno
‘mm. . fermo . . aspetta! Ho detto che qua non voglio, almeno cambiamo posto’
‘uffa’ disse Giovanni ‘ho un idea, andiamo sull’altro lato della strada, dentro al ‘buco”
‘là dentro con la mia macchina nuova? Sei scemo?’
‘pensaci, il ‘buco’ &egrave un posto dove tutti vanno a pomiciare, meglio di la per mettere in scena la recita a soggetto?’
‘Quale recita a soggetto?’
‘vediamo potrebbe essere . . ‘ Giovanni si concentrò su quell’idea poi si illuminò in viso e disse ‘Martina da un passaggio ad un guardone che fa l’autostop e gli tira una sega ‘ bello no?’
‘dimmi subito chi &egrave questa Martina’ disse Valeria con una mal celata gelosia
‘ma che mi prendi in giro? Chi vuoi che sia, &egrave un nome di fantasia, &egrave il tuo personaggio, cazzo’
‘ho capito, non c’&egrave bisogno di essere volgare. Va sempre a finire che devo impersonare una troia’
‘&egrave solo un gioco di improvvisazione e poi, con quelle tette, sei perfetta: hai ‘le phisique du role”
‘ma lo sai che sei proprio un vero stronzo!’

Sul versante a monte della strada principale, poco distante da dove si trovavano, c’era una piccola cava di ghiaia soprannominata ‘il buco’. Lo cava di prestito non era più utilizzata da tempo e la vegetazione autoctona si stava riappropriando dello scavo artificiale. Il posto era famoso tra i ragazzi che lo utilizzavano per andare a fare petting a tutte le ore. Di conseguenza anche i guardoni lo conoscevano bene. Si entrava nel ‘buco’ con l’automobile, direttamente dalla strada principale, attraverso uno stretto passo un tempo servito ai mezzi di movimento terra. L’auto si veniva a trovare in una specie di piccolo anfiteatro naturale dove non c’era appena lo spazio per fare manovra. Una volta entrata l’automobile rimaneva completamente nascosta alla vista di chi passava. Era proprio un buco nel fianco della montagna con pareti ripidissime alte dai due ai quattro metri. Sul ciglio della minuscola cava, tra i cespugli, c’erano stretti sentieri e piccole piazzole da dove i guardoni spiavano le giovani coppie che andavano a pomiciare. Valeria ragionò per qualche secondo, combattuta tra la prudenza ed il desiderio sempre più forte che quella stupida trovata gli provocava. Alla fine prese una decisione.

‘e va bene signor autostoppista’ sbuffo Valeria ridendo ‘ma guida lei perché non mi va di fare manovre a marcia indietro in quel postaccio’
‘certo signorina Martina, così provo la sua macchina nuova’
‘sappia signore che se riga la carrozzeria le prendo le palle a morsi’

Mentre Vale si portava agile sul sedile del passeggero Giovanni scese dall’auto e fece il giro. Mise in moto, ingranò la marcia e fece manovra cercando il punto di stacco della frizione. Ostentava sicurezza ma non era proprio semplice entrare ed uscire dal buco con quei maledetti cespugli di rovi che erano cresciuti dappertutto. E non era detto che se rigava la macchina Valeria non facesse quello che aveva minacciato. Si portò sulla strada e poco dopo girò a destra percorrendo a passo d’uomo il breve tratto di sterrato che portava nell’unico accesso della piccola cava. Durante tutta la manovra controllò con lo sguardo i movimenti dei due voyeur. Questi, vedendoli andare via, sulle prime sembrarono delusi poi, comprendendo dove andavano, si rianimarono e corsero velocemente a monte, per attraversare la strada e scendere dall’alto sul ciglio della cava.

‘signor guardone autostoppista cosa fanno i suoi ‘compari’?’ domando Valeria
‘penso proprio che abbiano capito e certamente non vorranno perdersi l’occasione di guardare una bella signorina, maiala e tettona come lei, che tira una sega ad un guardone’

Valeria si accigliò e gli mollo un pugno secco sulla spalla che fece vedere le stelle a Giovanni
‘haia, ma sei scema!’
‘non usare certi termini con me’
‘ma era per entrare nel mio ruolo, io li ho sentiti parlare i guardoni e guarda che commentano di brutto, altro che bella maiala ti dicono’
‘bella maiala passi, ma tettona non me lo dici. Capito!’

Giovanni sbuffò. Aveva da tempo rinunciato a capire la logica di Valeria. Condusse cautamente l’automobile nella minuscola cava, poi spense il motore. Si guardò intorno e chiese ‘e adesso signorina che si fa?’
‘signor guardone, mentre aspettiamo l’arrivo dei suoi amici, lei passi sul sedile di dietro e si tolga i pantaloni, ma non le mutande. Quelle poi le tolgo io al momento giusto.’

Giovanni salto dietro guardandosi intorno, il posto era tranquillo e una brezza calda portava il profumo di fiori ed erbe officinali. Si tolse le scarpe, i pantaloni e si mise sul sedile posteriore. Certo era proprio stretto quel sedile rispetto a quello della Volvo. Era eccitato da quel gioco con Valeria e sotto le mutande aveva il membro completamente eretto. Aspettarono in silenzio fino a quando sentirono dei rumori di passi attutiti provenire dall’alto, segno che qualcuno camminava sul bordo della cava. Un piccolo sassolino cadde dall’alto e dopo un rimbalzo finì a terra con un tonfo. I due guardoni che si stavano avvicinando si immobilizzarono spaventati. Valeria fece finta di niente e sporgendosi in avanti poggio i seni sul sesso di Giovanni. Lo baciò in bocca e si sistemò il cappello in testa.

‘stanno arrivando’ sussurrò all’orecchio di Giovanni
‘li ho sentiti ma non li vedo’
‘non girarti, li vedo io. Sono sopra di noi’
‘e quanti sono?’
‘io ne vedo due. Saranno quelli di prima’
Giovanni annui poi bisbigliò ‘cominciamo la recita’

Parlò con un tono di voce vibrante, come un attore a teatro, per farsi sentire dai due uomini nascosti sul bordo della cava.

‘signorina Martina mi ha dato un passaggio in auto ed ha anche promesso di farmi una sega. Io sarei pronto, lei che fa? Non si spoglia?’
Valeria stando al gioco rispose a voce alta ‘per il servizio che le devo fare non serve che mi spogli’
‘ma signorina Martina, lei &egrave una gran pezzo di fica. Una come lei si deve spogliare!’
‘signor guardone oggi ho poco tempo per spogliarmi, ma, considerato che ho visto arrivare altri due ammiratori, tolgo la maglietta, contento?’

Anche Vale passo al sedile posteriore. Tolse il cappello e lentamente svestì la maglia rimanendo con il reggiseno, i pantaloni ed il cappello di paglia. Le grosse tette erano stupende fasciate nel reggiseno nero di pizzo che le conteneva a fatica. Anche se Giovanni le aveva già ammirate tante volte gli toglievano sempre il respiro. Valeria mise i due sedili anteriori reclinati in avanti per avere più spazio, fece cenno a Giovanni di mettersi di traverso, poi si accoccolò tra le sue gambe e poggio le mani sulle sue cosce. I due guardoni che avevano sentito la conversazione si guardarono sorpresi ed indecisi. Si sporsero cautamente dai cespugli e constatando che non c’erano reazioni negative da parte della donna si avvicinarono cautamente.

‘oggi le farò una bella sega a patto che lei tenga le mani apposto’ disse Valeria ‘&egrave ora di togliere queste fastidiose mutande’
‘sono in tutti i sensi ‘nelle sue mani’ signorina Martina’ ghignò Giovanni

Valeria lo fulminò con lo sguardo per quella battuta, ma iniziò a spogliarlo. Lentamente fece scorrere le sue dita affusolate verso il sesso di Giovanni, aveva le unghie smaltate di rosso e le infilò sotto l’elastico delle mutande sfiorando i testicoli e facendo sobbalzare il pene che riusciva a far capolino da sotto l’indumento. Passo le dita lentamente sotto l’elastico dello slip toccandogli maliziosamente la punta del fallo facendolo fremere di piacere. Tirò in basso le mutande e Giovanni emise un sospiro mentre inarcava la schiena per consentirle di sfilarle. Il pene premette sull’elastico poi sgusciò fuori come una molla battendo sulla pancia. Giovanni capì che Valeria aveva qualcosa di magico. Un normale atto come togliersi le mutande, fatto da lei, era un immenso piacere. Vale si sedette sui talloni e gli tolse del tutto lo slip sfilandolo prima da una gamba e poi dall’altra. Con la destra impugno il pene e con l’indice della sinistra gli stuzzico il frenulo e poi fece passare il polpastrello lentamente tutto intorno al glande.

Giovanni si agitò, quel modo di masturbare era così piacevole da diventare insopportabile e allungò una mano verso un seno con un gemito.
Valeria lo fermo ‘e no, signor guardone. Lei deve stare ai patti, stia fermo con le mani e lasci fare a me’

Mentre parlava strinse forte il pugno sul pene, menandolo su e giù nel classico movimento della masturbazione maschile fino a serrare il membro alla base. Curvo le spalle ed abbasso le tette fino a sfiorarlo, poi col pollice tirò il reggiseno ed infilò sotto la punta del glande. Introdusse il pene tra l’indumento e le tette continuando la masturbazione con una sega spagnola. Giovanni favorì subito il manovra del membro chiuso tra le tette e il reggiseno con spostamenti a tempo del bacino poi cercò di spingerle la testa verso il glande gonfio che spuntava nell’incavo dei seni.

Vale lo bloccò di nuovo ‘stia fermo, così mi sciupa il cappello’ disse e se lo sistemò di nuovo sulla testa ‘si ricordi che oggi le ho dato un passaggio e promesso una sega, niente pompini’
‘mm si, ha ragione signorina Martina ma si tolga il cappello, così non lo rovina’
‘non capisce, il cappello serve per la mia privacy’ e calò bene la larga tesa sugli occhi

I due guardoni che si erano nascosti tra i cespugli di rovi e ginestre, sempre più eccitati da quello spettacolo, presero coraggio. Lentamente e camminando curvi scesero il ripido versante della cava fin dietro le spalle di Giovanni, a non più di un paio di metri. Erano immobili, nascosti tra i cespugli di fronte a Valeria che li poteva osservare non vista da sotto la tesa del cappello di paglia. Nella luce morbida del pomeriggio lei poteva distinguere esattamente le loro figure in controluce ed anche così vicini sembrava che spiassero con un cannocchiale. Si senti avvampare di desiderio e si pentì per avere rifiutato con tanta determinazione la proposta di fare l’amore, con un movimento agile liberò il pene legato tra le tette e il reggiseno.

‘signorina Martina lei ha delle tette così belle, per favore tolga il reggiseno’ disse Giovanni a voce alta.

Valeria si curvò sul suo viso e parlò sottovoce ‘sei proprio uno bastardo, adesso che faccio?’
Giovanni bisbigliò al suo orecchio ‘tu ora sei Martina, pensa a cosa farebbe lei’

Valeria si sollevò poggiandosi con le mani sulle cosce di Giovanni e dimenò in modo provocante le tette strette nel reggiseno. Raddrizzò la schiena facendo sporgere in fuori il petto e si alzò in piedi nella macchina cabriolet poggiando i pugni chiusi sui fianchi.

‘e va bene’ rispose Valeria ad alta voce ‘visto che lei lo desidera e che ci sono due nuovi amici . . farò uno spogliarello’

Lentamente portò le mani al seno e se lo strinse come ad impastarlo. Era stupenda lì, in piedi nell’auto, la luce del pomeriggio disegnava le sue forme e quei pantaloni attillati le modellavano i fianchi e mettevano in risalto la sua pancia piatta. Slacciò la cintura dei pantaloni e roteando il bacino la sfilò dai passanti. Poi le sue mani strinsero da sotto le tette, scivolarono sulla pancia e slacciarono il primo bottone, il secondo e il terzo. Il bacino iniziò lenti dondolii mentre lei sfilava i pantaloni. Rimase con le braghe calate a metà coscia lasciandosi ammirare per lunghi secondi con le mutandine di pizzo nero che disegnavano il ventre e i fianchi. Poi si girò di spalle per mostrare il suo fondoschiena, con i pantaloni poco sotto le natiche. Ruotò il busto per girarsi verso i guardoni prima a destra e poi a sinistra fino a che rimase voltata di spalle e si chinò piano, in modo eccitante, fino a rimanere a novanta gradi con le mani poggiate sui sedili. I due uomini erano completamente imbambolati e sorpresi da quello che stava accadendo si guardarono increduli poi quello più basso dei due prese coraggio e tutto rosso in viso esclamò con la voce roca dal desiderio

‘brava, hai un gran culo, sei eccezionale!’

Valeria si alzò e cominciò a sfilare i pantaloni. Si girò di nuovo verso Giovanni e i guardoni e con lentezza passo le braccia dietro la schiena per slacciare il reggiseno. Indugiò ad arte prima di toglierlo, godendo nel avvertire la tensione crescere allo spasimo nei voyeur. I due uomini ora guardavano eccitati, con la bocca aperta e con le teste sopra i cespugli. Avevano persa ogni paura, e lei vide che sudavano, ansimavano ed avevano iniziato a masturbarsi. Erano affascinati dal corpo di quella ragazza che si spogliava. Valeria slaccio il reggiseno tenendolo stretto sul petto con una mano, poi lo sfilò lentamente, stirando in alto le braccia. Un movimento da spogliarellista che lei amava fare per gioco davanti allo specchio e che ora, interpretando Martina, faceva esplodere la libidine dei maschi che la guardavano. Fece roteare il reggiseno sulla testa poi piegò il polso e lo lanciò sul sedile anteriore. Per fare questo torse il busto e le superbe tette dondolarono sode. Lei le strinse da sotto con le mani mentre si gonfiavano sode per il lungo respiro di piacere emesso nel liberarle dalla costrizione del reggipetto.

‘signorina Martina sono magnifiche!’ esclamò ad alta voce Giovanni allungando le mani
‘stia giù, faccia il bravo’ lo fermo Valeria
‘hai due pocce da urlo’ disse il guardone basso ‘belle e grosse’

Valeria soddisfatta diete un colpetto alla gamba di Giovanni per fargliele aprire e si inginocchiò di nuovo in mezzo, poi impugnò il pene alla base. Mentre lo masturbava lentamente con la sinistra carezzava i testicoli, poi stirò in basso la pelle del prepuzio stringendo nel pugno la base del pene. Con la lingua bagnò il palmo dell’altra mano impugnando dolcemente la parte libera del pene e il glande. Iniziò a masturbarli sfiorandoli e carezzandoli con agili e veloci movimenti del braccio.

‘oh no basta’ disse Giovanni ‘signorina Martina io non resisto, se fa così vengo subito’
‘oggi non si può trattenere’ rispose Valeria ‘si &egrave fatto dardi, mi dispiace’

Valeria muoveva il polso veloce poi si fermava di colpo per sentire il pene pulsare. Riprendeva veloce a segarlo e le tette sobbalzavano al ritmo della sua mano. Ripete più volte quel movimento intermittente, aiutata nella masturbazione dal liquido preseminale che usciva abbondante. Ogni volta che si fermava si bagnava di saliva il palmo della mano leccandolo in modo lascivo. Poi cambiò impugnatura, unendo le due le mani sul pene lo masturbò lentamente ma con forza facendolo irrigidire al massimo. Apri le dita ed usando solo i palmi iniziò a strofinare il glande in un piacevole massaggio che fece gemere di piacere Giovanni. Mentre eseguiva quella masturbazione, da sotto il cappello di paglia, guardava i guardoni che ansimavano paonazzi in viso. I due uomini smisero di masturbarsi e scesero a fatica gli ultimi metri fino e portarsi di fianco all’automobile. Ora che i due erano in piedi così vicini poteva guardarli bene. Uno era alto e magro, l’altro basso e grasso e vide che aveva al collo una macchina fotografica con il teleobbiettivo, non un binocolo come avevano pensato in un primo momento lei e Giovanni. Era enormemente eccitata, sentiva la vagina calda e umida mentre, con lenti movimenti dell’addome, cercava conforto strofinando il clitoride sulle mutandine. I due guardoni erano fermi a trenta centimetri da lei ed avevano tutti e due aperto la patta dei pantaloni. Lei si sporse un po’ in avanti non resistendo al desiderio di guardare i loro membri. Uno si masturbava veloce un uccello violaceo e bagnaticcio dal quale filava di continuo una bava mentre l’altro, quello alto, si segava lentamente un pene dalla punta paonazza che non era particolarmente lungo ma esageratamente largo.

Valeria eccitata distolse lo sguardo da quei falli e disse a voce alta ‘signor guardone adesso la faccio venire, faccia il bravo si dia una bella svuotata’
‘si amico fatti una bella sborrata e poi lascia il posto a noi’ disse il guardone basso
‘mi dispiace’ gli rispose Valeria ‘oggi si &egrave fatto tardi a voi vi farò la prossima volta’
‘ma come . . non ci fai niente a noi?’ si lagnò il guardone basso
‘questa sera no, per voi &egrave la prima volta, accontentatevi’

Impugno di nuovo il pene di Giovanni con la destra e cominciò a masturbarlo velocemente, sostenendo in alto i testicoli nel palmo della mano sinistra. Iniziò a massaggiarli dolcemente attenta alle loro contrazioni, quelle sue mani con le dita affusolate e le unghie smaltate di rosso che impugnavano il pene erano uno esibizione straordinariamente eccitante. Valeria, con quelle tettone che sobbalzavano al ritmo della masturbazione, si muoveva disinibita nella parte della viziosa Martina e fu allora che il guardone alto, che fino a quel momento era stato zitto parlò.

‘Signorina Martina lei &egrave così bella, la prego sia gentile, ci faccia toccare le tette, cosi veniamo subito anche noi’

Un attimo di silenzio cadde sul gruppo mentre tutti guardavano Valeria che si era bloccata al sentire quella richiesta. Con enorme sorpresa di Giovanni parlò acconsentendo alla richiesta.

‘per questa volta va bene, ma promettete di fare piano, non voglio segni sulla pelle’

Valeria si sfilò dalle gambe di Giovanni, le accostò e si mise di lato. Con la mano destra continuò a masturbarlo con grazia mentre si portò con le ginocchia vicina al lato esterno e poggiò l’avambraccio sinistro sul bordo dell’auto decappottata. Si sporse un po’ in fuori offrendo il suo seno florido ai due uomini. Il guardone alto allungò la mano libera, quella che non usava per masturbarsi, e le accarezzò dolcemente il seno sinistro. Aveva le dita ruvide di chi &egrave abituato ad usare le mani per lavorare ma il suo tocco era gentile e delicato e le provocò una scossa di piacere.

Sentì i testicoli di Giovanni contrarsi nella sua mano e aumento il ritmo della sega mentre vampate di calore e piacere la percorrevano dai capezzoli alla vagina. L’altro guardone cambiò mano, portò la sinistra a masturbarsi e allungo la destra per tastare l’altro seno. Era più aggressivo e la toccava in maniera meno delicata. La sua mano era bagnata e viscida di liquido preseminale e lei godeva intensamente di quel contatto. Senti di nuovo contrarsi il pene nel suo pugno più decisamente, allora con la sinistra gentilmente allontanò le mani dai seni dicendo

‘aspettate un poco ora finisco questo signore, poi torno da voi’

Velocizzò tanto il movimento del suo braccio che l’immagine della sua mano divenne confusa. Giovanni si irrigidì e cominciò a emettere un lamento sordo. Valeria si girò e prese mella mano sinistra i testicoli. Quando li senti contrarsi diete un colpo deciso verso la base del pene e fermò la mano proprio nell’attimo in cui un primo zampillo di sperma salto altissimo e ricadde sulla pancia di Giovanni. Alzò e abbasso il pugno ancora, stringendo con decisione il pene dal quale, ad ogni movimento del polso, corrispondeva un getto abbondante di sperma. Ripete con competenza quel movimento altre volte, mentre grosse gocce di sperma denso e bianco sgorgavano dal glande gonfio e scendevano sulla sua mano colando tra le dita fino alla base del membro tra i peli del pube.

‘basta, signorina Martina, ora basta’ disse Giovanni

Valeria lasciò il pene di Giovanni che cominciava ad afflosciarsi. Girò la testa verso la borsetta dove aveva dei fazzolettini di carta. Si accorse che una goccia di sperma le era finita sul polso della mano sinistra e lei, prima di prendere i fazzolettini, con naturalezza lo sfr&egravego sulla coscia di Giovanni dicendo ‘signor guardone questa &egrave roba sua’.

Valeria si pulì la mano destra col fazzolettino poi lo poggiò con decisione sul pene di Giovanni che emise un gemito e si tirò su come se avesse ricevuto un colpo di spillo nella pancia.

‘per favore signore si sposti di lato e si ripulisca che ha fatto un macello’ disse Valeria.

Si mise in ginocchio sul sedile poi si rivolse ai due guardoni ‘avete visto quel signore che bravo? Ora voglio vedere voi’ poggiò i gomiti sul bordo dell’auto e strinse le tette tra le braccia offrendole fuori ai due uomini che allungarono subito le mani carezzando e pizzicando i capezzoli induriti dall’eccitazione. Valeria portò la mano sulla pancia, infilò le dita sotto le mutandine e si toccò. Era allagata di umori e cominciò a masturbarsi il clitoride con gli occhi fissi sui sessi dei guardoni che si masturbavano con forza. Godette subito, gemendo forte e tremando sotto un orgasmo penetrante che le annebbiò la vista.

‘hai goduto?’ le chiese senza riservatezza il guardone basso
‘oh si, si’ sussurrò Valeria mentre continuava a masturbarsi
Quello per tutta risposta si piegò poggiando a terra un ginocchio e cominciò a leccargli un capezzolo ‘mm che belle pocce’ ruminò ‘belle mm grosse’

Il piacere che provava sui seni era incontrollato, la attraversava come una corrente fino alla vagina e le faceva tremava un labbro mentre guardava il guardone alto masturbarsi. Poi l’altro si rialzo pizzicandogli il capezzolo.

‘guarda qua, guarda, ora sborro io’ disse in modo spudorato mostrando il pene.

Si irrigidì stringendole il seno fino a farle male e lei rimase a fissarlo mentre con un urlo soffocato cominciò a sborrare come un fontana. Getti di sperma poderosi con filamenti giallognoli uscirono con forza uno dopo l’altro. Valeria non aveva mai visto un uomo sborrare tanto abbondantemente e così a lungo tanto da imbiancare molti fili d’erba.

Anche l’altro in silenzio cominciò un sordo lamento, lei fissò la sua grossa cappella rossa e quando venne singhiozzando spruzzando sperma denso e bianco Valeria godette di nuovo.

Tremando e aggiunse ‘vengo, vengo mm si, si, b e e l l o o o’.

Passarono lunghi secondo nei quali si sentivano solo respiri affannati. I due guardoni guardavano spaesati, ansimando, col fiato corto, rossi in viso, sudati e stravolti dall’orgasmo. Non sapevano che fare. Valeria poco alla volta tornò in se.

‘mamma mia che bravi che siete stati’ poi guardo l’orologio poggiato in una tasca del cruscotto ‘come si &egrave fatto tardi!’ esclamò Valeria ‘devo proprio scappare via, ci vediamo la prossima volta’
‘quando &egrave la prossima volta’ chiese il guardone basso
‘non lo so, tra un paio di settimane forse. Ora voi due andate via per favore, qualcuno potrebbe vederci e non sta bene’ disse Valeria.
I due si allontanarono arrampicandosi verso il bordo della cava, prima di scomparire all’orizzonte si voltarono un ultima volta a guardare ancora increduli ed indecisi.

‘sei stata magnifica’ disse Giovanni ‘lo spogliarello e poi non mi aspettavo che permettessi a quei due di toccarti’
‘io non mi sarei fatta toccare ma . . . ecco, ho pensato che Martina lo avrebbe fatto’

Giovanni non commentò. Aveva da tempo deciso che Valeria andava amata, non capita.

Leave a Reply