Skip to main content
Orgia

026 Valeria e i guardoni

By 20 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti avranno la pazienza di leggere per la prima volta le storie ispirate alle nostre esperienze suggerisco di seguire i capitoli nell’ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima esperienza agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera.

Capitolo XXVI ‘

Avventura non programmata (parte prima)
Lite e pace.

Dopo essere usciti dalla multisala ed avere accompagnato con l’automobile Caterina ed Andrea a casa Giovanni aspettava il momento di affrontare l’argomento che gli stava a cuore. Era nervoso e l’attesa non faceva che fare aumentare la sua aggressività. La sua fidanzata non avrebbe dovuto prendere iniziative, andare sola e non farlo partecipe delle sue avventure sessuali. Non era colpa sua se, per lavoro, si doveva trasferire a Roma dal lunedì al venerdì sera e la ‘santarellina’ di buona famiglia poteva anche aspettare che lui tornasse per fare certe porcate.

Valeria era seduta in macchina e guardava le luci delle città mentre Giovanni guidava imbronciato. Si sentiva eccitata per la nuova avventura vissuta al cinema, era in subbuglio e capì che se non faceva l’amore avrebbe passato qualche ora a rigirarsi nel letto senza prendere sonno. Intuì, da come guidava l’automobile, che Giovanni era incavolato nero. Lei non riusciva ad immaginare il motivo di quell’atteggiamento ma decise che la migliore difesa era l’attacco.

‘allora che c’&egrave? Si può sapere che cosa hai?’
‘niente, che vuoi che abbia’ borbottò Giovanni
‘hai una faccia, &egrave tutta la sera che mi tieni il muso’
‘diciamo che se la tua ragazza si diverte ‘da sola’ a fare le seghe agli altri non &egrave il massimo’
‘che bastardo!’ ringhiò Valeria arrossendo ‘che sporco maiale! Tu mi hai trascinato in questa storia, tu hai insistito, hai pregato, mi hai ossessionato per farlo e . . . ‘
‘si &egrave vero’ la interruppe Giovanni ‘ma non ti ho mai autorizzato ad andare sola’
‘tu che cosa?’ strillo Valeria con gli occhi che lanciavano lampi ‘se tu mi autorizzi a fare certe cose va bene, se no sono una troia? &egrave questo che vuoi dire?
‘Non ho detto questo!’
‘No? E allora che vuoi dire?’
‘Dico solo che poteva essere pericoloso! In Italia ci sono migliaia di casi di violenze sessuali’
‘Si &egrave vero, ma statisticamente corro più pericoli con te che con degli sconosciuti’
‘che vuoi dire?’ borbottò Giovanni
‘solo un venti per cento dei casi di stupro &egrave causato da sconosciuti. Il resto delle violenze &egrave compiuto da ex fidanzati, dai mariti o dai vicini di casa’
‘porca vacca, se certe cose le fai senza di me non va bene e basta!’ urlò Giovanni.

Era a disagio, capendo che quello che stava sostenendo non era razionale e nemmeno giusto. Giovanni si rese conto di alzare la voce e sapeva che questo capitava tutte le volte che capiva di avere torto. Del resto aveva riflettuto a lungo sulla questione, su come affrontare l’argomento ed era giunto alla conclusione che doveva farsi valere. Sapeva che Valeria era un osso duro ma lui era deciso, pronto a tutto, determinato anche a mollarle un ceffone. Un silenzio pesante calò nell’automobile.

‘qualunque cosa dica o faccia adesso non mi farò infinocchiare’ pensò Giovanni
‘ieri, mentre facevamo l’amore, mi avevi perdonato’ disse Valeria scossa da un singhiozzo, mentre una lacrima le scese sul viso.

Piangere era l’arma finale. Valeria vi aveva fatto ricorso poche volte e solo quando si sentiva chiusa in un angolo e senza argomenti. Non era certo quello il caso, avrebbe voluto litigare per ore e fare a pezzi Giovanni che, palesemente secondo lei, sosteneva la tesi sbagliata. Ma voleva andare a fare l’amore e non aveva tempo da perdere in sciocchi litigi. Giovanni si aspettava di tutto, tranne che la fidanzata, sempre pronta a ribattere colpo su colpo, si mettesse a piangere. La rabbia e tutte le ragioni che si era preparato svanirono come nebbia al sole.

‘non mi sono espresso bene’ disse Giovanni ‘sono solo preoccupato, non ti volevo offendere’
‘ti ho fatto una promessa’ bisbigliò Valeria in modo sensuale ‘farò quella cosa, se tu vuoi’ e lo baciò sul collo avvicinandosi a lui mentre guidava.

Il respiro caldo e profumato di Valeria vicino al viso gli provocò un tremenda erezione ‘non ti voglio forzare e non voglio perderti’ confessò Giovanni capitolando su tutto il fronte.
‘io ti amo’ bisbigliò Vale e aggiunse ‘andiamo subito a fare l’amore. Ho voglia. Saliamo in pineta, al solito posto, come ai vecchi tempi’
‘si, si va bene’ rispose eccitato Giovanni ‘la domenica in pineta &egrave pieno di coppiette e di guardoni’
I grandi occhi di Valeria brillarono di soddisfazione. Era uscita eccitata dal cinema e voleva fare sesso. Avrebbero potuto litigare in seguito, con tutta calma.

Arrivarono al grande prato rischiarato dalla luna piena. L’automobile si avvicinò alle piazzole di sosta tra gli alberi ma, il posto che occupavano di solito, era preso. Anche gli altri due posti più avanti erano occupati. Giovanni imprecò per la delusione ma Valeria propose di spostarsi e cercare un altro posto. L’automobile fece manovra e si spostò sull’altro lato del bosco, avanzò a passo d’uomo sul sentiero sterrato rischiando più volte di raschiare sotto, tanto erano profondi i solchi delle ruote. Trovarono una piazzola ampia tra gli alberi che non avevano mai utilizzato. Rispetto al prato i fitti cespugli che crescevano tutto intorno la nascondevano alla vista, anche se un po’ in pendenza andava benissimo. Giovanni fece manovra ed entrò a marcia indietro con la parte anteriore della volvo verso il bosco. Sistemarono in fretta i sedili, per fare un unico piano anteriore nella vecchia station wagon. Finirono quel letto di fortuna con il solito plaid a scacchi rossi e due cuscini. Giovanni si spogliò rimanendo solo con la camicia e Valeria, che non aveva previsto di finire la serata in quel modo, si svestì del tutto perché non voleva sciupare i vestiti buoni. Si guardarono intorno, non c’era nessuno, ma erano talmente eccitati entrambi che non aspettarono, come le altre volte. Giovanni si stese e Valeria fece altrettanto sopra di lui. Mentre lo baciava con passione piegò la gamba sinistra passandola sul pene completamente eretto provocandogli un sospiro di piacere, poi ruotò il bacino e gli fu sopra fregando il sesso bollente sulla sua pancia. Non avevano portato niente, nemmeno le torce elettriche e Valeria accese la luce di servizio posteriore della volvo che proiettò una luce intensa.

‘accidenti’ esclamò Valeria ‘la luce &egrave molto più forte di quella della torcia, attirerà tutti i guardoni nel raggio di un chilometro’ quasi a darle ragione sentirono chiaramente dei passi attutiti nel bosco
‘ecco che arriva qualcuno, lo vedi?’ le chiese Giovanni scrutando l’oscurità
‘non ancora, ma di sicuro c’&egrave qualcuno la fuori. E si sta avvicinando all’auto’
‘ora apro i finestrini e il portello posteriore’
‘ma sei matto’ protestò Valeria ‘tanto vale fare sesso fuori dell’auto’
‘hai promesso’ disse Giovanni mentre apriva il portello ‘apro solo questo, tanto per fare una prova’
‘mi sento indifesa’ disse Valeria ‘e fa anche freddo’

Una leggera brezza notturna che veniva dal bosco entrò nel abitacolo. Era si fredda, ma portò con se tutti i profumi afrodisiaci della pineta. Dei deliziosi brividi percorsero la pelle chiara e lucente di Valeria che si raggomitolò seduta portando le ginocchia al seno.
‘come ci mettiamo?’ le chiese Giovanni
‘mi vergogno, non voglio vedere. Io mi giro e tu mettiti dietro di me’

Valeria si girò e si mise bocconi, con il sedere verso il portello aperto e la testa sui gomiti. Giovanni si mise seduto dietro, fino ad portarsi sotto di lei con le gambe aperte. Si lasciò andare all’indietro fino a poggiare la testa sul fianco dell’auto ed avere il fondo schiena di Valeria all’altezza del viso. Si bilanciò con la mano destra, per non finire fuori dall’abitacolo, mentre con la sinistra carezzò le cosce di Valeria salendo verso le natiche ed indugiando sullo stucco della vita. Ammirò quelle cosce lunghe, tornite e i fianchi tondi con il magnifico fondoschiena offerto in quella posizione oscena. Il sesso era di un rosa acceso e molto bagnato, come se Valeria fosse da tempo eccitata, ma lui non ci fece caso. Si guardò intorno e vide un ombra scura vicino ad un cespuglio di ginestra. Era immobile e la forte luce dell’abitacolo faceva scorgere un viso nascosto dal passamontagna nero. Poteva intimorire quell’aspetto, ma oramai Giovanni sapeva che molti voyeur avevano quel comportamento solo per timidezza. Non era uno dei loro tanti ‘amici’ perché rimaneva immobile e non si avvicinava. Giovanni poggiò la mano sul fianco di Valeria e la tirò a se mentre lei con la mano destra impugnava il pene e lo teneva puntato contro la vagina. Era fradicia di umori e il sesso penetrò senza troppo forzare provocando in entrambi scariche di piacere bollente. Giovanni godeva di quella magnifica visione del suo sesso che penetrava in lei ed accompagnò il movimento di Vale con la mano. Si volse di nuovo verso lo sconosciuto che guardava e vide altre due figure scure muoversi tra gli alberi verso la loro automobile. I nuovi arrivati si fermarono vicino al primo guardone e a loro volta si infilarono in testa il passamontagna. Fissarono la scena dell’amplesso con gli occhi sbarrati e dopo qualche minuto si resero conto che Giovanni si era voltato verso di loro ma continuava a fare sesso con la fidanzata. Bisbigliarono tra loro, poi un tipo tarchiato con un grande stomaco si spostò al lato del cespuglio di ginestra. Si avvicinò con cautela dietro le spalle di Giovanni, fuori dal suo angolo di visuale. Giovanni torse il collo e si girò per guardarlo ma non ebbe reazioni. L’uomo allora si tranquillizzò ed avanzò ancora, fermandosi a non più di un metro dalla coppia. Giovanni abbassò la mano sinistra e si stese in modo da offrire all’uomo la vista completa del superbo culo di Valeria che si abbassava per prendere tutto l’uccello che luccicava bagnato dai suoi stessi liquidi.

Giovanni si sfilò da lei e disse ‘toccati un po’ da sola ci sono nuovi amici che vogliono guardarti’

Pronunciò la frase a voce bassa, ma nel silenzio del bosco le sue parole corsero nitide alle orecchie del voyeur. Guardò l’uomo alle sue spalle e vide i suoi occhi brillare di libidine mentre il viso si illuminava in un sorriso. Valeria ubbidì e poggiò la testa sulle braccia, alzò nuovamente il fondoschiena e con la mano destra iniziò a masturbarsi offrendo uno spettacolo mozzafiato. Giovanni si ritrovò l’uomo accostato al suo fianco. I loro sguardi s’incrociarono di nuovo. Il guardone piegò il capo in un cenno di approvazione al quale Giovanni rispose affermativamente, allora l’uomo si girò verso gli altri due guardoni e fece loro cenno con la mano di avvicinarsi. Giovanni si mise un po’ di traverso in modo da trovarsi col fianco sinistro vicino al bordo aperto della station wagon. I due guardoni si misero di fianco al primo occupando interamente l’apertura. Erano un po’ piegati sotto il portello posteriore aperto e poggiarono le ginocchia sul bordo del piano di carico. Giovanni prese ad accarezzare lentamente le cosce di Valeria poi fisso il guardone panciuto. Quello timidamente allungò la mano destra verso le natiche di Valeria ma, a pochi centimetri dal contatto si fermò. Respirava come se avesse affrontato di corsa quattro rampe di scale e le parti di viso non coperte dal passamontagna erano arrossate e sudate. Guardò con gli occhi lucidi di desiderio e Giovanni fece un leggero si con la testa. La mano si posò delicatamente sul fianco di Valeria che gemette al contatto di quelle dita fredde e sconosciute. Un brivido le percorse la pelle ma continuò a masturbarsi. Il guardone di mezzo indossava un passamontagna verde, lo guardò e gli fece il gesto di palpare le tette. Giovanni disse nuovamente si con la testa e quello allungò subito le mani sotto di lei e afferrò i grossi seni fermandone il dondolio. Quel contatto, che gli riempiva tutta la mano, fece emettere all’uomo aria e un leggero fischio d’apprezzamento. Il primo guardone pose anche l’altra mano sulle natiche di Valeria e le strinse in modo libidinoso, poi con i pollici la allargò all’altezza del sesso che si schiuse mostrando un colore rosa acceso luccicante di umori. Giovanni prese la mano che Valeria usava per masturbarsi e se la portò sul pene. Lei docile lo strinse e cominciò a masturbarlo tra le sue gambe. Poi poggiò la testa contro il plaid per bilanciare il peso del suo corpo e allungò il braccio sinistro ruotando il polso. Pose la mano aperta verso i guardoni. I tre uomini si fissarono per qualche secondo incerti, e guardarono Giovanni che con il pugno chiuso mimò il gesto di una sega. Il guardone di mezzo lasciò il seno che palpeggiava e fu il più rapido. Aprì la chiusura lampo dei pantaloni estraendo un pene duro e consistente che poggiò nel palmo aperto di Valeria piegando le gambe. Lei chiuse piano la mano e l’uomo gemette di piacere mentre lei cominciò a masturbarlo lentamente. Il terzo guardone prese coraggio, si inginocchiò e allungò le mani nel tentativo di palpeggiare le grosse tette ma in quella posizione i seni erano schiacciati contro il plaid. Giovanni inserì il dito medio nella vagina di Valeria che mugolò di piacere mentre la penetrava. Poi fece un cenno col capo al primo guardone che non si fece pregare ed infilò a sua volta il suo dito. Per un po’ la masturbarono insieme e Giovanni trovò oscenamente eccitante sentire quel dito che correva di fianco al suo. Fece cenno al guardone che si stava facendo masturbare muovendo il medio della mano libera e quello a sua volta infilò il medio della mano destra nelle vagina bollente di Valeria prendendo il ritmo degli altri due. Nessuno parlava ma sospiri e respiri affannati riempirono di suoni lussuriosi il bosco. Anche il terzo guardone si accalcò alle loro spalle spingendo e cercando a sua volta di toccare il sesso della ragazza. Il guardone con il passamontagna verde si spostò di lato continuando a farsi masturbare e gli lasciò il suo posto. Il guardone panciuto unì due dita mostrando all’altro cosa doveva fare. Quello annuì e infilò l’indice e il medio della mano sinistra. Giovanni sfilò il suo dito medio dalla vagina e li lascio fare. Valeria gemette forte, le quattro dita equivalevano ad un grosso uccello che la penetrava ma si muovevano e la frugavano dappertutto. Il guardone aveva campo libero ed era un esperto. Inizio deciso con le dita dell’altra mano a masturbare velocemente il clitoride. Vedendo le natiche che si contraevano capì che Valeria stava per venire e prese ad allargare la vagina aiutato dall’amico .Valeria sospirò di piacere e mentre la penetravano e frugavano dentro l’uomo accelerò il massaggio al clitoride passandoci sopra, sempre più velocemente, quattro dita unite come se stesse lucidando qualcosa.

‘cosi vengo, vengo!’ sbuffò Valeria e strinse forte i due uccelli che aveva in mano.

I due uomini continuarono a penetrarla con le dita, i visi contratti in una smorfia di piacere masturbando il clitoride senza posa fino a che degli schizzi uscirono dalla vagina. Getti caldi che bagnarono le mani dei guardoni, la pancia di Giovanni e l’interno vellutato delle cosce.

‘basta, basta’ piagnucolò Valeria contorcendosi sotto quell’orgasmo sconvolgente. Lasciò il pene di Giovanni e fermò il polso dello sconosciuto che si accaniva ancora sul suo clitoride ‘fatemi riprendere fiato prima di continuare’.

(continua)

Leave a Reply