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Orgia

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By 8 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Marzo 1996

-…Ed infine il prezzo, può sembrare un aspetto importante, ma mi
creda, rispetto ai benefici in termini di immagine che la vostra
amministrazione avrà non è altro che un particolare.-

Facevo il mio lavoro, cercavo di vendere, vendere disperatamente, la
situazione della mia azienda non era buona, pensare di chiudere dopo
meno di un anno era un pensiero che mi terrorizzava, mi ripassavano
davanti agli occhi le espessioni amare di mia madre quando le
comunicai che a 24 anni avevo deciso di lasciare gli studi e puntare
tutto sul lavoro, creando una società di informativa. Che cocente
sconfitta sarebbe stata, essere inondato degli -Lo avevo detto io…-
di tutti i conoscenti; -E’ un’avventura pericolosa, tanti soldi
buttati e con quali risultati ?-

I pensieri mi stavano distraendo dall’interlocutore che avevo di
fronte, mi concentro e lo guardo con un sorriso sornione al temine
dell’esposizione del progetto; lui aveva ascoltato con interesse; il
mondo delle nuove tecnologie lo interessava, ma non riuscivo a
ricavare un segnale decisivo da quello sguardo di uomo che aveva
vissuto di pòlitica e pubblica amministrazione da almeno 4 lustri.

Ci fu un minuto di silenzio, il mio interlocutore alza la cornetta e
chiama la portineria -Signora, ci fa arrivare 2 caffè ?-
Ecco il segnale, lo avevo interessato davvero, mi rianimo e riprendo
a parlare, la butto li
-Allora quando iniziamo ?-
Mi guarda, sorride -Con calma, il suo progetto è interessante, ma le
cose non sono cosi semplici, noi siamo una piccola pubblica
amministrazione e spendere 30 milioni di lire per un progetto del
genere… devo sentire il ragioniere capo, dobbiamo trovare la
strada…-
Forse mi ero riavuto troppo presto, inconsapevolmente mi ero rabbuiato
in viso e la cosa si era notata, l’inesperienza dei miei 24 anni si
era palaesata… mai abbattersi davanti ad un potenziale cliente.
Il mio interlocutore se ne accorse -Non si abbatta, l’idea mi piace,
il progetto è valido, dobbiamo solo trovare il modo… anzi sa cosa
possiamo fare ? Ne parliamo al più presto con l’assessore
all’informatizzazione e con il ragioniere capo e cerchiamo di fare
colpo anche su di loro-
Stava ragionando come se avesse preso davvero a cuore il progetto..
forse c’era davvero speranza.

-dottore i caffè-

Una voce aveva spezzato i miei pensieri, una signora ci stava servendo
due caffè fumanti.

Trascorsero quasi due settimane, avevo ripensato all’incontro e mi
chiedevo se fosse il caso di tornare alla carica, ripensavo ai 30
milioni che ci avrebbero fatto proprio comodo; rientro in ufficio e la
mia segretaria mi comunica che aveva chiamato il dott. xxxxx lasciando
il suo riferimento personale.

Bene pensai, sorridendo a me stesso, le cose si muovono.
-Pronto dottore ? La disturbo ? Come sta ? sono xxxxx-

La voce dall’altro capò, molto cordiale
-Ah, salve, bene, mi fa piacere sentirla, ho provato a chiamarla
stamattina perchè ho acccennato la faccenda a all’assessore e al
ragioniere capo; c’è interesse al progetto.-

-Bene, mi fa piacere, quindi… pòtremmo procedere ?-

una risatina sommessa
-Beh, si, parliamone anche con loro, approfitto allora per invitarla
ad una festa che terrò per la presentazione della mia candidatura a
sindaco, saremo tutti li e le presenterò anche loro-

-Va bene, volentieri, ci sarò sicuramente-

Mi lasciai cadere sullo schienale della mia pòltrona sbuffando; porca
miseria, mi vuole usare, vuole usare il progetto per raccattare
voti… Cazzo.. li conosco questi politici, promettono e una volta
eletti chi si è visto si è visto…

Arrivo nei pressi della sua villa, parcheggio lontano, quasi mi
vergognavo della mia utilitaria con tutti i macchinoni parcheggiati,
mi avvio verso la casa e comincio a sentire voci e risate ed una
musica fatta di ritmi anni sessanta; mi infilo le mani in tasca e
penso che forse il mio abbigliamento fatto di jeans con su camicia e
giacca è troppo informale
-Almeno la cravatta la potevi mettere-
dissi tra me e me. Entrai nel giardino della villa , lampioncini di
carta, palloncini colorati, una cinquantina tra uomini e donne
raggruppati in piccoli capannelli che parlavano ridevano tra di loro;
camerieri in smoking che servivano…effettivamente sono troppo
informale, uomini in completo scuro, donne in abito lungo; ma tant’è,
ci sono ormai.
Noto da lontano il mio riferimento, mi vede e mi saluta con la mano,
lo raggiungo facendo lo slalom tra tavolini, buffet e camerieri che
facevano gli equilibristi con vassoi pieni di bicchieri.
-Salve, benevenuto…-
Con un largo sorriso il mio ospite mi accoglie.
-Mi fa piacere che sia venuto-
Con un pizzico di imbarazzo gli stringo la mano, mi sentivo a disagio
in un ambiente del genere -Grazie a lei per l’invito-
-Vogliamo abbandonare i formalismi ? chiamami tommaso se ti fa
piacere-
Lo guardo forse un pò stranito
-Bene, .. si mi fa piacere, Antonio- ma vedi che faccia di bronzo
penso tra me e me

– Allora Antonio, serviti pure da bere, ti presento altri amici
dopo…-

Prendo al volo un martini, faccio un giro per il giardino, guardo la
costruzione, bella, soldi a palate spesi. Quanta banalità tra questa
gente, immagino i pensieri di ognuno di loro, ognuno è li per farsi
vedere nel giro polico che conta in quel momento, ognuno che cerca il
proprio tornaconto in tutto questo… ma in fondo penso sorridendo che
sono anche io li per la stessa cosa.

-Antonio.. ti presento l’assessore xxxx ed il ragioniere capo il dott.
xxxx- Stringo la mano a questi due individui, li vedo viscidi, anche
loro qui a leccare il culo al futuro sindaco, mah, che mondo…

-Ho parlato a loro del progetto, ne sono entusiasti-
i due uomini sorridevano
-e penso che ci sia anche la possibilità di acquisire direttamente il
progetto senza grossi problemi e senza porci problemi di gare che…
disturberebbero diciamo cosi il progetto-
disse sorridendo ed ammiccando ai due presenti i quali annuivano alle
sue parole.

Non mi sembrava vero, mi stava dicendo che la cosa si fa ? sento un
brivido lungo la schiena… le cose cominciano a girare, ma dai, chi
se ne frega se dovrò dargli una mano per queste elezioni. Sorridendo
lo ringrazio e mi lascia a parlare del progetto ai due uomini che mi
ascoltavano con interesse, dopo pochi minuti come mi aspettavo la
discussione si spòsta verso quello che era il loro obiettivo.
-Ma lei ce la darà una mano vero per queste elezioni ? Sa Tommaso ci
crede molto e noi crediamo che sia la persona giusta.-

Annuivo cercando di dissimulare tutti i miei cattivi pensieri.

-Antonio, permetti che ti presenti mia moglie Ludovica ?- Mi si
avvicina Tommaso con accanto una donna di età quasi indefinibile,
bella, di una bellezza però quasi appassita, molto curata bellissimo
vestito, ma con un’espressione stanca, a guardarla bene le avrei dato
circa 50 anni. Le strinsi la mano -Piacere, Antonio- Lei ricambia la
stretta -Ludovica-.

-Sai, mia moglie si annoia sempre un pò a queste feste, pensa che sia
una inutile espòsizione- dice sorridendomi e strizzandomi l’occhio.
Ludovica lo guarda strizzando un pò gli occhi e con sguardo cattivo.
-Perdoni mio marito… evidentemente la politica gli ha fatto
dimenticare le buone maniere-
Sorrido dissimulando un pò di imbarazzo.
-Sono sicuro che Tommaso è un’ottima persona- oramai mi ero calato
nei panni del leccaculo anche io, e lui godeva di questa situazione.

La serata si trascinava stancamente nonostante arrivasse altra gente,
io mi ero seduto in un angolo del giardino e guardavo tutte quelle
persone muoversi cosi a loro agio, bevevo il mio secondo martini
quando mi si avvicina uno dei camerieri e mi chiede di seguirlo, c’era
una persona che chiedeva di me.
Lo seguo verso l’interno della villa addentrandoci in una enorme
cucina colma di vettovagliamento per la festa, li trovo l’assessore
che mi era stato presentato. Mi sorride e mi prende sotto braccio, –
Caro Antonio.. scusami se sono passato al tu, posso parlare
liberamente con te ?- lo guardo torvo -Si certo…-

-Vedi, Tommaso ha preso molto a cuore il tuo progetto, lui pensa che
sia davvero importante, e questo lo credo anche io, ma sai come vanno
queste cose, Tommaso ha bisogno dell’aiuto di tutti in questo momento,
soprattutto il “tuo”, sai un do ut des-
Eccoli li spudorato aveva mandato avanti il suo scagnozzo per
coinvolgermi nella campagna, oramai ero in ballo…
-Certo, comprendo, ritenetemi a vostra disposizione, conosco un po di
gente e posso portare un po di voti-
l’uomo mi sorrise
-Bene, bravo… ma non proprio quello l’aiuto che Tommaso vorrebbe da
te-
Lo guardo stupito
-Allora non ci ho capito molto confesso…-
Ride di gusto prendendomi sotto braccio ed accompagnandomi su per le
scale della villa.
-vedi caro Antonio, qui a casa di Tommaso chi comanda è Ludovica,
ricchissima di famiglia e finanzia tutte le sue campagne elettorali,
lui senza Ludovica non è nessuno…-
cosi facendo ci fermiamo davanti ad una porta chiusa, l’uomo apre la
porta e ci troviamo in una stanza semibuia, c’era un letto a
baldacchino ed una serie di poltrone. L’uomo entra facendo segno di
seguirlo, si toglie la giacca e si allenta la cravatta.
-Ragazzo mio è il tuo momento-
da una porta entra una figura femminile in lingerie, l’uomo le si
avvicina e la comincia a baciare sul collo continuando a svestirsi. Mi
fa cenno di avvicinarmi, nella penombra riconosco Ludovica, lui
comincia a slacciarle il reggiseno e a succhiarle i capezzoli. Mi gira
la testa, non capisco, che cazzo sta succedendo… ero a pochi
centimetri da loro, ludovica mi poggia le mani sul petto e comincia ad
accerezzarmi, la guardo meglio, è molto bella anche se gli anni si
notano. i miei 24 anni si fanno sentire, mi viene il cazzo duro e
divento rosso, lei mi sorride mi fa sedere sul letto e mi spinge fino
a farmi stendere.

Comincia a sbottonare il pantalone mentre l’uomo le è dietro
leccandole la schiena, mi tira fuori il cazzo e comincia a toccarlo
stringendolo nel pugno.
La pressione mi va a mille, non mi ero mai trovato in una situazione
del genere, si abbassa, dischiude le labbra e comincia un pompino
maestoso, la bocca che andava lentamente su e giù la lingua che
avvolgeva il mio membro.

L’uomo dietro di lei accovacciato le leccava la figa. I capelli di lei
che si poggiavano ritmicamente sul mio ventre e che le nascondevano il
viso. Un vortice impressionante di sensazioni si abbattè su di me,
nessuno mi aveva mai fatto un pompino del genere, le ragazzine di
vent’anni non hanno quell’esperienza.

Ludovica conduceva il gioco, si mise carponi sul letto e cominciò a
spompinare il mio amico di scopata. Andai da dietro e le infilai il
cazzo nella figa bagnatissima, stavo per venire, mi fermai, non volevo
finire li.
Ripresi fiato e comincia lentamente a scoparla; Ludovica si spostò
improvvisamente in avanti in modo da far uscire il cazzo; rimanendo
carponi con una mano lo prese e lo puntò dritto verso il buchino un pò
più su.

Confesso, non avevo mai avuto un rapporto anale,

mi si disegna una perla di sudore freddo sulla fronte, provai a
spingere ma non riuscivo a penetrarla, lei si bagnò le dita con la
saliva e umettò il buco del culo.
Riprovai con più convinzione, ed il cazzo fu quasi risucchiato.
Cominciai a muovermi ritmicamente e lei comincio a mugolare sempre più
forte. Il mio compagno di quella sera si godeva il suo pompino
magistrale, io mi muovevo sempre più veloce, cominciai a tastarle
anche la figa, le infilai due dita dentro e con il pollice le
massaggiavo il clitorire. Non era un clitoride era quasi un
cazzettino, roba da quasi un centimetro… mai vista una cosa cosi…

Il buco del culo si dilatava sempre più e adesso sbattevo i coglioni
sulla figa andando sempre più a fondo. Lei si lascio andare ad un
gemito di godimento stringendo lo sfintere più che poteva, nel giro di
qualche secondo mi trovai a venirle nel culo….

…mi tremavano le gambe, ansimavo e non riuscivo a tirare fuori
l’uccello da quella tana infernale, alzai la testa chiudendo gli occhi
per godere appieno di quei momenti.

Era tornato il silenzio nella stanza, si sentivano solo i respiri
ansimanti di tre persone, quando d’un tratto si sente un mogolio
soffocato proveniente da un lato della stanza dove c’era una porta che
dava sul balcone coperta da una tenda salla quale filtrava un leggero
chiarore. Dalla tenda si indovinava il profilo di un uomo che si
masturbava… quel mugolio era di Tommaso.

Mi ero guadagnato il contratto…

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