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Orgia

40026

By 15 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Agosto 2009

La vacanza durava da qualche giorno, era la prima, dopo anni, senza figli, nè nipoti. Assieme alla coppia di amici storici avevamo deciso di passarla in un club vacanze.
Le serate erano trascorse come quelle di ogni coppia di sessant’enni .
Mare, pranzo, pennica, ancora spiaggia, cena e partita a carte.
Insomma tutto filava tranquillo.
Anche quella mattina mi vedeva attento nella lettura del quotidiano, quando il mio amico mi sussurrò, quasi impacciato: ‘ posso farti una domanda?’
Distolsi lo sguardo dal giornale e lo guardai con fare acconsenziente.
‘ voi due, tu e tua moglie, quante volte fate all’amore in una settimana?’
Lo osservai .
‘ quante volte in un mese, vorrai dire’
‘ in un mese’ continuò
‘ se va bene una volta, ma con grande sforzo. Non è facile eccitarsi col proprio coniuge, e vale per tutti e due, dopo 30 anni di matrimonio’.
‘ anche per noi è la stessa cosa’
‘ e quindi?’ chiesi
Non rispose.
Poi riprese ‘ mia moglie si rifiuta di comprare qualche capo di lingerie sexy perché, dice, che col suo corpo sarebbe ridicolo. Anche per il costume da mare ha continuato a rifiutare il bikini’
‘ anche per la mia è lo stesso discorso.Una vecchia signora, dice, deve badare a difendere la dignità. Soprattutto il pubblico’ risposi
Le vedevamo sguazzare nell’acqua tra donne seminude e tette al vento. Stavano a mollo indente in un fitto discorso su chissà quale argomento di cucina.
Ma ad un tratto notammo che il loro sguardo era fisso verso la parte estrema della spiaggia.
Cercammo di capire cosa stessero guardando, ma dalla nostra posizione non riuscivamo a veder nulla, se non una delimitazione della nostra spiaggia con teloni.
Non distoglievano lo sguardo.
Non trovammo di meglio che chiamare il giovanotto del bar e con la scusa di ordinare una bibita e chiedere cosa vi fosse dopo il sipario.
Era la parte riservata a coloro che volevano prendere il sole in modo integrale.
Per garantire il rispetto di tutti lo avevano messo in modo che non si potesse vedere , se non da mare, ma stando ad almeno una decina di metri dalla riva. La distanza dove stavano le nostre signore.
Le vedevamo ridere in modo plateale.
Al ritorno dal mare le vedevamo arrivare verso di noi , con i loro costumi interi, le forme del corpo ormai andate, le gambe più larghe che lunghe.
Pensammo ai pistolotti quando, separatamente, nelle rispettive intimità, ci avevano richiamati a rispetto verso di loro a fronte di una richiesta di qualche posizione più eccitante, o guardare qualche immagine si internet.. Tanto per suscitare entusiasmi. Il richiamo alla famiglia, ai figli, ai nipoti e due palle all’infinito.
Chiedemmo cosa avessero visto dietro le tende. La risposta fu la summa dell’ipocrisia : nulla, gente che faceva il bagno.
Facemmo passare qualche minuto poi proponemmo una passeggiata a bordo riva proprio verso quella direzione. Scambio di sguardi e sorrisini. Poi ci avviammo.
Passata la barriera dei teli uno spettacolo incredibile apparve ai nostri occhi. Una folla doppia rispetto alla spiaggia nostra. Gente nuda, uomini con membri esagerati al vento, donne distese sui teli con le gambe aperte, con una esposizione vaginale, degna di plauso. Ed un andirivieni dalla zona delle dune e dei cespugli molto sospetta.
Cercavamo di guardare lontano, di non mostrare il nostro imbarazzo, ma le due signore avevano lo sguardo fisso sugli attributi maschili di maggiore grandezza che incontravamo. Poi si scambiavano paroline all’orecchio sottolineate da risatine smorzate dalla mano posta dinanzi alla bocca.
A quel punto decisi che la figura del fesso l’avevo fatta a volontà, che mia moglie stava mandando messaggi e che non poteva far finta di non capire.
Proposi di dare un’occhiata dietro le dune.
Mano nella mano le due consorti si avviarono precedendoci. Ci guardammo negli occhi e ci dicemmo di non porre limiti a quell’esperienza.
Si fermarono accanto ad un cespuglio, le raggiungemmo.
Una donna , non giovane, era prona con quello che doveva essere il marito teso a ricevere un rapporto orale ed un altro uomo che le stava dietro. Si fermarono, mia moglie aveva messo la mano sull’avanbraccio dell’amica e lo stringeva forte. Noi eravamo tanto eccitati che i costumi non nascondevano le erezioni.
Stettero a guardarsi la scena, ad osservare la goduria di quel trio e la visibile prova nel godimento , che avevano provato i tre, con gli umori che coprivano la parte intima e la bocca della donna . Poi si abbracciarono e si baciarono, tutti e tre, a suggellare quel momento di trionfo del piacere in cui la donna era stata la massima beneficiaria. Non ci guardavano, erano intende a scovare qualche altra situazione. Io avevo voglia di fare all’amore. Le andai dietro, mentre il mio amico pareva paralizzato, e poggiai le mani sui didietro delle nostre donne.
Ebbero un sussulto, si girarono, sorrisero.
Qualche altro passo e due coppie si stavano baciando e strusciando a vicenda.
‘ accidenti’ esclamò la nostra amica
‘ è ora di andare via, fece mia moglie, non vorrei che ai nostri mariti salisse la pressione. Sono anziani’..’
Anziani un corno, pensai, le avremmo scopate in quel momento.
La serata passò tranquillamente.
Ci eravamo accordati, tra noi uomini, a far ritenere l’accaduto di normale amministrazione e di non rivestirlo di eccessivi significati. Tacitamente sapevamo che la esperienza dello scambio era quella che ci interessava. Ma bisognava saper attendere.
Il mattino successivi la scena si ripetè.
Proposero di fare una passeggiata.
Di nuovo tra le dune e di nuovo sosta vicino ad un’altra coppia che scopava con un terzo uomo.
Era evidente che alle risatine iniziali, aveva fatto seguito un silenzio, ed una osservazione della scena, che faceva pensare che le due donne stavano maturando qualche idea. Ma dovevano essere loro a fare la prima mossa.
Passò una mezza ora tra gente che scopava ed altra che prendeva il sole nelle pose più oscene.
Al ritornò ci fu un commento dell’amica ‘che schifezze!’
‘ meno male che erano schifezze, esclami, altrimenti che facevate?’
‘ quello che facevano loro’ rispose mia moglie
‘ non capisco perchè siano schifezze cose che ci hanno incuriosito e che, sicuramente, provocavano belle sensazioni a quei signori’intervenne il mio amico
‘ perché voi lo fareste?’
Eravamo giunti alla svolta.
‘ queste cose le decidono le donne, altrimenti è una violenza carnale’, riprese il mio amico, ‘ se la donna o le donne, vogliono è un piacere che proverei volentieri’
‘ le donne saremmo noi, con le nostre pance e i nostri seni cadenti?’ interrogò mia moglie
‘ penso che fareste gola a più di un uomo, a noi certamente’ feci carino
‘ che gentile’ esclamò l’amica
Eravamo giunti all’ombrellone. Ci sedemmo e loro riandarono in acqua. Confabulavano in continuo. Ridevano, si schernivano, si spingevano a sottolineare qualche commento su di loro stesse.
‘ stanno maturando’, dissi la mio amico,’ vediamo cosa si inventano’.
Nel pomeriggio uscimmo per una passeggiata, ci invitarono a lasciarle sole, ci saremmo ritrovati nella piazzetta del paese dopo una oretta.
Arrivarono sorridenti con un piccolo pacchetto in mano.
Non chiedemmo nulla e nulla dissero.
Camminavano maliziose davanti a noi. Non erano più le strapallose nonne che avevamo portato in vacanza, lo capivamo da come camminavano, da come sculettavano: erano tornate due donne.
Tempo di cena e tempo di dopocena.
Partitina a carte.
‘ dopo dovete darci un parere’, fece l’amica, ‘abbiamo comprato dei costumi e, se non ci stanno bene, dobbiamo tornare a cambiarli domattina’.
Il dopo venne abbastanza velocemente, si erano fatte le 22 e 30 di una calda serata di agosto.
‘ stanno in camera nostra’ disse mia moglie.
Arrivati in camera ci sedemmo sul letto mentre le sue mogli si chiudevano in bagno per cambiarsi.
Le sentivamo ridere.
‘ ce le scambiamo?’ fece il mio amico
‘ penso che ci scambieranno’ risposi sorridendo.
La porta si apri e apparvero, dinanzi ai nostri, occhi due signore, di tarda età, con dei perizoma da ragazze pon-pon. Le tette trasbordavano dal reggiseno, la parte posteriore del costume era scomparso tra le natiche e quella anteriore a mala pena conteneva il monte di venere. Ma erano eccitantissime. Accesi una sigaretta, la pressione cominciava a salire.
Fecero passerella, si voltarono a mostrare la parte posteriore, si reggevano le tette in modo arrapante.
Era il momento.
‘ vi stanno benissimo’, esclamai, ‘adesso scambiateli, vediamo se i modelli vi calzano lo stesso bene’.
Fecero per ritirarsi nel bagno.
‘ perché andate a chiudervi la dentro, siamo vostri mariti, vi conosciamo, sappiamo come siete fatte e poi, di nascosto, dopo il defilè non è rimasto granchè’.
‘ tu sei d’accordo?’ chiese l’altra al mio amico
‘ certo che lo sono’ fu la risposta
‘ dopo non è che fai il geloso?’
Scosse la testa in segno di negazione.
Si slacciarono i reggiseni voltandoci le spalle, di colpo si girarono, verso di noi, lasciando che i grandi seni apparissero dinanzi ai nostri occhi. Quei seni, di mia moglie, che non avevano alcun effetto su di me, nella normalità, in quella situazione, dinanzi ad un altro uomo, assumevano l’aspetto e la funzione di stimolanti sessuali.
Stavo impazzendo, quella sensazione vissuta solo nella mia mente si parava dinanzi a me. Dovevo godermela sino in fondo.
L’avrei vista scopare con un altro uomo, i fantasmi delle sue scopate giovanili, che tanto avevano turbato il mio animo, potevano essere metabolizzati.
Pareva a suo agio nelle vesti di una troiona.
Si rigirarono e calarono lentamente la parte di sotto del costume. Due enormi chiappe si mostrarono ai nostri occhi.
Si avvicinarono alle nostre facce,ma a partner invertiti: come speravo avessero fatto.
Cominciai a baciare le chiappe della nostra amica mentre l’altro, con il palmo della mano, racchiudeva le intimità di mia moglie.
Si spogliammo velocemente .
Le donne parvero farci segno di procedere lentamente. Si sdraiarono sul letto, era chiaro che volessero ripetere quanto visto in spiaggia. Assaggiai il sapore amarognolo della nostra amica, già piena di umori . Il mio occhio batteva sempre sulle sensazioni che provava mia moglie. Levavo la testa per guardarla, sino a che l’altra esclamò: ‘ adesso devi curare me, a tua moglie penserai dopo’ era giusto, non potevo essere scortese.
La toccai con la lingua, con lena, partendo dall’orefizio anale sino al clitoride. Stringeva i miei capelli tra le sue mani. Sin quando sentii che non avrei retto a lungo e mi stesi su di lei, dopo essermi soffermato a succhiarle i seni e averle baciata nella bocca, con molta passione., la penetrai e le venni dentro. A quel punto ero liberato dall’impegno di farla godere, potevo osservare mia moglie che stringeva l’attrezzo del nostro amico tra le mani succhiandolo avidamente. I suoi racconti di fellatio giovanili si materializzavano ai miei occhi.
La osservai mentre gli succhiava la cappella. Me lo aveva raccontato mille volte, era stata la sua specialità, me lo aveva fatto all’infinito ma, vederlo fare, non aveva permesso al mio uccello di assumere la posizione di riposo.
La cosa non era sfuggita all’altra che si era seduta su di me e si dondolava sul mio ventre mostrandomi i seni a portata di bocca. Godette in modo sublime.:’ è stato meraviglioso’, osservò.
Stesi, l’uno accanto all’altro, su di un unico letto matrimoniale, ci toccavamo e ci accarezzavamo. Era tale la sensazione della novità che, miracolosamente, il pene, sia mio che dell’altro, non si afflosciava . In verità la tensione aveva giocato un brutto scherzo al mio amico: non era riuscito a godere.
Addebitò la causa ala particolare situazione e se ne rattristò, mentre la moglie lo rassicurava.
Gli chiesi se volesse rimanere un po’da solo. Acconsentì ma a patto che rimanesse, con lui, la mia consorte.
Vi vestimmo e scendemmo al bar per prendere qualche cosa da bere. Ci intrattenemmo una quindicina di minuti durante i quali la nostra amica tenne o sottolineare che l’amicizia con mia moglie durava dall’infanzia, che avevano passato assieme la gioventù e le esperienze universitarie. Capivo che voleva rivelare cose, che forse già sapevo, per stabilire uno stesso piano tra le due.
Voleva dirmi che se lei era stata spregiudicata, nei momenti precedenti, la mia lo era stato sempre. Ma stavo pensando a cosa accadeva in quella stanza. Avevo realizzato il mio sogno perverso ed ora il momento della eiaculazione tra le sue mani, nella sua bocca o dentro di lei, era oscurato alla mia vista. Parve capirmi:’ dopo torniamo in camera e lo rifacciamo, vedrai che mio marito si sblocca, le arti della mia amica sono sempre state famose’. Era un ulteriore messaggio che, adesso, cominciava ad incuriosirmi perchè mi eccitava.
‘ me lo racconti quando saliamo in camera o in privato?’ feci ironico
‘ quando saliamo in camera e non stasera, abbiamo ancora una decina di giorni, sai quanti racconti possiamo narrare. Tua moglie i suoi, ed io i miei. Solo che, so bene, che, tu, molte cose le sai, io devo liberarmi dei miei segreti con mio marito che, come hai visto, dopo vent’anni di proposte oscene, si blocca nel momento magico, nonostante abbia sbavato, a guardare il deretano di tua moglie, per oltre venti anni.’
‘ ma come avete preso la decisione di questa sera?’ chiesi
‘ avevamo parlato a lungo delle proposte che ci facevate. All’inizio eravamo infastidite, lo ritenevamo un segno di poca considerazione, la moglie che va a letto con un altro, dinanzi ai suoi occhi, poi ci siamo convinte che era un segno di affetto, una voglia di continuare a vivere, un antidoto al detto che recita che ‘il matrimonio è la tomba dell’amore’. Ed anche del sesso, e, quindi, la cosa è nata facendo il bagno e osservando le coppie che si trastullavano all’aperto, provando piacere nell’essere osservate. Ci siamo dette : proviamo? Ed abbiamo provato.’
Risalimmo in camera.
L’inequivocabile gesto di mia moglie che passava fazzoletti di carta sulle sue intimità faceva capire che l’amplesso si era consumato. Lui stava osservando con l’atteggiamento del guerriero dopo la battaglia. Era strano vedere quella donna che vantava, quotidianamente, il suo essere anziana, che non tingeva i capelli perchè non voleva nascondere la sua età, che si copriva il seno quando , entrando in bagno, la trovavo nuda, stare davanti ad un altro uomo con le intimità esposte all’aria in un gesto che mai mi era stato consentito osservare.
Ci scambiammo un sorriso e porgemmo le bibite che avevamo portato. Sistemò i cuscini alla testiera del letto e si appoggiò sempre con le gambe spalancante. L’altro si godeva le coccole della moglie che l’accarezzava nelle intimità sussurrando commenti scherzosi.
Mi spogliai, seguito dall’altra, e mi stesi accanto alla mia consorte, cominciando a baciarla appassionatamente. Le frullavo la lingua in quella bocca che sino a qualche minuto prima aveva ospitato il membro dell’altro, ma volevo baciarla quando sarebbe stata piena di sperma. Era la mia fantasia ricorrente. Lei lo sapeva. Si pose prona offendo le natiche al mio uccello, le andai dietro, fece segno all’amico di riempirle la bocca. Lo specchio dell’armadio rifletteva la scena da sempre immaginata: mia moglie presa da me e da un altro uomo. L’amica intanto di masturbava delicatamente osservandoci. Godemmo, si staccò da noi due e si girò verso di me: un lungo bacio suggellò il mio sogno, giravo la mia lingua nella sua bocca colma di sperma. Una esperienza meravigliosa. Ci lasciammo e pulimmo le nostre bocche dal liquido attaccaticcio che aveva reso la mia barba appiccicosa.
Riposammo tra le proteste della nostra amica che voleva essere in pari e provare quella sensazione, tutta, sino in fondo, come precisò rivolta la coniuge. Ma dovevamo attendere, dovevamo ricaricare le batterie. Eravamo comunque due signori di 60 anni!
Verso la mezzanotte, stanche dell’attesa, le signore cominciarono a raccontare episodi piccanti di gioventù. Sotto forma di ricordi ci resero a conoscenza dell’esperienza maturata, verso i 18 anni, quando si erano trovate, sole, in casa di un amico, col quale studiavano, intende a misurare, con la bocca, la lunghezza di un aggeggio che, a loro dire, andava oltre i 25 centimetri. Basto poco ed anche l’altra provò l’emozione di essere baciata dal marito con la bocca piena del mio sperma.
Era ora di riposare.
Il passaggio dalla fantasia alla realtà non è cosa facile. La voglia di attuare qualche cosa che sogni da tempo non ti fa valutare le conseguenze. Quella notte stentai a prendere sonno. Dinanzi ai miei occhi correvano le scene che avevo vissuto qualche ora prima. Mia moglie, la mia morigerata moglie, si era denudata dinanzi ad un altro uomo, aveva fatto sesso con lui, senza remore, senza esitazioni. Per una vita avevo goduto dei racconti delle sue avventure giovanili, ma, nella mia mente, rimaneva sempre il dubbio che calcasse la mano per farmi eccitare.
Ora era li, accanto a me, nuda, dormiva beatamente.
Mi imposi di rimanere nel gioco, sempre che continuasse, e mostrarmi all’altezza della situazione ma , dentro di me, rimanevo perplesso. Era pur vero che mi ero scopata l’amica ma, per un uomo all’antica, rientrava nel normale corso delle cose. Forse questo conflitto non me ne aveva fatto apprezzare le qualità. Mi stavo perdendo qualche cosa di irripetibile?
Mi affacciai al balcone, fumai una sigaretta ed, al ritorno, la trovai sveglia. Dovevo affrontare il primo momento dopo una esperienza sessuale non programmata.
I dubbi sparirono subito: fece un grande sorriso e mi augurò il buon giorno.
Pareva non fosse accaduto nulla.
Mi raggiunse sul balcone, dove mi ero seduto, ed esordì con una frase sgombra dubbi: ‘è stato bellissimo ieri sera, vero? Alla faccia della partite a burraco e delle chiacchiere tra vecchie babbione sui mal di pancia dei nipoti ed i dolori alle ginocchia. Stamani mi sento una ragazzina. Adesso mi preparo ed andiamo a fare colazione. Se vuoi avviati ed aspettami nella hall.’
Ero spiazzato, pensavo ad una seduta psicoanalista sull’accaduto, la ricerca di giustificazioni. Niente. Tutto di una normalità esasperante.
Nella hall incontrai i nostri amici , già erano pronti per la colazione. Sorridenti, gioiosi, scherzosi.
Lei indossava un lungo pareo bianco di cotone, forse, da utilizzare anche come asciugamani, pensai. Stretto, al punto, che mostrava le sue rotondità ed i suoi seni prosperosi. A differenza del solito era truccata ed tutta agghindata di collane e lunghi orecchini. Mostrava maggiormente il suo carattere mediterraneo avvalorato dai folti capelli neri. Non era male, non avevo mai apprezzato le sue qualità anche perché, per vent’anni, l’avevo vista, sempre, come una donna di casa che limitava le uscite al solo lavoro ed alle riunioni tra amici del sabato sera.
Ed ecco la mia consorte, anche lei avvolta in un pareo stesso tipo e con le stesse rotondità in evidenza. L’unica differenza erano i capelli di coloro castano.
Fatta colazione ci avviammo in spiaggia.
Le seguivamo e, quando, passarono dinanzi all’ombrellone , senza fermarsi, capimmo che la metà era oltre i teloni.
Era presto e la spiaggia era semideserta.
Ci fermammo. poco dopo aver superato i teloni , vicino a delle dune abbastanza folte.
Levarono i pareo e si mostrarono con i bikini acquistati il giorno precedente.
Dinanzi ai nostri sguardi, perplessi, osservarono che in altro posto non li avrebbero potuto indossare , quindi era meglio utilizzarli.
Andarono in acqua, noi mariti rimanemmo seduti a guardarle. Era il momento per scambiare qualche chiacchiera .
‘ come ti senti?’ chiesi
‘ benissimo’, rispose, ‘ ti confesso che, per decenni, ho immaginato di scoparmi tua moglie, nella mia mente era come il massimo che puoi avere da una donna, non mi sbagliavo. Scopa in modo sublime e quando si prodiga nel rapporto orale farebbe resuscitare i morti. E ti che ne pensi di mia moglie?’
Ero spiazzato anche perché, a quel punto, capivo di essere l’unico ad avere dei rimpianti.
‘ piacevolmente troia come la mia’ risposi.
Sorrise.
‘ ieri sera è stata una scoperta, fece ironico, l’avevo sempre ritenuta una bigotta, invece mi ha fatto rimpiangere il tempo perduto. Anche se, in verità, le avevo proposto lo scambio da almeno 10 anni’
Chissà cosa aveva fatto cambiare idea alle due signore, visto che lo stesso discorso valeva, pari, anche per me.
La spiaggia cominciava ad animarsi coppie e singoli passeggiavano sulla riva e qualcuno cominciava a prendere posto accanto a noi .
Ci invitarono con grandi gesti a raggiungerle in acqua.
Le raggiungemmo. Orami i costumi erano ridotti a pezzuole appese, dalle quali facevano bella mostra le tette.
Anche i culi ormai erano esposti al pubblico gradimento.
E ne suscitarono perché sulla spiaggia un ragazzo, ben messo, sulla trentina, si era seduto accanto ai nostri teli e le osservava.
La cosa non sfuggì.
‘ guarda’ , fece l’amica rivolta a mia moglie, ‘hai un ammiratore’
‘ come fai a dire che sta guardando me, fu la risposta, guarda verso di noi, potrebbe guardare me,o te, o qualcuno dei nostri mariti’
‘ adesso verifico’ concluse l’amica
Uscì dal mare, sotto i nostri sguardi divertiti, e gli passò accanto.
Il ragazzo la seguì con lo sguardo, poi si girò, stendendosi sulla pancia , per osservarla meglio. Era a non più di due metri da lei.
Faceva ogni movimento per scoprirsi quanto più possibile.
Si abbassava in avanti per stendere il telo, si accovacciava, con le gambe aperte, con la scusa d prendere le sigarette dalla borsa.
Si levò il pezzo di sopra del costume e si stese , sempre in posizione ginecologica.
Non vedevamo cosa stesse facendo il ragazzo, di certo stavano dialogando, perché vedevamo, chiaramente, lei, parlare.
In un attimo mia moglie la raggiunse, non prima di averci ordinato in modo perentorio: ‘non vi muovete, vediamo cosa succede’
La vedemmo arrivare accanto ai due, levarsi il reggiseno e sedersi a gambe aperte dinanzi agli occhi del ragazzo.
Ad un tratto si levarono tutto, rimanendo nude.
Feci per uscire dall’acqua ma il mio amico mi fermò.
Il ragazzo si posizionò di traverso alle due mogli, dandoci le spalle, e non permettendo la visuale.
Da come si toccavano le intimità capimmo che si stavano masturbando in tre.
La coppia accanto, che poteva osservare la scena, cominciò a scopare ed altri uomini, due o tre, in piedi davanti a loro, si masturbavano.
Pochi minuti e si alzarono, raggiungendoci in acqua, ridendo come matte.
Il ragazzo si allontanò, al pari degli altri uomini.
‘ accidenti e come un elisir di gioventù questa spiaggia. Pensate il ragazzo aveva trentadue anni e con tante donne giovani, e ben messe, che affollano questa spiaggia si è eccitato e masturbato vedendo noi due, donne anziane’.
‘ ci aveva chiesto di fare sesso con lui, ma abbiamo rifiutato, fece mia moglie, con tante malattie non si fa sesso con sconosciuti, allora mi ha chiesto di masturbarlo. Ho rifiutato, ma abbiamo acconsentito che si masturbasse guadandoci, tanto per non essere scortesi’.
‘ voi state impazzendo’ commentai
‘ perché?’ chiese mia moglie ‘ perché ci sentiamo, da ieri , arrapanti? Erano trent’anni che facevo finta di non capire gli sguardi che mi lanciavano gli uomini, convinta , com’ero di essere andata col fisico. Invece ora la mia autostima è a mille’
Lasciammo cadere il discorso e cominciammo a divertirci in acqua.
Abbracciai la mia amica alle spalle , il mio uccello era grosso, lo spingevo tra le sue natiche. Mia moglie era stretta al mio amico e lo baciava.
Come quattro adolescenti alla scoperta del sesso provavamo sensazioni inimmaginabili.
Accarezzavo la mia amica in ogni parte del suo corpo, ora la stavo scoprendo, stavo percependo le sue sensazioni al tocco della mia mano. In quel momento ebbi la sensazione di tradire mia moglie: non era un semplice gesto sessuale era qualche cosa in più. Lo sottolineò la sua voglia di baciarmi con passione nella bocca, tra l’applauso di mia moglie e del marito che ironicamente, dal qual momento, presero a chiamarci ‘i fidanzatini’.
Tornammo sulla sabbia, la coppia affianco a noi, offrì della frutta. Fu il viatico per la lunga chiacchierata tra le donne.
Accostammo i teli ed, ovviamente, erano della nostra stessa città e lui lavorava nella mia stessa amministrazione, anche se in altra sede.
Una amabile conversazione che mirava , da parte dell’uomo, ad essere coinvolto nel nostro menage.
Era troppo presto, pensai.
La signore , intanto, comunicarono la necessità di fare la pipì.
Sarebbero andate dietro i cespugli, non era il caso le accompagnassimo.
Insistetti.’ Stiamo qua vicino, se vogliono violentarci, dopo, vi chiamiamo’ sottolineò con una risata il mio comportamento ancora fuori dalla situazione.
Chiacchieravamo, noi uomini, ma il mio occhio frugava tra quei cespugli, non so dire se alla ricerca di mia moglie o dell’amica, da poco mia innamorata.
Ero un sentimentale , in fin dei conti.
Tornarono sorridenti.
Vederle camminare, nude, faceva un effetto stravolgente, ma lo facevano con una naturalezza che sgombrava il campo da ogni ipocrisia: quelle donne volevano provare emozioni da sempre chiuse nella loro mente e, forse, castrate dalla presenza di un marito che pensava di sbalordirle con le sue avance di incontri sessuali fuori dalla norma. Avance che avrebbero accettato da sempre ma la necessità di preservare la famiglia le aveva tenute chiuse nel profondo. Ora era l’età della libertà e del gioco.
Raccontarono di una donna che stava con quattro uomini, uno dei quali, il marito, si dilettava a riprenderla mentre, seduta a cavallina su di uno praticava la fellatio ad un altro e stringeva tra le mani l’arnese dell’ultimo, segandolo. La loro presenza non li aveva disturbati, anzi erano stati accolti, con l’invito a partecipare. Del resto tre donne nude, accanto ad una ammucchiata, cosa potevano suscitare?
‘ quindi?’ chiesi
‘ quindi cosa?’, ripose mia moglie, ‘non penserai che abbiamo partecipato? Solo lei, indicando la nuova amica, ha tastato, con mano, la lunghezza di quello che veniva segato’ .
E giù a ridere!
‘ ma come, esclamò il nuovo amico, ti ho dovuta convincere per anni a venire in questa parte della spiaggia e ora, che compi il gesto ma me agognato, lo fai in mia assenza?’
‘ e va bene , te lo farò vedere. Chi mi presta l’uccello che accontento mio marito?’
Ci offrimmo tutti e due e tra l’ironia delle nostre mogli e l’affanno che coniuge, che cominciava a toccarsi il suo uccello, li prese tra le mani.
‘ vuoi vedere altro?’ chiese
Non ve ne era bisogno , il marito venne subitaneamente , chiudendo gli occhi.
‘ e che è sarà mai , fece mia moglie, e se la vedi scopare con un altro uomo scoppi subito?’
La donna lasciò i nostri uccelli, e si avvicinò al marito, abbracciandolo.
‘Cosa fai li lasci a mezza cottura?’ esclamò mia moglie.
‘ vuoi che lo faccia?’ chiese l’altra al marito
Un sorriso si stampò sul volto dell’uomo.
Tutti dietro la cespuglio.
La donna si abbassò e prese in bocca il mio uccello, il mio amico si stese sulla sabbia sotto di lei per avviare un 69..
Mentre mia moglie cominciava a masturbare il nuovo venuto, la mia amica, con nostro stupore, tirò dal borsellino un preservativo che calzò sul pene del coniuge.
La scopavo mentre il mio amico le leccava le intimità. Mia moglie aveva smesso di masturbare l’altro e, preso un altro preservativo, l’aveva fatto indossare, mettendosi a pecora in modo che , quello, potesse godere scopandola e vedendo la moglie scopare. Solo la mia amica rimase a secco, ma si accontentò di una veloce masturbazione.
Godemmo in modo sublime.
Era ora di pranzo.
Ci avviammo verso il ristorante non prima di una doccia rinfrescante.
Il passaggio di mia moglie e dell’amica suscitò sguardi compiaciuto di uomini che osservavano le loro grazie fuoriuscire dei costumino indossati senza pareo a coprirli.
Ci demmo appuntamento al giorno successivo.
Eravamo soli in camera, posi la domanda a mia moglie :’non è che ci pentiremo di quello che stiamo facendo?’.
‘ ma quanto vuoi campare’ rispose ‘ hai sempre voluto sapere delle mie chiavate giovanili, ora che te lo sto facendo vedere rompi i coglioni? A me piace e se lo vuoi sapere mi è piaciuta anche quella con l’altro uomo in spiaggia. Anzi stasera , se lo vedo, lo invito su questo letto e me lo scopo. Tu fai quello che vuoi. Ora stai zitto che telefono alle figlie. Sempre mamma e nonna sono!’
A cena , nel ristorante, la coppia di nuovi amici era seduta al tavolo con altre persone.
Fecero un cenno di saluto e continuarono a parlare tra loro.
Meglio cosi, pensai, evitiamo altre chiavate di mia moglie.
Al termine uscimmo sulla piscina dove un complessino suonava musica anni 70.
Molte coppie ballavano, altre chiacchieravano. Le nostre signore si allontanarono per fare un giro attorno alla piscina. Vedemmo l’altra che le raggiunse.
Il marito restava seduto al tavolino con altre coppie, grosso modo, della nostra età.
Ritornarono a sedersi accanto a noi comunicandoci che si scusavano ma avevano incontrato altri amici, pure loro della nostra città, quando si dice la malasorte, e sarebbero passati dopo per un saluto vicino al nostro tavolo.
Cosi avvenne.
Si fermarono accanto a noi assieme a loro amici: iniziarono le presentazioni, il bello che non conoscevamo neppure i nomi dei due con i quali avevamo scopato in spiaggia, ma grande gestione della situazione. Una delle signore propose di evitare la passeggiata, che avevano programmato, e restare a bere qualche cosa assieme a noi.
Sicuri della reciproca omertà ci scambiammo informazioni sul lavoro e sulle rispettive dimore.
Uno dei nuovi arrivati guardava insistentemente mia moglie.
Lo scambio di sguardi si concluse con un roboante :’ dicevo che mi ricordavo di te, abbiamo insegnato assieme , nella stessa scuola, una vita fa. Ti ricordi?’
Mia moglie pareva cadere dalle nuvole, mostrava di non aver alcun ricordo dell’uomo.
Tanto è che, questo, ricordò, anche, il cognome. Non poteva continuare quella scena, dovette ammettere il ricordo. L’uomo si alzò, l’abbracciò, forte ma molto forte, e le presentò la moglie.
Una vecchia magra come un chiodo.
Erano arrivati in giornata. Frequentavano il villaggio da anni. Intervenne la moglie precisando che la frequentazione era dovuta alla sua insistenza per la scelta del luogo che permetteva lunghe passeggiate. Chiesi se da solo o in compagnia. ‘In compagnia’ , fu la riposta.
Si sedette accanto a mia moglie per rimembrare i tempi passati, come due camerati.
Divagazioni sulla gradevolezza del posto ed un arrivederci al mattino successivo.
Ci avviammo verso la nostra camera.
La mia amica fece una proposta: dormire separatamente nelle camere scambiandoci le mogli. Il marito non accolse la proposta, mia moglie si, il mio voto era determinante. Pensavo volesse evitare domande sul nuovo venuto, quindi mediai: avremmo cominciato assieme e poi, a seguire, come voleva la mia amica.
Non ebbi il tempo di fare alcuna domanda che l’altra le chiese: ‘te lo sei scopato?’
‘ non proprio’ fu laconica la risposta.
‘ che significa’ chiesi . Se lo aveva fatto era accaduto nei primi anni di matrimonio perché ricordavo bene l’epoca in cui insegnava in quella scuola.
‘ significa che non ci sono andata a letto, non l’ho fatto con nessuno, forse, dopo il matrimonio se non da ieri, su tua sollecitazione e mio estremo godimento, devo aggiungere. All’epoca non avevo neppure trent’anni e, dopo i tre parti, avevo messo più di 25 chili. Mi sentivo una bomba. Indossavo camicioni informi per nascondere le mie masse grasse. Tra i colleghi c’era questo che mi tampinava. Mi sussurrava parole dolci, mi colmava di attenzioni. Poi cominciò a farsi più intraprendente, a farmi proposte esplicite, a palparmi il culo, ogni volta ne aveva l’opportunità.
Una sera, dopo un riunione, rimasti soli nell’aula, mi strinse a se, mi faceva sentire il suo cazzo grosso spinto tra le chiappe, mi divincolai invitandolo a non farlo mai più. Come parlare al vento. Mi offrì un passaggio in auto promettendomi mi essere galante. Accettai. Si era fatta sera e non mi andava di attendere il bus. In auto riprese , mano sulla gamba, mano mia tirata verso il suo cazzo.
Insomma la cosa mi eccitò. Mi rifiutai di spogliarmi in auto e, quando accostò sulla piazzola d’emergenza e tirò fuori l’uccello, ritenni che la cosa più veloce per uscire da quella situazione era fargli un pompino. Cosa che feci.’
Dall’incazzatura ero passato all’eccitazione.
Non seppi fare meglio che chiedere se con l’ingoio o meno e lei, tra il divertimento nei nostri amici, rispose con un secco: ‘ ingoio’.
Precisò che non l’aveva più visto da quella sera e l’aveva rincontrato solo poco prima.
‘ per pareggiare il conto ti devi chiavare la moglie’ insinuò divertita la mia amica.
Mi ero lanciato su mia moglie avevo perso a baciarla sul collo e ficcarle la mano sotto le mutande.
In poco tempo l’avevo denudata e la stavo chiavando sul letto.
‘ zoccola quanti bocchini hai fatto e mi hai nascosto’ era il mio interrogativo che porgevo alla sua risposta.
Anche gli altri avevano perso a scopare.
Le venni dentro la fica, mi levai e scesi verso il basso a leccarle gli umori che le colavano.
‘ vuoi sapere quanti bocchini ho fatto prima di conoscerti o dopo?’ chiese ridendo ‘ e, poi, tu mi dici quanti te ne sei fatti fare in ufficio , prima e dopo il matrimonio?’ continuò.
Cominciava un gioco che sapeva di seduta terapeutica , due coppie si stavano per rivelare il passato di ogni uno, ma al solo fine di trarne piacere.
‘ anche mia moglie partecipa a questo gioco matematico’ fece il mio amico.
‘ cioè vuoi sapere se sei cornuto o meno?’ fece la moglie aspirandoli fumo della sigaretta.
‘ avanti chiedi’ fece mia moglie
‘ allora, presi a chiedere con fare professionale, quanti cazzi hai preso in mano’
‘ aspetta che conto, penso quasi trenta, uno più , uno meno. Ma questo prima del matrimonio.’
‘ io , invece, fece l’altra, non ho mai superato la ventina, prima delle nozze ‘
‘ e dopo’, chiese il marito
‘ bah! non ricordo.’, fece svampita
‘Andiamo avanti’, feci, sempre con aria professionale, sapendo che stavo riandando su di giri.
‘ quanti ne hai persi in bocca?’
‘ certamente meno che in mano. Diciamo una ventina, sempre prima del matrimonio
‘ e tu?’ chiese l’altro alla moglie
‘ prima una quindicina. Esclusi quelli di ieri e oggi’tenne a precisare
‘ nella fica?’
‘Sempre una ventina , non ricordo’ fece civettuola
‘ io solo una decina, prima ‘
I cazzi erano a mille, le donne si toccavano in continuazione, forse per il gioco della verità o per qualche ricordo suscitato. Anche se il sottolineare, di continuo, che il numero si riferiva a prima del matrimonio lasciava qualche sospetto
‘ avete già finito le domande?’ chiese ironica mia moglie ‘ sono rimaste fuori le seghe spagnole e le entrate di culetto’
‘ pure?’ feci, avvicinandomi a lei.
‘ caro con queste zizze non vorrai che nessuno abbia mai pensato di farsi strofinare il pisello nel mezzo come pure di metterlo tra le mie chiappe sode e grosse? Del resto quando lo hai introdotto la prima volta nel culetto ti sarai accorto che era già libero?’
‘ hai ragione’
‘ allora tra le zizze, tante volte, prima, nel culetto tre .’
‘ io fece l’amica, sempre più presa in questa olimpiade del sesso, tra le zizze qualche volta, nel culetto mai’.
Accipicchia bisognava iniziarla.
Mia moglie si era lanciata sull’amico e rotolava sul letto assieme a lui.
Gli sussurrava ‘fammi veder quanto ti sei eccitato, maiale. Ti fa godere sapere quante scopate ha fatto tua moglie? Si vede che sei amico del mio consorte guardone virtuale’
Io pensavo a cosa usare per sodomizzare l’altra.
Non trovai di meglio che usare il sapone liquido.
Capi la mia intenzione, si pose carponi sul letto, e mentre la mia mano la colmava di sapone il buco del culo, cercava la mano del marito.
‘ vuoi provare tu per primo, è tua moglie’ feci gentile
‘ vai, non perdere tempo’ mi rispose.
Qualche gridolino di dolore, qualche mossa di bacino per sfuggire al cazzo che la penetrava , poi un lungo gemito sottolineò la penetrazione.
La pistonavo che quasi piangeva , non saprei dire se dal dolore o dal piacere, forse di tutte e due le cose.
‘ incula mia moglie’incitai il mio amico.
Lo fece.
Le donne , prone, fianco a fianco sul letto, ci fecero godere in modo sublime.
‘ ora io e tuo marito, andiamo in camera mia, buona notte e buon divertimento’ fece la mia amica , mentre con la mano si massaggiava il culo.
Salutai mia moglie e scherzando le chiesi notizie dei figli
‘ ma va a chiavare e non rompere i coglioni’
Passai una notte di vero amore folle con quella donna. Per una notte scordai mia moglie, ma non i suoi due tradimenti di volevo contezza. Mi colmò di carezze e mi fece provare sensazioni di cui avevo scordato anche il ricordo.

Bussavano alla porta. Mi alzai, assonnato,era mia moglie.
‘ state ancora dormendo? Cominciò, è tardi dobbiamo andare a fare colazione’
Raccolsi i miei abiti e ritornai in camera mia, mentre il mio amico tornava nella sua.
‘ poi mi devi dire perchè hai precisato in continuazione che i numeri si riferivano a prima del matrimonio’ feci scherzoso
‘ quando tu mi dirai quello che hai fatto dopo il matrimonio. Ma conserviamo queste novelle per quando saremo soli a casa, ora non abbiamo bisogno di stimoli, già ne abbiamo troppi’
La vidi indossare il bikini e coprirsi con un pareo a fiori sgargianti.
Lei e l’amica, si fermarono, questa volta, sotto l’ombrellone. Bastava guardarsi attorno, da quella postazione, per avere la sensazione che quella spiaggia, priva di minori, dovesse essere un luogo noto nel giro per coppie di età in cerca di emozioni. Ed il fatto che l’avessero scelto lei e l’amica la diceva lunga sulla premeditazione . il possesso dei preservativi, poi, chiudeva il cerchio.
Attendeva le mosse di nuovi arrivati.
Ci salutarono in maniera calorosa.
Le donne erano, in costume, signore piacenti, con la pinguedine dell’età ma ben apparecchiate. I costumi che indossavano erano dei sobri costumi da signore come quelli che aveva indossato mia moglie il primo giorno a differenza di quello che esibiva dal giorno precedente che pareva, in quel momento, ancora più piccolo..
Andammo in acqua e l’amico del giorno prima mi sussurrò: ‘ siate compassati, non so sino a che punto vogliono spingersi, ma le signore sono titubanti’
Anche mia moglie pareva esserlo, qualche giorno prima, pensai.
Agli apprezzamenti della signore, sul coraggio ad indossare quei minuscoli bikini, seguì la risposta della nostra amica: ‘si asciugano subito e non aggraviamo l’artrosi’. Una risposta da vera zoccola!
Ma convinse, quella risposta. Una delle donne, la più taciturna, si rivolse la marito dicendogli:’ avevi ragione, le tue stesse argomentazioni le porta la nostra amica’
Ed il marito di rimando ‘ ho sempre ragione, ci tengo alla tua salute, ti ho suggerito mille volte di levarti quel busto che porti. Non si asciuga e poi dici che hai dolori alla schiena. Vatti a cambiare cosi prendi un poco di sole’.
‘ adesso, secondo te , vado in camera e mi cambio il costume per prendere il sole?’ fece la donna tra il divertimento del gruppo dinanzi alle solite diatribe coniugali.
‘ oltre i teloni, c’è la spiaggia nudista. La puoi prendere il sole come vuoi’ gettò l’amo mia moglie.
‘ oddio , è stanno tutti nudi?’ esclamò la donna
‘ no, fece mia moglie, sono nudisti vestiti’ fragorosa risata.
‘ chi viene a prendere il sole?’ fece mia moglie.
Andammo soli, noi e la nostra coppia affiatata.
Stavamo crogiolandoci al sole dopo un bel bagno.
Con la coda dell’occhio osservavo il passeggio di decine di uomini e donne nudi.
In quella situazione era tutto normale.
Le nostre donne avevano levato ogni capo di abbigliamento e stavano a pancia in sotto mostrando i loro culoni già leggermente abbronzati.
Una voce ci fece sobbalzare : ‘siamo venuti per la cure dell’artrosi’
Mi poggiai sui gomiti e inforcai gli occhiali da sole per meglio vedere chi fosse.
Era la coppia religiosa, non quella con la quale avevamo scopato e, neppure, l’ex collega.
‘ questa per noi è la prima volta che ci mettiamo nudi in pubblico, per cui siamo un poco in imbarazzo. Ma avendo saputo che siete persone come noi, coppie stabili, con figli e nipoti, ci siamo fatti coraggio’
‘ allora levati il costume e sdraiati accanto a noi’ le suggerì mia moglie mettendola a proprio agio.
Io e il mio amico volgemmo lo sguardo dall’altra parte, un gesto galante per non metterla in imbarazzo.
‘ sono cosi messa male che i vostri mariti girano la testa per non vedermi?’ esclamò la donna
Spiegammo le motivazioni del gesto e ci mettemmo ad osservare, con piacere, lo spogliarello della nostra bigotta o ex tale.
Avevano il fisico delle nostre moglie. Altezza sul metro e sessantacinque, seni grossi, leggero adipe, sedere bello grosso, gambe grassottelle. Zona pubica non depilata.
Quando si sedette mi andai a posizionare dinanzi alle sue gambe: se voleva giocare, noi eravamo pronti.
Pose un asciugamani sulla fica, per pudore, glielo levai, ‘su una spiaggia nudisti il corpo si esibisce’ proclamai.
Il marito mostrò un bell’arnese che attirò l’attenzione delle nostre signore.
La situazione glielo aveva reso ritto e duro.
Se ne vergognava.
‘ perché , chiese la mia amica, per noi è un onore vedere un uomo che rizza alla vista del nostro corpo. O stai rizzando perché stanno guardando tra le gambe di tua moglie? Se è cosi non ti vergognare questi due, indicando noi, godono a vederci osservate e::.’
‘ e cosa ?’ chiese l’altra ormai con la fica al sole.
‘ che domande che fai? Che significa e’.?’ sibilò mia moglie
‘ non lo so o meglio lo immagino ma ‘..’
‘ significa che ai nostri mariti piacerebbe guardare le mogli che scopano. Noi non facciamo lo scambio di coppia. Magari, un giorno, chissà? ‘ mia moglie giocava d’astuzia, non poteva aprirsi a degli sconosciuti. Del resto eravamo coppie stimate nella nostra città ed una notizia del genere, se divulgata , non avrebbe fatto piacere alle nostre famiglie.
‘ beh, noi a questo ci abbiamo pensato spesso ma tra il dire e il fare” fece il marito mostrando segni di evidente eccitazione.
‘ mi sono anche consultata con il mio confessore su questi pensieri che ritenevo peccaminosi, fece la signora’
‘ e cosa ti ha risposto?’
Il tono era quello della professoressa di matematica dopo 30 anni di insegnamento.
‘ che è peccato fare cose che fanno male agli altri. Frase sibillina che può essere interpretata in ogni modo’
‘ tipica dei preti, osservò mia moglie, anche se mi conforta non essendo un giudizio negativo definitivo’.
Il discorso pareva avere eccitato il marito.
Si alzò , si avviò verso il mare e andò a fare un bagno. La moglie stette a guardarlo mentre noi osservavamo un distratto silenzio.
Lo seguiva con lo sguardo.
Ritornò, disse qualcosa all’orecchio della moglie, che si schernì.
La mia amica la guardò in faccia dicendole: ‘ti ha proposto la visita dietro i cespugli?’
La donna si schernì confermando, con l’atteggiamento, la proposta
‘ accontentalo, tanto mica di rubano qualche cosa. Guarda e ti fai un idea. Noi ci siamo state, assieme e ai nostri mariti e ci siamo divertite.’
Il gioco era sottile, noi non ci scoprivamo e loro neppure. Sino a quel punto eravamo persona che avevano preso il sole nude su di una spiaggia nudista e che potevano godere del silenzio dell’altra coppia che pareva ancora scioccata della scopata del giorno precedente, tant’è che non erano tornate da noi.
Fecero un breve passeggiata, al ritorno la donna era come stralunata , lui aveva un cazzo bello tosto
‘ interessante?’ chiesi
Annuirono.
‘ tuo marito , pare, avere gradito molto le visioni’ fece mia moglie sorridendo. L’altra ricambiò.
‘ scusa perché non tornate la dietro e fai godere tuo marito?’ chiese il mio amico
‘ all’aperto?’ chiosò la donna
‘ vi copriamo noi con gli asciugamani’ fece scherzosa mia moglie.
Ma la donna titubava. Eravamo sconosciuti, in fin dei conti, e non voleva essere oggetto di probabili pettegolezzi.
‘ facciamo cosi, andiamo dietro ai cespugli e mentre tu lo fai a tuo marito io lo faccio al mio’ propose la mia amica.
La donna si alzò dall’asciugamani, quella soluzione le pareva accettabile,anche perché rischiava di perdere il marito per uno sbalzo di pressione.
La scena era godibile dalla nostra posizione per cui la osservammo mentre cominciava a segare il marito che venne in un battibaleno. La mia amica aveva cominciato una fellatio che non pareva avere fine. In ginocchio, con la lingua bene in mostra, passava lungo l’asta del coniuge, gli succhiava le palle, ingoiava la cappella in un risucchio che faceva rientrare le guance all’interno della bocca. Sin quando i fiotti di sperma le fuoriuscirono dalle labbra.
La donna aveva osservato con attenzione l’operazione. Quasi a memorizzare le fasi del pompino.
Ritornarono a sedersi accanto a noi.
Mia moglie le sorrise ‘ benvenuta nel club dei sporcaccioni’ le disse sorridendo.
‘ spero di non pentirmene’ risposa la donna.
‘ e di che ? hai fatto una cosa piacevole a tuo marito, suppongo non fosse la prima volta’
‘all’aperto e davanti ad altri si!’ fu la risposta
‘ all’aperto, al chiuso, ma chi voi che si interessi a te?’ intervenne la nostra amica, ‘ alla nostra età l’importante è stare bene. Se tuo marito sta bene e tu pure, va bene cosi. Tu stai bene?’
‘ veramente lui ha provato piacere io no, mica ho fatto l’amore’
‘ allora datti da fare e prova piacere anche tu’ , concluse mia moglie’ c’è tuo marito, ci sono i nostri, c’è una spiaggia piena di assatanati, scegline qualcuno e datti da fare. Il lasciato è perduto, del resto sapevi bene cosa avveniva qua dietro e quindi”
‘ per adesso non sono pronta, poi si vedrà’ terminò la discussione.
Chiacchierammo del più e del meno sin quando ritornammo all’albergo per pranzo.
‘ ci vediamo dopo?’ fece la bigotta
‘ noi stiamo la, se vuoi vieni’ la salutò mia moglie.
In un pomeriggio assolato c’eravamo trasferiti al solito posto. Con le stuoie avevamo creato una sorta di capanna. Sotto di essa facevamo un pisolino ma, lo stare accostati alle chiappe delle signore , ci fece propendere per effusioni. Ma, questa volta, ogni uno col proprio partner. Baciavo, mia moglie, con un ardore ed una passione che non provavo da anni. Le frugavo tra le chiappe spingendo il dito medio nel suo culo. Godeva. Presi a baciarla su tutto il corpo. Sino a giungere alla fonte del piacere. Le giocavo il clitoride con la lingua, la penetravo allo stesso modo.
Poi scopammo. Classica posizione del missionario. Godemmo. Anche l’altra coppia aveva goduto. Ci riprendemmo scoprendo che, accanto a noi, c’era la coppia del mattino. Avevano deciso di provare, evidentemente. Lui era eccitatissimo per lo spettacolo che avevamo offerto.
La signora venne ad accomodarsi tra noi, le levammo il costume sotto l’occhio attento del marito.
La accarezzavamo, chiudeva gli occhi e sospirava.
Mia moglie estrasse un cubetto di ghiaccio dalla borsa frigo e cominciò ad accarezzarle i capezzoli che si indurivano la passaggio del freddo.
Cominciò a strofinarle il ventre con ghiaccio sino ad arrivare alla fica. L’accarezzava con dolcezza, le inumidiva il clitoride, lo spinse nel buchetto.
Quei giochi, che stava mettendo in atto, cominciavano a rivelare un altro aspetto sconosciuto della mia signora. La nostra amica guardava con fare voglioso mentre il marito le accarezzava seni.
La signora si stese, trovandosi con la faccia accanto al cazzo del mio amico. Il marito cominciava a menarsi il cazzo.
Mentre mia moglie le accarezzava i seni, accompagnando le carezze con piccole succhiate dei capezzoli, io, finalmente, le stetti sopra.
‘ lo vuoi il cazzo nella pucchiacca?’ chiesi per portarla a liberarsi.
‘ mettilo’ implorò.
La chiavavo mentre il marito si menava l’ennesima sega.
Accanto a noi si era fermato un uomo a godersi la scena.
Un bel cazzo stretto nella mano nel gesto di masturbarsi, non ve ne fu bisogno, ci pensò la mia signora.
Ora l’iniziazione era avvenuta.
Tutti in acqua a pulirci della sborra e degli umori delle donne.
In acqua il marito la ringraziò.
‘mi hai fatto felice’ le disse e, lei, di rimando, gli rispose’ sapessi tu?’
La sera li vedemmo che partivano.
Chissà,forse, lo stress era stato troppo forte.
Ma prima di salutarci la donna si scambiò il numero di telefono con mia moglie.
‘ non si può mai sapere, disse, va a finire che si riprende e vuole rifarlo. Ti chiamo cosi non mi rompe l’anima per altri dieci anni’.
Quella partenza suscitò, in me, pensieri che avevo ributtato indietro in quei giorni.
Mi faceva stare male il pensiero che tra le decine, quindicine, o chissà quale numero, di uomini con i quali aveva scopato, vi fossero persone che frequentavo, che guardandomi stare assieme a lei potessero ricordare delle sue performance.
Del resto l’amica aveva fanno cenni chiari alle avventure giovanili. Anche lei aveva narrato più volte cose da santo uffizio ma pensavo, avevo voluto pensare, che quella signora, che avevo sposato, un poco ingigantisse i racconti per farmi piacere. Ora che l’avevo vista all’opera, spregiudicata, aperta, da ogni punto di vista, mi sorgeva il dubbio sulla personalità di mia moglie.
Possibile che per trent’anni avesse represso quella libido scatenata sono per la famiglia ed ora , prendendo spunto, dalle mie fantasie era ritornata ad essere la zoccola della giovane età?
Ma in fin dei conti quando l’avevo sposata non si era mica proposta come verginella, anzi.
Aveva cominciato a scopare con me mentre era fidanzata con un altro. E ci scopava tutti e due.
A giorni alterni.
Comunque dovevo ricacciare indietro quei pensieri e non fare la figura del coglione.
Ma mi ripromettevo di carpire qualche segreto dall’amica.
Le giornate continuarono a passare nella spiaggia del sesso. Tra gente che chiavava e qualche nostra scopata. Il meglio lo tenevamo riservato per la sera, quando ci chiudevamo in camera.
Anche l’ex collega pareva avere deposto le armi, qualche saluto e, al pari della coppia della scopata della prima volta, si teneva lontano.
Si avvicinava il termine della vacanza.
‘ il problema di una spiaggia nudista e che non puoi giocare con la seduzione della lingerie, mi fece, mentre stavamo stesi a letto appena svegli, in un attimo stai nuda e torni ad uno stato primordiale, tutto quello che è erotismo celebrale, va a farsi fottere’.
Era come se parlasse con se stessa, del resto i suoi soliti mutandoni di cotone bianco ed i suoi reggiseno, a copertura totale, non si sposavano con la lingerie di cui cianciava.
In tanti anno di matrimonio, subito dopo la nascita dei tre figli, si era atteggiata a donna morigerata , solo nella intimità si lasciava andare, ma sempre in maniera controllata, a gesti istintivi.
Col passare del tempo era una rarità vederla nuda.
Eppure i suoi racconti descrivevano una ragazza libera che di uomini ne aveva avuto in quantità, in un epoca dove, questo, significava essere esposta al pubblico biasimo, ma sopra tutto, quando fare levare le mutande ad una donna, in auto, era una impresa, lei si denudava e usava l’intero corpo per il piacere.
Dopo tre decenni di vita , monotona, coniugale si era risvegliata.
Era bene o male non sapevo dirlo.
Era cosi, chissà al ritorno a casa come si sarebbe comportata.
Era il penultimo giorno di vacanza.
Scese in spiaggia con il suo costume intero.
L’altra aveva indossato il solito bikini mostra tutto. La guardò con aria interrogativa.
‘ vediamo quale effetto fa questo costume su una spiaggia nudista’ fece con aria seria ‘ però i nostri mariti devono stare un poco distante da noi, in modo che qualcuno possa avvicinarsi’
‘ me che intenzioni hai?’ le chiesi ‘ mica vuoi scopare con sconosciuti’.
‘ amore questo è un gioco, non penso di prendermi qualche malattia, ma giocare ,quello si. Voglio chiudere in bellezza’
Andammo molto oltre il solito posto, dove la popolazione nuda era totale.
Stendemmo i nostri teli ad una decina di metri da quelli delle nostre signore.
Andarono a bagnarsi e tornate si stesero senza levarsi i costumi.
L’amica mostrava le sue grazie dal bikini, lei era totalmente coperta.
Eppure un distinto signore si avvicinò proprio a mia moglie
La guardava tra le gambe, avvicinò la mano per scostare la patta del costume, cominciò a trastullarla con le dita sul clitoride.
Con l’altra mano si menava il cazzo.
Un altro si pose allo stesso modo di fronte alla mia amica.
Anche i nostri cazzi reclamavano una fica a quella scena.
Cominciammo a menarci anche noi.
Mia moglie mi guardava sorridendo. Come dire:’ maiale ti stai arrapando!’
Mi spostai, seguito dal mio amico, un poco più avanti, per avere una visione migliore. Da quel posto potei vedere che due o tre dita dell’uomo stavano nella fica di mia moglie. Lei godeva, si toccava le gambe, le alzava per favorire la penetrazione.
Si abbassò il costume porgendo i seni alla bocca dell’amante sconosciuto.
Lo fermò quando cercò di stendersi su di lei per penetrarla.
L’uomo le avvicinò il cazzo alla sua mano e si masturbarono al vicenda.
Anche l’altra fece la stessa cosa.
Tutto tra una ventina di uomini e donne che si toccavano, strusciavano e molti si masturbavano.
Era l’apoteosi che voleva.
Finita la performance, conclusa da parte nostra con una innaffiata di sperma alla sabbia, si alzarono e si avviarono verso di noi.
‘ andiamo’, fece ironica, ‘ lo spettacolo è finito. Oggi acquisto di souvenir e domani a casa. Poi rimarremo soli noi quattro, ma ci divertiremo, siatene certi. Abbiamo certe cose da raccontarvi che vi consiglio un poco di viagra’.

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