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Orgia

Capezzolo retratto 05.3

By 3 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Capezzolo retratto 05.3

I capitoli precedenti facente parte della stessa saga.
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=17487
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=17565
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=18642
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=18775

un consiglio, leggete il capitolo precedente.
Capezzolo retratto. CAP 05.1
I ricordi di Teresa 1
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=18798
I ricordi di Teresa 2.
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=18979

Per quando incredibile, i fatti narrati sono accaduti realmente.

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Capezzolo retratto. CAP 05.3 I ricordi di Teresa 3

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Questo è un racconto erotico e di fantasia. Ha delle basi scientifiche, ma che non si sostituisce al vero problema cui demando, a chi soffre veramente di questa patologia, di recarsi dal proprio medico di fiducia e di non fermarsi al primo consulto medico.
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Capezzolo retratto. CAP 05 I ricordi di Teresa 3

Poco prima di addormentarmi, ho iniziato ad accarezzarmi e non ho idea se ho goduto o se ho continuato a godere per tutta la notte. So solo che quando al mattino mi sono svegliata, avevo le dita all’interno delle mutandine ed erano fradice dei miei succhi vaginali. Ho praticamente continuato a muoverle finché non ho avuto un piacevole lungo orgasmo e poi sono stata destata da mio cugino.

‘Ti vuoi alzare?’

Lo guardo stralunata. Apro e chiudo gli occhi alternativamente cercando di mettere assieme una parola. Pensavo di essere sveglia e invece mi ero appisolata con le dita all’interno della figa. Avevo goduto, ne ero certa, ma quando e quanto? Forse decine di volte per tutta la notte? Eppure le dita incuneate nella mia giovane figa, di donna oramai, mi davano sensazioni piacevoli. Mi sentivo fremere e il caldo umido che mi proveniva da dentro me mi faceva fremere di desiderio.

‘Teresa… Mi puoi fare un favore? Potremmo… Sai… Scopare?’

Mi stiro allungandomi tutta e lo guardo. Penso che una goduta di prima mattina con un cazzo nella figa sia una bella esperienza per incominciare la giornata. Avvampo di vergogna. Non avevo mai fatto un pensiero del genere prima di all’ora.
‘Siamo soli in casa?’ Sento chiaramente le guance bruciarmi e non solo quelle.

‘Sì, i nonni sono sotto al patio, al fresco. Si muore di caldo anche oggi.’

Scalcio le lenzuola buttandole ai piedi del letto e gli apro le braccia invitandolo. Lui non si lascia pregare; in un secondo è nudo e con il cazzo dritto che punta in avanti ed inizia a baciarmi appassionatamente. Lascio che sia lui a spogliarmi e in breve iniziamo a scopare. Era veramente infoiato e impaziente per il modo in cui mi scopa selvaggiamente. Dopo un leggero fastidio iniziale, inizio poco dopo a godere e mentre ci baciamo, lo sento ansimare e tremare tutto. Il suo caldo seme mi inonda e mi brucia nel mio utero facendomi toccare vette ancora più sublimi.

Restiamo a lungo a respirare in cerca di refrigerio, uno sull’altro e con il cazzo profondamente piantato ancora dentro di me mentre cerchiamo di calmarci. Mi piace la sensazione che provo. Mi fa sentire tutta frizzante. Più si muove e più mi piace e io stringo i muscoli pelvici e ne deduco dai suoi gemiti e dai suoi sorrisi che gli piace. Continuiamo a stuzzicarci per non so quanto tempo finché non riprendiamo a scopare e a godere ancora. Sfiniti, dopo che si è lasciato andare su di me schiacciandomi, si allunga al mio fianco. Respiro pesantemente e voglio ringraziarlo, ma solo un gemito sommesso mi esce. Sono sudata a tal punto, che è come se fossi uscita dalla doccia.
‘Sai, le tue tette sono stupende, peccato che non ci sono i capezzoli.’

Era la seconda volta che mi veniva detto. Le osservo meglio e noto solo le fossette. Scorgo anche che sono molto arrossata nell’incavo fra i seni. Devono essere stati tutti quei sfregamenti dei cazzi. Devo impedirlo di rifarlo e di non essere più così accondiscendente. Mi passo le dita sui seni e sento la pelle vellutata e liscia. Percepisco le asperità delle areole, ma dei capezzoli… Niente, letteralmente vuoto completo e non so cosa pensare. Osservo lui e sul petto ha i capezzoli.

Sentiamo suonare al citofono e dalla finestra della mia camera, vediamo gli amici di ieri sera che erano venuti a trovarci.

‘Gli apro io. Tu fatti una doccia che puzzi di sperma.’ Mi dice sorridente.

Aveva ragione. Ero sudata marcia e in più, dopo la sborrata di ieri sera, non mi ero potuta lavare. Mi guardo allo specchio e osservo la nuova donna che sono diventata. Osservo le tette e la mia gioia scompare. Guardo i capezzoli e non capisco come fosse possibile che non ci fossero. Sento i motorini rombare nel vialetto e mi dirigo in bagno sulle gambe malferme.

Ho sentito i ragazzi salire in casa e quando hanno aperto la porta, mi sono spaventata e a stento ho trattenuto un urlo. Non ero abituata a ricevere visite in bagno e tanto meno quando ero nuda.

‘Cavoli che bello spettacolo! Ora che ti vediamo alla luce del giorno, sei più bella che mai.’

Sono arrossita come un pomodoro. Ero incapace di muovermi. Nella testa, mi tornava in mente tutto quello che avevamo fatto la sera prima e mi sono sentita subito calda ed eccitata. Sentivo un certo dolorino in mezzo al gambe ed ero stanca, ma la voglia di stare in mezzo a loro era dominante.

‘Io mi faccio la doccia. Volete darmi una mano… due…?’ Non ho idea di come sono riuscita a dire quelle parole e con che tono, visto che respiravo con difficoltà e sentivo il cuore battere impazzito. Penso di essere arrossita tutta completamente per la vergogna e per il desiderio.

‘Certo.’ Hanno risposto i ragazzi all’unisono e sorridenti.

In breve mi sono trovata in mezzo a loro con i loro cazzi duri che si strusciavano contro di me e le loro mani che mi palpavano ovunque. L’acqua ci bagnava e ci rinfrescava, ma certamente non ci calmava l’ardore che sentivo sempre più infuocarmi.

Franco ha preso la spugna e ha iniziato a lavarmi, mentre mio cugino mi sfregava i capelli con lo shampoo. Altre mani mi stavano lavando in luoghi che sarebbero stati già lavati come le tette, la figa e il sedere, ma ognuno di loro voleva essere certo che fossi adeguatamente pulita.

Mi piaceva sentirmi al centro delle loro attenzioni. Mi piaceva enormemente sentire le loro mani sul mio corpo e come mi facevano sentire. Le loro mani mi facevano venire sempre più voglia. Le loro continue carezze sulle parti intime, mi facevano eccitare allo spasimo e ogni volta che si allontanavano per cambiare interesse, mi facevano gemere di desiderio. Altre mani prendevano il posto di quelle che si erano precedentemente spostate.

Qualcuno mi ha spinta in ginocchio e ho visto un cazzo in erezione davanti alla faccia. L’ho immediatamente succhiato e in breve mi sono meravigliata per la velocità con cui ha goduto. Mi aspettavo che resistesse di più, ma ho succhiato e ingoiato tutto lo sperma che mi ha iniettato. Anche i successivi che ho soddisfatto, tutti, non hanno resistito a lungo e senza distinzione mi hanno ringraziato per la mia bravura e per la mia arte.

Dopo tutto quel lavorio, ero incredibilmente eccitata e pensavo che mi avessero fatta godere e invece, hanno voluto uscire dal bagno. Contrariata se non decisamente adirata, con solo un asciugamano che mi proteggeva, ci siamo chiusi in camera mia e sdraiata sul letto, su invito di non mi ricordo chi, mi sono masturbata dando uno spettacolo cui non avevo mai fatto prima in vita mia.

Non ho idea di quanto ci abbia impiegato a godere, ma quando ho finito, ero nuovamente sudata e avevo bisogno nuovamente di una doccia, mentre loro erano tutti con il cazzo duro in mano. Dal fondo delle scale, mia nonna ci ha chiamato per andare a mangiare e spaventati, abbiamo iniziato a correre per cercare di recuperare i vestiti.

Da all’ora e fintanto che non è tornato a casa, mio cugino non mi ha lasciata tranquilla un secondo. Voleva sempre giocare con le mie tette o la figa. Voleva sempre godere e scopare ovunque ci trovassimo e i ragazzi mi venivano a trovare spesso per l’identico motivo. La sera non andavamo più in paese. Ci fermavamo molto prima di arrivarci, giusto fuori dal cancello di casa mia iniziavano a palparmi ovunque e ad iniziare a spogliarmi. I ragazzi mi scopavano a turno facendomi godere in modo magnifico e incredibile.

Purtroppo due cose mi capitarono. La prima fu la ridda di voci che iniziarono a circolare in paese. Le scoprì per caso. Sentivo i vecchi della piazza che mi ridevano alle spalle e che poi sparlavano quando non li guardavo, ma li sentivo chiaramente dovuto all’eco che si formava sotto le volte dei portici. Quando scopai per la prima volta con le finestre aperte, dalla casa vicina poterono osservare cosa facevo e le voci si sparsero tanto velocemente che come giunsero a mia madre, fu un vero disastro.

La seconda, incredibile, fu il mio seno che continuava a crescere smisuratamente. Oramai non potevo più mettere un reggiseno normale. Quelli che portavo, sembravano due coppe enormi o il buco dei salvagenti. Mamma mi portò dal dottore come questi ritornò dalle ferie e le visite erano molto frequenti al punto di recarmi spesso da sola e le sue manipolazioni al mio seno erano lunghe e particolareggiate. Sapevo che lo stavo eccitando anche se portava il camice e un giorno, mi fece una domanda che mi mise a disagio.
‘Teresa, tu scopi?’

Arrossii come un pomodoro maturo.

‘Tua madre mi ha detto di parlare con te di questo tema. Per questo sei venuta così a tarda ora. Spogliati per favore e stenditi sul lettino.’

Mi manipolò a lungo e le sue esplorazioni erano profonde al punto che mi portò ad essere eccitata e tutta infuocata. Scopammo quella prima volta come in tutte le altre successive. Sapevo che mi voleva vedere una volta alla settimana e non mi piaceva andarci anche se mi faceva godere. Dopo che scoprì che io urlavo ogni volta che avevo un orgasmo, le sue sessioni divennero veloci e spesso si svuotava le palle nella mia bocca lasciandomi eccitata ed insoddisfatta.

Amiche non ne ebbi più. In paese non ci andavo quasi più e amici non ne potevo portare più in casa. Vivevo come una reclusa a causa delle voci che circolavano.

Quando me ne andai, ero felice. Ero rinata anche se il peso delle tette mi dava fastidio, come mi dava fastidio il modo in cui mi continuavano a guardare tutti.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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