Prima che chiudessero i cinema a luci rosse (l’ultimo lo hanno chiuso due anni fa), a volte, quando ero annoiata, ci andavo di pomeriggio, poichè, solitamente, c’erano pochi uomini, 15 o 20 al massimo (raramente ho visto una coppietta che veniva lì per masturbarsi a vicenda o scopare al buio durante la proiezione e si sedevano sempre all’inizio dell’ultima fila). Entravo prima dell’inizio del film e giravo per i corridoi fingendo di cercare il posto che più mi aggradasse, in modo che tutti mi potevano notare. In estate indossavo un miniabito aderente rosso fuoco senza nulla sotto e sandali dello stesso colore con tacchi a spillo da 14 cm., mentre in inverno, sopra un miniabito nero, una pelliccia che toglievo appena entrata nel locale, calze autoreggenti con la cucitura dietro e scarpe di vernice nere sempre con tacco 14. Mi accomodavo in una poltroncina al centro di una fila centrale ma lontana da altri posti occupati, accavallando le gambe in modo che il vestito salisse ancora di più fino a scoprirmi completamente le cosce in modo che si intravedesse l’inizio del pelo pubico. E allora cominciava il via vai di alcuni per potermi guardare bene e vedevo che mi mangiavano con gli occhi. Quando le luci si spegnevamo, qualcuno cominciava a spostarsi per venire a sedersi accanto a me (spesso si spostavano in due per sedersi uno alla mia destra e l’altro alla mia sinistra). Io lo ignoravo, ma quando il film iniziava a mostrare una sequenza porno, cominciavo a mettere la mano tra le cosce, poi scavallavo e allargavo le gambe per mostrare meglio come mi stessi accarezzando la figa finchè quello accanto me mi metteva una mano sulla coscia e mi sentiva rabbrividire e mugolare di piacere. Solitamente la sua mano scivolava subito sulla coscia fino ad arrivate alla figa. Continuando a mugolare come una gatta in calore, gli mettevo la mano dietro la testa per spingerla tra le mie gambe, così lui cominciava a leccarmi mentre io, eccitatissima, perdevo il controllo e mi accorgevo a malapena che le poltrone accanto e attorno a me erano piene di uomini che allungavano le mani per palparmi le tette e toccarmi tutta. Dei due accanto a me, uno continuava a leccarmi la figa e succhiarmi il clitoride, l’altro mi prendeva la testa tra le mani mettendomi la lingua prima nell’orecchio e poi in bocca, mentre io gli aprivo la cerniera dei pantaloni e glielo prendevo in mano. Poi mi alzavo e andavo a sedermi sul suo cazzo ormai grosso e duro, facendolo penetrare lentamente nella figa finchè mi sborrava dentro. Intanto l’altro che mi stava leccando, si era spostato al mio posto e aveva tirato fuori il suo uccello in erezione. A quel punto mi alzavo in modo da sfilare dalla figa il cazzo che aveva appena sborrato dentro di me e mi sedevo sul cazzo eretto del primo individuo, guidandolo con la mano dentro il mio culo. Intanto quelli che si erano appostati nelle poltroncine davanti a me, avevano rialzato il sedile per poter appoggiarsi in piedi contro la spalliera e, girati verso di me, avevano l’uccello fuori, così, mentre il mio culo viene impalato da un grosso membro pulsante, mi inclinavo in avanti per prendere in bocca il membro davanti a me e nelle mani i cazzi accanto per masturbarli. I miei mugolii e i miei gridolini di piacere erano attutiti da quelli del film porno…avevo orgasmi in continuazione. Così, nel primo tempo, tra scopate, pompini e seghe, facevo godere una dozzina di maiali arrapati. Poi, appena mi accorgevo che stava per iniziare l’intervallo, prima che si accendessero le luci e mi vedesse la Maschera del cinema, mi recavo al wc degli uomini, e lasciando la porta aperta, mi accosciavo sia per far uscire lo sperma che ancora era rimasto dentro (una parte mi gocciolava lungo le gambe) sia per pisciare, mentre aspettavo che succedesse il resto…infatti, qualche istante dopo, arrivavano quelli che mi avevano seguita al gabinetto ed altri ancora. Mentre mi guardavano così accosciata, mi sfilavo il vestito prima che me lo strappassero, così mi potevano guardare nuda, palpare e penetrare. A volte uno si sdraiava sul pavimento facendomi sedere su di lui per penetrarmi il culo, mentre un altro me lo infilava nella figa in una doppia penetrazione; gli altri a turno si facevano fare un pompino o una sega o mi sborravano e mi pisciavano sul viso, in bocca e sulle tette. La mia libido era tale per cui non mi rendevo conto né del tempo né del luogo in cui ero. Prima che iniziasse il secondo tempo alcuni tornavano a sedersi, mentre altri continuavano a scoparmi e sborrare dentro di me o sul mio corpo nudo o a farsi fare pompini, poi mi aiutavano a rimettermi il vestito e a luci spente, già iniziato il secondo tempo, mi trascinavano in mezzo a loro fino alle poltroncine.
La mia ninfomania mi rendeva ubriaca di sesso, sentivo solo il godimento delle penetrazioni e dei fiotti di sperma che mi riempivano tutto il corpo, mentre la figa eiaculava i miei umori vaginali. Il mio miniabito si incollava al mio corpo coperto di sborra e, in estate, fuori dal cinema, tutti potevano vedere le macchie di sperma che lo costellavano e lo sperma colato sulle mie gambe che lasciava delle striature biancastre essicate. In inverno la pelliccia copriva il miniabito, ma la sborra scorreva sulle mie calze fino alle scarpe e vedevo che alcune persone la notavano. Non che la cosa mi infastidisse, anzi mi rendeva ancora più eccitata di quanto non fossi già…
Quando mi prendeva la voglia di andare in questo tipo di cinema, più o meno accadeva sempre così, sia che fossero uomini anziani, giovani e/o ragazzi di colore. Anzi mi eccitava non sapere con chi avrei rapporti di questo genere…essere ninfomane mi permette di godere sempre in qualsiasi situazione.
Peccato che questa cosa non la possa più fare da quando hanno chiuso i cinema a luci rosse….
cinema a luci rosse
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A Genova, eroicamente, resiste l’Eldorado di via Buranello: non sai quante volte la mia compagna è stata usata da maschi lì in sala, come narravi tu ed, a volte, mi trovavo anche io ad essere coinvolto a fare pompini ;)