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Orgia

Cristina e Andrea, una coppia molto aperta.

By 8 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Gaetano e Andrea erano vecchi amici delle scuole medie, sempre seduti allo stesso banco, vivendo ogni giorno le stesse noie e le foghe adolescenziali. Gaetano continuava però anche a venticinque anni ad avere la stessa esplosione di ormoni, a causa della mancanza di una donna. Gaetano era goffo, ed era anche molto imbranato. Andrea invece si era di recente sposato, con una musicista, che a tempi perso faceva la pornostar. Si chiamava Cristina, e aveva fatto provare di tutto al marito, dal sesso anale al sesso di gruppo. Avevano in effetti una vita sessuale molto attiva. E poi lei era sorprendentemente bella, eccitante, anche se non era alta, era sul metro e settanta. Ma aveva i capelli scuri lisci, e un look da ragazza misteriosa. Ormai Gaetano e Andrea non si vedevano da molti anni, ma ultimamente avevano cominciato a telefonarsi, e un giorno Andrea lo invitò nella sua nuova casa, una bella villetta di due piani. Gaetano suonò al campanello e Andrea lo fece entrare. Si abbracciarono, parlando delle cose più banali. Dopo tanto tempo, sembrava che non sapessero più cosa dirsi. Poi arrivò Cristina, scese le scale, e Gaetano la guardò scendere, era bellissima. Aveva una minigonna cortissima bianca. Era talmente corta che le riusciva a vedere le mutandine, anche queste bianche. Indossava anche una maglietta nera, con una sola lunga manica, mentre l’altro braccio era completamente scoperto. La minigonna metteva in bella mostra le sue belle cosce lisce, di sicuro si era depilata qualche minuto prima. Le cosce più belle del mondo, che Gaetano avrebbe leccato per ore.
– Abbiamo un ospite – disse Cristina. Si avvicinò a Gaetano e lo baciò fugacemente sulle labbra. – Ciao tesoro, piacere di conoscerti.
Gaetano era rimasto pietrificato dopo quel veloce bacio, non se l’aspettava. D’altronde era la moglie del suo vecchio amico delle scuole medie. Ma forse era tutto regolare, forse era sua abitudine salutare le persone in quel modo. Forse era solo una ragazza molto vivace. E Andrea non aveva detto proprio niente di quel gesto, anzi, si limitò a sorridere e a poggiare una mano sulla spalla di Gaetano.
– Andiamo di là, chiacchieriamo nel salotto – disse Andrea.
Così tutti e tre si diressero in salotto, e si sedettero sui divani. Cristina però non partecipò alla loro conversazione, si mise a leggere alcune riviste erotiche, creando un pò di disagio in Gaetano, perchè aveva accavallato le gambe, ed era uno spettacolo, non poteva non guardarle. E sentiva il cazzo indurirsi ogni volta che girava lo sguardo verso di lei.
Andrea e Gaetano iniziarono a parlare delle solite cose, ma gli sguardi di Gaetano si distraevano facilmente, guardava le coscie di Cristina.
– Ti piace? – gli chiese Andrea. – è proprio bella la mia mia Cristina, non credi? Se vuoi vi lascio soli.
– No, Andrea ma cosa dici? – Gaetano sembrava mortificato, iniziò ad arrossire molto, ebbe l’impressione che ad Andrea davano fastidio le sue abbondanti occhiate.
– Ma no Gaetano, dico davvero – rispose lui. – Se vuoi vi lascio da soli, così fate una più approfondita conoscenza. Vedrai che Cristina riuscirà a metterti molto al tuo agio.
Cristina sorrise, e per il momento abbassò la rivista, stava aspettando un’eventuale risposta di Gaetano, che però cambiò discorso, e iniziò a commentare la bella casa che avevano tirato su.
Lei si era accorta di quegli sguardi e in parte ne era eccitata, gli piaceva sentirsi addosso quegli occhi di Gaetano, che probabilmente non aveva mai scopato in vita sua. E con fare molto tranquillo ogni tanto cambiava la propria posizione e nel mentre faceva questa operazione allargava le gambe nella speranza che Gaetano vedesse le sue mutandine. Cristina sorrise, per il bozzo che si potevano intravedere dai pantaloni di Gaetano. Si era arrapato enormemente, tanto che adesso aveva una trave nelle mutande. E come poteva non essere diversamente?
– Andrea, perchè non vai a prendere qualcosa da bere? – chiede Cristina posando le riviste erotiche e alzandosi dal suo divano. – Così posso passare un pò di tempo sola con Gaetano.
– Certo. Gaetano, mi raccomando. Stacci attento che questa ragazza è un demonio – Cristina sorride e va a sedersi sullo stesso divano di Gaetano, gli si mette proprio di fianco, con le gambe divaricate e un braccio sullo schienale morbido. Andrea intanto è sparito oltre la cucina. Gaetano è in evidente imbarazzo, di fronte a Cristina che con quelle gambe allargate era molto invitante. Si sentiva chiaro il profumo della sua passera. Sulla sua mutandina bianca c’era una macchia di umido, era chiaramente bagnata. E guardava Gaetano, con un sorriso di chiara complicità.
– Oggi fa molto caldo – gli disse. – Guarda, sono tutta bagnata – Cristina prese la mano destra di Gaetano e la indirizzò sulla sua mutandina, lì dove c’era la macchia umida. La mano gli tremava, non sapeva come comportarsi in quella situazione. Con le dita tocco le labbra della passera di Cristina, sentì i suoi peli, schiacciati contro il tessuto della mutandina.
Gaetano ritirò la mano.
– Che fai? – gli chiese. – Non vuoi toccare? Dai, non fare il timido – con quelle parole, Cristina tirò a destra il tessuto delle mutandine, in modo da far venire fuori le labbra della sua patata. Poi con la mano libera riprese la mano di Gaetano e la portò di nuovo allo stesso posto. Le dita di Gaetano toccarono quella pelle umida e delicata, Cristina le spinse verso il clitoride.
– Hai sentito com’è calda?
– Sì, ho sentito – rispose Gaetano quasi balbettando.
Andrea tornò nel salotto con dei bicchierini e degli alcolici.
– Ehi, che fai? Tocchi la passera della mia ragazza?
– No Andrea, scusami, non volevo… – Gaetano subito ritirò la mano.
Cristina sorrise, aveva dei denti bellissimi, e perfino il suo sorriso riusciva ad eccitare chiunque.
– Non preoccuparti Gaetano – rispose Cristina. – Andrea stava scherzando. A lui non da fastidio se mi tocchi.
– Certo – confermò Andrea.
Passarono alcuni momenti senza dirsi niente, bevvero qualcosa e guardarono Cristina, con le gambe divaricate e la sua mutandina bagnata. E il suo sorriso luminoso. Era fantastica.
– Cristina, ci hai deliziato e fatto arrapare abbastanza con queste belle coscie, perchè non fai vedere qualcos’altro a Gaetano? – chiese Andrea. – Dai, fagli vedere la fica, togli la minigonna.
– No, ma veramente non c’è bisogno… – Gaetano era un pò imbarazzato.
– Non preoccuparti amore, per me è un piacere – rispose Cristina, che con fare molto sensuale si alzò dal divano e si tolse la gonna rimanendo con il top e le mutandine.
– Cazzo, è proprio una gran bella figa, non credi? – domandò a Gaetano, cercando la sua complicità. – Girati e facci vedere anche il culo”
Cristina si gira, e mette ben in mostra il suo culo. Si china a novanta gradi, muovendo il sedere a pochi passi dal viso di Gaetano.
Ancora più sensualmente proseguì nello strip e quindi si tolse anche il top rimanendo con le sole mutandine.
Poi si girò su se stessa dando così le spalle ai ragazzi e poi con molta lentezza iniziò a togliersi le mutandine e mentre lo faceva si piegò su se stessa rimanendo così senza nulla addosso a pecorina con in due buchetti alla vista di Gaetano.
– Ti piace il mio buchetto, amore? – chiese a Gaetano.
– Wow che spettacolo, rimani ancora un po’ così… sei favolosa… – ormai Gaetano era entrato nella parte, aveva capito come funzionava a casa di Andrea.
Obbedendo rimase ancora così per qualche istante poi con naturalezza si rialzò e prendendo le mutandine le lanciò a Gaetano che le prese al volo e le annusò.
– Cristina, mettiti sul divano con le coscie ben aperte – le disse Andrea.
Cristina eseguì l’ordine si mise a sedere sul divano e allargò le cosce come richiesto.
– Brava, adesso allargati bene la fighetta e falla vedere bene a Gaetano.
– Ti piace, tesoro? – chiese a Gaetano allargandosi le labbra. – Immagino che vorresti ficcarci il tuo bel cazzone dentro, non è così?
Lentamente le mani iniziarono a sfregare le grandi labbra, lentamente un dito si insinuò all’interno e prese ad andare in su e in giù e alternandosi anche con un leggero sfregamento del clitoride.
– è veramente eccezionale, vero? – chiese Andrea a Gaetano. – Non ti vien voglia di sborrarle dentro? Adesso però vogliamo godere anche dell’altro panorama, quindi mettiti a pecorina, allargati bene il buchetto del culo e comincia ad infilarci il dito dentro.
Cristina obbedì anche a quell’ennesimo ordine. Andrea si tirò fuori il cazzo e iniziò a menarselo.
– Se vuoi puoi farlo anche tu. Dai, masturbati – disse Andrea.
Gaetano non se lo fece ripetere due volte, cacciò fuori dai pantaloni il suo cazzo durissimo e iniziò a menarselo.
– Ti piace Cristina?
– Sì, è molto bella – rispose Gaetano.
– Dai allora ficcale il cazzo in bocca.
– Ma…
– Non preoccuparti – disse Cristina mettendosi in ginocchio. – Fammi quello che vuoi. Sei un’ospite, e gli ospiti vanno trattati bene.
Gaetano si alzò dal divano e si avvicinò a Cristina, la prese per i capelli e gli tirò su la testa tanto che il viso si ritrovò a pochi centimetri dal suo cazzo.
– Quanto sei arrapante… vieni, adesso succhiamelo tutto per bene. E ricordati che voglio un pompino con il risucchio.
– Oh sì – ansimò Cristina. – Sei bello quando diventi violento.
Non se lo fece ripetere due volte, in effetti era quello che voleva pure lei, la cappella sparì subito tra le caldi e morbide labbra, seguita da tutto il resto.
– Leccami anche le palle.
La lingua si spostò dall’asta del cazzo fino giù alle palle, per poi risalire ed andare a raccogliere nuovamente tutto il cazzo in bocca.
– Che gran troia che sei, una bella bocchinara.
Intanto si era avvicinato anche Andrea, erano entrambi pronti all’orgasmo. Il primo fu Andrea che con uno spruzzo andò a colpire la guancia sinistra di Cristina. Poi anche Gaetano scaricò tutto il suo sperma, una quantità incredibile tutta sul viso di Cristina, alcuni fiotti raggiunsero i capelli. Poi Andrea le diede una mano, aiutandola ad alzarsi. Si portò via un pò di sperma, strofinandosi le labbra con un braccio.
– è stupenda, vero? – chiese Andrea a Gaetano.
– è fantastica.
Poi Cristina si allontanò, verso il primo piano. Disse che andava a fare una doccia. Salutò Gaetano accarezzandogli il pene, e si diresse verso le scale, sculettando. E Gaetano non potette fare a meno che guardarla, mentre saliva, quel culetto divino, che moriva dalla voglia di penetrare. Poi sparì del tutto, oltre il primo piano.

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Andrea telefonò a Gaetano nello stesso istante in cui si stava sbottonando i pantaloni per masturbarsi ripensando a Cristina e alle sue cosce fantastiche, alle sua passera bagnata. Tanto è vero che già l’aveva iniziato a maneggiare, duro com’era, bagnandosi le dita con la saliva. Andrea gli chiese se gli andava di andare a casa di alcuni amici, che avevano comprato del buon vino, di quello che non si trova più. Quello di buon annata, che costa tanto, ne avevano comprato una cassa intera. Tra l’altro gli disse che c’erano ospiti particolari, e che avevano organizzato un festino niente male, e che non poteva perdersi un occasione come quella.
– Dì la verità – gli disse Andrea. – Ti stavi masturbano, pensando alla mia Cristina.
– No, ma cosa dici?
– Per me non è un problema – continuò. – Anzi, se vuoi averla ancora puoi farlo. Ma ti conviene venire alla festa. Ci sono delle pornomodelle che me lo hanno fatto già venire duro solo a guardarle.
Gaetano un pò titubante gli disse che sarebbe passato sicuramente, ma senza un tono sicuro, in realtà non ne aveva tanta voglia. Ma si rimisi a posto i pantaloni e prese le chiavi della macchina. In auto non faceva altro che pensare alla moglie del suo amico Andrea, Cristina, gli veniva duro solo a pensarci. Tanto che si sbottonò i pantaloni e lo maneggiò un pò, pensando che fosse la mano di Cristina.
Seguendo la strada che Andrea gli aveva indicato, finalmente arrivò. Era una splendida villa tutta con un giardino con piscina. La facciata principale della casa faceva pensare a qualche divo di Hollywood. Chiuse la macchina e a lungo guardò quella villa, apparentemente taciturna. Intorno le campagne lasciavano un profumo candido di incontaminato, qualche altra villa c’era a poca distanza, una zona però abitata poco, circondata da montagne basse che in quel periodo racchiudevano tutto il calore di un estate appena inoltrata. Suonò al citofono, ma nessuno gli aprì il cancello, quindi suonò ancora. Finalmente Andrea venne ad aprire il portone, aveva un asciugamano avvolto intorno alla vita, sotto era probabilmente nudo. Aspettò Gaetano sulla soglia della porta. Aveva in viso un sorriso di complicità. Si salutarono con una stretta di mano e entrarono nel salone della villa. Seguì Andrea, che sembrava volesse portarlo in giardino, e per arrivarci dovettero passare per la cucina, dove una Filippina di una quarantina d’anni stava lavando i piatti meccanicamente, senza accorgersi di loro. Scesero in giardino e Gaetano rimase a bocca aperta, si rese conto che Andrea aveva ragione, solo a guardarle tutte quelle ragazze, per la maggior parte nude, gli venne voglia di masturbarsi proprio dinanzi a loro. Erano ai bordi della piscina. Alcune stavano spompinando alcuni uomini, che stavano seduti su delle sedie di plastica, e le ragazze in ginocchio, tra le loro coscie. Cristina era completamente nuda, e andò verso Andrea e Gaetano, che ormai erano scesi in giardino. Gaetano continuava a guardarle quel suo fisico perfetto, e quella sua passera scura. Cristina gli sorrise, era felice di rivederlo.
– Questo è l’uomo che per tutto il giorno mi scoperà – disse al fidanzato. – Beh, direi che è ora di iniziare, dandogli il benvenuto.
Anna s’inginocchiò ai piedi di Gaetano e gli abbassò la zip dei pantaloni. Con una mano fece uscire il suo cazzo fuori, già duro. Sempre guardando il marito negli occhi, cominciò a fargli un pompino. Andrea le disse di mettersi a novanta gradi per mostrare al pubblico il suo splendido fondoschiena. Tutti gli uomini le guardarono il culo, e il suo buchetto.
– Dopo però devi farcelo assaggiare a tutti questo bel culetto – disse un uomo che si avvicinò a Cristina palpandole una natica.
– L’importante è che mi scopiate fino allo sfinimento – rispose Cristina, mentre con la lingua leccava l’asta del cazzo di Gaetano.
Andrea raggiunse anche le altre ragazze, che erano in piscina. Si sedette sui bordi, e non ci volle molto che una ragazza dai capelli ricci gli si avvicinasse per prendergli il suo enorme arnese in bocca. Cristina intanto si mise a leccare dal basso all’alto un paio di volte, circondò di nuovo la cappella con le labbra e questa volta spinse il pene dentro la su bocca fina a metà asta, giusto prima della mano che lo reggeva, poi prese a succhiare e a alzare la testa in alto e in basso.
– Ti piace come ti sto spompinando? – chiese a Gaetano.
– Vorrei sborrarti in bocca. Ma non mi pare giusto, d’altronde sei la fidanzata del mio migliore amico – Cristina era divertita.
– Queste labbra non aspettano altro. Scarica tutto quello che hai nei coglioni.
Gaetano sentì il calore avvolgerlo, il piacere prendere il sopravvento su tutto e un primo fiotto caldo di sperma schizzare dalla sua punta nel palato di lei. Cristina coprì l’ugola con la lingua e si preparò a ricevere lo sperma, un secondo e un terzo fiotto caldo le riempì la bocca di sperma, poi un quarto e ultimo schizzo colò con meno forza dalla punta. Quando l’orgasmo si esaurì, Gaetano regolarizzò il respiro e Cristina fece uscire lentamente il pene dalla sua bocca, lo sperma gli colava giù per il mento. Le aveva riempito la bocca. Tornò a leccare, massaggiare e baciare il pene mentre iniziava ad acquietarsi.
– Adesso però tocca anche agli altri – disse Cristina lasciando il membro di Gaetano e mettendosi in piedi. – Questa passera ha fame di cazzi – con le dita si toccò le labbra della fica e socchiuse gli occhi. – Tu intanto riposati. Quando il cazzo si drizza di nuovo ritorna tra noi. Guarda quante ragazze, e sono tutte con le cosce rigorosamente aperte per voi uomini.
– Sei proprio una troia, lo sai?
– Grazie amore – gli sorrise, poi andò anche lei verso la piscina.
Andò ad accarezzare le spalle del fidanzato, che aveva la ragazza dai capelli ricci con le labbra attaccate al cazzo. Cristina baciò il suo uomo, con passione. Lo amava. Intanto l’orgia continuava, e Gaetano non aveva mai visto una cosa del genere. Tutte quelle donne e quegli uomini che scopavano nello stesso giardino.
Cristina si era messa a cosce aperte, sui bordi della piscina, e aspettava qualcuno che la scopasse. Ma nessuno arrivava.
– Ma insomma, non c’è nessuno che vuol scoparmi? – chiese.
– Lo vuoi il mio cazzo? – gli chiese un uomo, che arrivò da lei, con il pene durissimo, rivolto contro la sua faccia.
– Dipende. Se è carico di sperma, sì.
– Molto carico, non vede l’ora di conoscere la tua passera.
– E allora che aspetti? Mettimelo tutto dentro – gli ordinò masturbandolo.
Cristina si alzò e cominciò a baciare quell’uomo sul collo, ma continuando a masturbarlo. Si chiamava Nicola, era un vecchio amico d’infanzia di Andrea, che impazziva per Cristina. Gli sussurrò:
– Mi piacerebbe prenderlo anche nel culo il tuo bel cazzone!
Rimasero abbracciati baciandosi per alcuni minuti. Le strinse le natiche con entrambe le mani. Il culetto era meraviglioso e non aveva nemmeno un filo di grasso, era abbastanza piccolo e molto sodo. Entrarono in acqua, che non era molto alta, ma arrivava alle ginocchia. Cristina si mise con le spalle contro gli spalti della piscina, e aspettò di essere penetrata. Nicola cominciò a leccarle le tette e succhiarle i capezzoli. Con una mano le stuzzicava il clitoride che era già gonfio.
– Voglio sborrarti in bocca, porcellina mia.
– Ora puoi penetrarmi, maiale. Cosa aspetti a scoparmi come una troia? – disse lei.
L’uomo prese il cazzo con una mano e lo appoggiò con delicatezza sulla sua fica.
– Non preoccuparti, ficcamelo tutto dentro di colpo e poi comincia a pompare. Mi piace godere come una puttana.
– Tu sei una puttana. Sei proprio arrapata.
Con una mano le mantenne una coscia alzata e con l’altra le teneva la noce del collo. Glielo ficcò dentro spingendo con tutto il peso del corpo, facendolo entrare tutto di un colpo. Lei mollò un grido misto di dolore e piacere.
– Ehi, trattamela bene la mia Cristina – disse Andrea, che stava lì a poca distanza. Adesso erano due che si dividevano il suo cazzo, a turno lo infilavano in bocca. Fino a quando Andrea non potette più resistere, e un fiotto di sperma volò fino a posarsi sui capelli ricci della ragazza che le stava pompando l’arnese. Poi altri fiotti raggiunsero l’altra ragazza.
– Siete fantastiche ragazze, adesso leccatemi il glande, come sapete fare voi.
Nicola prese Cristina per i fianchi e cominciò a spingere, dentro e fuori, dentro e fuori. Si sentiva tutta piena, le palle sbattevano contro il suo culo mentre veniva scopata. Si ingrossava dentro di lei, sempre di più, ne sentiva quasi i contorni. Cominciò a gemere sempre di più.
– Mi piace il cazzo… godo.
Aumentò le spinte, facendole quasi male, poi glielo tirò fuori. La cappella era tutta di fuori, paonazza. E il cazzo era diventato mostruoso.
– Ne voglio ancora – disse Cristina. – Ficcamelo di nuovo dentro.
– Vuoi la mia sborra, vero? Ho sempre sognato di scoparti, da quando ti fidanzasti con Andrea. Quante volte mi sono segato pensando a te.
Nicola le prese le cosce, e le alzò. Cristina si avvinghiò al busto di Nicola, e con le mani si manteneva dietro al suo collo. Sentì che le stava strofinando vigorosamente il cazzo sulla fica, e poi entrò di nuovo. Stavolta la pompò piano, in modo che lo sentiva bene, mentre entrava e usciva, entrava e usciva. E mentre la scopava le dava forti pacche sul culo. Entrambi erano sudatissimi. Cristina urlava in preda al piacere. L’orgasmo per Cristina arrivò improvvisamente, poi Nicola lo tirò fuori e la ragazza sentì uno.. due.. fiotti caldi di sborra che le bagnarono l’inguine. Lo sperma finì tutto sui peli della sua passera.
– Sborro, sborro.
Cristina con una mano iniziò a spalmare ben bene lo sperma sul suo inguine. Nicola le diede una mano a rimettersi coi piedi in piscina, prima di andare via. E Cristina lo guardò sopresa dal suo comportamento.
– E il culetto? – gli chiese. – Dai, sfondami anche il culetto.
– Eh no amore. Questa è la quarta volta che vengo in una giornata. Il mio pene è esausto. Mettiti a novanta e aspetta che venga qualcuno a mettertelo nel culo.
Cristina rimase senza parole. Si girò per risalire sugli spalti della piscina, e trovò un arnese durissimo puntato sul suo viso. Era Gaetano, che aveva assistito a tutta la scena. Ora era completamente nudo, e il cazzo gli era ritornato duro.
– Il mio cazzo ha ancora voglia di te – le disse.
– Ma Gaetano – Cristina gli accarezzò delicatamente l’asta, restando con i piedi in acqua, e tenendo il viso rivolto verso l’alto, quindi verso il viso di Gaetano. – Ci sono tante altre bellissime ragazze. Sono tutte disponibili. Fatti fare un pompino da qualcuna di loro.
– No, voglio te. Ti continuo a guardare da quando hai tolto le labbra dal mio cazzo.
In quel momento si avvicinò Andrea, anche lui era in acqua. Si avvicinò a Cristina, abbracciandola da dietro e baciandole le spalle. Premette il cazzo contro il suo culetto.
– Facciamo l’amore, Cristina. Ti voglio.
– Mi dispiace Andrea, ma c’è qui Gaetano che vuole giocare con me. Avrei voglia di dargli il mio culetto.
– Il culetto? – chiese Gaetano. – Ma non ho mai…
– Non hai mai provato il sesso anale? – chiese Andrea sorridendo. – Allora lascia che Cristina ti insegni, è una vera professionista.
– Ti piacerebbe provare, Gaetano? Su, dammi una mano ad uscire, che andiamo a divertirci – tese le mani verso di lui, e si fece aiutare ad uscire dall’acqua. Andrea intanto era andato verso una bella ragazza, dai capelli biondi, che aspettava ai bordi della piscina, con le cosce aperte e un vestitino corto tutto spiegazzato.
Cristina teneva per mano Gaetano. Prese una crema per i giochi anali. Cominciò ad ungergli l’asta che svettava dura più che mai. Poi la spalmò anche sul suo buchetto, sullo sfintere all’esterno, penetrò con un dito nell’ano, poi inizio a muovere il dito facendolo entrare e uscire per abituarsi al pene di Gaetano. Una volta terminata l’operazione, si mette a novanta gradi, e con le mani a terra si teneva su. Gaetano si avvicinò tenendo l’uccello teso in avanti come un ariete, ma non aveva la più pallida idea di cosa fare. Cristina lo impugnò e gli fece appoggiare la punta della cappella sullo sfintere.
– Sei pronto, amore?
– Si sono pronto. Ho paura di farti male.
– No, non mi farai male. Spingi Gaetano, spingi senza aver paura. Ecco che comincia a scivolare dentro, continua, ecco, sta entrando tutto, sento che è dentro.
Cristina aveva gli occhi socchiusi, si manteneva con le mani a terra. Gaetano la teneva per i fianchi. Gli altri uomini intanto stavano sborrando tutti, i volti delle ragazze erano pieni del loro sperma. Gaetano aveva capito che la festa era quasi finita. Toccava solo a lui sborrare su Cristina, oppure dentro Cristina.
– Non ti fermare, amore mio. Continua a spingere, mettici più forza, ma cerca di non godere subito, voglio tenerti dentro il più a lungo possibile, che bei colpi mi dai. Per essere la prima volta che scopi il culetto di una ragazza, te la cavi benissimo.
Gaetano menava colpi all’impazzata, sodomizzava la moglie di Andrea ad un ritmo così disordinato e bestiale. Era eccitante sentire il rumore che faceva il suo ventre ogni volta che colpiva le natiche di Cristina.
– Sto sborrando. Ti sto sborrando nel culo, mamma come ce l’hai stretto! Mi stringi il cazzo come in una morsa!
Con un ultimo grido di piacere raggiunse l’orgasmo e riversò fiotti di sperma nel culo di Cristina.
Gaetano si sfilò da dietro, aveva il cazzo ancora duro, ma ansimava per il piacere appena raggiunto.
– Sei stato un buon alunno, Gaetano – la sborra calda le scendeva giù per le cosce. – Ma devi ritornare a casa nostra per un ripasso.
Si abbracciarono, e si accarezzarono le braccia, baciandosi. Le loro lingue si cecavano, mentre gli altri uomini e le altre donne si rivestivano per andare via. La festa era finita. Andrea si avvicinò ai due, anche lui era quasi rivestito, aveva solo i pantaloni di jeans, ma a busto nudo.
– Sembrate due teneri amanti – disse ai due.
Cristina gli sorrise, mentre Gaetano un pò imbarazzato la lasciò, ma continuandola a guardare. Andarono a vestirsi anche loro, tutto era finito. Ritornarono a casa, ma prima però, si concessero un ultimo tenero bacio sulle labbra.
– Ti amo Cristina.
– Anche io ti amo Gaetano, ma non posso amarti alla stessa maniera di Andrea.
Cristina entrò in macchina, e Andrea che era al posto di guida partì. Gaetano rimase a pensare qualche altro attimo. Si era follemente innamorato della moglie del suo amico d’infanzia.

Andrea e Cristina, qualche giorno dopo, decisero di andare al mare. Telefonarono a Gaetano, e gli proposero di andare con loro. Ovviamente, all’idea di rivedere Cristina, Gaetano non si lasciò pregare. Con la macchina, andarono verso casa sua, per poi dirigersi n spiaggia. Si salutarono, Cristina abbracciò Gaetano, come una donna che ritrova il suo amante dopo anni. Lei era bellissima più del solito, con dei pantaloni bianchi e gli orli ficcati negli stivali neri. I pantaloni erano stretti sui glutei, veniva voglia di spremerli con le mani. Portava gli occhiali da sole scuri, erano grandi, e sorrideva. Quel sorriso che aveva fatto innamorare Gaetano. Si misero in cammino verso il mare. La strada era lunga, guidava Andrea. Bisognava in qualche modo rompere quel silenzio dovuto all’imbarazzo che provava Gaetano , nello stare in auto con la ragazza che gli aveva insegnato il sesso anale.
– Ti sei divertito l’altro giorno, in piscina? – gli chiese girandosi verso di lui.
– Sì, c’erano molte belle ragazze – rispose Gaetano.
– Cos’hai Gaetano? – gli chiese Andrea. – Sei molto silenzioso. Ti senti in imbarazzo?
– Beh, un pò sì. Non mi era mai capitato di ricevere tutte queste attenzioni, da una ragazza bella come te, Cristina.
– So io cosa ci vuole per te – gli disse Andrea, accostando l’auto in un area di sosta. – Cristina, ti andrebbe di risollevare il morale di Gaetano, come sai fare tu?
– Ma certo.
Cristina scese dalla macchina, per salire al posto di dietro insieme a Gaetano, che era diventato rosso dall’eccitazione. Quali erano le sue intenzioni? Andrea ripartì e Cristina guardava Gaetano con il suo solito sorriso di complicità. Le sue mani si diressero verso la patta dei suoi pantaloni, gliela abbassò, e con la destra cercò di far venir fuori il suo arnese.
– Sei sicura di quello che fai? Non mi sembra il caso – le disse Gaetano, a cui l’imbarazzo era arrivato alle stelle.
– Se non vuoi smetto – intanto con la mano lo aveva tirato fuori, e cominciò ad accarezzarlo delicatamente, e iniziò a crescere tra le sue dita, in qualche secondo.
– Non è che non voglio, ma…
– Allora rilassati, non stare in tensione – la mano di Cristina procedeva in una lenta masturbazione del pene di Gaetano. – Godi, perchè queste mani sono fatte per gli uomini che hanno bisogno di godere.
– Amore, stai attenta allo sperma di Gaetano. Magari ingoialo, ma non farlo venire sui sedili, come facesti la scorsa volta con il nostro domestico Filippino.
– Ma Andrea, quella volta non mi andava di prenderla in bocca la sua sborra. Non ebbi neanche il coraggio di prendergli in bocca l’arnese, perchè faceva uno strano odore.
Gaetano si era rilassato, aveva chiuso gli occhi e sentiva soltanto la mano di Cristina, che gli menava il cazzo. Sapeva che se avesse aperto gli occhi, nel vederla, tanto bella e eccitante, avrebbe eiaculato in qualche attimo. Invece voleva resistere per altro tempo ancora, perchè era una sensazione stupenda. Cristina masturbava gli uomini con grande eleganza, per i movimenti del polso, per la leggerenza con cui andava sù e giù. Ad un certo punto, Gaetano sentì sulla punta del glande una sensazione di calore, che man mano si espandeva. Come se stesse entrando nel caldo involucro di una passera. Quando aprì gli occhi, vide Cristina chinata sul suo cazzo, con le labbra che avevano circondato tutto il glande, e con la lingua lo teneva morbidamente saldo in bocca. Gaetano le infilò una mano tra i capelli, spingendola ad andare più a fondo con la bocca, ma Cristina non volle.
– No, Gaetano. Io prendo il tuo cazzo in bocca, ti faccio godere, ma tu non devi forzarmi. La forzatura non fa parte dell’amore, nè del sesso.
– Scusami Cristina, non volevo…
– Lascia che sia io a condurre il gioco – continuò a masturbarlo, poi avvicinò di nuovo le labbra al glande.
– Non farla innervosire – gli disse Andrea. – Perchè è una femminista accanita.
Cristina si accorse che stava per sborrare, perchè il glande si era indurito e pulsava, e lo fece uscire dalla bocca, masturbandolo con più intensità. Il primo fiotto di sperma saltò fuori, posandosi sul viso di Cristina, dal naso al labbro superiore. Poi ancora un altro fiotto violento, che finì tra i suoi capelli scuri. Poi gli altri più deboli vennero fuori, e colarono sulla mano che ancora masturbava il pene di Gaetano, ma con dolcezza. Poi con la lingua ripulì il glande, dagli ultimi residui di sperma caldo.
– Ti seenti meglio adesso? – gli chiese.
– Posso chiederti un bacio?
– Ma certo – Cristina avvicinò le sue labbra a quelle di Gaetano, lo baciò, le loro lingue di incontrarono, e lei continuava ad accarezzare il suo pene, ormai a riposo.
– Come siete romantici – disse Andrea, che li guardava dallo specchietto retrovisore.
I due smisero di baciarsi, e alla prima area di sosta, Andrea si fermò. Cristina scese e con un fazzoletto si ripulì la mano e il viso dalla sborra ancora calda. Poi ripartirono, sarebbero arrivati a destinazione tra qualche decina di minuti.
Finalmente arrivarono in spiaggia, c’era un parcheggio con altre auto. Si sentivano le onde del mare. Andrea parcheggiò l’auto, e uscì dalla macchina iniziando a spogliarsi. Poi uscirono anche Cristina e Gaetano, anche loro si spogliarono. Gaetano portava già il costume da bagno, e vide con sommo sbigottimento che Cristina e Andrea si erano spogliati del tutto. Erano completamente nudi, e rimase a guardare Cristina nuda come sempre, splendida.
– Cristina, ma che fai? – chiese Gaetano. – Qualcuno potrebbe vederti.
– Forse non l’hai capito, ma questa è una spiaggia per nudisti – gli rispose, e si avvicinò a lui. Con le mani cercò di tirare giù il costume di Gaetano, ma lui disse che non se la sentiva di toglierlo. – Ma dai, non fare il timido, fammi vedere il tuo bel cazzone.
Finalmente si lasciò convincere, e si lasciò abbassare gli slip. Il suo pene penzolante venne fuori, ma in qualche attimo divenne duro. Non poteva farci niente, perchè vedere Cristina completamente nuda, coperta dei soli acchiali da sole, non poteva non procurargli un erezione.
– Ma insomma, il tuo uccello è insaziabile – gli disse scherzando e accarezzandoglielo.
– Ha sempre voglia di te – continuò Andrea ridendo.
Si incamminarono in spiaggia, nudi. Cristina teneva per mano sia Gaetano che Andrea. In spiaggia c’erano solo anziani, ma tutti uomini, che a quanto pare conoscevano Cristina, infatti la salutarono, erano tutti felici di vederla. E tutti la guardavano, a qualcuno venne il cazzo duro, essendo lei l’unica ragazza in tutta la vasta spiaggia.
– Sei un miracolo – disse un anziano seduto su un telo da spiaggia. – Ogni che volta che vieni qui in spiaggia, me lo fai sempre venire duro – le disse mostrandogli il pene eretto.
– Grazie, siete dolcissimi.
Arrivano in prossimità della riva, e Andrea e Gaetano stendono dei teli, su cui poi si siedono. Cristina invece ha iniziato a camminare con dei passi delicati sulla riva del mare. L’acqua le bagna i piedi. Tutto quel ben di Dio al sole, e tanti anziani che non la perdevano di vista. E non ci volle molto che uno di loro le si avvicinasse. Aveva il pene duro, Cristina le sorrise, e si portò gli occhiali da sole sulla fronte. Era anziano, però aveva un cazzo enorme, pensò Cristina.
– Buongiorno amore – le disse.
– Buongiorno, signor Ottavio. Come sta?
L’uomo anziano le prende la mano e la bacia, come un galant’uomo. Avrà avuto forse una sessantina d’anni. Portava la fede alla mano destra.
– è da parecchio che non ti vedevo – le disse.
Rimasero a parlare in spiaggia per un pò. E Cristina era divertita dalle sue battute spinte, che riceveva dal signor Ottavio. Forse Gaetano era un pò geloso, non tanto Andrea che era il marito, ma Gaetano, che avrebbe voluto averla tutta per se, e invece continuava a stare con quel uomo. Il signor Ottavio con ogni pretesto palpeggiava e schiaffeggiava il culetto di Cristina.
– Guarda che culo – le diceva. – Il mio cazzo muore dalla voglia di conoscerlo meglio.
– Signor Ottavio, non faccia il volgare – Cristina rideva , era divertita da quel suo modo di parlare. – E poi, non ci pensa a sua moglie?
– Mia moglie non me lo fa più venire duro, tu invece sì.
– Le piace la carne fresca, vero? – Cristina si lasciò guardare meglio, girando su se stessa, mettendosi in mostra.
– Quanti cazzi hai preso in questo bel culetto? – le chiese infilandole il dito medio nel buchetto del culo. Cristina con un sussulto si fece in avanti.
– Lei è proprio un maiale, Ottavio – gli disse con un bel sorriso.
– E tu sei proprio una bella scrofa. Ho prenotato una cabina, ti andrebbe di farmi compagnia?
– Mi ha preso per una puttana? – fece finta di essere stizzita.
– Dai, ti chiedo solo di fare una cortesia ad un povero vecchio.
La prese per mano e la portò verso una lunga fila di cabine di legno. Il signor Ottavio aprì la porta, e fece entrare prima lei, mettendole una mano sul culetto. Gaetano vide tutta la scena, invece per Andrea sembrava tutto regolare. A lui non sembrava dare fastidio.
– Ma hai visto? – chiese ad Andrea.
– Sì, Cristina è una ragazza molto buona. La dà a tutti.
Gaetano aveva voglia di andare a vedere cosa stesse succedendo in quella cabina e si allontanò, con il pretesto che doveva andare al bagno. Andrea sapeva benissimo che sarebbe andato a spiare Cristina, ma non disse nulla. Gaetano andò verso la cabina di legno, e cercò un buco, o comuque una crepa, dove potesse guardare all’interno. In effetti, un buco c’era, ed era anche abbastanza grande. Così potette vedere ogni cosa.
– Cosa vuole farmi? – chiese Cristina appoggiata con le mani ad un tavolino di legno. Il signor Ottavio intanto si masturbava, mentre la guardava attentamente. Dentro la cabina era tutto molto semplice, non c’era altro che un tavolo, su cui Cristina stava poggiata con le mani e coi glutei. Aveva ancora gli occhiali da sole sulla fronte.
– Ti faccio assaggiare il mio cazzo. Ma voglio il tuo culo.
Con la mano libera, il signor Ottavio le accarezzò l’inguine peloso, e ne approfittò per raggiungere il clitoride e toccarlo. Cristina fece finta di fare la schizzinosa, allontanando la sua mano.
– Che fai la scontrosa? Su, girati che voglio il tuo culo.
La prese per i fianchi e la spinse con il busto sul tavolino di legno. Con le tette premute contro il tavolino e il culo all’aria. Gaetano, intanto, da fuori aveva cominciato a masturbarsi. Il signor Ottavio, tenedo Cristina per i fianchi, cercò con la punta del cazzo di entrarle nel buchetto del culo. Entrò senza troppe storie.
– Sentito? Entra come un coltello nel burro.
– Faccia piano signor Ottavio, non sia violento.
– Zitta, e lasciati scopare.
Il signor Ottavio spingeva il bacino in dentro, e il cazzo le entrava nel buchetto del culo fino ai coglioni. Ma Cristina non riusciva a trattenere urla di dolore. Il cazzo dentro sembrava una trave.
– Così mi sta facendo male.
– Adesso troviamo una soluzione per questo tuo bel culetto – fece venire fuori il cazzo, e schiaffeggiò ripetutamente le natiche di Cristina. Fino a farle diventare rosse.
Raccolse un tubetto di vasellina che aveva conservato in un angolo della cabina, lo aprì e ne spalmò in gran quantità sul culetto di Cristina, spalmandolo con le mani. Con un dito fece scorrere una goccia di vasellina anche nel buchetto, infilandoci dentro il dito medio. Cristina socchiuse gli occhi e sorrise.
– Adesso sì che mi piace, signor Ottavio.
– Aspetta di sentire il cazzo.
– Perchè quello non era il cazzo?
– No, era il dito. Questo è il cazzo – mise della vasellina anche sulla cappella e lungo tutta l’asta e la penetra tutta d’un colpo, fino a toccarle il culo con le palle.
– Oh sì, così mi fa impazzire, Ottavio.
– Adesso voglio scoparti avanti – le disse.
Le prese una mano e la fece girare. Cristina si mise a sedere sul tavolo, e distese la schiena. Si infilò un dito in bocca e guardava Ottavio, che con la punta del cazzo accarezzava il suo clitoride. Poi le prese le cosce, e le alzò, portandosele sulle spalle. La passera non aspettava altro di essere penetrata, e Ottavio subito l’accontentò. La penetrò, e cominciò a spingere avanti e indietro, ma molto velocemente. Quasi come se volesse dimostrarle che nonostante la vecchiaia era ancora in grado di scoparla come nessun altro. Cristina aveva ancora il dito in bocca, e uno strano sorriso di complicità. Teneva la bocca aperta, e il dito tra i denti superiori e quelli inferiori. E guardava allo stesso tempo il signor Ottavio, che ansimava rumorosamente, come se cercasse di trattenere l’eiaculazione.
– Oh sì, signor Ottavio. Mi scopi come una puttana. Spinga più forte – urlava Cristina. – Spinga. Oddio, signor Ottavio. Che scopata, che scopata pazzesca. Sento il suo cazzo fino in gola.
Intanto Gaetano era venuto, aveva sborrato per la seconda volta quel mattino. Ma poi venne il turno anche di Ottavio.
– Sborro! – urlò, le uscì dalla passera e le venne sull’inguine. La sborra andò a posarsi tra i suoi peli, poi sgocciolò, fino ad andare a toccare le labbra ancora calde, dopo essere state scopate con foga.
– Oh sì, signor Ottavio. Questo è scopare! Voi anziani nè sapete una più del diavolo. Venga, mi abbracci.
Cristina allungò le braccia verso di lui, invitandolo ad abbracciarla. Lui si calò su di lei, il cazzo sul suo inguine, e si lasciò abbracciare. E stettero in quella posizione per qualche manciata di minuti, ad accarezzarsi la pelle, come due amanti. Gaetano invece andò via, ritornò a sedersi sul suo telo. Di fianco ad Andrea. La cabina di legno di aprì, uscì Cristina, che si diresse verso l’acqua, sculettando, per lasciarsi ammirare da tutti gli altri uomini. Entrò in acqua. Il signor Ottavio, con passo lento raggiunse Andrea e Gaetano. Si mise a sedere di fianco a loro, per scambiare qualche parola. Aveva ancora il glande macchiato del suo sperma.
– è una ragazza d’oro, quella lì – disse. – Dovreste essere fieri di lei. Sa fare felice un uomo con poco.
La guardarono mentre nuotava.
– E chiamalo poco – continuò Ottavio, ridendo di gusto.
Ma nè Andrea nè Gaetano risero. Più che altro restarono a guardare Cristina, mentre usciva dall’acqua, con il corpo bagnato, di acqua salata che le faceva luccicare la pelle. E qualcuno di quei vecchi, lì in spiaggia, aveva cominciato a masturbarsi, perchè quella era una scena da eiaculazione.
Dopo un’oretta, tornarono alla macchina. Dopo aver salutato tutti gli uomini con un cenno della mano, Cristina si rimise gli occhiali da sole sugli occhi e andò a vestirsi, per ritornare di nuovo a casa. Gaetano come sempre era sconvolto, anche quel giorno aveva visto cose che veramente non avrebbe pensato di vedere mai. E capì maggiormente di essersi innamorato di Cristina.

P.S.: Chi volesse scrivermi, può farlo a:
nynfetta@tiscali.it

Stavo appena ritornando a casa, da una giornata infernale all’università, nelle orecchie portavo gli auricolari e la musica a palla, per non sentire il trambusto delle auto. Indossavo una gonna nera e una camicia bianca, con le maniche accorciate fino ai gomiti, e un pò aperta, perchè c’era caldo. Mentre ero assorta nei miei pensieri andai a sbattere contro un’altra persona. Una ragazza che usciva da un bar, occhiali da sole in viso, bei capelli scuri, e vestita con pantaloni neri attillati, con gli orli ficcati negli stivali, e una camicia bianca anche lei, a righe nere in verticale. Ma la conoscevo! Certo che la conoscevo! Era Cristina. Abbiamo fatto le stesse scuole superiori, soltanto che quando io stavo al primo anno lei stava al quinto. Legammo una breve ma forte amicizia dovuta agli interessi comuni per la musica. Poi lei prese il diploma e non la vidi più. Ma rincontrarla quel giorno… lei mi guardava e io guardavo lei con lo stesso stupore stampato sul viso. Che strana coincidenza! Era bellissima come sempre. Al liceo tutti l’adoravano, e lei si concedeva un pò a tutti. Ogni giorno aveva un amante nuovo, e io invece, ne ho avuto uno in cinque anni di scuola. E per giunta era pure orribile. Invece lei aveva il meglio per vari motivi, perchè si diceva che sapeva scopare in maniera divina, e sapeva fare i pompini come poche.
– Daniela! – esclamò lei accarezzandomi il viso. – La mia piccola Daniela!
– Cristina! Ti ho riconosciuta subito, sempre bella da impazzire!
– Grazie amore, sei dolcissima – mi abbracciò, un abbraccio forte.
Subito pensai di volerle molto bene, anche se non la vedevo da cinque anni. Mi propose subito di rientrare nel bar, per prendere un caffè. Accettai, tanto la mia giornata universitaria era finita ormai. Cos’avevo da fare? Solo ritornare a casa. Ci sedemmo ad un tavolo, in quel bar poco affollato. Ordinammo due caffè, e ci fu qualche attimo di disorientamento, non parlammo. Cristina mi guardava, mi sorrideva, era felice di rivedermi questo era chiaro. Anche se il bar era vuoto, quando entrava qualche uomo e si accorgeva di Cristina, subito gli si avvicinava, per chiederle un’autografo. In cinque minuti ne firmò due.
– Perchè firmi autografi? Sei diventata una rockstar?
– No amore, sono una pornodiva adesso.
– Una pornodiva?! – domandai spalancando gli occhi.
– Ti sembra una cosa malvagia? Dai, non lo è.
– Beh, d’altronde considerata la tua fama di buona scopatrice, scusa se te lo dico, ma era anche logico.
Cristina sorrise a quella mia battuta. Finalmente arrivarono i due caffè. Li bevemmo tutti d’un sorso.
– Cambi ancora fidanzato una volta al giorno? – le chiesi.
– No, ormai ho trovato l’amore. Quello vero. Mi sono sposata. Si chiama Andrea. E tu? Cosa fai? Sei all’università?
– Sì. Studio medicina. E sono fidanzata da due anni.
Non so perchè, forse per quel suo bel sorriso, per quei suoi dolci occhi da amica, ma cominciai a parlarle senza mai fermarmi, dicendole cose che non avrei detto neanche ad una eventuale sorella (che non ho). Le raccontai del mio fidanzato, addirittura di quante volte facevamo l’amore al mese (tre), gli raccontai che faceva il militare a Como, e che quindi lo vedevo sporadicamente. E che quindi, per il resto del tempo che lui non c’era, io lo passavo a casa a studiare. Insomma, le raccontai ogni minimo dettaglio della mia vita. Poi quando mi fermai, perchè non sapevo più cosa dire, lei mi guardò ancor più intensamente, proprio come una sorella.
– Daniela, non devi limitarti. Esci quando il tuo fidanzato è fuori. Divertiti, adesso che sei ancora giovane. Sennò tra trent’anni penserai soltanto in negativo al tempo trascorso. Domani c’è una festa a casa di amici, una villa faraonica. E voglio che tu venga con me e Andrea. Ce l’hai la macchina?
– Sì.
– Allora domani alle tre del pomeriggio passa da casa mia – mi passò un biglietto da visita, con il suo numero di telefono e l’indirizzo di casa. – Così conosci anche mio marito. Vedrai, è una persona molto calorosa.
– Ma io… – cercai di trovare qualche scusa.
– Ah Ah, niente ma… – mi disse alzandosi dalla sedia. – Adesso però devo andare. Stiamo girando un nuovo film, si chiama “l’arnese duro e nero”. Oggi girerò una scena in cui devo farmi scopare da due attori neri, che ce l’hanno talmente grosso da spaventarmi.
– Buonafortuna – le dissi ironicamente.
Cristina uscì dal bar mandandomi un bacio. Il giorno dopo mi preparai, e raggiunsi con l’auto casa di Cristina, che stava in una stradina piena di villette. E la più bella era la sua. Alta e con l’architettura classicheggiante. Bussai al citofono, mi fu aperto il cancello, entrai. Mi aprì la porta il marito di Cristina, coperto solo da un asciugamano che gli copriva lì. Probabilmente aveva fatto appena la doccia. Era bello, questo devo dirlo. Ma non come gli altri ragazzi che aveva avuto in passato. Questo era affascinante.
– Tu devi essere Daniela.
– Sì.
– Io sono Andrea. Cristina mi ha parlato di te. Scusa se sto in queste condizioni, ma sai, è abitudine.
– è abitudine girare col gingillo di fuori?
– Hai un’ottima ironia – sorrise e chiuse la porta alle mie spalle. – Sì, comunque sì. Se non ci sono ospiti.
Entrammo nel salone, dove stava Cristina, vestita come una vera battona, questo devo dirlo. Portava un vestito nero, molto corto, con la schiena completamente nuda, e uno scollo talmente lungo, che arrivava quasi fino all’ombelico. E poi portava i tacchi a spillo, ed era truccata come una dea di hollywood. Era perfetta. In quel momento stava cercando di infilare gli orecchini, era di fronte allo specchio, e mi notò.
– Eh no, non ci siamo Daniela. Ma dove credi di andare con quei vestiti? Spogliati.
– Qui? – chiesi con un filo di voce. Ero imbarazzata, perchè c’era anche il marito.
– Ti vergogni di Andrea? Ma dai, non devi. D’altronde è mio marito. Mica ti salta addosso?
– Eh no – continuò Andrea. – A me basta la mia porcellina.
Andrea si tolse l’asciugamano da intorno alla vita e si mise dietro a Cristina, con il pene eretto puntato contro il suo culo. E le baciava il collo, e con le mani le accarezzava le tette, le entrava nel vestito e cercava i suoi capezzoli.
– Amore, mica vorrai scoparmi adesso, prima di arrivare alla festa? E tu Daniela, vuoi spogliarti o no?
Ovviamente non era un rimprovero nei miei confronti, era in tono amichevole. Decisi, data la sua insistenza, che non mi restava altro che togliermi la mia camicia e la mia gonna lunga fino alle ginocchia. Non so cosa avessero i miei vestiti che non andavano. Adesso ero nuda, coperta solo del mio tanga rosso, che davanti era trasparente, quindi si vedevano i peli della mia passera. Andrea si mise a sedere sul divano e spalancò le gambe. Non potevo fare a meno di guardare il suo impressionante cazzo. Ma non volevo indispettire Cristina, quindi cercavo di nascondere la mia curiosità. Cristina, prese da un’armadio che stava nello stesso salone, a fianco al pianoforte, un vestito. Sembrava un vestito nero. Oddio, era in lattice! Mi aiutò ad infilarmelo. Era a maniche corte, e con uno scollo molto lungo, ma non come quello di Cristina. E poi era corto, oltre ad essere in lattice. Era corto, e non riusciva neanche a coprirmi i lineamenti del culetto.
– No dai, Cristina. Mi vergogno.
– Ma su, che sei bellissima. Non è vero, Andrea?
– Me lo domandi? Quasi quasi mi sparo una sega – rispose prendendosi l’arnese in mano.
– Non farci caso, Andrea scherza – continuò Cristina.
Poi andò a prendere da un bauletto un collier di pietre, era suo. Erano pietre bellissime, me lo legò intorno al collo, e poi mi portò di fronte allo specchio. Oddio, non potevo uscire in quello stato! Sembravo una troia a tutti gli effetti.
– Non protestare. Stai benissimo – mi disse Cristina. – E poi alla festa, forse non ne avrai neanche bisogno.
Cosa voleva dire? Comunque era tardi, Andrea infilò in fretta e furia pantaloni e una maglia bianca, e partimmo, con la loro macchina. Raggiungemmo la villa in dieci minuti. Stava ad un isolato di distanza. La villa era bellissima, veramente faraonica. Cristina suonò al citofono e ci aprirono. Entrammo direttamente in giardino, un giardino vastissimo, con una piscina spaziosa, e… una quarantina di persone nude, tra uomini e donne. Che potevano avere una trentina d’anni. La più giovane ero io. Mi sentivo in soggezione. Alcuni stavano scopando, proprio sotto gli occhi di tutti. Alcune ragazze stavano spompinando degli uomini. C’era una ragazza dai densi capelli ricci addirittura che stava inginocchiata, davanti ad una fila indiana di uomini, e a turno prendeva il cazzo di tutti in bocca. Cos’era quella festa? Un’orgia gigante? Mi accorsi che Andrea era già nudo, e stava corteggiando una biondina, messa ai bordi della piscina. La biondina non perse tempo, e prese in mano il suo arnese, cominciando a menarlo lentamente.
– Ti piace? – mi chiese Cristina.
– Non avevo mai visto una cosa del genere.
– Beh, dovevi vederla, no? – lentamente Cristina mi tolse il tanga, facendolo cadere ai miei piedi. Io non mi opposi, ero talmente presa da quella scena, che ero bloccata.
Poi mi sfilò il tanga e sventolandolo all’aria, Cristina gridò:
– Ehi ragazzi, c’è carne fresca! Vi presento la mia amica Daniela.
Tutti gli uomini fecero un coro da stadio. Cristina lasciò cadere il mio tanga a terra, e andò verso la piscina. Andò verso un uomo che stava steso, di fianco ad altri uomini, su cui cavalcavano splendide donne. Cristina salì su quell’uomo libero, e mi accorsi che non portava le mutande. E in un attimo fece sparire il cazzo di quell’uomo nella sua passera. Stetti lì ferma per un quarto d’ora a guardare Cristina che scopava con quell’uomo, poi decisi di raggiungerla. Insieme a lei, altre nove splendide donne cavalcavano altri nove uomini, distesi ai bordi della piscina. Andrea, il marito di Cristina, invece, stava seduto su una sedia, e mi guardava, con le gambe larghe, e si toccava il cazzo facendolo rimanere dritto. Lo guardavo mentre si masturbava, capii che desiderava me tra tutte le altre. Iniziò a menarsi il cazzo, mentre mi guardava. Come se volesse farmi vedere bene la cappella, era bella gonfia.
Poi si distese, come gli altri uomini. Ma sempre guardandomi. Mi invitò a salirgli sopra.
– Non mi sembra il caso, sei pur sempre il marito di Cristina.
– Ti sembra che Cristina si stia facendo qualche problema?
Effettivamente Cristina stava godendo come una troia, gridava, ansimava, si dimenava sul corpo di quell’uomo. Allora decisi di salire su Andrea.
– Fammi vedere com’è la tua fica – mi disse.
Prima di abbassarmi su di lui allargai le labbra della passera, e gli mostrai bene la mia chica, la allargai con le dita, lui portò le mani sulle mie cosce, poi mi abbassai sul suo viso, e tenendo le labbra aperte con le dita gliela misi sulle labbra. Iniziò a leccarmi con la punta della lingua, socchiusi gli occhi, Oddio quanto godevo! Scorreva piano, me la bagnò con la saliva.
– Dai, con quella lingua! – gli dissi, ma non riuscivo a capire da quale coscienza arrivassero quelle parole.
– Rilassati – mi rispose.
Con le mani mi accarezzò il culetto, me lo teneva aperto. Sentii la sua lingua appoggiarsi sul clitoride. Ansimai, come tutte le altre donne che stavano sulla mia destra, compresa Cristina, che intanto aveva cambiato uomo, ne stava cavalcando uno nuovo. Andrea affondò dentro di me con la lingua, muoveva a tratti rapidi la lingua. Sentii infilarsi un dito nel buchetto del mio culo. Andrea lo muoveva allargando le pareti, mentre con la lingua leccava rapidamente il mio clitoride.
– Mi fai impazzire, Andrea – urlai. – Oh sì, come godo! Adesso però voglio il tuo arnese dentro. Voglio essere sfondata dal tuo bel cazzone.
– Ehi Daniela, non ci prendere gusto, mi raccomando – mi disse Cristina sorridendo e scopando.
Intanto dietro di lei era arrivato un secondo uomo, che posizionò il glande contro il buco del culo di Cristina, che adesso si trovava a fare i conti con due penetrazione. Ma lei era una professionista, non le faceva ne caldo ne freddo.
– Togliti il vestito – mi disse Andrea. – Voglio vedere le tette, mentre ti scopo.
Me ne liberai in qualche attimo, lasciandolo cadere a terra, restando vestita solo dei tacchi a spillo e del collier di pietre. E salii subito sul cazzo del marito di Cristina. Ne avevo infinita voglia. Lo afferrai con la mano, tenendolo ben dritto, e lui con le dita mi teneva aperte le labbra della passera. Oddio, ecco! Il suo cazzo iniziava ad affondarmi dentro. Oh sì! Che meraviglia. Sentii prima il glande, rosso e caldo, che saliva dentro di me, lento. Socchiusi di nuovo gli occhi e mi lamentai, un lamento di piacere. Oddio, non finiva mai! Come faceva Cristina a farci l’amore? Guardai in basso, vidi sparire prima il glande, poi tutto il resto fino a metà, in principio. Richiusi gli occhi, e continuai ad ansimare. Afferrò il culo da dietro e mi allargò le natiche. Le sue spinte da sotto cominciavano a diventare forti. Forse perchè godeva nel vedere sobbalzare le mie tettine. Con i piedi ben puntati per terra mi alzai di poco e cacciai il cazzo dalla mia piccola. Poi riscesi, facendo salire quell’attrezzo tutto dentro, fino ai coglioni. Non trattenni un mugolio di intenso piacere e ardore. Mi entrò tutto, fino alle palle. Andrea tenendomi le mani sul culetto mi aiutava a salire e scendere.
– Cristina è unica – dissi ad Andrea, ma con voce affannata. – Scopa come una dea del sesso.
Infatti non si fermava mai, sotto i colpi incessanti dell’uomo che le stava sotto. Lo scopava con foga, anche se lui sembrava distrutto. Che colpi! E poi c’era sempre l’altro uomo che la penetrava da dietro. Ad un certo punto sentii anche io un glande che si poggiava sul buchetto del mio culo.
– Oddio no! – esclamai.
L’uomo che mi stava per penetrare con una mano mi spinse il busto in giù.
– Non farmi male! Ho il culetto quasi vergine.
Mi abbassai col busto verso Andrea, il culo all’aria, ben in vista. I miei capezzoli contro il suo petto. Qualcuno dei due, non so bene chi, mi teneva allargate le natiche. L’uomo dietro di me puntò il suo glande contro il mio buchetto, me lo accarezzava, ma senza penetrarmi. Girai il volto verso di lui, abbastanza per vedere che si trattava di un negretto alto uno e novanta, con un arnese spaventoso. Mi terrorizzai.
– Andrea, ho paura – gli dissi in un’orecchio. Lui cercò di rassicurarmi.
– Rilassati… – mi accarezzò il viso con una mano. – Lo sai che hai un viso dolcissimo?
– Ho troppa paura di essere inculata, amore – Andrea per tranquillizzarmi infilò la lingua nella mia bocca.
Lo baciai, la mia lingua contro la sua. Mi piaceva. Era un uomo sensazionale. Beata Cristina, che ci stava guardando, e sorrideva. Intanto si era distaccata dai due uomini che la stavano penetrando, adesso era in piedi, e si accarezzava la passera, senza mai smettere di guardarci. L’uomo che era dietro di me iniziò a spingere il glande dentro il mio buchetto. In un attimo entrò, la sentivo, grossa e calda. Sentivo la parete che divide le due entrate, avevo l’impressione che non esistesse più. Sentivo un unico gigante cazzo dentro di me. Lanciai un urlo di dolore, mi fece male, lui diede un colpo netto. Però mi stava entrando in maniera delicata. Ero tra loro due, come una bambola del sesso. Sentivo entrare dentro di me la sua pelle nera. Iniziarono a spingere alternandosi. Ansimavo a voce altissima, un pò per il dolore del culetto e un pò per il piacere che mi stava regalando Andrea.
– Ho bisogno di affetto, dimmi che mi ami – dissi ad Andrea.
Intanto mi scopavano entrambi, ma lentamente, non sentivo più dolore. Come due fidanzati.
– Ho bisogno di affetto, dimmi che mi ami. Ti prego. Dimmi che mi stai scopando perchè mi ami.
– Sono io che ti amo, piccola – mi disse Cristina, che si abbassò su di noi, tra il mio viso e quello di Andrea. Poggiò la sua passera sulle labbra di Andrea, e il buco del culo rivolto verso il mio viso.
Vedevo il suo buchetto profumato proprio davanti al mio naso. Pensai che era quello un invito a leccarglielo. Che strana posizione, pensai. Due ragazzi mi stavano scopando, e avevo il culo di una splendida ragazza rivolto sul viso. Cominciai a leccarglielo, il suo buchetto. Era davvero profumato. Andrea, nel mentre, gli leccava la passera. La mia lingua si infilava nel suo buco, mentre i cazzi dei due uomini scorrevano dentro di me. I colpi erano diventati forti.
– Oh sì, piccola mia. Dai, leccami il culo. Hai una lingua fantastica – mi disse Cristina. – Ti piace il mio odore?
– Oh sì, sei fantastica Cristina – dissi con voce ansimante. – Io l’ho sempre detto che sei fantastica.
– Grazie tesoro.
Notai che intorno a noi si scopava alla grande. In svariate posizioni diverse. Ma nessuno stava scopando con tutta questa passione. E con la lingua continuai ad accarezzare e penetrare il culetto di Cristina. Era l’ultima cosa che mi aspettavo di fare nella mia vita. Non l’avrei mai immaginato. Ma era fantastico. Un terzo uomo si aggiunse alla nostra piccola orgia, si parò dinanzi al viso di Cristina col suo cazzo eretto da far spavento. Glielo puntò sulla bocca, e lei lo accolse tra le labbra. Per conto mio, non riuscivo più a staccarmi dal buchetto di Cristina, mi piaceva da impazzire. Poi ad un certo punto, il nero che mi stava facendo il culo sfilò il cazzo dal mio buco. Andrea invece continuava a spingere. Spingevo anche io, ma con disimpegno, perchè ero troppo attenta a dare il massimo piacere a Cristina. Il nero prese il cazzo in mano e iniziò a sborrarmi sul culetto. Il primo fiotto di sperma era densissimo, caldo, e scese sulla mia schiena, lentamente. Gli altri schizzi, invece rimasero sul sedere. Poi venne il turno di Andrea, sentii il suo cazzo pulsare nella mia chica, e non sapevo se lasciarmi venire dentro, oppure sfilargli il cazzo. Scelsi di alzarmi, mi misi in piedi. Andrea saltò in piedi, e tenendomi il viso con una mano mi puntò il suo arnese in faccia, e masturbandosi mi schizzò sul viso con i suoi fiotti di sborra. Tre getti, ma densi, e abbondanti, che mi coprirono le labbra e il naso.
– Oh sì, vengo! Oh sì. Oh siiiii!
Anche l’uomo che Cristina stava spompinando venne, e il suo sperma saltò sui suoi capelli scuri. Qualcuno finì nel suo lungo scollo, tra le sue tette. I due uomini rimasero in piedi, a guardarci, con gli arnesi in giù. Io mi misi a sedere per terra, con le cosce spalancate, e la passera arrossata. Ero esausta, non riuscivo neanche a mettere due parole insieme. Cristina si mise a sedere con me, mi abbracciò, da dietro, mi accarezzava, mi baciava. Mi portò via lo sperma del marito con la lingua. Penso che l’abbia ingoiato. Quindi la sua lingua percorse il mio viso, le mie labbra e il mio naso, portandomi via ogni traccia di sperma.
– Ti sei divertita, piccola? – mi chiese.
– è stato massacrante – risposi.
– Sei un’amore di ragazza – mi disse, accarezzandomi il seno. – Nessuno mi ha mai leccata il buchetto del culo come hai fatto tu. Mi hai fatta impazzire.
Avevo ancora il respiro affannato. E Cristina ancora mi teneva abbracciata, da dietro. Eravamo sudate da far schifo, e il nostro sudore si mischiava, si confondeva. Sentivo la sua pelle scivolosa contro la mia. Mi baciava, dove poteva. Eravamo accaldate, faceva un caldo boia, specialmente dopo quell’orgetta. Intanto anche gli altri uomini cominciarono a sborrare, dentro e fuori dalle loro rispettive ragazze di turno. Ci fu un’eiaculazione collettiva da spavento. Cristina guardando quella scena mi sorrise, cercò complicità, come se volesse sapere cosa ne pensavo. Ma non le dissi niente. Dopo qualche minuto, indossai di nuovo il vestitino in lattice, mentre Cristina salutava tutti gli amici, accarezzando ad uno ad uno i loro arnesi, privi di forze. Salutai anche io, ma senza troppe attenzioni, e poi ritornammo a casa di Cristina e Andrea, senza dire una sola parola. In casa mi spogliai e restituii il vestito e il collier a Cristina.
– No, il collier voglio regalartelo – mi disse. – Ti sta d’incanto. E voglio che tu lo metta spesso al collo. E quando scoperai, con quel collier al collo, pensa alla tua Cristina.
– Non so cosa dirti…
– Non devi dire niente. Prendilo e basta.
Indossai di nuovo i miei vestiti, salutai Cristina con un abbraccio, e Andrea con un bacio fugace sulle labbra, e andai verso la mia macchina. A casa mi stesi sul letto per un’ora senza muovere un muscolo. Non riuscivo a pensare ad altro. Sulle labbra avevo ancora il sapore del buco del culo di Cristina. E chissà perchè, me ne venne una voglia pazzesca. Ah, Cristina… un’amica a cui voglio un mare di bene. Come si fa a non amarla?

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Non sentivo Cristina ormai da un mese da quell’avventura molto particolare in piscina. Quella festa mi aveva semplicemente stravolta dentro. Con che coraggio mi ero imbattuta in un’orgia di quelle dimensioni? Quando ci pensavo mi veniva da tremare. In ogni modo fu Cristina a contattarmi di nuovo. Mi telefonò di mattina, era prestissimo. All’incirca le nove, ed io ero sveglia da poco, ero ancora con il pigiama. Neanche il tempo di andare il bagno a fare pipì.
– Pronto – risposi con una voce da morta vivente.
– Scusami tesoro, ti ho svegliata?
Soltanto sentendo la sua voce mi ripassarono molte immagini di quell’orgia in piscina. Mi ritornò in mente l’odore del suo buchetto del culo, che avevo così avidamente leccato. E chi l’avrebbe mai detto che un’amica delle scuole superiori sarebbe diventata per me fonte di così tanta eccitazione.
– Cristina, sei tu? Come mai mi telefoni a quest’ora?
– Ho bisogno di un’aiuto. Vorrei che tu venissi qui da me.
– Che tipo di aiuto?
– Mmh, mi secca spiegartelo al telefono. Comunque si tratta del mio lavoro.
Cristina faceva la pornostar, che genere di aiuto poteva volere da me? Comunque le risposi che sarei andata da lei appena possibile. Prima feci una doccia e indossai dei pantaloncini di jeans stretti e molto corti e una camicia di satin bianca. Al collo misi il collier di pietre che mi aveva regalato lei. Mi piaceva l’idea di farle notare che avevo apprezzato quel suo gesto. E sicuramente a lei avrebbe fatto molto piacere. Però se m’avesse chiesto di recitare una parte con lei… sì, l’idea mi eccitava, ma che imbarazzo! Non avrei accettato, questo è certo. Se lo poteva scordare. Uscii di casa e salita in auto presi la strada che portava verso casa sua. Che bella villa, accidenti! Da vera star. Suonai al campanello e Andrea, il marito, mi fece entrare.
– Ciao Daniela – ci baciammo sulle guance. – Ehi, quanto sei arrapante con questi pantaloncini.
Mi feci rossa dall’imbarazzo e abbassai lo sguardo per non mostrarlo. Non capitavano spesso apprezzamenti di quel tipo. Andrea era vestito con un paio di jeans e nient’altro. Non aveva neanche le mutande, perchè i pantaloni gli andavano un pò larghi e si vedeva un pò di culo. Quando entrammo nel salone rimasi perplessa e immobile, con un batticuore fortissimo. C’erano dieci uomini completamente nudi messi in cerchio, e al centro c’era lei, Cristina, bellissima, vestita come una donna d’affari, seduta su uno sgabello da bar, con gli occhiali da vista e un blocknotes per gli appunti dove stava annotando chissà cosa. Tutti gli uomini che gli stavano attorno avevano dei cazzi alcuni in erezione e altri invece solo a metà, e parlavano tra loro, scherzando e ridendo come in una camerata. Cristina mi guardò e gli si illuminò il viso con un sorriso così amorevole da commuovermi e allo stesso tempo mi mise a mio agio.
– Amore mio! Ti adoro, sei venuta di corsa ad aiutarmi – poi si rivolse gli uomini. – Signori, questa è Daniela e mi aiuterà a scegliere tra tutti voi.
Mi guardarono tutti tenendosi i cazzi nelle mani, qualcuno guardadomi se lo menò un pò. Caddero tutti in un breve silenzio, poi ritornarono a parlare, ma ebbi l’impressione che adesso si discuteva di me. Ma forse mi sbagliavo.
– Vieni qui tesoro – mi disse Cristina.
Andrea andò a sedersi sul divano guardando attentamente quella scena, con una birra in mano che beveva di tanto in tanto. Mi avvicinai al cerchio di uomini ma senza oltrepassarli, poi Cristina mi prese una mano e mi fece entrare in mezzo. Adesso avevo l’arnese eretto di uno di quegli uomini poggiato contro il culo, mi spostai e un’altro cazzo mi accarezzò una coscia. Insomma, non potevo muovermi che subito avevo uno di quei cazzi duri addosso.
– La situazione è questa – mi disse Cristina, – devo lavorare ad un fotoromanzo porno. Sai di cosa si tratta? Sono come dei fumetti, ma in realtà invece dei disegni sono scatti fotografici.
– Ne ho sentito parlare – l’uomo dietro di me continuava a strofinare il suo attrezzo contro la mia coscia, ma non era ancora completamente eretto.
– Bene. Allora il fotografo mi ha dato la possibilità di scegliermi da sola l’attore che reciterà la parte dell’uomo sposato voglioso di abbordare la ragazza tutta sola in spiaggia, io, ovviamente in tanga. Però non so chi scegliere, sono tutti molto belli. Tu che ne dici?
Cristina toccò con la punta delle dita un paio di quelle nerchie dure, ma poi volle che fossi io a scegliere, ma non avevo la più pallida idea da dove iniziare. Ero soltanto molto imbarazzata, e non riuscivo a fare neanche un ragionamento lucido con tutti quegli uomini che ora guardavano me, con degli occhi così vogliosi. Li guardai tutti, dalla testa ai piedi. Ce n’era uno che mi ispirava tanta tenerezza, perchè doveva essere alle prime armi, era molto timido e con un fisico molto sciupato e aveva un bel cazzo grande, anche se non era in erezione. Ma forse non era il tipo per Cristina. Andai a girarmi e il cazzo di uno dei dieci uomini mi schiaffeggiò il culo.
– Non so che dirti, Cristina. Che ne pensi di lui? – le indicai l’uomo timido che mi aveva copito.
– Mmh, il nostro Federico, l’amico timidone – Cristina segnò qualcosa sul blocknotes. – Lo sapevo che avresti scelto lui. Sei proprio una romanticona. Ma se non vedo la sua erezione non posso giudicare. Perchè non gli dai una mano a farlo diventare duro per me? Ti dispiace?
Speravo che non mi chiedesse una cosa del genere. Esitai un attimo, poi però pensai al fatto che non volevo sembrare scortese a Cristina, allora mi avvicinai a Federico e con uno mano gli accarezzai un braccio, finendo poi sul petto. Sicuramente aveva poca cura del suo corpo. Feci scendere lentamente la mano sul suo cazzo, che già cominciava a dare cenni di vita e ad indurirsi. Gli altri uomini ridevano e un pò prendevano in giro Federico, gli chiedevano come facesse a non averlo già duro soltanto a guardarmi. Uno di loro mi si avvicinò dietro puntandomi il suo arnese contro il culo, poi mi prese per i fianchi e cominciò a spingere facendo scoppiare una risata generale.
– Ehi ehi, portate rispetto alla mia piccola. Sono molto gelosa.
Intanto il cazzo di Federico che stringevo in mano aveva preso forme maestose. Un’altro minuto di smanettate e Federico iniziò a sborrare, e il suo sperma mi colò sulle dita della mano. I suoi colleghi fischiarono, erano molto delusi dal suo scarso risultato di resistenza. E anche Cristina d’altronde.
– Il nostro Federico sarà anche un romantico ma deve fare ancora un pò di esperienza, non credi Daniela?
– Forse sì – risposi mentre Cristina mi puliva le mani sporche di sperma con un fazzoletto.
– Che ne dici di lui? – mi indicò uno dei cinque uomini.
Aveva una nerchia mostruosamente eretta ma era brutto, basso e panciuto, qualche pelo bianco, sicuramente i quaranta li aveva passati. Stonava un pò in mezzo a tutti gli altri. Mi sorrise e mi venne vicino prendendomi le braccia, il suo cazzo si ficcò tra le mie cosce accarezzandomi la passera coperta dai pantaloncini di jeans.
– Encantado, signorita – mi disse con una voce catarrosa.
Oddio, era inguardabile, peloso e grassoccio. Però in compenso aveva un bell’arsenale lì sotto.
– Mmh, non so. Non è proprio un bel figurino, lascia che te lo dica – dissi, e tutti scoppiarono in una sonora risata. – Però chi meglio di lui può fare la parte dell’uomo sposato che abborda in spiaggia una bella ragazza tutta sola come te?
– Lo sapevo che l’avresti detto – Cristina si alzò dal suo sgabello. Mi prese una mano e me la portò sul cazzo di quell’attore spagnolo. Glielo presi, oddio che mazza. – E senti qui che bell’attrezzo. Non sarà un bel figurino come dici tu, ma amore, lasciatelo dire, stai avendo l’onore di toccare il cazzo di uno dei più importanti pornoattori spagnoli.
– Esta signorita è muy caliente – disse l’attore toccandomi il sedere.
Ancora un’altra risata generale, poi Cristina invitò tutti gli altri attori presenti a rivestirsi e ad andare via. Tra baci e palpatine a destra e a sinistra la casa si svuotò e rimanemmo soli, Cristina, il marito Andrea, io e Jeremy, l’attore spagnolo a cui stavo continuando quella sega interminabile.
– Ti sei incantata? – mi chiese Cristina togliendomi la mano dal suo uccello. – Adesso basta sennò me lo consumi. è ora di andare sul set, tesoro. Vieni con noi?
Sapevo che se non avessi accettato Cristina si sarebbe seriamente offesa. E non era quello che volevo. E poi ero molto curiosa di vedere Cristina a lavoro. Il set fotografico si svolgeva su una spiaggia, gli addetti ai lavori già erano sul posto, anche le comparse, che dovevano fare la parte dei bagnanti sullo sfondo di quella tranquilla giornata di mare. Il fotografo e la troupe accolsero Cristina con baci e abbracci, era già tutto pronto. Cristina mi fece conoscere il fotografo, una persona sulla cinquantina, un classico padre di famiglia tutto d’un pezzo. Mi mise subito a mio agio attaccando a parlare.
– Anche tu vorresti fare il lavoro di Cristina? – mi chiese.
– No mai, ho un pò di vergogna. E poi sono fidanzata.
– E che c’entra? La maggior parte delle attrici sono fidanzate.
– Sì, ma il mio fidanzato non accetterebbe mai.
– Ma tu devi imparare a fare quello che vuoi – mi disse mentre sistemava la sua macchina fotografica, – non quello che vuole il tuo fidanzato. Tu non sei proprietà privata sua.
Aveva ragione da vendere. Cristina intanto si era svestita, rimanendo soltanto con un microscopico tanga nero. Doveva fare la parte della ragazza disinibita in vacanza. Si iniziò a lavorare presto. Il fotografo scattò qualche fotografia mentre Cristina camminava sul bagnasciuga, con le tette nude, bellissima come non l’avevo mai vista. Ogni tanto mi lanciava un sorriso, mi voleva bene. Io me ne stavo in disparte con Andrea, suo marito, e guardavamo tutto il lavoro. Il fotografo dava delle indicazioni.
– Benissimo così – diceva, – dai fammi qualche espressione da maiala. Forza.
Le comparse si comportavano in modo molto disinvolto poi apparve sulla scena Jemery, l’attore spagnolo, che impersonava la parte dell’uomo sposato attratto da Cristina. Portava un costume a slip, blu. Iniziò a camminarle di fianco mentre il fotografo scattava.
– Senorita, cosa ci fa tutta sola? Non è premuroso passeggiare da sola in spiaggia con un così bel culetto.
– Un uomo sposato non dovrebbe corteggiare le ragazze sole.
Ovviamente recitavano la parte, per dare espressione alle fotografie. Ma quelle frasi poi sarebbero apparse nel fotoromanzo porno sotto forma di fumetti.
– Secondo me tu hai bisogno di un pochito de calor maschile – con una mano le accarezzò il culo spostandole il tanga nero, così che il fotografo potette fotografare il culetto da sogno di Cristina.
– Può darsi – rispose lei. – Non mi dispiacerebbe. Ma sei abbastanza maiale da soddisfarmi?
– Non te preoccupe, chica. Mira il mio uccello – Jeremy fece venire fuori il suo arnese mostruosamente eretto. Il fotografo fece un primo piano sull’espressione di stupore di Cristina.
La prima scena era terminata. Con tutta la troupe ci trasferimmo in un altro luogo, a cinquecentro metri di distanza. Era uno stagnetto appartato, coperto da delle piante selvatiche che nascevano dall’acqua. Ci fu una buona mezz’ora per spostarsi tutti, tranne le comparse, che per il momento avevano terminato. Furono pagati e andarono a casa. Cristina quella mezz’ora prima di iniziare la scena di sesso la passò con me e Andrea. Era molto nervosa.
– Ragazzi, non so se vi rendete conto, ma è la prima volta che faccio sesso con una star del porno come Jeremy.
– Beh, effettivamente quando lui ha iniziato a fare film porno tu eri appena nata – disse Andrea.
– Ma poi avete visto che arsenale che ha in mezzo a quelle cosce?
Si ritornò a lavorare. Devo dire che assistere a degli scatti di fotografie pornografiche non era come mi aspettavo. Insomma, è un lavoro come un altro. Tanti tecnici che badavano alle luci, gli attori molto professionali, Cristina lavorava meravigliosamente, si faceva scopare da Jeremy con grande naturalezza. Insomma, era interessante vedere una cosa del genere, ma mi aspettavo qualcosa di più eccitante. Mentre Cristina scopava nel laghetto, insieme a Jeremy, suo marito Andrea mi stava sempre a fianco e mi teneva un braccio intorno alla vita. E a me piaceva così, perchè in fin dei conti Andrea mi piaceva moltissimo, anche se doveva rimanere solo un’amicizia; non avevo assolutamente intenzione di rubare l’uomo a Cristina. Quando finirono gli scatti fotografici la troupe fece partire un sonoro applauso. Cristina sorrise e socchiuse gli occhi, portandosi via con le dita lo sperma che aveva sugli occhi. Il suo viso era pieno di sborra, infatti negli ultimi scatti Jeremy puntandogli l’arnese contro la faccia aveva scaricato su di lei tutto lo sperma possibile. E la applaudirono anche perchè come si lasciava sborrare lei in faccia non lo faceva nessun’altra. Applausi da parte della troupe e non. Così si usava alla fine di ogni lavoro. Un’oretta e tutti gli addetti ai lavori ritornarono a casa, e in spiaggia restammo soltanto io, Jeremy, Cristina e Andrea. L’attore spagnolo aveva l’aereo alle otto di sera, ma erano soltanto le cinque. Cristina aveva avuto l’idea di fermarci un altro pò lì, per fare un bagno tutti insieme.
– Ma io non ho il costume – dissi.
– Perchè, secondo te noi abbiamo il costume? – mi chiese Cristina.
Andrea mi aiutò a sbottonare la camicia di Satin, mentre Cristina e Jeremy avevano già fatto una corsa verso l’acqua. La spiaggia era vuota, potevamo fare quello che volevamo. Anche Andrea si spogliò completamente, e il suo cazzo uscì fuori dai suoi pantaloni così duro che mi colpì sul culetto, mentre ero intenta a togliermi anche i pantaloncini di jeans e le mutandine. Ma il collier di pietre che mi aveva regalato Cristina non lo tolsi. Volevo che tutti vedessero come mi donava. Entrammo in acqua anche noi. Tutti nudi giocammo un pò con l’acqua, poi Cristina mi abbracciò teneramente. Mi piaceva il contatto con la sua pelle. Mi accarezzò il culetto mentre alle mie spalle sentii Andrea che iniziò a baciarmi le spalle. Jeremy faceva lo stesso con Cristina. Era una sensazione bellissima; tutti e quattro nudi in acqua ad accarezzarci.
– E allora, cosa mi dici? Ti piace come lavoro?
– Sei bravissima Cristina.
– Sei bellissima con questo collier, tesoro. Adesso ti insegno qualche trucchetto del mestiere. -Cristina andò verso Jeremy e gli accarezzò il petto villoso. – Fai come faccio io con Andrea.
Cristina andò sott’acqua e prese il cazzo di Jeremy in bocca, e gli fece una pompa finchè potette trattenere il fiato.
– Madre de dios! – esclamò Jeremy chiudendo gli occhi.
Cristina risalì lasciando il pompino a metà, e mi guardò con un sorriso di complicità.
– Dai, fallo anche tu.
– Ma Cristina, è tuo marito!
– Ma dai, è un pompino. Mica ti sto chiedendo di scappare con lui alle Bahamas?
Con una mano toccai l’arnese di Andrea che era proprio davanti a me. Decisi di provarci, entrai sott’acqua e glielo presi in bocca. Iniziai a pompare, aprii gli occhi e vidi Cristina che era ritornata all’opera sul cazzo di Jeremy. Andrea aveva iniziato a massacrarmi. Mi teneva la nuca con le mani e mi spingeva il cazzo fino in gola. Praticamente mi stava scopando la bocca. Ritornammo su, non riuscivo a trattenermi molto sotto.
– Brava! – mi disse Cristina abbracciandomi di nuovo.
Mi baciò, la sua lingua contro la mia. Mi piaceva da impazzire, credevo di amarla. Le sue braccia strette intorno a me, e le sue mani che mi accarezzavano le spalle e la nuca. Si avvicinarono, Jeremy dietro Cristina e Andrea dietro me. Andrea iniziò a strofinare il suo cazzo contro il mio culetto, in un minuto ci scoparono lì sul posto, ma noi non ci fermammo mai di baciarci. La bocca di Cristina aveva una dolcezza irresistibile, non riuscivo a farne a meno, e quasi non mi accorgevo che suo marito mi stava scopando il culetto con una certa voracità, tenendomi per i fianchi e assestando dei colpi violenti. Il suo cazzo mi entrava tutto, fino alla fine, e non potevo fare a meno di liberare qualche urlo di dolore, mentre Jeremy si scopava il culetto di Cristina. Ma mentre loro ci scopavano per noi l’importanza era stare insieme, baciarci, accarezzarci, insomma amarci.
– Come va il buchetto, amore? Ti fa male? – mi chiese Cristina amorevolmente, e mi accarezzò i capelli.
– Sì, ma mi piace – Andrea penetrava così forte che riuscivo a parlare con difficoltà. – Ci stanno scopando proprio come due troie.
Cristina mi sorrise poi ritornò a baciarmi. I nostri respiri erano affannati, i nostri baci si alternavano a mugolii di piacere mentre dietro di noi ci stavano scopando con dei colpi molto forti. Fino a quando i nostri due ometti furono sull’orlo di sborrarci dentro. Sentii lo sperma di Andrea invadermi il culo mentre i suoi colpi si facevano sempre più leggeri. Anche Jeremy con un urlo di piacere sborrò nel culetto di Cristina. Ma ormai era tardi, l’aereo di Jeremy non aspettava. Ci rivestimmo e l’accompagnammo all’aeroporto. Poi andammo a casa, dove avevo lasciato la mia macchina. Salutai Andrea baciandolo sulle guance che subito entrò in casa, con Cristina invece mi trattenni un pò sulla porta. Non volevo lasciarla più, e neanche lei. Continuava a sorridermi e a guardarmi con due occhi così amorevoli che non aveva mai visto a nessuno.
– Adesso partirò per gli States – mi disse. – Andrò a lavorare lì. Non ci vedremo per un pò. Mi mancherai moltissimo amore.
– Anche tu mi mancherai Cristina. Se avessi un cazzo ti scoperei ogni attimo della giornata.
– Se tu avessi un cazzo non farei questo mestiere. Me ne starei con te tutto il giorno in camera da letto.
Scoppiammo a ridere. Poi ci abbracciammo, era l’ora di andare via. Non l’avrei vista per molto tempo. Chissà quanto. Ma era anche vero che la sua carriera stava per prendere il decollo, e forse era meglio così. Il guaio è che non l’avrei rivista per moltissimo tempo. Mi sarebbe mancato il suo odore, le sue carezze, il suo amore.

Fine.

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