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Orgia

Cristina e il capo – Sesta parte

By 24 Ottobre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa volta la richiesta del capo sembrava non avesse niente a che vedere con il sesso; chiedeva infatti a Cristina la sua disponibilità a fare da hostess ad un convegno che si sarebbe tenuto in una ditta nell’immediata provincia della città dove lavorava. Cristina aveva già fatto questo lavoro e non le era dispiaciuto tantissimo, poi il capo le disse che avrebbe avuto un posto a sedere e che sarebbe stata in compagnia di Marisa, la segretaria che lei conosceva bene. Cristina accettò, l’unica cosa che chiese, una volta saputo dell’abbigliamento da dover indossare, fu di evitare il tailleur, a lei non piacciono per niente. L’unica cosa che invece ottenne fu che la gonna coprisse il ginocchio, perché voleva coprire le ginocchia un po’ valghe, e di poter indossare gli stivali. Il capo non ebbe niente in contrario e le disse di accordarsi con Marisa, che aveva il compito di acquistare i vestiti. Marisa le disse che non c’erano problemi e che poteva vestirsi come voleva. Aggiunse che era molto contenta di poterla rivedere. Cristina non sapeva se era contenta o meno, era di sicuro imbarazzata, ma il fatto di dover solo lavorare fece passare questa sensazione in secondo piano. Si stupì però del fatto che Marisa le avesse chiesto di che misura e colore volesse le calze, evidentemente fornivano anche quelle. Ma il pensiero fu assorbito dagli impegni lavorativi.

Arrivò il giorno del convegno. Cominciava alle 9.00 e Cristina aveva scelto di indossare un abito suo molto elegante con una gonna lunga al ginocchio e gli stivali marroni. Marisa le fece i complimenti per il vestito e si mostrò molto ammirata e poi le chiese di indossare le calze che le aveva portato, delle calze color carne chiare autoreggenti. Cristina sospettò che forse la donna aveva in progetto di vederla dopo il convegno ma si ripromise di non trovarsi più sola con lei, l’esperienza precedente l’aveva sconvolta al ritorno a casa a tal punto da stare quasi male! Lei non era lesbica, non voleva più ritrovarsi da sola con Marisa, non voleva dare l’idea di essere ciò che non era e non voleva dare questa idea solo a Marisa.

Gli invitati assistettero alla prima parte del convegno e Cristina e Marisa svolgevano tranquillamente il lavoro di hostess senza tensioni e problemi di nessun genere. Durante il coffee break ricevettero i complimenti di molte persone, soprattutto dei loro rispettivi capi che le ringraziarono della loro disponibilità, cortesia e attenzione. Il capo di Marisa prese da parte Cristina e le disse: “Lei è splendida Signora Cristina, complimenti. Dopo avrò modo di ringraziarla e ammirarla con più calore, spero”

Cristina capì che forse non tutto si sarebbe svolto ‘normalmente’ come lei aveva creduto. Infatti quando alle 13.00 terminò il convegno e quasi tutti andarono via, il suo capo le chiese se lei confermava la disponibilità a trattenersi fino alle 16. Cristina confermò tale disponibilità e andò a mangiare in pizzeria con Marisa. Mentre pranzavano Marisa chiese chiaramente a Cristina se avesse un’idea di cosa sarebbe successo dalle 14 alle 16 e alla sua risposta negativa Marisa sorrise e spiegò candidamente che i loro due capi intendevano ‘intrattenere’ gli ospiti in modo divertente e giocoso, come già era capitato altre volte. Cristina sulle prime rifiutò ma Marisa fu molto suadente nello spiegare che lei conosceva tutte le persone coinvolte e che tutto era sempre stato non solo tranquillo ed educato ma anche piacevole. Insomma, ormai Cristina aveva accettato e sarebbe stata una figura molto disdicevole andarsene adesso. Inoltre Marisa le chiese espressamente che ci teneva molto a che ci fosse anche lei, perché si sarebbe sentita più a suo agio. Poi le chiese di accompagnarla in bagno. In bagno si aggiustò le calze poi chiese a Cristina se poteva aiutarla ad aggiustare le sue; Cristina disse che avrebbe fatto da sola e mentre se le rassettava Marisa si sedette sul water e cominciò a toccarsi. “Prima di un incontro impegnativo devo sfogare la tensione. Fallo anche tu, è meglio, credimi”

Cristina assistette alla scena di Marisa che, mano nelle mutande, si masturbava e si appoggiò al lavello chiudendo le cosce. Marisa le chiese di avvicinarsi, non l’avrebbe toccata, la voleva solo un po’ più vicina. Cristina sollevò la gonna ai fianchi e si sedette a cavalcioni di una coscia di Marisa, che le teneva aperte e cominciò a strisciare il sesso sulla coscia velata. Marisa venne prima di lei e mentre Cristina strisciava il sesso coperto dagli slip sulla sua coscia, lei le afferrò un seno tra i denti e cominciò a mordicchiarne il capezzolo, accelerando e acuendo il piacere di Cristina, che venne con dei rantoli soffocati tenendosi con una mano al lavandino alle sue spalle e con l’altra al collo di Marisa. Poi si riassettarono e tornarono in sede.

Nella sala dove si era tenuto il convegno si ritrovarono attorno al tavolo in cinque a prendere il caffè e dei pasticcini; Cristina e Marisa e i loro rispettivi capi e un altro uomo che veniva da Roma. Il capo le aveva parlato di questo uomo che era un importantissimo cliente per entrambe le ditte e che bisognava conquistarselo in ogni modo. “Ad ogni costo” le aveva detto qualche giorno prima. Gli uomini parlavano di un altro uomo che avrebbe dovuto raggiungerli a breve, poi il capo di Cristina prese la parola e disse allo sconosciuto

“Non ho avuto modo di presentarti la nostra cara e bravissima Cristina, ma tu sicuramente l’hai già notata; è talmente carina che non è possibile ti sia sfuggita”

“Infatti l’avevo già notata. Molto piacere Cristina, sono Gianni. E’ incantevole!”

“Grazie Gianni, troppo gentile, il piacere è mio”

“Marisa già la conosci ma ti assicuro, se Marisa non si offende, che Cristina è altrettanto bella e capace” disse il capo.

Cristina ringraziò imbarazzatissima; Marisa intuì l’imbarazzo dell’amica e a modo suo fece ciò che sbloccò la situazione. Andò alle spalle di Gianni e, in piedi dietro di lui, gli mise le mani sulle spalle e disse

“Non mi offendo mica, anzi mi farebbe piacere che Gianni lo capisse da solo che io e Cristina siamo sempre pronte a soddisfare i nostri migliori clienti”

e invitò Cristina con lo sguardo ad avvicinarsi. Sulle prime Cristina rimase ferma a guardare Marisa che si chinava a baciare e leccare il collo e l’orecchio di Gianni mentre gli infilava le mani sotto la giacca e poi gli slacciò la cravatta, gli sbottonò tre bottoni della camicia e gli mise le mani sul petto. Lui si voltò e baciò in bocca Marisa e mentre si baciavano il capo di Cristina le disse sorridendo 

“Cristina, credo sia il momento di dimostrare a Giorgio quanto noi ci teniamo a lui… se lo ritiene opportuno”

Cristina allora si alzò, si portò da Giorgio e Marisa, si inginocchiò di fronte all’uomo e cominciò a sfiorargli il rigonfiamento all’altezza della patta dei calzoni. Dopo pochi secondi lo sbottonò, scoprì il suo sesso e lo prese delicatamente in mano per poi prenderglielo in bocca. Mentre lo spompinava si aspettava che almeno uno degli altri due uomini si alzassero e andassero da lei ma restarono seduti. Lei non poteva vedere cosa facevano e in realtà erano solo seduti a guardare la scena; una scena molto intrigante a dire il vero. Marisa continuava a baciarlo in bocca mentre Cristina lo succhiava e lo leccava; poi anche Marisa si inginocchiò ai lati di Giorgio e per un po’ il cazzo dell’uomo passò da una bocca all’altra tra i gemiti di piacere di lui.

“Allora Giorgio, chi è più brava?” chiese l’ingegnere.

“Nessuna -sospirò Giorgio- sono straordinarie tutte e due”

Mentre era il turno di Marisa lei lo sfilò dalla bocca e lo tenne ritto con la mano sulla base e cominciò a leccarlo per tutta la sua lunghezza, guardando lascivamente Cristina che capì di doverla imitare, quindi entrambe le donne leccavano l’asta turgida salendo e scendendo e più di una volta le due lingue si toccarono. Cristina in quelle occasioni non si tirò indietro ma avrebbe preferito che ciò non accadesse. Furono i due uomini a toglierla dall’imbarazzo; si alzarono e, mentre il capo di Cristina si pose dal lato di Marisa in piedi a farselo succhiare dalla bionda segretaria, l’altro si mise di lato a Cristina che, mentre succhiava un cazzo tirava l’altro con la mano alternando il trattamento. Ad un certo punto Marisa fu messa a 90 gradi in piedi piegata sul tavolo e l’ingegnere cominciò a scoparla e quindi Cristina si sollevò e, sempre tenendo nella mano il cazzo del capo di Marisa, si accomodò sul membro di Giorgio accogliendolo nella sua vagina umida. Mentre si gustava questa cavalcata segava l’altro uomo che ad un certo punto volle farsi succhiare, così che mentre Cristina scopava contemporaneamente succhiava. I gemiti di Marisa acuivano il piacere di tutti, era eccitantissima sentirla mentre prendeva in figa il cazzo dell’ingegnere, si avvertiva tutto il piacere di quella cavalcata molto violenta e i colpi che il pube di lui assestava sulle natiche tonde della donna erano veramente stimolanti. Cristina fu presa da una voglia di essere sbattuta come mai aveva provato fino ad allora e chiese espressamente all’uomo che le strisciava il cazzo sul viso di andare dietro di lei, di leccarle il culo e di prenderla da dietro. Fu prontamente accontentata; lei si sollevò da Giorgio per permettere all’altro uomo di leccarla poi si risedette sul cazzo e accolse con piacere l’uomo nel suo ano morbido e ricettivo. Mentre i suoi lamenti si incrociavano alle urla di Marisa e dell’ingegnere entrò l’uomo che tutti stavano aspettando. Non perse tempo in indugi e pretese subito la bocca di Cristina che, completamente vestita, gonna sollevata ai fianchi, si gustava con evidente piacere la doppietta. Non rifiutò l’uomo nella bocca e sentì dentro di se che ormai era una puttana, una troia che godeva per il gusto di farlo ma che le piaceva sentirsi così e che il piacere era straordinario. Il capo di Cristina nel vedere questa scena si staccò da Marisa e si pose a lato di Cristina che lo prese in mano.

“Cristina, sei una donna incredibile, vero Marisa, te lo aspettavi tu che fosse così porca?”

“Si ingegnere, lo immaginavo”

“Allora ci perdoni se ci dedichiamo un po’ a lei?”

“Se permettete posso aiutarvi”

“Fai pure, poi verrà il tuo turno”

“Voglio ben vedere”

Cristina nel frattempo aveva un cazzo in figa, uno in culo, uno in bocca e uno in mano e si lasciava sbattere dai due uomini che erano nelle sue carni ed era già venuta quando Marisa le sfilò via il vestito e il reggiseno lasciandola in calze e stivali e cominciandole a leccarle i seni. La scena era entusiasmante; Cristina seduta a cavalcioni di un uomo che le era nella figa e intanto un altro le violava il culo e altri due cazzi si alternavano tra mano e bocca e Marisa, che si era sfilata la camicia ed era in gonna e reggiseno, le leccava e mordicchiava i seni. L’uomo che le stava sfondando il culo ad un certo punto cominciò a dare segni evidenti dell’orgasmo vicino e infatti si svuotò nel retto di Cristina che, segando in contemporanea i due uomini che aveva a lato, sollevò la testa quasi urlando dei ‘siiiihhh’ che inequivocabilmente dimostravano il piacere che la stava possedendo in quel momento. La distesero sul tavolo e l’uomo che prima le era in figa la penetrò in piedi nel culo fradicio di sperma, un altro si infilò nella bocca e Marisa e un terzo uomo la leccavano sui seni, sulla pancia, sul collo. Marisa poi si chinò su di lei a leccarle la figa e ogni tanto leccava il cazzo dell’uomo che entrava e usciva dal culo di Cristina. L’uomo che era in bocca a Cristina si mise alle spalle di Marisa e la prese da dietro e quello che prima era venuto prese il posto di lui, ficcando il cazzo mezzo moscio nella bocca di Cristina che non ragionava più, era solo preda del piacere che la sconquassava dentro e fuori, incapace di ragionare se non con i sensi e con il sesso. La stanza era piena dei rantoli e delle esclamazioni di piacere dei 6 partecipanti a quell’orgia pomeridiana. L’uomo che inculava Cristina uscì da lei per farsi succhiare da Marisa che intanto aveva chiesto all’uomo dentro di lei di incularla, cosa che fu prontamente fatta. Il culo di Cristina era aperto e l’uomo che le leccava i seni prese il posto di quello che poco prima le stava dentro e ricominciò a stantuffarle l’ano: ogni tanto lo estraeva e poi lo riaffondava senza pietà nel culo sbattendola con vigore e gridando ‘Prendilo tutto troia’. Anche Marisa parlava a voce alta e diceva in continuazione ‘Scopami, scopami’ quando non aveva in bocca il cazzo che poco prima era nel culo di Cristina o quando non leccava Cristina stessa sul clitoride. Poi ci fu un altro cambiamento; Marisa si mise su Cristina a quattro zampe offrendo il culo a quello che era ancora dentro l’altra donna e lo ricevette subito, intanto baciava in bocca Cristina che ricambiava il bacio senza indugiare, mentre il cazzo che prima era nella sua bocca strisciava sulle facce delle due donne e delle volte si intrufolava tra le loro bocche che avidamente lo leccavano e lo prendevano in bocca con avidità. L’uomo alle spalle di Marisa alternava il cazzo tra i due culi e finalmente venne proprio nel culo di Cristina che ancora era presa da un altro orgasmo. Aprì la bocca mentre riceveva i getti di sperma in culo e l’uomo accanto a lei le ficcò il cazzo in bocca vomitandole dentro tutto il suo seme urlando ‘Bevi troia, beviiii’ Cristina un po’ bevve e un po’ lasciò in bocca il denso seme dell’uomo e Marisa la baciò proprio allora, mescolando la lingua in quell’impasto di saliva e sperma, spostandosi da lei, lasciando che un altro uomo prendesse possesso della figa prima, e del culo poi, di Cristina, alternandosi tra i due buchi fino a che non disse ad alta voce che stava ancora godendo e Cristina tra un rantolo e l’altro disse: ‘Vienimi in culo!’. Fu accontentata. Questo orgasmo fu l’atto finale del pomeriggio, dopo di che tutti si riassettarono alla meglio e tutti si avviarono verso le loro rispettive case, stanchi ma soddisfatti.

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