Skip to main content
Orgia

i ragazzini romeni

By 21 Maggio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti sono Paola, vi ricordate di me? Quante cose ho combinato e quante me ne erano successe? Era da tanto che non mi succedeva niente di anomalo.
Questa cosa mi è successa il 10 aprile quindi è molto recente.
Stavo tornando dalla palestra, ho parcheggiato lo scooter, ho messo la catena e stavo andando verso casa
Talmente ero assorta nei miei pensieri, che mi accorsi tardi che mi era rimasto il casco in mano, ma ero troppo pigra per tornare indietro riaprire il bauletto e posarlo.
Attraversai la strada e iniziai a rasentare il muro del mio palazzo, quando mi si fecero incontro due ragazzini, credo avessero 18, 19 anni; al momento dell’incrocio, invece di proseguire mi si misero davanti, ed entrambi allungarono le braccia e affondarono le loro mani sul mio stomaco spingendomi contro il muro. Poi uno si mise quasi sul ciglio del marciapiede a mo di palo, e l’altro mi premeva una mano sul petto e con l’altra agitava un coltellino svizzero.
‘Allora signora, ce la dai la paghetta, o il tuo bel visino deve subire dei cambiamenti?’ Erano ragazzini rom erano sporchi, brutti,
Io lo guardai con uno sguardo comatoso, senza esprimere nessun stato d’animo, e di scatto feci partire il mio braccio destro dal basso verso l’alto, colpendo quel ragazzo con il casco in piena faccia; fu una botta tremenda, il ragazzo cadde a terra e inizio a mugolare tra dolore e pianto, tenendosi le mani sul viso.
L’altro si girò di scatto e vide la scena.
‘Vuoi una cascata anche tu forse, piccolo delinquente?’
Non accettò la sfida e soccorse il suo compagno ancora agonizzante, lo tirò su e si allontanarono.
Io ancora con l’adrenalina che mi scorreva nelle vene, cercai di abbassare l’affannoso respiro e entrai dentro al portone, e con il passare del tempo mi calmai. Mi sorpresi della mia reazione, ma ne fui contenta.
Non raccontai nulla a casa, e del resto non era successo nulla, ero sana e salva.
Tre sere dopo come al solito tornai dalla palestra e aprii la serranda del garage a metà, entrai scesi dallo scooter, stavolta posai il casco sotto il sedile; poi mi misi a pulire il parabrezza dal fango che avevo incontrato per strada, poiché era stata una giornata piovosa, e se ne era formato parecchio.
Sentii il roboante rumore della serranda che si chiudeva, mi girai di scatto e mi trovai davanti cinque ragazzi, tutti credo sui 18-19 anni, vestiti uguali, sporchi trasandati. Riconobbi subito il ragazzo che avevo colpito giorni prima; non era messo molto bene, infatti aveva tutta la parte sinistra livida e gonfia, con delle escoriazioni sullo zigomo e sull’arcata sopracciliare.
Uno di loro, fece due passi avanti; forse era il loro capo, era il più alto, insomma’.forse era alto come me.
‘Allora bella signora, ti diamo due possibilità: la prima è quella di consegnarci, anzi di farci dono del tuo bel scooter’..ops’.ma vedo che ha una cilindrata di 250′..ohhhh mi spiace ma noi non possiamo guidarlo, che ci facciamo. Vabbè dai ti rimane la seconda possibilità. Non è bello sai picchiare un ragazzino innocente con tanta violenza, quindi ora dovrai essere carina con lui, ma siccome noi siamo una banda, dovrai essere carina con tutti noi!, hai afferrato? Bella signora?’
Avevo capito eccome, questi volevano abusare di me, ero stata brava l’altra sera, ma ora erano in cinque, e anche se fossi riuscita a stenderli tutti o buona parte, che ne sapevo se non fossero ritornati con un numero maggiore?. Forse era meglio sfruttare la possibilità che mi aveva gentilmente offerto il tizio.
Il mio viso divenne arrabbiato e minaccioso, mi staccai dallo scooter e iniziai a spogliarmi.

Alcuni di loro al mio fare, sgranarono gli occhi come se fosse la prima volta che assistevano alla visione di una donna nuda.

Due di loro presero un telone che usavo per coprire lo scooter e lo stesero per terra; io mi spogliai completamente, non volevo che toccassero o strappassero i miei vestiti. Due di loro mi presero per le braccia e mi portarono sul telone e mi fecero sedere e poi sdraiare sopra di esso. Poi iniziarono a spogliarsi nudi anche loro, solo il loro capo aveva un cazzo fuori dalla norma per la loro età, forse raggiungeva i 18cm, ma non era molto cicciotto, forse era per questo che era il loro capo; gli altri avevano dei pistolini medi, di misura consona alla loro età.

Si misero in cerchio con me al centro e si abbassarono e iniziarono a toccarmi dappertutto. Provai un fastidio enorme, dieci mani che ti palpano dappertutto, con la foga di chi mangia la sua prima torta al cioccolato, almeno per tre di loro. Mi premevano i seni, mi mordevano i capezzoli, provocandomi anche dolore, ma non gli volevo dare la soddisfazione di farglielo notare. Mi allargarono le gambe quasi a 180′ e iniziarono a massaggiarmi la fica, e a palparmi le natiche e a premere le dita sul mio buchino, che cercavo di contrarre il più possibile. Poi mi misero su un fianco e iniziarono a essere più concreti: due presero le mie mani e se le misero sui loro cazzi emulando il movimento della masturbazione, movimento che iniziai a fare; uno con le dita mi allargò le labbra della fica e ci infilò prima la lingua, poi una volta leggermente lubrificata in successione una e due dita, un altro inizio e leccare poi a sputare sul mio buchino e finì per aprirlo con un dito che iniziò a muovere avanti e indietro. Infine il loro capo si inginocchiò dinanzi al mio viso e con un sorriso perfido, mi riempì la bocca con il suo cazzo lungo, toccando quasi l’ugola e emulando il coito, scopandomi forte in bocca, fermandosi solo per schiaffeggiarmi con il suo membro.

Cercai di resistere, ma forse per il fatto che i cinque ragazzi non si scambiarono di posto, e il loro movimento era sincrono a mo di catena di montaggio, io mi eccitai, il ragazzo che mi stava leccando la fica, mi stava facendo bagnare sempre di più e il capo si accorse del mio desiderio che stava crescendo, visto che non era più lui a scoparmi in bocca ma io ad muovere la testa e a leccare lungo la sua mazza con maggior vigore.

‘Vedo con piacere che la bella signora, ha capito subito lo spirito unito della nostra banda e sta godendo anche lei con noi!’

Io feci un sorriso di approvazione.

Ora avevo due dita nel culo e tre nella fica più una lingua che mi titillava il clitoride; i cazzi che avevo nelle mani li stringevo sempre più forte e li menavo sempre più velocemente, e cercavo di ingoiare il più possibile il cazzo del loro capo.

I rimanenti due membri che non toccavo era sollecitati dai loro padroni. Anche se forse non tutti erano novizi, quelli che lo erano mi stupirono per la loro resistenza.

Finalmente, e mi stupisco di questa avverbio, il ragazzo che mi stava dilatando il culo, scivolo sotto di me, prese in mano il suo cazzo e mi penetrò in fica, non completamente a causa delle sue non eccessive dimensioni: solo la cappella e alcuni centimetri del resto. Quello che mi aveva fatto godere con la lingua, mi venne sopra e anche lui mi mise il suo cazzo nella passera; Avevo due cazzi che mi riempivano la fica; certo messi insieme davano un bel cazzo grosso, quindi non sentivo fastidi, anzi, stavo sbrodolando dal piacere, gli altri rimasero nelle stesso posizioni, tranne il capo che ora che ero con il viso all’insù, mise le gambe tra il mio viso e si chinò in basso sporgendosi in avanti, facendosi abbracciare il suo cazzo tra le mie tette, ma così facendo quando veniva indietro, il suo culo premeva contro la mia faccia; io non resistetti e tirai fuori la lingua e quando potevo la puntavo sul suo buchino, allora lui accondiscendente mentre mi scopava le tette che i ragazzi a cui stavo menando il cazzo stringevano sul suo membro, si divaricò con le mani le natiche per permettermi di leccare meglio.

I masturbati si staccarono, e mi tirarono in alto le cosce, si misero di fianco e a ritmo alternato mi stantuffavano la fica, uno entrava e l’altro usciva e viceversa; i sostituiti ricominciarono a godere con le mie mani, e aiutarono come gli altri a stringere le mie tette sul cazzo del capo.

Io imperterrita leccavo il culo del capo e quando lui si spingeva ancora più indietro, aprivo la bocca per accogliere le sue palle gonfie di nettare, succhiandole forte e quasi tirandogliele quando lui tornava in avanti.

Poi si fermarono all’unisono, e il ragazzo con il cazzo più grosso, escluso il capo, si mise sotto di me e mi fece girare e sedere sopra di lui, in pochi secondi feci scomparire quel cazzo, dentro la mia fica pulsante di calore e umori. Gli altri tre scugnizzi, cercavano ti riempirmi la bocca con tutti e tre i cazzi contemporaneamente, la cui operazione non era semplice, se pur piccoli erano sempre tre, ma io cercai di accontentarli, e mi tenevano la testa e spingevano loro ed sentivo i loro umori mischiati ai miei confondersi con la mia saliva.

Poi sentii del liquido arrivarmi sul buco del culo, era il loro capo che ci stava sputando sopra, allora capii, che solo lui si era tenuto il riserbo di esplorarmi lì con il suo bastoncino lungo.

Mi aprì le chiappe con le mani e affondo il suo lungo cazzo, dentro il mio sfintere, senza fermarsi, se non quando le sue palle non sbatterono sulle mie natiche.

Ero in paradiso, stavo godendo come una vera troia, una maiala; iniziò a riempirmi il culo con veemenza, scorreva velocissimo, mi stringeva forte i fianchi e cercava di seguire il ritmo dell’altro ragazzo che mi stava trapanando lo fica grondante.

Ad un certo punto il ragazzo sotto di me mi riempì la fica di sborra, per fortuna prendevo la pillola, più che altro perché con il lavoro che facevo, avere mestruazione irregolari e dolorose era un problema.

Ma continuò a scoparmi, anche perché non poteva spostarsi, visto che il suo capo mi stava ancora e sempre più velocemente, spaccando il culo.

Pochi minuti dopo, sentii anche il culo riempirsi di nettare caldo, e il tizio ne aveva così tanto che tirò fuori il suo cazzo e continuò ad emettere getti di sperma sul mio culo e salendo e avanzando me lo fece colare anche sulla schiena.

Il ragazzo sotto di me si levò e io mi misi proprio seduta, e a turno gli altri tre mi vennero in bocca in faccia, anche sui capelli e su gli occhi, e sul seno. E prima di lasciarmi tutti e cinque i cazzi furono puliti dalla mia lingua.

Quindi mi accascia, sfinita, non so quanti orgasmi avessi avuto, forse tanti quanti erano quei ragazzi; i quali si rivestirono, molto in fretta ed aprirono la serranda con me che ero ancora mezza sdraiata sul telone, imbrattato di umori e sperma.

Uscirono tutti e il capo si fermò sul ciglio.

‘La nostra è una banda con un codice d’onore, ora siamo pari, bella signora’

E richiuse la serranda sbattendola verso il basso. Io rimasi alcuni minuti ancora inerme a raccogliere con le dita la sborra sparsa sul mio corpo e a portarla alla mia bocca per berla tutta; poi mi alzai mi ripulii con lo scottex che avevo sempre in garage, mi rivestii, e andai a casa. Mi giustificai con mia madre dicendole che avevo bucato una gomma.

Non ho più rivisto quei ragazzi, e forse era questo il significato di codice d’onore, ma qualche volta quando parcheggio il motorino, sono io che richiudo la serranda, stendo il telo e mi masturbo pensando a loro.
P.s. lo so che per voi sono una troia ma non vi fate scrupoli se volete commentare in modo volgare e umiliante ditemi tutto quello che volete paolaloco1979@libero.it

Leave a Reply