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Orgia

Il Regista

By 12 Luglio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

I giorni successivi all’appuntamento a casa di Inge mi sorpresero molto.
Complice il fatto che mio marito era fuori per qualche giorno e che le ragazze sono ormai sempre più indipendenti, ho avuto molto tempo per me stessa.
Immaginavo di provare sensi di colpa laceranti, una profonda vergogna per la perdita dei freni inibitori, un grande timore che le follie della notte potessero diventare pubbliche.
La verità &egrave stata che… NO!
Nessun senso di colpa, nessuna vergogna, nessun timore. Anzi, ogni tanto ci ripensavo, andavo in bagno e mi masturbavo freneticamente. Due immagini mi erano rimaste scolpite nella mente (e a dire il vero lo sono ancora adesso): la prima &egrave quella di Barbara che si infila il gigantesco dildo nella figa e lo muove tenendolo a due mani con il viso sconvolto dal piacere. La seconda sono io seduta sul divano, con i due grossi cazzi dei miei amanti in pugno, mentre li masturbo e mi godo lo spettacolo della mia amica. Sono certa che mi crederete se vi dico che, anche in questo momento, il solo raccontare questo dettaglio fa si che mi senta bagnare rapidamente tra le gambe.

Ricordo quei giorni come il momento della presa di coscienza finale di quello che rappresentava per me l’aver superato una volta per tutte le difficoltà che mio marito aveva creato alla mia vita, consapevolmente o inconsapevolmente. In quel momento infatti ho capito che quello che mi aveva fatto sentire a pezzi non erano stati i suoi tradimenti, ma l’essere stata messa così duramente di fronte al fatto di aver annientato totalmente la mia esistenza in funzione della sua, per poi ritrovarmi senza un senso compiuto. Avevo allineato totalmente la mia vita ai ritmi della sua, del suo lavoro, della sua socialità. Anche i ritmi della mia vita sessuale erano al servizio dei suoi e non dei miei. La verità era che finalmente potevo ammettere che desideravo cose diverse dalle sue, cose in cui lui non solo non era il protagonista, ma era addirittura assente.

Uno o due giorni dopo la serata a casa di Inge, mi successe una cosa curiosa. Ero in giro per le vie del centro perché dovevo comprare un paio di stivaletti bassi neri. Nulla di elegante, semplicemente qualcosa di funzionale. Entrai a colpo sicuro nei soliti negozi in cui normalmente sceglievo le mie scarpe ma, con un certo indispettimento, non trovai nulla che mi piacesse. Stavo tornando verso casa quando mi cadde l’occhio in un piccolo negozio-boutique dove, per onestà, non avevo mai comprato nulla. In un angolo della vetrina vedo degli stivaletti bassi che erano esattamente quello che cercavo e decido di entrare.
Al posto della solita commessa, mi si presenta un signore che – dopo un istante – si rivela essere il proprietario: decisamente un bell’uomo più o meno della mia età. Gli esprimo il desiderio di vedere l’articolo in vetrina e lui, dopo avermi chiesto il numero, mi dice con fare gentilissimo che era esattamente quello esposto ma che lo avrebbe volentieri preso per me.
Gli dico che non so se lo comprerò, ma lui carinamente insiste. Sposta cinquanta oggetti e mi porta il basso stivale. Con fare molto charmant, mi invita ad accomodarmi.
Dal primo momento che ero entrata non mi aveva tolto gli occhi da dosso e confesso che la cosa mi iniziava a generare un po’ di imbarazzo. In ogni caso mi siedo. Sto per sfilarmi la scarpa quando lui mi prende delicatamente il piede, mi toglie il decolt&egrave e mi accarezza la pianta e le dita dicendomi che raramente aveva visto piedi così curati.
Ricordo come fosse adesso che anziché ritrarre la gamba irritata come avrei fatto fino pochi giorni prima, lo guardai dritto negli occhi, gli sorrisi, lo ringraziai del complimento inarcando il piede e mettendoglielo in bella mostra sotto il naso per poi… provarmi gli stivaletti, comprarli e pagare.
Ricordo che sono uscita dal negozio con un sorriso da un orecchio all’altro stampato sul viso. Mi ero sentita bella e attraente, avevo provato un senso di potere nel sentire quell’uomo totalmente a mia disposizione, avevo provato un gusto sadico nel lasciarlo alle prese con il fatto che – sicuramente – si era costruito un mondo di mille fantasie che, in un secondo, avevo fatto scoppiare come una bolla di sapone.
Capisco che sia difficile capire cosa ho provato: il piacere cerebrale della consapevolezza che esisteva un “ieri” e un “oggi”.

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Suona il telefono. E’ Barbara. Non ci eravamo sentite da “quella” sera.
“Ciao Anna come stai?”
“Ciao Barbara, benissimo e tu?”
“Benissimo?”
“Si, ti assicuro… mai stata meglio” le rispondo con un tono che lasciava facilmente intendere il doppio senso.
“Oddio, meno male!!! Non sai quante volte ho preso il telefono in mano e l’ho rimesso giù per la paura che mi dicessi che ero una matta, una stronza, una puttana o altre cose simili !!!”
“No tesoro, niente di tutto questo. Per essere sincera sono anni che non stavo così bene. Posso dirti? Abbiamo passato una serata fantastica e ogni tanto non riesco a fare a meno di ripensarci”
“Siiiiiiii !!!! Brava !!!! E’ così che volevo sentirti !!!” mi risponde Barbara con una voce di un paio di ottave in falsetto per l’eccitazione e la gioia. Sembrava una ragazzina e quasi quasi me la vedevo che batteva le mani e saltellava sul posto. Non so perché ma mi &egrave venuto da ridere e siamo scoppiate tutte e due in una risata contagiosa.
“Sei da sola in casa?” mi chiede Barbara
“Ovviamente no, visto che ti ostini a chiamarmi nel pomeriggio quando qualcuna delle ragazze &egrave certamente già tornata da scuola !!!”
“Hai ragione, scusami, non ci penso mai. Sai i miei figli nel pomeriggio fanno sport e io sono da sola.” Un attimo di pausa e poi Barbara riprende “Quindi non potresti rispondermi se ti dicessi un sacco di porcate su quanto sei maiala, mia cara bella signora”
Con il passare del tempo ho capito che dire quelle cose faceva eccitare molto Barbara che – molto tempo dopo – mi ha confessato che una volta mentre mi raccontava la sua visione delle nostre avventure si era chiusa in stanza e si era masturbata in diretta. Al tempo tuttavia ancora non lo sapevo e quindi all’inizio pensavo che mi stesse semplicemente sfottendo e la cosa non sempre mi divertiva.
“Hai più sentito Inge dopo quella sera?” le dico tanto per cambiare argomento.
“Si, proprio oggi. Di fatto &egrave stato lui a convincermi a chiamarti perché anche lui voleva sapere come era stato il tuo DOPO. Credo che tutti quanti, più che altro, vogliamo sapere se ci sarà un’altra volta o meno…”
“Come ti ho detto: sono stata benissimo. Credo di aver avuto alcuni dei migliori orgasmi della mia vita. Sai, sono stati veramente LIBERATORI !!! E’ come se finalmente anche la VERA Anna fosse riuscita a godere.” le dissi abbassando un po’ la voce. “Tuttavia non ho idea se ci sarà un’altra volta. Non vorrei trasformarmi in una ninfomane. Non vorrei che il gioco ci prendesse la mano. Forse &egrave meglio farla finita qui visto che &egrave stato così meraviglioso.”
“Ti stupirò… pensavo anch’io la stessa cosa… Aperitivo???”
Non sono riuscita a trattenermi dalle risate
“Sei straordinaria !!! Si, un aperitivo taumaturgico &egrave sicuramente la soluzione perfetta per chiarirci le idee. Stasera non posso. Domani?”
“Affare fatto. Segue SMS con ora e posto: stavolta cambiamo dai. Un bacio cara!”

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Puntuale mi arriva l’SMS di Barbara con le nuove coordinate.
Questa volta sono andata all’appuntamento con il cuore leggero e senza farmi i mille problemi che mi avevano accompagnata le altre volte.
“Ciao cara, come stai? Sei sempre stupenda!” mi accoglie Barbara con un sorriso.
Anche questa volta non avevo lasciato nulla al caso nell’abbigliamento, non perché la cosa dovesse avere un significato particolare, semplicemente perché… mi piaceva !!!
“Ciao Barbara. Che bello questo posto, non lo conoscevo ! Certo che li trovi tutti tu i posticini carini e dire che viviamo nella stessa città !”
In quel momento si avvicina il cameriere, un giovanottone di colore grande e grosso che, in un italiano persin migliore delle aspettative, ci chiede cosa vogliamo e sparisce dalla saletta.
Per una una ventina di minuti la conversazione &egrave stata monopolizzata dai soliti argomenti: i figli, la scuola, le centomila cose da fare per far coesistere quel poco di vita professionale che ancora ci concediamo con gli impegni della famiglia.
Ma era chiaro a tutte e due che volevamo parlare di altro.
“Allora?” le dico dopo un po’ “Cosa ti &egrave preso: non eri tu l’anima libertina del duo?”
“L’hai detto tu cara! Tutto troppo perfetto. Ho passato la settimana a masturbarmi nel pensiero di quella serata e delle volte che sono venuta. Ma sai che quel cazzone di plastica mi ha turbata per quanto ho goduto !?!?” Nel pronunciare la seconda parte della frase Barbara ha abbassato la voce e si &egrave sporta verso di me, facendo ondeggiare tutta la sua massa di capelli rossi.
“Lascia perdere… anche se devo dire che eri uno spettacolo… solo a guardarti ho perso tutti i freni inibitori. Anzi, sai cosa ti dico? Finiamola qui perché se no mi eccito di nuovo”
Una piccola risata, un silenzio che lascia capire che entrambe avremmo voluto che a parlare fosse l’altra. Come sempre &egrave Barbara a risolvere gli indugi:
“Non lo so. Sono davvero combattuta. Se ti dicessi che non mi &egrave piaciuto da morire mentirei, così come se ti dicessi che non sono curiosa di sapere quale sarebbe il prossimo tema della serata. Sai che il primo proprio non me lo aspettavo?!?!”
“Neanch’io l’avrei mai detto. Però &egrave stata un’idea veramente eccitante. L’amour solitaire come atto preparatorio dell’esplosione della libidine. Devo dire che la fantasia dell’Inge &egrave stata davvero notevole”
“Io ne ho ancora voglia…” mi dice Barbara guardandomi dritta negli occhi, accesa da un fuoco che le riempie le pupille.
La guardo in silenzio. Non rispondo per vari secondi. La verità era che la mia mente era come se fosse in pausa: il vuoto totale. Poi ricordo di averle fatto un sorriso malizioso “Anche io…”

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“Ho sentito Inge e gli ho detto che siamo pronte per passare con loro ancora una serata” mi dice Barbara al telefono il giorno successivo.
“Beh, non hai perso tempo cara!” le dico per tutta risposta.
“No di certo, altrimenti finisci per cambiare idea di nuovo! Mi ha chiesto quando saremmo state libere e gli ho risposto che avrei dovuto sentirti. Hai idee?”
“Sai che sei proprio una troja amica mia?” le rispondo scherzosamente “Ma sei davvero una troja adorabile perché senza di te sarei una donna casta senza speranze !!! Ad ogni buon conto, questa settimana non posso: ho promesso a mio marito di accompagnarlo in una sua trasferta a Parigi, così ne approfittiamo per andare a trovare Henry e Caterina che hanno comprato una casa nuova. Se non sbaglio però la prossima settimana sono da sola martedì sera. Se per te e per tutti gli altri va bene…”
“L’abbiamo capito tutti benissimo che quella più impegnata sei tu, quindi propongo martedì”
“Chi si &egrave offerto di fare il Maestro di Cerimonia questa volta?” chiedo con fare distratto
“Non lo so: chiedo a Inge ma intanto non mi dirà nulla prima come ha fatto l’altra volta”
“Vuol dire che mi terrò la curiosità”
“Brava… mi raccomando masturbati bene nel frattempo !!!” mi dice Barbara ridendo
“Puttana” le dico ridendo a mia volta e chiudendo il telefono

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La settimana &egrave volata in un attimo. I due giorni a Parigi sono stati come sempre meravigliosi e con Caterina mi diverto sempre come una matta. E’ una finta svampita mentre in realtà &egrave solo una donna che sa far funzionare una bella testa con leggerezza e con allegria.
Da ragazza aveva fatto l’indossatrice e in quell’ambiente aveva conosciuto il marito che anche lui lavorava nel mondo della moda.
“Non ti ricordo da tempo così bella e allegra” mi ha detto ad un certo punto Caterina.
“Grazie, effettivamente in questo periodo sto bene”
“Avrai mica l’amante?” mi dice Cathy con il suo sguardo birichino
“Ma cosa dici ???” le rispondo con fare scherzosamente offeso
“Dai… i primi tempi che io mi ero fatta un amante stavo da Dio!!! Certo poi era come avere due mariti: una noia” mi dice come se fosse la cosa più normale del mondo.
“Stai scherzando vero?”
“Ovviamente no, chery. Perché tu davvero non sei così allegra perché hai un nuovo amante?”
“N&egrave nuovo né vecchio … chery!!!”
Ma chi l’avrebbe detto: pure Caterina !!!

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Martedì pomeriggio.
Faccio tanto la grandiosa poi mi sento di nuovo lo stomaco in gola.
SMS di Barbara “Ti passo a prendere alle 19.30?”
Basta! Ha ragione lei! SMS di risposta “Perfetto. Ti aspetto”
Adesso devo prepararmi per la serata. Mi faccio la doccia, mi sistemo i capelli, mi trucco.
Scelgo con cura la lingerie. La Perla. Un completo di pizzo nero e fucsia che avevo comprato molto tempo fa e che non metto mai perché mio marito, la prima volta che l’avevo indossato, l’aveva accolto con una battuta da caserma. Indosso con cura un paio di calze velate e mi guardo nello specchio. Diamine, mi piaccio.
Indosso un completo nero di Armani che avevo comprato vari anni fa ma che &egrave sempre di moda e mi accingo a uscire.
“Mamma come sei bella!” mi incrocia Beatrice, la più piccola delle mie figlie.
“Grazie, vado a una cena a casa di amici”
“Senza papà?”
“No &egrave a Londra, non può venire. Ma mi ha detto che &egrave contento se quando non c’&egrave non resto a fare Cerbero con tre monelle petulanti ed esasperanti !!!”
Una risata mentre suona il citofono.
“Signora &egrave la signora Barbara che l’aspetta”
“Grazie. Dille che sto scendendo”

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“Wow… qui me ne fai morire un paio di infarto!!! Guarda che i nostri amici hanno una certa età!!!” mi sfotte Barbara guardandomi salire in auto.
La guardo sorridendo “Senti chi parla”. Effettivamente anche Barbara &egrave tirata a lucido da spettacolo “Sei anche andata dal parrucchiere!!!”
“Ebbene si: capelli, manicure e … pedicure cara” mi guarda sorridendo Barbara alludendo evidentemente alla mia passione foot-fetish.
“Puttana”
Inizio a divertirmi a chiamarla puttana e per la prima volta ho la possibilità di vedere che quando lo faccio Barbara anziché aversene a male ha uno sguardo strano negli occhi.

Arriviamo sotto casa di Inge. Suoniamo. Ormai conosciamo la strada, prendiamo l’ascensore e arriviamo nel bellissimo salone di casa di Francesco.
Inge ci accoglie sulla porta mentre Marco, Claudio e Enrico sono ad attenderci seduti sui divani dove avevamo consumato le nostre fantasie la volta precedente. Entriamo e ci accomodiamo anche noi.
“Benvenute… avervi qui &egrave sempre un privilegio” ci dice con sincera ammirazione non ricordo chi dei tre.
“Champagne?”
“Perché no” dice Barbara “Così almeno ci svelerete chi &egrave il REGISTA questa volta!”
“Mi sa che siete curiose da morire” interviene Inge “quindi non vi diremo nulla ancora per un po’. Abbiamo preparato qualche tartina per ingannare l’attesa” e così dicendo si reca in cucina per tornare con lo Champagne e con un vassoio di piccole tartine deliziose.
Scopriamo per la prima volta che Marco &egrave una persona divertentissima. Lo guardo attentamente. E’ un uomo che irradia sicurezza. Ha la battuta pronta, la barzelletta facile, &egrave sboccato ma non volgare. Ha lineamenti decisi e il portamento di chi &egrave abituato a vivere situazioni in cui &egrave il protagonista.

Dopo circa mezz’ora di conversazione Inge ci guarda e finalmente dice “Questa sera il REGISTA come l’ha definito Barbara &egrave Enrico. Enrico a te il palco”
Da quel momento il termine REGISTA sarebbe diventato il termine ufficiale per definire chi sceglieva la fantasia da vivere.
“Bene Signore. La mia &egrave una fantasia che viene da lontano, addirittura da quando andavo all’università. Non dovete temere nulla e soprattutto non dovete spaventarvi se, all’inizio, vi sembrerà un po’ inconsueto. Se non vi sentirete a vostro agio potrete dirlo in qualsiasi momento perch&egrave in ogni caso abbiamo preparato un programma alternativo a base di… un’ottima cena!!!”
“Mamma mia… ci hai incuriosite da morire” dice Barbara di getto
“Bene, allora seguitemi”
Arriviamo davanti a quella che avevamo visto essere la camera di Inge che conteneva un grande letto king size. La porta della camera &egrave chiusa ed Enrico prima di aprirla ci dice.
Per favore entrate nello spogliatoio e toglietevi i vestiti. Restate con la vostra biancheria e le scarpe. Poi cortesemente tornate qui.
Ubbidiamo. Anche Barbara ha un completo di lingerie bellissimo: bustino in seta, reggicalze e calze. Ci guardiamo l’un l’altra e ci scambiamo un sorriso complice. Torniamo nell’ampio corridoio dove i nostri quattro amanti ci attendono.
“Bene adesso per favore dovreste indossare queste mascherine: non voglio che vediate subito cosa vi aspetta nella camera. Una volta che le avrete indossate vi accompagneremo dentro, vi faremo accomodare su due sedie e – se la cosa non vi dispiace – vi fermeremo le mani ai braccioli delle poltroncine. Sia chiaro, il tema della serata non prevede alcuna violenza ovviamente, ma anche questo fa parte della mia fantasia. Nulla in contrario?”
Guardo Barbara che &egrave un po’ incerta “Nessun problema” dico io.
Barbara mi guarda dritta negli occhi. E’ un po’ spaventata ma la mia decisione la conforta. “OK” dice anche lei.
Sento la mascherina che mi cala sugli occhi: non vedo più nulla.
Sento una mano prendermi gentilmente e la porta che si apre: mi accompagnano.
Sento una sedia dietro di me: mi accomodo.
Sento due mani che mi prendono delicatamente le braccia e me le mettono sui braccioli della poltroncina. Sento qualcosa di morbido, credo di spugna, che mi ferma le braccia senza farmi male. Sono tranquilla.
Sento la presenza delle persone nella stanza.
Sento vari profumi.
“Adesso vi toglieremo le mascherine e vedrete il tema della serata e capirete perché siete state immobilizzate alla sedia”
Mi tolgono la mascherina. La luce &egrave soffusa e non mi da fastidio. Sul grande letto ci sono due ragazze bellissime, una bionda e una castana. La bionda &egrave molto, molto graziosa. Magra, sarà alta 1,70 o poco meno. Ha un corpo da favola e denti bianchissimi. Quello che colpisce sono però gli occhi: neri, profondi, penetranti. La seconda ragazza invece &egrave una vera e propria amazzone. A vederla sembra decisamente più alta di me e ha uno sguardo che &egrave un’esplosione di sesso.
“Il mio desiderio &egrave invitare altre donne che ci delizieranno con un gioco saffico. Voi le guarderete, ma non potrete toccarvi in nessun momento. Vi ecciterete e non potrete fare altro che continuare a osservarle. Quando vi libereremo vi potrete unire a loro e vi garantisco che ne avrete una voglia da esplodere.”
Temo che Enrico abbia ragione. Solo a guradare la preparazione delle ragazze mi sento allagare.
La ragazza bionda si chiama Giorgia e ha un completo nero. La ragazza castana si chiama Monica e indossa calze beige con la riga nera.
Le ragazze iniziano a baciarsi, si accarezzano, si sfiorano. Giorgia si distende sul letto ed &egrave subito chiaro che il ruolo dominante lo avrà Monica. Dopo pochi minuti Monica inizia a baciare i seni di Giorgia per poi continuare a scendere: il ventre, l’ombelico, l’interno delle cosce, il pube.
I nostri quattro amici hanno altrettante sedie intorno al letto: si sono spogliati e iniziano a masturbarsi lentamente dato che non tutti loro hanno già l’uccello del tutto eretto.
Noi siamo bloccate: non ci possiamo toccare. Inizio a capire cosa intedeva Enrico. Mi sento morire. Guardo Barbara. Si sta mordendo il labbro inferiore e si sfrega le cosce.
Nel frattempo Giorgia ha iniziato a mugolare di piacere. Monica si gira verso di noi. Ci guarda. Quella bastarda si &egrave messa d’accordo con Enrico e sta facendo un vero e proprio show. Ovvio. Enrico: il suo gusto teatrale della scena visuale.
La lecca e ci guarda. Le infila le dita e ci guarda. La masturba velocemente e ci guarda.
Merda. Mi sento esplodere la figa.
Monica si siede ponendo il proprio sesso sulla faccia di Giorgia la quale inizia a leccarla. La succhia. Stanno facendo un 69 pazzesco.
“Non ce la faccio, liberatemi almeno una mano vi prego” inizia ad implorare Barbara
“Non sei ancora pronta mi cara” le dice tranquillo Inge.
Le due puttane vanno avanti nel loro 69 per almeno un quarto d’ora e i quattro amici si masturbano davanti a noi. Solo di tanto in tanto, Enrico si alza per metterci un dito nella figa e sentire quanto fossimo bagnate.
Ad un certo punto il Regista si gira verso di noi e dice: “Adesso lo spettacolo farà un salto di qualità, siete pronte?”
Non riesco a immaginare sinceramente qualcosa di più eccitante di così.
Enrico e Monica prendono i polsi di Giorgia e li immobilizzano a due due corde che erano nascoste dalla testata del letto. Giorgia non oppone la minima resistenza: &egrave evidente che la ragazza sa cosa sta succedendo e non teme nulla. Poi Enrico prende da sotto il letto una sbarra di metallo con due cavigliere agli estremi alle quali fissa Giorgia che, in quel modo, deve tenere le gambe aperte.
La ragazza &egrave immobilizzata in un modo incredibile. Ha le braccia aperte e le gambe larghe e Monica le solleva facilmente prendendo la sbarra con le mani. Anche se volesse, Giorgia non potrebbe fare quasi nulla.
Monica prende una mutandina a cui &egrave attaccato un grande fallo finto. Si posiziona in mezzo alle gambe di Giorgia e la penetra in un sol colpo. Giorgia fa un salto ma inizia subito a gemere di piacere.
Merda, merda, merda… non ce la faccio &egrave pazzesco
Monica continua a scopare Giorgia per almeno 10 minuti ad un ritmo frenetico.

Ad un certo punto Enrico si alza, ci si pone davanti, ci guarda e ci chiede: “Cosa fareste voi a Giorgia? Cosa le farete quando vi libererò?”
“Liberami bastardo e ti faccio vedere” gli rispondo guardandolo dritto negli occhi
“Sei sicura?”
“Si, liberami e lascia Barbara legata alla sedia”
“Nooooo, stronza, non puoi farlo!!!” protesta Barbara
“Taci puttana – le dico – poi mi occupo anche di te”
Sento la mia voce e quasi non credo al fatto che sono io a parlare.
Enrico fa un sorriso da vero bastardo. “Mi piace come idea…” dice mentre inizia a slegarmi le braccia. Mi alzo lentamente massaggiandomi i polsi.
“Continua a scoparla mentre io mi siedo sulla sua faccia” dico con decisione a Monica. La guardo dritta negli occhi. “Cerca di abituarti all’idea che adesso comando io” dico a Monica che rimane in silenzio. Lei tiene lo sguardo fisso sul mio. Io non abbasso gli occhi di un millimetro perché &egrave chiaro che &egrave il momento in cui si decide chi &egrave la Padrona della serata. Le prendo i capelli dietro la nuca con una mano “Hai capito puttana?”.
“Si” dice Monica abbassando lo sguardo e riprendendo a muoversi lentamente.
Mi siedo sulla bocca di Giorgia “Leccami la figa e il culo mentre la tua amica ti scopa”
Sento la lingua di Giorgia che inizia ad insalivarmi il clitoride e a infilarsi nella figa.
“Mmmmmmhhhhh brava….”
Monica continua a scopare Giorgia a ritmo lento e regolare.
Prendo in mano la sbarra che era finita dietro a Monica. La sollevo e dico a Monica di reggerla.
Tolgo le scarpe a Giorgia. Ha dei piedini belli e curati: le calze nere lasciano vedere le unghie smaltate di rosso scuro. Monica mi guarda in silenzio.
“Leccale i piedi mentre la scopi: voglio guardarti”
Monica ubbidisce e inizia a leccare le estremità di Giorgia.
“Ahhhhhh…. mi fai il solletico…”
“Taci puttana” le dico “Concentrati sulla sua lingua e vedrai che ti piacerà”
“Ahhhhhh…. mmmmmhhh… siiii… bello…”
Io nel frattempo le ho messo il buco del culo sulla lingua “Tira fuori la lingua e infilamela nel culo”
Giorgia ubbidisce: non ha la lingua lunga e sento la sua punta che riesce appena a superare il mio ano. “Dai, infilala di più” le dico mentre a mia volta mi avvicino al piede che Monica sta leccando. Inizio a leccare la lingua di Monica e le dita del piede di Giorgia
“Liberami puttana, liberami o ti rompo il culo”
Barbara &egrave fuori di s&egrave dall’eccitazione
“Stai lì cara…” le dico mentre inizio a massaggiare il clitoride di Giorgia che continua a ricevere il cazzo di plastica. Sento il corpo di Giorgia fremere.
Guardo Monica “Ti piacerebbe mettiglielo nel culo?”
“Nooooo” dice Giorgia cercando di ribellarsi.
Le tengo fermo il piede e Monica tiene la sbarra. Tiro la sbarra verso di me, sollevandola verso l’alto e mi siedo ancora di più sulla faccia di Giorgia per farla tacere. Adesso il culo di Giorgia si &egrave liberato verso l’alto. Monica mi guarda con un sorriso un po’ sadico. Si sputa in mano e mette la saliva sul cazzo finto. Io accarezzo la figa di Giorgia che mugola in un misto di paura e piacere.
“Dai… aprile bene il culo…”
“Nooooo… Monica ti prego no… Lo sai che io non lo prendo nel culo…!!! Ti prego Monica, ti prego ti prego”
Monica appoggia la punta del cazzo finto al culo di Giorgia e spinge piano. Io metto due dita nella figa di Giorgia: &egrave fradicia.
“Non avere paura: spingi. La biondina &egrave eccitata come una cavalla. Le piacerà…”
Monica mi guarda. Sorride. Spinge un poco.
“Ahhhhhiiii no fermati fermati ti prego. No ti giuro mi fai male”
Monica si ritrae impietosita dalla sua amica
Questa volta infilo un dito nel culo di Giorgia e dico a Monica “Mettile due dita nella figa e senti come &egrave bagnata. Poi mi dici se secondo te le piace o no…”
Mi insalivo l’indice e lo infilo nel culo di Giorgia “Ahhhhh”. Guardo negli occhi Monica che &egrave ferma. Poi avvicina due dita alla figa della sua amica e la penetra. “Mmmmm” inizia subito a gemere Giorgia mentre Monica le scorre dentro. “E’ un lago di piacere!!!” Mi dice Monica guardandomi. Mi si avvicina. Mi lecca le labbra. “Adesso la inculo…”
“Giorgia si agita meno di prima e io le ho messo nel frattempo anche un secondo dito nel culo.
“Continua, senza fermarti” le dico “Continua lentamente senza arrivare in fondo.
Monica insaliva nuovamente la punta del cazzo di plastica. Lo avvicina al buco del culo di Giorgia che ormai &egrave tutta bagnata dei suoi umori. Spinge lentamente e vedo la cappella finta del dildo entrarle nel culo. “Ahhhhh”
“Continua” dico a Monica prendendole nuovamente i capelli della nuca e mettendole la lingua in bocca. Monica &egrave eccitatissima e la sento spingere lentamente.
“Ahhhhhh” … Giorgia geme senza molta convinzione. Deve essere vero che lo prende nel culo molto raramente ma &egrave altrettanto vero che non &egrave vergine nemmeno lì.

Mi sono quasi dimenticata della presenza di Barbara e degli altri. Mi giro e li guardo.
Sono letteralmente rapiti da quanto sta accadendo sul letto.
“Ti piace guardarmi eh? Ti piace puttana?” dico a Barbara il cui respiro &egrave cortissimo “Cosa sei disposta a fare se ti faccio slegare?”
“Tutto, faccio tutto ma fammi slegare”
“Enrico per favore liberala”. Enrico si alza lentamente. Ha il cazzo durissimo. Glielo mette davanti alla faccia, masturbandolo lentamente “Sei sicura?”
“Bastardo!!! Hai sentito Anna? Liberami bastardo, liberami!!!”
Enrico si abbassa e le mette le dita nella figa. Poi si gira a guardarmi “La tua amica sembra essersi fatta la pipì addosso da quanto &egrave bagnata”
“Liberala”
Enrico la libera rapidamente
Barbara spalanca le cosce mentre &egrave ancora sulla sedia, inizia a sfregarsi velocemente il clitoride e in dieci secondi la vedo gettare la testa indietro e godere letteralmente urlando di piacere.
Monica si mette a ridere “Cazzo… mai vista una cosa del genere!!!”
Barbara ha ancora gli occhi chiusi e la testa reclinata.
“Vieni qui Barbara, vieni sul letto. Mettiti sotto Monica e leccale la figa mentre lei incula Giorgia”
Giorgia aveva smesso di lamentarsi e stava iniziando a gemere anche grazie al fatto che io continuavo a massaggiarle il clitoride e a infilarle le dita nella figa. Sentivo attraverso la figa il cazzo di plastica scorrere nel culo di Giorgia e questo mi eccitava da morire. Di tanto in tanto insieme a Monica le lecchiamo i piedi e Giorgia ormai sta godendo a pieno.
Barbara si mette sotto la figa di Monica e la lecca appassionatamente. Ha spalancato le cosce e ha ripreso a masturbarsi freneticamente.
Guardo negli occhi Enrico e gli faccio cenno con la testa. Enrico capisce immediatamente. Si alza dalla sedia e rapidamente si pone tra le gambe di Barbara. In un attimo le ha messo tutto il cazzo nella figa d”Aaaaahhhhhh siiiiiii… spingi bastardo spingi forte!!!”
Guardo gli altri tre uomini. Sono in estasi. Si stanno massaggiando i cazzi lunghi e duri.
“Avvicinatevi anche voi” dico ai tre mentre inizio a liberare le caviglie ma non i polsi di Giorgia.
“Tu” dico rivolgendosi a Monica “Lecca il cazzo ai miei amici”
Monica prende in mano due cazzi e inizia a leccarne prima uno e poi l’altro.
“Vieni qui” dico a Inge “Prendi il posto di Monica e scopati questa bella biondina”
Mi sono sdraiata sul letto e ho messo i miei piedi in bocca a Giorgia che tira fuori tutta la lingua per leccarmeli. Ha le mani immobilizzate e io gioco con le mie estemità con il suo viso, i suoi seni, la sua bocca, la sua lingua. “Insalivami le dita attraverso le calze puttanella” dico a Giorgia che si impegna con la bocca.
NEl frattempo Inge si &egrave messo tra le cosce di Giorgia e la penetra nella figa in un sol colpo
“Ahhhhhhh”
La scena &egrave ormai al gran completo. Solo io ho bisogno di un cazzo. Guardo Enrico negli occhi mentre sta pompando Barbara. Mi giro verso di lui. Apro le gambe, mi massaggio la figa e mi metto un dito nel culo.
Enrico si rivolge a Marco “Per favore vieni qui e prendi il mio posto”
Marco arriva in un attimo inizia subito a scopare Barbara che continua a godere.
Enrico con il suo cazzo eretto &egrave di fronte a me. Me lo mette davanti al viso. E’ tutto bagnato di Barbara. Si sente forte l’odore del sesso della mia amica.
Lo ingoio il più possibile. Voglio prenderlo tutto. Mi sembra impossibile per quanto &egrave grande. Rinuncio e inizio a leccarlo. Non ce la faccio più. Lo prendo e me lo porto tra le gambe.
Enrico non aspetta altro e con un colpo deciso mi penetra fino in fondo alla figa.
“Ahhhhhhhhhhhhhhh”
Non so per quanto mi abbia scopato, né quante volte mi abbia fatto godere. Certamente il primo orgasmo &egrave arrivato dopo nemmeno un minuto. Ricordo che ogni tanto mi guardavo intorno e vedevo solo i cazzi dei nostri amanti entrare nelle fighe e nei culi delle donne sul letto. Ad un certo punto ricordo che Monica ha avuto un orgasmo tale che si &egrave messa prima a urlare e poi a ridere come una matta.
Ho goduto molte più volte di quello che sappia dire.
Ad un certo punto Enrico mi ha fatta girare alla pecorina e mi ha messo tutto il cazzo nel culo con una sola spinta. Se non fossi stata sconvolta di piacere mi avrebbe fatta urlare di dolore per un’ora. In realtà ricordo che con il suo cazzo nel culo mi sono messa a leccare la figa di Barbara che era alle prese con l’ennesimo pompino.

“Vengoooooo”. Enrico sembrava una sirena mentre scaricava tutto il suo sperma nel mio culo.
Credo che tutti e quattro stessero solo aspettando il segnale per venire e ricordo che l’eccitazione era tale che l’eiaculazione di Enrico ha fatto si quasi tutti – uomini e donne – avessimo un ultimo pazzesco orgasmo.

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Enrico, Inge, Marco e Claudio ad un certo punto si sono alzati e, in silenzio, si sono riseduti sulle proprie sedie. Li guardo: sono spossati ma incredibilmente soddisfatti.
Guardo Monica e Giorgia. Sono sul letto, con gli occhi chiusi, semiaddormentate.
Io guardo Barbara negli occhi, mi avvicino e inizio a baciarla. Sento la mia lingua sulla sua.
L’abbraccio e ci baciamo con gli occhi aperti, lingua con lingua.
Poi le prendo il capo e lo porto contro il mio petto, in silenzio, solamente per tenerla vicina.

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