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OrgiaRacconti CuckoldTrio

ingravidata da marito cornuto

By 25 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia puttana ninfomane impazziva per il maschio violento e voleva che l’infilava senza pietà sgarrandola brutalmente ed essere guardata mentre era sfondata oscenamente da uno o più porci insieme la faceva godere da vacca e il montone che s’era fatta che era un porco vizioso la strafotteva come una bestia ogni volta alla faccia mia che subivo le sue prepotenze anche sfottuto e umiliato dato che godeva a farmi sapere come vendeva la fregna di mia moglie. Il pappone se la faceva strapagare bene la sorca della sua puttanazza e ci godeva a impormi di assistere a quelle trombate furibonde sapendo quanto m’incazzavo nel vederlo sbudellare quella gran chiavica di moglie che mi ritrovavo e quando mi vedeva sborrare davanti a quelle scene di monta bestiali e alla oscene godute della vacca sfondata se la rideva sfottendomi come lurido guardone cornuto e segaiolo.

Era un continuo di oscenità e il pappone se la sbatteva appena entrato in casa mia senza neanche chiedere permesso e mi toccava anche aiutarli se non volevo subire punizioni da tutti e due dato che la zozza puttana l’aspettava sbavando nell’attesa e non vedeva l’ora di farsi imbottire ogni buco di mazza tosta e riempire la panza di sborra a pressione. Lui non aspettava altro che io o lei ci ribellassimo per farci subire le sue sadiche violenze che poi faceva vedere anche ai suoi clienti puttanieri per arraparli sputtanandoci come una coppia di porci depravati. Allora non c’erano le videocamere ma a volte lui voleva che io girassi dei super 8 delle sue ingroppate furiose per poterli far vedere in giro ai clienti danarosi che si prenotavano per fottersi la gran mignotta mostrandogli che razza di gran maiala da monta era quella femmina ninfomane. Era una vera raccolta di porcate che il vizioso mi faceva registrare colla cinepresa e guai a me se non riprendevo bene come ordinava lui e ne aveva fatta una bella raccolta con ogni tipo di oscenità per soddisfare tutti i gusti ma ne faceva anche a richiesta di speciali.

Quella volta la schifosa lo aspettava per la solita monta quotidiana fremendo nell’attesa e pregustando le grandi chiavate che si sarebbe goduta col suo montone e senza ritegno a cosce larghe si sditalinava la fregna fradicia davanti a me proprio per farmi incazzare. Quando suonarono io sapendo che era il pappone non mi mossi ma lei leccandosi le labbra andò di corsa ad aprire. Dopo qualche rumore confuso e dei mugolii espliciti la sentii esclamare con voce strozzata:”… aspetta cazzo!… no!… porco maledetto!…noooo!…aiha!!!…” e una sonora pernacchia umida mi fece accapponare la pelle perché capivo che il bastardo le stava ficcando a secco la sua enorme mazza nel buco del culo. Io mordendomi le mani non volevo dare ai due porci perversi la soddisfazione di andarli a vedere in monta ma la schifosa troia sapendo il mio vizio vergognoso di guardone mi chiamò impaziente:”…stronzo cornuto… che aspetti? …vieni a vedere come mi fa il mazzo il mio mandrillo… guarda che sberla di nerchia mi sta ficcando in culo… me l’ha sgarrato a secco il porco… che razza di mazza… forza recchione merdoso che ci godi a vedermi trombata… sparati una sega mentre m’apre le chiappe … facci vedere come schizzi a vederci fottere guardone depravato… forza gran porco cazzuto!… sbattimela dentro fino ai coglioni e inculami a fondo che mio marito deve schiattare di invidia come mi schiatta il buco del culo… mortacci tua come mi spacchi il culo… mi fai crepare la rondella bastardo…” Allora non resistendo più a sentire le porcate che smaniava la mia zozza andai nell’ingresso per vedere lo spettacolo della maiala inculata dal suo mandrillo e trovai che il porco l’aveva buttata carponi e dopo averle sollevato la gonna sui fianchi e scoperte le chiappe già nude dato che la zozza l’aspettava senza slip per essere subito pronta le era salito sulle chiappe e le teneva indirizzata l’immane stanga dritta al buco del culo in cui colla prima botta aveva già ficcato l’impressionante cappella e ora spingeva sbuffando e imprecando per ficcargliela tutta in culo. Io restai sbalordito dalla sua violenza e vedevo la faccia stravolta della zoccola che a denti stretti puntellandosi come poteva cercava di resistere alla tremenda inculata di quel cazzo spropositato gemendo e mordendosi le labbra alle svangate violente che lui le sparava dentro al sedere con colpi di reni poderosi.

Il porco la teneva per i fianchi e sbuffando le avanzava nelle reni lentamente incurante dei suoi strilli strozzati all’affondare del nerbo asciutto nel suo retto ormai sgarrato. Io incazzato capivo che il porco non s’era fatto neanche spompinare la mazza per lubrificarsela prima di ficcargliela in culo e ero stupito di come la puttana potesse beccarsi quel palo a secco e avrei voluto aiutarla in qualche modo a farselo scivolare dentro ma ormai il pappone glielo aveva ficcato per metà e guardandomi sfottente mi ordinò:”…cornutazzo finocchio… vieni qui vicino con la cinepresa che devi filmarmi mentre spacco il culo a questa gran troia di tua moglie… sbrigati guardone merdoso e riprendi bene tutto se no sono botte… devo vendere la tua maiala e m’hanno chiesto di vedere se è veramente aperta di chiappe come assicuro… sbrigati stronzo se no ti faccio cagare sangue anche a te come alla tua vacca…”

Io impressionato mi affrettai ad eseguire e ritornai colla cinepresa mettendomi a cavallo della schiena della puttana e cominciai a filmare all’ordine del porco. Lui allora lentamente sturò le chiappe della vacca sfilandole l’immane cazzo duro dallo sfintere fino a sturarglielo con un gran risucchio lasciandolo largo come un osceno pozzo nero che mostrò bene all’obiettivo aprendo colle mani le chiappe della troia e allargandole per farmi filmare l’interno del canale scuro del retto che teneva aperto con 2 dita ficcate dentro. Poi mostrò la gigantesca stanga tosta appoggiandola in mezzo alle chiappe della rottinculo per farne vedere le dimensioni da cavallo. Poi prese lui la cinepresa per filmare l’osceno infilaggio anale e io al suo ordine dovetti prendergli in mano l’enorme stanga tosta e indirizzarla sul buco del culo dilatato di mia moglie che aspettava l’incornata gemendo. Quando la cappella asinina fu ben appizzata allo sfintere il porco la spinse lentamente dentro al culo della puttana per far vedere bene l’infilaggio anale e la gigantesca cappella slargando ferocemente la rondella si immerse nel retto della troia accolta dall’urlo acuto della vacca sventrata.

Purtroppo la cinepresa senza audio non permetteva di registrare le parolacce oscene e gli urli strozzati della maiala sotto quella tremenda rotta di chiappe ma la sua faccia contorta e gli occhi strabuzzati colle lingua che sbavava facevano ben capire che razza di inculata si stava beccando quella scrofa rottinculo di mia moglie che sculettava bestemmiando da vera bagascia. La mazza nodosa sprofondava lenta e inesorabile nelle sue budella anche se la mignotta sgroppava urlando e scalciando e ad ogni botta del nerbo micidiale le scompariva in culo un pezzo del mostruoso ceppo del suo pappone arrapato. Arrivato quasi alla fine però il palo enorme non riusciva più a entrare a secco e allora la troia ansimando e bestemmiando mi ordinò tra i singhiozzi :”…stronzo merdoso… aiutalo … mi sta ammazzando questa bestia… vagli a prendere la vasellina che se no mi squarta il buco del culo questo mandrillo… mi sta schiattando il retto così a secco… cornuto guardone imburragli la mazza se no m’ammazza questa bestia cazzuta… mi fa crepare di cazzo tosto… ” Io spaventato dalla violenza bestiale e dagli urli rauchi della maiala che dovevano sentirsi in tutto il vicinato lasciai il manico tosto del suo pappone e corsi a obbedire come era mio dovere di marito cornuto e guardone. Ritornando spalmai una abbondante dose di vasellina sulla radice imponente e anche sulle palle enormi del montone e appena finita l’operazione ripresi a filmare mentre il porco impugnava a due mani i fianchi della femmina scosciata e dopo essersi preparato le sparò in culo un affondo micidiale che fece sprofondare di colpo la radice del tronco nodoso su per le le budella della troia urlante che cogli occhi rovesciati e la lingua penzoloni sbavava ruttando colma di carne tosta. Tutta quella mostruosa stanga tosta era scomparsa in culo a mia moglie che doveva sentirsela arrivare fino in gola e il porco soddisfatto mi disse sbuffando sudato:”…minchione depravato….te la sventro questa gran bagascia… le sento l’imboccatura dello stomaco colla cappella… quando te la sborro lo deve rivomitare anche dalle orecchie il sugo delle palle… filma tutto che debbono vedere bene come le rompo il culo… te la sbudello fino a farle schiattare la rondella a questa troia da monta…” e infatti mentre io sudato e arrapato riprendevo la scena sconcia il porco tenendo la vacca per i fianchi cominciò la tremenda inculata stantuffandole nella canna del retto con tonfi sordi e risucchi osceni accompagnati dai suoi urli rauchi ad ogni svangata delle sue viscere di moglie puttana e ninfomane depravata.

Io troppo arrapato da quella bestiale scena anche se i due porci me la facevano ammirare spesso me ne venni un gran schizzo che scorrendo tra le chiappe spalancate della zoccola ruscellò sul tronco nodoso che le massacrava l’ano ferocemente entrando e uscendo dal suo buco devastato e mentre era scossa dai colpi micidiali del bruto la scrofa svergognata mi insultò:”…razza di pervertito cornuto… porco schifoso… grazie… così scorre meglio questo palo di ferro…era l’imburrata che ci voleva per farmi sbudellare a fondo… adesso si che m’arriva fino in gola ad ogni botta questa minchia micidiale… mi riempie fino in bocca di cazzo…tra poco parto cornutazzo coglione…” e infatti il pappone stantuffava come un mandrillo scatenato e m’aspettavo che riempisse le budella di mia moglie da un momento all’altro. Invece il porco sudato al colmo della monta puntellandosi ai fianchi della vacca scosciata le sturò di colpo il culo ricacciandole senza pietà la gigantesca nerchia fumante dal retto con un risucchio schifoso e uno scoppio di tappo osceno accompagnato dall’urlo delirante della troia squartata che rimase a chiappe larghe mostrando alla cinepresa con cui la filmavo lo sfintere spalancato come una oscena gallerie scura largo come una tazza di cesso. Era una vista sconvolgente e prima che la rondella potesse richiudersi il porco grugnendo le sparò in culo una sborrata da cavallo tenendosi la ceppa a due mani come un cannone. Gli schizzi bianchi densi e fumanti le scomparivano nelle viscere allagandole a bordate successive mentre il pappone si mungeva la ceppa equina scolandole in culo tutto il sugo dei suoi coglioni da toro. Io sbalordito da quelle scariche collose continuavo a filmare e con mio schifo vidi che una volta scolate le ultime gocce filanti nel cratere aperto tra le chiappe di mia moglie quel maiale tenendosi la mazza le pisciò anche nel foro largo ridendosela. Il getto fumante di piscio riempì il retto della puttana che senza schifo si teneva le chiappe larghe colle mani mentre una mare di liquidi fumanti le traboccava dal foro anale spalancato mentre lei scorreggiava scolando per terra e allagandole il fracosce con sbrodolate viscide.

Finita questa porcata il bastardo ammirando il tremendo buco spalancato tra le chiappe impiastrate della troia accasciata disse soddisfatto che andava bene così e prese il film da mostrare ai clienti e se ne andò dicendomi che se mia moglie me lo permetteva potevo anche montala ma io che nonostante lo schifo ero arrapato e le volevo salire in panza mi beccai un solenne vaffanculo condito da altri insulti della mignotta che da gran maiala sfottendomi incazzata per sfregio mi scorreggiò addosso un gran peto impiastrandomi di robaccia merdosa espulsa dalle sue viscere ricolme e dovetti accontentarmi dell’ennesima sega frenetica con gli occhi pieni delle scene sconce appena viste.

Dopo un po di tempo il pappone disse alla bagascia che i clienti avevano visto il film e l’avevano prenotata per una serie di porcate pagando una forte somma e ce li avrebbe portati la sera e così fece ma la zoccola che si aspettava un gruppo di montoni arrapati che l’avrebbero trombata e inculata a morte ebbe invece una sorpresa. Infatti quella sera si presentarono un vecchio ancora in gamba con la moglie gran figa bionda e autista negro. Sia io che la mignotta restammo sorpresi e curiosi di vedere che razza di porcate avrebbero richiesto quei tre e ben presto ci fu tutto chiaro.Il vecchio non armava e quindi faceva montare la moglie che doveva essere una gran porca dal negro che aveva una mazza enorme ma dato che voleva ingravidarla aveva scelto la mia puttana per farselo tirare. Al suo comando io dovetti mettere la mia troia di sponda sul letto e dopo averle sputato in mezzo alle chiappe gliele tenni larghe colle mani esponendo il suo buco del culo alla nerchia del pappone che intanto si era fatto spompinare dalla moglie del vecchio. La zozza alla vista di quella mazza asinina aveva sbarrato gli occhi allibita e leccandosi le labbra arrapata come una maiala s’era subito buttata a sugarsela con risucchi libinodosi intostandola in un baleno.

Così armato il pappone al via del vecchio aveva appuntato la mostruosa cappella sullo sfintere di mia moglie e con una botta micidiale l’aveva inculata sfondandole il culo brutalmente. L’urlo acuto della vacca sbudellata all’incornata bestiale e gli strilli rauchi alle pompate brutali con cui il pappone le schiaffava in culo la sua nerchia mostruosa cominciavano a fare il loro effetto e vedevo la fava nodosa del vecchio cominciare a intostare mentre io e il negro eravamo già armati come mandrilli davanti a quell’inculata bestiale. La moglie del vecchio guardava infoiata sditalinandosi la patacca fradicia e vedevo che il sugo di figa le scolava lungo le cosce. Al cenno del vecchio il negro mise la maiala scosciata sul letto davanti alla faccia sudata della mia puttana che cominciò a slapparle la sorca con slinguate golose che mandavano in estasi la zozza. Quando la porca arrapata dal leccaggio di figa non ne potè più chiamò il negro alla monta e lui tirandosi le sue gambe spalancate sulle spalle le infornò il suo battacchio fino alle palle nella sorca fradicia e cominciò a trombarsela stantuffandole in panza a tutta forza infoiato dalle leccate di palle che la mia zoccola gli dava da sotto anche se scossa dal pompaggio anale brutale del pappone che continuava a limarle le budella con forza. Il negro dopo averla chiavata a fondo cominciò un altalena oscena sfilandole dalla fregna larga il suo manico tosto e ficcandoglielo in culo alternativamente con un colpo in figa e uno in culo.

Dalla facilità con cui vedevo che la femmina si beccava quella mazza enorme nel sedere capivo che la mogliettina del vecchio doveva farsi lucidare la canna del culo spesso e di brutto da quella bestia cazzuta e anche se stillava ad ogni inchiappata si teneva aggrappata al negro per beccarsi tutta la sua stanga lucida di umori anali e vaginali che le scorreva nei buchi con un rumore di pompa arrapante. Il vecchio davanti a quelle porcate stava finalmente armando la sua fava e anche se non era tosto abbastanza per infilare le puttane ordinò al pappone di lasciargli il posto e quando lui ebbe sculata mia moglie con un risucchio osceno si accomodò dietro alle sue chiappe che la zozza dovette tenergli ben slargate colle mani. Al suo comando io umiliato dovetti impugnare il suo salame e indirizzarlo nel cratere scuro del buco del culo di mia moglie sfondato dalla nerchia del pappone e il vecchio cominciò a ficcargli la fava dentro. Il suo nerbo era abbastanza tosto da entrare lentamente ma dovetti sputargli più volte sulla ceppa per aiutare la sua infilata. La troia esperta lo aiutava spingendo le chiappe indietro e poco alla volta il cazzo del vecchio le entrò in culo per più di metà e lui cominciò a pomparle dentro tenendola impugnata per le grosse pocce. Mentre le dava in culo il vecchio porco mi ordinò di segarlo e dovetti subire anche questa porcata mettendomi dietro di loro e dopo essermi imburrato il braccio cominciai a lavorare la fregna di mia moglie fistandola e infilandole in panza la mano come un cazzo. La maiala smaniava sculettando sotto quella doppia infilata e io la fistai senza sforzo approfittando della dilatazione della sua sorca sfondata e sbrodolata da quei servizi sconci. Quando fui tutto in panza alla vacca ruotando la mano riuscivo a prendere in mano la mazza del vecchio attraverso la sottile parete che ci separava e impugnandola cominciai quella sconcia sega in panza alla mia zoccola che mugolava con rutti sonori sfondata da quella doppia infilata. Sentivo la ceppa del vecchio intostare sempre più con quella sega oscena e diventare dura e tesa e anche il suo pompaggio anale diventava sempre più deciso e potente dato che il suo lungo cazzo nodoso ormai le entrava nelle chiappe fino alle palle ad ogni colpo.

Quando il vecchio porco col manico in tiro si fu saziato del culo di mia moglie ordinò al negro che intanto s’era sbattuta la padrona a fondo in ogni buco di fargli posto e appena quello ebbe sfilata la femmina il vecchio ricacciò la sua ceppa tosta dalle budella della mia troia e si accomodò dietro alle chiappe della moglie che s’era messa a fianco della mia nella stessa posa culo all’aria. Aiutato dal negro che gli indirizzava la mazza gliela appuntò sulla sorca fradicia e spalancata dalla chiavata del negro e gliela ficcò in panza spingendo deciso fino a buttargliela tutta dentro. Poi cominciò a chiavarsi la moglie a gran colpi profondi e pensavo che l’avrebbe sborrata presto ma invece lui le dava in fregna a tutta forza aiutato dal sugo di figa che la zoccola scolava abbondante e le sbatteva in panza il cazzo fino alle palle ad ogni colpo con un ritmo potente. Mentre il vecchio fotteva la moglie il negro diede la stanga da sugare a mia moglie per tenerla tosta sapendo quello che sarebbe seguito e lei se la slappava golsamente leccandosi le gocce di libidine che ne scolavano fino a quando il vecchio che sudava sbuffando e sparando gran colpi in fregna alla giovane moglie gli fece un cenno e allora il negro si mise dietro di lui e gli appizzo la gran ceppa tra le natiche e aiutato dal pompaggio del padrone lo infilò con pochi colpi duri inculandosi il vecchio che grugniva arrapato sopra la moglie.

Il vecchio ormai con quel palo nel deretano era intostato al massimo e pompava in panza alla moglie con una chiavata furibbonda fino a quando con dei grugniti rauchi si scaricò sborrandole in figa tutta la sua goduta ficcato dentro fino ai coglioni. Il negro sentendo il padrone sborrare accelerò la sua inchiappata e scaricò la sua sborrata in culo al vecchio che sotto gli schizzi di quel cannone riuscì a farsi anche un’altra schizzata in fregna alla moglie. Sussultando si scaricò per parecchi minuti e quando ebbe finito di sborrare le ricacciò dalla sorca la sua ceppa smollata grondante liquidi vischiosi stendendosi a riposare mentre il negro dopo avergli sfilato dalle natiche il suo battacchio si ricompose e aiutò la padrona che sconvolta giaceva a cosce larghe a ricomporsi. La puttana dopo aver spurgato tutta la sua goduta alla fine si rialzò e i tre soddisfatti se ne andarono dopo aver ringraziato il pappone e la mia troia per averli aiutati a ingravidare la giovane signora che speravano avrebbe finalmente figliato e noi pensavamo che sarebbe finita lì.

Invece il giorno dopo restammo sorpresi quando vedemmo arrivare la signora col suo negro da monta e pensavamo avesse dimenticato qualche cosa ma restammo stupiti quando lei tranquillamente ci disse che voleva essere chiavata e sborrata da me e dal pappone per essere ben sicura di essere ingravidata perché non contava troppo sulla sborrata del vecchio marito ma non poteva farsi ingravidare dal negro che la fotteva regolarmente. La scusa era buona ma noi pensammo subito che la vacca era stata troppo arrapata dalla ceppa mostruosa del pappone e voleva godersela dato che il vecchio non gliene aveva dato modo e naturalmente essendo una bella figa il pappone arrapato fu subito d’accordo e mentre io da recchione dovetti armare la nerchia del negro la giovane signora si buttò a sugare avidamente la mostruosa mazza del pappone facendoci capire che era quello il suo scopo principale dopo averlo visto all’opera la volta precedente. Mia moglie assisteva leccandosi le labbra e già pregustava la ceppa nera pronta a beccarsi quel tarello mentre io e il pappone facevamo la festa alla giovane vacca.

Lei era arrivata già eccitata e scolava dalla figa rivoli di sugo mentre attaccata a due mani al palo enorme del pappone lo sbocchinava leccandolo tutto palle comprese. Dato che avevamo tutti i cazzi in tiro la giovane vacca si stese sul letto nuda a cosce larghe ma per timore di quella ceppa equina ci chiese di essere prima montata da me e dal negro per prepararsi la figa alla sfondata estrema di quel calibro asinino. Forse pensava di farsi chiavare a turno ma io con un’occhiata mi intesi col negro e le andammo sopra insieme leccandola e pocciandola arrapati. Il negro si stese col cazzo duro tenuto dritto dalla mia troia e la signora si sedette con una smorfia sulla colonna nera che le sgusciò in culo con un peto sonoro accolta dal suo strillo strozzato. S’era impalata sul grosso cazzo del negro sino alla radice evidentemente abituata a beccarsi quel gran salame su per le chiappe e si abbandonò a cosce larghe col manico nero affondato nelle budella che faceva un bozzo vistoso sul suo ventre piatto: Io arrapato da quella porca offerta sconciamente le andai tra le cosce e le infornai la mia fava tosta senza sforzo nella fregna fradicia fino a ficcargliela dentro l’utero con un colpo secco. Sentivo il mio cazzo scivolare accanto al palo del negro che le stirava le budella e infoiati come mandrilli cominciammo a pomparle in panza ritmicamente chiavandola e inculandola in doppio. La zoccola scossa dai nostri colpi sussultava con strilli rauchi arrapati e scosciandosi al massimo aiutava la pompata dei nostri manici che le frugavano i buchi a fondo. La signora era una gran chiavatrice e la sua sorca mi risucchiava il cazzo a fondo e lei si faceva trombare stringendosi le pocce e smaniando di libidine sotto i nostri affondi e guardava con gli occhi sbarrati il pappone che intanto aveva infilato la sua nerchia tosta nelle chiappe di mia moglie e se la stava inculando lento e profondo in attesa di prendere il mio posto e chiavarsi la femmina.

Vedere quella stanga mostruosa entrare e uscire dalla rondella spanata della troia doveva spaventare e infoiare in modo incredibile la giovane vacca perché la sentivo scolare come una fontana e dopo averla chiavata a sazietà le schiaffai in fregna la mia sborrata scaricandole le palle nell’utero alla faccia del vecchio marito cornuto come me subito seguito dal negro che le sborrò nelle budella schizzandole il sugo delle sue palle in fondo al culo. Le pulsazioni dei nostri due cazzi che sputavano sborra nelle sue viscere la fece sborrare arrapata come una maiala e scossa da un tremito le sentimmo scaricare la sua goduta sui nostri cazzi svuotati. Una volta svuotate le palle mi rialzai sfigandola e anche il negro le sfilò dal culo il suo palo e mentre noi due restavamo con i cazzi grondanti a guardare la scena il pappone sturò il buco del culo di mia moglie brutalmente con un risucchio sonoro e brandendo la spaventosa nerchia lucida di umori anali a due mani si piazzò tra le cosce larghe della zozza che guardava spaventata quella proboscide nodosa che doveva beccarsi in panza e rialzandole le gambe sulle spalle le appuntò la cappella enorme sulla patacca slargata che scolava dal buco aperto. Con una botta potente il porco le affondò in fregna la sua mazza equina accolto da un urlo strozzato della vacca che si contorceva sotto le spinte brutali con cui il pappone aggrappato alle sue pocce le ficcava in fregna l’enorme cazzo nodoso senza darle respiro. Con una serie di botte dure il porco le schiaffò in panza il gran randello stirandole la sorca all’inverosimile fino ad affondargliela tutta fino alle palle nonostante la zoccola cercasse di respingerlo e lo pregasse tra guaiti acuti e singhiozzi di sfondarla piano. Una volta chiavata la sorca a fondo il porco sadico cominciò a pomparle in fregna come un bruto senza darle retta e anzi arrapato dai suoi gemiti e la sua chiavata bestiale tramutò poco a poco i lamenti della zozza in guaiti di gusto e rauchi incitamenti ad essere sbattuta sempre più forte e a fondo e lui eseguiva stantuffando in panza alla signora come un mandrillo infoiato come faceva sulla mia troia che assisteva alla scena spompinando il negro per riarmarlo. Visto come lo aiutava a sfondarle la fregna sculettando e stringendolo il pappone capiva bene che la puttana era ormai infoiata da qualla trombata bestiale e per lavorarsela più a fondo la sfigò ricacciandole dalla sorca spalancata il suo nerbo lucido di sugo di figa.

La zoccola gemette delusa ma lui la mise a pecora e dopo averla fatta appoggiare bene le sbattè l’enorme cazzo in figa come un bruto sfondandole la patacca fino ad arrivarle alle ovaie e ricominciò a pistarle in corpo come un ossesso con tonfi sordi accompagnati dallo schiocco delle grosse palle pelose che sbattevano nel fracosce della vacca e dai risucchi umidi della sua sorca sfondata ad ogni colpo violento. Lei ruttava colma di carne tosta e resisteva alle botte che le sparava in figa quel porco supercazzuto puntellandosi come poteva accompagnando la bestiale chiavata con rutti e gemiti da scrofa che ci facevano capire quanto si stava godendo quella sgarrata di sorca brutale. Il pappone la chiavò a sazietà pompandole in panza senza sosta e alla fine accelerando un ritmo furibondo le annunciò la sborrata invitandola a scaricarsi anche lei e grugnendo arrapato le sparò in fondo alla sorca sbrillentata una sborrata enorme che la fece strillare estasiata mentre anche lei onorava quel mostruoso cazzo che le aveva spaccato la figa di una gran goduta contorcendosi e gemendo come una maiala. Il pappone tenendosi ai suoi fianchi le annaffiò l’utero con una serie di bordate dense e calde che doveva sentirsi arrivare fino in gola ficcato nella sua patacca scolata fino ai coglioni e le ricacciò il cazzo dalla sorca solo quando fu sicuro di averle messo in corpo anche le ultime gocce di sugo di palle.

Quando l’immane nerbo le sgusciò fuori dal buco della sorca spalancato la signora dimostrò la sua troiaggine girandosi e imprecando come una bagascia imboccò la cappella gocciolante sugandosi golosamente le scolate collose che ne scendevano e lucidandogli poi la stanga nodosa a slinguate fino a ripulirgliela lucidandola di saliva che poi la puttana si leccò golosamente dalle labbra e dalla faccia impiastrata. Il pappone le disse:”… cazzo bella figona mia… se non sei ingravidata dopo questa abbuffata di sborra mi gioco le palle… te n’abbiamo messa tanta in corpo di sborra da fare un esercito di figli… alla faccia del tuo vecchio porco marito… sei piena di sugo di cazzo fino in gola… hai una gran sorcona da puttanazza di lusso… te la devi far lucidare dal tuo negro da monta più volte al giorno vero?… e quel grosso salame nero te lo devi gustare di brutto su per le chiappe… se c’hai coraggio ti faccio assaggiare il mio … visto come ti sei goduta la rotta di figa goditi anche la sgarrata di chiappe per essere una vera troia sfondata davanti e dietro… ” Io pensavo che la giovane zoccola avrebbe rifiutato quell’offerta sconcia impressionata dalla mazza paurosa del pappone ma vedevo che lei mordendosi le labbra era tentata da quell’esperienza estrema anche se aveva paura di farsi rovinare il deretano. La sua voglia oscena era evidente ma alla fine la signora ci disse che per quella volta era piena e se ci ripensava ci sarebbe venuta a trovare.

E così fu ma questa è un altra storia e la racconterò in seguito.

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