Skip to main content
Orgia

La Baia

By 6 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La Baia

cap.1) La baia e la panchina

“Siamo finalmente arrivati!” penso mentre giungiamo in vista di Baia Silente.
Splendida giornata di metà settembre. Ultimi spiccioli di vacanza da godere in tutta tranquillità, Elena ed io, in questo posto quasi fuori del mondo, in cui fermarsi con la barca e rimanerci fino a quando non sono stemperate tutte le tossine di un anno di vari casini.
Ci siamo già stati, qui: è un posto consigliatoci da amici greci che ce ne hanno rivelato l’esistenza con esitazione, nel timore che lo rivelassimo ad altri e cambiasse la sua natura di oasi solitaria e tranquilla.
“Ci sono barche in vista?” chiedo a Elena che, a prua, prendeva il sole, nuda e che si è alzata dalla sua postazione per guardare avanti.
“No! Niente in vista!” esclama contenta. Si volta verso di me e mi chiede se deve rivestirsi.
La guardo. Mi emoziona sempre guardarla. Ha un corpo maturo, gambe slanciate, tette grosse con capezzoli grandi e rotondi, la fica – la parte di lei che mi piace di più – pronunciata, depilata in modo da lasciarle un piccolo ciuffo di peli, dalla forma e dimensioni di un dito, sul ventre. E’ ancora abbronzata e la traversata ha rinvigorito la sua abbronzatura.
Vorrei dirle di rimanere nuda, ma prevale il pudore ‘. e l’incertezza su cosa troveremo oltre il frangiflutti.
” Rivestiti!” le grido, e lei mette il bikini che io preferisco, così minuscolo e ridotto che è quasi come non averlo.
Rallento l’andatura e mi preparo all’ormeggio. Elena viene a poppa, si avvicina a me e mi abbraccia, aderendo con il suo corpo al mio.
” da ora e per tutta la prossima settimana voglio essere felice” mi dice stringendomi. Poi mi bacia sulle labbra, si stacca da me e comincia l’operazione della sistemazione dei parabordi. Nel fare questo, come sempre, il minuscolo tanga si sposta, lasciando scoperto il culo e mettendo la fica ben in mostra, quando lei si sporge in avanti, piegandosi.
Anche i seni restano a malapena contenuti nel reggiseno dal quale si intravedono chiaramente le grosse aureole.
Non mi preoccupo della visione che offre, sia perché mi piace esibirla che per il fatto che il moletto, verso il quale dirigiamo, appare completamente deserto, come deserta appare la spiaggia, priva di qualsiasi ombrellone. Accosto al moletto, Elena salta a terra e lega la cima di prua all’anello del molo, poi viene verso poppa, prende la cima che io le passo e la infila nell’anello, passandomela per legarla a doppino.
Nel fare questo si piega verso terra, a gambe larghe, mostrando completamente il suo sesso aperto e gonfio ed il solco del suo culo.
Prendo le cime e lego la barca, poi sistemo i parabordi e scendo a terra. Le metto un braccio sui fianchi, stringendola a me mentre mi guardo intorno: tutto deserto. Le uniche barche ormeggiate al moletto sono quelle dei pescatori nostri amici, per il resto non c’è traccia di presenze umane.
“E’ magnifico! Non trovi?” le chiedo soddisfatto. ” veramente magnifico! ” mi risponde convinta.
“Prepariamo qualcosa da mangiare?” le chiedo. E lei : ” dopo, però, andiamo in spiaggia a prendere il sole'” ” Ottimo programma!” le rispondo, felice.
Risaliamo in barca e Elena toglie il bikini, allaccia un pareo alla meno peggio e si mette ai fornelli.
Scendo in dinette, mi lavo e comincio ad apparecchiare in pozzetto. La giornata è splendida: sole caldo e temperatura mite, cielo terzo, senza una sola nuvola.
Il mare è cristallino, di un verde trasparente e leggero.
“E’ pronto!” mi grida Elena. Scendo ad aprire una bottiglia di vino che prendo gelata dal frigo, e poi la porto su, insieme ad una bottiglia d’acqua. Elena è già seduta ed ha fatto le porzioni. “Quasi quasi non mettiamo a mare il tender” dico io dopo aver valutato la situazione. ” ma sì! – mi risponde – possiamo andare a fare il bagno a piedi, sulla spiaggia deserta o spostarci con la barca’. tanto non c’è nessuno!” Io annuisco e mi lancio, affamato, sull’insalata.
Mangiamo di gusto e beviamo con altrettanto piacere. Elena mi chiede di controllare la temperatura dell’acqua di mare. ” ventiquattro gradi” le dico sorpreso.”wooh” esclama felice .”finisco di sparecchiare,un riposino…e poi in spiaggia!” “ok!” le dico,convinto .
Lascio a malincuore il pozzetto e torno sottocoperta.
“vado un attimo al bagno !” dice Elena,ed io mi vado a stendere in cuccetta.Mi spoglio completamente e mi stendo, soddisfatto, a braccia e gambe aperte e distese . Elena esce dal bagno ed entra in cabina. E’ nuda e bellissima . Si distende al mio fianco,pancia all’aria.la guardo:osservo i suoi grossi seni gonfi sollevarsi nel respiro, i capezzoli indurirsi per il piacevole fresco ed il monte di Venere,gonfio,ornato da corti peli neri.Ho voglia di scoparla e comincio ad accarezzarla. Lei si lascia andare e,a sua volta,inizia a masturbare piano il mio cazzo durissimo.ci baciamo intensamente,poi faccio per montarle sopra . Lei ha allargato le gambe,piegandole e sollevando le ginocchia.Mentre mi sposto per salirle sopra mi accorgo che la porta della cabina e’ aperta.”chiudo la porta? ” le chiedo a fatica . “che ti frega….” mi risponde con voce roca.”vieni” mi invita tirandomi verso lei per il cazzo.le monto addosso.lei inarca il bacino e, con la mano,punta il cazzo tra le grandi labbra . Le entro subito nella fica:e’ aperta e bagnata e rischio di venire troppo presto,per cui rallento e cerco di distrarmi. guardo verso il pozzetto e mi sembra di vedere,sul molo,qualcuno che ci guarda.
Sto per dirle quello che ho visto,ma lei, con voce roca, eccitatissima, mi dice: ” perché non prendi il nostro amico?” ( si riferisce ad un vibratore di dimensioni particolarmente grandi e di colore nero – il cazzo grosso di un negro ben fornito – che io ho comprato a Roma e che portiamo con noi per i nostri giochi). Questa sua richiesta mi eccita moltissimo, per cui scordo completamente quello che stavo per dirle, esco da lei e cerco nello stipetto sulla cuccetta il vibratore.
E’ veramente grossissimo: due volte il mio cazzo per diametro ed almeno cinque centimetri in più di larghezza.Lei è già pronta: ha gli occhi chiusi e le gambe divaricate, è aperta come sa fare quando vuole prendere il cazzo fino in fondo ed è grondante di piacere.Glielo infilo piano, prima il glande, poi sempre più dentro.Lei sussurra ” fai piano”, ma inarca il ventre per allargarsi di più. Glielo infilo lentamente tutto ed aziono il vibratore. Quando arriva fino in fondo le comincia a scuotersi come se avesse degli elettrodi nella fica ” sono la tua puttana! Sono la più grande troia del mondo!” urla infoiata, e poi mi invita ad entrare dentro di lei.Le rimonto addosso, questa volta più rilassato, e la penetro tutta, ma il mio cazzo non è all’altezza del vibratore, tuttavia lei comincia a muoversi, a dimenarsi, a respirare profondamente, ad inarcare il bacino continuando a chiamarsi ” troia” e “puttana” ed, all’improvviso, urla ” sbattimi forte, che vengo!” E viene con un orgasmo squassante, intenso, gridando un siiiii prolungato, al quale fa seguito il mio orgasmo, con una sborrata nel profondo della sua fica.
Subito dopo, guardo fuori e mi accorgo che la mia sensazione di prima era reale: sul molo c’è un ragazzetto, a prima vista mi sembra di quindici- sedici anni, che guarda con interesse le performance di Elena e che, incrociato il mio sguardo, sparisce subito.
Poi sento il rumore di una bici che si allontana.
” Avevo ragione” Dico a Elena. “C’era un ragazzo che ci guardava”. “Buon per lui”, dice lei, ” Vuol dire che ha visto come è fatta una vera donna italiana”. Rassicurato dalla sua calma, mi rilasso e ci mettiamo a fare una breve pennichella.
Ci risvegliamo nel tardo pomeriggio. Il sole è già basso, ma Elena vuole ugualmente andare in spiaggia a prendere il sole.
Usciamo dalla barca ed incontriamo il nostro amico pescatore, che ci saluta affabilmente. Poco più in là incontriamo un gruppo di ragazzi, dell’età di quello che ci stava guardando, che sono intenti a pescare, Noto, però, che la nostro passaggio il loro sguardo corre sulle forme di Elena e che tra loro scambiano, ridacchiando con fare malizioso, delle frasi in greco.
Scendiamo in spiaggia e mi prende di nuovo la magia del posto: nell’anfiteatro naturale cinto da colline verdissime, col mare cristallino che sembra un lago, la cui trasparenza è esaltata dal sole basso sull’orizzonte, sembra che il tempo rallenti ed assuma un respiro più pacato, calmo.
Percorriamo la spiaggia deserta fino in fondo, dal lato opposto rispetto a quello della barca. Stendiamo i teli da mare e Elena toglie entrambi i pezzi del suo minuscolo costume, rimanendo completamente nuda.
La guardo con soddisfazione, poi lancio uno sguardo verso il molo, lontano da dove siamo. Vedo il gruppo dei ragazzi ancora intento a pescare e mi distendo a prendere il sole. Elena si distende accanto a me e rimaniamo così per un pezzo, fino a quando il sole si avvicina all’orizzonte. In quel momento Elena si alze e si avvia in acqua. Nuota un poco, poi comincia a fare quello che lei chiama ” acquagym”, ossia dei saltelli in acqua, con l’acqua che le arriva ai fianchi. In questo caso, essendo nuda, ad ogni saltello le ballonzolano le grosse tette mature che, complice la frescura serale, presentano dei capezzoli induriti e grossi.
Mi chiama a gran voce. Io mi rialzo pigramente e, meccanicamente, mi guardo intorno. Vedo subito sulla spiaggia il gruppo dei ragazzi a meno di dieci metri da noi. Allora entro in acqua e chiedo a Elena di rivestirsi. ” perché?” mi fa lei. ” Perché ci sono quei ragazzi” le dico io. “Cosa vuoi che mi importi di loro?Io sto bene così, e poi lo sai che chi mostra gode e chi guarda’..”Ancora una volta mi sorprende la sua testardaggine e la voglia di fare il contrario di quello che le dico.
Mi arrendo. Entro in acqua e me ne vado a nuotare.
Mi allontano un poco, continuando a tenere d’occhio la situazione. Elena continua a ballonzolare in acqua, mentre in acqua sono entrati anche i ragazzi, che si sono messi a giocare vicino a lei.
Continuo a nuotare, poi vi volto per rientrare. Vedo che Elena è stata circondata dai ragazzi, che la stanno schizzando con l’acqua. Lei si copre gli occhi e dice di smetterla, ma loro, ridendo forte, continuano nel gioco, avvicinandosi sempre di più a lei.
Allora si decide a chiamarmi, ma io faccio finta di non sentire, per punirla della sua testardaggine.
I ragazzi sono oramai a contatto con le, la circondano da vicinissimo e, come mi accorgo avvicinandomi lentamente, la toccano spudoratamente.
Elena ha un braccio sulle tette, che non riesce a coprire e che sono oggetto di continue e ruvide carezze da parte dei ragazzi. Con l’altro braccio si copre la fica, mentre i ragazzi ne approfittano per toccarla da dietro, accarezzandole il culo e scendendole fra le natiche, fino alla fica, da dietro.
Decido che è meglio finirla lì, allora chiamo a gran voce Elena. Alla mia esclamazione i ragazzi si allontanano da lei e, simulando di continuare nel gioco, tornano verso la spiaggia e si allontanano da noi.
” Dove cazzo eri finito?” mi urla Elena inviperita. “Stavo nuotando” le rispondo candidamente. “Lo sai che quei porci mi hanno toccata dappertutto?” mi dice lei ed io, perfido:”non sempre chi mostra gode! Qualche volta gode anche chi guarda, se poi riesce a toccare”.
Lei è incazzata nera. “Andiamocene” mi dice.
” va bene” le rispondo, “ma permettimi di dirti che te la sei voluta tu”.
“Ecco, mi dice lei, come sempre sono io la puttana della situazione”.
Si riveste, raccogliamo gli asciugamani e torniamo alla barca senza parlarci.
Decido che sarebbe stato meglio andare in trattoria e convinco Elena a fare la strada in salita fino alla nostra trattoria. Dopo esserci inerpicati sulla collinetta, arrivati alla trattoria abbiamo la sorpresa di trovarla chiusa. E’ tutto buio e non c’è anima viva.
Ridiscendiamo verso la barca e prepariamo una cena rapida con quello che abbiamo.
E’ una serata bellissima. Il cielo è stellatissimo e dopo un poco sale una luna quasi piena a rischiarare a giorno la baia tranquillissima.
“Domani sarà luna piena” mi dice Elena. “E’ splendido” dico io, convinto e poi le dico che dovremo andare domani in paese a comprare qualcosa da mangiare: ” Speriamo che ci sia la corriera” dice saggiamente Elena. “Se non c’è compreremo del pesce dal nostro amico” le rispondo.
Poi ci sediamo in pozzetto a goderci la serata. Dopo un poco cominciano ad arrivare i pescatori, che lanciano a mare le loro lunghe lenze, restando poi in attesa. Uno di loro ci saluta in italiano” Buonasera” gli rispondo, riconoscendolo come uno di quelli che avevamo incontrato a luglio e che non aveva nascosto la sua ammirazione per le grazie della mia donna.
Andiamo a letto dopo aver bevuto un ultimo bicchiere.
La mattina dopo mi alzo presto, come sempre, ed esco a cercare il nostro amico pescatore. Un’altra splendida giornata sta nascendo dalle montagne che ci circondano. Il pescatore rientra dalla pesca e mi fornisce dell’ottimo pesce che pulisco subito, non dopo aver appreso che il pulman per il paese non funziona a settembre e che in questo periodo non sono aperti i locali di Baia Silente.
Andiamo a fare il bagno nella nostra caletta.
Elena può così rimanere molte ore nuda a prendere il sole. Rientriamo in barca verso l’imbrunire.
Sul moletto non c’è anima viva.
Elena ne approfitta per togliere il costume e fare la doccia nuda sullo spoiler di poppa.
Poi torna in barca e prepara il pranzo.
Pranziamo ( o ceniamo, vista l’ora) con grande appetito.
Poi decidamo di fare due passi.
“chiudiamo la barca?” chiedo a Elena nello scendere.
“Ma no! Non c’è nessuno qui intorno e noi siamo a vista rispetto alla barca”.
Lascio aperta la barca anche per togliere la puzza della frittura di pesce che avevamo preparato e ci avviamo per la nostra passeggiata.
Nel salire lungo la strada mi accorgo della presenza dei ragazzi del giorno prima e sfotto Elena. “Sono tornati quasi alla stessa ora per vederti fare acquagym!” le dico. E lei: “Vaffanculo!”
I ragazzi ci ignorano e vanno verso il moletto, mentre noi proseguiamo nella passeggiata.
Rientriamo che è quasi buio. Ci sediamo in pozzetto ed osserviamo sorgere la luna pina. Lo spettacolo è meraviglioso e restiamo a guardare in silenzio, anche dopo l’arrivo di un più numeroso gruppo di pescatori ( sono sei ) che lanciano le lenze a mare. Insieme ai pescatori, questa sera, ci sono anche i ragazzi che avevamo visto prima, anche loro intenti a pescare, anche se parimenti intenti a lanciare significative occhiate verso Elena, distesa nel pozzetto.
“E’ tardi!, andiamo a nanna!” le dico.
” Va bene! .- Dice lei- però una notte così ti invoglia a restare fuori fino a tardi.
Mi alzo per primo e scendo in barca.
Appena accesa la luce, mi prende quasi un accidente: sulla barca, seduto sul divano, c’è il famoso pescatore ” guardone” di luglio.
“Che ci fai qui?” gli grido contro. “Esci immediatamente, ladro!”
“Piano con le parole, mafioso!” mi affronta lui. “Statti attento a quello che dici.” Si alza e viene verso di me brandendo il coltello da cucina con il quale avevamo preparato il pesce.
“Cosa vuoi, soldi?” gli chiedo io, indietreggiando verso la scaletta.
“I tuoi soldi li puoi tenere, mafioso. ” Mi risponde lui.
“Vogliamo solo divertirci un poco con la tua troia”.
“Elena” grido disperato verso di lei, senza avere risposta.
Allora mi volto.
Elena è nel pozzetto, le braccia serrate dietro le spalle da un uomo che la immobilizza con un braccio e con l’altro le copre la bocca per non farla gridare.
L’uomo la fa scendere sotto coperta. Poi la fa sedere a forza sul divano. L’altro uomo, quello che mi minaccia con il coltello, mi fa cenno di salire sopra. Io non voglio lasciare Elena giù con loro, ma mi accorgo che anche il greco vicino a Elena ha un coltello, puntato sulla gola della mia donna.
Allora risalgo lentamente le scale e, appena fuori, vengo afferrato da due dei ragazzi che avevamo incontrato sulla spiaggia e trascinato a poppa.
Mi vengono legate le mani al paterazzo e vengo lasciato, in piedi, le mani legate in alto e le gambe legate per le caviglie al pulpito di poppa.
Sono immobilizzato, ma posso vedere bene cosa succede in barca.
Hanno acceso tutte le luci della barca. Elena è seduta sulla piccola panca di fronte alla paratia, spalle alla cucina. Sullo stesso divanetto, poco più verso prua, è seduto uno dei ragazzi, quello che avevo visto guardare in barca mentre facevamo l’amore il primo giorno che eravamo arrivati.
Dietro Elena c’è uno degli adulti, che le punta un coltello alla gola. Gli altri, ad eccezione di due ragazzini che stanno rovistando tutta la barca, sono seduti intorno al tavolo del quadrato, sui divani.
Elena è terrorizzata e guarda gli uomini ed i ragazzi parlottare fra di loro, ridacchiando sguaiatamente.
Ogni tanto guarda verso di me con fare implorante.
Posso sentire ogni voce, ogni fiato: la notte è immota, la luna alta nel cielo e le sole voci che risuonano nella rada sono quelle di coloro che si trovano sulla barca.
Il pescatore che mi ha bloccato (lo chiamavamo “il guardone” a luglio) ad un tratto dice, rivolto a Elena: ” Troia, servici da bere!” Elena si alza – la seguo con lo sguardo – e l’uomo si alza accanto a lei per controllarla. Poi dice qualcosa in greco agli altri, che fanno ampi segni di assenso con il capo. E, rivolto a Elena, le dice, in italiano: ” i miei amici vogliono che tu li serva coma una troia in un night! Spogliati!” Elena, istintivamente, porta il braccio verso il seno e l’altro braccio sull’inguine e ” sei pazzo!” esclama, fiera.
Ma l’uomo, rivolto ai ragazzi, dice: ” forza, spogliamola noi”. I quattro ragazzi si alzano e circondano Elena.
Due le bloccano le braccia dietro la schiena, mentre gli altri due le sbottonano la camicetta, suscitando ad ogni bottone tolto urla e fischi di incitamento ed approvazione. I grossi seni di sembrano sbocciare all’improvviso, splendidi frutti maturi, sodi e gonfi, dalla camicetta aperta.
I due ragazzi che la tengono per le braccia sfilano, una per volta, le maniche della camicetta, lasciando Elena con il busto completamente nudo.
Penso con terrore al fatto che, subito dopo, le sfileranno la gonna e spero che Elena non sia nuda, sotto.
I due ragazzi di fronte a lei, incuranti del dimenarsi della mia donna, le sfilano la gonna: come temevo, Elena è nuda, sotto. Appare la sua grossa fica ed i due che la tengono per le bracci la fanno girare verso agli altri, inarcandole leggermente la schiena, per mostrarla a tutti. A questo punto le urla di approvazione, i fischi ed i commenti in greco raggiungono l’apice.
Elena viene, allora, fatta girare su se stessa e piegare in avanti. Così anche il suo culo viene mostrato agli uomini, che replicano le manifestazioni di approvazione per lo spettacolo che viene offerto loro.
Poi “il guardone” invita Elena a servire da bere. La vedo aprire il frigo e prendere della birra, poi una bottiglia di vino e della grappa che si trova sull’altra murata, dietro il divano dove sono seduti due greci. Per fare questo si sporge in avanti, sollevando la gamba destra. Le grosse tette pendono a pochi centimetri dal viso dei greci, che non resistono: uno dei due allunga la mano, a coppa, prende nel palmo il seno, lo soppesa e commenta qualcosa, poi – capisco dall’urlo di Elena – le strizza violentemente il capezzolo, immobilizzandola in quella posizione. L’uomo seduto sul divanetto parallelo al carteggio si trova davanti l’altro seno, e comincia ostentatamente a leccarlo, soffermandosi poi a succhiare il capezzolo, mordendolo – altro urlo di Elena – e facendo il gesto di chi comunica agli altri che il cibo è gustoso e saporito.
Bloccata in quella posizione, sospesa su una sola gamba, Elena viene palpeggiata fra le cosce dal guardone, che le accarezza la fica ed il buco del culo, cercando di infilarci delle dita, senza successo.
Poi Elena riesce a prendere la bottiglia, riprende la sua posizione statica e comincia a servire da bere. Gli altri, che hanno assistito allo spettacolo fino a quel momento, però, non si accontentano di essere serviti: appena Elena giunge a portata delle loro mani la palpeggiano a piacimento, con particolare predilezione per le tette ed i capezzoli, che torturano e titillano fino a farli diventare di marmo.
Nel frattempo i due ragazzi che hanno messo a soqquadro la barca escono, trionfanti, dalla cabina di prua. Vedo che hanno in mano il fallo di gomma dei nostri giochi. Elena non può vederli, né può capire le loro espressioni. Io li vedo mostrare il cazzo al guardone, che lo prende fra le mani, lo soppesa e poi lo mostra agli altri. In quel momento Elena si accorge di quello che è successo e mi indirizza un’espressione di pura paura ed evidente panico.
Il guardone le dice ” Ti piace il cazzo, eh? Troia italiana mafiosa”. Elena abbassa gli occhi, ma lui le solleva il mento con la mano. “Facci vedere come lo succhi” le dice.
Elena vorrebbe resistere, ma capisce che non può farlo, allora prende fra le mani il fallo di gomma e comincia a leccarlo ed a succhiarlo, mimando un pompino.
A questa scena le urla si sprecano. I greci sono ormai assolutamente infoiati e li vedo che armeggiano con i pantaloni, estraendone i cazzi ormai gonfi e pronti.
“Il Guardone” interrompe la scena di Elena che spompina il cazzo e le dice ” Vieni con noi.” Lei lo guarda spaventata, ma lui la prende per una mano e la trascina prima nel pozzetto e poi a terra. Tutti gli altri uomini lo seguono.Io resto legato alla barca e li vedo dirigersi verso la cappella in fondo al porticciolo.
Accanto alla cappella ci sono due panchine. Una di queste viene spostata sotto la luce del lampione. Elena viene fatta inginocchiare a terra, con il busto poggiato sulla panchina. Io vedo il guardone toccarle il culo, poi lo sento dire qualcosa in greco. Sento gli altri sghignazzare. Poi lo vedo impugnare il cazzo di gomma e dirigerlo verso il culo di Elena. In due le immobilizzano, aperte, le gambe e poi sento un urlo lacerante. Capisco che le hanno infilato quell’arnese nel culo. Elena singhiozza disperatamente, li prega di smettere, dice che farà qualunque cosa, ma che le fa troppo male. Vedo l’uomo arrestarsi un attimo, poi lo vedo spingere con violenza il cazzo di gomma alle spalle di Elena, che urla con tutte le sue forze. Deve averglielo infilato tutto dentro, perché il cazzo non si vede più e la mano dell’uomo è aderente alla chiappe della mia donna.
Lo vedo, poi, estrarre il cazzo e rimetterlo dentro, in un su e giù che viene accompagnato dai gemiti, dapprima violenti, poi sempre più flebili di Elena, ormai spossata e squartata da quel cazzo enorme.
La scena dura per un tempo che mi sembra un’eternità, poi il guardone estrae il cazzo dal culo di Elena, le fa un gesto verso il mare e vedo che Elena vi entra e comincia a lavarsi.
Esce dall’acqua mentre tutti gli uomini, con il cazzo in mano, sembrano pronti ad avere la loro parte.
Viene di nuovo fatta inginocchiare a terra, come prima le vengono allargate le gambe e poi uno dei ragazzi, quello che ci aveva visti scopare, le si pone dietro e comincia ad incularla.
Elena urla di nuovo, con forza, ma il ragazzo la sbatte violentemente. Lei poi non urla più. Il ragazzo resiste un tempo relativamente breve, poi la lascia. Un altro ragazzo è già pronto, dietro di lui, e , mentre il primo ragazzo entra in acqua a sciacquarsi e commenta con gli altri quello che era accaduto, incula Elena con un colpo solo di reni. Elena è come colpita da una scossa elettrica, solleva di scatto il busto, grida per un attimo e poi torna a poggiarsi sulla panchina. Vedo le sue mani stringere il piede della panchina allo spasimo e ne immagino la sofferenza mentre il ragazzo la incula con ritmo continuo, dentro e fuori, dentro e fuori. Le tette di Elena sussultano ad ogni colpo, ma oramai non c’è più bisogno di tenerle aperte le gambe, perché le lascia abbandonate, inerte, senza reazione.
Anche il secondo ragazzo viene dentro di lei. Poi vedo avvicendare il terzo ed il quarto ragazzo e poi una fila di tre uomini.
Tutti la squassano con lo stesso rituale, tutti la inculano ( chi con maggiore, chi con minore foga, chi a lungo, chi per un breve tempo e tutti le vengono nel culo, a giudicare dagli urli che emettono prima di allontanarsi dal corpo della mia dolce compagna).
Infine tocca, per ultimo, al “guardone”. Guardando verso la scena non credo ai miei occhi: l’uomo ha un cazzo di almeno 30 centimetri, una specie di proboscide rivolta all’insù, ma la cosa stupefacente è che quel cazzo sembra avere la circonferenza di un braccio’
Afferra Elena per i fianchi e le solleva un poco il bacino. Elena è ancora a gambe aperte. Poi l’uomo comincia a spingere verso il suo culo. Elena ha un urlo disumano. “Fermo, ti prego!” lo implora “non farmi male! Vi giuro che farò tutto quello che volete!” ” io sono una brava troia! Ho già chiavato con altri uomini oltre mio marito e ne hanno avuto soddisfazione.Vi farò impazzire tutti!Ti prego, però! Non spingere!!!” le sue frasi sono per me come coltellate. Vorrei muovermi, ucciderli tutti. Ma non posso ed allora mi auguro che la smettano, che tornino verso la barca, che il guardone, almeno lui, non la inculi con quel cazzo mostruoso.
Il Guardone si ferma e le sue parole risuonano nella quiete della sera: “Va bene, troia!!!Accetto!!! da adesso dovrai fare del tuo meglio per soddisfarci tutti! Alla prima lamentela sulla tua condotta te lo infilo tutto dentro il culo. Adesso puliscimelo!”
Elena si volta, avvicina il suo viso al glande di quel cazzo enorme e comincia a leccare ed a succhiare. Lo spompina per un poco, fino a quando l’uomo le dice: ” Vieni!” “Torniamo in barca!”
2) La barca.
Li vedo allora in fila. Elena davanti agli altri, completamente nuda, il capo chino dalla vergogna e dietro gli uomini che l’hanno già avuta vicino alla cappelletta. La notte è luminosa, la luna alta nel cielo e la luce dei lampioni illumina la scena. Mentre si avvicinano Elena guarda verso di me.Forse spera in un mio intervento, ma mi vede legato, immobilizzato, impotente. Sale in barca. E’ nuda. Lo sperma degli uomini che l’hanno posseduta le cola dal culo.
Il guardone la segue dappresso e, quando lei entra nel pozzetto, le dice : ” guarda quel finocchio di tuo marito! scommetto che non ti ha mai vista tanto troia! MOSTRAGLI QUANTO LO SEI! Fagli un pompino!”
Elena lo guarda stupita, poi si ritrae e fa per allontanarsi da me. L’uomo, allora, le si avvicina e le dice: ” Ricordi il tuo impegno, troia?Obbedisci!” Elena abbassa gli occhi, poi mi guarda amorevolmente. Si avvicina a me e mi abbassa i pantaloncini. Tira fuori il mio cazzo moscio e comincia a succhiarmi con dolcezza. Mi accorgo che non reagisco alle sue carezze ed alla sua bocca. Lei, allora, si impegna di più: mi prende il cazzo fra le mani, lo smanetta un poco mentre mi succhia con una maestria ed un impegno insolito. Finalmente il mio cazzo si rizza e comincio ad avvertire il piacere che monta. Elena ora succhia voracemente, sapientemente. Risucchia il mio cazzo ogni volta che risale con le labbra sull’asta, ne accarezza con la lingua il prepuzio, mi accarezza le palle con la mano, poi me le succhia, mentre con la mano continua ad andar su e giù sul cazzo.Sento che sto per venire e lo sente anche lei, che si ritrae dal mio cazzo.la mano del Guardone la spinge di nuovo verso di me. La costringe a prendere il cazzo in bocca, la immobilizza con i mio cazzo quasi in gola, poi la guida su e giù fino a quando non vengo. Le scarico in gola una sborrata copiosa, che Elena è costretta ad inghiottire per non restare soffocata. La vedo deglutire con disgusto il mio sperma, che le cola fra le labbra. Si rialza e mi abbraccia. Poi mi bacia: sento il sapore del mio sperma nella sua bocca.
” Adesso basta, troiaa! Ha goduto abbastanza!” E rivolto agli altri :” slegatelo! – dice – fategli vedere cosa succede alla sua donna!”
Mi slegano, mentre Elena viene trascinata giù in barca.
Tutti gli uomini ed i ragazzi sono ora nel quadrato della barca, dal quale erano scesi trascinando Elena fino alla cappelletta.
Elena è in piedi, appoggiata al tientibene della cucina, mentre gli uomini hanno preso posto sui divani.
“Vai a lavarti,zoccola!” le intima il Guardone, che ha assunto il ruolo d capo di quel gruppo di maiali.
Vedo Elena che entra nel bagno del quadrato ed uno degli uomini che le impedisce di chiudere la porta. Sento il pulsare dell’autoclave, le risate e le grida di scherno degli astanti, che hanno rivolto lo sguardo verso il bagno per godersi lo spettacolo.
Elena esce dal bagno, il corpo asciutto ed i capelli ancora bagnati.
Il Guardone le si para davanti e comincia ad accarezzarle il seno. Poi improvvisamente lo stringe nella mano, strappando a Elena un grido di dolore. “Hai delle tette magnifiche, troia!” le dice” adesso mostraci come te le succhi e come diventano duri i tuoi capezzoli.”
Conosco bene Elena, e so della sua vergogna persino a mostrarsi a me in atteggiamento di masturbazione e percepisco con quanta violenza verso se stessa cominci ad accarezzarsi i seni, a titillarsi i capezzoli ed a leccarsi le areole.
Nonostante i suoi sforzi, tuttavia, i capezzoli non le si gonfiano.Il Guiardone, allora, le si avvicina e comincia ad impastarle con le mani i seni, poi prende fra i polpastrelli i capezzoli e comincia a tirarli con forza. Elena urla ma lui continua. Quando allontana le mani dal corpo della mia donna i suoi capezzoli sono irti, duri, gonfi.
“Avete visto che splendide tette?” dice rivolto agli altri. ” “Ora sapete come dovete fare! Tocca a voi!” Elena viene circondata nuovamente dal gruppo dei maschi, che cominciano a toccarle i seni, a stringerle con forza i capezzoli, a leccarla e succhiarla. Lei mi appare come sommersa da una marea: fino al collo attorniata da uomini che la toccano in ogni parte del suo corpo, la testa rivolta verso di me, con lo sguardo implorante.
Mi coglie forte il desiderio di intervenire per difenderla, e faccio il gesto di scendere. Due mani mi boccano.”Vuoi tornare a stare legato e vuoi che la tua troia soffra per te?” Mi apostrofa una voce che, imperiosa, mi ingiunge di star fermo a guardare.
Ed io non posso che continuare a guardare.
Gli uomini che hanno circondato Elena la stanno frugando toccando e leccandola ovunque. Il guardone le si accosta da un lato, quello opposto al mio, le mette la mano sulla nuca e la costringe a voltare il capo verso di lui, poi le stringe il viso nella mano, accosta la sua bocca a quella di Elena e la costringe a baciarlo, a lungo, nella bocca.
Qualcuno degli altri se ne accorge e protesta.
Allora il Guardone si allontana e tocca agli altri.Uno alla volta le si parano davanti e la baciano in bocca, a lungo, intensamente.
Lei e’ circondata da quegli uomini,le braccia inerti sui fianchi.Il suo viso viene strattonato brutalmente ora verso destra,ora verso il lato opposto.Sguardi perfidi incrociano i suoi occhi e poi le labbra le vengono schiuse da lingue oscene, che ne violano la bocca in baci lascivi dei quali so lo schifo che le provocano.
Elena sposta il capo verso un lato o verso un altro quasi a volere cercare scampo da quella violenza che sta subendo, ma ad ogni suo spostamento incontra un altro volto, un’altra bocca che si incolla sulla sua, un’altra lingua che la esplora e ne accarezza la lingua. Immagino lo schifo che prova (so quanto intimo ritenga quel gesto) e la guardo dimenarsi, quasi annaspare fra quel gruppo di maschi che la manipola.

I suoi occhi sono chiusi, le sue braccia inerti, il suo corpo e frugato da tante mani che ne esplodano ogni posto, ogni centimetro, le si infilano ovunque. Il gruppo l’attornia, la palpa in ogni centimetro del corpo, e lei ha gli occhi serrati. Li schiude di tanto in tanto e guarda verso di me. Mi colpisce il suo sguardo: e’ implorante e vergognoso. Vorrei dirle qualcosa , vorrei urlare la mia rabbia , ma ne temo le conseguenze ed allora la guardo anch’io,sperando che colga nel mio sguardo le parole che non dico.
“basta ora con il divertimento !”- esclama il Guardone – “e’ il momento di fare sul serio. Non vi sarete per caso innamorati di questa troia da casino?”
Ancora una volta la sua voce ha l’effetto di bloccare l’orda che circonda Elena.
Si voltano verso il loro capo e aspettano ordini .
“non volevate provare cosa sa fare? ” “avanti , fatevi sotto. E’ tutta vostra. Se non cominciate voi comincio io!”
Vedo due uomini che la sollevano, altri due che le allargano le cosce, divaricandola fino a spalancarla completamente. Ora è sospesa sulle braccia di due uomini, allargata, posta in posizione per essere usata. Infatti uno dei ragazzi le si avvicina, si fa spazio tra gli altri e comincia a leccare la fica.
Elena è ancora sospesa fra le braccia degli altri uomini. Due di loro le leccano i seni, mordendola di tanto in tanto fino a farla gridare di dolore. Il ragazzino continua la sua opera di lingua, fino a quando sento Elena respirare più forte e ne noto le contrazioni che di solito ha quando viene toccata sul punto più sensibile del suo sesso.
Il Guardone se ne accorge.
‘Fate largo! ‘ -grida.
Ha il cazzo enorme duro ed irto. I due ragazzini che la leccavano si spostano da Elena, che resta poggiata sugli avambracci degli uomini che la tenevano sollevata. Il Guardone si fa avanti e le si pone di fronte, poi vedo i suoi fianchi spingere in avanti, verso il bacino della mia donna. Elena ha una smorfia di dolore e di paura, un mezzo grido soffocato che le si blocca in gola quando viene penetrata dall’asta del Guardone.
‘Vieni qui’ – mi intima il mio custode – ‘ da qui vedi meglio come chiava la tua troia!’ e mi trascina sulla coperta, verso l’oblò centrale della barca.
Da lì vedo Elena oscenamente aperta, la testa reclinata all’indietro, con due uomini ( quelli che la tengono spalancata ) che le succhiano e mordono le tette e la fica penetrata ritmicamente da un palo che la spalanca completamente.
Il Guardone la chiava con colpi che la scuotono, la immagino completamente penetrata fin dove né io né i nostri amici di giochi siamo mai arrivati, e la vedo che comincia a godere di quella penetrazione, comincia ad inarcare i fianchi per ricevere più in fondo il cazzo, poi la sento gemere, dapprima sommessamente, poi più forte, infine con il respiro affannoso di quando sta per godere.
Il Guardone se ne accorge. ‘ Dimmi che sei la nostra puttana!’ – le grida. E Elena, che ha ormai perso ogni controllo ‘Siii! Sono la vostra puttana!Sfondami!Aprimi con quell’arnese che hai fra le gambe!’ -urla prima di urlare, questa volta di piacere. Il Guardone continua la sua opera, sembra che non voglia finire mai, poi ha un grido roco, e le si scarica nella fica. Le resta impalato dentro per qualche secondo, e poi estrae il suo palo, lasciandola grondare del suo sperma dalla fica ancora tenuta spalancata dai due uomini.
“ora puliscimelo,troia” – le dice dopo qualche secondo . Elena viene posata a terra e si inginocchia davanti all’uomo. Gli prende il cazzo ancora semi duro in mano e con la lingua comincia a leccarne l’enorme cappella . Poi lo prende in bocca e continua a succhiarlo fino a quando l’uomo non si stacca da lei. Ha di nuovo quel palo rigido. Elena in ginocchio lo guarda esterrefatta. Il Guardone la forza a posare le mani sul pavimento della barca,poi, con lei a pecorina, le si fa sopra. Elena ha un urlo e cerca di sfuggirgli camminando sulle mani e sulle ginocchia, con le grosse mammelle che le ondeggiano.L’uomo le e’ dietro, l’abbranca per i fianchi e la blocca. Uno dei ragazzi approfitta della situazione e le si inginocchia davanti, mettendole il cazzo sulle labbra. Elena scuote il capo per sottrarsi alla penetrazione tra le labbra, ma il ragazzo la prende per la nuca, la blocca e la costringe ad aprire le labbra . In un attimo le e’ in bocca. Elena comincia a succhiarlo . Il Guardone, dietro di lei, le allarga le chiappe. Vedo distintamente il suo buco, poi lo vedo sputare nel solco del culo e,infine , poggiare il suo randello sul forellino della mia donna e spingere .
Elena ha uno scatto,cerca di sfuggire alla penetrazione, si appiattisce sul paiolato, ma il Guardone la prende per i fianchi e la risolleva. Poi le infila il pollice nel foro del culo,l’arpiona e le allarga le chiappe. Poggia nuovamente il suo enorme glande sullo sfintere e spinge . Lo vedo inarcarsi per lo sforzo, ma il culo non cede . Elena urla nonostante il cazzo in bocca . Il Guardone continua a spingere fino a quando lo sfintere comincia a cedere. Allora infila il suo cazzo lentamente nel culo di Elena, che continua ad urlare.Lo vedo entrare centimetro per centimetro nella sua carne. Elena continua ad urlare – un urlo soffocato dal cazzo che il ragazzo di fronte a lei le tiene in bocca -, ed il ragazzo di fronte a lei la scopa in gola.
Uno degli uomini vede sulla cucina delle mollette per stendere i panni, le prende, si inginocchia a lato del gruppo e di Elena e le prende fra le dita un capezzolo. La mia donna si dimena come può, agitando i fianchi, ma questa attività agevola il Guardone, che può infilarle man mano il cazzo più dentro.
L’uomo al suo fianco le applica una prima molletta sul capezzolo, poi un’altra sullo stesso capezzolo. Elena si agita e mugola disperatamente dal dolore. Poi l’uomo completa l’operazione, applicandole due altre mollette sull’altro capezzolo.
Il Guardone la penetra fino in fondo. Sembra incredibile: quel buco così stretto, nel quale non ha mai voluto far entrare neppure il cazzo di Roberto, il suo preferito fra quelli che la scopano di tanto in tanto, si è dilatato fino a prendere interamente quella mostruosità. Il Guardone ormai aderisce con il suo corpo alla schiena di Elena, allunga le mani fino a raggiungere le tette e comincia ad agitare le mollette che le serrano.
Elena è stravolta dal dolore, ma il suo carnefice continua ad incularla, dapprima piano, poi progressivamente più forte, fino ad un crescendo di stoccate veloci e profonde alle quali lei ormai reagisce come una bambola di gomma, con il corpo disarticolato e squassato dai colpi di reni del Gardone.
Allontano lo sguardo da quella scena e guardo verso il mare: l’acqua sembra di cristallo, con il sole che tramonta incendiandosi di rosso e dando un’assurda sensazione di pace.
Un grido soffocato mi fa guardare di nuovo in basso. Elena ha sentito, evidentemente, le contrazioni del cazzo del Guardone che sta per venire nelle sue viscere e teme il momento in cui estrarrà il suo enorme pene dalla sede di carne in cui lo ha infilato.
Il Guardone viene, allo stesso modo di prima, con un grugnito prolungato, costringendola a tenere il busto sollevato prendendola dalle mollette.
Elena urla di dolore con la bocca che cola di sperma, per cui capisco che anche il ragazzo di fronte a lei le è venuto in gola.
Il Guardone le dà alcuni energici schiaffi sulle chiappe, che risuonano come fucilate nel silenzio della sera, le resta dentro qualche secondo, poi estrae il cazzo dal culo. All’uscita dell’enorme glande Elena ha un urlo di dolore disperato, e si accascia inerte sul paiolato della barca. I greci sghignazzano e commentano la visione che offre ai loro sguardi la mia compagna.
Vedo uscire dalle sue chiappe un rivolo scuro (sangue misto a merda e sperma del Guardone?) e sento che il Guardone le dice: ‘ora sì che sei pronta per tutti, troia! Non fare scena, zoccola!. Vai a sciacquarti che poi ti ripassiamo tutti!!!Sbrigati!!!!’ Poi la rialza a forza, prendendola per un braccio e la trascina, con il culo grondante di sperma, verso il bagno. Elena fa per chiudere ma uno degli uomini le impedisce di farlo, allora è costretta a lavarsi il culo e le labbra davanti a tutti.
La vedo piangere mentre si asciuga.
“vuoi uscire o no,troia italiana?” la voce del Guardone la scuote. Esce dal bagno a testa alta e,con voce ferma, rivolta a tutti dice:” non avete mantenuto la parola ! Fate schifo! Ora andatevene e lasciatemi in pace!”
“Guarda guarda, la puttana si ribella! ” la affronta il Guardone. “sarai tu,invece , a mantenere la tua parola, ma prima sarai punita per la tua arroganza”.
La prende per un braccio e la trascina vicino alla cucina, legandola per i polsi con la cima del tender alla barra antorollio, le braccia dietro la schiena. Elena è in piedi, nuda, poggiata sulla barra stessa,le gambe strette.Tutti tacciono e la tensione è palpabile. Il Guardone esce in pozzetto e prende una sottile cima di spectra, poi rientra sottocoperta. Si avvicina a Elena e le allarga le gambe infilando un piede fra i suoi. Poi, improvviso, uno schiocco. Elena urla di dolore. Il greco la sta frustando con la cimetta, dapprima sulle gambe, poi sul ventre, giù verso la fica. Quando le colpisce le grandi labbra Elena ha un urlo disperato.’Basta,per pietà!!!!’ – urla – ‘Vi accontenterò in tutto!’
Il Guardone alza di nuovo il braccio per colpire, ma viene fermato da uno degli altri uomini. ‘Tu te la sei già sbattuta! – gli dice con rabbia – ora tocca a noi!’..
Il Guardone siede sul divano della dinette e con fare ironico dice : ‘Accomodatevi!’.
L’uomo gli lancia solo uno sguardo di traverso e poi si avvicina a Elena, la slega e l’accompagna verso la cuccetta di prua.
Il mio custode mi dice di spostarmi, che vuole vedere bene la scena perché dopo toccherà a lui: lo odio e se potessi lo ucciderei con le mie mani.
Ci spostiamo verso il tambuccio a prua giusto in tempo per vedere Elena distesa sulla cuccetta, i piedi puntati uno sulla parete dell’armadietto e l’altro su quella del bagno e le gambe aperte, completamente divaricate.
L’uomo si è appena tolto pantaloncini e mutande ed ora si sta masturbando per farselo venire duro.
Dopo pochi colpi, alla vista della fica aperta della mia donna, il suo cazzo, non grosso e lungo come quello del guardone, ma di dimensioni ragguardevoli,è già pronto. Si avvicina alla sponda della cuccetta, prende Elena per i fianchi e la trascina verso il suo ventre, poi la penetra con un colpo secco di reni.
Vedo Elena stringere gli occhi in una smorfia di dolore, ma l’uomo comincia ad andare dentro e fuori la sua fica.
La scopa lentamente, con colpi implacabili e profondi, fino a quando la sente bargnare. Allora comincia a squassarla con forti stoccate del cazzo nel fondo della fica. Elena reagisce a quella foga cominciando a dimenarsi.
Solleva i fianchi, inarca il bacino offrendo la profondità della sua fica alla penetrazione dell’uomo, che la asseconda, spingendosi dentro e dentro di lei.
Poi immagino avverta che sta per venire, perché i suoi colpi si fanno frenetici. Elena viene prima di lui, urlando il suo ‘sii!!!’ di piacere, che ripete fino a quando dura il lungo orgasmo, che si conclude con l’uomo che, con un urlo, le viene dentro, scaricando il suo sperma nella fica aperta e penetrata fino in fondo.

Leave a Reply