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OrgiaRacconti CuckoldTrio

La puttana gode a cornificare me e il pappone e io pago

By 12 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella gran puttana di mia moglie era portata a battere in autostrada dal suo pappone almeno un paio di volte a settimana e li si faceva montare da camionisti e clienti occasionali. Di solito dovevo andare anche io perché mentre il pappone riscuoteva i soldi io controllavo la situazione e per somma umiliazione quando arrivavamo in piazzola dovevo fare il giro dei camion e macchine ferme per pubblicizzare l’arrivo della mignotta e dato che secondo il porco pappone non ero molto convincente a volte per suprema umiliazione mi mandava in giro con un cartello con scritto…venite a trombare mia moglie…la troia fa qualunque servizio anche in doppio … pompini gratis se pagate per chiavate o inculate… e la mia vergogna era al massimo quando alle domande stupite dovevo confessare che ero il marito stracornuto della troia depravata.

Quella volta mi toccò anche portare la mignotta da solo perché il pappone aveva da fare e ci avrebbe raggiunto dopo e come al solito appena arrivati si fece subito la fila dei clienti abituali e anche di altri che erano infoiati della puttanaggine estrema di quella vacca ninfomane e la zozza dopo essere scesa dall’auto fu portata in disparte e messa subito a pecora per essere trombata. Io controllavo e prendevo i soldi e come al solito le monte si succedevano una dopo l’altra.

Ad un certo punto fu il turno di un grosso camionista arabo che pagò la sua chiavata e dopo essersi appartato cominciò a fottere. Io che controllavo non li vedevo ma dai rumori di pompaggio ritmici che venivano dai cespugli pensavo che tutto era normale ma dato che dopo un quarto d’ora ancora non avevano finito cominciai a pensare che ci fosse qualche cosa di strano dato che in panza alla zoccola pochi resistevano tutto quel tempo. Comunque aspettai ancora pensando che il camionista doveva finire a momenti. Intanto arrivò il pappone che mi chiese come era andata la notte e io non dissi niente del ritardo che avevo notato ma la cosa continuava e dopo un altro po di tempo fu lui che mi chiese chi stava chiavando la vacca e come mai non finiva.

Così insospettito andò a controllare e io lo seguii timoroso che ci fosse qualche guaio e infatti entrati tra i cespugli trovammo la troia imbottita a sandwich con l’arabo che la infilava da sotto mentre un negro la infilava da sopra ma capimmo subito che i due cazzi non erano infilati uno in figa e uno in culo ma erano tutti e due ficcati nello sfintere della maiala e ficcati bene quasi fino alle palle nelle sue chiappe sfondate.

La maiala scosciata mugolava scossa dal furioso pompaggio dei due porci senza poter chiamare perché il negro le teneva la bocca tappata. Allora mi fu chiaro che i due porci s’erano messi d’accordo e mentre l’arabo pagava una semplice chiavata il negro li aveva raggiunti di nascosto e avevano messo in mezzo la troia infornandole in panza i loro cazzoni armati senza farsi vedere ma di certo con la complicità della vacca che non s’era ribellata. Non dissi niente al pappone che incazzato li insultava pensando che non avevano pagato per una doppia ma io immaginavo che di sicuro dato tutto il tempo che era passato dovevano essersi ripassati la zoccola sia in fregna che in culo tutti e due e di sicuro se l’erano trombata a sangue dato che nonostante il pappone li insultasse ordinandogli di smettere la monta continuavano a pompare come ossessi senza riuscire a sborrare.

Alla fine prima che ci scappasse una rissa per mia fortuna l’arabo sborrò in panza alla vacca sturandole il buco del culo e subito dopo anche il negro le fece il pieno alle budella scaricandole in culo il suo cannone nero con dei colpi furibondi che la sollevavano da terra come una bambola. Poi anche lui la sculò della sua mazza enorme con uno schiocco umido e i due rialzandosi se ne andarono quasi scappando inseguiti dal pappone che voleva il resto dei soldi.

Purtroppo per me quando tornò incazzato come un toro mi prese a pugni ordinandomi di pagare io per quelle monte e furioso con un calcio mise in ginocchio la puttana e aprendole le chiappe colle mani si rese conto dalle dimensioni del buco del culo enormemente spalancato di quanto s’erano inculata la troia cosa che lei non poteva negare dato che dalla rondella spanata si poteva vedere il retto pieno e le scorreva fuori un fiume di sborra vischiosa che scorreva nel fracosce insieme alle scolate viscide che scolava dalla sorca sfondata.

Era un lago di sborra schiumosa e anche la sua faccia colla bocca tutta impiastrata dimostrava quante scariche di sugo di cazzo le avevano fatto digerire quei due porci infoiati. Quello che faceva incazzare il pappone non era la doppia che le faceva fare regolarmente ma il fatto che i due si fossero goduta la vacca senza pagare per il servizio doppio e per fortuna non sapeva quanto era durata quella trombata… !

Dato che la zozza aveva finito di farsi fottere e gli altri clienti in attesa se n’erano andati per non essere coinvolti nel litigio la riportammo a casa dove il pappone le fece confessare a schiaffi l’accaduto e la depravata puttana un po per le botte e un po per sfotterci da quella depravata che era ci raccontò che appena sdraiata sulla coperta tra i cespugli l’arabo l’aveva messa a pecora e imbottita del suo grosso cazzo in fregna ma prima di cominciare a pomparle in panza s’era sentita prendere per i capelli e rialzare la testa dal negro sbucato di nascosto che le aveva tappato la bocca colla sua enorme cappella puzzolente obbligandola a sugargliela.

Lei in un primo momento impaurita voleva gridare ma quella
stanga nera che le aveva ingozzato faceva il paio con la gran mazza tosta che aveva in già in panza e le limava ritmicamente la figa e un po per paura e un po per l’arrapamento di quella violenta chiavata con pompino era stata zitta sperando che finiti i loro porci comodi i due l’avrebbero lasciata ma non aveva calcolato la fame di femmina che avevano i due camionisti. Infatti dopo poco l’arabo le scaricò nell’utero una sborrata enorme subito seguito dal negro che le riempì la bocca del sugo di palle obbligandola a inghiottire tutto una boccata dopo l’altra.

Non aveva neanche ripreso fiato che i due porci che non avevano neanche disarmato arrapati com’erano tastandola e
pocciandosela a piene mani avevano intostato i loro bigoli pronti per una nuova monta e la maiala vedendosi davanti quei cazzoni armati non aveva resistito alla voglia e s’era lasciata mettere di nuovo a pecora e questa volta il negro le aveva allargato le chiappe colle mani e dopo averle sputato sul buco del culo ci aveva appuntato l’enorme cazzo tosto. La troia anche se abituata a beccarsi la nerchia spropositata del pappone era un po impaurita non sapendo se i due mandrilli si sarebbero saputi controllare nello svangarle il deretano ma il negro non le aveva dato il tempo di protestare e mentre l’arabo le riempiva la bocca col suo cazzo sbrodolato con un colpo secco le aveva ficcato nel buco del culo la gran cappella tosta facendola sobbalzare e poi nonostante i suoi gemiti strozzati dal palo che aveva in gola le aveva affondato la stanga nodosa nel retto fino a riempirle le budella.

Mentre spompinava l’arabo lei s’era goduta una lunga pompata anale dal negro che dopo averle svangato le chiappe a fondo l’aveva sborrata ficcato dentro fino alle palle mentre lei si faceva la seconda ingozzata di sborra dall’arabo che le scaricava le palle in gola. A quel punto la zoccola era sicura che aveva finito ma con stupore vide che i due non la volevano lasciare anzi arrapati come mandrilli la leccavano e frugavano in ogni modo carezzandola e strizzandole i capezzoli e leccandole la lingua e a forza di infilarle con le dita ogni buco scolato in pochi minuti riuscirono ad armare abbastanza da poterle ficcare in panza i loro battacchi.

Ormai la troia era infoiata anche lei da quelle grosse mazze toste e incurante di me e del pappone si lasciava fare dai due che vedendola disponibile se la misero in mezzo per infilarla in doppio. L’arabo si stese per farsela sedere sul cazzo dritto e lei con la rondella anale ormai dilatata dal nerchione del negro si sedette scosciandosi e quando sentì la cappella in posto sullo sfintere si lasciò cadere seduta impalandosi fino alle palle senza sforzo tra lo stupore ammirato dei due che non credevano alla loro fortuna. Mentre l’arabo se la inculava a smorzacandela il negro si distese tra le sue cosce aperte e le ficcò in fregna il suo manico potente e i due la pomparono in doppio fino a quando l’arabo le sparò in culo la sua sborrata.

Lei pensava che anche il negro l’avrebbe sborrata ma invece il porco le rialzò le gambe larghe e sfigandole la gran mazza dalla sorca la puntò tra le sue chiappe accanto al cazzo dell’arabo e aiutato dalla sborra che impiastrava il fracosce e il deretano della troia a forza di spinte furiose le ficcò nel buco del culo stirato a morte anche la sua bestiale ceppa tosta. E per fortuna il cazzo dell’arabo s’era un po smollato per la sborrata così da permettere a quelle due stanghe di entrarle in culo insieme e i due porci infoiati cominciarono a pompare di brutto la zoccola sfondata che era sbattuta come una vacca senza potersi ribellare stretta tra i due montoni che le tappavano la bocca e soffocavano i suoi strilli dato che quelle due stanghe le strappavano la rondella dolorosamente anche dopo tutta la sborra che le avevano vomitato in panza.

Era a quel punto che eravamo intervenuti io e il pappone trovandola imbottita in doppio e avevamo assistito all’ultima sborrata che s’era beccata e la svergognata puttana ci disse ridendo sfottente che se l’era godute bene quelle gran mazze e quelle scariche di sborra violente tanto che s’era fatte anche lei delle gran godute violente alla faccia nostra nel sentire gli spruzzi che i due mandrilli le ficcavano in corpo a pressione .

Il pappone incazzato come un toro allora dopo averci riempito di botte a tutti e due prese mia moglie e la sbatté a pecora e salendole sulle chiappe le ficcò a forza la sua mostruosa nerchia in culo fino alle palle e incurante dei suoi urli le somministrò una inculata tremenda sbudellandola ferocemente fino a farle chiedere pietà e dopo averla sborrata mi obbligò a pugni a slappare come un cane nel cratere sbrillentato del buco del culo di quella troia schifosa di mia moglie rigurgitante della sua sborra merdosa e a ripulirgli la nerchia bestiale delle scolate puzzolenti
estratte dalle sue budella fino a lucidargliela promettendoci botte da orbi se avessimo ancora fatto godere puttanieri a spese sue con i buchi della sua puttana personale.

Così mentre la maledetta scrofa almeno s’era fatte della belle godute con quelle porcate in doppio anche se le due mazze enormi le avevano fatto crepare lo sfintere io non ne ebbi che botte e dovetti pagare anche le sfondate di buchi della bagascia al suo pappone che non volle sentire giustificazioni.
Soldi ne entravano con quella puttana di moglie che faceva marchette a ripetizione ma andavano tutti al suo insaziabile pappone e quindi io ero a secco e dato che nella vita si fanno spesso errori io commisi lo sbaglio per necessità di far ricorso a un prestito.
Lo strozzino mi fu presentato dal padrino di mia moglie e questo doveva farmi capire da subito in che mani ero finito… naturalmente già dalla prima volta che andai a portargli soldi il porco mi disse subito che oltre ai soldi dovevo anche portargli mia moglie da fottere perché lo faceva arrapare parecchio. La cosa non mi piaceva affatto e non per le ulteriori corna che portavo dato che la puttana di cazzi se ne beccava a kilometri ogni giorno ma perché se il pappone lo avesse saputo avremmo passato dei guai.
Comunque la volta successiva dovetti portargliela e appena entrati il porco sfoderata la mazza gliela mise prepotentemente in mano. La troia abituata ad essere usata e sbattuta da ogni cazzo che incontrava sapendo che era venuta per la monta si mise subito in ginocchio e imboccò la grossa cappella cominciando a sugarsela di gusto. A me toccò come al solito il ruolo di spettatore di questa pompa allo strozzino che era basso e tarchiato ma con una mazza bella grossa e soprattutto con una cappella enorme e la mia miala se la slappava con gusto slinguando palle e cazzo e sugandola in punta fino a quando il porco arrapato le ingozzò una gran sborrata ficcato in gola fino alle palle grugnendo estasiato da quella zoccola che trangugiava tutto ingoiando a boccate le sua schizzate senza protestare.
Quando ebbe ben scaricate le palle mia moglie lo ripulì a leccate avide e poi si rialzò andando a rifarsi il trucco alla bocca impiastrata mentre il porco rinfoderando la fava mi diceva ammirato:” …cazzo che pompinara di moglie ti ritrovi… una vera maiala… m’ha svuotato fino all’ultima goccia… allora ogni settimana con i soldi mi porti anche lei per la monta e ti faccio un trattamento speciale… se fotte bene come spompina mi sa che il rimborso durerà a lungo cornutazzo…”.
Così ogni settimana dovevo andare a rimborsare il debito portando anche la mia moglie troia per fargliela fottere e per fortuna che andando di mattino il pappone non lo veniva a sapere. Di solito quel porco essendo basso preferiva stendersi a farsela impalare sulla mazza tosta facendosela salire sopra a cavallo scosciata e la infilava a smorzacandela. Le farciva a piacere la figa e le aveva aperto subito anche il culo senza chiederle permesso e mi sfotteva anche ordinando alla troia di farmi vedere bene i buchi allargati dalla sua ceppa dopo che la trombata ancora dilatati e che riscolavano fuori la sborra che le aveva ficcato in corpo. La schifosa ci godeva a vedermi umiliato pagare soldi e assistere in silenzio alle sue porcate e cavalcava sbattendosi alla grande. Per farmi incazzare quando era inculata si apriva le chiappe larghe colle mani e si faceva sculare l’enorme cappella del suo inculatore con uno strappo secco per far sentire bene lo scoppio di tappo del buco sturato e poi se la rinfilava in un attappa-stappa accompagnato da sfiati sconci e dai grugniti infoiati del porco che le trapanava il deretano come una furia. Poi la scrofa ansimante si girava carponi e mi mostrava tra le chiappe che teneva aperte il buco del culo largo come un pozzo nero spalancato dal lavoro di quella cappella micidiale e i porci se la ridevano della mia rabbia repressa ricominciando a trombare fino alla sborrata. Oppure mentre aveva tutta la fava infilata su per le chiappe la schifosa maiala a cosce larghe mi apriva la sorca colle mani per farmi vedere come scolava e quando il porco le riempiva le budella dei suoi schizzi vedevo con rabbia la scrofa venirsene singhiozzando e spurgare un lungo schizzo di libidine dalla figa larga annaffiando colla sua goduta oscena le palle del bastardo che le faceva il pieno alle chiappe. Invece quando il bastardo la trombava a pecora godeva a chiamarmi poco prima della sborrata e sturando i buchi di mia moglie quel maiale mi schizzava in faccia la sua goduta ridendosela e obbligandomi a ripulire la vacca degli umori schifosi che le scolavano fuori dai buchi sfondati ridendosela:”… lecca lecca maiale… tutta roba buona quella che la vacca ha in corpo… lecca tutto che è gratis gran cornuto…”. Dopo ogni monta il porco mi faceva anche i complimenti per sfottermi e mi diceva:”…cazzo che chiappe ha la signora… un culo da stupro… spero che non te l’ho sbudellata troppo la tua mogliettina da monta… recchione cornuto a te lo da il culo o lo riserva solo ai mandrilli veri ?… di sicuro per essere così slargata ne deve prenderne parecchi di cazzi in culo e belli grossi… se vuoi te la faccio montare anche da altri a pagamento così le rodano bene la rondella alla maiala…” Il bastardo non sapeva che razza di nerchia si digeriva la mia troia e che un pappone che la faceva montare a pagamento ce l’aveva già e superdotato ma io stavo zitto senza sputtanarla più di quello che era dato che il porco pensava di fottersi solo una moglie vacca e non una super bagascia battona e pervertita.
Quella storia andò avanti qualche mese fino al giorno che arrivando per la solita trombata il porco dopo aver preso i soldi e aver messo la troia a pecora sul letto mi disse minaccioso:”… razza di depravati porci… non me l’avevi detto che tua moglie è una mignotta a pagamento… ecco perché era così slargata e troia… m’avete preso per il culo senza dirmi che fottevo una maiala battona abituata ad ogni porcata… lo sospettavo ma il padrino m’ha confermato che l’ha sfondata lui per primo fino da ragazzina e adesso s’è anche trovata un pappone con una nerchia mostruosa che te la sbudella ogni giorno in ogni buco… razza di stronzo cornuto volevi farmi fesso… ma adesso alla tua signora gli faccio un servizio che se lo ricorda …” e dopo essersi scoperto le braccia il porco se le spalmò di vasellina che mise in abbondanza anche tra le chiappe di mia moglie che anche se abituata a queste dilatazioni estreme si preparò al fisting con un po di paura dato che il porco aveva della braccia da lottatore grosse e muscolose. Poi incurante delle mie proteste il sadico cominciò a lavorarle il buco del culo roteando la mano e spingendola con forza fino a quando con un urlo acuto della mia puttana gliela vidi sprofondare di colpo nel retto. Mentre la vacca ansimante guardava indietro spaventata il depravato le cominciò a fare lo stesso servizio nella sorca imprecando:”…razza di schifosa… ti spacco in due zoccola… vedrai che sgarrata di buchi ti do alla faccia di quel cornuto del tuo marito e di quel porco del tuo pappone…” e rivolto a me che assistevo spaventato:”… te la macello questa scrofa da marciapiede… le tiro fuori le budella e la strappo la fregna così impari a farmi fesso…” Impietrito vedevo che il porco affondava con forza le braccia in corpo a mia moglie che ormai con figa e culo sfondati da quelle braccia che la forzavano con ferocia lanciava degli urli rauchi ad ogni affondo del bastardo che sudato la lavorava come una bruto. Ormai sotto il mio sguardo incredulo aveva affondato le grosse braccia pelose fino al gomito e gli urli della troia squartata da quel lavoro bestiale mi facevano spavento. Vedevo i bozzi dei pugni del mandrillo che sformavano la panza della mia moglie depravata mentre il bastardo le pistava in corpo senza pietà. La zozza scalciava e imprecava bestemmiando sentendosi strappare le viscere da quel bruto sadico e mi chiedeva aiuto ma io non potevo intervenire per paura che incazzato com’era le facesse crepare i condotti con quelle braccia scimmiesche. Infatti il porco arrapato ansimando sudato pompava in corpo a mia moglie come una bestia sturandola fino al polso e riaffondandole nelle viscere le braccia fino al gomito ad ogni colpo tra sfiati osceni e pernacchie umide. Allora per far finire quel supplizio che pensavo avrebbe massacrato i condotti della bagascia anche se abituati a penetrazioni estreme e anche temendo le reazioni del pappone se scopriva quello che avevamo fatto in un disperato tentativo non seppi fare altro che andare a imboccare la mazza tosta di quel porco sadico spompinandolo e lui sorpreso mi scaricò in bocca una sborrata enorme che schiacciato tra lui e la vacca mi dovetti ingozzare tutta ingoiando le scariche bollenti fino a quando svuotate le palle mi tirò fuori di bocca il cazzo ammosciato. Ma ottenni il mio risultato perché il bastardo soddisfatto ricacciò dalla panza della mia maiala le braccia sturandole i buchi sfasciati con dei risucchi schifosi. Nonostante l’urla deliranti che la troia aveva lanciato tremando allo svuotamento quando quell’operazione oscena finì la schifosa scrofa restò tremante accasciata mostrandoci i buchi enormemente spalancati che si restringevano lentamente pulsando come delle oscene bocche e quando infine poté riprendersi ancora piangente e ansimando sfinita la vidi con schifo girarsi e andare carponi e leccare le ultime gocce di sperma che scolavano dalla ceppa del porco e poi con libidine depravata ripulire slappando i pugni e le braccia dal sadico dei liquidi schifosi e puzzolenti che le coprivano. Il bastardo incredulo e arrapato da quell’incredibile servizio osceno aveva riarmato ma vedendo che la vacca aveva i buchi ancora spalancati mi disse minaccioso:”…adesso tocca a te cornuto recchione… in quelle caverne non c’è gusto a ficcarle il cazzo… e poi devi subire maledetto cornuto depravato…forza stronzo recchione che ti faccio il mazzo… e tu vaccona aiutami che te lo faccio strillare il tuo maritino cornuto…” Il porco mi mise a pecora nonostante le mie proteste incazzate e aiutato dalla troia depravata che tenendogli la mazza in tiro gliela indirizzava dritta tra le mie natiche me l’appizzò deciso. Io stringevo disperato cercando di sfuggirgli ma il porco mi teneva ben stretto e con un colpo deciso m’inchiappettò facendomi fare un salto di dolore. Non era il primo cazzo che mi profanava il deretano dato che il pappone mi aveva fatto sfondare per bene le natiche ne il primo pompino con ingoio che facevo ma queste porcate fatte con lo strozzino che dovevo anche pagare salato oltre a fargli massacrare mia moglie mi umiliavano ancora più del solito e subivo soffrendo doppio anche perché incassavo gli insulti della mia moglie troia che tenendo la ceppa del mio inculatore ben impugnata l’aiutava a spingermela su per le chiappe senza pietà. Quando fu tutto affondato nel mio povero deretano stuprato il maiale mi somministrò una feroce inchiappata e quando il suo pompaggio anale divenne frenetico la schifosa vacca per aiutarlo a sborrare passò a leccargli il buco del culo tra le natiche pelose come faceva sempre al suo pappone. Quel lurido servizio ottenne subito il risultato che il porco grugnendo mi scaricò in culo la sua sborrata facendomi il pieno alle natiche come me l’aveva fatto in bocca. Poi soddisfatto e svuotato mi sculò ferocemente e con un calcio in culo mi ordinò di rivestirmi e andarmene insieme alla mia moglie bagascia ordinandomi di riportargliela come al solito la prossima settimana. Una volta a casa però mentre si faceva gli impacchi ai buchi slabbrati la vacca mi confessò che nonostante lo stiramento atroce che aveva subito alla fine se n’era venuta facendomi capire che razza di scrofa pervertita avevo per moglie cosa che già sapevo bene ma non cessava mai di stupirmi con i livelli di depravazione di cui era capace.
La storia del rimborso purtroppo andò avanti a lungo come a lungo mia moglie dovette farsi montare dallo strozzino e subire i suoi sadici fisting che il bastardo godeva a infliggerle quando faceva finta di non essere soddisfatto delle solite trombate settimanali oltre alle continue umiliazioni che mi imponeva il vigliacco con pompini ed altre porcate per sottomettermi ad ogni sua voglia sconcia e per nostra fortuna il pappone non se ne accorse mai ma quando finalmente estinto il debito smise di fottersi la troia gratis continuò a venire a montarsela a pagamento diventando un cliente fisso e non fui più costretto a subire le sue sadiche porcate che m’aveva imposto quando ero suo debitore ma anzi ci pagava profumatamente sia lui che altri porci che portava a conoscere la bagascia per farne suoi clienti.

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