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Orgia

La storia della zoccola con gli zoccoli – parte 10

By 6 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo l’estate del 1996, a settembre trovai un nuovo lavoro. Feci un colloquio con un amico di mio padre, avvocato civilista; giocavano a tennis insieme il sabato. Lui aveva una segretaria che avrebbe lasciato il posto da lì a poco tempo e cercava una sostituta. Era ben felice di assumere la figlia di un suo amico quindi.
Ricordo che il giorno del colloquio che dovevo avere con lui, ero molto tesa, nonostante le rassicurazioni di mio papà. Il colloquio era stato fissato per la sera, perche l’avvocato la mattina andava sempre in tribunale ed il pomeriggio fino alle 8 riceveva i suoi clienti. Fin dalla mattina ero in paranoia su cosa mettermi, su come vestirmi, se da zoccoletta, oppure da seria e puritana, sexy o sportiva, minigonna o pantaloni, clogs o scarpe col tacco (anche se ne avevo pochissime mentre di clogs superavo già i 50 paia!!!). Passai l’intera giornata a provarmi abiti, gonne e pantaloni, scarpe e zoccoli, poi alla fine optai per una minigonna color sabbia, una canottierina in seta marrone, giacchina dello stesso colore della mini sopra. Ai piedi dei clogs marroni.
Arrivai in ufficio dall’avvocato alle 7,15 del pomeriggio, lui era chiuso in studio con un cliente ed un altro era ad aspettare in sala d’attesa. La segretaria fù molto cortese e mi spiegò sommariamente il lavoro: “La mattina sei sempre sola, l’avvocato &egrave sempre in tribunale, Arrivi alle 9 o 9,30, e ti sistemi le cose, organizzi gli appuntamenti, vai alla Posta, e tutto quel che c’&egrave da fare. Lui arriva verso le 2 e mezza o le 3 al massimo ed inizia a ricevere i clienti. Gestisci gli appuntamenti uno ogni mezz’ora. Porti dentro un cliente e quando poi esce, entri tu, prendi la cartellina relativa al caso, aggiorni il sommario che &egrave sulla prima pagina con quello che ti dice l’avvocato e poi esci, fai entrare il cliente in attesa e poi continui così, fino all’ultimo appuntamento. Quando &egrave entrato l’ultimo, dopo qualche minuto puoi tranquillamente entrare e avvisarlo che vai via. Chiuderà lui l’ufficio poi.” Non mi sembrava male come lavoro.
Entrò l’ultimo cliente e la segretaria aspettò eccezionalmente con me che uscisse, poi mi fece entrare.
Lui era un bel tipo, coetaneo di mio padre, allora 48enne, capello brizzolato, fisico asciutto ed in forma, visto che tutti i sabati mattina giocava a tennis con mio padre!
Mi accomodai sulla sedia di fronte alla sua scrivania, ed accavallai le gambe; iniziammo a parlare, ma vedevo chiaramente che mi mangiava con gli occhi. Mi chiedeva della mie esperienze lavorative, dei miei studi, intervallando con racconti delle sue partite a tennis con mio padre. Poi bussò la segretaria ed entrò, avvisando che andava a casa.
In quel momento mi passò di tutto per la testa: dall’andarmene, al restare e provocarlo per scoparci, fino al fatto che mi stavo mettendo in testa solo fantasie.
Rimasti soli però, spostò il discorso sul personale, dicendomi che lui era sposato ed aveva una figlia un pò più piccola di me, poi che con sua moglie ormai faceva sesso poco e niente, perch&egrave lei non era stata mai interessata al sesso. Dopodich&egrave la fatidica domanda, o meglio, domande! “Tu sei fidanzata?” “No, non amo storie lunghe e serie. Penso solo a divertirmi, in tutti i sensi!” il dado l’avevo tratto ormai! Inizia a farmi un sacco di complimenti ed a chiedermi se mi vestivo sempre così e come mi sarei vestita qualora mi avesse assunta. “Beh, se dovrò indossare qualcosa di casto e sobrio, lo farò. Se invece potrò essere me stessa, mi metterò spesso la minigonna. Amo mostrare le mie forme!”. Iniziava ad agitarsi l’avvocato e la cosa mi stava eccitando sempre di più. Per tutta risposta, mi replicò dicendomi: “No, no, metti sempre la minigonna che sei un incanto!”
Parlammo ancora di altro, poi portò il discorso sulla segretaria che stava per lasciare il posto, che se mi avesse assunta avrei dovuto fare una quindicina di giorni insieme a lei per capire tutto il lavoro, prima che lei se ne andasse. Poi aggiunse: “Ti farai due palle così, scusa il termine, ma quella lì &egrave una mezza suora! Credo che non abbia mai visto un ragazzo nudo sai? Credo che non sappia neanche cosa sia il sesso” ed io lì lo bruciai: “Non sà cosa si &egrave persa la ragazza! Il sesso &egrave la cosa più bella che c’&egrave ed &egrave la mia passione” dissi scavallando le gambe e divaricandole, per poi riaccavallarle!
Fù la molla giusta che scattò! L’avvocato si alzò dalla sua poltrona e passò di lato la sua scrivania, venendomi incontro. Dai pantaloni si vedeva la sua erezione notevole! Si appoggiò alla scrivania davanti a me e mi disse: “Senti, cara Manuela, ma tu mi stai provocando, lo sai questo vero?” “Si, un pò!” risposi con il sorriso da troietta! E lui ancora: “Si, ma tu sei una di quelle che lancia il sasso e poi nasconde la mano, oppure non si tira poi indietro?”
Mi alzai dalla mia poltrona e mi misi in piedi davanti a lui, afferrando il suo pacco da sopra i pantaloni e dicendogli: “Avvocato, io in mano preferisco avere questo, che semmai &egrave duro come un sasso, più che lanciarlo il sasso e poi nasconder la mano!”
A quel punto mi baciò, e gli infilai la lingua in bocca, poi glielo tirai fuori dai pantaloni e mi inginocchiai davanti a lui, facendogli un pompino maestrale!
Lui mi teneva per la testa e mi accarezzava i capelli, dicendomi che ero bravissima. Aveva proprio un gran bel cazzo, largo e lungo un pò più della media, con una grossa cappella. Mi fece alzare e mi fece mettere a pecora sulla poltrona, nel frattempo mi spogliò lasciandomi solo gli zoccoli, e poi me lo spinse dentro, iniziandomi a scopare, prima lentamente, poi sempre più forte, tenendomi da dietro per i piedi e per i clogs, sbattendomi a se. Godevo come una troia, e i miei urli glielo facevano capire bene!
Mentre mi scopava così, dopo un pò iniziò ad infilarmi il pollice nel culetto, e lì mi disse: “Ma allora sei proprio una gran troia, eh? Questo culetto &egrave bello largo! E’ proprio rotto!” ed io, mentre gemevo sotto i colpi di quel bel cazzo. “Mmmhh! Sii avvocato, ce l’ho proprio rotto il culetto! Sapesse quanti cazzi ho preso anche lì!”
Non esitò un altro momento! Uscì dalla mia fica e me lo piantò tutto nel culo! Godevo come una vacca, anche perch&egrave da dietro lui mi titillava il clitoride ed in breve mi fece venire come una fontana; anche lui era però prossimo a godere, quindi uscì dal mio culo e mi fece girare, dandomi il cazzo in bocca. Mi afferrò la testa tra le sue mani e mi scaricò in bocca una quantità infinita di sperma, tanto che dovetti togliermi il cazzo di bocca altrimenti soffocavo! Ingoiai tutto però e poi ripresi a leccarlo, rupulendolo bene dalle ultime gocce di sperma! Dopodich&egrave mi disse che non aveva mai visto una donna così troia in azione! Sorrisi ed andai in bagno a lavarmi, poi tornai e lui era seduto sulla sua poltrona che si massaggiava il suo cazzo a metà tra il moscio ed il duro. Io mi misi a sedere sulla sua scrivania, nuda con i clogs ai piedi, e di fronte a lui. Parlammo ancora un pò, mi riempì di complimenti, disse anche che quegli zoccoli addosso a me diventavano sexy, ed io ringraziai e risposi che di quel tipo di zoccoli ero innamorata e ne avevo una cinquantina di paia. Poi iniziai a strusciare i piedi, sempre inguainati negli zoccoli, sul suo cazzo, che dava già ampi segni di ripresa. Mi disse che se facevo così, mi avrebbe scopata di nuovo, replicai con un: “Mhhh, interessante!!!”
Telefonò alla moglie, dicendole che avrebbe fatto tardi con un cliente per preparare la causa del giorno dopo, e mentre parlava con la moglie al telefono, io ero già accucciata davanti a lui che lo spompinavo!
Come attaccò, mi prese in braccio, mi sdraiò sulla scrivania e me lo sbatt&egrave dentro di nuovo, scopandomi furiosamente! Godevo come una maiala e venivo a ripetizione, poi nella stessa posizione, mettendomi le gambe sulle sue spalle, mi fece anche il culo! Mi sentii piena di quel cazzo e godevo sotto i suoi colpi, anche perch&egrave con il pollice mi sgrillettava il clitoride! Venne poi anche lui, spruzzandomi di sperma il ventre e le tette.
Ci rivestimmo, e lui sorridente mi disse: “Allora Manuela, tu sei la mia nuova segretaria! Ti va bene iniziare lunedì?” Risposi di si ovviamente! Il lunedì mattina trovai il contratto da firmare ed iniziai le due settimane insieme alla vecchia segretaria, dopodich&egrave iniziai da sola.
Ricordo, che il primo giorno che lavorai da sola l’avvocato si presentò in studio alle 12,30 anzich&egrave, come suo solito, alle 14,30-15. Era già ottobre, ed indossavo una minigonna di jeans nera con delle autoreggenti ricamate ed i clogs neri. Lo salutai e gli chiesi come mai fosse arrivato così presto. Mi rispose, facendomi vedere il bozzo sopra i pantaloni del suo cazzo duro: “Perch&egrave avevo sempre in mente quella fantastica scopata che ci siamo fatti quella sera!” poi mi fece i complimenti, dicendo che finalmente aveva una segretaria bellissima! Scopammo sul divano della sala d’attesa e mi inculò divinamente! Poi andammo a pranzo insieme, prima di tornare a lavorare nel pomeriggio. Restai a lavorare lì per quasi tre anni e mezzo, fino a che non trovai il lavoro che ho attualmente, senz’altro più gratificante. Con l’avvocato c’erano patti chiari e non ebbi mai problemi: lo chiamavo sempre avvocato, ma gli davo del tu in privato, ovviamente del lei in pubblico. Nel momento in cui avrei trovato un lavoro migliore e che mi dava maggior sicurezza e denaro, sarei andata via. Per tre anni e mezzo comunque sono stata la sua troia, e lo sono stata anche con grande soddisfazione! Il nostro era un gioco di forte complicità; quando aveva intenzione di scoparmi, in uno dei momenti in cui entravo nel suo ufficio facendo accomodare un cliente, lui mi diceva: “Signorina, stasera se può rimanere fino alle 8 che le devo far vedere le raccomandate che deve inviare domani mattina”, ed invece che andar via quando entrava l’ultimo cliente, mi trattenevo finch&egrave non andava via e, rimasti soli, scopavamo in ufficio! Succedeva però, che a volte ero io a voler scopare, ed allora, quando entravo nel suo ufficio per far accomodare un cliente, gli dicevo: “Avvocato, stasera quando sono finiti gli appuntamenti, dobbiamo vedere tutte le raccomandate da spedire domani mattina”. Erano le nostre frasi in codice che usavamo quando avevamo voglia di sesso, e questo capita molto spesso, almeno 2 o 3 volte la settimana, tranne quando avevo il ciclo, anche se spesso i quei giorni gli facevo dei poderosi pompini o gli davo il culo!
A volte, succedeva che tra un cliente e l’altro, nei minuti che rimanevano chiusi in ufficio ed io ritiravo ed aggiornavo il materiale del cliente appena uscito, mi sbattesse per uno o due minuti, così velocemente e fugacemente. Raramente però, questa sveltina arrivò alla sborrata ed al godimento.
Quando lasciai quel posto, a febbraio del 2000, continuammo a vederci ancora qualche volta; scopavamo in ufficio da lui ed una volta andammo in un motel. Poi lo persi di vista, perch&egrave ebbe dei guai con la giustizia, per una storia di concussione e corruzione, e dovette stare vicino alla moglie che andò in depressione a causa di questa sua vicenda.

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