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Orgia

La storia di Anita – 4° capitolo di Serena e Laureen

By 29 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Matteo ormai veniva quasi tutte le sere da me per dar sfogo alle sue fantasie, che provvedevo a soddisfare capendo ogni volta qualcosa di più il suo mondo. Mi aveva anche dato del denaro per poter comprare nuovi giocattoli erotici che acquistai dopo essermi consultata con Cinzia, che rimaneva il mio punto di riferimento in quanto a perversioni maschili. Inoltre lui m’aveva confessato d’andare saltuariamente da Lady Sword promettendomi però che non l’avrebbe più fatto in quanto io lo soddisfacevo molto di più.
Ma nonostante tutto ciò, notai che da alcuni giorni c’era in lui una certa inquietudine che si manifestava solo in ufficio, dove i nostri rapporti erano esclusivamente professionali, almeno nell’orario di lavoro. Così una sera decisi d’indagare preoccupata più che altro che la nostra relazione non fosse così perfetta come l’immaginavo io.
‘Matteo dimmi c’&egrave qualcosa che ti preoccupa ?’ gli chiesi prima ancora che si spogliasse ‘In ufficio ti vedo teso, se hai dei problemi dimmeli e vedremo di risolverli insieme.’
‘Anita ti ringrazio, ma tu puoi fare ben poco.’ mi rispose a testa bassa ‘C’&egrave una questione che non riesco a risolvere con tre persone che non vogliono un accordo, che in fondo converrebbe anche a loro, ma sembra che ormai ne abbiano fatto una questione di principio.
Così venni a sapere di una questione legale nella quale era implicato un suo cliente e altre tre persone, tutti rispettabili imprenditori, che non voleva cedere per pochi spiccioli.
Come ebbe finito mi venne la classica idea che solo una donna può avere.
‘Senti nel tuo ufficio c’&egrave sempre il circuito di sorveglianza ?’ gli chiesi per sicurezza.
‘Si certo ci sono quattro web-cam sempre collegate perch&egrave ?’
‘Allora tu fai in modo che questi tre elementi vengano nel tuo ufficio, poi lasciali a me e stai tranquillo che dopo firmeranno ogni cosa tu gli metta davanti.’
‘Ma non vorrai mica scoparteli ?’ mi domandò imbarazzato.
‘Mettila così io ti risolvo il problema e non &egrave detto che non sia un modo piacevole per farlo. Inoltre solo noi sapremmo ciò che &egrave realmente successo e non ci vuole molto a cancellare le prove. Quindi ora smettila di frignare, spogliati e laccami la fica che ho voglia di godere.’
Matteo non disse più nulla preferendo fare il cagnolino servizievole per tutta la sera, ma era chiaro che era d’accordo con me.

Il giorno dopo mi preoccupai che tutte le web-cam funzionassero correttamente, poi invitati i tre signori ad un appuntamento nel tardo pomeriggio per ascoltare l’ennesima proposta del Dottor Saveri. Giuseppe Pazzola, Pasquale Tenno e Salvatore Impastato si presentarono con qualche minuto di ritardo, ma educatamente non lo feci notare.
‘Il dottor Saveri si scusa, ma &egrave stato chiamato d’urgenza in tribunale e quindi non &egrave presente. Ha lasciato a me il compito d’illustrare la sua proposta di compromesso, ed eventualmente farvela firmare.’ dissi non appena entrarono nel mio uffici che era davanti allo studio del mio capo. ‘Se volete seguirmi vi mostro i contratti.’
‘Ma non poteva avvisarci prima !’ protestò Pazzola.
‘L’avvocato &egrave andato via cinque minuti fa.’ risposi gentilmente ‘In ogni caso deve solo leggere alcune pagine e nulla più.’
Poco convinti i tre mi seguirono nello studio del mio principale dove avevo sistemato solo due poltrone oltre la sua. Siccome quello che mi sembrava più attento a me piuttosto che ai contratti era proprio Pazzola, feci accomodare lui sulla presidenziale in pelle del Dottore.
‘Ci scusi ma abbiamo mandato le altre sedie per far sistemare la pelle, ed il tappezziere se la sta prendendo con calma.’ gli dissi mettendo bene il mio culetto davanti ai suoi occhi.
I contratti li avevo fatti rilegare in pelle con inciso sopra i nomi dei contendenti,e ciò fu notato dal signor Tenno.
‘Vedo che in questo ufficio tenete molto alla forma.’ disse inforcando gli occhiali.
‘Si il Dottor Saveri &egrave molto attento ai particolari, pensi che controlla anche il nostro abbigliamento … e non solo quello’ dissi con una punta di malizia.
‘Intende dire che controlla anche la vostra vita privata ?’ chiese allora Impastato che era il più silenzioso dei tre.
‘Anche ma mi riferivo ecco … a quello che indossiamo sotto i vestiti.’ dissi con voce quasi da timida fanciulla.
‘Non ci credo !’ esclamò Pazzola ‘Qui ci vogliono le prove.’
‘Non vorrà mica che mi spogli !’ protestai fingendo imbarazzo.
‘Signorina ci mostri almeno gli slip, solo così potremmo sapere se ci dice la verità.’ continuò Pazzola sempre più eccitato.
‘Va bene, ma guardare e non toccare !’ dissi abbassandomi per sbottonare dal basso il vestito ed appoggiando il sederino proprio sul pacco di Pazzola.
Aprii il vestito quello che bastava per mostrar loro un paio di finissime autoreggenti nere ed un slip in pizzo e seta dello stesso colore, ma Pazzola fu lesto a sbottonarlo da sopra e far vedere a tutti che anche il reggiseno era in tinta.
‘Come potete vedere sono in linea con l’ufficio anche nella mia biancheria intima.’ dissi con estrema malizia ‘Ora se volete leggere i documenti …’
‘Ma che leggere e leggere !’ mi rispose Pazzola bloccandomi le braccia da dietro ‘Ora ti scopiamo tutti insieme e ti lasciamo bella piena di sborra per quando torna il tuo capo !’
Tenno allungò una mano e mi spostò gli slip quel tanto che bastava per scoprirmi il pube, e non mancarono i commenti alla mia depilazione integrale fatta qualche giorno prima su richiesta di Matteo.
‘Questa puttanella &egrave di lusso anche li sotto.’ quasi urlò agli altri due uomini ‘Chissà se &egrave di classe anche la bocca.’ continuò sbottonandosi i pantaloni e tirando fuori il cazzo.
Pazzola mi spinse la testa contro il tavolo e così mi ritrovai il membro del suo socio vicino al viso. Senza perder tempo lo presi in bocca e cominciai a succhiarlo quasi con forza mentre Impastato si denudava. Il più porco dei tre era decisamente Pazzola che mi mise quasi brutalmente due dita nella fica. Per non gemere dal dolore mi ficcai il cazzo di chi mi stava davanti ancora più a fondo nella gola, ma girandomi rimasi impressionata da quello di chi aveva appena finito di spogliarsi e si stava mettendo vicino a me. Impastato aveva un cazzo quasi disumano, non tanto per lunghezza quanto per grandezza e, con timore avvicinai le labbra quella prugna che aveva come cappella. Feci scivolare la lingua proprio mentre Pazzola cominciava a scoparmi col suo cazzo che al confronto appariva ridicolo, ma un lungo periodo d’astinenza mi fece godere lo stesso.
‘Ti piace il cazzo puttana !’ cominciò a dirmi l’uomo che mi stava chiavando ‘Voglio proprio vederti godere quando il mio amico ti spaccherà questo bel culo che ti porti dietro.’
‘Ehi Peppe ma ce la fai scopare anche a noi o vuoi l’esclusiva ah ah.’ gli fece eco Tenno che stavo masturbando per tenerlo pronto all’uso.
‘Certo Pasquà, eccotela già aperta !’
Mi ritrovai quasi senza accorgermene sdraiata sul tavolo senza più le mutandine con Tenno che m’infilava dentro il suo pene. Mentre lui mi scopava Impastato mi spinse il suo grosso membro in bocca fino alle palle facendomi quasi soffocare, ed il terzo del gruppo mi scopriva il seno per palparmi con forza le tette. Oramai mi stavano letteralmente usando come una comune puttana, insultandomi in tutte le maniere, ma era innegabile che anche se così umiliata stavo godendo. Non ci volle molto che anche Impastato mi prendesse per le gambe per fottermi, ed anche se non fu certo una penetrazione dolce, mi fu impossibile non gemere dal piacere.
‘Si dammelo tutto il tuo cazzo da sballo ! Fammelo sentire fino in fondooo !’
Avevo nelle mani le altre due mazze, ma riuscivo a dar loro solo qualche leccata presa com’ero da quella cavalcata infernale. Godevo e non facevo nulla per nasconderlo, ogni gemito che mi usciva dalla bocca era reale, e per un attimo pensai a cosa avrebbe detto Matteo nel vedermi così. Forse sarebbe diventato furioso o forse si sarebbe messo in un angolo a masturbarsi col suo cazzetto rendendosi conto di quanto fosse impotente.
Ma i due uomini lasciati in disparte non avevano certo voglia di guardarmi e basta, così quasi mi strapparono dal loro socio per portarmi sul pavimento. Tenno si sdraiò per terra e capii subito che voleva che gli salissi sopra, cosa che feci subito, ma non m’aspettavo che immediatamente dopo Pazzola mi sodomizzasse senza farmi quasi entrare del tutto l’altro cazzo nella fica.
‘Tieni troia prenditi anche il mio cazzo che per te uno non basta !’ mi urlò Tenno ‘Chissà quante volte hai aperto il tuo bel culo a quel porco dell’avvocato.’
‘Magari’ pensai mentre mi sbattevano e Impastato si faceva leccare le palle tenendosi la mazza in mano. Nella stanza si respirava una strana aria, un mix dei nostri odori e umori, soprattutto i miei che fuoriuscivano senza sosta. Solo quando Pazzola si fece da parte per lasciare il posto al superdotato del gruppo ebbi un attimo d’apprensione, che sparì quando sentii entrare quella spada nelle viscere.
‘Sii rompimi anche il culoo … fammi sentire femmina … riempimi tutta ahh.’
‘Si puttana che non sei altro, ti rompo anche il culo, te lo spacco in due. ‘ mi disse mentre tenendomi per i fianchi pompava come un ossesso.
Il membro che avevo nella passera quasi non lo sentivo più, quello d’Impastato mi stava letteralmente squarciando lo sfintere come non m’era mai successo, e del resto uno così grosso non l’avevo neanche mai visto.
Ma era troppo eccitato per durare a lungo, così poco prima che venisse mi divincolai per inginocchiarmi sul pavimento.
‘Dai venitemi addosso.’ dissi loro mettendomi due dita nella passera ‘Lavatemi la faccia con la vostra sborra calda.’
Impastato fu il primo a raggiungere l’orgasmo gettandomi in faccia pochi ma potenti getti di seme seguito a ruota da Tenno, mentre Pazzola mi venne direttamente in bocca.
Poco dopo presi alcuni fazzoletti di carta dalla scrivania per pulirmi e mi rivestii velocemente.
‘Allora signori siete pronti per firmare ?’ dissi loro tornando professionale.
‘Cazzo dici puttana non ti firmo niente.’ mi rispose subito Pazzola grugnendo.
‘Non penso proprio, vedete la vostra performance &egrave stata registrata su circuito chiuso e non penso proprio che le vostre mogliettine sarebbero felici nel vedere la registrazione.’ dissi ironica ‘Quindi vi consiglio di firmare senza dire null’altro. Dimenticavo le condizioni sono quelle della prima nostra proposta, ma sono certa che a questo punto v’importi ben poco di pochi spiccioli.’
Pazzola cercò di farsi minaccioso nei miei confronti, ma Tenno lo bloccò prima che diventasse pericoloso.
‘Dai compà in fondo ci siamo divertiti tutti quanti.’ cercò di spiegargli ‘E con quello che ci rimettiamo non ci paghi una puttana che ci faccia godere così, quindi firma e non dire altro.’
Firmarono tutti i documenti mentre si rivestivano, dopodiché se ne andarono senza più proferire una sola parola, e come furono fuori chiamai Matteo.
‘Avvocato ho le firme dei tre signori.’ gli dissi trattenendo a stento la gioia per il mio successo.
‘Va bene, ma per piacere cancelli tutto prima che torni in ufficio, anzi metta tutto su un disco e poi tolga tutto dalla memoria centrale, poi le spiegherò il perché.’ mi rispose con un certo affanno.
‘Certo avvocato mi dia solo il tempo per preparare il dischetto, diciamo un quarto d’ora buono.’
Quando tornò il Dvd era nella mia borsetta, lui non disse nulla e alle sette tornai a casa decisamente stanca senza che vi fosse alcun accenno a quello che era successo nel pomeriggio.
Quel dischetto l’ho ancora io.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/

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