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Orgia

La zia Gran Sacerdotessa dei DEMONI

By 24 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci siamo conosciuti da poco.
La mia famiglia &egrave molto particolare io non conobbi mai mio nonno. Lui era un giornalista sportivo, mio padre era stato il suo primo figlio dopo circa un anno di matrimonio divorziò e si diede alla bella vita. Nella sua carriera di uomo si era sposato per ben nove volte. In ogni sua relazione era nata la prole. Nell’ultimo suo matrimonio aveva avuto una bimba. L’unica femmina che era più piccola di me. Io avevo 35 anni lei 23.
Mi ero sempre ripromesso di conoscerlo e poco prima della sua morte ero riuscito nell’intento. Lui ormai settancinquenne era divorziato e conviveva con un’altra donna. Un bella nera di ventuno anni. Il nostro incontro fù un caso e si risolse con una cena. Qualche mese dopo lui morì. Fu lì che conobbi mia zia.
Mio nonno era una persona veramente particolare e con un gran fascino, visto che era sempre riuscito a circondarsi di belle donne. Bh&egrave forse l’ultima l’aveva conquistata con la promessa di una vita più comoda di quella Africana. La negretta di nome Sofia era del Kenya mio nonno si era comprato una casa là.
Alla sua morte scoprimmo che era un uomo pieno di debiti e questo problema legò per forza le varie famiglie. Tutti infatti declinarono la loro eredità. Si parlava di un conto corrente che venne svuotato da Sofia, ma, nulla fù mai provato.
Mio padre cercò di creare un po’ di legame con la famiglia che aveva scoperto di avere in quella funesta occasione. Praticamente i suoi sforzi non furono premiati e riuscì ad aprire un rapporto solo con due dei suoi fratellastri. Suo fratello minore, il secondo, e l’ultima sorella.
Durante alcune cene ci eravamo incontrati. Suo fratello fa’ il farmacista ed aveva una famiglia numerosa. Mia zia di nome Elisabetta invece studiava all’Università Magistratura voleva divenire un avvocato. Io da qualche anno avevo lasciato il capezzale di casa per condurre una vita da solo. Lei era stata lasciata sola da tempo. Sua madre si era risposata e l’uomo con cui viveva non l’amava; suo padre ovviamente l’aveva abbandonata da tempo. Sua madre comunque la foraggiava bene, quindi viveva da sola già da qualche anno. Scoprii che la sua casa non era molto distante dalla mia. Un po’ per gioco iniziammo a frequentarci. Ci vedevamo in fra settimana magari per mangiare assieme e qualche week-end . Io magari uscivo con lei e qualche sua amica dell’università.
Io lavoravo dal Lunedì al Venerdì presso una banca i soldi non mi mancavano. Con lei poi riscoprì un sacco di cose tra cui il piacere di fumare spinelli, cosa che avevo dimenticato da tempo.
Certi fine settimana a casa sua vi erano dei simpatici festini a base di alcol e il resto.
Un fine settimana ci trovammo solo io e lei. Mangiammo una pizza ordinata accompagnata da un po’ di birra e un buon film in DVD.
Si trattava di un genere di film che a me non piaceva molto, un film horror con il diavolo e un po’ di quelle cavolate di paura.
Dopo esserci fatti due cannoni contenenti mariuana i nostri discorsi furono privi del classico controllo.
Lei mi tirò fuori una storia particolare che era una strega al servizio del diavolo e che era anche una sacerdotessa del culto. Aveva iniziato ad informarsi e a entrare in una setta già quando frequentava le scuole superiori.
Aveva partecipato a diversi riti tra cui anche il sacrificio di alcuni animali.
Io mi misi a ridere perché quel genere di cose mi rendevano scettico.
Non risi però quando nell’ambito del discorso lei puntando con un dito una candela accesa la fece quasi infiammare completamente.
Quella cosa a dire il vero mi spaventò.
Mi convinse a partecipare ad una riunione della sua setta avrei visionato il tutto dietro ad un vetro e gli altri membri non mi avrebbero visto. Diceva che in me vi era tanta magia e che avrei potuto divenire un grande membro.
Non ero esaltato dalla cosa comunque visto l’insistenza accettai.
Il Venerdì dopo verso le ventidue ci incontrammo. Mi diede un navigatore con la strada già programmata da seguire.
Lei salì in macchina con un mantello di velluto. Quando si sedette affianco a me non potei non notare che dalla spaccatura del mantello si vedevano le sue belle gambe avvolte con calze autoreggenti. Durante il tragitto il mantello si aprii sempre più facendomi notare le sue mutandine rosse ed un corpetto in tinta che le buttava in fuori la sua quarta di seno.
Lei quando notò che io la guardavo mi passava la mano sui pantaloni. Da prima solo nella parte interna della coscia poi anche sul mio pene che al suo passaggio non poteva fare a meno di irrigidirsi.
Durante il viaggio lei mi disse che avrei assistito ad una grande orgia, naturalmente io non potevo partecipare dovevo solo guardare Mi ordinò di non parlare con nessuno io ero sotto la sua responsabilità se non mi fossi comportato bene lei ne avrebbe subito le conseguenze. A quel punto io ero pieno di domande che le feci. Mi raccontò un po’ di cose. Mi disse che era stata una di quelle feste a farle perdere la verginità. Ad un certo punto arrivati in una strada buia mi chiese di accostare e ci fermammo. Scendemmo dalla macchina. Lei mi disse di spogliarmi aprì la borsa e mi porse un mantello come il suo ed una maschera priva di volto da indossare. Era completamente rossa con due occhi ricoperti da un vetro scuro. Io mi spogliai tenendomi gli sleep lei a quel punto urlo:
‘ Devi essere nudo!’ e con aria seria si avvicinò e mi abbasso gli sleep e disse: ‘ Complimenti anche se molle ai un bel cazzo!’
Per farli scendere si era chinata e mentre diceva quella frase mi guardava con i suoi occhi verdi dal basso, passo la sua lingua in mezzo alla bocca e prese fra le sue calde labbra il mio uccello. Iniziò a succhiare a più non posso. Fuori faceva freddo però in quel momento ero preso dal piacere. Non resistetti a prendere la sua testa e guidare il suo movimento verso il mio fallo. Ad un certo punto lei si distacco e aprendo la portiera posteriore della macchina si appoggio mostrandomi il suo bel culo. Io avevo il cazzo durissimo. Lei allora mi disse: ‘ Mettiti il mantello se ti comporterai bene mi avrai, dobbiamo andare, però levami il tanga per favore.’
Io come se nulla fosse le obedii , appena fatto lei si sedette bene dietro attendendo che io riprendessi il mio posto di guida. Misi la maschera e dietro l’angolo si vide una bella villa illuminata ed isolata.
Nel parcheggio vi erano diverse auto sia di lusso che meno. Quando ci fermammo lei mi disse di scendere e di aprirle la porta e poi di seguirla senza mai parlare.
Io ero un po’ preoccupato anche se ero eccitato per il quasi atto d’incesto avuto con lei.
Entrammo nella casa che risultava sorprendentemente calda. Lei mi indicò una porta e mi disse: ‘ Aspettami là’ io mi diressi ed una volta entrato sentii una serratura scattare. Tenevo in mano le chiavi della macchina l’unico oggetto che mi era rimasto. Mi guardai in giro c’era solo un puffo abbastanza grande o forse era un lettino di legno antico un immenso tendone rosso e tre porte. Una lampada in un angolo. Mi avvicinai alla porta opposta a quella in cui ero entrato, provai ad aprire lentamente ma era chiusa. Mi diressi all’altra porta e vi era un bagno ben pulito con un immensa vasca tonda. A dire il vero dopo essermi reso conto che ero bloccato lì incomincia ad avere paura. Mi trovavo in una setta e chi sa’ quali cose avrebbero fatto. Mi guardai bene in giro per cercare qualche cosa per potermi difendere poi sentii una serratura scattare la porta si aprì.
Entro una figura incappucciata con un cappello a cono. Mi disse: ‘ Spegni la luce e quando qui regnerà l’ombra apri la tenda.’ Poi la figura riuscii dalla stanza richiudendo con la serratura. Il mio cuore pompava a dismisura sangue.
Iniziai a sentire un musica quasi da chiesa provenire da oltre lo specchio. A tentoni arrivai alla corda e la tirai aprendo un varco a quel punto notai che dietro uno il vetro vi erano un bel po’ di persone. Probabilmente entra uno specchio cieco non ero sicuro. Nessuno sembrava aver notato la mia presenza. Iniziarono delle cantilene che io non comprendevo; ben presto notai Elisabetta che era al centro del corridoio di persone su un piedistallo levarsi la tunica e rimanere lì vestita solo del corpetto rosso. Alzò le mani verso l’alto e dalla prima fila iniziò una processione verso un contenitore d’ottone . Tutti gli uomini in fila andarono a pisciare la dentro. Da destra le donne si tolsero la tunica mostrando i loro corpi. Si vedevano sia donne giovani che non. Tutte le donne indossavano il cappuccio a cono mentre gli uomini maschere differenti tutte in porcellana. Elisabetta aveva solo una maschera di tessuto rossa che copriva gli occhi legata dietro che scorreva dietro i capelli legati con un elastico a coda di cavallo. La donna mascherata quindi si girò e si diresse verso di me. Fece un gesto e dalla porta entrarono sei uomini che portavano un letto sul quale vi era una donna legata. Incominciavo ad avere un po’ paura mi facevo mille domande e i miei pensieri non erano positivi. Continuarono i canti fino a che le file non fossero state ricomposte. A questo i sei uomini andarono a prendere il grosso contenitore pieno d’urina lo alzarono e gettarono il contenuto sulla donna. La donna era bagnata il suo volto era coperto da un cappuccio nero. La slegarono e poi uno di loro iniziò a scoparla in quel salone di fronte a tutti. La donna urlava presa dal piacere, ben presto l’uomo le venne dentro. Dalla mia posizione vedevo l’uccello che in figa la riempiva. Quando ebbe finito uno degli altri uomini riprese l’opera e le fu subito dentro. Nel frattempo gli altri uomini si avvicinavano alle donne e buttandosi a terra sul tappeto rosso iniziavano a scopare con le femmine presenti. Era uno spettacolo che non potevo immaginare. Per risposta il mio cazzo diventava sempre più duro. Non vedevo più Elisabetta, qualche istante dopo sentii una mano calda toccarmi le mie palle. Era lei. Iniziammo così a baciarci. Io a quel punto iniziai a parlarle e le confidai le mie paure. Lei mi tranquillizzò. Mi spiegò che lei era da tempo che non partecipava attivamente a quelle orge il suo incarico le imponeva una certa selezione. Naturalmente non mi nascose che anche lei era stata oggetto di attenzioni simili. Tutta via nessuno lì &egrave obbligato, mi raccontò che lei non era mai stata penetrata da nessuno con lei erano stati usati dei falli finti. Non era una stupida e non voleva incorrere in malattie varie.
Fu lì masturbandomi che mi chiese dei miei precedenti. Non mi nascose che aveva sempre goduto in quei momenti. Di solito veniva in quella stanza per masturbarsi di fronte a quello spettacolo. Ora però mi guardò negli occhi levando la mia maschera e mi disse:
‘ Ti voglio. Tu mi vuoi?’
Io non dissi nulla, aspettai che lei facesse uscire lo sperma che mi gonfiava i coglioni visto che mi stava masturbando, poi la baciai e la feci adagiare dolcemente sul nostro altare; Le divaricai le gambe e iniziai a leccarla la figa. La sua figa era completamente rasata ed aveva un buon sapore.
Lei sembrava completamente sotto il mio controllo, il mio cazzo era tornato duro a quel punto decisi che era venuto il momento di commettere un incesto non resistetti nella sala c’erano urla di goduria e quindi perché non continuare ? Lei rimaneva con le sue prosperose tette sotto di me. Le allargai una gamba tenendola per la caviglia amministrando con cura i miei movimenti. La sua figa era sempre più calda e bagnata non resistetti e le inondai la figa con il mio seme. Estrassi il mio cazzo e vidi il bianco nettare scendere come un fiume verso il velluto rosso.
Lei a questo punto si alza e dice una frase strana. La mia sborra che era sul divano sembra illuminarsi e rapidamente vedo che si trasforma in un immenso cazzo rosso con dei tentacoli. Tutti i tentacoli finiscono con una cappella grossa e ben definita. Poi i tentacoli scorrono nel corpo di Elisabetta. Uno gli arriva in bocca ed inizia a muoversi. Dalla sua bocca vedo filamenti di bava e sborra. Un tentacolo la avvolge e oltre a muoverla posizionandolo sul grosso pene con la figa pronta ad essere penetrata le strizza un seno. Un altro tentacolo strizza l’altro seno. Lei non riesce a parlare il primo tentacolo continua a scoparla in bocca. Poi il suo sguardo cambia le vedo come il dolore. Le giro introno e vedo un tentacolo bavoso che le penetra l’ano. Poi finalmente il cazzone la penetra. Io ho l’impulso di prendere con la mano il mio cazzo e guardando quello spettacolo continuo, mi sego.
Mi sentivo al settimo cielo soddisfatto come non mai. Quando sia io che il mostro venimmo. Lei venne riempita da un sacco di sperma ovunque. Ad un certo punto un rumore familiare risuonava per la stanza; il buio intorno a me, apro gli occhi e mi trovo nella mia stanza con l’uccello tutto bagnato nei Boxer, tenuto dalla mia mano, mi stropiccio gli occhi e avverto nuovamente il citofono. Corro verso quello: &egrave Elisabetta che mi fa’ una sorpresa era lì per cena con il cinese take-away. Corro mi metto l’accappatoio aspetto che entri. Le dico che vado a farmi una doccia e tra dieci minuti sarei stato da lei.
Nella doccia penso al mio sogno ove sono stato un vero porco e penso al fatto che avrei commesso, ma, per fortuna era solo un sogno.
Cenai in accappatoio la mia ospite quando terminammo il pasto mi chiese:
‘ Sono stata in camera tua , hai dormito?’
Io: ‘ E’ si ‘ ero stanchissimo ho fatto anche un sogno incubo, erotico da paura!!!’
Lei: ‘mmm E’ per quello che hai lasciato un immensa chiazza sulle lenzuola?’
A quel punto io imbarazzato e sospirando le dissi:
‘ Si, &egrave da parecchio che non stò, con una donna, in stò periodo, mi succede, dai non l’ho fatto a posta sognavo.’
La zietta quindi mi porse il bicchiere di vino bianco che teneva in mano e mi disse:
‘Bevi! Non inventare nulla raccontami quello che ti ricordi .’
Io bevvi e poi imbarazzato le raccontai. Mentre parlavo il mio cazzo reagii e si indurii. Notai che lei mentre parlavo mi fissava ma non in volto. Quando arrivai alla parte di noi due lei mi interruppe un attimo, si tolse gli occhiali che appoggio al tavolo.
‘ Ti confido una cosa nel vino c’era dell’estasi e il tuo cazzo &egrave un bel cazzo’ indicando appunto l’arnese che usciva dall’accappatoio. Poi continuò : ‘ Ho preso anche io la polverina e adesso devo far pipi andiamo in bagno e continua il racconto.’
Andammo di là . Lei mi fece mettere nella vasca e poi si tolse velocemente i vestiti. A quel punto appoggiandosi al muro della vasca liberò i suoi reni. Io assistenti senza più dir nulla. Vedendola nuda il mio cuore pompava veloce. L’aiutai a scendere dalla vasca e inizia a leccargli la figa. Lei iniziava a goderne . Li in piedi vedevo le sue mani che stringevano le tette poi una delle sue mani scese sulla figa da me sollecitata e mentre la leccavo le si stimolava con il dito. Fu a quel punto che la voltai e le ficcai il mio cazzo. La pompai per parecchio fino a che non estrassi il cazzo e le sporcai la schiena. Poi la presi per mano e la portai a letto. La spinsi sul letto e da dietro la penetrai in culo. Il mio cazzo non si era minimamente ammosciato. Forse &egrave l’effetto della droga.
Le venni in culo. Poi lei non ancora soddisfatta iniziò a baciarmi e con la mano stimolava il mio cazzo fino a farlo invigorire. Ben presto avemmo un altro rapporto e sta volta lei era sopra a controllare i movimenti. La mattina ci svegliammo entrambi a letto. Quello non &egrave stato un sogno ma la realtà. E’ l’inizio di un grande rapporto sessuale.

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