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Orgia

Mia sorella Giuseppina 17

By 5 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Sequenza di
Mia sorella Giuseppina
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Mia sorella Giuseppina Cap. 17 Giovedì tardo pomeriggio – sera


‘Adesso, se non c’è mamma mi tolgo sta roba.’ Salendo le scale si stupisce di pensare a spogliarsi invece di essere concentrata ai compiti.

‘Ciao, signorina esibizionista!’ Ha detto l’amico di suo fratello, sorridendole.

‘Ciao, sempre qui?’ Sorpresa nel rivederlo uscire dalla cucina.

‘Ancora con i vestiti addosso? Pensi di ripetere lo spettacolo che hai fatto la volta scorsa?’

‘I miei vestiti” Arrossendo li accarezza.

‘Vedo.- Ha scrollato le spalle sorridendo.- La volta scorsa mi hai sorpreso. Se lo ritieni piacevole, non sono certo io che ti fermo.’

‘Sto andando nella mia camera a spogliarmi tutta nuda.’ Ha detto risoluta, sperando in quel modo di potersi chiudere dentro.
Non ha avuto il tempo di fare un passo che suo fratello è sbucato dal corridoio sorridente.
‘Ciao sorellina!- Si volta e gridando.- Hei, ragazzi, venite qui!’

Indietreggia scioccata, arrossendo ancor di più, vedendo molte facce conosciute uscire dalla camera. Tutti sorridenti e allegri.

‘Giuseppina, questi sono amici.- Sorridendo largamente e presentandoli.- Questo e Tommaso che già conosci, Giuseppe, Andrea, Carmelo, Sandro e Valentino.’

‘Finalmente so come si chiama il fotografo.’ Si dice fra se.

‘C… Ciao.- Visibilmente nervoso uno dei ragazzi.- Giusi!’

‘Piacere di conoscerti!’

‘Felice di fare la tua conoscenza!’
Ansiosi di stringerle la mano e baciarla sulle guance affettuosamente. Spintonandosi l’uno con l’altro.
‘Stiamo giocando un gioco di società. Vuoi unirti a noi?’ ha chiesto Tommaso.

‘Umm’ Io” Provando a dire qualche cosa ma è stata sospinta a seguirli in mezzo a loro.
‘A cosa giocate?’ Ha chiesto una volta entrata in camera.

‘Stavamo giocando a risiko.- Uno dei ragazzi le ha risposto.- Ma forse possiamo trovare qualcosa di più interessante.’

‘A cosa? Strip-poker?’ Un altro ragazzo ha risposto ridendo.

‘Twister potrebbe andare.- Qualcuno ha suggerito guardando fra i giochi impilati in un angolo.- Desideri giocare a Twister o a monopoli se vuoi?’

‘Ma non dovresti fare qualcosa? Non hai il compito di stare nuda per casa?’
Tutti hanno smesso di parlare ed hanno guardato Michele sorpresi, poi all’unisono, hanno girato le teste per osservarla.

‘G’razie, Miki.’ Ha detto dopo un minuto non riuscendo a distogliere lo sguardo che incrocia quello dei ragazzi.

‘Non far diventare pazzi i tuoi amici. Indovino che’ Capisco’ Cioè’ è molto differente avendo una ragazza nuda nella stanza con voi. è’ Diciamo, insolito anche per la ragazza!’
-Guardando a terra si sente arrossire di vergogna.-
‘Ma’ è una delle probabilità che sto per fare comunque.’-Aggiunge.-

‘Cos’è che fa?’ Ha chiesto uno dei ragazzi incredulo.

Sorpresa per la domanda, cerca di deglutires pur sentendo di avere la bocca secca. ‘Realmente non ho nulla in mente. Ho pensato di stare solo più comoda e libera in casa.’

‘E di fare anche tutte le faccende di casa.’ Aggiunge il fratello.

Annuendo con la testa. ‘Sto per rimanere senza alcun vestito fino a che non vado a dormire.’ Risponde cercando di sorridere.

‘Che cosa vuole fare?’ Ha chiesto esterrefatto lo stesso ragazzo.

‘Giocherà con noi nuda.- Risponde Michele.- Potrete guardarla finchè lo desideriate.’

‘Fai una piroetta in modo che possiamo vedere anche il sedere?’ Un ragazzo ha chiesto.

Ha annuito col capo e si è girata su se stessa, allora si è accarezzata una chiappa e tutti hanno riso scioccamente.

‘Come ti è sembrato?’

Ha osservato con aria di sfida verso suo fratello senza rispondere ma sapeva che doveva farlo.

I ragazzi la stavano guardando ardentemente, stavano aspettando coi i loro ghigni sui volti.
è diventata paonazza per la vergogna e ha cercato di calmarsi facendo un paio di respiri profondi. Non riusciva a muoversi.
All’ora lo vede. Suo fratello esplode un largo sorriso e un piccolo tremito gelato si spande dalla colonna vertebrale di Giuseppina.

‘Vuoi che qualcuno ti aiuti?’

Tutti si voltano verso di lui increduli.

‘C’è qualcuno di voi che gradisce aiutarmi?’ Ha chiesto timidamente con un filo di voce.

‘Scusa? Cosa hai detto?’ Ha chiesto uno dei ragazzi.

Il calore sulla faccia si è fatto ancora più intenso. Non l’avevano sentita! Ha realizzato che le parole erano uscite come un sussurro. Allora ha preso un respiro profondo e anche se non desiderava farlo, ha cercato di parlare più forte.
‘Chi di vuoi vuole aiutarmi a togliere i miei vestiti?’

L’hanno sentita chiaramente questa volta! Tommaso ‘il fotografo’ e un altro si sono mossi per primi.

‘Vi lascerò fare qualunque cosa che desideriate fino a che non sarò nuda.’

I due già in piedi hanno incominciato subito ad accarezzarla attraverso il tessuto della camicia.

Forzatamente ha sorriso.

Qualcuno da dietro, ha sollevato la minigonna e accarezza il sedere e le cosce direttamente sulla pelle nuda. Due mani hanno preso le tette attraverso il tessuto palpandolo e suo fratello ha incominciato ha sbottonarle la camicia.
I ragazzi ridevano nervosamente eccitati.
Terminato di sbottonargliela, l’ha aperta ed è rimasto fermo ad osservarla dritto negli occhi.
I ragazzi potevano palpare liberamente e stuzzicare i capezzoli durissimi.

Pur rimando rossa in volto, l’imbarazzo e la vergogna lasciano spazio ad una profonda eccitazione.
Non ha provato a muoversi, ma ha cercato di distogliere lo sguardo da lui. Non voleva fargli capire che le piaceva l’esplorazione che i ragazzi le stavano facendo.

‘Guardami!’ Le ha intimato mentre la prende per i polsi sollevandole le braccia in avanti.

Gli occhi sono tornati a scambiare lo sguardo con il suo e ha visto come le ha sorriso.

Un urlo sordo accompagnato ad un sobbalzo, ed è rimasta con la bocca semi aperta per la sorpresa…

Uno dei ragazzi ha infilato un dito profondamente nella vagina.

Ha cercato di muoversi ma suo fratello le ha stretto fortemente i polsi.
‘Guardami!’ Le intima.

I capezzoli sono sempre più tormentati intrappolati come sono fra le dita.

I polsi le fanno male e una smorfia le compare sul volto.

‘Ferma e guardami. Gradisco guardare le tue espressioni.’

‘Lasciatemi far scorrere le dita dentro là per un minuto.’ Qualcuno dietro di lei ha detto.
Due dita vengono spinte profondamente all’interno della vagina seguito poco dopo da altre che accarezzano il clitoride.

Sussulta incapace di emettere suoni questa volta e resta ad osservare fissa negli occhi di suo fratello.
Poco dopo, con il respiro soffocato, salta letteralmente sulle punte dei piedi. Qualcuno stava spingendo un dito all’interno del piccolo culetto.
‘No! Fermi!’ Ha protestato, provando a voltarsi.

Suo fratello di fronte a lei ha stretto ancor di più i polsi mentre i capezzoli per il movimento convulso che ha fatto poco prima, venivano tirati dolorosamente.
‘Ti sei già dimenticata che devi guardarmi?’

‘Proverò!’ Ha detto sorpresa cercando di respirare.
‘Avevi detto che potevamo fare tutto quello che desideravamo?’ Un ragazzo ha detto dietro di lei

Dopo molto cercando di trovare il respiro e la forza: ” Potete.’ Rispondendo a mezza voce.

‘Ti piegheresti in avanti un poco per favore?’ Ha chiesto dolcemente qualcuno alle sue spalle.

Lei ha eseguito, riluttante e lentamente cercando di mantenere gli occhi in quelli di suo fratello. Poco dopo ha sorriso mentre lui le ha risposto, allargando ancor di più il suo.
‘Ti sta piacendo vero?’

Ora era lei che si sorreggeva ai polsi di suo fratello. Piegata in avanti, sondata profondamente nelle sue intimità più profonde. Aritmicamente le dita entravano e uscivano dai suoi orifizi. Masturbata nei punti maggiormente erogeni, l’orgasmo le stava montando dentro come un treno. Il respiro diventa sempre più corto. I muscoli delle gambe e del sedere si irrigidiscono e tremando, emette un primo urlo soffocato seguito a ruota da due molto più forti che segnano l’apice del piacere.

I ragazzi continuano ancora per qualche minuto fino a che i tremori e i sussulti del corpo di Giuseppina non cessano. Lentamente a una, a una le mani si discostano. Viene liberato prima un capezzolo, poi il clitoride, un altra mano lascia anche l’altro capezzolo, da dentro al sedere che una volta uscite le dita la fanno tremare ancora, da dentro la vagina che fuoriuscite anch’esse può percepire come i muscoli si contraggano ritmicamente lasciandola erotizzata e ansimante. Per ultime, le mani sulle cosce e sul sedere che smettono di accarezzarle la pelle setosa.

Incapace di sorreggersi si inginocchia a terra e si lascia andare cercando di trovare un minimo di lucidità. Finalmente l’aiutano a spogliarla definitivamente. Camicia, minigonna, le scarpe da ginnastica e i calzini per ultimi.
‘Lasciatemeli quelli, per favore.’ Ha detto faticosamente.

Tornata successivamente un poco di lucidità, ha osservato i ragazzi seduti in cerchio attorno al gioco. Non ha visto i suoi abiti e sperava che non li avessero troppo sgualciti.

‘Cosa pensi se ti usiamo come premio? Il vincitore ottiene di farti fare qualcosa.’ Qualcuno ha suggerito.

‘Mi si chiede di umiliarmi per realizzare sicuramente qualche gioco sessuale. Esattamente come ha scuola.’ Pensa fra se.
‘Va bene” Acconsente non molto convinta.

Hanno iniziato una nuova partita di Risiko. Ogni volta che qualcuno vinceva un paese, le venivano fatte le richieste che puntualmente soddisfava. Seduta con le gambe aperte, a quattro zampe rivolta all’indietro, sempre in ginocchio con la faccia a terra ma con le mani che allargano le natiche.
Il primo che è stato battuto era Tommaso e il vincitore le ha chiesto:
‘Fai qualcosa di speciale per le vittorie più grandi?’

Dubbiosa è rimasta muta senza sapere cosa rispondere.

‘Perché non dai una leccata al cazzo con un piccolo bacio alla cappella?’ Le propone suo fratello.

Senza aspettare che lei rispondesse, il tipo si alza e sbottonati i jeans lascia che finalmente il cazzo duro si erga libero e dritto in aria.

Titubante e calamitata, si avvicina e dopo averlo osservato per qualche lungo attimo estrae la lingua e partendo da più in basso che può incomincia una lenta e lunga leccata. Termina con un bacio al glade paonazzo, con le labbra semi aperte. Per un minuto lui rimane fermo ed estasiato, lasciando che il cazzo pulsi al ritmo del cuore impazzito.

Altri paesi vengono vinti e persi mentre lei sempre al vincitore di turno regalava figure sempre più fantasiose.
Terminate e ripetute alcune forme plastiche, è stata invitata ad avere baci sui capezzoli, a dare piccoli rapidi baci sulle labbra. Quest’ultimo premio è durato più turni con la reciproca soddisfazione di tutti.

Il primo che ha conquistato un continente, ha chiesto come premio un bacio reale.
Dopo un certa contrattazione sul come e sulle modalità si sono accordati sul baciare con la lingua da in piedi per 60 secondi in cui le mani potevano vagare ovunque.
Terminato, il ragazzo era in preda ad una erezione incredibile mentre Giuseppina percepiva chiaramente come un certo calore si spandeva dalla figa.

Alla fine sono rimasti in tre a giocare e con un attacco fortunato Carmelo è riuscito a conquistare il suo obbiettivo finale.
Urlando di gioia ha abbracciato Giuseppina saltando insieme per la stanza.
‘Per lo stratega dell’anno, quale premio posso avere da una fanciulla tanto bella?’

Giuseppina ci pensa un attimo ma rimane con la sola bocca aperta incredula. Non sa capacitarsi se essere contenta o demoralizzata.

Non sa chi sia stato il primo fra tutti ad urlare ma in breve tutti i ragazzi hanno incominciato a urlare ritmicamente:
‘Un pompino’
Un pompino’
Un pompino”
‘ ‘ ‘

Mentre i ragazzi continuavano a scandire il ritornello, lei si inginocchia e allentata la cintura, si accinge a sbottonare i jeans.
Poteva sentire attraverso lo spesso tessuto come avesse il cazzo duro. Sbottonarli è stato difficilissimo per la stoffa in tensione. Ha potuto vedere come la cerniera fosse tirata hai lati fortemente e le dava l’impressione che stesse per rompersi da un momento all’altro.
Li ha abbassati a mezza coscia e dagli slip il cazzo fuoriusciva dritto per oltre la metà della sua lunghezza.

Davanti al proprio sguardo si ergeva dritto il paletto di carne. Involontariamente si è morsa il labbro inferiore constatando come era grosso. La vulva le ha lanciato un segnale inequivocabile di eccitamento. Abbassate le mutande, è rimasta ad osservarlo.

La cappella violacea e lucida era completamente esposta. Piccole gocce inumidivano il meato e parte del glade sottostante. Le vene scure solcavano la carne dura e bollente. Il cazzo si muoveva ad ogni battito del cuore. I ragazzi vedendolo hanno riso e lei si è fatta coraggio e lo ha impugnato stringendolo nel suo pugno con la mano destra. Con l’altra, ha soppesato e accarezzato le palle, percependo chiaramente come fossero dure. Con il cazzo stretto nel suo pugno lo ha piegato verso la bocca e in un sol colpo lo ha ingoiato per oltre i ‘ . Si è fermata solo quando il naso è arrivato a sbattere contro i peli ricci del pube.

Lentamente ha ritirato la testa lasciando che la punta della lingua solleticasse lungo ogni centimetro di quel duro paletto di carne. Ha continuato la stessa operazione solleticandolo sotto al meato facendolo mugolare di piacere con la cappella ben stretta fra le sue labbra. Muove la testa intorno alla cappella succhiando e lappando. Lentamente è andata avanti e si è ritirata continuando a reggere con la mano la base del cazzo.

Come è tornata indietro per la terza volta, ha sentito distintamente il cazzo vibrare. Le palle si erano fatte un attimo prima incredibilmente dure. Il primo violento schizzo l’ha colpita contro il palato seguiti da diversi meno violenti ma molto più corposi. In poco tempo si è ritrovata con tutta la bocca piena di sborra e ha dovuto ingoiare una prima volta, poi una seconda e infine una terza ed in entrambe la bocca era completamente piena.

I ragazzi, tutti, si erano ammutoliti mentre assistevano allo spettacolo. Lei nuda in ginocchio davanti al loro amico che gli donava l’estasi più totale. è rimasta in ginocchio a succhiare per lungo tempo anche dopo che il cazzo si era fatto più malleabile anche se ancora turgido. Liberata la cappella dalla bocca ha potuto osservare da vicino come tutta l’asta fosse di colore violaceo. Con la mano libera l’ha spremuto delicatamente e ha passato un’ultima volta la lingua lungo il meato per poi sollevarsi in piedi. Lo sguardo di lui che la guarda beatamente l’ha ripagata di tante umiliazioni.

Un applauso scrosciante la riporta alla realtà. Tutti sono lì con i pantaloni calati alle ginocchia e con i loro cazzi dritti e duri. I complimenti si incrociano e arrivano concordi da tutti sommandosi fragorosamente. Come gli animi si raffreddano ripartono con una nuova partita. La interrompono momentaneamente solo quando arriva il ragazzo delle pizze annunciandosi con lunghi squilli del citofono. Suo fratello la guarda, e lei si alza. Stava allargando le labbra della figa per l’ennesimo territorio vinto e ha potuto constatare come fosse bagnata e calda.

Vedendolo farle il gesto con la mano, il viso le si è arrossato all’inverosimile. Le gambe le tremavano mentre si avvicinava ad aprire la porta. Come ha aperto, si è nascosta dietro al portoncino ma è dovuta tornare indietro a prendere i soldi. Il giovane ragazzo ha spalancato la porta mentre aspettava ed è rimasto folgorato nel vederla tornare. Anche Giuseppina ha fatto un sussulto e con le gambe tremanti, ha pagato il conto mettendogli i soldi in mano. Per tutto il tempo il ragazzo è rimasto a bocca aperta senza dire una parola. Imbambolato per tanta bellezza e per la nudità di Giuseppina. Quando lei chiude la porta lui non si era ancora minimamente mosso. Lei ride chiedendosi per quanto tempo resterà pietrificato davanti alla porta.

I ragazzi arrivano in cucina a mangiare mezzi nudi. Indossano solo le loro camicie mentre dai lembi inferiori spuntano i cazzi duri che ondeggiano a destra e a sinistra. Mentre sono attorno al tavolo più di una volta la palpano vistosamente o la strusciano con i loro cazzi. Ogni volta lei freme di desiderio voluttuoso. I discorsi che si fanno fra di loro sono solo di sfida. Sono concentratissimi perché sanno qual è il premio finale. Lei non riesce a distogliere lo sguardo dalle loro cappelle violacee. Ogni volta che qualcuno le si strusciava addosso, lasciava un segno distinto sulla sua pelle. I cazzi erano così eccitati che le cappelle luccicavano dovuti ai loro liquidi seminali che fuoriuscivano abbondanti.

Per la terza volta aveva soddisfatto l’ennesimo vincitore. Anche questo non aveva durato molto. Forse non più di un minuto ma per via della lunga tensione, la sborrata è stata più corposa e violenta che mai. Giuseppina ha giudicato che il cazzo non era poi molto grande al punto che poteva ingoiarlo tutto e questo gesto inconsulto ha fatto in modo che il primo violento schizzo le venisse sparato direttamente in gola. Tossendo, ha dovuto far fuoriuscire la cappella e i rimanenti schizzi le sono finiti tutti addosso. Capelli, faccia, collo, tette erano imbrattati di sperma. Ripresasi a sufficienza ha continuato a succhiare ma oramai si era svuotato quasi completamente.

Lui non si era perso d’animo e stringendo il cazzo fra le dita di lei ha incominciato a segarsi furiosamente senza guardare dove la sborra atterrava.

Michele è stato il più severo e spregiudicato del gruppo.
‘Visto che non hai saputo soddisfare appieno il vincitore, ora dovrai pagare penitenza. Sarai costretta a succhiare tutti i perdenti.’

Allibita nel sentire quelle parole, è rimasta per un attimo sconcertata. Senza minimamente muoversi dalla sua posizione in ginocchio, il posto nella sua bocca è stato preso da un cazzo dalla cappella enorme e palpitante. Non aveva neppure visto in faccia il ragazzo e ora era lì che succhiava. Sono bastati pochi attimi e anche lui le è venuto violentemente e abbondantemente in bocca. Non ha lasciato che nulla fuoriuscisse o che si perdesse continuando a succhiare voracemente. Un secondo ha preso il suo posto spingendo letteralmente via il suo amico. Se Giuseppina non fosse stata pronta ad aprire la bocca poteva rischiare di ferirlo con i denti. Questo nuovo arrivato, preso dalla frenesia e dal lungo eccitamento ha guidato con la propria mano il cazzo spingendoglielo in bocca. Presa per la nuca spingeva e ritraeva il cazzo come se la stesse scopando. A Giuseppina non restava altro che cercare di non soffocare.

Il caratteristico rumore della serratura che scatta ha fatto girare Michele verso l’orologio sul comodino.
‘Cazzo i vecchi!’ Urla lanciandosi ad indossare i jeans.

Proprio in quell’istante, il suo amico gode profondamente e violentemente nella bocca di sua sorella.
Distrattasi per l’urlo, non era preparata e gli è scappato dalla bocca. Prima che potesse nuovamente ciucciarlo era nuovamente imbrattata tutta di appiccicoso sperma.

Prima di uscire suo fratello si piega in avanti e le sussurra all’orecchio:
‘Stai ferma e immobile! Non ti pulire.’

Come sono pronti i primi tre ragazzi Michele li spedisce nel corridoio incontro ai loro genitori per distrarli.
‘Mi raccomando. Fate piano che Giuseppina dorme.’ Non curante del tono di voce.

Sorridono mentre vanno, poi anche lui li raggiunge seguito ad uno, a uno dagli altri ragazzi. Per ultimo ad uscire è Sandro. Eccitato per la situazione estrema ha obbligato Giuseppina a soddisfarlo ugualmente pur rischiando di farsi scoprire dai genitori di loro. Era così in ritardo rispetto agli altri che è uscito senza chiudere la porta.

Con il cuore in gola, Giuseppina si è sdraiata dietro al letto nascondendosi come ha sentito i passi di suo padre avvicinarsi alla camera. Stava ancora ingoiando lo sperma dell’ultimo ragazzo quando ha sentito la sua voce.

‘Una volta tanto che in questa camera non sento puzza di fumo. Bravo figliolo. Vedi di aprire la finestra prima di andare a letto. C’è puzza di chiuso.’

‘Va bene, Pà. Buona notte.’

Dalla sua posizione lei non vede nulla. Sente solo i passi allontanarsi e il cuore che batte a mille. Sente altri rumori poi passi che si avvicinano. La porta che si chiude.
‘Ferma che ora Mà passa per i saluti di rito.’

Quasi Giuseppina ha smesso di respirare come sente la porta aprirsi.

‘Non fare tardi. Buona notte.’

‘Buona notte, Mà.’

Mille pensieri le turbinano in testa ma uno alla fine si affaccia lasciandola angosciata ‘E se apre la porta della sua camera e non la trova?’
Le tremano le mani. Effettua alcuni respiri profondi per allentare la tensione ma ora un nuovo problema induce ad una certa urgenza. Sente l’impellente bisogno di andare in bagno a fare la pipì. Come suo fratello la vede sollevarsi le fa segno di nascondersi ma lei gesticolando l’ho fa avvicinare.
‘Devo andare in bagno!’

‘Non se ne parla. Ora loro vanno a lavarsi.’

‘Ma devo fare la pipì!’ Stringendo al contempo le gambe.

‘Cazzo che lagna che sei. Stai giù che ci penso io.’

Armeggia lungamente sulla libreria, sposta alcuni libri e infine, si reca in fondo alla stanza con un contenitore di plastica. Distende un vecchio giornale a terra e posiziona la vaschetta in cima ad uno sgabello.
‘Alzati! Mettiti lì in quell’angolo.’

‘Ma è troppo piccola.’ Sottovoce ed indicando il contenitore mentre il bisogno è sempre più forte.
Per tutta risposta lui si siede a braccia conserte sulla sedia e l’osserva.

Giuseppina è costretta a piegare le gambe. Si prende le piccole labbra la le dita e sparse hai lati, cerca di far uscire lentamente e di indirizzare il getto. Fatti i primi tentativi e notato che il risultato è soddisfacente, si rilassa e lo scroscio riecheggia in tutta la camera.

Michele guarda soddisfatto sua sorella. Per metà del suo corpo vi sono grumi di appiccicoso sperma. Quelli freschi si sovrappongono a quelli vecchi oramai già secchi. Striature partono dalla testa per arrivare fino alle gambe. La vista è tanto erotica che il cazzo gli torna immediatamente duro. Si massaggia le palle doloranti e si chiede per quante ore ha avuto il cazzo in tiro.
Vede sua sorella rizzarsi in piedi e guardarsi attorno ma lui la invita ad avvicinarsi con un gesto della mano.

‘Cerco un fazzoletto.’

Per tutta risposta lui si sbottona i jeans e se li scende alle caviglie.

‘Basta per questa sera, ti prego. Ho la nausea.’

‘Se vuoi andare in camera tua, prego. Accomodati.’ Indicandole la porta.

Sa bene che non può ancora. In segno di resa, testa e spalle si abbattono stancamente. ‘La serata era andata magnificamente e ora anche questo.’ Si dice delusa.

‘Non voglio ancora godere tranquilla. Tieni, prendi questo evidenziatore. Ficcatelo nella figa e questo pennarello nel culo.’

Allibita lo guarda.

‘Non quà, vai là, sopra al tuo piscio. Se rovesci la vaschetta te la faccio leccare.’

Sentendo come se nei piedi avesse del piombo, muove i pochi passi sconsolata e avvilita.
Prima si inumidisce nella figa il pennarello per poi lentamente infilarselo come fosse una supposta su per il culo. Infine è la volta dell’evidenziatore.

‘Ora girati e fammi vedere che te lo sei infilato nel sedere.’

Lei esegue con difficoltà e si piega un poco in avanti per migliorare la visione.

‘Brava, ora masturbati il buco del culo senza che il pennarello esca.’

Avvilita esegue lungamente. Sente come i muscoli dell’orifizio anale siano stimolati dalla superficie liscia dell’oggetto.

Michele si sta godendo la scena masturbandosi a sua volta. Pensa che Tonino sarà soddisfatto quando vedrà le registrazioni che sta ottenendo della serata.
‘Ora masturbati con entrambi gli oggetti. Brava, si, alterna.’

Non vuole ammetterlo ma si sente sempre più calda. Mentre il pennarello esce l’evidenziatore nella figa entra.

‘Vieni qua.’

Lei si avvicina camminando con difficoltà. Entrambe le mani trattengono i due oggetti. Vede come tiene il cazzo con entrambe le mani e come la guarda. Pensa che entrambi abbiano lo stesso sguardo in quel momento. Si china e in ginocchio, lappa e succhia sentendosi sempre più calda. Lui mugola e messa una mano alla nuca la spinge in basso obbligando sua sorella ha ingoiare quasi tutto il cazzo. Pochi istanti dopo esplode l’orgasmo liberatorio con tutti i muscoli tirati e irrigiditi alla spasimo.
Ingoia cercando di respirare con difficoltà e come viene sciolta dalla stretta alla nuca, lei solleva la testa facilitandole in questo modo il compito di inghiottire l’abbondante sborrata. Lei stessa si meraviglia per quanta crema bianca e salata sta riversando. Continua a lungo anche quando sente distintamente il cazzo mezzo moscio in bocca. In lei gli stimoli per l’avvicinarsi dell’orgasmo sono vicini e le piace sentirsi in bocca un cazzo caldo.

Dopo innumerevoli mugolii e ansimi la obbliga ad alzarsi sorreggendola.
‘Vai a letto a dormire. Cammina così. Non andare in bagno a farti la doccia o farai insospettire Mà e Pà o peggio ti farai scoprire.’

Lui apre la porta lentamente e dopo aver constatato che i vecchi genitori non ci sono le lascia libero il passaggio.

Camminare con quei due oggetti profondamente in lei le da un certo fastidio, inoltre prima di allontanarsi dalla camera di suo fratello, le ha dato una strizzatina ad entrambi i capezzoli facendola fremere.
Finalmente nella sua camera, con la porta chiusa, può togliersi i due oggetti e respirare liberamente.
Incredibilmente, seduta a letto, si accorge che le hanno lasciato un certo senso di vuoto interiore.
Sotto alle coperte, sollevate e piegate le ginocchia, si concentra a masturbarsi. Continua a pensare ai cazzi che ha succhiato e a come li avrebbe voluti in lei. Geme nel buio delle sue mura. Sussulta e trema sotto le coperte mentre le dita si impiastricciano della sua ciprigna.
Continua a godere all’infinito, in successive ondate di orgasmo lasciandola completamente spossata fino ad addormentarsi ansante e piacevolmente sconvolta nei sensi.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it anche msg nelle poche volte che sono collegato.

Ultima correzione 18-08.-07

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