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Orgia

Paola carissima

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Paola Carissima, ci siamo sentiti qualche giorno fa e questra notte ti ho sognata; Non eri sola e… permetti che ti racconti il sogno? Ci troviamo in un grande, arioso ambiente; Una camera da letto, forse? Forse, ma potrebbe essere anche una specie di ampio salotto… Sono accanto a te, sai? Sento il tuo caldo respiro che si confonde col mio. Mi perdo nell’ iride stellato dei tuoi occhi, assorbo l’ aroma della tua pelle sotto cui vorrei scomparire ed essere tutt’ uno con te. Pensieri estremi galoppano nella mia mente, evocati dal ricordo delle ore notturne trascorse assieme ad un diavolo che qualcuno in un parossismo di fantasia associò alla parola “frigidità “! Lorenza… ti ho detto che il parlare spesso di chi non conosco stimola in modo talvolta perverso la mia fantasia! La immagino accanto a te, nella penombra di un’ ariosa camera da letto…. contorni incerti come quelli di un sogno…. colori morbidi e una luce soffusa d’ un rosa irreale. Vi tenete per mano e mi guardate mute. Mi avvicino e sfioro i vostri volti con la punta delle dita. Gli occhi seguono attenti i movimenti delle mani che lente scendono lungo la curva del collo, una su di te, Tesoro, l’ altra su di lei….. sì, su di lei. Al contatto gli occhi si socchiudono, la pelle si tende, increspandosi per la tensione e pregustando l’ ignoto del poi… brividi sento serpeggiare mentre lente le vesti cadono al suolo. Ed è sempre silenzio, rotto appena dal sommesso frusciare degli indumenti. Prima le gonne, poi setose camicette che scoprono un tripudio di intimo, nero per te, bianco perla per lei….. e nell’ aria si sprigiona un bouquet di femmine eccitate…. aspro e dolce insieme. Un tenue sbuffo d’ aria e di esotici sentori( è o non è un sogno?) agita mollemente i tendaggi color pesca ( o è piuttosto salmone?) che sinuosi copiano il profilo dei vostri corpi seminudi. Cadono i reggiseni all’ ennesimo tocco. Tumide punte rosate fanno capolino tra labbra che d’ un fremito s’ increspano. Altre più segrete punte si espongono orgogliose e si ergono al mio sguardo impudente di porcello inveterato( non è così che spesso mi chiami?). Sono quattro, a due a due così diverse eppur simili nell’ emozione di un magico momento. Seni….. mammelle…….. carnosi globi di intimo piacere, fatte per la bocca di un bimbo e godute da labbra assai più adulte. Tette….. zinne….. quante parole per definire le morbide sporgenze su cui ogni uomo vorrebbe prender sonno la sera e risvegliarsi ogni mattina! Ne seguo le curve con mani tremanti e sento un fuoco sorgermi nel ventre. Ora il tocco si fa imperioso e prepotente. Le dita si impadroniscono della carne e la stringono….. gemiti di piacere filtrano dalle labbra dischiuse. La schiena s’ inarca ed accompagna la mia stretta. è sempre silenzio quando lentamente comincio a far scorrere sulla pelle sudata l’ elastico degli slip. Due ombelichi fanno ora capolino, ridenti tortellini e simbolo di vita. Pagliuzze d’ oro, appena arricciolate al centro, TU….. peluria scura di ombre misteriose… LEI, morbide coscie nel cui vertice si cela un mondo di piacere. Esploro, mentre in ginocchio vi stringo a me, afferrando a piene mani le vostre natiche, affondando il viso nei recessi più nascosti. Vi sento gemere, mentre il respiro muta via via in un ansimare di libidine. I fiori si schiudono e differenti linfe, l’ una nota e l’ altra non ancora, mi innondano il viso ed io cerco di suggerne ogni goccia. Un refolo di vento innalza vaporose le tende ed ora siete voi, assieme, che allentate i miei abiti. Pantaloni…… camicia… maglietta della salute( che sia un sogno iper-realista?!)… e i purpurei boxer di seta damascata (ricordi?) appena celano, orgogliosi, una vistosa protuberanza di molti…. millimetri. A quattro mani ne afferrate il bordo e l’ ultimo ostacolo scende a scoprire il glande tumescente. La pelle tesa e pulsante di piacere oscenamente si mostra ai vostri sguardi. Il cazzo svetta e oscilla, mosso dai tremiti di muscoli nascosti. Due bocche all’ unisono si accostano e il respiro, corto e bruciante, gonfia allo spasimo la mia cappella, finché essa sparisce d’ un botto, ingoiata da un mare di lucida saliva, mentre la lingua inizia il famelico balletto. Sù… giù… sù… giù, le bocche aumentano il ritmo, lingue appuntite si annodano in un complice gioco di umori, finché dal profondo sale il piacere ed erompe in getti potenti sui vostri volti lucidi di sudore. Spasmi di piacere mi squassano, lampi di luce baluginano in me e labbra golose vanno a cogliere l’ ultima stilla di lattiginoso umore. Fantasie… null’ altro che fantasie di un sogno e mi sono destato in un letto sconvolto intriso di sudore e… non solo di quello…

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