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OrgiaRacconti 69

Quartetto

By 27 Giugno 2015Febbraio 9th, 2020No Comments

Quartetto

Eravamo amici da sempre. Stesse amicizie scolastiche, stesso gruppo nelle sbaraccate del sabato. Maschi e femmine equamente divisi, flirt nati all’interno del gruppo e infine matrimoni. Noi quattro addirittura ci eravamo reciprocamente fatti da testimone alle nozze, celebrate a distanza di pochi mesi. Aldo (io), Ester (mia moglie), Paolo e Gloria gli altri due. Amici veri, di quelli che basta mezza parola perché l’altro finisca la frase; stessi gusti, più o meno la stessa professione. Sposati, come detto, da due anni, avevamo continuato ad uscire assieme durante il week-end, alcune volte avevamo fatto le vacanze assieme.
Quest’anno avevamo deciso di andare in Francia, in Provenza: abbastanza vicino per godere appieno di un ponte: tre giorni di mare e relativo entroterra per piacevoli escursioni. Avevamo quindi prenotato un bell’albergo in riva al mare quando, pochi giorni prima della partenza, mentre facevamo zapping alla ricerca di qualcosa per passare la serata, ci imbattemmo in uno strano film: Love you di John Derek. Strano perché l’inizio era tutto sfocato e mosso. Stavamo per cercare qualcos’altro ma all’improvviso i dialoghi attirarono la nostra attenzione. Si trattava di due coppie che avevano deciso di trascorrere alcuni giorni in un posto sul mare, isolato dal mondo, dando corpo alle proprie fantasie più segrete: amore libero, scambio di coppia, mente libera da pregiudizi. Finimmo col vederlo fino alla fine e lo commentammo, andando a toccare anche noi quegli argomenti di cui, senza lo stimolo del film, forse non avremmo mai affrontato. Come ci saremmo comportati noi quattro alle prese con quei temi? Che cosa ne pensavamo dello scambio di coppie? Sarebbe possibile non farsi assalire dalla gelosia? Anche nei giorni a seguire, e soprattutto durante il viaggio verso la Francia, continuammo a tirare fuori varianti e distinguo, ma sostanzialmente alla fine fummo tutti d’accordo che sarebbe stata una bella esperienza a patto di saper superare lo scoglio della gelosia. Come colpo del destino, durante il check-in all’albergo, ci imbattemmo nel depliant pubblicitario di un club privé situato in un bosco, a pochi chilometri da dove eravamo, che prometteva una serata piacevole, con aperitivo, cena e, soprattutto, dopocena. Prendemmo nota e ci ripromettemmo di farci un pensierino. Durante il pranzo finimmo col divertirci a immaginare come potesse essere il dopo mezzanotte in quel locale. Come detto, eravamo molto intimi: da ragazzi ci era capitato di flirtare tra tutti, non andando oltre qualche limonata e qualche palpatina. Ma dopo, niente altro che serate, feste, baci e abbracci. Quindi niente precedenti sessuali tra di noi. Solo una grande curiosità e una gran voglia di fare esperienze nuove.
Il pomeriggio visitammo la città che ci ospitava, passeggiando e chiacchierando del più e del meno. Tornati in albergo, ci fermammo un attimo al bar per decidere cosa fare: se affrontare l’ignoto o andare in un posto più tradizionale. Furono le mogli a decidere: serata diversa, tanto più che nessuno poteva obbligarci a fare alcunché. Potevamo cenare, guardare, e farci un’idea di cosa gira per il mondo’. Così, dopo esserci messi d’accordo sull’orario di partenza, noi maschietti salimmo nelle nostre camere per una doccia e per un piccolo riposino, mentre le ragazze, che avevano voglia di fermarsi ancora a fare due chiacchiere, ci avrebbero raggiunti dopo. Dopo un paio d’ore, Paolo venne a bussare alla nostra camera: dato che Gloria era ancora in bagno a farsi bella, volevamo intanto scendere per un aperitivo? Anche Ester era ancora alle prese con gli stessi problemi, così decidemmo di scendere noi due e di aspettarle al bar. Quando finalmente ci raggiunsero, capimmo il perché del supplemento di chiacchiere e di soggiorno in bagno: il depliant parlava di camicie eleganti per gli uomini e qualcosa di sexy per le signore. Le nostre due compagne l’avevano preso terribilmente sul serio il consiglio. Ester aveva un mini abito nero aderente, con spalline sottili e molto scollato; Gloria invece aveva optato per un abito di seta giallo, lungo e con uno spacco e una scollatura vertiginosi. Due bombe, che fecero voltare tutti i presenti al momento del loro arrivo nella hall. Anche noi due rimanemmo a bocca aperta: erano bellissime, con trucco e rossetto adeguato. La serata prometteva davvero bene’
Al momento di salire in macchina, Gloria volle salire davanti, accanto a me: ‘Se vogliamo entrare nel clima al modo giusto, cominciamo almeno a scambiarci i posti’ disse ridendo. ‘Ottima idea ‘ fu la risposta di Ester ‘ così almeno riscaldiamo un po’ l’atmosfera.’
Durante i venti minuti del tragitto, mi capitò diverse volte, nel cambiare marcia, di sfiorare la coscia di Gloria, generosamente lasciata a nudo dallo spacco. Anziché allontanarsi, finì col girarsi tutta di sbieco verso di me, dandomi modo di sbirciare la perfezione delle sue gambe. Dal sedile posteriore arrivavano risatine e battute, sempre sull’argomento ‘serata diversa’. Chi ci sarà, saremo in grado di andare fino in fondo, e cose così. Se io e Paolo eravamo tesi e problematici, le due ragazze sembravano invece perfettamente a proprio agio, consapevoli della propria bellezza e giovinezza e pronte a tutto per dimostrarsi emancipate e all’altezza della situazione.
Il locale era situato in un posto meraviglioso, con tanti alberi intorno e un magnifico giardino. Nel parcheggio, prima di scendere e di fare il nostro ingresso, ci fu ancora il tempo per alcune battute: siamo sicuri di voler entrare? E poi, cosa succederà? Ci sarà bella gente? Furono sempre loro, a risolvere tutti i quesiti: ‘Si entra, saremo i più belli della serata, vediamo come si mettono le cose e decidiamo sul momento il da farsi’.
Appena entrati, dopo la registrazione al club, fummo accompagnati al bar, dove trovammo una quindicina di altre coppie, alcune isolate, altre che già stavano familiarizzando fra loro. Parlavamo tutti e quattro il francese, per cui eravamo in grado di capire il senso dei loro discorsi: sembravano tutti abituati al clima del locale, erano più o meno della nostra età e le donne erano molto disinvolte nei loro abiti maliziosi e arrapanti. Bevemmo un cocktail di benvenuto e scambiammo due parole con alcuni dei presenti. Solo noi eravamo alla prima esperienza, così cercarono tutti di metterci a nostro agio, parlandoci del programma della serata e rassicurandoci sul fatto che nessuno doveva sentirsi in obbligo di fare qualcosa contro la propria volontà. A sentir loro, ci saremmo trovati molto bene. Alle nove raggiungemmo il tavolo che avevamo prenotato e di nuovo fu Gloria a suggerire: ‘Qui nessuno sa come sono formate le nostre coppie, quindi Ester si siede vicino a Paolo e io rimango con Aldo. Fino a nuovo ordine, gli abbinamenti sono questi’ disse ridendo. ‘Giusto, ‘ ribadì mia moglie ‘ e potremmo anche far capire a questi francesi come stanno le cose’.’. Così dicendo mi guardò fisso negli occhi, mi fece un sorriso, e cominciò a baciare il mio testimone di nozze. Non mi rimase che imitarla: così, strizzandole l’occhio, presi tra le mie mani il viso di Gloria e cominciai a ravanarle la bocca. Mentre le mie mani, piano piano si spostavano sulle sue cosce, risalivano lo spacco e si avvicinavano alle sue mutandine, una mano di Paolo come per caso lasciava cadere una spallina dell’abito di Ester, mentre l’altra portava l’orlo del suo vestito a scoprire la piccola striscia nera che a malapena le copriva la fica.
Ci sedemmo io e Gloria da un lato, loro due dall’altro, con Ester di fronte a me. Avevo a portata di mano le bellissime gambe di Gloria, che lo spacco lasciava generosamente scoperte e a portata di occhi il seno di Ester che, con una spallina abbassata, faceva capolino. A un certo punto, tra una portata e l’altra, Gloria mi prese la mano e la spostò sul suo ginocchio. Mi sembrava di intuire che, nascosta dalla tovaglia, anche la mano di Paolo fosse occupata a scoprire i segreti di Ester. Accarezzavo la sua coscia, infilavo le dita sotto il vestito che aveva la tendenza ad aprirsi, favorito dai movimenti di Gloria che aveva allargato le ginocchia per meglio permettermi di arrivare sempre più su, fino al filo sottile del suo perizoma e alla parte calda e bagnata della sua fica. Mangiavamo, parlavamo, ci toccavamo. Ero super eccitato e ogni tanto la sua mano mi sfiorava e mi accarezzava.
Prima del dolce, le ragazze approfittarono della pausa per una tappa in bagno. Io e Paolo quasi non riuscivamo a imbastire un discorso sensato, tanta era l’eccitazione per le novità della serata. Inoltre, dai tavoli vicini ci arrivavano scene arrapanti, con qualcuno che aveva iniziato a spogliarsi, a spalancare patte, a leccare e a succhiarsi. Di ritorno dal bagno, Ester mi sussurrò all’orecchio: ‘Tienimi questo nella tasca, per favore’, lasciandomi in mano il suo minuscolo slip. Ero eccitatissimo, dalla scoperta della grande carica di erotismo che mia moglie stava esibendo. Arrivato il dolce, Gloria mi prese nuovamente la mano e se la portò direttamente all’attaccatura delle cosce. Anche a lei, ora, mancava qualcosa e la morbidezza della sua fica rasata era lì, tutta da godere, scoperta ed elettrizzante.
Terminata la cena, scendemmo in una parte del locale che non avevamo ancora visitato. Luci soffuse e musica gradevole ci accolsero in un salone, con una piccola pista da ballo, poltrone accoglienti e un corridoio che dava su alcune salette con grandi divani colorati. Ci sedemmo con sulle ginocchia le ragazze, sempre secondo le coppie prefissate. Qualcuno cominciò a ballare, allacciandosi, baciandosi e toccandosi. Le coppie si mescolavano, con carezze profonde ed audaci dirette alle coppie vicine, con uomini che rimanevano solo con i boxer e ragazze che si lasciavano spogliare e toccare da chi passava accanto. Al ritmo di una musica accattivante, ci alzammo anche noi e cominciammo a ballare. Eravamo tutti e quattro molto arrapati, per la scoperta della nostra capacità di superare imbarazzi e gelosie, per il piacere di nuovi corpi da scoprire e per quanto stava avvenendo attorno a noi. Ero rimasto con i soli pantaloni e presto le mie mani iniziarono a trasmettere le sensazioni che provavo nello scoprire il corpo di Gloria. La mano nello spacco, a far risalire l’abito verso l’alto, poi nella scollatura, a gustare la morbidezza e rotondità dei suoi seni. Ci baciavamo come studenti, godendo della novità, della sensualità del momento. Lo stesso facevano Ester e Paolo, l’uno rimasto con i soli boxer e l’altra con entrambe le spalline abbassate, a mostrare un seno piccolo, ma perfetto e due noccioli eretti e duri. Vedere mia moglie accarezzata ed eccitata dal mio migliore amico, mi creava ancora un po’ di tensione, ma anch’io stavo facendo altrettanto con sua moglie e poi, la scelta di avere mischiato le coppie all’inizio mi dava quasi la sensazione di essere con la mia partner effettiva. Avvicinandoci, ci trovammo ad un certo punto ad incrociare le carezze. Con una mano toccavo un seno di Gloria, mentre con l’altra strizzavo una tetta di Ester, le altre due erano ormai sotto il dominio di Paolo. Una sensazione mai provata, un’eccitazione grandissima. Le mani di Gloria mi massaggiavano il cazzo e sentii la necessità di liberarmi dal resto dei vestiti. La trascinai verso una saletta, seguito a ruota da Paolo con Ester. Su un grande divano blu ci spogliammo completamente e finalmente riuscii a vedere per intero lo splendido corpo nudo di Gloria. Anche per Paolo, la scoperta delle forme di Ester dovette essere una frustata di sensualità ed erotismo, perché finimmo addosso alle due ragazze, baciando, toccando e leccando ogni parte del loro corpo. Anche loro iniziarono a ricambiare, prendendo in bocca i nostri uccelli, leccandoli e succhiandoli. Non mi ricordavo di aver mai provato un simile stato di eccitazione. Sembrava però avessimo timore ad infilare i nostri cazzi nelle loro fiche, quasi temessimo di profanare la nostra amicizia. A risolvere il dilemma, fu ancora una volta una di loro: Ester mi si avvicinò, prese in mano il mio cazzo e lo guidò nella fica di Gloria, quasi una benedizione per l’adulterio compiuto. Dopo di che ritornò da Paolo, si mise a quattro zampe e si fece montare da lui. Eravamo talmente vicini che mentre scopavamo potevamo guardarci e godere della vista dei rispettivi partner che si stantuffavano e si toccavano, si baciavano e fottevano con vigore. Altre coppie erano entrate nella saletta e ci stavano guardando, qualcuno toccava i nostri corpi, qualcuno ci incitava. Il primo a scaricarsi fui io, dopo aver stantuffato Gloria, dopo averla allargata, leccata, spalancata, dopo averle pastrugnato le tette e leccato i capezzoli fino a farli indurire. La mia sborra finì sul suo ventre e lei se la spalmò dappertutto, come fosse una crema. Poco dopo toccò a Paolo godere, inondando con la sua panna il viso di Ester. La vidi così fare qualcosa che non aveva mai fatto prima: raccogliere con le dita la sborra e mettersele in bocca, succhiando avidamente.
Rimanemmo alcuni minuti distesi, vicini, quasi rannicchiati. E a un certo punto venne spontaneo di chiederci se ci era piaciuto. La voce di Gloria, la sua risposta, valse per tutti: ‘Mi sa che domani qui ci ritorniamo’.
2 ‘ QUATTRO+QUATTRO

Se Paolo ed io avevamo bisogno di ricaricare le pile, Ester e Gloria morivano invece dalla voglia di far diventare la serata un qualche cosa di indimenticabile. Sedute sul grande divano, nude, con le cosce spalancate, furono subito preda delle due coppie di francesi che ci avevano seguito. Le ragazze cominciarono subito a baciarle, leccandole dove la nostra sborra aveva lasciato il segno. I maschi presero ad accarezzarle, sui seni, tra le gambe dove trovarono una morbidezza e un’umidità irresistibili. E loro si lasciavano fare, arrapate e calde, vogliose e bellissime. Quando le lingue cominciarono il proprio lavorio sulle grandi labbra e sui clitoridi, iniziarono ad agitarsi e a mugolare. Le loro mani finirono sui cazzi dei due francesi: se li portarono alla bocca e fu subito un dentro e fuori frenetico, ingordo. Noi le guardavamo, stentando a credere che quelle due fossero diventate così troie e così voraci nel giro di una sola serata. Probabilmente lo erano sempre state, e noi non ce ne eravamo mai accorti. La scena sotto i nostri occhi cominciava a lasciare il segno, e i nostri arnesi ricominciarono a risvegliarsi. Le due francesine presero ad occuparsi di noi, prima con baci umidi e profondi, poi con carezze e leccate. Le loro bocche finirono prima sulle nostre cosce, poi sui nostri cazzi, con una frenesia e un ritmo crescente. Non riuscivo quasi a respirare per l’intensità del pompino che mi stavo godendo. Nel frattempo Ester si era impalata su uno dei ragazzi e, avvicinandosi a lui per un bacio infuocato, con le mani si allargava i solchi del culetto ora in bella mostra. L’altro ragazzo, incitato da Gloria, le si mise prontamente dietro e, dopo averle sputato sul culo, iniziò un lento ma fruttuoso tentativo di riempirle l’altra entrata. Quello che si svolgeva sotto i miei occhi era talmente arrapante che quasi mi sentivo mancare. Gloria si era posizionata al suo fianco e leccava i due cazzi che stavano stantuffando la sua amica, li maneggiava e aspirava gli odori dei corpi che stavano godendo. Si vede che i due ragazzi erano allenati, perché i loro movimenti erano perfettamente sincronizzati. Ma anche Ester aveva imparato in fretta: si stava godendo i due cazzi e la lingua di Gloria e dalla sua bocca usciva un verso roco, quasi un ululato. Venne poi il momento di scambiare la posizione con la sua amica e così fu la volta di Gloria di ricevere i due cazzi nella fica e nel culo, con Ester a leccarle il clitoride e a ritmare i movimenti dei due ragazzi. Erano talmente eccitate che quasi non si accorgevano di quello che stava accadendo intorno a loro. Erano solo concentrate sul piacere che stavano ricevendo e sui cazzi che le stavano riempiendo. La saletta era stata chiusa con un cordone, così che nessun altro poteva entrare: quasi una festa privata, con gli ospiti che solo potevano guardare le nostre evoluzioni dai numerosi oblò e attraverso gli specchi abbondantemente disseminati. Io e Paolo ci eravamo nel frattempo scambiate le ragazze, che ora venivano stantuffate a dovere. Le mie mani abbrancavano il culo di quella che stavo scopando per poi scorrere sulle tette dell’altra, stesa accanto a me con il mio amico che la stava riempiendo e pompando. I quattro cazzi all’opera si svuotarono quasi in contemporanea: Gloria ed Ester ricevettero sborra francese in bocca e sul viso e ne approfittarono fino in fondo, leccandosi l’un l’altra e baciandosi per scambiare i sapori che avevano ricevuto. Il nostro seme nazionale finì sul culo dell’una e sulle tette dell’altra che, mugolando dal piacere, presero a strofinarsi e a baciarsi.
Era stata un’orgia fantastica, con quattro coppie che, pur non conoscendosi, avevano dato corpo alle fantasie più segrete. Proseguimmo tutti ed otto a guardarci e a rilassarci, approfittandone per scambiare qualche battuta e per dirci almeno come ci chiamavamo. Avevamo scambiato umori, sudori e sesso con Nadine e Jacques e con Michelle e Louis., due coppie di Aix-en-Provence che frequentavano il locale da diverso tempo. Prendendo fiato, mi accorsi di quanto erano belle le ragazze. I loro seni, a portata di mano, erano un invito a farsi toccare e le loro fiche depilate e umide portavano un piercing al clitoride. Nella foga, quasi non ci avevo fatto caso. Se per loro si trattava di una serata come altre, per noi quattro era una novità assoluta, ma i francesi ci diedero atto di essere entrati nel clima di ‘libertinage’ del posto con una velocità sorprendente. Quando poi capirono che noi quattro ci eravamo scambiati per la prima volta, quasi non riuscivano a credere alla assoluta mancanza di gelosia che sembrava esistere fra noi.
Così nudi come eravamo, tornammo sulla pista da ballo scambiando di partner più volte. Come era bello abbracciare persone sconosciute mantenendo assoluta naturalezza pur essendo senza vestiti, e come risultava ancora più arrapante passare accanto a mia moglie, abbracciata ad un altro, approfittandone per passarle la mano sul culetto e per farle sentire tutto il mio amore per lei.
Mi legai particolarmente a Michelle, dai capelli ricci e neri, e con un fisico notevolissimo. Mi raccontò del piacere di venire al locale ogni tanto, per la gioia di conoscere persone nuove e per permettere a suo marito di sollazzarsi con gente simpatica e aperta. Quando fu il momento di rivestirsi per tornare in albergo, vederla con il suo abito rosso senza spalline e cortissimo, me la fece sembrare ancora più bella e sexy. Sapendo che saremmo rimasti in Provenza ancora l’indomani, ci proposero di rivederci per proseguire la ‘conoscenza carnale’ e per farci conoscere altri amici, in coppia o singoli, che erano degli habituées. Bastò guardarci negli occhi per subito accettare la proposta. ‘L’avevo detto che avevo la sensazione che ci saremmo tornati, in questo bel posticino’, ricordò Gloria.
Dopo averli salutati, nel tornare alla macchina decidemmo di mantenere le coppie così come si erano formate durante la serata. Così Gloria si sedette di nuovo al mio fianco e io ricominciai subito ad occuparmi delle sue cosce. Le mutandine non erano tornate al loro posto, così le sollevai il vestito fino all’inguine e mi misi ad accarezzarla senza ritegno. Dallo specchietto riuscivo a vedere che, sul sedile posteriore, erano ricominciate le grandi manovre. Si stavano baciando e immaginavo le loro mani occupate a sollevare, tastare e stringere. Parcheggiando, prima di entrare all’albergo, Ester prese di nuovo l’iniziativa: ‘Questa notte dormo con Paolo. Dobbiamo finire un certo discorso’. Mi guardò, mi strizzò l’occhio, mi mandò un bacio con la mano, prese sottobraccio il mio amico e assieme si incamminarono verso la sua camera. Gloria mi sembrò entusiasta dell’idea, mi prese per mano e mi trascinò a ritirare la chiave. Nell’ascensore mi prese l’uccello in mano e cominciò a stuzzicarlo.
Sull’ascensore ci baciammo con foga e continuammo a toccarci. Appena prima che si fermasse al nostro piano, si sfilò il vestito e, nuda com’era uscì, percorse il corridoio con grande eleganza e naturalezza e mi aspettò davanti alla porta della mia camera. Io ero un po’ imbarazzato ma, l’unica persona che casualmente ci incrociò rimase talmente incantata dalla visione che finii col sentirmi fiero che quella donna fosse con me. ‘E così oggi almeno trenta persone, di cui più della metà maschi, mi hanno vista nuda. Tre maschi mi hanno scopata, tre donne mi hanno baciata e leccata. Mi sembra un bel risultato per una santarellina come me’. Ci mettemmo a ridere e anch’io fui costretto a fare un bel riepilogo: ‘Sì, e siamo per la prima volta diventati adulteri. Abbiamo giocato e ci siamo divertiti, senza provare imbarazzo o gelosia. Non pensavo di riuscire a guardare Ester mentre si faceva scopare contemporaneamente da due maschi e invece ci guardavamo negli occhi e tra noi c’era intesa, piacere, voglia di osare sempre di più.’ Decidemmo di fare una doccia assieme e, mentre ci insaponavamo e ci toglievamo i segni dell’intensa nottata, continuammo a parlare. Una frase e una carezza, una palpatina e una confessione. Sì, perché Gloria mi confessò che qualche giorno prima, durante una seduta in beauty farm, lei e Ester si erano baciate e si erano trovate d’accordo nell’ammettere di essere pronte ad andare a letto con i rispettivi mariti. Era una voglia nata dalla consapevolezza di trovarsi talmente bene assieme che fare sesso avrebbe sicuramente portato un brivido di piacere nei nostri rapporti. Erano anche certe che noi avremmo apprezzato la cosa, contando sul fatto che avevano notato gli sguardi di desiderio che ci scambiavano nei loro confronti. ‘Ti sei rasata la fica per la prima volta anche tu, oggi?’ le chiesi, curioso di capire come mai Ester avesse finalmente accettato di radersela dopo che per tante volte avevo inutilmente tentato di convincerla a farlo. ‘No, io ho cominciato da qualche mese. Sempre quel giorno in beauty, nel fare la sauna, mi ha visto la patatina pelata e mi ha chiesto se non mi provocava bruciori o irritazioni. L’ho talmente convinta che oggi pomeriggio mi aveva annunciato in gran segreto la sua decisione a compiere il gran passo.’ Le confermai il mio favore per un sesso liscio e morbido accarezzandole e baciandole la fica umida e fresca. Eravamo a letto, nudi e rilassati, ancora con una grande voglia di toccarci e di conoscere i nostri corpi prima solo intravisti e desiderati e ora disponibili ed esibiti. Erano le tre di notte, ma non avevamo ancora voglia di dormire così cominciammo a leccarci e a baciarci, facendoci godere con la bocca e con la lingua. Ingoiò il mio seme con una naturalezza ed un’avidità che mi lasciò tramortito. Ci addormentammo abbracciati petto contro schiena, esausti e felici, io tenendo ben salde le sue stupende tette e lei stringendo il mio cazzo.
Alle 8 ci svegliò Ester. Era entrata con la seconda chiave, anche lei nuda. In una mano aveva il suo abitino nero : ‘Sveglia dormiglioni. E’ ora di fare una doccia e di scendere a colazione. Muoio di fame’. Ci abbracciò e baciò tutti e due. ‘Vai, Gloria, Paolo ti sta aspettando. Ci vediamo giù tra mezz’ora’. Rimasti soli ci baciammo e finimmo sotto la doccia. Mi mancava già il suo corpo. ‘Ti amo’ le dissi. ‘Anch’io ti amo tanto, ma ho anche voglia di continuare queste esperienze folli’ mi confermò Ester.
Alle 9 eravamo pronti per partire: dovevamo completare l’itinerario alla scoperta dei luoghi in cui avevano operato Gauguin e Van Gogh. In macchina, a pranzo e durante la visita, non mancarono mai battute e riferimenti alla nottata trascorsa e a quello che aveva rappresentato per le nostre coppie. ‘Siamo proprio ben assortiti’ disse Ester ad un certo punto. ‘Questa esperienza ci maturerà e sono sicura che rafforzerà anche il nostro amore’. Eravamo tutti convinti di questo e avevamo una gran voglia di ritornare al locale, reincontrare i nostri nuovi amici e proseguire con loro il viaggio nel mondo dell’erotismo e del libertinaggio. ‘Se vengono anche altri amici di Nadine e Michelle, questa sera batteremo altri record. Fica, culo, bocca e mani: deve essere stupendo avere cinque cazzi a mia disposizione’ disse Gloria. ‘Se ci penso, mi sento già tutta inondata’. Ogni tanto, quando noi maschi ci attardavamo a guardare qualche scorcio di paesaggio, vedevamo le ragazze parlottare e ridacchiare. Quando poi adocchiarono un sexy-shop e ci dissero di andare pure avanti che poi ci avrebbero raggiunti, capimmo che sicuramente ci stavano preparando qualche altra sorpresa. Rientrati in albergo e ricostituite le coppie ‘legali’ per ragioni di praticità (i vestiti erano rimasti nelle rispettive camere), facemmo una doccia e lasciammo le ragazze a finire i preparativi.
Eravamo curiosi di vedere come si sarebbero vestite per la seconda serata al club. Anche stavolta il loro ingresso nel bar dell’albergo non passò inosservato: Gloria indossava una minigonna nera con piccoli pois bianchi con un top coordinato ampio e scollato. Per Ester, invece, un mini abito rosso aperto sul davanti e tenuto unito da due laccetti che lasciavano intravvedere il solco dei suoi meravigliosi seni. ‘Siete proprio bellissime. Sarete le più desiderate della serata’ mi scappò di dire. Ma Ester mi lasciò stupito e curioso quando aggiunse: ‘Ma il più bello lo dovete ancora vedere. E ora andiamo, che mi sa che moriamo tutti dalla voglia di fare una bella ammucchiata con i nostri amici’. Toccava a Paolo guidare, così mi sistemai sui sedili posteriori con Gloria. Le sue belle gambe sembravano ancora più arrapanti: la mini non faceva nulla per coprirle e la mia mano non smise di accarezzarle per tutta la durata del viaggio. All’arrivo trovammo i nostri quattro amici già all’interno del club: c’era già parecchia gente e loro erano in un angolo assieme a altri tre ragazzi, giovani e prestanti. Michelle e Nadine erano splendide e già pronte a giocare: la prima con un mini abito in pelle nera, aperto sulla schiena e sui lati, tenuto assieme da dei laccetti regolabili che facevano indovinare che sotto non portava nulla. La seconda aveva optato invece per una tutina in rete color carne, a maglie larghe e con apertura davanti e dietro. Ovviamente non portava biancheria intima e sembrava perfettamente a suo agio. Ci baciammo e ci furono presentati i nuovi amici: Simon, Paul e George. Con Michelle scambiai un lingua a lingua lungo e umido. Per la serata era previsto un buffet a base di frutta e poi dolci a volontà. Dopo assaggi di frutta, salatini e dolcetti, decidemmo di spostarci nella sala da ballo. Prima di scendere in pista, Ester e Gloria dissero di dover andare un attimo in bagno e ci strizzarono l’occhio. Al loro ritorno rimanemmo senza fiato: messi in borsa i mini abiti, già di per sé eccitanti, ricomparvero come un miraggio: Ester esibiva un due pezzi di tulle nero trasparente, mentre Gloria portava uno strano completino formato da striscioline di garza nera tenute assieme da fili a formare una specie di rete, che copriva soltanto, e a malapena, i capezzoli. Una visione assolutamente arrapante, che lasciò a bocca aperta i nostri amici. La boutique del sexy shop era pur servita a qualcosa, stando a sentire i commenti di chi stava già in pista. Anche noi maschi ci liberammo delle inutili camicie e degli scomodi pantaloni. In un clima di sensuale allegria, facilitati dai corpi esibiti in maniera sfrontata, l’affiatamento con i francesi divenne subito perfetto. Cominciai a baciare Michelle e a strusciare il suo bel corpo. Lo stesso faceva Paolo con Nadine, mentre Ester e Gloria avevano attorno a loro i cinque francesi che iniziarono subito a toccarle e a baciarle dappertutto. La musica facilitava la nostra eccitazione e i movimenti si fecero via via sempre più sensuali. Quando eravamo tutti già molto accaldati, come facendo il trenino ci avviammo verso la grande sala rossa, con un grande letto circolare al centro e numerosi divanetti alle pareti. Ester e Gloria, letteralmente assalite dai cinque ragazzi francesi, si erano sdraiate nel grande lettone rosso, con numerosi cuscini pronti all’uso. Noi quattro, invece, ci sistemammo su due divanetti laterali per godere della grande carica di erotismo che si respirava nella sala. Non c’era nessun cordone ad impedire l’accesso di altre coppie, così eravamo tutti molto vicini e si percepiva l’eccitazione dei corpi nudi e la voglia di tutti di scopare e godere. Ester era sdraiata, con tre ragazzi che la stavano leccando e baciando. A turno, prese a giocare con i loro cazzi, prima menandoli a dovere e poi prendendoli in bocca e leccandoli con maestria. Anche Gloria era circondata da mani e bocche fameliche, che si spostavano da una ragazza all’altra. I loro costumini trasparenti non erano che un ulteriore invito a scoprire i loro corpi. Dopo che la sua fica e il suo buchetto furono adeguatamente leccati e lubrificati, Ester fu impalata da Simon che lasciò a Paul lo spazio per far sì che potesse occuparsi del suo culetto. George con gli altri due ragazzi si occupò di Gloria, che finì subito riempita dagli uccelli di Jacques e Luis, lasciando la bocca a George, che subito la riempì col suo bel cazzo. Io e Paolo stavamo scopando a più non posso, alternandoci sulle due ragazze e, soprattutto, sui loro buchetti. Ma avevamo anche la possibilità di vedere cosa, le nostre legittime consorti, stavano combinando. Altre coppie si erano avvicinate e ci fu un momento in cui Gloria ebbe davvero cinque cazzi, tutti per sé. Due le stavano ravanando fica e culo, un terzo le stava arrivando fino in gola e altri due venivano menati con grande abilità dalle sue belle mani. Quasi non si vedevano più i loro corpi, tante erano le mani che le palpavano e le strizzavano. Era quasi una catena, che congiungeva le due amiche, lasciandole frenetiche e golose. Le spinte di chi le stava chiavando ed inculando, non facevano che aumentare la loro voglia di godere e di essere riempite. Così le loro bocche e le loro mani arpionavano, succhiavano e menavano tutti i cazzi che venivano a tiro. Man mano che qualcuno si scaricava, sembrava ci fossero sempre cazzi nuovi pronti a ripetere l’operazione. Si sentivano le loro urla roche, rese ancora più afone dagli uccelli che stavano ingoiando. Io non sapevo se stavo godendo più per la bellezza e sensualità delle ragazze che mi stavo scopando o per lo spettacolo di Ester e Gloria che, uno alla volta, finirono per far svuotare su seni, visi e cosce i cinque amici francesi più altri che erano riusciti ad approfittare della situazione. Anche noi quattro ci unimmo al resto della compagnia e, sul grande lettone rotondo, rimanemmo per un bel po’ a godere degli umori, dei sapori e degli odori che ci avevano eccitato i sensi. Le quattro ragazze erano sudate e felici e per noi maschi, vederle così nude, felici e ancora arrapate, erano un invito a continuare a godere.
4 ANDARE OLTRE

La gang bang andò avanti per altre due ore e alla fine eravamo tutti sfiniti, ma esaltati dalla stupenda esperienza. Salutati gli amici francesi, e dato loro appuntamento al prossimo ponte, ci avviammo verso la macchina per tornare in albergo. Durante il tragitto, Ester e Gloria continuarono ininterrottamente a commentare la serata. ‘Che grande sensazione vedere tutti quei maschi che godevano del mio corpo e mi schizzavano dappertutto’ iniziò Ester. ‘Sì, fantastico davvero. Non credevo di poter esercitare un tale potere su tutti quei bei maschioni’ fu il commento di Gloria. Dopo di che continuarono a ricordare i cazzi, le mani e le bocche che le avevano riempite, aperte, sfondate, leccate, succhiate. Erano ancora talmente eccitate che Ester, a un certo punto, si sollevò l’abitino, si tolse le mutandine mettendomele in tasca e cominciò a infilarsi tre dita nella figa. Le tolse e le diede da leccare a Paolo, che non aspettava altro. ‘Stai attento a non distrarti’ disse ridendo Gloria, che non aspettava altro che imitare l’amica nel far vedere quanto era vacca anche lei. Lei le mutandine non se se era nemmeno messe, così mi prese la mano, si sollevò sul sedile e si fece scivolare nel buchino il mio pollice. Faceva tutto lei, se lo infilava e poi lo toglieva, infilandoselo in bocca, leccando e succhiando avidamente. Arrivammo davanti all’albergo che stavamo smanettandoci di brutto. ‘Con chi scopo, volevo dire con chi dormo stanotte?’ borbottò Ester, con la bocca lucida per i suoi stessi umori. ‘Lasciamo decidere al caso’ propose Gloria. ‘Se nel parcheggio ci sono macchine in numero dispari, mi scopo mio marito, altrimenti farò il bis con Aldo’. C’erano quindici auto, quindi ripresi possesso di mia moglie, che entrò nella hall guardando con aria di sfida il portiere di notte che ci diede le chiavi con un sorriso. Aveva capito che avevamo avuto una gran nottata e ci augurò buon riposo. ‘Ma io non ho nessuna voglia di dormire’ commentò ad alta voce la mia bella metà. ‘Ho la figa in fiamme, e ho bisogno di raffreddarla’ soggiunse abbassando il tono. Usciti dall’ascensore, salutai Gloria con un bacio. Paolo invece strizzò le tette ad Ester e le augurò una grande chiavata.
In camera ci facemmo assieme una bella doccia ed ebbi la possibilità di esplorare il suo corpo: la sua figa era effettivamente arrossata e sulle gambe e sul culo si vedevano i segni delle battaglie della nottata. Ancora umidi, ci trascinammo sul letto e ci godemmo un gran sessantanove. Nel leccarla, mi passavano davanti agli occhi tutti i cazzi e le mani che l’avevano aperta, toccata e palpata e mi sembrava di sentire l’odore della sborra che l’aveva inondata. Il mio cazzo, nella sua bocca, risentiva dei benefici effetti di queste sensazioni. Era gonfio e la cappella quasi mi faceva male per l’uso prolungato cui era stato sottoposto. Ester mi aveva infilato un dito nel culo e questo, unitamente alla sua bocca che sapeva fare miracoli, mi portò ad inondarle la gola con la mia sborra. Ingoiò tutto, mi ripulì ben bene e si stese al mio fianco addormentandosi di colpo.
Ritornando a casa, commentammo per tutta la durata del viaggio la bellissima esperienza che avevamo vissuto in quel week end. La domanda che ci permise di rimetterci a fantasticare, fu: ‘Come faremo a far passare il tempo che ci separa dal prossimo ponte?’ Cominciammo così a lanciare proposte, ad elaborare possibili mete. Come al solito, furono le donne a trovare il bandolo giusto. ‘Facciamo una bella ricerca su Google’ propose Gloria. Detto fatto, con lo smartphone digitò club privé Milano. Uscirono le indicazioni di numerosi locali che avrebbero potuto fare al caso nostro. Aprendo i vari siti, le nostre donne furono colpite da uno in particolare: Il tempio naturista, un club con all’interno anche uno spazio wellness. Guardando le foto, rimasero colpite dalla raffinatezza del locale e dalle tante possibilità che poteva offrir loro per non dimenticare la grande avventura appena conclusa. C’era un bellissimo giardino, uno spazio naturista, una grande piscina e, oltre alla dark room e alle varie salette, uno spazio dedicato alla cura del corpo, con massaggi, sauna, tattoo e personale specializzato in piercing. ‘Siiiì , mi sembra che ci sia proprio tutto quello che ci piace. Scelta fatta. Per sabato, giornata intera al club, con mattinata dedicata a farsi belle e il pomeriggio e la sera a farsi scopare’. ‘ ridacchiò Gloria. Che poi avvicinò la bocca all’orecchio di Ester e le sussurrò qualcosa. ‘Bene, grande idea, proprio quello che ci serviva,’confermò Ester con grande entusiasmo. Non avevo capito bene a cosa si riferisse, ma se era qualcosa che le serviva’..
La settimana lavorativa sembrava non passare mai. Ogni tanto le donne si telefonavano e le sentivamo ridacchiare contente. Il venerdì sera ci trovammo a casa mia, per un drink e per i preparativi. Le due complici rimasero in camera a parlottare per un bel po’, poi scesero in soggiorno con la ‘divisa’ per l’indomani. Erano arrapanti: vestite uguali, con una minigonna scozzese e una camicia di seta bianca trasparente. Niente reggiseno, ma mutandine di pizzo. ‘Ho voglia che venga domani, perché penso che sarà un’altra giornata da ricordare’ mi uscì detto. ‘Eh, sì, penso proprio che sarà tutto memorabile’ confermò Ester. Per accumulare carica erotica, passammo il resto della serata a strusciarci, a baciarci e a toccarci. Niente scopate, per mantenere intatta la voglia e godere dell’attesa.
Arrivammo al club alle 10, giusto in tempo per infilarci nelle salette dedicate al fitness. Ci separammo: i maschi al massaggio, le ragazze alla sauna. O almeno così pensavamo, perché poi ci raccontarono dove effettivamente erano finite. Se infatti per noi la mattinata passò tra un massaggio e una nuotata, le ragazze avevano invece glissato sulla loro reale destinazione. Infatti, quando all’una ci ritrovammo, ci raccontarono (e ci mostrarono) cosa avevano effettivamente fatto. Stavamo aspettando di pranzare ed eravamo tutti e quattro con i soli accappatoi. I loro svolazzavano, dato che si erano guardate bene dall’allacciarli. Si sedettero sugli sgabelli alti da bar, spalancarono le gambe e ‘ ooops: sopra la fica avevano tutte e due un piccolo tatuaggio quasi identico: quattro lettere minuscole. Aply per Ester e Payl per Gloria. ‘Vediamo se indovinate cosa vogliono dire queste lettere’ disse Gloria. Eravamo incantati a guardare le loro splendide fiche depilate e lisce e non riuscivamo a capire cosa significassero quelle sigle incise con inchiostro nero appena sopra il clitoride. ‘Vedo che vi abbiamo stupito un’altra volta’ risero le ragazze. E visto che non indovinavamo, ci raccontarono dall’inizio la loro brillante idea. Ne avevano già parlato quando sul sito avevano visto che era possibile fare tatuaggi e piercing. La prima idea era di farsi un bel piercing alle grandi labbra, ma poi avevano optato per un tatuaggio con le iniziali dei loro amanti, quelli almeno destinati a durare nel tempo: per ora quattro a testa, ma con la prospettiva di allungare sempre più l’elenco. Spazio ce n’era in abbondanza. Ecco dove erano andate. Prima dal tatuatore e poi a farsi lisciare ben bene la fighetta. Eravamo talmente arrapati dallo spettacolo che saremmo volentieri rimasti a rimirarle, ma avevamo fame, stavano arrivando altri ospiti e lo spettacolo non stata passando inosservato. Ci avvicinammo ai tavoli del buffet e poi, con i nostri piatti, ci sedemmo ad un lungo tavolo assieme ad altre coppie. All’ingresso ci avevano dato un braccialetto colorato, con colori diversi, e notammo che tutti ne portavano uno. I nostri vicini di tavolo ci spiegarono il significato dei vari colori. Nel club c’erano diverse sale: una era per chi accettava di farsi riprendere da una videocamera, in modo da sentirsi protagonisti di un film porno. In un’altra c’erano vari attrezzi per chi voleva dedicarsi a vari giochi erotici e in una terza c’era l’obbligo, per chi entrava, di accettare senza discutere di avere rapporti con chi aveva il braccialetto dello stesso colore. Nessuna possibilità di scelta, ma solo la casualità. Le coppie avevano colori diversi, così era certo che tutti si sarebbero ‘mescolati’ ben bene. ‘Voglio provare tutto, mi sento già bagnata al solo sentire cosa mi aspetta’ ‘ era Ester che rompeva il ghiaccio. Con i nostri vicini, tutti più esperti di noi, proseguirono le chiacchiere, ma non solo. La ragazza seduta alla mia destra, mi mise la mano sulla coscia, un gesto naturale tra nuovi amici. Mi venne voglia di accarezzarla: aveva un mini abito trasparente, e non portava intimo. La mia mano si avvicinò alla sua spalla, per una carezza e per aumentare la nostra intimità. Si sporse verso di me dandomi la bocca: una sensazione fortissima, davanti a suo marito che ci stava raccontando di esperienze precedenti. ‘Visto che sei occupato, vado a prendere il dolce e poi vado a mischiare un po’ le carte’. La voce di Ester era roca e maliziosa. Si alzò, con l’accappatoio svolazzante, si avvicinò al buffet dei dolci, scelse la sua torta preferita e andò a sedersi ad un altro tavolo, dove fu subito accolta con gridolini di benvenuto da parte di ragazzi e ragazze. Anche Gloria si spostò da un’altra parte e a me non rimase che proseguire la conoscenza di Luisa, splendida trentenne mora e ben fatta. Il bacio si fece infuocato e le mani cominciarono a muoversi per proprio conto. Le sue tette erano piccole, sode e abbronzate, le sue gambe tornite e nervose. Una goduria perlustrare questo corpo nuovo e disponibile. Anche Paolo si stava dando da fare e ogni tanti sbirciava per vedere cosa stavano combinando le nostre due metà. Si stavano divertendo, a giudicare dalle mani che le stavano ripassando. Luisa spostò i piatti e si sedette sul tavolo. Sollevò le gambe e me le mise al collo: si spalancò davanti ai miei occhi il paradiso della sua fica, accuratamente depilata salvo un triangolino nella parte alta. Guardarla e iniziare a leccarla fu un tutt’uno. Con le mani che le percorrevano le cosce e le solleticavano le tette, la lingua si immerse in una micetta già abbondantemente bagnata. Il suo compagno si stava dedicando ad una bionda con le tette rifatte che si era inginocchiata davanti a lui e gli stava facendo un pompino liquido e rumoroso. Il pomeriggio era sicuramente incominciato nel migliore dei modi. Dopo averla leccata in profondità, con passaggi sulle chiappe e sul buchino, mi prese in mano l’uccello e mi portò ad un divanetto. Aveva voglia di succhiare anche lei e il mio cazzo non desiderava altro. Vennero a sedersi vicino a noi altre due coppie ed eravamo tanto vicini che ogni tanto le mani andavano a finire su culi e tette stranieri. Ero infoiato, e anche la mia partner ci stava dando dentro alla grande. Si era tolta l’abitino e, tutta nuda, si mise alla pecorina invitandomi a montarla. Per non stare con le mani in mano, si era impossessata del cazzo di un ragazzo che stava baciando un’altra biondina con un meraviglioso piercing alla tetta destra. Montandola da dietro, avevo la possibilità di abbrancarle e strizzarle le tette, oltre che di ammirare il suo culetto. La tentazione di cambiare canale venne prontamente da lei assecondata: mi aiutò infatti a penetrarla allargandosi le chiappette. Il mio uccello, abbondantemente bagnato dai suoi umori, non faticò molto ad entrare: si infilò due dita nella fica e iniziò a dimenarsi e a rantolare. ‘Sì, scopami, spaccami il culo. Sì, ancora, dai, spingi, pompa, voglio godere, dai che sto venendo, sì, così, più forte’.’. I suoi incitamenti continuarono fino a che, con un urlo strozzato cominciò a fremere e a tremare. ‘Sììì, godo, godo, che bello, così’. Che troia che sono, sto godendo come una vacca’.’. Si tolse il mio cazzo dal culo e lo prese in bocca: mi succhiò, mi leccò, mi infilò un dito nel culo e mi fece sborrare. Tenne il mio uccello in bocca e non andò persa una sola goccia della mia crema. ‘Guarda cosa mi hai dato’ borbottò. Aprì la bocca, mi fece vedere il frutto dei miei coglioni, la richiuse e ingoiò il tutto. Si passò le dita attorno alle labbra per accertarsi di non aver dimenticatoi nulla, mi attirò a sé e mi mise la lingua in bocca. Il sapore della sua fica, mischiato al sapore della mia sborra, era un mix arrapante e mi venne voglia di condividerlo con Ester. Andai a cercarla: era circondata da tre uomini: due molto giovani e uno più anziano. Era sdraiata su un divano, con il cazzo dell’uomo maturo in bocca. Uno dei giovani la stava stantuffando ben bene, mentre l’altro le stava accarezzando le tette. Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai: ‘Se ce la fai a staccare un attimo, vorrei farti assaggiare un profumo di fica e sborra’. Abbandonò per un attimo l’uccello che stava succhiando e mi baciò con goduria. ‘Adesso ci ho aggiunto un’altra miscela di tre cazzi’ mi sussurrò. Riprese di nuovo in bocca il suo giocattolo e mi salutò con la mano. Ero di troppo, così tornai da Luisa e dal suo compagno, ancora alle prese con le grandi tette della bionda.

Mi raccontarono di come funzionava la sala da ripresa. La registrazione sarebbe iniziata alla 16 e tutti potevano accedere. Per chi non voleva mostrare il viso erano disponibili delle maschere. Una videocamera fissa era posta sul soffitto, mentre un’altra era manovrata a mano. Per chi voleva rivedersi, sarebbe stato possibile avere il Dvd. Cercai Gloria, per informarla dei tempi. Avrebbe pensato lei a recuperare Ester e ci saremmo trovati nella sala all’ora indicata. Arrivammo puntuali: Ester e Gloria con solo la camicetta e il perizoma, Luisa e la ragazza dalle grandi tette con due abitini leggeri, aperti sul fianco e con grandi spacchi all’altezza dell’inguine. Noi maschi eravamo con i soli boxer. Nessuno volle la mascherina: non avevamo nulla da nascondere.
La sala era luminosa, con grandi specchi e due grandi monitor che rimandavano le immagini che venivano registrate. Al centro c’era una grande pedana, con due pertiche per la pole dance. Una musica sensuale ci accolse e le ragazze iniziarono subito a muoversi seguendo il ritmo. Sembrava non avessero mai fatto altro in vita loro: si accarezzavano, si baciavano, languide e sensuali. Sempre baciandosi, iniziarono a toccarsi e a spogliarsi. Aggrappate a coppie alle pertiche, si fronteggiavano e si dimenavano. Gloria mi lanciò il suo slip e si sdraiò, accarezzandosi e spalancando le cosce. Le altre tre le si fecero addosso, leccandola e percorrendo ogni centimetro della sua pelle. Gli spettatori, e noi con loro, erano sempre più presi dallo spettacolo e cominciarono ad avvicinarsi in cerchio alla pedana, tutti nudi e con il cazzo in tiro. Altre quattro ragazze si aggiunsero e finirono per coprire con i loro corpi spalancati l’intera pedana. A turno si mettevano alla pecorina o sdraiate a gambe aperte e i maschi avevano libero accesso ai loro culi, alle loro bocche e alle loro fighe. Io le feci passare tutte, leccandole, masturbandole, cercando bocche affamate, penetrandole in ogni orifizio e lasciando poi campo ad altri maschi affamati pronti a prendere il mio posto. Alla musica si sovrapposero mugolii, urla di godimento e i rumori liquidi delle fighe inondate dal piacere. Mano a mano che arrivava l’orgasmo, i maschi si scaricavano sulla ragazza più vicina: a volte sul ventre o sulle reni, altre sui seni, ma il più delle volte nella bocca. Le ragazze sembravano spiritate, travolte da una serie di orgasmi multipli. La sborra, se non ingoiata, se la passavano sul corpo come fosse olio per massaggi. Non ci si rendeva neanche conto del tempo che passava. Eravamo tutti infoiati, stravolti e le tracce di quanto successo brillavano sulle punte dei cazzi, sulle bocche e sul corpo di tutti. Le ragazze, sempre più resistenti dei maschi, avevano ancora voglia di sesso e continuavano a scambiarsi baci e leccate. Sembrava una gara a chi resisteva più a lungo, a chi riceveva più sborra e più attenzioni. Rivedersi in video avrebbe così assunto quasi il significato di una prova, sarebbe servito a vedere chi aveva goduto di più.
Ester e Gloria furono tra le ultime a cedere e ci raggiunsero al bar. Prima di bere, vollero che le baciassimo, per scambiare con noi gli umori e i sapori accumulati nell’orgia. Vedere come erano felici, ci rese fieri di loro.
Dopo aver recuperato i liquidi persi, raccattarono i pochi vestiti e andarono a farsi una doccia meritata. Non ci demmo appuntamento, perché volevano essere libere di muoversi nelle altre sale per il resto della serata. Allora noi continuammo a fare amicizia con Luisa, con Alessia (aveva un nome, il gran pezzo di fica con le grandi tette) e con i loro compagni. Seduti al bar, ci aggiornarono sugli sviluppi del programma. Stare seduti a bere, nudi e con vicino delle bellissime ragazze, contribuì a recuperare le forze. Quando le loro continue carezze cominciarono a fare effetto, erano ormai le sei. I nostri cazzi di nuovo in tiro potevano andare in cerca di nuove avventure. Scortati dalle due, lasciate libere dai loro accompagnatori, andammo alla scoperta delle due sale non ancora visitate. Io facevo coppia con Luisa e lei mi portò nella sala giochi. Appena entrati, rimasi come bloccato: Ester era distesa su un letto, completamente nuda, braccia e gambe spalancate, legata e bendata. Al collo aveva un collare e da un suo anello, partiva una catenella tenuta da Gloria. Era anche lei completamente nuda e sembrava fare la guardia alla sua schiava. Nell’altra mano teneva un vibratore che ogni tanto sfregava sul clitoride di Ester. Vederla offrire la mia donna a tutti quelli che passavano con frasi tipo: ‘Fatevi avanti. Questa vacca ha voglia di maschio’. Oppure: ‘Sentite come &egrave bagnata, questa troia. Potete chiavarla e incularla fino a farla svenire dal piacere’. ‘E’ qui tutta per voi: uomini e donne, ve la potete scopare, potete usarla come volete’, mi bloccò. Appena Gloria mi vide, mi fece segno di sparire, così non ebbi il tempo di farmi domande. Dopo aver fatto il giro della sala, dove c’erano numerose coppie che si trastullavano con fruste e attrezzi sado-maso, Luisa mi prese per mano e mi condusse alla sala dei braccialetti.

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