Skip to main content
Orgia

Stato avanzamento lavori

By 13 Maggio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Nota di demos:
questo racconto non è stato scritto da me, ma da un autore che preferisce che sia io a pubblicarlo (ringrazio per la fiducia), eventuali commenti potete inviarli a demos29@libero.it, io li girerò all’autore

In una calda giornata di fine giugno la tentazione di andare al mare era forte e Sabrina e Paolo non seppero ne vollero resistere.
In pochi minuti furono pronti, sopra il costume lui indossò un paio di pantaloncini e una maglietta, lei un copri costume. Il termine era proprio esatto in quanto arrivandole a metà sedere era coperta la parte superiore del tanga.
Dopo sole, bagni e una superba frittura di pesce con un fresco Greco di Tufo si sdraiarono di nuovo al sole. Poi un?ultima nuotata. Stavano ancora in acqua quanto Sabrina chiese a Paolo a che punto stavano i lavori di ristrutturazione di una villetta che aveva lui non lontano da li.
Detto fatto decisero di andare a vedere, l?unico problema erano i costumi ancora bagnati, ma essendo sabato gli operai sicuramente se ne erano già andati, e quindi non dovendo incontrare nessuno, ne fecero a meno.
Una volta arrivati trovarono un furgone parcheggiato fuori del cancello ma non vedendo nessuno entrarono.
La casa era ancora sottosopra, di calpestabile era rimasta un?unica stanza con un fornello di fortuna, un piccolo pensile con poca sopravvivenza e in uno spazio antistante avevano messo un vecchio divano a due posti, una sedia e un tavolino, e proprio su questo il capo operaio stava esaminando una planimetria. Fu contento di vederli, non solo perché guardando Sabrina rifece pace con il monda, ma anche perché non ricordandosi alcune disposizioni poteva chiederle a Paolo.
Fu subito chiaro che mancavano dei documenti e dovendo andarli a prendere, Paolo chiese a Sabrina se preferiva accompagnarli o restare li.
Quando lei rispose che ne avrebbe approfittato per dare un?occhiata in giro, il capo operaio disse che in giardino c?erano gli operai che si stavano lavando e dato che per andar via avrebbero dovuto aspettare il suo ritorno le chiese se nell?attesa poteva offrire loro un caffè. Sabrina, vestita in quel modo, avrebbe preferito non vedere nessuno, ma non sapendo come dirlo accennò ad un incerto si.
Il capo operaio ringraziando precisò che li avrebbe avvertiti lui in quando loro non capivano una parola di italiano ed andò via con Paolo.
Incuriosita Sabrina fece il giro delle finestre quando da una di queste fece appena in tempo a vedere un uomo di colore che aveva appena chiuso la pompa dell?acqua e si stava avvicinando alla casa sistemandosi un minuscolo asciugamano attorno alla vita.
In quello stesso istante udì bussare alla porta.
Sabrina, tentando di assumere un?aria disinvolta andò ad aprire. Erano tre, neri come il carbone e avevano l?aria di quelli che non erano sicuri di aver capito bene, ma una volta che ebbero visto Sabrina ogni dubbio passò in seconda linea.
Sempre con quell?aria disinvolta, che ancora non aveva trovato, Sabrina fece loro cenno di entrare.
Erano tutti e tre dai 25 ai 30 anni ed avevano un fisico muscoloso poco coperto da quel piccolo straccetto che avevano intorno ai fianchi.
Erano ancora bagnati dalla doccia appena fatta e quando Sabrina accennò ai capelli gocciolanti, loro, come se fosse la cosa più normale del mondo si tolsero l?asciugamano e se li asciugarono
Ora avevano i capelli asciutti, ma erano nudi.
E sempre nudi tranquillamente si sedettero mettendosi a chiacchierare in quella lingua strana. Sabrina non sapeva se ridere, meravigliarsi o arrabbiarsi, oltretutto era l?unica rimasta in piedi.
E doveva anche preparargli il caffè!
Era un po? stranita dalla situazione, ma almeno avendo qualcosa da fare poteva pensare ad altro.
Si girò e cercò di far funzionare il fornello.
Di colpo i tre smisero di parlare. Dapprima non capì poi realizzò che le stavano guardando il sedere, restò interdetta, aveva dimenticato di avere quel copricostume così corto.
Pensò che fosse meglio far finta di nulla e concentrarsi sul caffè.
Ma non era facile concentrarsi su qualcosa con quei tre concentrati sul suo sedere.
E poi doveva prendere il barattolo che stava in alto sul pensile ed alzando le braccia il vestito sarebbe salito ancora. Cercò di prenderlo nel più breve tempo possibile, ma in quei pochi secondi lo spettacolo fu completo.
Mentre stava riempiendo la caffettiera le venne da chiedersi se la visione era stata di loro gradimento, poi si diede della stupida per essersi fatta una domanda simile, poi però se la rifece.
Un rumore alle sue spalle la fece girare, i due che stavano sul divano si erano alzati e si stavano avvicinando a lei.
I due obelischi che avevano in mezzo alle gambe risposero alla domanda di prima.
L?andatura dinoccolata li faceva ondeggiare maestosamente ritti e fieri del proprio fascino.
Intanto i due tranquillamente come se fossero vestiti in giacca e cravatta, presero le quattro tazzine, le poggiarono sul tavolino davanti al divano e si risedettero.
Lo stato d?animo di Sabrina passò dal timore allo sbalordimento, dall?incertezza alla vergogna.
Era rimasta in piedi imbambolata, non sapeva che fare, per quanto girasse lo sguardo gli occhi tornavano sempre sui loro corpi e specialmente su una parte di essi.
E quando uno di loro disse in un italiano stentato da comprensibile di non far freddare il caffè e di sedersi tra loro andò ancora di più in confusione.
Obbedì come un automa e si trovò seduta tra loro due quasi senza accorgersene..
Il contatto della sua pelle nuda con la loro la fece trasalire, le parve di sentire quasi fisicamente la loro eccitazione.
Non aveva mai visto un uomo di colore nudo se non in un filmetto porno. Ma allora era diverso, era in una festa universitaria dove un collega l?aveva portato per divertirsi e tutto finì in risate e commenti goliardici.
Ora invece non stava davanti ad un televisore, stava davanti a tre neri e potenzialmente l?attrice era lei.
E la cosa le piacque, le piacque pensare che quei tre missili si erano eretti per merito suo, si sentiva desiderata.
Si alzò per prendere le tazzine del caffè, per farlo doveva per forza restare per qualche attimo a 90 gradi, ma fece le cose con calma versando in ognuna un cucchiaino di zucchero.
Quando si risedette i tre la stavano guardando fissa negli occhi.
Diventò tutta rossa, non sapeva se per la vergogna o per l?eccitazione, comunque non resse lo sguardo e abbassò il suo poggiandolo sui suoi piedi.
Non reagì quando le presero la tazzina.
Non disse nulla quando i due accanto a lei le presero le mani le se le poggiarono sulle loro verghe.
Chiuse gli occhi quando quello che stava sulla sedia inginocchiatosi davanti a lei le aprì le gambe e vi ci affondò il viso.
Gemette quando quella bocca si impadronì del suo clitoride.
Si chinò docilmente quando una mano posatasi sulla sua testa la spinse verso il basso.
Tutto precipitò velocemente, senza capire come le avevano tolto il copricostume e si ritrovò a cavalcioni su di uno di loro mentre da dietro un altro le stava bagnando il buchino con dell?olio trovato chissà dove.
Capì subito le sue intenzioni ma non aveva la forza di ribellarsi, anzi voleva essere presa anche lì.
Lo sentì farsi strada, il dolore iniziale dapprima forte poco a poco si placò.
Aveva gli occhi chiusi quando si sentì premere sulla bocca. Era il terzo che reclamava la sua parte, socchiuse le labbra e lo accolse.
Rivide nella sua mente le immagini di quel filmetto di tanto tempo prima e un piacere perverso la pervase.
Aveva superato quell?attrice.
Stava impalata sopra un nero, un altro la stava inculando mentre un terzo la scopava in bocca.
Sentì improvviso il piacere che la stava per sommergere e finalmente arrivò.
Le sembrava di essere una barchetta travolta dalle onde di una tempesta.
E in quelle onde si immerse.
Li sentì venire dentro di lei, si sentì riempire l?intestino, il ventre e la bocca del loro sperma e di nuovo l?orgasmo la squassò
Poi quella tempesta si placò, a malapena percepì che si stavano sfilando dal suo corpo e poco dopo udì il rumore di una porta che si chiudeva.
Ora il mare era calmo e le parve riemergere dall?acqua.
Per fortuna il bagno, ancorché il lavorazione, era funzionante e si poté dare una lavata.
Quando tornò Paolo i tre stavano sul furgone e se ne andarono con il capo operaio mentre Sabrina e Paolo tornarono a casa.
Erano le ventitre e stavano a letto godendosi il fresco della notte quando lui carezzando la testa di Sabrina appoggiata sulla sua spalla le chiese se due giorni dopo sarebbe potuta andare, dalla mattina alla sera, alla villa a vedere i lavori in quanto sia lui che il capo operaio erano occupati e ci sarebbero stati tutti gli operai disponibili.
?Dopo che siete andati via??? cominciò lei raccontando tutto di un fiato ciò che era successo durante la loro assenza, fu un racconto veloce, ma non tralasciò nessun particolare.
Dopo una breve pausa Paolo le domandò se voleva andarci
Tutti e due stavano esplorando un mondo nuovo e a Sabrina, prima di rispondere, sarebbe piaciuto entrare nella testa di lui per conoscere meglio le sue reazioni.
Ebbe la risposta che cercava toccando il suo membro, sembrava di acciaio.
Con un filo di voce disse di si, poi gli montò sopra e impalandosi su di lui cominciò a muovere il bacino.
Sentì la propria voce chiedere quanti sarebbero stati gli operai.
La voce di Paolo arrochita dal piacere rispose ?cinque? mentre insieme raggiungevano il piacere, ed insieme dissero ?ti amo?.
Si addormentarono ancora uno dentro l?altra felici di non aver scopato, ma di aver fatto all?amore.

Leave a Reply