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Orgia

Una donna da usare

By 7 Maggio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci siamo incontrati al nostro solito bar,
quella sera è stato più galante e gentile del solito,
mi ha addirittura portato delle rose rosse.
Ho capito subito che voleva qualcosa da me
il suo sorrisino me lo ha confermato.
MI ha anche portato a far compere,
certo la mini con la zip e la camicia trasparente che mi ha comperato
e fatto indossare subito mi doveva far capire qualcosa
ma forse io avevo già capito e lo volevo assecondare,
mi sentivo un pò stordita dalle sue gentilezze,
quindi quando mi ha chiesto di andare a casa del suo migliore amico
a fargli visita, non ho saputo dirgli di no.
A casa di Luca però non c’era solo lui,
c’erano quasi tutti i loro amici,
quelli fidanzati e quelli single,
ma, cosa strana non c’erano ragazze
ero l’unica, con decine di ragazzi.
Per tutta la sera sono stata al centro dell’attenzione,
certo merito anche dei vestiti molto provocanti che indossavo,
poi Alberto mi ha anche aperto la camicetta già trasparente e quindi
tutti gli sguardi andarono a finire li sul mio seno,
tra l’opaco della camicetta nera e il lucido della mia pelle sudata
per via del caldo e poi dell’eccitazione, quindi Alberto mi si avvicinò
e mi aprì del tutto la camicetta, mise dentro la mano
e tirò fuori il mio capezzolo destro
il quale a contatto delle sue dita si inturgidì all’istante
io lo guardai un pò risentita ma non dissi niente,
intanto nella stanza calava il silenzio,
smisero tutti di parlare tra di loro
e cominciarono a guardare noi,
a guardare me.
Alberto tirò fuori i seni dal reggiseno,
prima mi leccò un poi i capezzoli,
io tirai indietro la testa per via dei brividi che mi scorrevano per tutto il corpo
poi si mise dietro di me lo sentì turgido che premeva sul mio sedere,
mentre con le mani a coppa teneva i miei seni in mano
io non sapevo se fermarlo o incoraggiarlo,
certo ero atterrita all’idea di tutti quei ragazzi intorno a noi,
da una parte mi sentivo giudicata,
dall’altra mi sentivo desiderata
e la cosa mi eccitava.
Ad un certo punto Alberto lasciò i seni e mi prese la mani dietro la schiena,
me le strinse forte, cercai di girarmi per guardarlo,
ma lui aveva gli occhi duri ed evitava di guardarmi negli occhi,
era voltato verso i suoi amici ai quali fece un segno con la testa
forse un via,
gli chiesi perchè
non mi diede risposte.
Intanto qualcuno doveva aver portato delle corde perchè le sentii sui miei polsi,
erano ruvide e strette, non potevo più muovere le mani,
cominciarono ad avvicendarsi mani e bocche sui miei seni
Alberto si mise al mio fianco e mi baciò,
risposi al suo bacio e gli chiesi perchè tutto questo?
Finalmente una risposta da parte sua
Lui mi disse che era quello che avevo sempre voluto
ma non avevo mai avuto nemmeno il coraggio di chiedere.
Abbassai gli occhi aveva ragione,
quando mi mise la mano dentro gli slip ne ebbe la conferma,
e mi disse: lo vedi sei tutta bagnata quando pensavi di chiedermelo??
Io annuii e non dissi niente, abbassai ancora lo sguardo ma aprii la bocca alle dita di Alberto
le succhiai per fargli capire che avevo capito e che si andava bene tutto per me,
anche se un pò a malincuore,
quello che non mi andava giù era che fosse lui a donarmi ai suoi amici,
che fosse disposto a dividermi con loro.
Subito si fece un circolo intorno a me mi spogliarono,
mi sfilarono la gonna e gli slip e strapparono la camicia e il reggiseno
rimasi solo con le mie decolltè nere a tacco alto,
sentivo mille mani addosso
si intrufolavano ovunque poi qualcuno diventò più audace e le infilò dentro di me,
aprii le gambe per facilitarli,
già colavo piacere tra le gambe
e mi fecero leccare ancora le dita bagnate,
mi sciolsero le mani,
ormai ero in balia loro,
forse è vero volevo esserlo.
Qualcuno si sedette sul divano e mi portarono da lui
e mi fecero sedere sopra,
una volta impalata cominciai a muovermi,
ero paonazza in viso e accaldata più che mai
avevo bisogno di essere guidata non avevo più una volontà mia
avevo lasciato posto al loro desiderio mettendo da parte la mia coscienza.
Mentre qualcuno si mise dietro di me per penetrarmi io cercai Alberto con gli occhi
era li vicino a me che seguiva la scena,
lo volevo vicino e lui capii e si avvicinò
mentre urlavo per il dolore lui mi accarezzava i capelli
e mi diceva di stare calma, sarebbe passato presto
Stavo vivendo il mio sogno erotico
essere penetrata davanti e dietro in contemporanea
ed avevo ancora decine di ragazzi da accontentare.
Mentre questi pensieri mi passavano per la testa ebbi un primo orgasmo,
lungo e potente,
volevo alzarmi, tirarmeli fuori,
ma non me lo permisero,
cercai di ribellarmi ma mi dissero che ormai loro erano li per me.
Alberto mi disse che avevo ancora parecchi da far divertire e che lo avrei fatto felice in questo modo.
Continuai ancora quindi ma volevo lui davanti a me, che sentisse quello che mi facevano i suoi amici,
quindi si mise sul divano e mi misi su di lui,
quando sentì l’altro cazzo che mi entrava dietro e io sorrisi Alberto cambiò espressione,
non so perchè ma è come se lui avesse davvero capito in quel momento che mi stavano usando,
sentendo l’altro cazzo che premeva dentro.
Non era più tanto soddisfatto della situazione,
ora avevo ribaltato la situazione con Alberto,
cavalcavo i due cazzi con molto piacere e glielo mostravo volentieri,
ebbi ancora un’altro orgasmo da porca,
chiesi quindi di cambiare posizione
mi feci mettere sul tavolo, bocconi
lo volevo nel culo da tutti e lo dissi
a turno mi accontentarono in parecchi mentre anche qualche altro cazzo mi riempiva la bocca,
mi sentivo porca e sporca,
soddisfatta di esserlo e felice di essere trattata in quel modo,
ero però risentita con lui per avermi messa in quella situazione ma ora gliela stavo facendo pagare
essendo peggio di quanto lui non si aspettasse,
godevo di essere al centro dell’attenzione e dei mille cazzi che si avvicendavano in me,
mentre succhiavo quelli che aspettavano il loro turno per penetrarmi
erano tutti intorno a me eccitati e paonazzi,
anche loro come me.
Qualcuno mi venne in faccia, subito imitato da altri,
qualcun’altro prese a colpirmi con dei schiaffi sul sedere e poi sul viso,
sulle gambe in ogni pezzo di pelle libera,
mi sentivo un pezzo di carne non più una persona ma
continuai ad avere orgasmi a raffica, non li contavo più ora.
Pensavo solo a soddisfarli e soddisfarmi il più possibile.
Cambiai ancora posizione e mi misi con la schiena sul tavolo,
qualcuno mi bendò.
Le sensazioni si intesificarono
le loro mani sui miei seni erano ancora più eccitanti,
sentivo i loro odori e provavo ad indovinare chi era dentro di me,
erano duri e violenti,le botte che ricevevo mi spostavano da sopra il tavolo,
tanto che avevo paura di cadere.
Mi facevano male tutti i muscoli ma non la finivano mai.
L’eccitazione aveva lasciato il posto alla stanchezza
quindi quando mi tolsero la benda e mi fecero alzare ne fui felice,
ora però non avevo il coraggio di guardarli in faccia,
era passata l’eccitazione era quindi tornata la vergogna,
ma da una parte non era mai passata, avevo cercato non pensarci.
Solo davanti ad Alberto cercavo di non farlo vedere,
dovevo essere forte per poter far soffrire lui,
ma ormai lui era nessuno per me,
semmai avesse significato qualcosa per me oramai era niente, nessuno per me.
Scappai in bagno per lavarmi il viso e cercai di mettere in chiaro le idee,
non mi riconoscevo più allo specchio
vedevo solo una troia da quattro soldi sporca di sperma e sudore,
mi vergognavo di me stessa
ma un lato recondido di me era felice di aver esaudito una fantasia sessuale
che credeva impossibile da realizzare,
ero grata ad Alberto per quello che aveva fatto da una parte
ma dall’altra lo odiavo profondamente.
Provavo emozioni contrastanti che credevo impossibile provare in contemporanea,
odio, amore
gratitudine e disprezzo.
Cercai di lavarmi un pò alla meglio poi
uscì e recuperai i miei vecchi vestiti,
qualcuno era già andato via, gli altri mi guardavano mentre mi rivestivo
nel salone cercando di fare l’indifferente.
Una volta vestita Alberto mi venne di fianco e uscimmo,
nessuno ci salutò,
non mi voltai nemmeno per vedere se guardavano noi
ma tanto ne ero sicura.
Quando lui mi lasciò sotto casa mia,
mi disse a domani,
ma io sapevo che non ci sarebbe più stato un domani per noi,
non esistevamo più noi,
ma solo un io,
per me non esisteva più lui,
era finita con quella sera la nostra storia.
Ma era nata una nuova donna consapevole di se e delle proprie voglie,
che non sarebbero più rimaste sopite per molto.

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