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Orgia

UN’AVVENTURA IMPROVVISA

By 18 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi guardo ancora una volta allo specchietto retrovisore dell’auto, un’ultima sistemata ai capelli, una
veloce passata di rossetto sulle labbra e sono pronta.

Suono alla porta di casa della mia amica Marta e mi fermo ad ammirare la facciata dell’edificio. Ne ha
fatta di strada da quando studiavamo insieme all’università. Da allora ha fatto una rapida carriera in una
importante azienda e poi ha trovato un marito ricco e potente che fa la vivere nel lusso e non le nega
niente. Oggi che è il suo compleanno le ha organizzato una festa con i controfiocchi, piena di bella
gente. Ed io mi sono preparata a puntino per non sfigurare.

Una persona mi apre e mi fa entrare; é uno degli invitati che si dilegua subito dopo. Mi guardo
attorno e mi accorgo che non conosco quasi nessuno. Da quando è in quell’ambiente
Marta ha cambiato tutte le amicizie: ora solo gente danarosa ed importante, quei fighetti che
fino a pochi anni fa ci divertivamo a prendere in giro. Lei poi in particolare aveva una predilezione per i
bei ragazzi con la testa tra le nuvole e senza soldi. Ma si sa che le cose a volte cambiano e l’unica
cosa che non era cambiata era la nostra amicizia.

La festeggiata non c’è: evidentemente vuole fare la sua entrata trionfale a festa inoltrata. Mentre
sorseggio un aperitivo e mangio un paio di tartine, il mio sguardo è attirato da un uomo, nero,
alto, muscoloso e pelato che parla con due ragazzine.

Tutti e tre hanno l’aria di divertirsi molto. Lui non smette di parlare e sorridere in modo ammiccante.
La ragazzina mora, vestita con stivali, minigonna, calze nere e maglietta scollata (tutto ovviamente
supergriffato) non fa altro che annuire e sorridere ad ogni cosa che dice il Gigante Nero, mentre
l’altra, bionda, scarpe-tacco-12, jeans a vita che più-bassa-di-così-vedi-la-passera e camicia che-più-
aderente-di-così-saltano-i-bottoni, continua a sorseggiare con apparente calma il suo drink senza
staccargli gli occhi di dosso.

Io non mi sto divertendo molto, ma almeno lui ha la serata garantita!

Sorrido al mio pensiero malizioso e vado in giro per socializzare. Ma dopo un quarto d’ora di
discorsi inutili, battutine stronze e finta ilarità sono già stufa: meno male che ho la scusa di andare in
bagno per staccarmi un po’ dalla compagnia.

La casa di Marta è enorme e ci sono stata poche volte. Esco dal salone della festa e vado lungo un
corridoio dove, mi pare di ricordare, ci sia uno dei bagni. Dopo aver aperto alla cieca un paio di porte,
senza trovare l’agognato water, ne apro un’altra e…la scena che vedo mi lascia di sasso.

L’uomo che ho notato poco fa, il Gigante Nero, è nudo, a parte l’orologio, in mezzo alla stanza.
Inginocchiata ai suoi piedi la ragazzina Mora, vestita solo dalla vita in giù e con i seni al vento,
glielo sta prendendo in bocca. Anche la Bionda è con i seni fuori e, inginocchiata a fianco dei due,
sta ad osservare come se stesse aspettando impaziente il suo turno.

Rimango attonita di fronte a questa scena da filmino porno. Ma soprattutto non riesco a togliere gli
occhi da quel cazzo dritto ed enorme che entra ed esce dalla bocca della Mora. Il Gigante Nero
sarà alto quasi due metri, è bello muscoloso e la Natura gli ha ha fornito un cazzo proporzionale
alla sua stazza fisica.

Lui se ne sta in piedi, immobile ed imperturbabile, solo una mano si muove perchè è appoggiata
sulla nuca della Mora. Non la sta forzando (non c’è ne bisogno), ma solamente controllando il
movimento della testa per farle capire che è lui che comanda.

E quel suo cazzo, che non posso fare a meno di ammirare, dopo pochi secondi mi ha già ossessionata.
Lui alza lo sguardo su di me e con un mezzo sorriso dice “Vuoi venire qua? C’è ne anche per te…”.
La Bionda, sorpresa ed infastidita, si gira verso di me “Vattene che non c’entri niente!”. Anche la
Mora, accorta della mia presenza, non la prende bene “E’ vero, mandala via! Oggi sei solo per noi!”.
“State buone, puttanelle, che qui c’è abbastanza cazzo per tutte e tre”. La sua voce, calma e decisa,
fa abbassare lo sguardo delle due. D’altronde non ha tutti i torti, con quel suo cazzo…

Il Gigante approfitta dell’inaspettata pausa per infilarlo nella bocca della Bionda, senza dimenticare
di tenerle la manona appoggiata sulla nuca. Sfacciatamente mi ripete l’invito “Allora, vuoi unirti
a noi?”. Volgo lo sguardo verso la porta chiusa dietro di me e penso alla gente noiosa di là, i discorsi
stronzi, le risate finte.. Mi mordo nervosamante le labbra e dopo pochi interminabili secondi mi muovo
verso il trio, lentamente perchè le ginocchia mi tremano dall’eccitazione e rischio di cadere ad
ogni passo. Sono ferma davanti al Gigante “Brava, dai spogliati come loro”. Mi sfilo il vesito bianco
acquistato per l’occasione e rimango solo con tanga, calze autoreggenti e scarpe. Mi fa cenno di
abbassarmi, io mi inginocchio senza fiatare. Ora sto in mezzo alle due ragazzine aspettando il mio
turno, con la Mora che mi guarda con lo stesso odio delle bambine a cui porti via la bambola preferita.

Quando il Gigante Nero decide di provare provare la nuova arrivata, toglie l’uccello dalla bocca della
Bionda e me lo mette davanti alla faccia. Lo afferro con decisione con la mano destra, lecco lentamente
la cappella per prenderci confidenza. Lui mi lascia fare per poco, perchè appoggia la mano sulla mia nuca
e mi spinge dolcemente la testa. Apro la bocca più che posso, richiudo le labbra attorno alla sua carne
palpitante. All’inizio mi muovo avanti e indietro lentamente perchè non è facile prendere ritmo con quel
bastone enorme in bocca, ma una volta presa la giusta confidenza accelero il ritmo delle succhiate.
Anche se, con tutta la mia buona volontà, non riesco proprio ad ingoiarlo tutto come vorrei!

Il forte odore di maschio che emana dalla pelle mi eccita da morire, tanto che sento un calore che
dalla figa sale al ventre, al seno, alle braccia e mi sconvolge di piacere. Cerco di succhiarlo più che
posso perchè so che non durerà a lungo. Difatti il Gigante Nero sa che non può fare favoritismi tra le
sue voraci pretendenti, perciò me lo sfila dalla bocca e lo ripassa alla Mora. Poi di nuovo alla Bionda,
poi ancora a me, poi ricomincia il giro, ancora una volta e ancora una volta…Alla fine credo di averlo
accolto in bocca almeno quattro volte.

Mentre osservo la Mora che se lo lavora per l’ennesima volta, mi rendo conto come in pochi minuti lui sia
riuscito a farmi diventare una troietta affamata solo con la forza della suo fisico, della sua voce e
naturalmente del suo grosso cazzo. Già il suo grosso cazzo…

Gli accarezzo le gambe muscolose e salgo lentamente fino al pube. Gli bacio il fianco, gli addominali
e i pettorali scolpiti. E’ talmente alto che quando sono in piedi la mia bocca è appena all’altezza dei
capezzoli. Gliene succhio avidamente uno e lui sembra gradire tanto che abbassa la testa verso di
me e mi bacia con passione e la sua lingua, spavalda e grossa come il suo uccello nero, mi invade
la bocca e mi lascia senza fiato. Con i polpastrelli gli accarezzo la schiena, scendo fino alle reni,
sento il suo culo bello sodo e mi pregusto le contrazioni di quei muscoli quando m’infilzerà
con il suo grosso scettro. Ben presto anche la Mora e la Bionda si fanno sotto accarezzando
i muscoli e contendendosi la sua bocca. E lui si dà da fare palpando a più non posso i nostri
culi, i nostri fianchi e le nostre tette.

“Forza ragazze, è ora che vi spogliate del tutto”. Ubbidiamo docilmente perchè al solito la sua voce
non ammette repliche. Eppoi perchè non vediamo l’ora che succeda quello che sta per succedere!
Io sono la più veloce perchè devo togliermi solo il tanga e le scarpe, così rimango con addosso
le autoreggenti davanti a lui sperando che mi prenda subito. Ma il Gigante aspetta che le altre due
troiette si tolgano gonna, pantaloni e mutandine. Ci guarda per un po’ dubbioso su chi deliziare per
prima, mentre il suo cazzo nero rimane sempre teso, duro e grosso come all’inizio. Anzi ora è più
bello perchè è pieno delle nostre impronte di rossetto. Già il suo cazzo, il suo grosso cazzo nero…

Afferra la Mora ai fianchi, la gira, la spige sul letto alla pecorina e la prende con decisione da dietro.
All’inizio lei lancia un paio degli urletti che un po’ alla volta si trasformano in gemiti ritmati sui suoi
poderosi affondi. Il volto stravolto della Mora dice più di qualsiasi altra cosa che godendo come
una pazza. Quando decide che ne ha abbastanza, il Gigante Nero spinge la Bionda sul letto a
pancia in sù e, in piedi immobile davanti alle gambe aperte di lei, le fa pregustare per
qualche secondo con la vista il suo tronco d’ebano. Lei ha un piccolo moto, non so se d’eccitazione
o di paura, ma lui al solito non lascia spazio a dubbi: appoggia le manone sulle spalle di lei e la
penetra senza pietà. Lei chiude gli occhi, spinge indietro la testa ed inarca la schiena per godersi
ogni centimetro di quel cazzone di pietra. Ansima senza ritegno come una troietta ninfomane
ai colpi del Gigante Nero. La mia figa è talmente bagnata che non riesco più a trattenere il liquido
dentro: mentre alcune gocce mi colano lungo l’interno coscia, mi trovo a pensare che no, non dovrei
stare qua. Io sono venuta per la festa di compleanno di Marta, che ci faccio ora, nuda, in questa
camera sconosciuta desiderando che un Gigante Nero si degni di scoparmi a dovere? Eppoi alla
festa ci sarà…

L’orgasmo della Bionda mi risveglia dai miei pensieri, mentre ci pensa lui a riportarmi definitivamente
alla realtà: mi prende per mano, si stende sul letto e mi fa cenno di salirgli sopra. Mentre, docile e
timorosa, sto per infilzarmi sul suo manico per godermi la più dolce delle torture, un suo dito mi
fruga nel buchino per poi portarselo in bocca e succhiare avidamente il mio nettare. Cerco di
allargare più che posso la figa per accogliere degnamente la grossa cappella che si sta facendo
largo in me. Lentamente lo faccio scivolare cercando di farmelo stare tutto dentro, ma mi rendo conto
che è veramente impossibile! Con un gemito riprendo fiato e comincio a muovermi su e giù,
finalmente preda di quel grosso cazzone nero che mi ha catturata appena l’ho guardato. Già, il suo
grosso cazzone…

Mentre mi godo la cavalcata, le mie mani, bianche quasi candide e con le unghie laccate rosso
fuoco, appoggiate suo suo petto, fanno un costrasto violento con la sua pelle scurissima. Le
mani del Gigante Nero, invece, non smettono di torturami i seni, fino a quando non decide di afferrarmi i
fianchi per accompagnare al mio sù e giù le sue vigorose spinte. Non ci metto molto a godere
di un’orgasmo tanto improvviso e forte, che una delle due altre troiette deve tapparmi la bocca
con la mano per evitare che le mie urla attirino qualcuno dalla festa. Senza darmi nemmeno il
tempo di calmare il mio fuoco, si sfila da me e mi lascia, sola e distesa sul letto, a riprendermi
dal godimento più forte mai provato in vita mia. E soprattutto orfana del suo uccellone, grosso,
nero ed instancabile.

Aspetto pazientemente il mio turno mentre scopa di nuovo la Mora e la Bionda cambiando sempre
posizione e ogni affondo nelle le loro fighe non fa che aumentare mio desiderio di riaverlo tutto dentro
di me.

Eccolo, finalmente. Stavolta mi mette alla pecorina, mi stringe i fianchi e mi statuffa senza pietà,
avanti e indietro, avanti e indietro, con colpi potenti e regolari. Poi improvvisamente rallenta il ritmo
facendo passare un paio d’interminabili secondi tra un affondo e l’altro. Poi accelera di nuovo e di
nuovo rallenta. Se con questo giochino pensa di aumentare il mio godimento, ci sta riuscendo benissimo
perchè presto sono nuovamente in paradiso con un orgasmo meno improvviso del primo, ma ugualmente
potente. Stavolta ce la faccio a trattenere, con molta fatica, le urla di piacere che dalla figa, passando per
lo stomaco, mi salgono fino alla bocca.

Come prima mi lascia in disparte, sola ed esausta, e mentre lo guardo dedicarsi alle altre due,
comincio ad odiarlo: non viene mai! Questo Gigante Nero dalla virilità straordinaria, ha a disposizione 3
troiette (sì, mi ci metto anch’io) affamate del suo cazzo che glie l’hanno preso non so quante volte in
bocca ed in figa, dando tutte sè stesse per accontentarlo. Io poi che, quando mi prendeva, stringevo
al massimo i muscoli della figa, sì per godere, ma soprattutto per farmi schizzare dentro tutto il suo prezioso
succo prima delle altre due. Anche adesso che lo guardo fottersi la Bionda, lei è tutta un dimenarsi
ed un fremito di piacere, mentre a lui, il Gigante Nero ed Impassibile, non cola neppure una goccia di
sudore. Sembra che non gliene importi niente che gli stiamo dando tutte noi stesse, dà l’impressione
che, se invece di noi tre, avesse a disposizione altre tre troiette, per lui sarebbe uguale: non è giusto,
non è giusto!

Sono stesa su un fianco ancora preda dei miei pensieri quando torna da me. Si stende anche lui
su un fianco, dietro di me, e me lo infila, come prima, senza troppi preamboli. La sua spinta mi
piace, è possente come prima, ma stavolta non mi sento coinvolta, non lo desidero perchè i miei
pensieri mi hanno raffreddata. Ma lui sembra avere un termometro nell’uccello perchè di colpo lo
toglie e mi sussurra all’orecchio “Che c’è piccola, non ti piace più?”. Istintivamente gli prendo il
cazzo in mano e rispondo “No cioè sì, non andartene. Chi ti dice che non mi piace?”. “Non è
abbastanza, fammi capire meglio che lo vuoi, troietta.” risponde con voce incalzante. “Dai, sbattimelo
dentro, non voglio altro.” “Non mi sembri molto convinta”. Il giochetto comincia a piacermi ed io ci sto
“Forza, fottimi senza pietà, voglio sentire il tuo uccellone sfondarmi, voglio essere tua!” Mi
risponde “Così va meglio” e me lo spinge nella figa tanto forte da togliermi il fiato. E poi ricomincia
con le solite spinte vigorose che mi fanno ansimare come una vacca in calore. Potenza del suo cazzo,
gia, il suo grosso cazzo…

Stavolta non vengo, ma forse è meglio così: con un altro orgasmo come gli altri avrei avuto bisogno di
una flebo per riprendermi. Dopo averlo sfilato dalla mia figa, si mette in piedi ed annuncia “Ragazze,
è ora che godo anch’io.” Ci scambiamo uno sguardo e tutte e tre abbiamo in testa una sola domanda: chi
sarà la prescelta? Evidentemente non abbiamo ancora capito che il Gigante Nero non vuole fare favoritismi,
così ci mette una alla volta in ginocchio davanti a lui, punta il cazzone verso di noi e comincia a
menarselo furiosamente. Istintivamente sporgo il busto verso la cappella che con quel trattamento brutale
sta prendendo un colore violaceo, e penso a quanto sia diventata porca nel giro di pochi minuti: il sesso
mi è sempre piaciuto, ma una cosa che non ho mai voluto fare con i miei uomini è proprio bere sperma. E mi
sa tanto che fra poco romperò il mio tabù!

Noi stiamo ai suoi piedi con le bocche aperte come quando gli uccellini appena nati che aspettano il cibo
dai genitori. Dai respiri sempre più affannosi del Gigante Nero, capisco che anche lui sta finalmente perdendo
il controllo. Difatti dopo pochi secondi dal suo buchino escono abbondanti fiotti di sperma che lui spara verso
le nostre bocche e le nostre tette. Certo immaginavo che con quella dotazione anche lo sperma sarebbe stato
abbondante, ma accidenti sembra proprio averne una scorta inesauribile! Quando finalmente finisce, ci ordina
“Ora, troiette pulitemelo per bene”. Ci allunghiamo fameliche a leccare quelle poche gocce rimaste attorno
alla cappella. Ed io ne approfitto per dare un’ultima leccata a tutta l’asta ancora durissima prima che cominci ad
ammosciarsi.

Sbrigativamente il Gigante Nero si riveste e mentre si avvia alla porta e con un sorriso smagliante ci dice “Grazie,
ragazze siete state stupende. Spero d’incontrarvi ancora”. Noi tre rimaniamo, stupefatte, a guardarci e a renderci conto
di come siamo ridotte: nude (beh, io almeno ho ancora le calze autoreggenti), inginocchiate, con faccia e le tette
ricoperte di sperma e stampata in viso un’espressione mista di stupore ed incazzatura. Evidente la Mora trova la
cosa divertente, perchè la sua espressione si apre lentamente ad un sorriso dal quale io e la Bionda ci facciamo
contagiare. La tensione che si era creata tra di noi si stempera, così un po’ alla volta ci alziamo in piedi e ci diamo
una mano a ripulirci e sistemarci. Ci ritocchiamo abbondantemente il trucco per mascherare la tipica espressione di chi
si è appena fatta una bella scopata. Infine, dopo esserci rivestite, ci facciamo ancora una bella risata dicendoci che,
anche se il Gigante Nero ci aveva lasciate in quelle condizioni, ne valeva decisamente la pena. Ci salutiamo, ma non ci promettiamo di rivederci in simile occasione, no, questo sarebbe troppo!

Io esco dalla stanza e torno veloce nel salone della festa, giusto in tempo per vedere che Stefano, il mio fidanzato, è appena
arrivato. Gli vado incontro, gli metto le braccia intorno al collo e lo bacio sulle labbra. E’ il solito ritardatario cronico e normalmente
gli faccio la predica sulla maleducazione di arrivare tardi agli appuntamenti, ma mi sa che stavolta ne farò a meno!

SPERO CHE VI SIA PIACIUTO. PER QUALSIASI COMMENTO, CRITICA, SUGGERIMENTO O ALTRO SCRIVETEMI A
andrea7112@hotmail.com. SPERO SOPRATTUTTO DI RICEVERE MAIL DA DONNE PER CAPIRE SE MI SONO “IMMEDESIMATO” BENE NELLA PARTE.

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