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Orgia

Week end in barca

By 8 Aprile 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Week end in barca
by maxtaxi

Perchè! Perché, è la parola che da questa mattina mi gira in testa. A volte ci si sveglia con un motivetto che ti risuona per tutto il giorno, ma oggi invece..
In un turbinio di pensieri domande e dubbi continuano a frullare vorticosamente nella testa.
Perchè ho accettato di fare questo viaggio? E’ da una settimana che ci stiamo organizzando e preparando tutto per andare al mare solo due giorni.
Perchè oggi che si poteva stare a letto a dormire, abbiamo dovuto alzarci prima dell’alba? Per non trovare traffico in uscita dalla città e per non essere rallentati dai troppi camion in autostrada.
Perchè abbiamo dovuto interrompere la nostra abitudinaria colazione con annessi e connessi.. La nostra solita colazione del sabato mattina. Oramai ci si vede già così poco.
Perchè ha voluto bere solo un caffè al bar e correre così veloce in macchina? L’autostrada è quasi deserta.
Perchè è così allegro lui, che al mattino se non l’ho scuoto non si alzerebbe mai dal letto?
Perchè..
Perchè..
Perchè..

“Ripetimi perché stai correndo così veloce. Camion ne abbiamo trovati pochi e macchine quasi non c’è ne. Perchè, dimmi?”

“Scusa amore. Ma vedi. Non sto più nella pelle. Non vedo l’ora di rivederli.”

“Si. Questo l’ho capisco. Ma saranno quattro anni che non li vedi e non li senti. Ora tutto d’un tratto loro ti chiamano e tu corri subito. Avessi io amici come te.”

“Non dimenticarti che il viaggio di nozze c’è l’hanno pagato loro”

“Solo la metà e poi erano i tuoi testimone di nozze. Ricordati che si sono offerti loro di comprare i biglietti dell’aereo. Nessuno gliela chiesto.”

“Sempre meglio che avere quattro moca del caffè e una macchina espressa..” La guarda sorgnone ben sapendo di aver ragione.

“Ok. Un punto a tuo favore. ‘Sbotta insoddisfatta- Sta di fatto che non li abbiamo più sentiti da anni.”

“Te lo detto. Erano a lavorare all’estero e ultimamente sono stati impegnati a rimettere a nuovo la barca a vela.”

“Mi ripeto. Vengo solo perché in barca non ci sono mai stata e perché voglio vedere questa tua meravigliosa BARCA! E’ da quando ti conosco che non fai altro che parlare di questa fantomatica BARCA!”

“La LADYBLUE.” Sorride mentre guarda fisso la strada. Sogna ad occhi aperti, ricordando il passato.

Finalmente siamo al casello dell’autostrada e come pensavo, ci sono solo poche auto che ci precedono. Non sono ancora le otto e se fossimo a casa ora staremmo facendo la nostra colazione speciale a base di sesso. Al pensiero devo stringere le gambe altrimenti me l’ho scopo in macchina.
Giriamo un pò per le vie della città e ci fermiamo in un bar per un cappuccio e una brioche. Continua a guardarsi intorno e ricontrolla l’orologio impaziente.

“Ma aspetti qualcuno? Guarda che se credi possiamo anche andare al porto sai!?!”

“Si amore hai ragione. Possiamo andare se hai finito.”

Incredibile, non ci posso credere. Mi fa sembrare come se fossi io quella che gli sta rovinando la giornata. Eppure gli lascio fare e andare dove e cosa vuole per tutta la settimana. Sa bene che il Sabato e la Domenica sono dedicati a noi.
Mi alzo e lo precedo alla macchina. Contento e soddisfatto ci avviamo al porto.

Per entrare bisogna avere una chiave e dal cassetto portaoggetti estrae un mazzo di chiavi che non avevo mai visto prima. Solleva la sbarra e a passo d’uomo svolta lungo la banchina.

“Eccola!” Esclama.

Parcheggiamo e dalla passerella scendono i suoi amici. Abbracci, baci, pacche sulle spalle e finalmente vengo coinvolta pure io nella loro gioiosa rimpatriata. Sono passati 7 anni dall’ultima volta che li ho visti. Sono cambiati moltissimo.
Antonio abbronzatissimo, ha come sempre lunghi capelli fluenti che mi fanno invidia. Come faccia ad averli sempre così non l’ho mai capito. Si è fatto più snello e al confronto con Stefano sembra gracile. Lui invece, biondo ossigenato. Abbronzato e con tutti i muscoli in bella vista messi in risalto da un paio di short corti attillati e da una maglietta da palestra aderente. Vedo bene anche il pacco, non solo i muscoli.
Anche se sposata un pensiero me lo faccio di tanto in tanto.

“Finalmente vedo questa famosa barca. Massimo mi ha tanto parlato di voi e delle sue avventure con questa barca.”

Antonio quasi indispettito ribatte. “E no cara! Questa è la Lady blue! Non è una barca ma una signora che va rispettata e coccolata.”

Stefano prosegue spiegando a entrambi i cambiamenti che hanno fatto in questi due anni di restauro. Hanno cambiato tutte le sistemazioni interne. I servizi. L’elettronica. L’impianto idraulico ed elettrico. Rifatto coordinate e il piano velico. Risistemato zavorra e motore. Credo che per 20 minuti mi sia addormentata nel seguire le loro spiegazioni tecniche.

Finalmente ci fanno salire sulla famosa ‘signora in blu’.
Tolgo le scarpe seguendo l’esempio degli altri e preceduti li seguo di sotto notando subito la spaziosità.
‘Tutto è essenziale e funzionale.’ Così avevano detto sul molo. Osservo la cucina sulla destra e a di fronte il tavolo attorniato dalle poltroncine trasformabili in cuccette notte. A prua (l’avanti) una grande cabina matrimoniale, come spiegato prima da due a una con paratia di divisione. Ci fanno vedere il motore e alcuni impianti di servizio posti sotto al piano di calpestio. L’unico ampio bagno. E la grandissima cabina ‘armatoriale’ di poppa (dietro).
Vista da fuori sembra piccola ma dentro è accogliente e funzionale pur avendo gli spazi limitati.

Saliti in coperta mi fanno sedere di fianco al timoniere mentre i ragazzi mollano gli ormeggi. Mi fà piacere vedere Massimo così attivo. Si sa destreggiare e muovere con maestria, come se l’ho avesse sempre fatto. Al timone Stefano muove la barra con semplicità. Piccoli movimenti studiati.

“Vuoi provare?”
Vista la mia diffidenza o più per cosi dire, timore reverenziale verso questa reliquia, mi prende con forza un braccio e mi mette davanti a lui.

“Non aver paura. Non è difficile. Tutti noi abbiamo incominciato in questo modo.”

Con lui appoggiato dietro di mè dirigo la barca fuori dal porto. Devo ammettere che non è difficile. Sento il calore e la sicurezza che mi trasmette Stefano. Sento anche il suo pacco strofinarsi sulle mie chiappe. Se da mollo ha questa consistenza non voglio pensare a come possa essere da duro.

Siamo già abbastanza lontani dall’imboccatura del porto e ora i ragazzi sono tutti intenti ad issare le vele. Stefano mi dice come dirigere il timone per facilitare le manovre per poi sentire anche il vento. Mi fà spegnere il motore e la barca continua ad andare in totale silenzio. Si sente solo lei, la signora, tagliare le onde.
Sono emozionatissima. Ci dirigiamo al largo. Ora sono tutti seduti nel ‘pozzetto’ al mio fianco.

Siamo tutti raggianti.

“Sai che questa è la prima uscita ufficiale? Abbiamo fino ad ora, provato solo il motore e basta. La giornata sembra ancora più calda di quella di ieri”.
Così detto Stefano si toglie la maglietta. I muscoli ora sono messi bene in evidenza. Il petto completamente depilato in risaltano i piccoli capezzoli eretti.

Massimo si accorge come la mia vista è calamitata su quella massa di carne.

“Cara, lascia a mè il timone e se vuoi puoi sdraiarti a prendere il sole”.

Mi si avvicina togliendosi la camicia e prende il mio posto. Antonio mi accompagna di sotto dove abbiamo posizionato la nostra roba e mi cambio. Controllo un ultima volta che il costume sia a posto e risalgo seguita da Antonio che sulla ripida scaletta si può beare del mio sedere.
Ci posizioniamo a prua e dopo che i ragazzi hanno manovrato per cambiare assetto alle vele ci sdraiamo a prendere il sole. Come ragazzo è amabile, si parla di tutto ed è pure simpatico. Quando si gira mi chiede di passargli la crema sulla schiena. Rimango stupita. è in perizoma. Interdetta incomincio a spalmare. La pelle è morbida e velluta e già molto abbronzata. Direi quasi del tutto uniforme come se prendesse il sole nudo.

Il sole scotta e girata di schiena mi ricambia il favore. Slaccia il gancio del reggiseno e mi spalma la crema. Il tocco è soffice e gentile. Morbido. Non si ferma solo alla schiena. Prosegue anche sulle gambe e sulle braccia.

Mio marito è sempre al timone. Dialoga con Stefano. Ogni tanto ridono sguaiatamente. Dalle poche frasi che mi raggiungono parlano di donne e dei posti dove sono andati. Diverse volte devo alzarmi e spostarmi per prendere il sole. In base a come è diretta la barca l’ombra delle vele mi infastidisce.
Impieghiamo un po a raggiungere l’isola dove finalmente ci fermiamo non molto lontana da questa.

I ragazzi ammainano quasi tutte le vele e lasciano una piccola in ‘bandiera’ per fare un po d’ombra al pozzetto e alle cabine. Aperti tutti gli oblò vedo Stefano gettare in acqua qualcosa.
Sono materassini.

“Dai amore. Vieni a fare il bagno”.

Sul bordo, pronta per tuffarmi, vengo spinta in acqua da mio marito che cado in malo modo e quasi bevo. A ruota li sento gettarsi tutti. L’acqua è gelida. Penso di litigare con lui ma vengo investita dagli schizzi e incominciamo una vera battaglia. Sono spinta in basso da qualcuno. Riemergo in mezzo a una cascata d’acqua. Mi aggrappo alle spalle del primo che trovo e lo spingo sotto. Qualcuno mi prende per una caviglia e mi tira a sua volta ancora più sotto. Andiamo avanti così per un po finché stanchi non ci aggrappiamo ai materassini.

Stefano salendo in barca passa una maschera e le pinne a mio marito che poco dopo incominciano a immergersi mentre mi sdraio sul materassino a prendere il sole. Vanno su e giù per un bel po. Controllano prima la chiglia della barca, poi esplorano il fondale.

Risalgo in barca inseguendo Antonio. Mi aiuta a fare una doccia veloce per togliere il sale e scesi di sotto l’aiuto a preparare da mangiare.

“Ma sei bravissimo. Sai destreggiarti benissimo”.

“Vedi, in barca devi saperti aggiustare da solo. Ti possono accadere mille imprevisti e ti devi arrangiare. Zio Pino ci ha insegnato bene su queste cose.”

“Il famoso zio Pino. Certo che avere una barca così doveva essere benestante. Comunque se fosse vivo non saprei come ringraziarlo. Ha reso Max responsabile e un vero uomo di casa.”

“Stai tranquilla che lui avrebbe trovato più di un modo per farti sdebitare”.

Me lo dice guardandomi con un sorrisetto malizioso carico di doppi sensi.
Mi lascia interdetta. Cosa vuole alludere. Lascio cadere il discorso e preparo l’insalata mentre Antonio prepara la tavola fuori nel pozzetto.

Ci raggiungono gli altri due finalmente, che sistemano un tendalino sopra la tavola per proteggerci dal sole. Mangiamo in allegria. Parliamo delle loro avventure di questi anni in cui non ci siamo più visti e di cosa facevano da piccoli.

Scopro che non sono per niente come credevo cugini. Sono solo amici cresciuti attorno a questa barca e a ‘zio’ Pino.
Antonio, ha voluto sparecchiare tutto da solo. Noi ci godiamo il dondolio in totale relax. Pace e tranquillità. Un sogno per chi come noi vive in città. Non sapendo cosa fare mi rimetto a prua a prendere il sole. Sono ben presto raggiunta da mio marito.

“Grazie. Hai avuto una bellissima idea a venire qui”. Lo bacio appassionatamente.
è da questa mattina che non ci dedichiamo un po a noi. Come suo solito, mi palpa il seno. Sono calda. La razione settimanale di sesso con lui mi manca.

“Amore, che ne dici di prendere il sole in topless come quest’inverno a Charm el Scheik.”.

“E i tuoi amici?” Dico perplessa.

“Tranquilla, sono abituati a stare nudi in barca.”

Esterrefatta accontento mio marito. Ora capisco l’abbronzatura di Antonio. Non mi da fastidio togliere il reggiseno sopratutto se non ci sono conoscenti. Oltretutto non rimango con inestetici segni d’abbronzatura. Consideratelo un po un mio vezzo ma mi piace sentirmi desiderata.

Tolto e posizionato il reggipetto al mio fianco mi risistemo a prendere il sole. Mi spalmo un po di crema anche sul seno e mi godo il totale rilassamento. Il dondolio e la brezza mi fanno appisolare senza accorgermene. Mi risveglio tutta sudata e accaldata. Mi guardo attorno e vedo mio marito nudo che prende il sole addormentato al mio fianco.

“Svegliati o ti bruciacchierai.” Gli dico.
Mi rialzo e nel pozzetto trovo i due ragazzi sdraiati sui cuscini a prendere il sole anche loro nudi. Sono entrambi depilati in cui i loro cazzi risaltano tranquilli e abbandonati sulle pance. Antonio ha un cazzetto a dire quasi buffo, largo alla base ma sottile e stretto in punta. Stefano al confronto è armato. Sgrano gli occhi per quanto è grosso. Penso alle dimensioni di quando potrebbe essere eretto ed eccitato. Mi sento avvampare le guance come se fossi un’adolescente. Ho un certo prurito anche in mezzo alle gambe.

Raggiunta da mio marito passiamo in mezzo a loro svegliandoli e piano, piano, questa volta mi immergo nella frescura del mare. Continuo a pensare al cazzone di Stefano e l’eccitazione non diminuisce. Sono raggiunta anche dagli altri. Stefano mi invita ad immergermi con lui e infilate pinne e maschere incominciamo ad esplorare il fondale.

Gorgonie, pesci o altro non mi interessano. Spesso mi attardo a scendere dietro a lui per bearmi della vista delle sue palle e del suo pisellone. Sedere scolpito, vita stretta e spalle larghe. Sembra il figlio di Nettuno. Raggiungiamo dopo molto gli altri quando oramai le braccia incominciano a farmi male. Usciamo perché non più in grado di rimanere a galla. Stefano mi aiuta con la doccia.

“Se ti da fastidio possiamo rivestirci se credi”. Mi dice.

Senza dire una parola e di fronte a mio marito mi calo il tanga. Mi sorride compiaciuto in segno di approvazione. Scendo sottocoperta per prendere qualcosa da bere e vengo raggiunta immediatamente da Antonio. Mi aiuta a preparare dei drink rinfrescanti che portiamo sul pozzetto.

“Grazie amore per questa bellissima giornata.” Bacio mio marito, ma rimango interdetta dal sapore delle sue labbra.
Non sanno di sale ma..

Prontamente brindiamo e conversiamo amabilmente. Mi spiegano che la barca più volte rifatta è da considerarsi una ‘signora’ per via dell’età. Totalmente in legno, acciaio e ottone. I due alberi invece che uno, è dovuto al fatto perchè era una vecchia nave appoggio per la pesca d’altura. Anche la larghezza non le conferisce una andatura veloce perché creata per affrontare in sicurezza ogni tipo di mare. Zio Pino più volte a circumnavigato la terra.

Mi raccontano poi delle loro avventure di quando erano giovani e dove hanno lavorato di recente. Sitges in Spagna. Paese di opportunità e tolleranza. Mentre raccontano ridendo mi stupisco della loro naturalezza a stare nudi di fronte a mè. Non che sia imbarazzata ma un po eccitata della situazione sì. Quasi direi offesa.

Ho due tette che modestia a parte, si reggono su da sole pur essendo una bella quarta. I capezzoli duri e le aureole rosso fuoco per via dell’eccitazione e del sole. Un boschetto curato in cui seduta come sono non posso non notare le grandi labbra prominenti. I fianchi un po robusti ma asciutta e senza un filo di grasso. Poi, quel sapore in bocca familiare a mio marito che mi fa pensare..

Stando lì sui materassini ci sdraiamo a prendere il sole. Appoggio la testa sulle gambe di Max e mi rilasso ascoltando i loro discorsi. Il cazzo tranquillo di mio marito mi attira l’attenzione quando vedo spuntare una goccia dalla punta. Mi rimetto a sedere e guardo meglio la coppia d’avanti. La stravaganza della totale loro depilazione non mi aveva colpito ma ora..

Antonio è un po effemminato mentre Stefano.. E mio marito con tutte quelle partite al club del tennis.

“Siete tutti gay e bisex?” Sparo. La domanda la metto lì, diretta. Interdetti mi guardano tutti. Solo Stefano mi sorride

“Si. Siamo tutti bi-sex. Solo Antonio ha una predilezione diciamo maschile.”

“Capisco all’ora molte cose. Molte manovre che avete fatto per tenermi lontana. Voi vi siete accoppiati mentre uno di voi mi teneva occupata.”

“Esatto.” Mi risponde sempre Stefano.

Rivolgendomi a mio marito arrabbiata.

“Ma come hai osato tradirmi in questo modo! Sai benissimo che siamo sempre stati una coppia aperta e abbiamo sempre fatto e parlato di tutto. Dimmi perché non mi hai mai detto nulla!” Non mi risponde, cerca di aprire la bocca ma è sempre Stefano che parla.

“Sandra, cerca di capire. Eravamo tutti troppo contenti e poi non sapevamo come l’avresti presa. Sono veramente anni che non ci incontravamo, a parte le volte che ci siamo sentiti ultimamente al telefono. Di noi tre il più normale te lo sei sposato. Io a parte il fisico ho una certa tendenza a stravedere per i bei ragazzi e poi amo Antonio da molto tempo. Certo, mi concede qualche scappatella come io la permetto a lui. Il rapporto che ci lega tutti e tre non è solo questa ‘signora’ ma anche la nostra complicità di appagarci. Entrambi sappiamo bene quali sono le tue tendenze in fatto di sesso. è proprio per questo che Max ti ha sposata. Vuoi forse dire che mi sbaglio?”

‘Certo che non ti sbagli. La rabbia è dovuta al fatto che lui non mi ha detto delle sue voglie e di quello che faceva con voi. Non parlo del passato ma del presente. Tu credi che se mi avesse detto qualcosa non l’ho avrei lasciato fare?”

“Vedi, è proprio qui che ti sbagli. Il punto è che lui ti ha portato qui con noi per saggiare fino a dove era possibile spingerti e coinvolgerti nei nostri giochi. Lui ci ha sempre detto di quanto tu fossi disponibile e aperta, ma non possiamo sapere fino a dove arrivano i tuoi tabù e i tuoi limiti. Guarda il tuo comportamento di oggi. Pur conoscendoci appena, hai saputo inquadrare immediatamente la situazione. Ti sei adeguata all’abbigliamento inesistente. Sei stata al gioco e alla complicità. Ma non potevamo sapere. Questa sera ti avremmo messo alla prova. Avremmo potuto constatare cosa ne avresti pensato del fatto che io e Antonio siamo una coppia e dal tuo comportamento avremmo potuto supporre, se inserirti nei nostri programmi.. Nei nostri giochi.”

Colpita nella vanità e presa da un senso di rivalsa e curiosità rispondo:
“Ok. Accetto voi come coppia e mio marito come bi-sex. Voi in che giochi mi volevate inserire?”

‘A questo ci arriveremo più tardi, anche perché tuo marito ora ha le batterie scariche.”

La risata collettiva sdrammatizza la situazione. Seduto con le gambe aperte non si può non fare a meno di osservargli le palle e il cazzo. Lo guardo negli occhi e sul cazzone ancora pendulo e:

“Tu, però, le hai ancora cariche..” Lo sfido dritto negli occhi. Essendo già in piedi incomincio ad accarezzarmi il seno e a strizzarmi i capezzoli, mi avvicino. Lui non si muove. Mi lascia fare. Mi chino lentamente per annusare il suo collo e palpare i suoi muscoli. L’ho sento che si irrigidisce al mio contatto. Accarezzo le sue possenti spalle. Il suo petto muscoloso. Bacio i suoi piccoli capezzoli. I suoi addominali scolpiti. Bacio e faccio scorrere la punta della lingua anche lì, dove è privo di peli. Faccio proseguire la lingua anche sul pisellone.

Cerco di insinuare la lingua all’interno del prepuzio. Gli piace. Il cazzo incomincia a reagire. Si sta allungando. Mi posiziono in ginocchio in mezzo alle sue gambe e con la bocca aperta, raddrizzo il cazzo sollevandolo con la lingua. L’osservo dal basso. Mi guarda impassibile e immobile ma il suo cazzone parla per lui. Lo imbocco ciucciando più forte che posso sempre guardando la sua espressione.

Stringo bene le labbra e partendo ora dalla cappella cerco di far arretrare il prepuzio. Al secondo tentativo ci riesco. Lui chiude gli occhi, segno che le piace. Vado avanti fino a che non sento la cappella arrivarmi in gola. Indietreggio fino alla punta ma sempre pronta e attenta che non mi scappi dalle labbra. Accellero e rallento sempre alternando il pompino con le slinguazzate alla sua cappella.

Ora si è adagiato allo schienale per stare più comodo e per assaporare meglio le sensazioni che riceve. Quando lo estraggo completamente dalla bocca, resta dritto da solo. è tutto bagnato dalla mia saliva. Gli palpo delicatamente le palle. Ora uso una mano per tenere il cazzo. Non riesco più a infilarmelo tutto in bocca. Faccio scorrere la lingua giù lungo l’asta e solletico con la lingua le palle. Le bacio. Le succhio una per volta. Il cazzo ha come un sussulto di piacere. Sono dure e gonfie come due palle da golf.

Imbocco il cazzone che ora devo proprio aprire la bocca per bene per non fargli sentire i denti. Mi aiuto con una mano. Seguo il movimento della testa con la mano come se dovessi fargli una sega. Porto l’altra mano all’interno delle mie cosce. Sono tutta bagnata. Accellero il pompino. Sento ora un nuovo gusto in bocca. Dal cazzo incomincia ad uscire un po di liquido seminale. Buono.. Impazzisco quando l’ho sento.

“Dai Max. Datti da fare anche te. Sai cosa mi piace.” Gli dico.

Come risvegliatosi da un sogno meraviglioso si alza col cazzo dritto e viene dietro di me. Mi accarezza la schiena mentre continuo ad andare su e giù con la bocca attorno a questo obelisco durissimo. Alterno il movimento delle labbra con la lingua. Faccio girare la lingua attorno alla cappella anche quando l’ho tutto dentro.

Lui mi bacia la schiena. Sento che insinua una mano fra le labbra della figa. Entra dopo essersi inumidito le dita per bene coi miei succhi. Sono due. Le riconosco. Mi sonda con le due dita mentre mi bacia la schiena. Ora alterna il movimento interno con il masturbarmi sul clitoride. Con le dita ben bagnate ora, scivolano sul grilletto dandomi una sensazione di piacere infinito.

Se continuo di questo passo penso, Stefano non può durare molto.

Ecco lo sento. Ha appoggiato un dito al mio orifizio. Lo infila tutto piano. è come se mi durasse una eternità. Con la stessa lentezza lo estrae completamente. Vigliacco lo sa come mi fa impazzire questa cosa. Ora ne infila due. Siii. Il piacere mi esplode direttamente nel cervello.

‘Mmmhhh.’

Devo respirare e mollo momentaneamente il cazzo. Mi sollevo tremante. Mi giro. Le gambe non mi reggono. Scavalco le gambe di Stefano posizionandomi sopra. Tenendolo con una mano me lo indirizzo nella figa. Sento distintamente le labbra aprirsi per accogliere la cappella. Scendo. Mi apre. Sento il calore del cazzo mentre entra centimetro dopo centimetro.

‘Mmmhhh.’

Ogni centimetro che entra mi fa godere. Perfettamente si insinua e si adatta in mè. L’ho sento bene come si fa largo e si strofina sulle pareti vaginali..

‘Mmmhhh.’

Un orgasmo violento mi prende improvviso e mi accascio pesantemente su di lui. Il cazzo entra tutto di colpo urtandomi la cervice. Smetto di respirare. Resto in apnea per non so quanto tempo. Tremo tutta mentre il dolore si attenua lasciando un immenso piacere.

‘Mmmhhh.’

Le sue mani forti mi prendono per i fianchi e mi fanno rincominciare la scopata sollevandomi leggermente. Assecondo il movimento ma ridiscesa l’orgasmo mi torna violento appena sento la cappella urtarmi l’utero.

‘Mmmhhh.’

Godo abbandonandomi addosso a lui. La sento ora. Una lingua mi stà stuzzicando il clitoride. Voglio chiudere le gambe ma non posso. Sono aperta e impalata, alla mercé di questa lingua famelica. Chi mi succhia i capezzoli? Riesco ad aprire gli occhi e vedo Antonio. Istintivamente gli prendo il cazzo in mano e incomincio a segarlo.

‘Aaahhh. Mmmhhh.’ Urlo.

Un’altro orgasmo mi prende selvaggio mentre Stefano mi da alcuni colpi. Dolore e godimento si mischiano in mè all’unisono. Da quanto ho goduto ho il respiro affannoso. L’inconfondibile lingua di Max si ferma. Anche Stefano smette di pomparmi dentro. Ringrazio Max baciandolo. Ha la faccia tutta bagnata.

Mi sollevo estraendo quel magnifico cazzone da mè. La figa emette un rumore come di risucchio. Faccio sedere a terra Antonio e incomincio a spompinarlo per bene. Dirigo il cazzo di Stefano direttamente nel mio piccolo orifizio. E’ tutto bagnato dei miei umori. Sento che si appoggia. La cappella mi sembra che bruci per quanto è calda e grossa. Spinge lentamente. Percepisco i muscoli che si dilatano e cedono permettendo alla cappella di superare la resistenza dell’anello.
Entra piano.

Mi scava le viscere facendomi provare nuovo piacere. Si ferma, ora che è tutto in mè. Mi sento piena. Ora mi dedico al cazzo di Antonio. Lo imbocco e l’aspiro succhiandolo tutto. Voglio sentire il suo sperma. Sono avida e voracemente mi dedico a lui. Mi sento spingere in avanti. Con la coda dell’occhio noto Max dietro a Stefano che a sua volta viene inculato. Sorrido all’idea del trenino vizioso e porcello che stiamo formando. All’unisono incominciano a stantuffare.

“Mmmhhh.”

Mi piace, non posso non far sentire il mio piacere.

“Mmmhhh.”

Anche se con la bocca piena, a ogni colpo in mè. Il mio sfintere e le viscere stringono come in un guanto il cazzone. Le palle che mi battono sul clitoride mi regalano un nuovo piacere intenso.

“Mmmhhh.”

Ora, più velocemente, faccio il pompino ad Antonio. Anche lui ansima e viene copiosamente.

“Mmmhhh.”

Succhio e bevo tutto. Vengo presa e squassata da un nuovo godimento che urlo in silenzio.

“Mmmhhh.”

Il ritmo dei ragazzi è ora più selvaggio più intenso. Con una spinta più forte Stefano affonda completamente e mi sento invasa dal suo sperma caldo e intenso. Sono percorsa per tutto il corpo da brividi di piacere. Piccole spinte, accompagnate da gemiti e rantoli provenire sia da Max che da Stefano mi erotizzano ancora di più. Vorrei toccarmi e soddisfare il mio clitoride. Lascio momentaneamente le palle di Antonio per dedicarmi al mio grilletto. Caldo, umido e duro.

Bastano pochi movimenti delle mie dita accompagnati da alcuni colpi dati da Stefano che vengo nuovamente. Lo sento apprezzare ansimando le convulsioni a cui mi sono abbandonata. L’ano si apre e richiude ritmicamente per la nuova goduta attorno alla sua cappella. Con una leggera spinta delle sue mani si estrae. Ora mi sento svuotata e appagata. Tremante dal godimento intenso mi accascio di lato. Antonio mi bacia e regalo alla sua lingua parte del suo sperma che ho conservato in bocca.

Mi allungo a terra sdraiata mentre l’osservo dedicarsi a ripulire i cazzi dei ragazzi. Sono troppo contenta e rilassata da questa giornata ricca di emozioni che mi abbandono al piacere intenso che ho provato. Vedendo loro in piedi, davanti alla faccia di Antonio intento a spompinarli entrambi, non posso pensare a che tipo di avventure possono aver fatto assieme. Ripuliti e con sorrisi sulle nostre faccie soddisfatte, ci immergiamo in acqua. Riemergo immediatamente e uscita, mi sdraio ad asciugarmi sui cuscini. Vengo raggiunta dagli altri che mi schizzano tutta.

Guardo Max e dopo averlo baciato gli chiedo:
‘Mi devi raccontare come avete incominciato voi tre con questa barca.’

‘Questa sera amore. Ti diciamo tutto quel che vuoi sapere. Anche nei particolari. Ora rilassati. Sei stata grande.

By maxtaxi
Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli..
Modifiato il 05-01-2007

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