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Racconti Gay

12. Il Servizio Militare – 1° parte

By 28 Settembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

A metà maggio dell’ 81 venne anche il mio momento e decisi di partire per la naia. A dire il vero ero quasi contento, mi avevano assegnato ad una caserma di Como che era a meno di un ora da Milano dove abitavo.

Non potevo certo immaginare che non solo non sarei riuscito ad andare a casa, ma che anche uscire era un vero miraggio.

Durante il primo mese, tra addestramento, servizi e guardie forse riuscii ad uscire un paio di volte. Ero abbastanza depresso. Eravamo più di tremila ragazzi e non avevo legato ancora con nessuno. Inoltre l’impatto con la disciplina ottusa ed ingiustificata dell’esercito mi aveva parecchio irritato.
Dopo quasi 20 giorni chiesi se potevo parlare con l’ufficiale selezionatore, l’intento era cercare di farsi assegnare ad una unità interessante dopo il CAR. Il maggiore mi ascoltò distrattamente. Una volta uscito pensai che avevo perso tempo.
Il giorno della partenza per le destinazioni finali si avvicinava e tutti eravamo in fremente attesa di conoscere il nostro destino. Il giorno prima che fossero esposte le destinazioni il maggiore selezionatore mi convocò nel suo ufficio. Mi chiese se era vero che parlavo e scrivevo correttamente l’inglese come diceva il mio incartamento. Gli confermai che avevo studiato inglese dall’età di 5 anni (grazie a mio padre che aveva molto insistito) e che avevo trascorso diverse vacanze studio in Inghilterra. Allora mi propose come destinazione il Comando Alleato delle Forze del Sud Europa dove cercavano proprio un perito informatico che parlasse l’inglese. Era perfetto! Non potevo credere alla mia fortuna. C’era solo un piccolo problema, avrei dovuto fare il CAR avanzato, cio&egrave fermarmi a Come per altri 20 giorni. Va beh. Avrei stretto i denti.

Durante i successivi 20 giorni feci amicizia con un ragazzo, Stefano, che aveva avuto la mia stessa destinazione e cominciammo a stare sempre insieme aspettando con ansia il giorno del trasferimento.

Finalmente partimmo e dopo un viaggio interminabile arrivammo a Verona. Ci recammo all’indirizzo che ci avevano indicato e restammo sbalorditi dallo scoprire che era un vecchio Castello medievale situato nel pieno centro della città. Fummo accolti molto gentilmente da un ufficiale americano dei marines che ci indicò dove dovevamo rivolgerci. In fureria ci informarono delle regole della casa. Una pacchia: si lavorava negli uffici dalle 9 alle 17 dopo di che a nessuno interessava nulla di cosa facevamo, niente contrappello, solo dovevamo essere nelle camere per la sveglia che era alle 06:30. E in effetti di camere si trattava, camere di 4 letti con ognuna il proprio bagno e dei veri letti.
Ci assegnarono una camera dove dormiva già un altro ragazzo di Bergamo che si presentò come Nico. E che, contrariamente ai nostri timori ci accolse molto bene.

Ci volle molto poco ad abituarsi a quella specie di paradiso. Praticamente si usciva tutte le sere. A mangiare poi a passeggiare in centro o a ballare in qualche discoteca.

Una sera eravamo in giro Io, Stefano e Nico, con il quale avevamo legato molto bene, Lui ci aveva insegnato tutti i trucchi e dato parecchie dritte so dove andare la sera, dato che era lì da un mese prima di noi. Comunque passeggiando per la città dopo cena ad un certo punto Nico disse: ‘Ehi, vi va un bel porno?’ Ci guardammo ed in coro rispondemmo: ‘Perché no.’ Nico si incammino per una traversa a metà della via c’era un cinema a luci rosse. Entrammo. L’anziana cassiera ci chiese se volevamo lo sconto militari, evidentemente ne vedeva molti. Preso il biglietto ci addentrammo nel buio della sala. A tentoni ci infiliamo in una delle ultime file.
Sullo schermo una bionda con delle tette enormi sta spompinando un gran pezzo di marcantonio, mentre un altro la sta chiavando di brutto. Nico alla mia sinistra ridacchia, poi si avvicina e mi sussurra ‘Ce ne stanno altri due in quella figa sfondata!’ Stefano, alla mia destra, vuole sapere cosa abbiamo detto ed io riferisco, ridacchiamo. Continuiamo a guardare il film, certo chi ha scritto i dialoghi non si &egrave di sicuro ammazzato di lavoro, dopo un po’ mi distraggo e comincio a guardare in giro. Riconosco subito i movimenti ben noti di chi &egrave in cerca di compagnia. Molti passano vicino a noi, ma forse perché siamo in tre nessuno si sofferma.
Mentre osservo lo sguardo mi cade su Nico che si sta pastrugnando il cazzo da sopra i pantaloni, quello che intravedo &egrave parecchio interessante.
A quella vista il cazzo mi si rizza immediatamente. Comincio anch’io a strusciarmi la mano sul cazzo. Intanto con la coda dell’occhio osservo Nico che si sega.
Finisce il primo tempo, si accendono le luci, stiamo un po’ a commentare le performance a cui abbiamo assistito. Devo andare in bagno a pisciare. Mi alzo e vado verso le toilette proprio mentre le luci si spengono. Nico mi dice: ‘Fai alla svelta se no perdi il filo.’ Scoppiamo tutti e tre a ridere.
Vado verso la scritta servizi, anche lì riconosco quelli in attesa. Ho una gran voglia di un pompino, ma come faccio con gli altri ragazzi. Ok. Pazienza. Mi avvio ai pisciatoi tiro fuori l’uccello che &egrave ancora mezzo in tiro e comincio a pisciare. Qualcuno viene a mettersi vicino a me. Faccio finta di niente. Poi sbircio il mio vicino e ma guarda che sorpresa &egrave uno dei marines che &egrave spesso di guardia all’entrata della caserma, mi sembra di ricordare che si chiami Tom. Anche lui &egrave sorpreso e fa per allontanarsi, ma io devo aver sorriso involontariamente, allora si ferma. Si tira fuori il cazzo che &egrave di tutto rispetto e comincia a masturbarsi. Il mio cazzo già provato da parecchie settimane di astinenza si risveglia subito ed in un attimo &egrave dritto come un palo. Continuo a ripetermi che non posso, ma la voglia ha il sopravvento e non mi muovo. Il giovane americano mi guarda poi allunga la mano e mi afferra l’uccello cominciando una bella sega. Si avvicina, mi guardo in giro, al momento non c’&egrave nessuno, gli afferro anch’io il cazzo e comincio a muoverlo su e giù. Le nostre braccia si incrociano. Io lo sto segando con la sinistra, mentre con la destra gli palpo il culo. Tom apprezza. Allora mi faccio più audace ed infilo la mano nei jeans. Lui se li slaccia e li abbassa, non porta le mutande il porco!. Ora ho campo libero e gli pastrugno le chiappe e con il dito gli stimolo il buco. Lui improvvisamente si abbassa e in un colpo mi prende in bocca il cazzo e comincia a succhiare. Chiudo gli occhi in estasi. Quando li riapro la zona si &egrave animata. Ci sono almeno altri tre tipi che ci osservano toccandosi. Tom si rialza si avvicina all’orecchio e mi sussurra ‘Please fuck me!’ Lo guardo e dico stupito: ‘Qui!’ ‘Yes, Si. Qui!’ Intanto si &egrave girato mostrandomi un gran bel culo. Sono troppo infoiato, gli appoggio la cappella sul buco ed inizio a spingere, entro con una certa facilità, evidentemente deve essere abituato al trattamento, appena dentro Tom comincia a muoversi fottendosi praticamente da solo. Intanto uno dei tipi si &egrave avvicinato con il cazzo fuori dai pantaloni. Tom gli fa segno di avvicinarsi e se lo prende subito in bocca. Intanto continua a spingersi il mio cazzo nel culo e mugola di goduria. Sono troppo eccitato un altro paio di colpi e gli riempio il culo di sborra caldissima. Tiro fuori il cazzo che ora si sta ammosciando e subito uno degli altri tipi si mette al mio posto e incula il giovane marines, che sembrava no aspettare altro. Intanto sono due i cazzi che sta spompinando.
Mi rimetto in sesto. Mi giro a dare un ultima occhiata all’orgia alle mie spalle e torno in sala.
I miei compagni mi guardano incuriositi e Nico picchietta con il dito sull’orologio a farmi notare che ci avevo messo un sacco di tempo. Mi tocco lo stomaco e faccio un espressione schifata. Poi faccio cenno verso l’esterno e mi avvio. Poco dopo mi raggiungono. Racconto che mi deve essere rimasto qualcosa sullo stomaco e che ho vomitato. Così torniamo in caserma.

Le settimane passavano e la routine era sempre la stessa. Sveglia alle 6.30 e tutti fuori all’aria aperta, a fare gli esercizi del mattino, oppure quando pioveva nella palestra della caserma.

Una mattina c’era il sole io stavo facendo i miei addominali mettendo in mostra culo e palle in direzione degli uffici della fureria dove sapevo che il furiere, una ragazzo di 18 anni di nome Alessio, mi avrebbe guardato con attenzione. Mi ero accorto da un po’ dei suoi sguardi bramosi.
Gli esercizi proseguivano fino alle 7.30. Poi uno ad uno, tutti dovevano passare in fureria a ritirare l’asciugamano per fare la doccia del mattino.
Quel mattino feci in modo di restare per ultimo. Ormai tutti se ne erano andati, presi l’asciugamano, ma lo appoggiai sulla scrivania. Guardai Alessio e gli dissi: “So che ti piaccio..se vuoi puoi spogliarmi!”.
Non se lo lascio ripetere due volte, si inginocchio, e mi slaccio le scarpe da ginnastica e me le tolse insieme alle calze, poi mi tirò giù i calzoncini corti, fermandosi ad osservarmi il cazzo che riempiva le mutande, poi alzandosi mi infila la mano sotto la maglietta, mi accarezza gli addominali e me la sfila.
Li in ufficio non si poteva certo fare altro, lascio che mi avvolga l’asciugamano, gli do un buffetto e lo ringrazio. Prima di andarmene, gli dico “Ci vediamo questa notte dopo l’una nelle docce.’

Alessio &egrave di civitanova marche, minuto con un viso molto dolce, grandi occhi marroni ed una bocca con labbra molto carnose. L’avevo notato appena arrivato a Verona. Spesso infatti lo si vedeva avviarsi alle docce completamente nudo tra i fischi dei compagni.

La giornata passa tranquilla, le solite pratiche, il solito tran tran, pranzo, intanto pensavo alla notte che doveva arrivare e se il mio giovane amico si sarebbe fatto vivo.

La sera usciamo con altri ragazzi, la solita pizza e la solita passeggiata in centro. Alessio non c’&egrave. Ma non viene quasi mai con gli altri.
Rientriamo alle 11 e dopo un’altra doccia, metto il pigiama e vado nella sala comune a guardare un po’ di televisione. Dopo poco restiamo in pochi, gli altri sono già a dormire. Io occupo la stanza nr.7 ed i miei 2 compagni stanno già ronfando della grossa. Mi metto sul letto a fissare il soffitto in attesa che arrivi l’ora dell’appuntamento.

All’una vado nelle docce, non c’&egrave nessuno, sta a vedere che non viene. Aspetto, Passano dieci minuti, poi sento qualcuno che si avvicina in punta di piedi, mi giro verso le porte &egrave lui.
Mi avvicino gli accarezzo il volto, lui abbozza un sorriso, sembra nervoso. Gli sollevo il mento avvicino la bocca alla sua e comincio a baciarlo, piano insinuo la lingua tra quelle labbra morbidissime, lui cede ed io inizio a girargli la lingua in bocca, prendendo la sua tra le labbra e succhiandola.
In tanto faccio scorrere le mani sul suo corpo efebico, gli palpo il culo, &egrave piccolo tondo e sodo. Lentamente infilo una mano sotto il pigiama ad accarezzargli la schiena liscia e morbida, mi si stringe addosso. Il mio cazzo &egrave già duro e sento il suo che &egrave nelle stesse condizioni. Lo guardo e gli dico: ‘Vieni.’
Lo prendo per mano e lo porto verso il corridoio delle camere. Ce ne sono due vuote. Andiamo verso l’ultima, lo sospingo dentro e chiudo la porta a chiave.
Appena dentro mi butto sul letto e gli dico di spogliarmi come al mattino. Si avvicina afferra la maglia del pigiama e me la sfila, poi scende, infila le mani nei pantaloni del pigiama e me li toglie. Il cazzo già duro fa fatica a restare nelle mutande e fa capolino dall’elastico. Afferra le mutande e me le toglie. Mi guarda, poi si inginocchia tra le gambe e comincia a baciarmi le palle, poi le lecca piano fino a prendersele in bocca stuzzicandole con la punta della lingua. Questo mi eccita moltissimo, gli prendo la testa e gli porto la bocca sulla cappella, subito inizia a leccarla, poi si infila in bocca il mio uccello che non aspettava altro.
Mi sdraio e lo faccio mettere sopra, gli abbasso i pantaloni del pigiama e le mutande scoprendo quel bel culetto che ora &egrave a portata di bocca. Comincio a baciargli le chiappe, poi a leccargli il solco nel mezzo fino ad arrivare al buchetto. Lo lecco fino a lubrificarlo per bene. Poi inizio ad infilargli la punta della lingua, sento che mugola e spinge il culo verso la mia bocca. Poi mi inumidisco un dito e lo infilo in quel buco caldo, che subito mi stringe il dito.
Mi metto a sedere sul letto, Alessio si volta e mi sale sopra, con la faccia rivolta davanti a me, gli appoggio il cazzo al buco del culo, lui con spinte lente se lo infila tutto dentro gemendo per il godimento. Comincio a muoverlo su &egrave giù, mentre il mio giovane amico asseconda le mie spinte per favorire mia penetrazione.
Cambiamo posizione, lo metto sdraiato mi metto le sue gambe sopra le spalle, e gli risbatto dentro il cazzo, ad ogni spinta vedo la sua goduria salire, geme e mugola, mentre si masturba l’uccello.
Aumento il ritmo e la forza dei colpi, ora lo fotto di gusto ed Alessio sembra apprezzare perché mugola dei Si ritmati. Sento che sto per venire, e da come si sega deve essere vicino anche lui.
Tolgo il cazzo dal suo culo e mi piazzo a 69, subito ci prendiamo in bocca i rispettivi uccelli, pochi secondi ed un ondata di sperma caldo mi riempie la bocca, quasi in contemporanea gli scarico in gola tutta la mia sborra, tutti e due gustiamo con avidità ingoiando tutto, e leccandoci ben bene i cazzi per ripulirli.
Esausti ci abbracciamo e ci baciamo.
Gli accarezzo i capelli morbidi, Alessio mi guarda, gli bacio la fronte, lui si stringe a me. ‘Ciao piccolo.’ Gli dico. ‘Ora sei mio. Passeremo dei bei momenti, vedrai.’ Mi abbraccia e sorride.
E’ tardi ed &egrave meglio tornare nelle nostre stanze prima che gli altri si sveglino. Un ultimo bacio poi usciamo dalla stanza, in corridoio non c’&egrave nessuno, andiamo ognuno nella propria camera promettendoci di ritrovarci presto.

(continua)
Ormai erano già 3 mesi che ero a naia.

L’incontro con Alessio aveva addolcito molto la mia permanenza in caserma. Diciamo che avevo modo di soddisfare le mie, e le sue, voglie almeno un paio di volte la settimana.

Però’.

Però, non c’era più eccitazione. Credo di non essere fatto per i legami lunghi, ed ormai i nostri incontri stavano diventando puri gesti meccanici.

Comunque le cose andavano bene. Meglio andarono quando a fine agosto potei usufruire di una licenza di 5 giorni. Avrei voluto tornare a Milano a rivedere qualche amico, ma mia madre si mise in mezzo e con la scusa che loro erano al mare dai nonni e che la nonna voleva tanto vedermi in divisa mi ‘convinse’ a raggiungerli.

Partii il 24 di agosto. Il treno da Verona a Bologna arrivò alle 19 poi dovevo aspettare la coincidenza fino alle 21 e 30. Andai al bar a bermi qualcosa trascinandomi lo zaino pesantissimo, visto che avevo anche un sacco di roba sporca da lavare. Quando uscii decisi di lasciare lo zaino al deposito bagagli. Così almeno non dovevo trascinarmelo dietro per 2 ore.

Comincia a passeggiare per la stazione. Era passato solo un anno dalla strage e la stazione ne portava ancora evidenti i segni. Passare accanto alla sala d’aspetto che era stata completamente distrutta non poteva lasciare indifferenti. Beh, bando alle tristezze!

Ripresi a passeggiare, e cammina, cammina mi trovai di fronte ai cessi’..luogo estremamente fertile per incontri interessanti’.
Mi sedetti su una panchina che si trovava proprio di fronte all’entrata dei WC per gli uomini e comincia la mia osservazione.
C’era un certo movimento, ma non mi sembrava di aver notato nulla di interessante. Ero sempre concentrato nella mia osservazione quando sentii: ‘Aha! 5′ Direzione Artiglieria alla FTASE! Anch’io ho fatto la naia lì.’
Mi voltai era un giovane ferroviere, sui 25 anni, moro, non molto alto, ma ben fatto, barba lunga alla Bruce Willis, occhi chiari che risaltavano sul viso abbronzato, capelli lunghi e mossi.
Sorrisi e confermai, avevo scordato di essere in divisa e quindi con le mostrine e tutti gli altri ammennicoli in bella vista. Il ferroviere si accomodò sulla panchina e tendendomi la mano si presentò ‘Fabio.’ ‘Sergio. Piacere.’ Risposi. ‘E dimmi Sergio, &egrave ancora una pacchia a Verona con gli americani?’ ‘Oh si risposi. Un vero paradiso.’ ‘Già.’ Continuò lui. ‘Ho passato un anno davvero bellissimo lì.’
Restammo un po’ in silenzio. Poi Fabio riprese. ‘Dove sei diretto?’ ‘Igea Marina, dai nonni.’ Sembrò riflettere per qualche secondo poi disse ‘Accidenti hai almeno un paio d’ore da aspettare.’ ‘Eh sì.’ Risposi.
Notai che ogni tanto il suo sguardo andava verso l’entrata dei bagni’.vuoi vedere”c’era un solo modo per scoprirlo. Mi alzai e dissi: ‘Beh ciao. Mi ha fatto piacere conoscerti. Ora vado in bagno.’ Accennò un saluto con la testa. Mi diressi verso i bagni infilando le mani in tasca, sapevo che così la giacca della drop si sarebbe aperta dietro, e siccome i pantaloni erano molto aderenti, avrei mostrato il mio bel culo tondo’.
Entrai e mi diressi agli orinatoi. Ora non restava che aspettare. Mentre ero si avvicinò un vecchio cercando di sbirciare, lo guardai male e subito si allontanò. Fissavo le piastrelle con l’uccello in mano, feci pipì e poi cominciai a pastrugnarmi, il mio fedele compagno non tardo a rispondere alla chiamata. Giusto in tempo. Il mio amico ferroviere stava entrando e subito si mise accanto a me. ‘Ci si rivede.’ Disse. Sorrisi. Anche lui fece pipì. Poi vidi che sbirciava il mio uccello che adesso era discretamente in tiro. Anch’io diedi un occhiata: niente male’Poi rimisi tutto a posto, mi lavai le mani e tornai verso la panchina. Non passò nemmeno un minuto ed ecco il mio ferroviere avvicinarsi. ‘Senti, anch’io ho un paio d’ore di pausa. Perché non ci facciamo due passi, così mi racconti qualcosa della tua naia. Ti va?’ Gli sorrisi e dissi ‘Volentieri, così almeno mi passerà un po’ il tempo.’ Mi alzai e lo seguii verso i binari.
Se siete mai stati alla stazione di Bologna sapete che &egrave molto grande ed &egrave divisi in diversi piazzali ognuno con la sua numerazione di binari. Con Fabio imboccammo un sottopassaggio che portava al piazzale Ovest, mentre camminavamo mi faceva un sacco di domande: su Verona, sulla Caserma su come era cambiata, e su di me: quanti anni avevo, di dov’ero, se avevo la ragazza (!). Ogni tanto camminando mi sfiorava la mano, o la coscia.
Ormai eravamo arrivati in fondo al piazzale dove sostavano i treni fuori servizio. In giro non c’era nessuno. Mi girai a guardarlo e gli sorrisi. Eravamo in pieno sole, e con la divisa addosso faceva un gran caldo. ‘Accidenti che caldo!’ Dissi. ‘Ci vorrebbe un po’ d’ombra’.’ Fabio si guardò in giro poi disse: ‘Possiamo salire su un treno.’ Estrasse una di quelle strane maniglie che hanno i ferrovieri per aprire i vagoni da fuori quando sono chiusi. Si avvicinò ad una carrozza di prima classe e l’aprì salì gli scalini e voltandosi mi fece cenno di seguirlo. Entrato nel vagone lo seguii lungo il corridoio dentro uno degli scompartimenti di velluto verde. Ci sedemmo. Di certo era più comodo che sulla panchina, ma il caldo era lo stesso, visto anche che la carrozza era rimasta sotto il sole fino ad allora.
‘Grazie per l’ombra, ma fa sempre un gran caldo.’ Dissi. ‘Già rispose.’ Poi aggiunse ‘Beh qui non ci vede nessuno, possiamo metterci in libertà.’ E si sfilò la cravatta aprendosi poi la camicia sul petto ben disegnato e appena coperto da un a lieve peluria. ‘Hai ragione.’ Risposi. Mi levai la giacca, poi anch’io tolsi la cravatta e sbottonai la camicia. Mi risedetti. Lo fissai. Lui mi fissava. ‘Ti scoccia se mi levo le scarpe, ho i piedi che bollono.’ Dissi. ‘Sei mio ospite. Fai come fossi a casa tua.’ Rispose sorridendo. Mi alzai. Appoggia un piede sul sedile rivolgendogli il culo stretto nei pantaloni cachi. Mi slaccia una scarpa, poi l’altra e me le levai, poi levai anche i calzini restando a piedi nudi. Muovevo le dita soddisfatto, ‘Ah che goduria!’ dissi. Sbirciai l’orologio, avevamo ancora un ora e tre quarti. C’era tempo”.mi stavo divertendo a quel gioco’.mi slacciai completamente la camicia e la tirai fuori dai calzoni mostrando i miei addominali, appoggiai un piede nudo sul bordo del sedile in mezzo alle sue gambe e mi stirai, non poté non notare il bozzo del mio pacco sotto i pantaloni, infatti lo vidi fissarmi l’inguine ed umettarsi le labbra.
‘Fa davvero molto caldo. Senti hai detto che posso fare come fossi a casa mia” ‘Certo.’ SI affrettò a rispondere. Mi alzai di nuovo, e tolsi la camicia restando a torso nudo, feci una pausa, lo fissai sorridendo, poi cominciai a slacciarmi la cinta, ed a sbottonarmi i calzoni, ora il mio cazzo, stimolato dal gioco, si intravedeva mezzo in tiro sotto le mutande. Mi girai ed abbassai i pantaloni alle caviglie facendogli ancora godere della vista delle mie chiappe. Dallo specchio lo vidi fisso sul mio culo. Mi girai, mi sedetti e sfilai completamente i pantaloni restando in mutande. Poi cominciai ad accarezzarmi l’uccello. Fabio mi guardava. Ormai era chiaro dove saremmo finiti.
‘Ora tocca a te mio bel ferroviere’.’ Capì subito cosa intendevo. Si chinò a slacciarsi le scarpe e le tolse, si sfilò la camicia, poi si alzò in piedi e, slacciata la cintura, cominciò a calarsi i pantaloni, il suo cazzo era bene duro e sulla punta si vedeva una traccia umida di liquido prespermatico, accidenti lo avevo davvero fatto eccitare! ‘Voltati.’ Dissi. Ubbidì. Gli abbassai i pantaloni alle caviglie e gli misi le mani sulle chiappe, erano sode e tonde. Cominciai a massaggiarlo. Poi me lo attirai addosso e lo feci sedere sul mio cazzo. Lo strusciavo nel solco delle sue chiappe separati solo dalla stoffa delle mutande. Gli sollevai le gambe per aiutarlo a liberasi dei pantaloni. Intanto gli mordevo il collo e gli leccavo le orecchie, lui si strusciava sul mio cazzo e nello specchio di fronte lo vedevo a gambe larghe con il cazzo che usciva dall’elastico delle mutande. Gli passai le mani sui pettorali e gli pizzicai i capezzoli, emise un piccolo gemito, poi scesi lungo i fianchi, infilai le mani nelle mutande e gliele spinsi via, lui si sollevò per far passare le natiche e le scalciò via restando nudo con le chiappe ben aderenti al mio cazzo che ora era anche lui fuori dalle mutande. Gli tirai indietro la testa e lo baciai in bocca, gli infilai dentro la lingua con forza e lui subito iniziò a succhiarla. Intanto con una mano gli avevo afferrato l’uccello e lo segavo lentamente, poi andavo giù ad afferrargli le palle e con il dito lo stuzzicavo tra i coglioni ed il buco del culo. Fabio ansimava e si dimenava mentre continuava a succhiarmi la lingua sbavando. Sentii le sue mani che mi tiravano l’elastico delle mutande, lo aiutai a togliermele. Il mio cazzo ora svettava pronto ad essere compiaciuto. Fabio si abbassò a leccarmi e mordicchiarmi i capezzoli, poi passo a leccarmi gli addominali e finalmente la punta della cappella, poi iniziò a leccarmi lungo tutta l’asta ed anche i coglioni, che prese in bocca e succhiò con avidità. Gli afferrai la testa e gli portai la faccia sul cazzo aprì immediatamente le labbra e se lo fece scivolare in bocca cominciando a succhiare e solleticarmi la cappella con la lingua, mmmh, davvero bravo. Io gli carezzavo la schiena e piano, piano raggiunsi le natiche, cominciai a solleticargli il solco e poi il buco, mi leccai un dito e tornai a massaggiargli il buchetto. Lo allontanai dal cazzo e mi sdraiai sul sedile, lui capì e si mise a 69, subito riprese il pompino che aveva interrotto, io iniziai a leccargli le palle, poi salii verso il buco del culo e cominciai a slinguarlo, Piano infilai la lingua nel buco, Fabio sospirava. Poi passai alle dita, prima una, poi due, poi tre. Le facevo scorrere dentro e fuori dall’ano e Fabio sembrava apprezzare molto quel trattamento. Il cazzo mi era diventato durissimo. Era ora di passare oltre. Lo feci sollevare ed appoggiare al divisorio dello scompartimento. Mi abbassai e ripresi a leccargli il buco del culo per lubrificarlo bene. Poi mi sollevai ed appoggiai la cappella al buco, ma lui mi fermò. Si volse e mi disse: ‘Ti prego, mettiti la giacca della divisa ed il basco!’ Lo accontentai in questa sua fantasia’mi infilai la giacca e calcai il basco. Poi mi riavvicinai e dissi: ‘Bene recluta! Ora proverai cosa significa non rispettare le gerarchie!’ ‘Sissignore!’ Rispose. Appoggia la cappella a quel buco fremente e spinsi, Fabio emise un gemito, mi fermai, mi tirai indietro e ripresi a spingere, questa volta infilai tutta la cappella. A Fabio scappo un urletto. Stetti un po’ fermo poi ripresi a spingere piano e lentamente gli infilai tutto il cazzo in culo. Fabio ansimava. Poi cominciò a muoversi lentamente. Assecondai i suoi movimenti e comincia a chiamarlo, lui mormorava: ‘Sì! Signore, mi sfondi la prego! Mi spacchi il culo!’ Attizzato dalle sue parole aumentai le spinte. ‘Siiiii! Così! Più forte! Lo voglio sentire in gola!’ Si era afferrato il cazzo e se lo menava furiosamente. Decisi di cambiare posizione. Estrassi il cazzo dal culo e mi sedetti. Immediatamente Fabio di si mise a cavalcioni e con la mano si diresse la punta del mio cazzo sul buco del culo poi si abbasso e se lo prese tutto dentro mugolando con la voce roca per l’eccitazione. Iniziai a spingere verso l’alto, ma il mio amico si era già messo a cavalcare come un ossesso!
‘Ecco Signore, &egrave tutto suo! Mi sfondi il buco del culo! Mi sbatta come una troia!’ Ormai era invasato! Si muoveva sempre più velocemente impalandosi e menandosi il cazzo. Poi improvvisamente si irrigidì e cominciò a spruzzare fiotti di sborra dappertutto. Alcuni mi colpirono in faccia. Altri finirono sullo specchio dietro di me. Poi mi inondò il petto e la pancia. Continuando a dire ‘Sì! Sì! Sì! Ahhhh come godo!’ Io presi a spingere dal basso e dopo un paio di colpi diedi una spinta più forte e rimasi lì a riempirgli il culo con tutta la mia sborra calda. Eravamo tutti e due ansimanti e sudati, imbrattati dalla sborra di Fabio, ma ragazzi che scopata! Si abbandonò su di me ed io lo abbracciai. Aveva ancora il mio cazzo in culo e stringeva lo sfintere ritmicamente. Uscii da lui e lui si sposto seduto sul divano al mio fianco.

Era stato fantastico. Ci scambiammo i rispettivi recapiti qualora ci fosse capitata la possibilità di rincontrarci. Ormai era l’ora del mio treno. Ci salutammo ed io mi avviai a riprendermi lo zaino e verso il treno.
Arrivai per cena. La nonna restò estasiata dal vedermi con la divisa. E dopo lo show chiesi se potevo andare a cambiarmi ed a fare una doccia prima di mangiare.
Alla casa al mare dei nonni normalmente c’erano sempre un sacco di parenti, la casa era molto grande e noi siamo una famiglia numerosa, ora però a fine agosto molti erano già rientrati.
Andai nella stanza dei ragazzi, così si chiamava uno dei due grossi stanzoni dove erano sistemati molti letti a castello e dove normalmente dormivamo noi maschietti. Posai la mia roba su uno dei letti, mi spogliai ed andai nel bagno attiguo a fare la doccia. Mentre mi asciugavo sentii parlottare, poi qualcuno cercò di entrare. ‘Occupato!’ Dissi. Da fuori sentii la risposta di mio fratello ‘Ehi! Ciao Fratellone! Dai aprimi che mi sto pisciando addosso!’ Aprii la porta e mio fratello Luca entrò di corsa fondandosi sul water a pisciare. Indossava solo un ridotto costume da bagno ed era in piena forma, ormai aveva 18 anni ed era un ragazzo ben formato, inoltre faceva molto sport, soprattutto nuoto che aveva contribuito a sviluppare notevolmente le spalle ed il torace. L’abbronzatura faceva risaltare gli occhi azzurri e i capelli castani, che il sole aveva schiarito dandogli una calda tonalità dorata.
Finito l’incombenza naturale si voltò e mi abbracciò. ‘Sono contento che tu sia qui. Ora potremo divertici un po’!’ Risposi che anch’io ero contento. Mentre parlavamo sentimmo bussare alla porta. Luca aprii ed entrò un nostro cugino, Maurizio, 19 anni, anche lui era cresciuto dall’ultima volta che l’avevo visto ed anche lui si era fatto un gran bel pezzo di figliolo. Ci salutammo, poi i due chiesero se avevo ancora bisogno della doccia, anche loro volevano lavarsi prima di cena visto che arrivavano dalla spiaggia. Dissi che io avevo finito e che potevano accomodarsi. Mio fratello si levò subito il costume e non potei non apprezzare gli attributi che mostrava e nemmeno quel gran bel culo sodo e bianchissimo in contrasto con il resto del corpo abbronzato. Si infilò sotto la doccia e cominciò a lavarsi. Ci mise 5 minuti durante i quali io finii di asciugarmi e scambia quattro chiacchiere con Maurizio. Poi fu la volta di questi spogliarsi e devo dire che anche qui c’era di che bearsi la vista, il cuginetto infatti aveva sviluppato un gran bell’uccello, con una grossa cappella, ed un gran bel culo appena coperto da una lieve peluria. Anche lui si infilò sotto la doccia, mentre mio fratello seduto sul water si asciugava. La vista di tutto quel ben di dio mi aveva procurato una semi erezione che cercai di nascondere con l’asciugamano, ma mi accorsi che non era sfuggita a Luca, che mi guardò e sorrise.

Dopo esserci rimessi in sesto andammo tutti a cenare, mi fecero un sacco di domande su come mi trovavo, e se avevo fatto amicizie, raccontai qualche aneddoto simpatico facendo ridere tutta la tavolata. Dopo il caff&egrave i nonni andarono a dormire. Con gli altri restammo un po’ sulla veranda a chiacchierare, poi anche i miei genitori decisero di andare a dormire. Restavamo noi ragazzi che decidemmo di fare un giro in paese.

Ormai a fine stagione non c’era più molto movimento in giro. Arrivammo fino a P.le Kennedy , poi tornammo per via Panzini dove ci fermammo a prendere un gelato.
Tornando verso casa i ragazzi scherzavano e ridevano raccontandomi le loro malefatte estive, ovviamente si passo quasi subito a parlare di sesso e di conquiste, mi raccontarono che avevano abbordato anche due turiste tedesche con le quali avevano fatto fuochi d’artificio’.! Mentre raccontavano dettagliatamente le loro prodezze Maurizio disse: ‘Adesso ci vorrebbe una bella chiavata! O almeno un bel pompino!’ Luca sentenziò che ormai non c’era più trippa per gatti, anche le puttane erano già tornate in città. Poi aggiunse sornione: ‘Mi sa che dovremo arrangiarci da soli’.’ E mi lanciò uno sguardo di sottecchi.
Per quanto ne sapevo Maurizio non aveva alcuna tendenza gay, ma forse mio fratello ne sapeva di più. Decisi di assecondarlo. ‘Beh, se volete ho portato qualche rivista dalla caserma’.’ Dissi. I ragazzi dissero che era meglio che niente, così ci avviammo verso casa.

Arrivati ci preparammo per la notte, poi tutti e tre con indosso sole le mutande ci sistemammo sul mio letto: Luca alla mia destra e Maurizio alla mia sinistra. Io presi le riviste che mi ero portato dalla caserma e cominciammo a sfogliarle, Per lo più erano normali riviste pornografiche, tranne una dove c’erano dei trans ed alcune scene bisex. Mentre commentavamo le foto di alcuni bei ragazzoni che mentre chiavavano la troietta di turno se lo prendevano il culo, osservando il pacco di Maurizio dissi: ‘Ci stiamo arrapando eh?’ Mauri, si tocco l’uccello e confermò con un cenno del capo, senza staccare gli occhi dalle foto. In particolare lo attiravano quelle dove i due maschi si spompinavano a vicenda. Luca, seguendo la mia affermazione di poco prima disse: ‘Fai sentire” ed allungò la mano sull’uccello di Mauri che era ben evidente sotto le mutande tese. Mauri si ritrasse e disse ‘Ehi! Che fai!’ e Luca pronto: ‘Eh che sarà mai! Mica te lo mangio!’ Intanto aveva lasciato la mano sulla coscia di Maurizio mentre il suo avambraccio poggiava sul mio cazzo che era anch’esso duro e pronto. Dissi: ‘Ehi fratellino, così però mi ecciti.’ Luca mi guardò e disse: ‘Come così?’ ed iniziò a muovere il braccio lungo la mia asta facendole fare capolino dall’elastico delle mutande. Maurizio, accanto fissava la mia cappella che entrava ed usciva dalle mutande. Poi disse: ‘Dai ragazzi smettiamola.’ Intanto però lasciava che la mano di Luca nel movimento gli accarezzasse l’interno coscia fino a sfiorargli i coglioni. Allora dissi, rivolto a Luca: ‘Beh se devi andare avanti così fammi un bel servizio completo” Mio fratello allora spostò la mano sul mio cazzo ed cominciò a strusciarmelo da sopra le mutande. Maurizio esclamò: ‘Ehi! Dai, ma che fate!’ Però non si mosse e continuò a fissare la mano di Luca che adesso mi aveva afferrato l’uccello e me lo segava. Luca disse: ‘Sai tra fratelli questo &egrave normale. Lo facevamo sempre da piccoli” Mauri deglutì senza commentare, ma vidi che con la mano si toccava il cazzo. Lo guardai e dissi: ‘Vuoi provare?’ e prima che potesse rispondere gli afferrai l’uccello e cominciai a fargli una sega. Per un attimo restò interdetto accennando una protesta, ma poi socchiuse gli occhi ed allargò leggermente le gambe. Ora il ghiaccio era rotto. Potevamo passare a qualcosa di più interessante.
Luca smise di palpeggiarmi il cazzo e si sistemò sull’altro lato lasciando Mauri nel mezzo. Poi si chinò ed iniziò a leccargli i capezzoli. Maurizio, andava sciogliendosi sempre più. Io continuavo a menargli il cazzo, mentre Luca aveva infilato una mano nelle mutande e gli strizzava le palle. Poi piano gli fece scivolare giù le mutande fino a sfilargliele. Il cazzo del cuginetto si ergeva in tutto il suo vigore. Luca era sceso leccando gli addominali e poi la pancia, ora la sue labbra carnose erano vicinissime al cazzo di Mauri e prima che questi potesse fare reagire se lo infilò tutto in bocca e cominciò a spompinare. Maurizio ormai aveva ceduto e si abbandonò alla goduria che provava ansimando e muovendo leggermente il bacino.
Io mi alzai e mi tolsi le mutande, poi mi girai sull’altro lato e sfilai le mutande a mio fratello, gli afferrai il cazzo e me lo misi in bocca succhiandolo avidamente, era da molto che non gustavo quel bel pezzo di carne! Sollevai gli occhi e vidi che Luca mentre succhiava quel cazzo vergine con un dito stava carezzando il buchetto di Maurizio che, ormai preso dall’eccitazione sembrava apprezzare il trattamento. Passai anch’io ad interessarmi del buco del culo di mio fratello scendendo a leccare prima sotto i coglioni e poi su, su fino al buchetto, il mugolio di Luca mi fece intuire che non gli dispiaceva affatto. Ora Luca era tornato verso il viso di mio cugino gli si era avvicinato e lo baciava sulle labbra, all’inizio fece un po’ di resistenza, poi si lasciò andare ed i due iniziarono a limonare. Allora sostituii mio fratello al cazzo di Mauri leccandolo e succhiandolo, poi passai a leccargli e succhiargli i coglioni e poi a leccare tutto intorno al buchino ed infine ad infilare la lingua nell’ano. Maurizio dopo un po’ cominciò a muovere il bacino evidentemente godendo del servizietto. Sollevai lo sguardo e vidi che Luca si era posizionato a 69 e stava di nuovo succhiando il cazzo di Mauri, e che Mauri aveva in bocca il cazzo di mio fratello! Luca mi teneva aperte le chiappe di mio cugino per facilitarmi il compito, ed io continuavo a leccare ed infilare la lingua in quel buchetto rosa. Poi mi succhiai un dito e cominciai piano a spingerlo nel culo di Mauri, all’inizio si irrigidì, poi lentamente si rilassò ed io iniziai ad andare dentro e fuori aiutato dalla saliva che Luca faceva colare dal cazzo che continuava a spompinare. Poi passai a due dita, senza troppa difficoltà. Ora Maurizio emetteva continui gemiti, tanto che avevo paura che qualcuno ci sentisse. Dopo questo trattamento era ora anche per me si un po’ di sollazzo mi sollevai ed avvicinai il mio cazzo a quello di mio cugino, subito Luca me lo prese in bocca alternando il pompino tra i due cazzi, poi volle prenderli in bocca entrambi ed io cominciai a scopargli in bocca strusciando contro il cazzo di mio cugino che fremeva sempre di più.
Trascinammo Maurizio sul pavimento per stare più comodi e per evitare i rumori del letto. Luca riprese subito a succhiare il cazzo di Mauri, Io mi presi l’uccello di mio fratello e posizionai il mio vicino alla bocca di mio cugino, che ormai infoiatissimo lo prese ed inizio a succhiarlo. Cominciammo ad alternare le succhiate di cazzo alle leccate di culo, Luca si stava dedicando al culo di mio cugino e lo fotteva con le dita, poi si girò posizionandosi alle sue spalle e cominciò a strusciargli la cappella sul buco del culo. Maurizio si allarmò e disse ‘No! Non l’ho mai fatto!’ Luca non si fece impietosire ‘ Stai rilassato. Vedrai che dopo mi ringrazierai.’ E cominciò a spingere. Maurizio si ritrasse per il dolore e fece per alzarsi, ma io lo tenni fermo. ‘No lasciatemi!’ Gli tappai la bocca. Ed feci cenno a Luca di continuare, lui spinse con più forza e la cappella passò lo sfintere. Mauri si irrigidì e lo sentii mugolare, vidi che grossi lacrimosi gli scendevano sul viso per il dolore che sentiva. Luca stette fermo per un po’ poi lentamente ricominciò a spingere ed entrò per quasi metà. Poi tornò indietro e quindi rientrò arrivando ad inserire il cazzo quasi completamente. Ora Mauri si lamentava appena mentre continuavano a scendergli le lacrime. Sapevo che tra poco tutto sarebbe passato. Luca riprese a sfilare e rinfilare il cazzo nel culo ormai non più vergine di mio cugino, ora lentamente poi sempre più veloce. Vidi che il cazzo di mio cugino che si era ammosciato cominciò a riprendere vigore. Gli lascia la bocca e mi chinai a succhiarglielo. Mauri ora gemeva e si muoveva al ritmo dei colpi di mio fratello. Luca lo sollevò e lo mise alla pecorina. Poi iniziò a scoparlo con foga, doveva sentire ancora dolore perché ogni tanto faceva una smorfia, ma allo stesso tempo il suo cazzo durissimo diceva che gli stava piacendo eccome. Mi sollevai e gli misi il cazzo sulle labbra, Mauri aprì la bocca e se lo ingoiò succhiando, ora era riempito in ogni buco. Inizia a scoparlo in bocca mentre Luca gli scopava il culo. ‘Ti piace?’ gli sussurrai all’orecchio ‘Ti piace essere scopato. Vero?’ ‘Si!’ Rispose. ‘Allora prendi!’ E gli sbattei il cazzo in gola. In tanto Luca lo sbatteva con violenza. Mi alzai per ammirare la scena. Maurizio cominciò a mugolare e gemere ‘Siiii! Si! Dai spingi! Mettimelo tutto dentro! Fammelo sentire! Ahhhh! Quant’&egrave grosso!’ Luca spronato da quelle parole accelerò ancora di più i colpi. ‘Ahhhh! Siii! Godo! Inculami! Sbattimi! Di più!’ Vedevo il culo di mio fratello che saliva a scendeva al ritmo dei colpi che dava a Maurizio. Mi portai dietro Luca e cominciai a leccargli le palle e il buco del culo. Lui ansimò, portò una mano sulla mia testa e me la spinse verso il suo culo. ‘Siiiii! Leccamelo! Fottimi con la lingua!’ Infilai la lingua nell’ano e cominciai a muoverla. Poi Luca mi afferrò un braccio e tirandomi verso di se mi disse: ‘Mettimelo in culo!’ Lo guardai ‘Sei sicuro?’ ‘Certo! Non preoccuparti non &egrave mica la prima volta.’ Mi posizionai con il cazzo sul buco del culo di mio fratello e comincia a spingere entrai senza troppa difficoltà, si decisamente non doveva essere la prima volta che quel maiale di mio fratello si faceva sfondare! Iniziammo uno spettacolare trenino! I gemiti aumentavano sempre più e così il ritmo e gli affondi dei nostri cazzi. Il culo di mio fratello era caldo e mi stringeva il cazzo meravigliosamente, inoltre inculare il proprio fratello aumentava l’eccitazione. Sentii Luca irrigidirsi dopo un ultimo colpo e scaricare nel culo di Maurizio tutta la sua sborra calda. Poi si accasciò. Lo scostai ed infilai il mio cazzo nel culo di mio cugino al suo posto diedi due colpi profondi che fecero gemere Maurizio e anch’io gli riempii il culo di sborra, mi ci vollero dieci bordate per svuotarmi i coglioni.
Ci abbandonammo a terra sfiniti. Maurizio aveva sborrato senza nemmeno accorgersene. Ora la nostra sborra gli colava fuori dal culo aperto. Luca che si era già ripreso si avvicinò e cominciò a leccargli il buco del culo raccogliendola, poi si avvicinò a Maurizio e gliela fece colare in bocca perché la bevesse cosa che fece senza battere ciglio.
Probabilmente mi addormentai. Perché quando riaprii gli occhi ero ancora sdraiato sul pavimento e la luce dell’alba cominciava a filtrare dalle finestre. Luca e Maurizio dormivano uno accanto all’altro stringendosi. Li sollevai e li misi ognuno nel proprio letto. Poi mi coricai anch’io. Avevo ancora due giorni di licenza. Ora avevo una mezza idea di come li avrei passati’..

Più tardi al risveglio eravamo tutti indaffarati a prepararci per andare a mare e fare colazione, nessuno parlò o accennò a quanto accaduto la notte appena trascorsa.
Ci avviammo verso la spiaggia ed il nostro bagno, da anni andavamo sempre al Bagno Mario.
Una volta arrivati ci sistemammo ai nostri ombrelloni e ci stendemmo a prendere un po’ di sole. La giornata era bellissima e la gente poca, quindi avevamo la spiaggia tutta per noi.
Chiacchieravamo e ridevamo. Poi facemmo un bel bagno e ci sedemmo sul bagnasciuga. Lì Luca decise di rompere il ghiaccio e cominciò a commentare la nostra notte brava. Nostro cugino Maurizio sembrava imbarazzato e parecchio confuso; combattuto tra la vergogna e l’innegabile piacere che aveva provato. Sia io che Luca ci demmo da fare per convincerlo che non c’era nulla di male in ciò che avevamo fatto. Luca racconto anche alcuni aneddoti (che sorpresero anche me!) su alcune sue esperienze.
Il ricordo della notte passata ed i racconti di mio fratello ebbero il loro effetto sui nostri membri, tanto che fummo costretti a metterci a pancia sotto’.

Dopo uno snack al baretto della spiaggia pisolammo un poco all’ombra. Alle 5 e mezza il sole iniziava a calare, decidemmo di tornare a casa e prepararci per uscire.

Alle 8 eravamo già in macchina diretti ad un famoso ritrovo gay della Romagna. Ci eravamo tirati a lucido, Io indossavo pantaloni bianchi larghi al fondo, ma attillatissimi che sottolineavano bene sia il culo che il pacco e per accentuare l’effetto non indossavo le mutande, e una camicia nera di Armani in garza semi trasparente. Luca indossava jeans aderentissimi e strappati nei punti giusti dagli strappi occhieggiavano gli slip bianchi ridottissimi ed una t-shirt bianca smanicata e cortissima in vita. Maurizio era stato un problema visto che vestiva molto classico, era più o meno della stessa mia taglia, quindi con l’aiuto di Luca, avevamo arrangiato qualcosa jeans aderenti a vita bassa ed una camicia a quadri aperta fino allo stomaco e con le maniche tagliate. In pratica tutti in perfetta tenuta da cucco.

Arrivammo verso le 10, il parcheggio era già affollato, trovammo un angolo e ci dirigemmo all’ingresso dove sostavano in molti in attesa di entrare. C’era davvero di tutto: dai fataloni en-travesti agli emuli dei Village People! Qua e la si notava qualche bell’articolo e le occhiate cominciavano a incrociarsi.
Finalmente entrammo. La musica a palla era decente e la pista già riempita dai maniaci della dance. Noi ci trovammo un tavolino sulla balconata da cui potevamo osservare buona parte della sala. Ci prendemmo da bere e parti il solito gioco del guarda quello e guarda quell’altro. All’inizio Maurizio era un po’ turbato dall’ambiente, poi si sciolse ed iniziò anche lui a divertirsi. Stavamo ancora spettegolando sui tipi che ci colpivano di più quando un ragazzo si avvicinò e chiese carinamente a Maurizio se voleva ballare. Mauri, quasi spaventato era ammutolito, ma noi subito lo spingemmo ad accettare e lo guardammo andare con il tipo giù nella pista ridacchiando.
Osservammo Mauri, che all’inizio un po’ ingessato, si lanciava nelle danze. Ogni tanto il ragazzo che era davvero carino gli si avvicinava e gli diceva qualcosa all’orecchio poi i due ridevano. Dopo un paio di brani ritmati partì un lento, il ragazzo si avvicino a Mauri, lo cinse con le braccia e seguendo la musica dondolava tra le luci che si erano fatte soffuse. Luca mi diede di gomito quando notò che il ragazzo stava baciando Mauri sul collo e Mauri ad occhi chiusi se la godeva. Poi li vedemmo baciarsi! Caspita il cuginetto imparava alla svelta! La musica terminò ed i due tornarono al tavolo.
Il ragazzo si presentò, si chiamava Enrico ed era li con alcuni amici. Volevamo unirci a loro ? Con Luca ci guardammo e decidemmo di sì.
Enrico ci fece strada trascinando Maurizio per mano tra le gente fino ad un angolo della balconata dove quattro ragazzi stavano bevendo e ridendo.
Presentazioni, così conoscemmo gli amici di Enrico: Marco, Davide, Paolo ed Ale. Erano tutti universitari di Roma. Tutti assolutamente carini abbigliati con gusto tutti con bellissime magliette attillate che mettevano in mostra dei muscoli ben allenati.
Ci sedemmo stringendoci un po’ sui divanetti e partimmo con un po’ di chiacchiere per conoscerci. La situazione era forzatamente promiscua dato che visto lo spazio eravamo tutti coscia a coscia con i nostri vicini.
Dopo mezzora e qualche birra i ragazzi romani ci proposero di andare in un posto più tranquillo. Era evidente che Mauri aveva fatto colpo su Enrico, mentre Luca era oggetto, forse per la sua giovane età, delle attenzioni di Marco ed Ale. Davide, che sedeva accanto a me, chiacchiera dopo chiacchiera alla fine si era fatto più audace, soprattutto quando dopo avermi fatto i complimenti per i miei pantaloni mi chiese conferma che non indossavo le mutande. Sfoderando il mio migliore sorriso da abbordaggio gli risposi che in effetti non indossavo nulla sotto i pantaloni, gli occhi gli brillarono e mi parve di cogliere un fremito nella gamba che stava incollata alla mia.
Decidemmo di andare tutti nella villetta che i ragazzi avevano affittato per le vacanze, ormai era chiaro che piega aveva preso la serata.
Prendemmo ognuno la propria auto e ci avviammo verso il mare. In macchina Luca era già su di giri, aveva già deciso che si sarebbe fatto almeno tre dei prestanti universitari. Maurizio era ancora combattuto tra l’eccitazione e il timore, ma l’entusiasmo di Luca lo contagiava.

Dopo circa ‘ d’ora di viaggio arrivammo in una zona residenziale fronte spiaggia di fronte ad una bella villetta con giardino. I ragazzi ci invitarono ad entrare e ci fecero accomodare in giardino dove c’era anche una piscina, piccola, ma molto carina.
Luca appena la vide si precipitò a sentire l’acqua: ‘E’ perfetta!’ disse. E senza aspettare alcunché cominciò a spogliarsi restando con i soli slip e tuffandosi immediatamente. I ragazzi ridevano per l’esuberanza di mio fratello. Dopo un paio di vasche Luca uscì dall’acqua con gli slip bagnati che ormai non coprivano più nulla. Ale si precipitò con un asciugamano e cominciò ad asciugarlo toccandolo dappertutto, disse a Luca che era meglio che si levasse gli slip così si sarebbero asciugati. Avvolse Luca con l’asciugamano e lo aiutò a sfilare le mutande mettendoci tutto il tempo necessario ad una prima ispezione della merce, ispezione di cui Luca fu molto soddisfatto a giudicare dal bozzo che si notava sotto l’asciugamano.
Poi Luca disse: ‘Beh e voi. Niente bagno?’ Gli altri ragazzi romani iniziarono a spogliarsi, Davide mi chiese come mai non mi spogliassi, gli ricordai che non indossavo biancheria intima. ‘Ehi ragazzi.’ Disse rivolto agli altri ‘Sergio non ha le mutande. Per cui per non metterlo in imbarazzo tutti nudi!’ si scatenò un applauso. E tutti finirono spogliarsi restando completamente nudi, e vi assicuro che era davvero un bello spettacolo. Tutti i ragazzi avevano fisici da sportivi con muscoli ben disegnati e tutti erano stati dotati da madre natura di attributi assolutamente interessanti.
Luca getto via l’asciugamano mettendo in mostra il suo giovane 17 cm che comunque non sfigurava di fronte agli altri, anche perché era già mezzo in tiro. Mauri un po’ esitante era in disparte con ancora le mutande addosso, ma ci pensò Enrico a levargliele e non solo’.. appena liberato Maurizio dalle mutande Enrico lo sospinse verso la piscina appoggiando il cazzo in avanzato stato di erezione alle chiappe appena svezzate di mio cugino. Io intanto mi ero calato in acqua ed appena entrato subito una mano si &egrave impossessata del mio uccello facendolo rizzare immediatamente. Mi sono girato ed era Paolo, subito aiutato da Davide che si avvicinò e dopo un lungo bacio si dedicò ai miei capezzoli.
Sull’altro lato della piscina intanto si faceva già sul serio. Luca seduto sul bordo aveva Marco che gli succhiava l’uccello ed Ale che gli leccava il buco del culo, Luca già ingoiato si dimenava come una troia stringendo ora la testa di uno ora spingendo quella dell’altro. Mi sedetti anch’io sul bordo così che i miei due giovani amici potessero dedicarmi tutte le loro attenzioni. Subito si misero a turno a succhiarmi il cazzo, intanto avevo il culo di Davide a portata di mano e comincia a solleticargli il buco.
Mio cugino Maurizio era impegnato in un forsennato 69 con Enrico che mentre succhiava il cazzo a Mauri si faceva leccare da questi il buco del culo.
Ora il mio fratellino stava dando prova di tutta la sua bravura succhiando tutti e due i cazzi dei suoi nuovi amichetti. Poi si sdraiò sul prato e sollevando le gambe ammicco verso di loro. I due si guardarono. Ale fu il primo dopo un’altra abbondante leccata al culetto di mio fratello posizionò la cappella sul buco e spingendo piano inserì prima la cappella strappando a Luca un godurioso sospiro, Luca inarcò la schiena favorendo l’entrata di quel cazzo che aveva dimensioni che non immaginavo il mio fratellino potesse contenere. La scena aveva eccitato tutti. Davide mi getto indietro poi mettendosi a cavalcioni diresse il mio cazzo al suo buco del culo e se lo infilò lentamente sospirando. Paolo si mise di fronte a Davide infilandogli il cazzo in bocca ed io da dietro gli leccavo il culo. Girai la testa e vidi che Maurizio era impegnato nella sua prima inculata maschia: Enrico messo alla pecorina lo spronava a spingere più forte.
Luca era la star della serata. Ora era a cavalcioni di Marco con il suo cazzo che gli trapanava il culetto e aveva in bocca il cazzo di Ale. Al gruppo si era unito anche Paolo che succhiava il cazzo di mio fratello. Poi Paolo si mise a cavalcioni di Luca e cominciò ad infilarsi l’uccello nel culo, così che il mio fratellino era inculato ed inculava a sua volta.
Ci avvicinammo tutti al gruppo che tra gemiti, mugolii ed urletti di goduria, faceva un gran chiasso. Enrico si mise carponi a leccare ora le palle ed il buco riempito di Luca, ora le palle ed il buco riempito di Paolo, mentre mio cugino aveva ripreso a sbatterglielo in culo. Ale allora si mise dietro a Mauri e gli appoggiò la cappella sul buco poi cominciò a spingere e si formò un altro trenino. Feci sdraiare Davide sotto ad Enrico così che potesse succhiargli l’uccello poi ricominciai a fotterlo. Eravamo tutti al massimo del godimento. Gli ansiti erano sempre più accelerati. Enrico con un ultimo gemito riempì la bocca di Davide di sborra calda. Ale tiro fuori il cazzo dal culo di Mauri e messosi davanti a Luca gli sborrò in bocca e in faccia. Subito imitato da Maurizio. Io continuavo a fottere Davide mentre succhiavo l’uccello di Paolo ancora inculato da mio fratello, che mi scaricò in gola un fiume di sborra. Sentii Luca gridare vengo! Spostai Paolo e presi in bocca il cazzo di mio fratello bevendomi tutta la sua sborra calda. Mentre Marco gli riempiva il culo di sperma in quantità tale che colava fuori dal buco dilatato. Anch’io stavo per venire, tirai fuori il cazzo dal culo di Davide e lo misi in bocca a mio fratello che subito se lo risucchiò e si bevve tutta la mia sborra e subito dopo anche quella di Davide.
Luca aveva la faccia e il collo completamente coperti di sborra che raccoglieva con le dita e si metteva in bocca. Gli altri stremati rimiravano la scena.
Ci buttammo poi tutti in piscina per rinfrescarci.
Era stata una serata pazzesca. Soprattutto avevo visto che il mio fratellino si era dato da fare non poco negli ultimi mesi. Con i ragazzi di Roma ci scambiammo telefoni ed indirizzi, Poi ci rivestimmo e tornammo a casa.
Il giorno dopo la mia licenza sarebbe finita e dovevo tornare a Verona.

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