Skip to main content
Racconti Gay

Appartamento condiviso

By 12 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una afosa giornata d’agosto. Frequentavo l’università e dividevo ormai da un paio di anni un appartamento con Stefano, uno studente fuori sede come me. Avevamo una camera a testa, il che ci consentiva di mantenere una certa privacy specialmente per quello che riguardava le nostre esperienze sessuali. Infatti non erano poche le compagne di università che più o meno assiduamente frequentavano i nostri letti.
La mia camera poi confinava con la camera da letto della vicina, una 40enne con un fisico niente male. Ogni tanto un amico veniva a trovarla e ci passava assieme la notte, scopandola con passione. I cigolii del letto e i gemiti della coppia si sentivano distintamente, data la vetustà degli appartamenti del condominio.
La cosa mi eccitava tantissimo e non erano poche le seghe che mi ero tirato ascoltando le effusioni scoperecce dei vicini.
Quella sera non riuscendo a dormire per il caldo, Stefano ed io ci eravamo messi a chiacchierare in camera mia, quando fra una risata e l’altra iniziammo a sentire dei rumori inequivocabili provenire dalla camera adiacente.
Ridendo sottovoce ci avvicinammo e, attaccato l’orecchio al muro, iniziammo ad ascoltare. I gemiti e i sospiri fecero subito il loro effetto. A causa dell’afa eravamo entrambi in boxer e un gonfiore inconfondibile iniziò a manifestarsi. Uno di fronte all’altro cercavamo di ascoltare il più possibile la scopata dei vicini, e ad un certo punto non potei trattenermi dall’accarezzarmi la patta: ormai il cazzo mi era diventato durissimo e reclamava di essere toccato. Anche Stefano aveva la stessa esigenza e, sempre appoggiato alla parete, inizio una timida opera di masturbazione. A quel punto l’atmosfera si era fatta calda e, visto l’aumentare di cigolii e gemiti, decisi di abbassare i boxer e tirare fuori l’uccello, svettante in tutta la sua erezione. A quel punto mi aspettavo il rimprovero di Stefano per la mia mossa, o perlomeno che se ne andasse. Invece rimase lì e con mia grande sorpresa imitò il mio gesto, abbassandosi i boxer ed estraendo l’uccello, iniziando a menarselo con foga.
Eravamo uno davanti all’altro, nudi, ascoltando una coppia che faceva sesso. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dal cazzo di Stefano. Ogni tanto guardavo le riviste e i film porno e più di una volta, al colmo dell’eccitazione, avevo avvertito la voglia di prendere in bocca un uccello, grosso come quello dei pornodivi.
Adesso ne avevo la possibilità. Non ci pensai due volte e mi abbassai di scatto. Lo presi in bocca prima che Stefano potesse abbozzare la benché minima reazione. Anche per un solo secondo, ma avrei succhiato un uccello. Afferrai alla base il cazzo di Stefano e mi infilai in bocca la cappella, iniziano subito a leccarla vogliosamente. Stefano non si ritrasse, anzi iniziò a mugolare e a muoversi piano, quasi a volermi scopare in bocca. Incoraggiato dalla sua reazione iniziai ad assaporare quell’uccello: era grosso, caldo, e io mi sentivo come una pompinara affamata di cazzo.
Con le mani percorrevo la sua asta fino alle palle, accarezzavo le sue cosce e il suo culo, e lui per tuta risposta ansimava e sussurrava’.
– mmmmmmh che bello’. Ooooh siii continua’
non avrei smesso per niente al mondo. Tutto mi eccitava: la scopata dei vicini proseguiva con foga e a me pareva di vedermi mentre spompinavo il mio compagno di appartamento.
Il suo uccello era durissimo, la cappella mi riempiva la bocca e la mia lingua non faceva altro che avvolgerla.
Il respiro di Stefano iniziò a farsi affannoso, e sentivo i suoi addominali contrarsi: riconoscevo i segnali della sborrata imminente. Sapevo quanto a Stefano piacesse che le sue amanti ingoiassero il suo sperma e mi preparai a riceverlo.
Con un gemito strozzato Stefano mi avvertì
– ooooh sto per venire’.
Probabilmente pensò che mi ritraessi, ma continuai a succhiare più voracemente di prima. Improvvisamente il suo uccello iniziò a svuotarsi nella mia bocca. La sentivo riempirsi di liquido caldo e denso e ne trattenni i primi schizzi’ Poi iniziai a inghiottirlo, ma la sborrata non era finita. Era tanta, ed era deliziosa. Non ne persi un goccio e, una volta finita, ripulii con la lingua la cappella dell’amico.
Stefano si accasciò sul mio letto, esausto e prosciugato.
Lo guardai e gli dissi: ‘non è stato male, vero?
Lui sorrise e con un filo di voce rispose: ‘ no, no’ anzi!’

Non sarebbe stato che l’inizio.
Il giorno dopo ci svegliammo entrambi imbarazzati. Ovviamente non sapevamo come affrontare il fatto della sera precedente. Certo, ci era piaciuto, ma come fare ad ammetterlo senza troppi imbarazzi? Decisi di prendere il toro per le corna ed affidarmi all’umorismo.
Mentre Stefano era assorto nella lettura, mi affacciai alla porta di camera sua dicendo:
‘vedi di rimetterti in forze per stasera, se dovesse capitarti una bella gnocca’
Ci mettemmo a ridere entrambi, rompendo il ghiaccio. Gli confessai che era da tempo che mi sarebbe piaciuto fare un’esperienza del genere e lui di rimando mi svelò che era curioso di scoprire se il fatto che gli uomini succhiassero meglio corrispondesse al vero.
‘ed è stato così?’ chiesi io.
‘diciamo che è stato piuttosto sorprendente!’ rispose lui.
E così terminò la conversazione. Le giornate si trascinavano lente e non tornammo più sull’argomento. Continuavamo ad intrattenere rapporti proficui con le nostre ragazze e questo ci bastava.
Una sera però mi trovavo a secco e decisi di guardami un porno. Lo caricai sul pc, e mi sdraiai a letto. Al contrario delle altre volte lasciai la porta della camera. Non ero ancora nudo, ma l’audio del filmato era inequivocabile. Stefano era in cucina e di lì a poco fece capolino, incuriosito da gemiti e mugolii. Il filmato era indubbiamente eccitante: una bionda pornodiva si faceva leccare da due orientali niente male. Roba da erezione istantanea.
‘accidenti, mica male quelle lì’ fece lui.
‘si eh? Hai visto che roba?’
Si sedette sul letto e iniziammo a guardare il film, che si faceva sempre più caldo.
L’eccitazione era ormai palpabile. Notavo il rigonfiamento dei suoi boxer e pure il mio iniziava a diventare evidente.
Questa volta decisi di non essere io a fare la prima mossa. Volevo vedere fino a che punto sarebbe riuscito a restarsene impassibile e, letteralmente, con le mani in mano. Ad un certo punto iniziò a toccarsi i boxer: evidentemente l’eccitazione iniziò a farsi troppo forte. Finsi di non distogliere lo sguardo dal video e improvvisamente se lo tirò fuori in tutta la sua prepotente erezione. Ormai fra noi non c’erano più barriere né vergogna. Seguii il suo esempio, togliendomi i boxer e iniziando a menarmelo piano, scappellandolo fino in fondo.
Stefano allungò la sua mano verso il mio uccello, iniziando ad accarezzarlo. Lo lasciai fare.
‘devo restituirti un favore’ disse, e si abbassò con la bocca verso la mia cappella. Spalancò la bocca e in un sol colpo avvolse il mio glande, cominciando a leccare e a succhiare. Sembrava saperci fare e la sensazione era gradevolissima. Sul video scorreva una scopata e il mio coinquilino mi spompinava beatamente.
La mia eccitazione cresceva. Muovevo il bacino ritmicamente spingendogli dolcemente l’uccello in bocca. Cercai il suo cazzo con la mano iniziando a menarlo. Era duro, paonazzo. Mi distesi sul letto raggiungendolo con la bocca, facendomelo scivolare in gola. Finimmo presto distesi a 69 succhiandocelo a vicenda. Mentre leccavo la sua cappella massaggiavo le sue palle sode, piene di seme.
Intanto sentivo la sua lingua passare su tutto il mio uccello e un dito massaggiarmi piano il buchino. Era una sensazione fortissima, mi sembrava quasi che una scarica elettrica percorresse la mia schiena fino al cervello.
Mi scostai, sedendomi appoggiato alla testiera del letto. Guardai Stefano negli occhi. Era davanti a me con l’uccello in mano.
‘scopami in bocca’ dissi.
Non ci pensò su e un secondo dopo avevo la bocca piena del suo sesso. Spingeva come un forsennato il suo uccello nella mia gola. Mi sentivo la peggiore delle troie, ma godevo come un matto con quel cazzo in bocca.
Me lo godevo tantissimo, ma volevo altro. Smisi di leccare quella squisita cappella e mi stesi a pancia in giù, inarcando leggermente il bacino e mettendo in bella mostra il mio ano.
‘Vuoi provare’?’ disse Stefano.
‘Si, ma piano’ lo pregai.
Fino ad allora avevo provato solo piccole stimolazioni, non avevo mai provato la penetrazione completa. Stefano mi riempì il buchetto di saliva, aiutandosi poi con un po’ di gel lubrificante. Mi piaceva sentire le sue dita penetrarmi piano, ma sapevo che con il suo uccello sarebbe stata tutta un’altra storia. Terminata la lubrificazione sentii la sua cappella appoggiarsi davanti al buchino. Cercai di rilassarmi il più possibile sapendo che non ce l’avrei mai fatta al 100%, ma ormai eravamo in gioco. Stefano iniziò con una piccola spinta. Cercai di accogliere il suo membro con meno resistenza possibile. Sentivo l’uccello farsi strada piano, incontrando una timida resistenza. Stefano capì di andarci piano. Si fermò dandomi il tempo di prendere fiato e prepararmi alla spinta successiva. Ricominciò a spingere e si fermò ancora. Andò avanti così per un po’ fino a quando fu entrato del tutto. Mi sentivo riempito della sua carne e finalmente mi rilassai. Lui rimase fermo, godendosi il suo uccello avvolto dal mio culo, e pian piano iniziò un lento pompare. Tenendomi per i fianchi faceva scivolare il suo cazzo dentro e fuori facendomi sentire una troia. Adesso sapevo cosa provavano le ragazze che transitavano nel suo letto. Sentivo le mie palle ballonzolare al ritmo delle sue spinte e il mio uccello restare turgido.
Mi piaceva. Non sentivo più dolore, solo la foga di Stefano che continuava a incularmi con passione.
‘mmm che vacca che sei’. Ti sfondo!’
Quelle parole mi facevano sentire una vera puttana. Il video continuava a scorrere, ma ormai il protagonista del film mi sentivo io! Avevo l’uccello duro e pulsante. Sentivo la sborra accumularsi piano e sotto i colpi di Stefano iniziare ad uscire gocciolando, donandomi un orgasmo lento e prolungato.
‘Dai’dai’.così”’non riuscivo a mugolare altro in preda al piacere e con il mio coinquilino che mi montava con vera passione.
Le spinte si facevano sempre più ravvicinate e il suo respiro affannoso.
‘Vieni’.dai” Lo incoraggiai.
Non ci volle molto. Una spinta più vigorosa delle altre mi tolse il fiato. Sentii il suo uccello riempirmi tutto e pulsare dentro di me. Stefano gemette a lungo: mi stava gonfiando il culo con il suo sperma caldissimo. Sfiniti dal piacere ci abbandonammo sul letto. Lentamente il suo cazzo si afflosciò e lui lo ritirò dolcemente dal mio culo ormai provato dalla lunga inculata.
Senza dire una parola, andò a farsi una doccia. Io mi addormentai ancora con la sensazione di averlo dentro di me’

Leave a Reply