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Racconti Gay

Carne giovane

By 5 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

18 anni appena compiuti, finito il liceo, Maurizio, il mio compagno di banco, mi invitò al mare a Montalto di Castro. Era la prima volta che facevo vacanze da solo e ci andai molto volentieri. Al mare conobbi subito tutta la comitiva di amici di Maurizio, molti dei quali più grandi di noi, qualcuno anche sui 27/30 anni. Non feci subito amicizia con tutti per il mio carattere timido. Una sera sulla spiaggia, intorno ad un falò, si scherzava, come al solito, su cazzate e si andò a finire sulle dimensioni del membro. Uno di loro, Franco, cominciò a sfottermi un po’ dicendo che secondo lui ce l’avevo piccolo. A quell’età non avevo idea delle dimensioni degli altri, e non avevo avuto ancora nessuna esperienza sessuale né con donne né con uomini, all’epoca non c’era neanche internet per…farsi un’idea, pensavo perciò di avere un membro di discrete dimensioni allora mi feci sfrontato e gli dissi di scommettere a chi lo aveva più lungo. Lui, toscanaccio, disse “mi garba, ma allora si scommette il culo”. Gli altri si divertivano a sfottere ora l’uno ora l’altro. Qualcuno andò a cercare un righello per misurare, intanto noi due ci eravamo denudati e ci stavamo masturbando per raggiungere le dimensioni massime. Veramente appena lui scoprì il suo sentii una vampa al cervello perché capii subito, già nel vederlo moscio, che avrei perso la scommessa. Risultato della scommessa: io 15 cm, lui 21! Tutti cominciarono a ridere e a dire “culo, culo, culo”. Eravamo nudi uno davanti all’altro, io magro, completamente glabro, bel culetto e lineamenti abbastanza femminei, lui alto almeno 1.80, massiccio, sui 20 anni, già abbastanza peloso e con quell’arnese in mezzo alle gambe. Il risultato sembrava scontato, io avrei pagato la scommessa, magari davanti a tutti. Ero terrorizzato. Ma lui fece un sorriso e disse “ma dai, s’&egrave scherzato”, poi dopo una piccola esitazione “però, un pochino in bocca me lo dovrai prendere”. Non sapevo cosa fare, mi sembrava di aver scampato un pericolo però anche spompinarlo lì davanti a tutti…. Sorrisi stupidamente. Tutti gli altri stronzetti ovviamente cominciarono a fare il coro “pompino subito, pompino subito, pompino subito”. Io quasi sottovoce a lui “ma qui, davanti a tutti?” – “Sì, qui davanti a tutti”. Non potevo fare altro, ero imbarazzatissimo, quasi mi veniva da piangere ma mi chinai e cominciai a leccarglielo fra i lazzi e le battute di tutti gli altri, poi presi la cappella fra le labbra e a quel punto lui mi prese la testa e mi spinse dentro il cazzo con decisione. Sentivo il suo sapore, la sua consistenza dura e calda, non capivo più nulla, non vedevo l’ora che finisse. Ad un certo punto scansai le sue mani e me lo feci uscire dalla bocca, dissi “dai basta ora” – “eh no, le scommesse si pagano, ora devi finire” e me lo infilò di nuovo fra le labbra. Continuai a spompinarlo non so per quanto tempo e alla fine sentii la sua sborra calda che mi schizzava in bocca, una, due, tre, quattro volte. Lui mi trattenne la testa finché non ebbe finito. Appena mi mollò sputai tutto sulla sabbia e corsi nell’acqua per sciacquarmi la bocca. Mi vergognavo come un ladro e senza dire nulla rimisi il costume e me ne tornai a casa. Dopo un po’ arrivò anche Maurizio che per fortuna non fece parola di quello che era successo. Andammo a letto come se nulla fosse accaduto. Non riuscivo ad addormentarmi però e mi chiedevo come mai ora, a ripensarci, la cosa non mi sembrava così schifosa. In fondo sentire quella verga così dura fra le labbra, così dura perché eccitata da me, far godere quel maschio, sentirmi schizzare lo sperma in bocca, era stato così terribile? Non mi sembrava. Ma contemporaneamente avevo spavento di me stesso, stavo pensando come un frocio? E domani quale sarebbe stato l’atteggiamento degli altri nei miei confronti? Mi addormentai soltanto alle quattro di notte con ancora un po’ di quel sapore di sperma. La sera dopo ci ritrovammo tutti, come al solito, in riva al mare intorno a un falò. Io ero molto imbarazzato perché pensavo alla sera prima, ma tutti sembravano comportarsi normalmente con me. “Ti va di fare una passeggiata?”, mi voltai, era Maurizio che mi invitava, “sì, certo” risposi.
Camminammo per un po’ lungo il mare senza parlare poi io ruppi il ghiaccio “devi dirmi qualcosa?” – “sì, veramente… non so come dirtelo…. vedi stanotte ripensavo agli anni in cui siamo stati insieme al liceo e ho confessato a me stesso che più di una volta, in questi anni, ho pensato a te in maniera, per così dire, poco innocente, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo” – “e perché me lo dici proprio ora?”, ero irritato da quella dichiarazione tardiva – “ma, sai pensavo che…” – “me lo dici adesso” lo interruppi io “perché hai visto quello che mi ha fatto fare Franco ieri sera, e ti sei eccitato, di’ la verità?” – “ma no, non &egrave così …” – “sì, &egrave così, dai retta a me, me lo dici perché avresti voluto essere tu al suo posto” ero quasi aggressivo con lui “no Daniele, stai sbagliando…” – “non inventare cazzate, lo so perché mi hai chiesto di fare questa passeggiata, ecco, vuoi un pompino, non c’&egrave problema” e dicendo così gli tirai giù lo slip e mi chinai davanti a lui prendendoglielo in bocca.
Lui diceva “no, dai, non mi fraintendere…” e cercava di scostarsi ma con molta poca convinzione, lo sentivo invece cominciare ad eccitarsi, il suo cazzo prendeva corpo e si induriva e lui cominciò ad ansimare e a sussurrare “sì, sì, così…va bene… se lo vuoi tu…”, sentii le sue mani poggiarsi sulla mia testa e guidare il mio movimento affondandomi la verga, ormai completamente dura e dritta, fino in gola quasi soffocandomi.
Mi venne quasi un conato di vomito e scostai la bocca, lui mi rispinse la testa verso il suo cazzo ed ebbi di nuovo la bocca piena. Con la lingua leccavo tutto intorno il suo cazzo mentre mi scopava in bocca e dopo un tempo che mi parve interminabile mi schizzò in bocca tenendomi la testa perché non uscissi.
Presi in bocca tutta la sua sborra, fino a che non sentii più alcun sussulto, quindi mi scostai e sputai tutto nella sabbia. Ancora una volta andai a sciacquarmi la bocca in mare.
Tornammo indietro senza dire una parola nessuno dei due. Io ero furioso contro di lui perché se mi avesse detto qualcosa negli anni precedenti forse sarebbe stato tutto più bello e naturale, invece così mi sembrava che mi dicesse quelle cose solo perché, dopo avermi visto succhiare un cazzo, mi considerava un frocetto con il quale non si può fare altro che scoparlo in bocca e, perché no, nel culo.
Meditavo come fargliela pagare. Arrivati al falò, che ormai era quasi spento, trovammo ancora quasi tutti lì. Allora d’istinto dissi ad alta voce “ragazzi sapete cosa voleva Maurizio? Mica fare una passeggiata, voleva semplicemente un pompino perché ormai sembra che io possa fare solo questo. Perciò glie l’ho fatto ed ora se qualcun altro vuole approfittare…”. Poi mi avvicinai ad Alfio, che la sera prima avevo visto segarsi mentre io succhiavo il cazzo di Franco, e gli misi una mano sul sesso “tu ne hai voglia vero?”

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