Skip to main content
Racconti Gay

colazione da uno sconosciuto

By 22 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

La sua bocca fu la cosa più scioccante e sconvolgente di tutta la serata.
Le sue labbra, profumate, morbide e calde mi accolsero come il più comodo dei materassi. La sua lingua forte e decisa mi possedeva come il più focoso degli amanti. Il suo sapore di maschio nella mia bocca rimase come un seme a germogliare desiderio in me.
I desideri che quella bocca seminò dentro me però erano di un genere che non avrei mai pensato di provare e di certo non potevo confessare a nessuno tranne lui.
Mi stavo aprendo come un’ostrica nelle sue mani quando la sua voce baritonale e vibrante mi disse in un orecchio:
– Andiamo a casa mia.
Sulle prime cercai di rifiutare, ma lui sembrò non prendere nemmeno in considerazione le mie ragioni. Di fatto ero già suo.
Inutile che vi racconti come fini la serata, ma lo farò lo stesso. Anzi no. Facciamo un passo indietro.
Entrai nel bar alle undici di sera. Era uno dei tipici bar alla moda da aperitivo. Da fuori si sentiva la musica assordante e si vedevano sagome in penombra con bicchieri in mano e risate in bocca. Quello che cercavo dopo una serata passata a lavorare. Entrai con il desiderio di perdermi nella confusione, confondermi nella folla e bere inosservato una birra prima di andare a dormire.
Appoggiato al bancone guadavo, con la mia birra in mano belle ragazze dalle forme incredibili che esprimevano la loro incredibile fisicità. Ma non so perché il mio sguardo era continuamente attratto da un ragazzo poggiato anch’esso al bancone e poco distante da me. I suoi occhi avevano qualcosa che mi calamitava. Era un bel ragazzo moro, mediterraneo e carismatico. Mi sorrise. Imbarazzato accennai anche io un risolino.
Si avvicinò e fece una battuta su una ragazza. La sua voce era grave, da baritono e mi vibrava nell’orecchio con onde lunghe e morbide che mi trasmettevano sensazioni piacevoli. Non capivo cosa mi succedeva, ero smarrito. Le onde di quella vibrazione si propagavano dentro di me lasciando una scia calda al loro passaggio. Andavano dall’orecchio fino allo stomaco e dell’altra parte fino al cervello dove continuavano a rimbalzare dissipandosi lentamente e lasciandomi disorientato.
Continuammo a parlare di ragazze, e altre cose che non ricordo. Mi offrì da bere ed accettai. Bevvi con lui due negroni. Il secondo lo offrì io per ricambiare la gentilezza.
Il primo mi fece girare la testa. Ero a stomaco vuoto. Il secondo non lo finii. Nel passargli il bicchiere la sua mano sfiorò la mia indugiando un po’ troppo. Lo guardai, mi guardava.
Dopo quel contatto altri ne seguirono meno velati, meno ambigui. Non riuscivo ad oppormi. Non capivo.
Mi parlava di donne all’orecchio ma mi poggiava la mano sulla coscia, sul petto, addirittura sul sedere.
Ad un certo punto andò in bagno. Non tornava più. Pensai che avesse incontrato altri amici e si fosse perso con loro. Ne fui allo stesso tempo sollevato e deluso. Ne approfittai per muovermi anche io ed andai in bagno.
Lo trovai li, appoggiato al muro. Mi disse che mi aspettava. Eravamo soli. Mi fece entrare nel gabinetto chiuse la porta e mi prese la mia bocca come se dovesse mordere una grossa mela, con passione e calore.
Ecco come andò.
Sono sempre stato etero, credo di esserlo ancora, ma la notte scorsa ho avuto un lungo, ripetuto e molto soddisfacente rapporto omosessuale con uno splendido e carismatico ragazzo.
Adesso sono sdraiato in un letto accanto a lui che dorme nudo soddisfatto. Sento ancora l’odore del suo ano nel naso ed in bocca il sapore del suo sesso. Sono stato penetrato da lui con dolcezza e decisione più di una volta durante la notte eppure vorrei che si svegliasse e mi prendesse di nuovo.
Sto avendo un’erezione, come ogni mattina, eppure oggi in qualche modo questo fatto mi prende di sorpresa. La conferma mattutina del mio desiderio omosessuale e pervertito mi disorienta. Non era un sogno, non era frutto dell’alcool. Era reale ed è ancora in me. Dunque sto desiderando un uomo? Andiamo fino in fondo allora. Vediamo se mi piace anche al mattino.
Cerco con la mano il suo sesso che dorme placido con lui. Inizio ad accarezzarlo. Lo prendo in bocca. Lo sento crescere. Lo scappello per bene e lo guardo per un po’. Poi gli succhio i coglioni. Lui nel frattempo si è svegliato.
Le sue mani mi cercano.
Stamani farò colazione con il suo sperma. Adesso scusatemi ma ho da fare.

Leave a Reply