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Racconti Gay

Come tutto ebbe inizio

By 9 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Io funziono così.

Non è un pregio, una qualità o un difetto. È che funziono così.
Normalmente sono come la maggior parte degli uomini, mi piacciono le donne, ho una ragazza, scopo regolarmente e con buon profitto, mi prende un vuoto allo stomaco alla vista di un bel culo o di un bel paio di tette. Sento subito la forte attrazione che un bel corpo di donna provoca su di me.

Ma c’è un ma… una, due volte al mese io cambio. Comincia con qualche pensiero strano… una fantasia… parte da qualcosa che sento, una frase o una battuta, un ricordo. O magari una notizia o un servizio alla televisione.
E allora comincia a farsi strada una voglia nuova… di più, un esigenza.. che piano piano mi conquista e mi prende completamente. Una, due volte al mese mi prende un irresistibile e irrefrenabile voglia di cazzo.

Io funziono così.

Da quando ne sono consapevole questa “cosa” ha preso sempre più piede, ma non mi ha mai creato grossi problemi. Non è il fatto di comprendersi, di capirsi o di scegliere. Il punto è di accettarsi per come si è. Non è una cosa che ho voluto, cercato io. Non è il frutto di un lavoro di analisi o cose del genere. Semplicemente è venuta a galla quando era pronta.
Avete presente gli gnocchi? Non serve prendere il tempo o assaggiarli per controllarne la cottura, quando sono pronti vengono a galla da soli.
Non sono sempre stato così, certo da piccolo ho avuto le prime esperienze di toccamenti vari con gli amichetti, in cortile nei pomeriggi di gioco estivi. Ma ero il più grande ed avevo sempre un ruolo attivo, per lo più mi facevo toccare, non toccavo io. Ma sono cresciuto ed è finita li.
Adesso quando mi prende la voglia, non mi viene nemmeno in mente di farmi toccare… non ne sento l’esigenza. Voglio essere io a prendere il cazzo.

Tutto è cominciato una domenica sera di quasi venti anni fa, avevo 23 anni.
Ero in stazione a Parma, aspettando la coincidenza che mi avrebbe riportato a casa, di ritorno da Udine, dalla festa di compleanno di una ragazza che mi piaceva da impazzire. Diciamola tutta, di cui ero innamorato. Appena arrivato alla festa mi venne incontro Valentina mi abbracciò e mi disse “che bello che sei venuto, mi hai fatto felice! Vieni, ti presento Marco… il mio ragazzo.”
Bum. Tenetemi su perché non ho più terra sotto ai piedi, e mi sembra di avere gli occhi di Ray Charles….

Così eccomi in stazione in attesa del mio treno, mentre riflettevo su cosa ci stessi a fare al mondo, con una sigaretta accesa in mano e il morale non pervenuto.
Mi avvicinò un ragazzo, alto e robusto… dieci centimetri buoni più di me, capelli biondi a spazzola e giacca di pelle nera. E mi chiese senza mezzi termini se avessi voglia di fare “qualcosa”…
Subito non capii cosa mi stesse dicendo, ma quando me lo ripeté non potei non notare il tono della sua voce… l’eccitazione che aveva… e compresi in un attimo cosa volesse da me.
“No, guarda… non mi interessa… ho altri gusti… lascia perdere…”
“ok… ma perché?”
Aribum. A questo perché mi bloccai… stavo per rispondere quando anch’io mi chiesi “…ma perché?” e a questa domanda non seppi proprio dare una risposta.
Perché? Sarebbe stato semplice: non mi piacciono gli uomini, non sono gay, non ho intenzione di diventarlo… ma niente di tutto questo comparve nel mio cervello.
Lo guardai negli occhi e ripetei “già… perchè?” e lo sguardo che ebbi in cambio parve spogliarmi e aprirmi in due…
Per la prima volta in vita mia sentii una sensazione strana… un formicolio che dallo sfintere mi salì fino al cervello.
Per la prima volta in vita mia mi sentii troia.
Un attimo e la decisione: “ok… va bene… dove?” sentii dire dalla mia voce.

Sergio mi portò nei bagni della stazione e, appena chiuso la porta, mi prese la testa fra le mani e mi cacciò la lingua in bocca. Con mia grande sorpresa risposi al bacio, e come risposta ebbi la mano di Sergio che afferrò la mia e la posò sul suo pacco, già decisamente gonfio. Si staccò dalla mia bocca e con un ghigno mi appoggiò la mano sulla testa e spinse in basso, fino a farmi inginocchiare. Il pavimento era sporco, acqua dello scarico e piscio… ma non mi passò nemmeno per la testa: ero già in ginocchio e aperta la lampo dei jeans gli stavo abbassando gli slip.
Un cazzo già barzotto e decisamente grosso scattò come una molla di carne verso la mia faccia, tanto che per la sorpresa scattai indietro con la testa. “guarda che non morde mica!” ghignò Sergio mentre con la mano sulla mia testa mi tirò quasi a forza contro il suo pube. Il messaggio era fin troppo chiaro e non restava altro da fare che aprire le labbra e inghiottire quell’uccello enorme. E lo feci. Era veramente grosso, tanto che inesperto e timoroso com’ero feci fatica a prenderlo in bocca, soprattutto la cappella si era ingrossata ancora di più entrando nella mia bocca e non riuscivo a respirare… ma dopo le prime due o tre pompate sistemai sotto la lingua e lo presi tutto in bocca.
“Per fortuna che non eri interessato… altrimenti me l’avresti preso a morsi, eh?” disse fra i denti Sergio, che con gli occhi chiusi e le mani sempre sulla mia testa la muoveva per scoparmela… e io ogni pompata che facevo e ogni cosa che diceva mi sentivo sempre più troia.
E a dir la verità quella cosa mi piaceva… sentivo il sapore salato del suo cazzo… sentivo la cappella dura e grossa che mi apriva la bocca, sentivo l’asta gonfiarsi sempre di più tra le mie labbra… e mi piaceva… tutto mi piaceva… cazzo se mi piaceva… non pensavo più a nulla se non a questo cazzo enorme che mi stava scopando la bocca sempre di più.. sempre più forte e sempre più veloce… e lo volevo… lo volevo in bocca e in gola… e sempre di più sentivo quel formicolio, quel calore che dal culo mi saliva in testa…
Quasi mi leggesse nel pensiero Sergio sfilò l’uccello dalla bocca e mi disse “ho voglia di scoparti, voglio mettertelo nel culo… ma non qui, andiamo a casa mia, sto a due passi… così ti scopo comodo sul letto come dico io.” E senza nemmeno una risposta mi alzò, si rivestì e aprì la porta uscendo dal bagno.
Io rimasi interdetto due secondi… un pompino va anche bene ma prendere nel culo quel cazzo non era una bazzecola. Mi toccai il culo come per proteggerlo e… mi accorsi che il mio cazzo era duro e bagnatissimo… mi sentivo come se fossi venuto nei boxer… in quel momento mi resi chiaramente conto di come mi eccitasse essere trattato da puttana… un uomo più grande che mi imponesse di fare tutto quello che voleva, di trattarmi a suo piacimento, senza che potessi dire si o no… “sono la sua puttana… cazzo sono la sua puttana…” sentii dire dalla mia voce…

Due passi di corsa e lo raggiunsi fuori, salii sulla sua macchina e nel giro di cinque minuti fummo davanti alla sua porta.
Mi portò subito in camera e si spogliò senza quasi parlare. Lo imitai e in un attimo fummo tutti e due nudi sdraiati sul suo letto. “allora visto che ti piace tanto succhiarlo accomodati… fammelo diventare bello duro… da bravo… che poi te lo pianto nel culo…” e per me che non avevo neanche mai pensato di guardare un uccello, quello fu il più bel complimento che potesse farmi… mi sentivo orgoglioso, prezioso, gratificato a sentirmi dire che ero bravo a succhiare il cazzo… mi sorpresi a sorridergli e senza farmelo ripetere me lo ripresi tutto in bocca in un fiato. “cazzo che bella lingua che hai… che pompinaro che sei… quasi quasi ti riempio la gola…” e più mi diceva porcate più leccare e succhiare quel cazzo mi piaceva… ormai non pensavo più a nient’altro che non fosse soddisfare l’uomo che mi stava infilando il suo enorme cazzo nella bocca… e come mi piaceva adesso quel cazzo… così grosso, lungo e rotondo… così pieno e duro… lo volevo… cazzo se lo volevo in ogni modo possibile!! E più ne ero consapevole più mi sentivo una grandissima troia… leccai con avidità le goccioline che ogni tanto uscivano dalla cappella assaggiando per la prima volta il gusto dello sperma di un uomo…
Lui mi prese e mi fece coricare sopra di lui con il culo davanti alla sua lingua, mi apri le chiappe con le mani e cominciò a leccarmi il buchetto del culo vergine. E la scossa che mi arrivò al cervello alla prima leccata di culo quasi mi fece venire senza che mi toccasse l’uccello… continuava a leccarmi e infilarmi uno… due… tre dita nel culo… e ad ogni dito che entrava sentivo una scossa di dolore mista a lussuria… non avevo mai provato nulla di tanto forte e intenso in vita mia… fino ad allora…
“Sei pulito?” e ancora una volta non capii… “…insomma ti sei lavato o hai il culo pieno di merda?!” chiese con un bel giro di parole… e al mio silenzio imbarazzato commentò “vabbè, mettiamo il guanto…” e prese dal comodino una scatola di profilattici, dandomene in mano uno… “…e dai, mettimelo…o sei così imbranato..?” io, che a esagerare me lo ero messo si e no un paio di volte, feci non poca fatica a infilare il condom su quel cazzo duro e grosso… ma nonostante la sua faccia scocciata per la mia goffaggine alla fine ci riuscii.
Mi fece alzare e girare mettendomi in ginocchio sul suo pube. la punta del suo uccello che toccava il culo… sentivo il suo calore e la sua cappella dura appoggiata al mio buchetto allargato e fradicio della sua saliva.
“adesso vediamo come entrare in questo bel culetto vergine… e se senti male… bè, pazienza… è solo un cazzo!” disse Sergio e prima che avessi il tempo di fiatare mi spinse sulle spalle e diede un gran colpo di reni e mi trovai con la sua cappella tutta dentro al culo.

La fitta di dolore che sentii partì dal culo e mi scoppiò nella testa come un fulmine, ebbi la netta impressione che mi stessero aprendo in due con una lama lungo la spina dorsale. Cercai di alzarmi ma le sue mani mi tennero inchiodato dov’ero… per qualche secondo non riuscii a respirare… poi poco alla volta mi sfilò l’uccello dal culo, mi sorrise e mi disse “vedrai che adesso non lo sentirai nemmeno entrare” si sputò sulla mano e insalivò la cappella e il culo, appoggiò la punta sul buco appena deflorato e spinse. Piano, questa volta. Sentii la cappella entrare lentamente quasi senza resistenza… e mi ritrovai con meta uccello piantato dentro al mio culo. “cazzo… come entra bene…” stavolta ero io che parlavo… due, tre colpi lenti e sentii i suoi peli strusciare sulle mie natiche…”cazzo, ma quanti uccelli hai preso già? Non mi dire che è la prima minchia che ti sfonda… o sei proprio nato per farti scopare… dai prendilo tutto… ti spingo dentro anche i coglioni… hai un culo fantastico… sei proprio nato per farti montare, lo sai?” e il suo cazzo andava dentro e fuori dal mio culo fino in fondo… mi sentivo impalato… come non potessi muovermi… sentivo il cazzo entrare, allargarmi il buco e salire.. salire… fino a sentire il “ciaf” della sua pancia contro le mie chiappe… avevo un cazzo nel culo e mi stavo facendo inculare… anzi, ero io a montarmi da solo con quel cazzo… muovevo il bacino mi alzavo e mi abbassavo… e mi sentivo un dio…
Poi mi prese per i fianchi mi girò a gattoni e si mise dietro di me…”ecco,lo sapevo… hai una bella sgommata marrone sulle chiappe” disse pulendosi l’uccello inguantato sulle mie natiche… “ti piace eh il mio cazzo? Vero che ti fa godere come una troia? E se ti piaceva prima adesso ti mando in paradiso…” e prendendomi per i fianchi appoggiò di nuovo la cappella sul buco e spinse… andava più veloce adesso, era lui a incularmi… era lui che mi spingeva dentro una verga di carne di almeno venti centimetri… e tanto larga che pensavo mi stracciasse il culo… mi inculava con forza e ogni spinta mi faceva abbassare verso il materasso e andare in avanti… e io mi godevo quell’uccello divino fino in fondo… come mai avrei creduto potessi fare… sculettavo… mugugnavo… gemevo ad ogni colpo… ad certo punto mi ritrovai coricato di pancia sul letto a gambe larghe la testa piantata nel materasso, allungai le braccia all’indietro e misi le mani sui suoi glutei per tirarlo di più verso di me… stavo godendo cazzo… e non avevo la minima intenzione di farlo finire…

Finì invece dopo un tempo che mi sembrò interminabile… lo sentii accelerare e montarmi con più forza… gli ultimi colpi e lo sfilò dal culo, mi girò e, tolto il profilattico, si mise in ginocchio davanti a me menandosi la verga di brutto “adesso ti riempio la faccia di sborra.. vacca che non sei altro!!!” e subito dopo urlò tutta la sua libidine e sentii i primi schizzi di sborra sulla faccia… schizzi caldi che mi si appiccicavano sulle guance e rimanevano li… mi tirò, schiacciandomi la faccia sul suo cazzo che sborrava… non potei fare altro che aprire la bocca e farmela riempire..
Mi comandava la testa con le mani in modo da scoparsela, e ad ogni colpo un nuovo schizzo usciva dalla cappella… sentivo finalmente il sapore del suo sperma, dolce e denso che si mischiava con la mia saliva… e la mia bocca ne era totalmente piena… continuava a fottermi … ormai non riuscivo più a respirare e dovetti inghiottire tutto quanto per poter riprendere fiato.
“brava puttana… manda giù tutto da brava… ti piace la mia sborra eh troia? puliscilo bene.. così.. succhiami fuori tutto il late dai coglioni… che troia che sei… “ e rallentò fino quasi a fermarsi, ma rimase per almeno due minuti a godersi ancora la mia bocca e la mia lingua sul suo uccello.

Poi se ne uscì, e con il suo cazzo mi uscì dalle labbra un rivolo di sborra che mi colò sul mento e sul petto..
“vatti a pulire, và… e fatti anche una sega… che te la sei meritata… la prossima volta però ti voglio riempire il culetto… si, ti riempio di sborra e ti metto incinta…”
Mi pulii, mi masturbai in bagno e sborrai quasi subito, eccitato com’ero… poi mi riportò in stazione e ci salutammo… non sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti… già lo sapevo… mi era piaciuto troppo… e lui lo sapeva…

Da allora, da quella domenica sera di quasi vent’anni fa una,due volte al mese ho un irresistibile voglia… bisogno di cazzo… di sentirmi la puttanella di qualcuno…

Io funziono così.

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