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Racconti Gay

Due ragazzi come tanti

By 2 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019One Comment

Mi presento: sono un ragazzo di 23 anni come tanti, cresciuto in un paesino delle Marche, in cui tutti si conoscono e tutti i ragazzi crescono insieme giocando per le strade e per i boschi del pasese fin da piccoli.
Da bambino ho sempre giocato un po’ con tutti anche se avevo 2 o 3 amici con cui mi trovavo meglio che con gli altri. Con uno in particolare mi trovavo particolarmente bene ed eravamo praticamente inseparabili, del resto anche i nostri genitori erano amici e spesso andavamo anche in vacanza insieme. Una volta arrivati al periodo adolescenziale siamo stati entrambi investiti dalle tempeste ormonali che lo caratterizzano. Eravamo sempre alla disperata ricerca di ragazze ma la cosa non era semplice in un piccolo paese come il nostro. Un po’ per gioco un po’ per noia finimmo presto a farci, innocenti seghe in compagnia e dopo qualche anno dalle seghe passammo a cose sempre più spinte fino a coprire tutto il menù dei preliminari senza mai andare oltre a questo, comunque sia, di queste vicende, se vorrete, vi parlerò in futuro. Oggi voglio raccontarvi del mio riavvicinamento ad Ale dopo 2 anni che non facevamo nulla insieme.
I nostri giochini erotici andavano avanti dall’età di 17 anni e si interruppero a 20, quando sia io che lui trovammo finalmente una relazione stabile con una ragazza. Lui è stato “fidanzato” per un anno e mezzo, io invece per tre. Durante questo periodo continuavamo a vederci spesso ma stavamo semplicemente in compagnia senza fare nulla di strano, anche se spesso, almeno da parte mia, la tentazione ad andare oltre spesso era molto forte. 8 mesi fa purtroppo, o per fortuna, dipende dai punti di vista, mi sono lasciato con la mia ragazza e dopo un mese, giusto per distrarmi un po’ sono andato in vacanza in montagna con i miei amici di sempre.
La macchina era quella dei genitori di Alessio, una monovolume a 6 posti ed il gruppo era formato da 4 ragazzi: io, Alessio, Claudio e Diego.
Siamo partiti nel pomeriggio ed il viaggio era piuttosto lungo, così siamo arrivati a destinazione piuttosto stanchi e quando ormai era già sera. Dopo aver ritirato le chiavi alla reception dell’albergo ci siamo diretti subito in camera e dopo aver sistemato tutta la nostra roba erano ormai già le 11. Dato che il giorno successivo dovevamo svegliarci presto per andare a noleggiare gli snowboard abbiamo deciso per andare a letto e li si è verificato il primo problema della vacanza. Nella stanza c’erano 3 letti: due singoli ed uno matrimoniale. Nessuno voleva dormire nel matrimoniale, così alla fine abbiamo estratto a sorte. Siamo usciti io ed Ale così, di buon grado ci siamo attrezzati: io ero ben felice del risultato dell’estrazione ma non potevo certo darlo a vedere, quindi ho insistito per costruire una barriera a metà del letto per salvare le apparenze. Fatto ciò ci siamo finalmente messi a dormire. Ero così stanco che mi sono addormentato praticamente all’istante, e anche per gli altri credo che sia stato lo stesso.
Ad un certo punto, a metà nottata, mi sono svegliato. Sentivo qualcosa di caldo che mi toccava il braccio e non capivo cosa fosse. Ho subito preso il cellulare ed acceso la piccola luce del quale è dotato, ed ho visto che la barriera tra me ed Ale era andata a finire in terra. Ale stava dormendo a pancia in su, così alzando le coprte ho constatato che la cosa calda che mi lambiva in fianco era il suo braccio. Va beh, non era un grosso problema. stavo per spegnere nuovamente la luce quando sul comodino ho notato un paio di boxer ripiegati… stava dormendo completamente nudo?? In un attimo mi sono ritornate alla mente tutte le immagini di ciò che facevamo fino a pochi anni prima ed il cazzo mi è diventato di marmo. La tentazione di scoprirlo era forte, ma se gli altri si fossero svegliati? e se si fosse svegliato lui? Non sapevo cosa fare, così alla fine ho deciso di spengere la luce e tornare a dormire, ma come facevo a dormire? Con tutti i pensieri che avevo in testa potevo fare tutto tranne che dormire. Alla fine decisi di rischiare. Nel buio allungai la mano sotto le coperte fino ad arrivare al suo bacino, per poi continuare fino al suo cazzo. Ero eccitato come raramente lo ero stato prima di allora. Erano 3 anni che non lo toccavo, e spesso avevo avuto in desiderio irrefrenabile di vivere nuovamente un’esperienza simile. Ho iniziato ad accarezzarlo ed a palparlo prima lentamente, poi con sempre più vigore. A quel punto non mi interessava se si sarebbe svegliato: con tutto quello che avevamo fatto gli anni prima, non poteva certo scandalizzarsi se ora gli facevo una sega sotto le coperte. Il suo cazzo, inizialmente moscio stava iniziando a prendere forma, lo sentivo nella mia mano irrigidirsi ed ingrandirsi sempre più più ma Ale sembrava non dare cenno di svegliarsi.
Ormai in preda alle mie fantasie, mi sono bagnato una mano ed ho iniziato a segarlo molto lentamente. La pelle scorreva senza impedimenti e sentire di nuovo quel cazzo tra le mani era bellissimo e avrei fatto di tutto per poterlo prendere in bocca all’istante.
Con una mano stavo segando Ale e con l’altra segavo me, dovendomi fermare praticamente ogni minuto per non venire. Anche il suo cazzo era ormai quasi al massimo dell’erezione quando, finalmente, qualcosa sbloccò la situazione. Lo stavo segando ancora molto lentamente scoprendo e ricoprendo completamente il glande ad ogni passaggio quando Ale ha iniziato a muoversi, così io ho ritratto immediatamente la mano ed ho lasciato che si svegliasse del tutto. Dopo qualche secondo si è girato verso di me dicendo “Ma che cazzo fai? sei impazzito?se qualcuno si sveglia?”.
Come pensavo la cosa non gli dava problemi, il suo unico pensiero era che qualcuno ci beccasse.
“non mi pareva che alla *********(famoso centro commerciale) tu ti facessi tanti problemi.”
Ho allungato di nuovo la mano tornando ad impugnare quella verga durissuma ed ho ricominciato a segarlo come prima. Impugnavo quel cazzo con forza stringendolo più che potevo, sapevo che in quel modo non resisteva neanche cinque minuti e volevo metterlo alla prolva. All’inizio sembrava voler lasciar perdere tutto senza collaborare ma dopo neanche un minuto mi stava già segando a sua volta. Io neanche quasi me ne accorgevo, ero così eccitato dal fatto di avere nuovamente il suo cazzo tra le mani che non mi interessava altro. Dopo ormai 5-6 minuti che la cosa andava avanti l’ho dovuto fermare perchè stavo per venire, ed anche lui ha fatto lo stesso.
“Beh…che si fa?”
“Come che si fa…”
“Eh… non vorrai mica fermarti così”
“E che possiamo fare con quei due in camera?”
“Potremmo andare in bagno”
“Certo, e se poi ci deve andare uno di loro e ci trova li insieme?”
“Mmmm… allora possiamo andare sul terrazzo”
“Sul terrazzo?Ma sei matto, ci saranno 15 gradi sotto zero!”
“Allora continuiamo qui, nessuno si sveglierà”
Senza aggiungere altro sono scivolato sotto il piumone ed una volta arrivato nelle vicinanze del suo cazzo ho esitato per qualche istante. Anche se non potevo vederlo sapevo che era li, davanti alla mia faccia, come avevo desiderato innumerevoli volte specialmente negli ultimi tempi. Senza aspettare un attimo di più ho iniziato a leccarlo con foga con l’intera lingua dalla base fino alla punta, per poi ingoiarlo quasi completamente. Dopo un iniziale sussulto Ale ha iniziato ad accompagnare il movimento della mia testa con una mano.
Finalmente potevo sentire di nuovo quel cazzo scorrermi sulla lingua fino ad arrivare praticamente a metà gola. Era una sensazione fantastica ed avrei potuto continuare così anche per tutta la notte. Avevo iniziato a muovermi lentamente e piano piano stavo aumentando il ritmo, incoraggiato anche dalla sua mano. Ogni tanto alternavo il movimento con la bocca ad una breve sega per poi tornare a succhiarlo.
Dopo qualche minuto ho capito che a lui iniziava a mancare poco così io ho aumentato il ritmo, ma ad un certo punto ho sentito la sua mano prendermi con forza la testa e tirarmi via. Io mi sono preso un mezzo infarto e sono tornato immediatamente con la testa fuori dal piumone: giusto in tempo! In quell’istante la luce nella stanza si è accesa.
“Che cazzo state facendo???”
Fingendo di essere appena stato svegliato ho mugugnato una frase incomprensibile e poi ho chiesto quale fosse il problema.
Claudio si era svegliato e pensava di aver sentito degli strani rumori provenire dal nostro letto, ma dopo averlo tranquillizzato ed offeso per averci svegliati abbiamo fatto finta di tornare ad dormire.
“Cazzo c’è mancato un pelo” Mi ha sussurrato Ale mentre l’altro era in bagno”
“Già… mi dispiace solo di non aver finito il mio lavoretto…”
“Ci saranno altre occasioni…”

 

Se volete contattarmi per commenti o critiche sarò ben felice di rispondervi: il mio indirizzo email è: bitales85@yahoo.it

La mattina alle 7 e mezza la sveglia stava già suonando. Siamo scattati tutti in piedi eccitati al pensiero della prima giornata sulla neve. Ci siamo vestiti in fretta e furia e siamo scesi a fare colazione. Io chiaramente non riuscivo a far altro che pensare alla sera prima, ma ero anche felice di andare a sciare. Dopo la colazione Marco e Francesco sono andati a caricare la roba sulla macchina, mentre io ed Ale siamo saliti in camera per prendere gli zaini e tutto il resto degli accessori.
Ale è entrato per primo ed io subito dietro di lui. Ho chiuso la porta e ci siamo diretti verso la camera per prendere le varie robe.
“Mi dispiace per ieri sera di non aver potuto ricambiare…”
“Ci saranno altre occasioni…”
“Comunque po’ dopo una mezz’ora sono andato in bagno… ma non mi sono fatto una sega”
“Ahaha… e perchè?”
“Perchè la prossima volta che lo facciamo voglio sborrare a fiumi”
L’ho guardato con aria un po’ perplessa. Non capivo cosa volesse fare, anche se, in passato avevamo fatto i nostri giochetti nei posti e nelle situazioni più impensabili, quindi tutto era possibile. Abbiamo continuato a discutere dell’argomento mentre preparavamo le borse e poi siamo scesi dagli altri per caricarle sulla macchina e dirigerci verso l’impianto di risalita più vicino. Una volta arrivati in cima al comprensorio abbiamo fatto qualche pista tranquilla per riscaldarci e ricordarci come si sta sullo snow, poi siamo passati a qualcosa di più divertente.
La giornata procedeva alla perfezione. Le piste erano semideserte e la neve teneva perfettamente. All’ora di pranzo ci siamo fermati ad uno dei tanti bar- self service presenti sulle piste: io ed Ale ci siamo presi un panino, gli altri un piatto di pasta. Ci siamo fermati un po’ fuori sui tavolini per riposarci, ma dopo neanche 10 minuti io ed Ale eravamo già più che pronti per ripartire. Dato che gli altri avevano appena finito di mangiare ci hanno detto di fare una discesa e poi di recarci li per ripartire tutti insieme. Detto fatto, dopo due minuti eravamo già sugli ovetti per risalire. Era uno degli impianti più vecchi della zona, ovetti piccoli, molto lenti, finestrini su due soli lati, ma il panorama era veramente stupendo. Nonostante l’ovetto fosse vuoto, Ale si siede accanto a me. Io lo guardo un po’ strano e poi gli dico: “Scusa eh, ma è tutto deserto, siamo pieni di roba proprio qui ti devi mettere?”
Senza rispondere allunga una mano e me la mette sul pacco.
Io indossavo dei pantaloni da sci piuttosto spessi, quindi era chiaro che non potevo sentire quasi nulla, ma evidentemente era il gesto che contava. Ale si è guardato’ intorno, sincerandosi che negli ovetti vicini non ci fosse nessuno, poi si è tolto i guanti e mi ha slacciato i pantaloni, infilando una mano all’interno. Ha iniziato massaggiandomi il pacco per poi scansare di lato le mutande per liberarmi completamente il cazzo. Ce l’avevo già durissimo e lui, senza troppi complimenti ha iniziato subito a farmi una sega con movimenti ampi e molto lenti. Io ero in estasi ma ogni tanto mi sforzavo di dare un’occhiata fuori per vedere quanto mancava all’arrivo, lui invece non schiodava gli occhi dal mio cazzo, sembrava ipnotizzato dal suo “lavoro”: evidentemente bramava di succhiarmelo almeno quanto lo bramavo io. Per fortuna l’impianto era molto lento quindi eravamo ancora ben lontani dall’arrivo. Il ritmo della sega aumentava progressivamente fino a che non me l’ha impugnato con forza alla base con una mano, e dopo essersi bagnato l’altra con abbondante saliva l’altra, ha iniziato a segarmi con vigore partendo dalla base per arrivare alla punta. Visto quanto ero arrapato, in quel modo non avrei resistito più di un minuto, e forse era proprio quello che voleva. Come previsto, dopo poco stavo già quasi per venire, così a stento sono riuscito a fermarlo.
Lui mi ha guardato un po’ perplesso e mi ha chiesto:”perchè mi fermi?”
“Per lo stesso motivo per cui non ti sei segato ieri sera”
Mi ha guardato con un sorrisetto compiaciuto ed ha mollato la presa lasciandomi ricomporre.
Come concordato con gli altri due, abbiamo fatto una discesa e poi ci siamo ritrovati insieme ed abbiamo continuato a sciare fino alle 4 del pomeriggio. Siamo tornati all’albergo e stanchi morti, ci siamo stravaccati in mutande sui letti per riposarci un po’ prima di farci una doccia a turno. Dal momento della sega, per tutto il resto del giorno, non ho fatto altro che pensare a come io ed Ale saremmo potuti rimanere da soli per almeno un’oretta senza dare nell’occhio. Più che ci pensavo e più che sembrava una cosa infattibile, ma del resto, è il classico tipo di cose che accadono quando meno te lo aspetti.

…continua.

 

 

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