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Racconti Gay

Esperienze all’università

By 7 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

All’epoca avevo 19 anni e mi ero appena trasferito per l’università in città. Io sono bisex ma all’epoca pur conoscendo i miei gusti non avevo ancora avuto rapporti con altri ragazzi.
Ho deciso di provare con un sito di incontri e, dopo aver scartato centinaia di contatti non interessanti, finti, fuori dai miei target, mi contatta un certo Mattia.
Mattia ha 31 anni, sposato, bisex attivo e può ospitare il martedi e giovedi sera in un box auto a mezz’oretta da casa mia.
Perfetto e anche le foto sembrano promettere bene. Anche lui &egrave interessato, gli piace svezzare gli inesperti.
Decidiamo quindi di incontrarci e ci diamo appuntamento in un pub nella zona del box per il giorno dopo, giovedi.
Il pomeriggio sono un po’ agitato e molto eccitato per l’incontro e mi sono fatto una sega per scaricare la tensione. Alla sera all’appuntamento arrivo con largo anticipo e mi ordino una birra.
Lui arriva alle 22.15 puntuale ed &egrave esattamente come nelle foto e come si era descritto: alto, magro, atletico, maschile, barbetta, capelli corti scuri e occhi chiari. Sono anch’io un bel ragazzo ma più robusto.
Il cuore mi batteva a mille e non sapevo cosa dire ma per fortuna lui era a controllo della situazione e ha tenuto discorso non lasciando cadere silenzi imbarazzanti. Dopo una decina di minuti, dopo l’ultimo sorso di birra, sospende il discorso e dopo una breve pausa mi chiede: allora ti vado bene? Continuiamo?
Io ho annuito con la testa e lui sorridendo ha aggiunto: Bene, allora facciamoci un giro.
Camminando scherziamo un po’ sulla mia timidezza e approfittando di non aver nessuno nei paraggi ripetiamo le regole: massima discrezione, silenzio e attenzione ad entrare e uscire dal box.
Mattia: oggi cominciamo con calma, ho tempo fino alle 23-23.30. Gestiamo la cosa come un corso quando vuoi fermarti me lo dici, se non hai capito la rifacciamo, poi ci metteremo d’accordo meglio. In questa prima lezione farai solo un po’ di conoscenza.. con il mio uccello in particolare.
Io: Va bene, mi piace.. Ti ricordo che vorrei usare il condom anche per il sesso orale.
Mattia: Certo! Appena mi viene duro me lo metto! Siamo quasi arrivati, io vado a pisciare qui dietro che poi sotto non c’&egrave un bagno. Se devi vai anche tu.
L’ingresso era poi 100 m più avanti. Un ingresso anonimo che porta direttamente in un piano sotterraneo con centinaia di serrande grigie numerate.
Ci fermiamo davanti ad una e dopo esserci assicurati di non essere visti entriamo richiudendo subito il basculante dietro e rimanendo qualche secondo al buio. La stanza era giusto grande per una macchina di medie dimensioni ma dentro c’erano solo svariati scatoloni lungo le pareti, una vecchia poltrona e un materasso appoggiato su un lato.
La stanza &egrave illuminata da un neon e da una lampada da lettura vicino alla poltrona.
Mattia: ci sono dei ganci sulla serranda puoi mettere li il giubbotto ma per il resto puoi restare vestito.
Nel frattempo lui accende la lampada e spegne il neon e la stanza cade nella penombra a parte la zona poltrona.
Mattia: quando vuoi possiamo cominciare.
Io: Va bene come ci mettiamo?
Mattia: mi siedo qui in poltrona, ma comincia a sbottonarmi
Mi avvicino e gli slaccio la cintura.
Mattia: comincia dalle scarpe se no non riesci a sfilare i jeans
Mi abbasso ai suoi piedi e gli tolgo le scarpe per poi tornar su e aprire la cerniera. Gli abbasso i jeans e il mio sguardo cade subito sul rigonfiamento nei suoi boxer blu scuri.
Si toglie la felpe rimanendo in maglietta e si siede sulla poltrona per permettermi di sfilare i jeans dai piedi.
Mattia: bravo vieni qui in ginocchio ora.
Mi metto in ginocchio ed &egrave lui da solo che se lo tira fuori. &egrave un pisello veramente notevole e soprattutto e già molto largo e grosso a riposo.
Mattia: Hai più voglia di toccarlo o di leccarlo?
Io: penso che vorrei leccarlo
Mattia: mm bravo.. fai tanta saliva e leccami l’uccello
Mi avvicino e comincio a leccarlo con abbondante saliva, ho il cazzo durissimo. Sa di buono, &egrave lavato solo un leggero retrogusto di piscio sulla cappella avendo da poco pisciato.
Il cazzo comincia a crescere sotto la mia lingua e nonostante poi le dimensioni siano su 20 cm &egrave molto largo con delle grosse vene. Quando &egrave abbastanza duro se lo prende in mano e comincia a sbattermelo in faccia e sulle labbra per poi fermarsi per mettere il preservativo.
Messo il condom si da due rapide segate e mi prende la testa portandomi la bocca sul suo cazzone.
Mattia: adesso succhiamelo
Apro la bocca e mi ritrovo il suo cazzo che mi entra per una decina di cm facendomi quasi soffocare.
Con le mani mi incalza in un ritmo molto intenso e fatico all’inizio a tenere la bocca cosi aperta, ma mi sono presto abituato a tenere quel pezzo di carne in bocca. Il mio cazzo era durissimo dentro i pantaloni nonostante non mi stessi nemmeno toccando. Cominciai a pensare ad altro per non venire.
Mattia: hai una bocca fantastica, mettiamoci comodi.
Si &egrave alzato e ha steso il materasso a terra.
Mattia: stenditi a pancia in su
Mi sdraio non capendo subito come volesse mettersi. Si spoglia del tutto mostrando un fisico tonico e un tatuaggio sul pettorale.
Si mette sopra di me con l’inguine a livello della mia faccia e mi rimette il cazzo in bocca.
In mezzo secondo mi trovo il suo cazzo di nuovo in bocca e comincia a scoparmi la bocca come fosse una figa.
Me lo mette sempre più dentro e comincio io stesso a spingerlo mettendo le mani sulle sue natiche.
Io non resisto più e mi vengo nelle mutande. Dopo un minuto anche lui accelera il ritmo e viene nella mia bocca con un ultima spinta finale. Si alza e prende da una scatola della carte igienica e si pulisce.
Mattia: sei stato proprio bravo. Ho proprio goduto. Ti devi segare o ti sei già bagnato le mutande?
Io: la seconda.
Fa un sorrisetto e mi lancia un rotolo per pulirmi.
Si riveste e usciamo. Mi accompagna per qualche metro chiedendomi se sono soddisfatto.
Decidiamo che vale la pena continuare il ‘corso’ e mi raccomanda di leggere le mail.
Ci salutiamo. Tornando a casa in autobus ripensandoci mi ritorna duro.

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