Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Gay

fine settimana in villa capitolo 6

By 22 Aprile 2023No Comments

Capitolo 6.

Barbara entra dopo pochi istanti, mi sfila il cappuccio e mi indica la doccia.
L’acqua tiepida sembra attenuare il bruciore della pelle frustata e quindi mi rilasso per molti minuti sotto la nuvola d’acqua.
Mentre mi asciugo Barbara si congratula per la mia capacità di resistenza che fa ben sperare per il proseguo dell’incontro.
Mi fa sedere sul letto e fa entrare nella stanza un carrello con sopra del cibo.
Lo divoro in pochi bocconi e, completate le pulizie attendo le consegne.
Barbara mi dice che essendo ormai un’ora tarda non ci sarà il rito del cronometro. Devo decidere seduta stante se interrompere l’incontro o continuare. Ma continuare significa poter essere usato in ogni momento, per tutta la notte, senza limiti di tempo.
Provo a dire che non è corretto cambiare le regole ma Barbara inizia a far roteare con delicatezza i polpastrelli sui capezzoli ed a mordicchiarmi le orecchie. “Sai che sarà dura ma sopportabile, e poi ci sono io a farti da custode”.
Fino ad ora ho sofferto come non mai nella mia vita ma ho anche provato picchi di piacere che non immaginavo. Lascio che la sua azione di persuasione continui per qualche minuto e poi le do il mio consenso.
Con calma prende da una cassa tirata fuori da sotto il letto un collare molto alto e rigido e me lo mette. Il mento viene spinto all’indietro e la rotazione del capo è praticamente impossibile.
Dopo il collare mi allaccia i bracciali che avevo già indossato in precedenza e due spesse cavigliere. Fatto scendere dal soffitto un gancio collegato ad una catena vi fissa una sbarra alle cui estremità collega i bracciali. Anche le cavigliere sono fissate ad una sbarra che mi tiene spalancate le gambe e, subito dopo, la catena viene fatta scorrere verso l’alto. Pochi secondi e mi ritrovo stirato al centro della stanza con Barbara che inizia lentamente a masturbarmi.
Pochi minuti in cui nonostante la posizione inizio a provare un senso di piacere e smette. In silenzio esce dalla porta e, dopo qualche istante la stanza piomba nel buio.
Il buio, la posizione che fa intorpidire gli arti, la stanchezza per le esperienze decisamente forti mi fanno cadere in una sorta di sonno che viene interrotta (dopo quanto tempo ?) dalla accensione della luce e dal rumore della porta che viene aperta.
Due uomini mi si avvicinano e iniziano a palpare e accarezzare il mio corpo. Il più grosso dei due si accanisce sulle palle e sul pene alternando strizzate dolorose a energici massaggi sino a quando non riesce a procurarmi una erezione.
A qual punto il suo compare prende dalla cassa sotto il letto una frusta che, a differenza di quelle usate nelle occasioni precedenti, sembra essere decisamente dolorosa.
Si porta alle mie spalle e mi colpisce. In dolore sordo, quasi come un pugno, mi strappa un lamento. Al colpo di frusta segue una forte strizzata di capezzoli che, per quanto consentito dalla legatura, mi fa contorcere. E allora arriva un secondo colpo a cui segue una violenta strizzata di palle e poi nuovamente una frustata. Dopo una decina di colpi i due si danno il cambio e ricomincia il supplizio. Non so quanti siano stati i colpi, dopo il secondo cambio sono entrato in una sorta di trance in cui persino il dolore sembrava meno intenso. Finiscono, mi sganciano dalla sbarra e mi legano mani e piedi al letto, chiudono la cella e se ne vanno. Si spegne tutto.
Sono sfinito e dolorante, dal collo che continua ad essere immobilizzato alla schiena colpita in ogni sua parte alle palle che sembrano pulsare per le tante strizzate e manipolazioni.
Eppure riprovo moltiplicata mille volte quella sensazione vissuta al mio arrivo: una stretta allo stomaco per il timore di quello che succederà e una voglia forte, intensa e perversa che succeda presto.
Aspetto al buio, tendo l’orecchio per sentire i rumori dietro la porta, entrerà? Chi?
Si accende la luce e tutti i mie muscoli si tendono. Fanno passare molto tempo prima di entrare. Poi finalmente si apre la porta ed entrano in tre.
Mettono al centro della stanza un cavalletto e mi ci legano sopra. Uno dei tre mi toglie il collare rigido e ne posiziona uno più piccolo e molto più morbido. Subito inizia a utilizzare una pompetta e lo gonfia facendomi respirare a fatica. Il secondo impugna un mazzo di ortiche e inizia a strofinarmele sul corpo. Ad ogni lamento il collare viene gonfiato e sgonfiato ritmicamente. Nuovamente dolore e soffocamento mi provocano una forte eccitazione che non scema neppure quando, anche grazie ad una abbondante lubrificazione il mio culo viene riempito da un cazzo di dimensioni che credevo appartenere solo alle legende metropolitane.
Al termine vengo nuovamente legato al letto e lasciato al buio della stanza.
Mi sveglia Barbara portandomi la colazione e preparandomi per il gran finale del pomeriggio.
Forse lo racconterò un’altra volta.
Due giorni davvero intensi in cui ho scoperto una parte di me che non immaginavo potesse esistere. Due giorni che mi hanno consentito di ampliare anche il rapporto con Barbara che ha saputo ripagarmi e ringraziarmi.
L’unica cosa che mi lascia un po’ perplesso è scoprire come da quella volta il nome di Barbara sia stato spesso sorteggiato per i fine settimana in villa.

Ma anche di questo, se Barbara mi autorizzerà, scriverò più avanti.

Leave a Reply