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Racconti Gay

Giro in moto-1

By 9 Aprile 2020No Comments

GIRO IN MOTO – 1

 

 

Avevo litigato con Nadia la mia fidanzata e visto che entrambi siamo due testoni per qualche giorno sicuramente non ci saremmo rivolto la parola, così decisi di prendere la moto e passare il weekend al mare dove si era deciso di andare insieme.

Era metà Giugno ed era caldo, prenotai una camera in un albergo di Sestri Levante e il Sabato mattina di buon’ora presi il borsone lo caricai sulla moto e partii.

Raggiunto l’albergo mi registrai, lasciai le mie cose in camera e uscii.

Girai senza fretta godendomi il paesaggio cercando un posto meno affollato dove poter prendere il sole.

Facendo un tornante intravidi in basso una piccola spiaggia. Mi fermai notando che era  poco frequentata, parcheggiai la moto in una rientranza della strada e imboccai il sentiero per accedervi.

Capii subito perché in spiaggia ci fosse poca gente, quel sentiero era molto scosceso e in alcuni punti perfino pericoloso, se non si faceva attenzione c’era il serio rischio di scivolare e farsi male.

Una volta arrivato constatai che oltre al sentiero impervio pure la spiaggia ci metteva del suo. Era per metà coperta da alghe marine che portate dalla risacca emanavano un odore nauseabondo, notai tra l’altro che la maggior parte dei frequentatori a eccezione di un paio di coppie erano maschi, stavano nudi a ridosso della scogliera per ripararsi dagli sguardi di chiunque passasse dalla strada in alto perché la conformazione delle rocce non permetteva la visuale.

Ora il problema era dove mettersi, mi stava venendo lo sconforto, mi guardai intorno e vidi alla fine della spiaggia che gli scogli erano lisci permettendo di sdraiarcisi sopra, li raggiunsi e ne trovai uno che sembrava facesse al caso mio.

Ci salii sopra e vidi che a ridosso della parete c’era un uomo steso al sole anch’esso nudo, mi vide e mi fece un cenno di saluto, risposi a mia volta e mi accinsi a posare le mie cose e a stendere l’asciugamani, mi spogliai, ma tenni il costume da bagno.

Lui vedendo che non lo toglievo mi disse che quello era un posto per naturisti riconosciuto anche dal Comune, quindi o me lo toglievo o me ne andavo.

Ci pensai un attimo, poi per non fare la figura del secchione lo tolsi, mi distesi sul telo a pancia sotto e mi misi a prendere il sole.

Era dura però resistere sotto il sole, quel posto era riparato e non c’era un filo d’aria, e siccome il caldo si faceva sentire mi alzai e mi tuffai in mare in cerca di frescura.

Nuotavo godendomi l’abbraccio fresco del mare e girandomi vidi che c’era una barchetta legata ad uno scoglio e non vedendo nessun altro nei paraggi immaginai fosse del mio vicino che ora era seduto sullo scoglio coi piedi nell’acqua e guardandomi si toccava il cazzo che nonostante non fosse eretto mi sembrò ben più grosso del mio che piccolo non è.

Non gli diedi peso e mi feci una bella nuotata. Quando uscii dall’acqua gli chiesi se la barca fosse sua. Si rispose, disse che veniva li solo perché aveva la barca, che mai e poi mai avrebbe disceso quel sentiero pericoloso.

Mentre parlava, guardandomi dritto negli occhi si prese il cazzo e con un movimento lento fece scorrere giù la pelle facendo uscire la lucida cappella davanti a me senza vergogna, con l’atra mano prese dell’acqua e bagnò il cazzo ripetendo il gesto un po’ di volte strofinandolo come per rinfrescarlo ma così facendo il cazzo cominciò a gonfiarsi.

Feci finta di nulla ma la cosa mi colpì, era ovvio che l’avesse fatto apposta, voleva mostrarmi quanto l’avesse grosso oppure era gay e io gli piacevo.

Tornato alla mia postazione presi l’asciugamani e mentre mi strofinavo per asciugarmi mi accorsi di avere un’erezione, inizialmente feci in modo che lui non la vedesse ma improvvisamente facendo finta di nulla mi girai per stendere il telo e feci in modo che lui mi vedesse eccitato. Poi mi sdraiai nascondendolo alla vista.

Stando steso con la testa appoggiata sulle braccia ripiegate, da sotto l’ascella lo spiavo, era alla mia sinistra seduto con la schiena appoggiata alla roccia e guardandomi si toccava il cazzo che ora aveva duro constatando quanto davvero fosse grosso e questo mi eccitò ancora di più.

La posizione in cui ero però era infelice e il cazzo in quella posizione mi faceva male, così mi voltai.

Non perse tempo e vedendomi in tiro mi fece i complimenti, disse che oltre ad avere un bel culo avevo pure un bel cazzo, io arrossii, mi sentii lusingato, ma non sapendo che dire per togliermi dall’impiccio mi tuffai nuovamente in acqua.

Con delle bracciate mi portai verso il largo, il cazzo si ammosciò subito e poco dopo tornai indietro.

Era sempre li appoggiato alla roccia, ora senza vergogna mi guardava mentre se lo menava lentamente.

Feci ancora finta di nulla, ma una volta risalito sullo scoglio mi disse “vedo che l’acqua fredda ti ha fatto effetto”, ti si è ammosciato.

Quelle parole mi fecero venire le guance rosse dalla vergogna, cazzo ma cosa voleva da me sto bestione!

Sei diventato rosso come una femminuccia disse, non avrai mica vergogna di me, a me non si è ammosciato perché vedere il tuo culetto sparire e riapparire tra le onde mi ha eccitato guarda.

Lo teneva stretto alla base e lo muoveva avanti e indietro per farmi vedere bene.

Non capivo, provavo una strana sensazione nel guardare quel grosso cazzo e non riuscivo a distogliere lo sguardo, ne ero attratto.

Chi l’avrebbe mai detto che un tipo all’apparenza insignificante peloso e con la pancia prominente potesse mettermi in soggezione, eppure a malincuore dovevo ammettere che aveva un ascendente su di me e mi sentivo un po’ dominato dal suo modo di fare autoritario.

Mi piace come nuoti disse. Ti muovi come una troietta che mena il culo di qua e di la apposta per far tirare il cazzo ai maschietti.

Gli risposi un po’ seccato “ ma non lo ero, era solo scena” guarda che sei tu che hai dei problemi, io nuoto normalmente e non muovo il culo come una “troietta.”

No,non ho nessun problema rispose, so solo che a vederti muovere me lo fai tirare, hai un culetto bello tondo e sodo proprio come piacciono a me.

Rimasi senza parole, non sapevo che dire e con le guance che arrossate mi  stesi ancora a pancia in giù nascondendo il viso tra le braccia.

Ma che cazzo stava succedendo, in un altro momento mi sarei incazzato di brutto per una cosa del genere, invece sentirmi dire da quello sconosciuto che lo eccitavo mi procurava piacere. Sarà stata la sicurezza che esibiva e l’arroganza della sue parole, fatto sta che non riuscivo a controbatterlo anzi ero orgoglioso che gli piacessi e quel pensiero mi portò a un’altra erezione, l’avevo duro e come prima data la posizione in cui ero iniziò a farmi nuovamente male ma a quel punto non me ne fregava più niente e mi girai.

Ah! disse lui, ce l’hai ancora duro, è a causa di quello che ti ho detto o perché ti eccita vedere il mio cazzo duro.

Non volendo sembrare un rammollito gli risposi che stava esagerando, sono venuto qui perché ho visto che il posto era poco frequentato e l’ho scelto per questo motivo, se da sopra mi accorgevo che la spiaggia era impraticabile non sarei neanche qui, sarei andato da qualche altra parte magari con della sabbia dove potersi stendere e non stare qui su dei sassi.

Se è per questo qui è pieno di piccole insenature con spiggette di sabbia disse lui, però ci si arriva solo in barca, in questo periodo che non ci sono ancora i villeggianti sono tutte vuote, se vuoi ti ci porto, ce ne una proprio qui dietro.

La cosa mi allettò, ero stufo di stare sdraiato sulle rocce e accettai.

Ci mettemmo il costume e dopo aver infilato le mie poche cose nello zaino salimmo in barca e partimmo. Poco dopo entrammo in una piccola insenatura dove c’era una spiaggetta piccola e piena di sabbia, lui disse che in estate era molto gettonata dai villeggianti che facevano a gara per occuparla per primi.

Dopo averlo aiutato a tirare la barca in secco mi guardai attorno, era una piccola insenatura con gli scogli quasi a formare un ferro di cavallo con i due lati dell’ingresso che sembrava volessero chiudersi, scegliemmo il lato più riparato alla vista, ci togliemmo i costumi e ci stendemmo al sole quasi uno accanto all’altro.

Sapendo quanto era attratto dal mio sedere, con malizia mi misi a pancia in giù in modo che potesse contemplarlo da vicino.

Che pelle liscia che hai disse sfiorandomi la schiena con le dita. Ebbi un brivido, non me l’aspettavo ma non dissi nulla. Non hai neanche un pelo, ti depili oppure sei davvero glabro chiese.

No, ho peli solo sull’inguine ma li mi depilo.

Guardarti da dietro sembri una figa con un culo da sballo che lo mette bene in mostra.

Sollevai la testa per rispondergli e lo vidi intento a guardarmi le chiappe e a toccarsi. Oh! Dissi, ma sei tremendo. Lui mi guardò serio e rispose che io ancora non lo sapevo ma ero una troietta da svezzare e che l’avrei imparato presto.

Non ebbe ancora finito di parlare che mi prese per il polso e diresse la mia mano sul suo cazzo pulsante. Non aspettandomi una cosa del genere sentii il mio viso arrossare e cercai di allontanare la mano senza riuscirci, mi teneva con forza, e poi come se un interruttore interno fosse scattato aprii la mano e strinsi il suo cazzo.

Brava puttanella disse lui, vedi come lo prendi bene, non vedevi l’ora vero?

Ti piace stringerlo? E’ diverso che tenere in mano il proprio cazzo, dai menalo un po’ che quando prendi confidenza te lo metto nel culo e ti faccio sentire com’è bello.

Quelle parole mi fecero venire un brivido di paura e lo lasciai.

Come se niente fosse lui si stese al mio fianco con il grosso cazzo nodoso adagiato sulla pancia, mi guardò e mi fece segno di prenderglielo ancora in mano, questa volta lo assecondai.

Tenere in mano quella bestia mi procurava un piacere indescrivibile, al contrario del proprietario che era una persona rozza, il suo cazzo sembrava di velluto e provavo piacere a menarlo e fargli uscire tutta la cappella grossa e umida.

Mio Dio! Stavo menando il cazzo a un pancione peloso che mi offendeva senza ritegno e invece di fermarmi continuavo a menarlo con piacere.

Qualcosa nel mio profondo però mi diceva che già sugli scogli dovevo capire che quell’omaccione aveva un ascendente su di me e il fatto che mi fossi eccitato mi turbava e la diceva lunga su quanto ora stava accadendo.

Dalla cappella uscì un po’ di liquido pre eiaculatorio, lui me lo fece vedere e mi disse di leccarlo.

No risposi incerto. Lui accortosi che lo dissi senza convinzione si alzò sui gomiti mi prese per la nuca e spingendomi giù mi ordinò perentoriamente di farlo.

Devi abituarti a obbedirmi, devi fare la troia quale sei, ora succhiami il cazzo e fallo bene disse perentorio e io lo feci.

Per non toccare con la lingua il suo liquido spalancai la bocca , ma era grosso e non potei evitare di leccargli il liquido che era fuoriuscito.

Pensai che mi sarebbero venuti dei conati di vomito, invece non aveva un sapore cattivo, sapeva di maschio e così continuai.

Brava puttanella disse lui, hai la bocca da succhia cazzi, sei sicuro di non averlo già fatto, fammi un po’ sentire. Con la mano si fece strada tra le natiche e iniziò a trastullarmi l’orifizio, poi la tolse, la portò alla bocca e lo vidi inumidire il dito medio che portò ancora tra le chiappe e con un po’ di pressione me lo infilò dentro.

Cercai di divincolarmi ma non potei perché mi teneva la testa con la mano, meno male che smise, tolse la mano e accarezzandomi la schiena disse che prima bisognava prepararlo perché ero ancora vergine.

Mi fece smettere che avevo la mandibola indolenzita e accortosi che l’avevo duro disse che mi avrebbe fatto provare così tanto piacere che non sarei più riuscito a farne a meno ma adesso aveva voglia di leccarmi e iniziò a succhiarmelo.

Era talmente bravo che quasi venivo, lui se ne accorse e smise, mi fece mettere a pancia in giù e cominciò a baciarmi tra le chiappe, cercai di oppormi più che altro per la vergogna, non volevo che guardasse o toccasse la mia parte più intima, ma era forte, mi tenne giù e allargatomi le chiappe si mise a leccarmi.

Sentire quel fiato e la lingua calda sull’ano mi sconvolse e rilasciai i muscoli agevolandolo, era paradisiaco, mai avevo provato un piacere simile, oltre alla lingua iniziò a massaggiarmi l’ano con le dita ed era magnifica la sensazione che provavo, mi rilassai totalmente anche quando mi penetrò con un dito, anche quello fu bello non l’avrei mai detto.

Dal suo marsupio prese un tubetto, lo aprì e ne fece uscire una pomata che si mise sulle dita: questa serve a lubrificarti bene e a non farti sentire male.

Ebbi paura, quelle parole mi riportarono alla realtà. Non voglio dissi, ho paura.

Non devi averne disse, sei fortunato che hai trovato me, io sono un esperto in questo, non immagini quanti ne ho sverginati di culetti come il tuo e tutti sono ritornati contenti di riprovare, devi solo lasciarti andare, sarò dolce all’inizio.

Mi spalmò di crema e ci infilò il dito, poi mi fece mettere a pecora e dopo avermi massaggiato mi mise dentro il secondo dito, non sentivo male, provavo piacere.

Con il culo sollevato mi fece appoggiare la testa sul telo da bagno, si unse la cappella di crema e ne mise un po’ anche sull’ano, con una manona mi teneva aperte le chiappe mentre con l’altra prese il cazzo e iniziò a farmelo scorrere tra le natiche soffermandosi a spot sul buchino.

Mi piaceva sentire la cappella scivolarmi tra le natiche e ancora di più sentirlo soffermarsi sull’orifizio e quando accadeva avrei volto che spingesse per sentirlo dentro.

Mi aveva portato a un livello altissimo di libidine e sapeva che ormai non sarei più tornato indietro e dai suoi movimenti capii che era giunto il momento.

Si assestò bene dietro di me, puntò la cappella sull’ano e senza altri indugi iniziò a spingere.

Quando realizzai che non sarebbe stato come sentire due dita dentro era troppo tardi, tentai di divincolarmi da sotto ma ormai stava già facendosi strada e senza fermarsi lo sentii mentre apriva il muscolo interno per passare e fu un dolore atroce, mi sembrava che mi avessero messo nel culo un bastone incandescente.

Feci un urlo, mi sentivo completamente aperto ed ebbi l’impressione che mi si fosse lacerato il culo, la fitta fu lancinante, lui rimase fermo e presto il dolore si attenuò.   

Lui, stranamente dolce, col cazzo impiantato nel mio culo mi disse come parlando a una femmina che ero stata molto brava, disse che dal primo momento che mi aveva visto aveva capito chi ero e che non sapevo di essere.

Nel frattempo, grazie anche alla pomata lenitiva il dolore si attenuò e lui iniziò lentamente a muoversi dentro di me. Mi sentivo pieno e lentamente il dolore si tramutò in piacere.

Ora lo sentivo possente fottermi e tremavo dai brividi che provavo quando sentivo il suo bacino picchiare sui miei glutei, l’avevo tutto dentro. Poi lo sentii uscire e mi spiacque, pensai che stesse venendo, invece appena fuori lo prese e lo ricacciò dentro con forza facendomi gridare di goduria.

Non so quante volte lo fece ma stavo per godere, lui se ne accorse, mi afferrò il cazzo e sborrai copiosamente imbrattandogli la mano, infoiato da questo mi prese per i fianchi e cominciò a incularmi  con vigore fino a che lo sentii conficcarlo tutto dentro fino alla radice, si irrigidì e lo sentii vuotarmi dentro tutto il suo piacere accompagnato dai suoi versi.

Sentendomi sospirare cominciò a dirmi che ero la sua troia, che ero sua perché era stato lui il primo a sfondarmi il culo e continuava a chiedermi se mi fosse piaciuto.

Non potrai più scordarti di me e mi ricorderai fin che campi, potrai provarne anche altri ma nessuno potrà cancellarti il ricordo di quello che è accaduto oggi.

Rimase dentro di me fino a che sentii l’ano che non era più teso come prima, gli si stava ammosciando e quando lo tirò fuori mi alzai per andare in mare a lavarmi.

Mi accorsi mentre camminavo che perdevo lo sperma dal culo fino a imbrattarmi le gambe, entrai in acqua e mi lavai .

Non preoccuparti disse lui se l’abbiamo fatto senza preservativo, non l’avrei mai fatto se non ero certo che per te fosse la prima volta, io sono sanissimo e non ho nessuna intenzione di prendere malattie.

Mi venne vicino e accarezzandomi la nuca mi chiese se mi fosse piaciuto. Si risposi, non l’avrei mai pensato ma mi è piaciuto.

Fammi un po’ vedere disse facendomi abbassare, mi allargò le chiappe e disse che il buchino si stava già richiudendo, poi si abbassò e mi leccò l’ano facendomi venire ancora i brividi dato che era ancora più sensibile di prima.

Sei proprio una cagnetta in calore disse, ora non ti basta più  e lo vuoi rifare vero? Vedendo che non rispondevo insistette: lo so che ti piacerebbe, ma se lo vuoi ancora devi dirmelo tu, dai dillo, è vero che lo vuoi! Si risposi, lo voglio ancora. E il cazzo mi venne ancora duro.

Vieni disse sdraiandosi, ciucciamelo.

Senza farmi pregare mi stesi al suo fianco, gli presi in mano il cazzo e dopo averlo smanettato un po’ lo presi in bocca.

Non ci volle molto che l’aveva già duro, pensando che potesse bastare sollevai la testa ma lui premette sulla nuca dicendomi di non avere fretta.

Avevo ancora la mandibola indolenzita quando mi fece smettere, mi disse di girarmi e mi misi nella stessa posizione di prima, lui mi prese per i fianchi e mi sistemò come meglio gli piaceva, mi disse di appoggiare la testa sulla salvietta e mi diede una bella leccata, mi insalivò per bene e dopo averlo posizionato me lo ficcò dentro.

Anche stavolta sentii male, ma non tanto come prima, ora che sapevo ero anche più sereno e partecipai di più, mi muovevo assecondando i suoi colpi e quando lui spingeva io gli andavo incontro, ma nonostante fosse già venuto poco prima non resistette più di tanto e mi riempì un’altra volta la pancia di sborra, io questa volta non ero venuto.

Quando tirò fuori il cazzo moscio dal culo mi alzai per andare a lavarmi in mare, ma mi fermò, si mise in ginocchio e mi prese in bocca il cazzo iniziando a farmi un pompino da favola. Sto per venire lo avvisai. Lui anziché smettere iniziò a solleticare con la lingua il frenulo del pene fino a che sentì lo sperma riempirgli la bocca, lo tenne in bocca continuando a solleticarmi con la lingua sotto la cappella fino a che non ebbi più niente da donargli. Mi fece venire in modo celestiale.

Mi tremavano le gambe da tanto fu intenso il piacere che provai, con le gambe ancora imbrattate della sborra fuoriuscita dal culo entrai in acqua e mi lavai.

Rimanemmo fino al pomeriggio inoltrato, poi mi accompagnò con la barca in un punto agevole poco distante da dove avevo parcheggiato la moto e ci salutammo.

Prima che ci dividessimo mi disse che il giorno dopo sarebbe passato di li con la barca insieme a un suo amico e se volevo avrei potuto andare con loro in una spiaggia ancora più bella, bastava che mi facessi trovare li per le nove e trenta.

Non credo risposi, ho intenzione di spostarmi per vedere nuovi posti, comunque tu passa, se avrò cambiato idea mi farò trovare qui.

Quella sera in albergo non riuscivo a non pensare a quanto era accaduto e continuavo a toccarmi l’ano indolenzito vergognandomi per quello che gli avevo permesso di farmi.

Ma avevo pensieri incoerenti, da una parte c’erano quelli di vergogna e dall’altra  quelli del piacere perverso che avevo provato ed ora ero combattuto se andare all’appuntamento all’indomani.

Ero certo che se ci fossi andato anche l’amico avrebbe voluto farmi perché sicuramente il bestione gli avrebbe detto tutto di quanto accaduto e mi addormentai col pensiero di essere sporco dentro.

Il mattino al risveglio la prima cosa che feci fu di andare in una farmacia e comperare una peretta, tornai in albergo e mi feci dei lavaggi per espellere eventuali residui di sperma, feci una doccia veloce e andai a fare colazione in un bar vicino alla spiaggia dell’appuntamento, da li avrei potuto vederli arrivare e infatti all’ora stabilita vidi spuntare da dietro la scogliera la loro barca, pagai il conto e scesi in spiaggia.

Mi videro e puntarono la prua verso terra.

Mentre ci allontanavamo dalla riva il suo amico mi tese la mano presentandosi, si chiamava Aldo, mi squadrò da capo a piedi dicendo di essere contento di conoscermi aggiungendo che quanto gli aveva detto l’amico a proposito di me era vero e cioè che ero un bel ragazzo. Lo ringraziai pensando a cos’altro gli avesse detto il buzzurro, ma la risposta già la conoscevo.

Il buzzurro rivoltosi a me mi fece notare che nonostante tutto… non ci eravamo neanche presentati, mi porse la mano dicendo di chiamarsi Antonio.

Eravamo in barca da una decina di minuti, Aldo mi scrutava di sottecchi e da come mi guardava capii che sapeva tutto e per questo che guardandomi si toccava l’inguine.

Questo un po’ mi preoccupava, ma il fatto di piacere mi inorgogliva e comunque avrei sempre potuto rifiutarmi no?

Infine raggiungemmo un anfratto nella scogliera e Antonio ci diresse la prua, manovrò la barca con maestria e entrammo.

Era davvero una meraviglia, l’acqua era cristallina e la piccola spiaggia era a dir poco incantevole, sembrava essere fatta apposta per essere usata allo scopo per cui pensai mi avessero portato li perché si poteva accedere solo dal mare e visto il periodo di sicuro non sarebbe arrivato nessuno.

Il perché di quella scelta era ovvia, li nessuno ci avrebbe disturbati, chissà quante altre volte l’avevano usata per quello scopo e il pensiero mi preoccupò.

Come se mi avesse letto nella mente Antonio mi tranquillizzò dicendo che qualsiasi cosa si decidesse di fare lo si sarebbe fatto solo con la condiscendenza di tutti.

Ok risposi più sereno, tirammo in secco la barca e stendemmo ognuno il suo telo, mi spogliai e mi stesi al sole curioso di vedere Aldo nudo e fui subito accontentato.

Quando lo fece rimasi a bocca aperta.

Si tolse per prima la maglietta e vidi che era magrolino con un filo di pancetta, ma a cinquant’anni ci sta, poi fu la volta dei pantaloncini, quando li calò rimasi di stucco, tra le gambe aveva una mazza come quelle degli attori porno di colore, era enorme.

Sia l’uno che l’altro si stesero di fianco a me uno da una parte e uno dall’altra e Antonio rivoto al suo amico additandomi le chiappe gli chiese cosa ne pensasse: fantastico rispose questi, e rivoltosi a me disse: hai visto che serpentone ha il mio amico Aldo? Che dici ti piace? E senza attendere risposta mi accarezzò il culo invitando Aldo a fare altrettanto. Senti che pelle lisci che ha, l’ha vellutata come quella di una ragazza.

Il bastardo sapeva che non disdegnavo i complimenti e non me li faceva mancare e comunque sentire le loro mani accarezzarmi la schiena e il culo mi procurava piacere fino a che poco dopo Antonio mi allargò le chiappe e disse all’amico di constatare quanto fosse bello il mio buchino. Sentii un alito caldo sfiorarmi tra le natiche e mi apprestai a sentire il piacere di una calda lingua che mi leccava come aveva fatto Antonio il giorno prima.

Non feci in tempo a pensarlo che una lingua iniziò a leccarmi, era Antonio, riconoscevo i suoi modi rudi di fare che però mi piacevano.

Aldo spostò l’asciugamani e lo mise davanti a me sedendosi a gambe aperte menandosi il cazzo scuro che viste le dimensioni pareva essere quello di un nero.

Non l’aveva ancora duro ma nonostante tutto ai alle labbra, era enorme.

Anche lui come Antonio il giorno prima mi mise la mano sulla nuca e con la voce arroccata dall’eccitazione disse che ero bravo, mi piacquero quelle parole e mi incitarono a fare meglio, aprii la bocca ma non riuscivo a infilarmi in bocca la grossa cappella, così mi limitai a prenderne quel che potevo leccando alla bene e meglio.

Quando Antonio smise di leccarmi prese il tubetto della pomata e come il giorno prima iniziò a spalmarmela sull’ano e penetrarmi con le dita poi quando pensò che poteva bastare mi fece mettere in ginocchio e sollevare il culo, ci poggiò sopra la cappella e sbuffando me lo ficcò dentro. Cazzo! Ancora quella fitta atroce, non credevo di sentire ancora dolore visto che l’avevo già preso due volte, ma passò subito e lui cominciò a stantuffarmi tanto che dovetti staccarmi da Aldo perché avrei potuto fargli male coi denti.

Aldo si teneva l’asta in mano e lo menava, per fortuna le misure restarono simili a prima, gli si era solo gonfiato di più aumentando in circonferenza.

Antonio rivolto a lui gli disse che mi aveva preparato e che ero pronto per lui.

Tirò fuori il cazzo e si spostò per fare posto all’altro. No dissi io, voi siete matti, è troppo grosso se vuoi lo faccio venire con la bocca.

Stai buona zoccola rispose Antonio, siamo esperti in queste cose, non penserai mica di essere il primo che lo prende da Aldo, vedrai poi come ti piacerà sentirtelo entrare,  poi non vorrai che smetta.

Nonostante l’indecisione la sicurezza con la quale mi parlava Antonio mi rasserenò un po’ e un attimo dopo sentii il grosso arnese di Aldo premere sullo sfintere.

Fermati lo intimai, per favore mettimi ancora della pomata ho paura di sentire dolore.

Lo fece Antonio, mi mise una buona quantità di pomata fuori e dentro e ne mise pure sulla cappella di Aldo.

Quando lo sentii poggiarsi sullo sfintere capii quanto fosse diverso da quello di Antonio ed ebbi paura.

Lo sentii premere sull’ano, la sensazione di dilatazione era incredibile e quando sentii la parte più grande della cappella sforzare sul muscolo interno dell’ano urlai di dolore e dagli occhi mi sgorgarono le lacrime.

Seppur lentamente senza fermarsi lo spinse a fondo, si fermò tenendomi per i fianchi fino a che mi rilassai, mi chiese se andava tutto bene e visto che il dolore era quasi sparito gli risposi di si.

Iniziò a penetrarmi lentamente, lo sentivo entrare ed uscire dolcemente, poi mano mano che andava avanti aumentò la velocità facendomi provare un piacere indescrivibile che partiva dall’ano e raggiungeva il cervello facendomi vibrare la spina dorsale.

Se Antonio non mi avesse preparato non credo sarei riuscito a farmelo mettere nel culo da Aldo, ora avevo una sensazione di pienezza ed ero orgoglioso di essere riuscito a farmi possedere da tanta enormità che non credevo fosse possibile. 

Più mi sbatteva e più lo volevo, a ogni suo affondo cercavo di andargli incontro ma non ci riuscivo perché lui mi teneva stretto per i fianchi, non l’avesse fatto le sue spinte mi avrebbero fatto cadere in avanti.

Mi inculava con un ritmo terribile tanta era la sua voglia di possedermi. Poi Antonio che era sdraiato al mio fianco mi afferrò il cazzo e menandomelo cominciò a darmi della checca, dicendomi che neanche una troia di strada avrebbe preso un cazzo così grosso e che io ero peggio di una vacca e che da ora sarei dovuta essere la loro puttana e che mi avrebbero inculato ogni qual volta ne avrebbero avuto voglia.

Sentii l’orgasmo arrivare e se ne accorse pure lui, si mise sotto di me e me lo prese in bocca e sentendone il calore gli riempii la bocca con spruzzi di sborra.

Meno male che anche Aldo era in procinto di venire perché dopo aver goduto quel grosso cazzo non mi dava più il piacere di prima ed era quasi un fastidio sentirlo.

Lui accelerò i colpi fino a ché me lo piantò tutto dentro, l’aveva duro fino allo spasimo, inarcò così tanto i reni che ebbi l’impressione di averlo in gola, sentii il cazzo vibrare e subito dei getti di sborra cominciarono a riempirmi la pancia.

Quando finì pensai che lo tirasse fuori, invece me lo tenne piantato dentro e cominciò a incularmi ancora lentamente, lo sfilava quasi a farlo uscire e poi lo spingeva piano fino in fondo, e io per fargli piacere lo assecondavo nei movimenti fino a che lo sentii perdere vigore e fui orgoglioso di averlo messo al tappeto. Quando uscì vidi la grossa e lucida mazza che gocciolava il suo sperma, ora mi sentivo completamente aperto e vuoto.

Appena libero misi la mano sul culo per non sporcare il telo di sborra e sfinito entrai in acqua per lavarmi seguito da loro due.

Che ti avevo detto disse Antonio rivolto all’amico. Ha un culo fantastico disse l’altro e rivolto a me disse “lo sai che sono pochissime le persone che sono riuscite a prenderlo tutto il mio cazzo, ma quanto è grosso gli chiesi.

Mi rispose Antonio, ti sei preso nel culo venticinque centimetri di cazzo con la circonferenza di 18, non è da tutti e mi sa che se ce n’era ancora prendevi pure il resto da quanto sei sfondato.

Erano umilianti quelle parole, avrebbe potuto evitare di dirmele, in fondo ero stato consenziente e gli avevo dato piacere.

Eravamo ancora in acqua e avendo vicino Aldo glielo presi in mano, era perfino pesante tanto era grosso e non capivo come avessi fatto a contenerlo senza subire lacerazioni. Mi toccai per essere sicuro ma l’ano si era richiuso anche se era indolenzito.

Bello e? Disse Antonio vedendo che non lo mollavo. Ora però tocca a me disse, tieniti a lui e mettiti a novanta che ti voglio inculare qui nel mare. Mi girai per vedere se diceva sul serio e vidi che si teneva il cazzo duro in mano.

Era inutile che rifiutassi, conoscendolo non si sarebbe tirato indietro e poi ormai dopo Aldo non poteva certo farmi granchè male, mi  appoggiai sui fianchi di Aldo che mi aiutò tenendomi per le braccia e protesi il culo verso Antonio che appoggiò la cappella sull’ano dilaniato e forse con dentro ancora dei residui di sborra e senza fatica mi penetrò.

Mamma mia come gliel’hai allargato disse all’amico, gli l’hai proprio sfondato il culo a questa puttanella, ora ci ballo dentro col mio, sembra il culo di una troia da reggimento, quando torni a casa devi regalargli uno strap-on alla tua fidanzata e farti inculare da lei perché ora sei più femmina di lei.

Invece parole ebbero l’effetto di farmelo venire duro, mi sentii afferrare per i fianchi in modo animalesco e cominciò a incularmi veemente accompagnato dallo sciabordio dell’acqua che accompagnavano i suoi colpi che furono brevi, perché poco dopo anche lui scaricò il suo piacere riempiendomi ulteriormente il culo di sborra.

Quando lo tirò fuori, la sborra che fuoriusciva fluttuava nell’acqua trasparente  sembrando una nuvola di fumo denso. Ma quanto cazzo era venuto? Ce n’era un’infinità.

Andai a sdraiarmi al sole col culo che mi bruciava, Aldo mi diede un po’ di crema nivea che spalmai sull’ano indolenzito dandomi un po’ di sollievo.

Visto che ero ancora mezzo arrapato Antonio si offerse di farmi un pompino, ma rifiutai perché sembrava che Aldo volesse farlo ancora.

Brava zoccoletta disse Antonio, ormai sei diventato irriducibile, mi sa che ora ti piace più prenderlo nel culo che scopare, ma non preoccuparti per la tua fidanzatina, la poti qui e ci pensiamo noi a sistemarla. E rise.

Non lo dissi nulla ma pensai a Nadia, a lei piacevano i grossi calibri visto che volle che le comprassi un vibratore di grosse dimensioni, magari con Antonio no, non ci sarebbe stata perché aveva la pancia e modi da buzzurro, ma con Aldo magari un pensiero ce l’avrebbe fatto visto che le piacevano i grossi calibri. Non per niente quando capitava di vedere dei film porno diceva che sarebbe piaciuto anche a lei provare a prenderne uno grosso.

Dopo aver mangiato dei panini ci assopimmo tutti e tre, fui svegliato dal loro vociare, erano li con i cazzi semi duri che mi guardavano.

Nooo dissi: ancora?

Visto che domattina parti disse Antonio è meglio non perdere tempo no?

Andai a rinfrescarmi e quando tornai mi sedetti accanto a loro.

Antonio si mise in piedi e avvicinandosi mise il cazzo a due dita dal mio viso, lo guardai negli occhi e mi fece segno di prenderglielo in bocca.

Come sempre i suoi modi erano perentori, lo presi e me lo misi in bocca. Aldo si avvicinò, mi si sdraiò accanto e prese in bocca il mio. Eravamo dei porci osceni.

Quando l’ebbe bello duro Antonio sfilò il cazzo dalla bocca e mi disse di girarmi, mi spalmai della crema e mi misi a gattoni.

Poi ci ripensò e volle che fosse Aldo a farlo per prima, a quel punto volli essere io a decidere come, gli dissi di stendersi perché gli sarei seduto sopra.

Mi sistemai a cavalcioni sopra di lui, presi in mano la bestia e lo posizionai sotto in prossimità dell’ano unto di crema, quando lo sentii ben posizionato cominciai a scendere.

Mmmmm, era molto meglio così, decidevo io come muovermi e la crema mi aiutò moltissimo, mentre mi abbassavo lentamente sentii l’ano dilatarsi per far posto alla bestia, mi fermai solo quando l’apice della cappella oltrepassò lo sfintere, allora scesi totalmente fino a sedermi completamente sopra lui.

Provai nuovamente quella sensazione di pienezza, ero euforico nel sentirlo tutto dentro perché ora ero io che comandavo il gioco e vedere le smorfie di piacere sul suo viso era impagabile.

Cominciai a roteare i fianchi procurando a entrambi piacere, salivo e scendevo a mio piacimento assaporando la sensazione di onnipotenza nel comandare il gioco, sentivo ogni millimetro del suo cazzo scorrermi dentro ed era stupendo ciò che provavo. Standogli sopra lo sentivo davvero in pancia e non era solo un’impressione perché piegato in un certo modo con la mano sopra il ventre lo potevo sentire e questo accresceva il mio piacere. Mi muovevo risalendo lentamente fino quasi a farlo uscire per poi ridiscendere e sentirlo mio.

Mentre accadeva tutto ciò Aldo giocava con il mio cazzo che avevo duro in maniera indicibile moltiplicando il piacere che già provavo.

Dopo un po’ si stancò di quella posizione e sempre con il cazzo conficcato nel culo riuscì a girarmi, ora ero sdraiato sulla schiena e lui in mezzo alle mie gambe mi montava come fossi una donna e io mi tenevo le palle con le mani per non farmele schiacciare quando spingeva.

Era eccitato e cominciò a dare degli affondi profondi tanto che a ogni colpo espiavo, era sul punto di venire e visto che anche io ero pronto cercai di resistere e vedere se riuscivo a godere insieme a lui.

Ora mi teneva le gambe sollevate e con il busto eretto mi sconquassava di colpi, la forza degli ultimi mi fecero paura, sembrava volesse sfondarmi tanto erano profondi e violenti, poi spingendosi tutto dentro si fermò e tremando cominciò a sborrare.

Non vedevo l’ora e mi lasciai andare anch’io sborrando schizzate che mi raggiunsero fino sotto il mento. Ero sfinito e lui pure.

Antonio, del quale ci eravamo dimenticati era arrapato come non mai, disse a Aldo di alzarsi che voleva sborrarmi nel culo pure lui.

Non avrei voluto, ma se l’energumeno aveva deciso così non sarei certo stato io a fargli cambiare idea, così mi rassegnai e attesi.

Aldo si alzò e Antonio prese il suo posto.

A causa del liquido seminale di Aldo mi scivolò dentro con una tale facilità che quasi non me ne accorsi, doveva essere arrapato di brutto perché iniziò subito a sbuffare e dopo pochi colpi  lo sentii svuotare le palle dentro di me aggiungendo sborra ad atra sborra.

Ero davvero sfinito, ma pure loro lo erano. Misi una mano sul culo per non sporcare la salvietta e a fatica mi alzai e entrai con loro acqua.

Toccandomi mi accorsi di come era aperto il mio ano, con le mani divaricai le chiappe in modo da fare uscire il liquido seminale che mi avevano riversato dentro

e toccandomi mi accorsi di come era aperto il mio ano.

Mi ci volle un po’ prima che riuscissi a liberarmi, ero circondato da nuvole dense di sperma che galleggiavano nell’acqua cristallina.

Rimanemmo in spiaggia ancora un paio d’ore, ci scambiammo i numeri di cellulare e      mi riaccompagnarono alla spiaggia di partenza.

Prima di salutarmi Antonio prese il cellulare e mi mostrò una foto che mi ritraeva sopra Aldo mentre gli sedevo sopra, poi  un’altra e un’altra ancora dove si vedeva la sequenza dell’inculata fino a quella dove l’avevo tutto conficcato in culo.

Ero allibito e spaventato allo stesso tempo, ma sei pazzo dissi arrabbiato, perché l’hai fatto, cancella immediatamente quelle foto. Neanche per idea rispose, le tengo per ricordo e abbassando la voce disse che ero la più bella puttanella che gli fosse mai capitato a tiro e quando gli sarebbe venuta voglia di vedermi mi avrebbe mandato una di quelle foto per dirmi che sarei dovuto andare da lui assicurandomi comunque che non era un ricatto ma una piccola certezza di potermi rivedere.

Che schifo, era finita nel peggiore dei modi, chi poteva immaginare una cosa del genere. Col tempo comunque la cosa si sistemò, ci furono degli ulteriori sviluppi nei quali fui costretto a coinvolgere pure Nadia, ma questo ve lo racconterò in seguito.

 

Se vi è piaciuto o meno vi sarei grato se commentaste come stimolo per futuri racconti. 

Sono graditi commenti

krakatoanew@gmail.com  

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