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Racconti Gay

Il bell’idraulico

By 20 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo dovuto chiamare l’idraulico per far riparare i tubi del mio bagno.
Era un ragazzo giovane e gentile, e durante il lavoro chiacchierava amabilmente del più e del meno. E’ raro vedere una persona così semplice e così affabile. C’è da dire che era un bel ragazzo, sui 28 anni, muscoloso. L’aria calda della giornata estiva rendeva l’atmosfera umida e pesante, e dopo un’ora di lavoro il suo corpo era madido di sudore sotto la canottiera.
Cosa che fece risaltare i suoi muscoli. Sobbalzai. Stavo davvero ammirando il corpo di quell’uomo? Che pazzo che sono, pensavo. Mai successo di essere curioso per un altro uomo, eppure il suo aspetto piacevole mi colpiva.

A un certo punto non so come mi venne in mente, parlammo del suo lavoro e gli chiesi:
“Ma toglimi una curiosità. Ma il tuo lavoro è davvero come sembra nelle storielle: non ti capita mai di andare in casa di gente sola che ti invitano a letto con loro?”
Lui si mise a ridere, e disse:
“Parli di donne o di uomini?”
Mi fissava ghignando, e solo allora mi accorsi della gaffe.
“No no” mi giustificai, “di donne.” Ma poi ci ripensai.
“Beh, anche di uomini, perché no”.
“Ti mentirei se ti dicessi di no. Ce ne sono molte più di quante immagini di donne che la danno via facile. In effetti il lavoro può essere molto divertente.”
Poi per fortuna non toccammo più l’argomento uomini perché ero rimasto veramente in imbarazzo. Cosa ancora più imbarazzante ebbi
una piccola erezione. E lo guardavo. Avevo un’erezione e guardavo le sue braccia muoversi mentre lavorava. Dio mio stavo impazzendo.

Finito il lavoro venne il momento di pagare.
Era una cifra bella alta, e non nascosi il mio dispiacere. Lui
con il suo solito modo affabile mi tranquillizzò.
“Se vuoi possiamo venirci incontro. Sei rimasto soddisfatto del mio servizio?”
Non potevo dire di no: aveva lavorato bene e in fretta, e il risultato finale era ottimo.
“Sì senz’altro” risposi. Stavo flirtando senza rendermene conto!
“Allora potresti fare un servizio tu a me” disse col suo sorriso.
Io risi.
“Oh mio dio! cosa vuoi che ti faccia un pompino”?
Ridemmo tutti e due.
“Perché no? Mi sembravi curioso di quello che fa un idraulico con i suoi clienti” e intanto si avvicinava, era a un passo da me col suo fisico prestante.
“Sì ma pensavo a delle casalinghe quarantenni arrapate” dissi abbassando lo sguardo. Ma lui non si muoveva. Avevo gli occhi sul suo pacco. QUello che successe fu quasi spontaneo.
Gli accarezzai il pacco, piuttosto consistente, e gli dissi:
“Vuoi davvero che te lo succhi per pagarti il lavoro?”
“Perché no” disse lui accarezzandomi le spalle. Ormai il suo fisico mi dominava.
“Mi sa che dovrai un po’ spiegarmi perché non sono mica abituato a succhiare cazzi”. Non potevo dirgli che era la prima volta perché avevo avuto un’esperienza isolata tempo prima.
“Non ti preoccupare” disse lui facendo pressione sulle mie spalle. Lo assecondai e mi misi in ginocchio.
Slacciai i pantaloni, ed estrassi il suo attrezzo. Notevole e proporzionato al suo fisico: sarà stato almeno 22 cm, bello grosso. Me lo giravo fra le mani e lo sentivo caldo e pulsante.
Era difficile resistere, credetemi: anche voi avreste fatto lo stesso.
Presi il fiato e me lo infilai in bocca.
“Sì, bravo dai” iniziò a incitarmi lui.
Io stavo in ginocchio, la schiene bella dritta, mentre lui con inaspettata delicatezza muoveva la testa contro il suo cazzo.
Io lo prendevo avanti e indietro, lentamente, cercando di bagnarlo il più possibile per coprire il sapore insolito ma non sgradevole. Cercavo di prenderlo fino in fondo perché so quanto si gode a sentirlo in gola.
Lentamente la situazione aumentò di tensione, e le mie spinte e ciucciate e leccate diventarono più furiose e veloci. Mi tirai via i vestiti.
Ero arrapatissimo. Lui era duro. Si tolse la canottiera, restò nudo. Un dio greco. Bellissimo.
Lo guardai negli occhi con lo sguardo arrapato di una troia in calore. Ero nudo come un verme, in ginocchio, sottomesso.
Lo afferrai e lo succhiai ancora, leccai l’asta, le palle, succhiandole forte. Lui urlò e gemette.
“Ah! Cazzo se sei bravo! Sono poche le casalinghe che sanno ciucciarlo così bene!”
“Ti piace?” gli chiedevo. Lo segai violentemente. “Si vede che so cosa piace a un uomo.
“Sì sei fantastico”
Succhiai ancora forte, lasciando che la saliva fuoriuscisse dalla bocca colando fra cazzo e labbra sul mio petto e la mia faccia.
Iniziai a emettere dei rumori osceni, dei gorgoglii.
“Dai porco succhia”
“Dai maiale scopami la bocca”
Ci scambiammo oscenità mentre segavo quell’atrezzo mostruoso davanti alla mia faccia.
“Vuoi una doccia?”
“Cosa?” chiesi ansimando, ormai non capivo niente.
“Vuoi una doccia troia?”
“Sì!” risposi “Sì vienimi addosso dai”
Allora lui riprese possesso della sua mazza e si segò, mentre io aspettavo ad occhi chiusi. Non aprii la bocca per insperienza.
Alla fine finalmente lui venne e, ragazzi, mi inondò letteralmente.

Prima uno schizzo densissimo mi arrivò sulla fronte per colarmi sul naso, poi tre schizzi lunghi e veloci sulle mie guance, poi ancora altri schizzi piccoli, densi, caldissimi riempirono la mia faccia.
Mentre lui gemeva e si contorceva io sentivo il suo liquido denso e caldo colarmi addosso, ed ero in un’estasi inspiegabile. Il suo orgasmo durò quasi un minuto. FInché si accasciò contro la parete, ridendo, e io lo guardavo in ginocchio sotto di lui pieno di sborra, come un animaletto usato e felice.
“Uau” dissi solo.
“Uau” ripeté lui.

Lentamente mi alzai, tremando, scosso per quell’esperienza
pazzesca. Lui invece sembrava tranquillo, e con nonchalance si rivestì e raccolse i suoi attrezzi. Io quasi tremando lo riaccompagnai alla porta, lui mi salutò dicendomi “allora siamo a posto così, grazie. Arrivederci”
Io lo salutai, e mentre scendeva dalle scale mi accorsi all’improvviso di essere ancora completamente nudo, ricoperto di sperma, sul pianerottolo.
Corsi dentro col cuore in gola e chiusi la porta.
Ridendo come un cretino, o forse come una ragazzina innamorata, corsi a fare una doccia, e divertito per quella piacevole avventura pensai che era stato un bel modo di risparmiare un po’ di soldi.

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